Dobbiamo riconoscere che i
rapporti tra scienza e religione non sono stati e non sono facili. Molti si
chiedono perché questo è accaduto e accade ancora oggi. Le ragioni sono tante e,
in questo articolo, cercheremo di dimostrare che i contrasti tra ciò che afferma
la Bibbia e ciò che afferma la scienza molte volte sono dovuti a pregiudizi da
eliminare. Ci limiteremo a presentare un caso che consideriamo emblematico: la
rivalutazione del catastrofismo da parte di alcuni scienziati evoluzionisti, che
riconoscono che il catastrofismo non è antiscientifico. Se il catastrofismo (di
Georges Cuvier, Louis Agassiz, Roderick Murchinson, Adam Sedgwick e di altri
scienziati) fosse davvero antiscientifico e l’uniformismo di Lyell fosse una
teoria ben provata è evidente che nella preistoria non vi sarebbero state delle
catastrofi e quindi nemmeno la grande catastrofe a carattere universale, come il
Diluvio raccontato dalla Bibbia e da moltissime altre antiche culture. Ma
veramente la scienza oggi esclude, come escludeva Lyell, la possibilità che vi
siano state catastrofi nella preistoria?
GEORGES DAGOBERT, barone di Cuvier (1769-1832), fu uno dei più geniali studiosi
d’anatomia e, dai residui ossei che ritrovava, ricostruiva l’intero scheletro
dell’animale al quale erano appartenuti. Mentre alcune forme corrispondevano a
quelle di specie note e tuttora viventi, altre non trovavano corrispondenza
negli animali conosciuti. Cuvier si domandava perché fossero scomparse tante
specie e, dato che la tradizione biblica del Diluvio costituiva un’ipotesi già
sostenuta da altri scienziati, in linea di massima Cuvier si attenne a tale
ipotesi.
Ecco un passo caratteristico di Cuvier, tratto dall’opera Recherches sur les
ossements fossiles: «Le fessure, le fratture, gli sconvolgimenti degli
strati più antichi non lasciano dubbi che cause improvvise e violente li abbiano
posti nelle condizioni che noi osserviamo oggi; anzi, perfino la forza del
movimento al
quale erano state sottoposte le masse d’acqua può essere constatata tuttora
nell’accumulo di ghiaia e di detriti insinuatisi tra gli strati solidi.
Evidentemente, la vita del nostro pianeta fu più volte distrutta da spaventosi
avvenimenti. Innumerevoli animali caddero vittime di tali catastrofi; gli uni,
abitanti di terraferma, annegarono nei diluvi; gli altri, che dimoravano negli
abissi marini, rimasero all’asciutto per l’improvviso innalzamento del fondo
marino; le loro razze scomparvero per sempre, e nulla è rimasto se non pochi
resti che soltanto un naturalista riesce a interpretare».[1]
CHARLES LYELL (1797-1875) si oppose al
catastrofismo di Cuvier perché, secondo lui, la formazione di rocce vulcaniche e
sedimentarie, l’innalzamento delle linee costiere e gli altri mutamenti avvenuti
nel nostro pianeta, si erano verificati
lentamente durante ere immense. L’opera di Lyell preparò l’opinione generale
all’idea di una lenta evoluzione svoltasi in epoche incredibilmente estese nel
tempo, con una graduale e regolare variazione delle forme degli esseri viventi.
«Tutti i naturalisti,
scrisse Lyell, che hanno studiato con cura la disposizione delle masse minerali
costituenti la crosta terrestre e la loro struttura intima, come pure il loro
contenuto in fossili, hanno scorto i segni d’una grande successione di mutamenti
passati […]. Quando si discutono questi problemi e altri di natura analoga […]
udiamo parlare di rivoluzioni improvvise e violente, di istantanee apparizioni
di catene montuose dal suolo […] sentiamo parlare di catastrofi generali e d’una
serie di diluvi, di periodi alterni di quiete e di caos, di congelamento del
globo, di annientamento istantaneo d’intere razze vegetali e animali, e altre
ipotesi […]. Nel nostro tentativo di dipanare questi complessi problemi
intendiamo seguire un’altra rotta, limitarci cioè agli effetti noti e possibili
di cause realmente esistenti».[2]
In poche parole, la
formazione delle rocce magmatiche e sedimentarie, la formazione delle montagne,
l’inclusione dei fossili, l’innalzamento delle linee costiere e altro, nel
passato sarebbero avvenute con la stessa lentezza e continuità osservabili nel
presente. Secondo Lyell tutti i processi geologici si sono sempre svolti con la
stessa velocità e la stessa intensità.
STEPHEN JAY GOULD (1941-2002) è stato
professore di Geologia alla Harvard University ed egli, come paleontologo e
biologo, ha lanciato insieme a Niles Eldredge una nuova teoria
dell’evoluzionismo: gli equilibri punteggiati. Nel 2002 è stata
pubblicata un’opera di Stephen Jay Gould dal titolo The Structure of
Evolutionary Theory (by the President and Fellows of Harvard College), che è
stata tradotta in italiano e pubblicata nel 2003., dopo la sua morte. Questa
opera di 1700 pagine, La struttura della teoria dell’evoluzione,
racchiude in sé la parte migliore di tutti i libri di Gould. Si tratta di un
grande progetto scientifico di revisione della teoria dell’evoluzione
darwiniana, un libro magistrale che, secondo Michael Shermer del Washington
Post, sarà destinato a far parlare di sé per molto tempo[3].
