1. LE QUESTIONI: Nei Dieci Comandamenti è
scritto: «Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono
lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti
prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro, perché io, l’Eterno, il tuo
Dio, sono un Dio geloso che punisco
l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione
di quelli che mi odiano, e uso benignità, fino alla
millesima generazione, verso
quelli che m’amano e osservano i miei comandamenti» (Esodo 20,4ss;
Deuteronomio 5,9s). Questo è ciò che è scritto nella Costituzione della
teocrazia d'Israele ed è confermato anche dal cosiddetto «Libro del patto», in
cui c'è un'auto-rivelazione di Dio: «L’Eterno! l’Eterno! il Dio
misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà, che
conserva la sua benignità fino alla
millesima generazione, che perdona l’iniquità, la trasgressione e il
peccato ma non terrà il colpevole per innocente, e che punisce l’iniquità dei
padri sopra i figli e sopra i figli dei figli, fino
alla terza e alla quarta generazione!"»
(Esodo 24,6s; cfr. Numeri 14,18).
Alcuni partono da tali brani per insegnare la
cosiddetta «maledizione generazionale». Che cosa c'è di vero in tutto ciò? Un lettore ha fatto una richiesta di chiarimento proprio in
tal senso. Ecco qui di seguito la sua lettera: «Non ho una chiara conoscenza
della dottrina delle maledizioni generazionali, né (fino adesso) di ciò che
pensa a proposito il nostro buon Padre celeste, quindi starò lontano
dall’esprimere un’opinione al riguardo. Qualche domanda, però, da un po’ di
tempo me la pongo.
Molte
malattie, anche di "piccola entità" vengono dette "ereditarie" (nella mia
poca conoscenza in merito cito la colesterolemia). Molti medici parlano
di "predisposizione ereditaria" all’insorgenza di certe malattie (nelle visite
specialistiche spesso viene chiesta dal medico l’eventuale presenza d’una
particolare patologia nei genitori o in famiglia; tale presenza spesso viene
considerata come forte fattore di rischio). In altri casi, invece (esempio:
fibrosi cistica) si ha una chiara visione del problema, che dipende in
maniera totale da fattori genetici, o "ereditari".
Un altro aspetto che mi fa riflettere è che le probabilità d’insorgenza di
malattie ereditarie di questo tipo sono molto alte sui figli, mentre vanno a
diminuire
man mano che passano le generazioni (è più difficile ereditare una malattia del
nonno rispetto a una del padre). Sembrerebbe quindi che esista una
connessione d’ereditarietà padri / figli, tanto diretta quanto più sono
vicini nell’albero genealogico. Senza sconfinare nel termine "maledizione", come
si potrebbe affrontare questo discorso dal punto di vista biblico?» {Giuseppe
Panarello; 10 febbraio 2009}
Gli aspetti esegetici li abbiamo presentati nell'articolo
«La
maledizione generazionale», da cui poi abbiamo affrontato poi la discussione connessa. [►
Maledizioni generazionali? Parliamone] Qui di seguito c'interessano specialmente gli aspetti genetici, ossia se questi
ultimi possano essere collegati o meno a tale cosiddetta «maledizione generazionale».
2. ALCUNE OSSERVAZIONI
(Nicola Martella): È vero che ci sono malattie ereditarie. Io stesso ho
scoperto d’essere affetto da microcitemia solo perché un’analisi del sangue dei
miei figli lo ha accertato. Ho fatto quindi da tramite da uno dei miei genitori
ai miei figli. Non tutti i figli degli stessi genitori sono affetti da una
malattia ereditaria, come non tutti i figli portano tutti i caratteri peculiari
d’un genitore. Mettiamo che ambedue i genitori abbiano una malattia ereditaria
diversa e mettano al mondo abbastanza discendenti, nasceranno figli affetti da
ambedue patologie, figli che avranno l’una o l’altra, figli completamente sani e
probabilmente figli sani ma portatori di tali caratteri genetici patologici, che
trasmetteranno ai loro discendenti diretti.
Già questo fa capire che non si possono applicare aspetti genetici e fisici al
mondo dello spirito e tanto meno alla cosiddetta «maledizione generazionale».
Infatti sia la maledizione (p.es. l’interdetto), sia la benedizione (p.es. una
certa promessa), riguardavano i relativi discendenti senza distinzioni di sorta.
Quando il livello di malvagità di Sodoma e Gomorra raggiunse l’apice, Dio mandò
un giudizio su tutta quella zona, indipendentemente dal grado soggettivo di
perversione e di colpa. Al contrario, quando Giona predicò (contro voglia) il
giudizio su Ninive (anche qui il livello morale di guardia venne superato),
l’intera popolazione fece cordoglio, abbassando il livello di perversione e
peccaminosità. Tutto ciò non si può dire per un’affezione patologica dei geni; o
uno ha una patologia (a un certo grado, dominante o recessiva che sia) o non ce
l’ha; e non saranno interventi esterni a poter mutare l’intero corredo genetico.
Inoltre mentre Dio affermava di punire l’iniquità dei padri fino alla terza e la
quarta generazione verso quelli che lo odiavano (generalizzazione), abbiamo
visto che non tutti i figli d’un soggetto affetto da una patologia genetica ne
mostrano i segni evidenti (differenziazione); l’altro aspetto è che si possa
essere portatori sani di una patologia genetica, che può riaffiorare dopo
parecchie generazioni qualora se ne presenti la costellazione favorevole (p.es.
un partner con lo stesso difetto genetico). Quindi, non si possono applicare
direttamente gli aspetti genetici a quelli spirituali, e viceversa. Inoltre,
mentre l’annunciata punizione (in Es 20,5 non si parla di maledizione!) avrebbe
fatto il suo corso entro 3-4 generazioni, ciò non è automatico per le patologie
genetiche; come detto, qui i geni possono essere recessivi o dominanti, e
inoltre dipenderà anche dal fatto se nella catena generazionale entreranno altri
soggetti affetti dalla stessa patologia.
Quindi, sebbene certi confronti siano affascinanti, si fa sempre bene a non
mischiare capre e cavoli. In ogni modo, per approfondire la questione, ho
chiesto il parere tecnico di Nicola Berretta, che è biologo.
3. APPROFONDIMENTI
(Nicola Berretta): L’osservazione, a cui Giuseppe Panarello fa
riferimento, sul fatto che la probabilità d’insorgenza di malattie ereditarie
tenda a ridursi nelle generazioni successive s’applica a malattie su base
genetica legate alla disfunzione d’un gene «recessivo». Per questi casi
la malattia s’esprime solo se ambedue le copie del gene (nelle nostre cellule i
geni sono presenti in doppia copia) sono malate, mentre se uno solo dei due geni
è alterato, la malattia non s’esprime, perché la corretta funzione viene
garantita dal gene sano presente sull’altra copia di DNA. Accade dunque che una
persona esprima la malattia perché ambedue i suoi genitori possiedono una copia
alterata del gene (a volte questo è dovuto a un qualche grado di consanguineità
tra genitori), tuttavia la generazione successiva in molti casi risulta sana,
perché i figli tornano ad avere una sola copia malata del gene. È da notare però
che non s’assiste necessariamente all’estinzione di quella malattia genetica,
perché spesso la malattia rimane sempre potenzialmente esprimibile anche a
distanza di molte generazioni, qualora un discendente in possesso del gene
alterato si trovi di nuovo, malauguratamente, a fare un figlio con un partner
anch’esso portatore della stessa mutazione genetica. Da questo punto di vista
dunque, il legame con la «maledizione generazionale» sarebbe del tutto
inopportuno, perché nelle malattie ereditarie la malattia non scompare dopo
alcune generazioni, ma continua a rimanere potenzialmente presente, come un
fiume sotterraneo che in qualsiasi momento potrebbe riaffiorare.
Tralascio poi il fatto che questa estinzione nelle generazioni successive non
s’applica nel caso di malattie «dominanti», in cui è sufficiente che una
delle due copie del gene sia malata per far sì che la malattia s’esprima. In
questi casi, tutte in tutte le generazioni successive s’assiste a una
probabilità alta d’avere individui portatori della malattia.
Al di là di queste perplessità di carattere prettamente biologico, il vedere la
trasmissione delle malattie genetiche alle generazioni successive come
un’espressione della cosiddetta «maledizione generazionale» lo trovo
opinabile anche dal punto di vista prettamente biblico. Questa ipotesi
infatti presuppone l’idea secondo cui le malattie (genetiche e non) siano sempre
e comunque espressione d’un giudizio sul peccato, il che, da quanto comprendo
dalla Scrittura, non è necessariamente vero (Giovanni 9,1-3).