Ecco il giudizio
formulato su Cuvier e Lyell dal grande paleontologo Gould. Secondo Gould, tutti
quelli che hanno potuto conoscere Cuvier ne hanno constatata l’integrità
scientifica, il valore intellettuale e la considerevole base empirica fornita
dal suo sistema. «Ma alla sua morte […] Lyell […] persistette e il
«catastrofismo» fu considerato alla stregua di una reazione teologica dogmatica
e antiscientifica. L’etichetta si fissò e il trionfo retorico di Lyell pose il
catastrofismo oltre i confini della rispettabilità scientifica. Le armi della
irragionevolezza si estendono attraverso le generazioni. Quando i documenti
primari scompaiono alla vista, i manuali da quattro soldi possono clonarsi,
alimentando leggende che generano ulteriori fantasie e che, inquadrate in un
sistema di fede prestabilito, hanno scarsa speranza di essere corrette».[4]
«C’è
una grande ironia, scrive ancora Gould, nel fatto che i moderni manuali di
divulgazione presentino erroneamente Lyell come un empirista che, tramite una
laboriosa ricerca sul campo e un’assoluta adesione ai riscontri oggettivi, abbia
escluso i sostenitori del dogma del catastrofismo dall’alveo della scienza. Al
contrario: erano proprio i catastrofisti i veri empiristi del loro tempo! Lyell
e Darwin si opposero al catastrofismo tentando di interpretare i dati geologici
«oltre le apparenze», senza limitarsi a registrarli. Per Lyell e Darwin, i dati
geologici vanno considerati assolutamente incompleti; essi sono, nella metafora
classica sviluppata da Lyell e divulgata da Darwin, come un libro di cui siano
rimaste poche pagine, e solo poche lettere di ciascuna pagina […]. Questo era il
modo di lavorare di Lyell e di Darwin: interpretare i dati e colmare le lacune;
erano i catastrofisti a predicare il puro empirismo! […]. Mi pare che nella
storia della scienza non abbia eguali l’ironia di questo rovesciamento postumo,
che attribuisce a Lyell e ai catastrofisti posizioni del tutto capovolte
riguardo l’”oggettività» della scienza».[5]
Fino a tempi recenti, è sembrato che l’uniformismo di
Lyell avesse vinto definitivamente la sua battaglia contro il catastrofismo,
invece oggi sappiamo che le catastrofi verificatesi nella storia della Terra
sono state tante e tali che non possono essere più inquadrate nell’uniformismo
di Lyell.
TJEERD H. VAN ANDEL, che insegna all’Università di Stanford (USA) ed è membro
dell’Accademia Olandese delle Scienze, scrive: «I geologi per lungo tempo hanno
considerato la Terra come un’entità caratterizzata […] da una lenta evoluzione
in base a forze immutabili, che hanno sempre avuto la stessa intensità
[…]. Oggi questa prospettiva non sembra più valida. Più probabilmente la Terra è
stata testimone di cambiamenti repentini […]. Le montagne si sollevarono, poi
furono spazzate via dalla erosione […] perfino la posizione dei continenti è
cambiata in maniera costante»[6].
Anche J. DOUGLAS. MAC DOUGALL, professore di
Scienze della Terra presso l’Università della California a San Diego, riconosce
l’aspetto dinamico della Terra: «Per la maggior parte di noi l’ambiente naturale
è, in qualche modo, stabile […]. Ma la Terra, nel corso della sua vita, ha
subito straordinarie trasformazioni. Nei miliardi di anni della sua esistenza,
il nostro pianeta è stato colpito da catastrofi su scala così enorme da non
essere confrontabili ai casi dell’esperienza umana […].
Nel corso della storia della Terra […] si sono
avute […] rapide e totali distruzioni di grandi porzioni dei regni vegetali e
degli animali […]. Cambiamenti così radicali della flora e della fauna si
riflettono nelle testimonianze fossili. In tempi abbastanza recenti, i geologi
hanno incominciato a pensare che tali estinzioni di massa siano in realtà
catastrofi […]. La teoria della tettonica delle placche ha profondamente
modificato lo stato delle nostre conoscenze»[7].
Oggi i geologi e i
paleontologi, per mezzo di un paziente lavoro di ricostruzione documentato da
rocce e fossili, hanno potuto ricostruire gli enormi cambiamenti geologici, le
estinzioni di intere foreste e di intere specie di animali, i cambiamenti
climatici, lo spostamento dell’asse terrestre: tutti eventi catastrofici che si
sono verificatisi nelle passate ere geologiche. Teorie come la deriva dei
continenti, l’espansione dei fondali oceanici e la tettonica delle placche,
hanno chiaramente dimostrano la frammentazione del primo supercontinente
(Pangea), la scomparsa di alcuni oceani e la formazione di altri. Tutti questi
eventi sono prove inoppugnabili di quella immensa e improvvisa catastrofe
universale che si abbatté sul mondo preistorico, ricordata dalla Bibbia e da
tantissime antiche culture.
Si è così tornati a rivalutare il catastrofismo
e vi sono geologi che lo stanno di nuovo introducendo nell’ambito delle scienze
geologiche (neocatastrofismo), ma sono ostacolati dal pregiudizio di
molti geologi, restii ad abbandonare l’uniformismo di Lyell.
Nota biografica: Il professore emerito
Michele Buonfiglio ha insegnato teologia sistematica e rapporti tra scienza e
religione in Italia e in Sud America. Studioso appassionato, ha pubblicato
diversi saggi in varie lingue sul rapporto tra scienza e religione, fra cui le
seguenti: Scienza o Dio? — La creazione nella Bibbia e nella scienza — La più
grande catastrofe della Preistoria — Sulle tracce del diluvio. |
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/A2-Catastrofismo_UnV.htm
26-04-2007; Aggiornamento: 05-07-2010
|