4. ASPETTI CONCLUSIVI
(Nicola Martella): Quanto abbiamo visto fin qui, fa trarre alcune
considerazioni. Ne elenco solo alcune quale stimolo, lasciando il resto alla
riflessione e alla ricerca dei lettori.
■ Nel bene e nel male siamo il prodotto di una lunga catena genealogica
che risale fino alla prima coppia umana (Rm 5,12ss). Ciò vale sia per le
disfunzioni genetiche, sia per la peccaminosità generale quale capacità di
compiere il male.
■ Le
malattie ereditarie sono come certi fiumi che scompaiono alla vista,
s’inabissano in corsi d’acqua sotterranei e dopo pochi o molti chilometri
riaffiorano poderosi.
■ Nelle malattie genetiche bisogna distinguere come i geni ereditati si
esprimono, ossia in modo recessivo o dominante. Similmente vale per la
peccaminosità
generale: una cosa è essere «peccatore», ma col timore di Dio e la fede si
aspira a compiere il bene e si evita il male (aspetto recessivo della
peccaminosità); altra cosa è corrompersi moralmente e pervertire il proprio
cuore (aspetto dominante della peccaminosità; cfr. 1 Re 11,2s; 2 Cr 26,16; Sal
14,1ss; Pr 6,12-15; 11,19-21).
■ Non esiste sempre un collegamento diretto fra peccato personale e
malattie personali; ci sono empi che vivono a lungo e giusti toccati da varie
patologie. La grazia e i giudizi di Dio nella vita personale di una singola
persona risiedono nel suo insindacabile e per noi misterioso consiglio. Molte
patologie a causa genetica riaffiorano dopo varie generazioni, laddove si
configuri una costellazione favorevole a essa. Esse sono dovute al fatto che
viviamo in un mondo imperfetto (Rm 8,19-23).
■ Nei brani biblici riportati all'inizio (Esodo 20,4ss; 24,6s; Numeri 14,18) non
si parla di «maledizione
generazionale», ma soltanto di punizione divina all'interno
della teocrazia d'Israele e ciò fu particolarmente riferito al reato di alto
tradimento, ossia al politeismo e alla conseguente idolatria. Inoltre ciò fu
limitato solo a «quelli che mi odiano». Il peccato diventa uno stile di
vita e un modello per la prole, quindi anche una trappola e un pericolo per la
discendenza. A ciò si aggiunga che la sua clemenza sarebbe durata «fino
alla millesima generazione»; anche qui fu posto un limite, circoscrivendo
ciò a «quelli che m’amano e osservano i miei comandamenti». Anche
l'esercizio dell'ubbidienza ai comandamenti divini diventa uno stile di vita e
un modello per la prole, quindi anche un beneficio e una fonte di benessere per
la discendenza. Tutto ciò non è pero, nel bene e nel male, una cosa automatica.
In ogni modo non ha nulla a che fare direttamente con le malattie, tanto meno
con le patologie genetiche. I Salmi sono pieni del lamento di persone timorate
di Dio che lo invocano a causa dei mali e delle malattie, di cui sono afflitti.
■ Guardando alla storia del mondo, si può affermare che il grado di moralità
e di giustizia (o il loro contrario) decide spesso sul destino di una
società o di una civiltà (Lv 18,25-29). Quando una generazione si corrompe ed
eccede nel male, essa prepara la fossa storica anche alla prossima. Malvagi
governanti, pessimi padri e cattivi maestri permettono la degenerazione morale e
quindi la disgregazione della società (Gr 6,13; 13,13ss; 32,31ss). Il re
Salomone scriveva: «La giustizia innalza una nazione, ma il peccato è la
vergogna dei popoli» (Proverbi 14,34). Quando un Paese supera un certo
livello di immoralità e corruzione, esso si avvia sulla strada della distruzione
e spesso dell’autodistruzione (cfr. Gn 15,16; Dt 9,4s; Ez 21,29s.34; 35,4ss; 1
Ts 2,16).
►
Maledizioni generazionali e genetica? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
La maledizione generazionale {Nicola Martella} (D)
►
Maledizioni generazionali? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/A1-Malediz_generaz_geni_EnB.htm
20-02-2009; Aggiornamento: 23-02-2009 |