La questione del lettore
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Fratello Nicola, tempo fa ho avuto queste visioni. Si tratta di visioni divine
viste durante il delirio della febbre. Vedi tu se puoi interpretarle. Io credo
che tu abbia il dono di interpretazione profetica.
La prima visione
Erano le 17,00 del 06.09.2003, mentre mangiavamo mi
sentivo le gambe tremare, e dal freddo tremavo tutto. Allora mia moglie prese il
termometro e mi misurò la febbre. Il termometro segnava 37°C, così mi misi a
letto e cominciai a piangere e a dire: «Signore Gesù, perché mi hai abbandonato?
Aiutami, lo sai che domani è domenica e non posso essere in chiesa».
Chiusi gli occhi, e nel delirio della febbre vedevo
tutto che girava attorno a me. La febbre aumentava, e così le visioni che
vedevo. Dopo un’ora, mia moglie mi misurò nuovamente la febbre ed era aumentata
a 39°C e mezzo; ella chiamò il dottore di guardia.
Mi rimisi di nuovo a letto, in posizione supina, e
chiusi gli occhi; ero tanto abbattuto da non capire niente. Vidi una montagna
girare e, a mano a mano che girava, s’avvicinava davanti a me; e io aprii gli
occhi e vedevo la montagna girare davanti a me, vedevo lettere stampate e
numeri. Io capii subito che si trattava d’una visione e cercai d’aprire gli
occhi; e vedevo la montagna girare, lasciando lettere e numeri. Io volevo capire
le lettere, ma non era possibile, riuscii a identificare un solo numero: 3 in
rosso. Questa fu la prima visione.
La seconda visione
La seconda volta, cercai di muovermi, ma non era
possibile, perché sentivo in me una forza che mi legava sopra il mio letto. Vidi
una torre altissima con sei lati, ornata di personaggi scolpiti in pietra,
perché tutte le visioni che vidi, erano in pietra. E io vidi questa torre con
gli occhi aperti fino alla sommità, dove c’erano sei angeli, tre per ogni parte.
Durante ogni visione che io vedevo passare davanti a me, gridavo: «Alleluia,
Alleluia Gesù». Questo era sempre quello che io dicevo a ogni visione.
La terza visione
Nella terza visione, vidi il cielo. E dal cielo vedevo
muoversi qualcosa da un’altissima sommità. Questa visione scendeva lentamente
verso di me: più scendeva e più s’ingrandiva, finché la vidi passare chiaramente
davanti gli occhi miei; era il volto di Gesù, e io gridavo: «Alleluia, alleluia,
Gesù».
La quarta visione
La quarta volta vidi un’altra montagna differente dalla
prima che girava davanti a me, e io vedevo su di essa personaggi scolpiti;
mentre essa s’avvicinava verso di me, potei vedere in mezzo a questa montagna
come se ci fosse una grotta con dentro tre uomini, e uno di loro si muoveva, poi
continuava a girare. E io continuavo a vedere personaggi che passavano e che si
muovevano anche se erano di pietra. Io avevo paura e gridavo: «Alleluia,
alleluia».
La quinta visione
La quinta volta ho visto di nuovo la torre nella stessa
maniera di prima ma con personaggi differenti e sopra la sommità c’erano sei
angeli diversi. Scendeva lentamente verso di me e poi si mise a girare, e mentre
girava s’avvicina di più, e io vedevo altri personaggi che si muovevano.
Durante la quinta visione, rividi di nuovo un’altra
montagna differente, con personaggi diversi, ma questa volta prima di vedere i
personaggi ho cercato di capire e ho visto una «X» disegnata; dopo questa «X» ho
visto un volto che si trasformava in tante forme. Nella stessa la montagna che
sempre girava, io vedevo personaggi diversi; il primo che era davanti agli altri
personaggi mi è sembrato d’essere Gesù che camminava con gli apostoli.
La sesta visione
Le visioni durarono per tutta la notte intera e furono
differenti tra loro. Vidi il cielo come quando si vede di fuori, dal mio letto
vidi il cielo, e una visione da lontano simile alla prima, che più scendeva e
più s’avvicinava verso di me; e questa volta vidi il volto di una donna che mi
passò davanti gli occhi.
La settima visione
La settima visione, vidi una grossa pietra, tonda e
bianca che girava e mi veniva dietro, passando sopra di me, sia all’andata che
al ritorno, come se mi volesse schiacciare, e io gridavo sempre: «Alleluia,
Gesù».
Poi la stessa pietra si fermò davanti a me, cominciò a
dondolare veloce e poi rallentò lentamente. E andò a posarsi sopra un’altra
nera, ed entrambe s’avvicinarono a me; poi la bianca s’allontanò e la nera restò
immobile.
Poi salì mia moglie per andare a dormire ed erano le
23,05, accese la luce e, tutto in un istante, la visione sparì. E io vedevo la
stanza da letto sottosopra e tremavo, e mia moglie mi domandò: «Che hai?». Io le
parlai delle visioni, guardavo verso il soffitto, dove c’era un lampadario e il
contro-soffitto con tavole decorate. Dissi a mia moglie di spegnere la luce, e
guardando il soffitto, vidi visioni che si muovevano.
L’ottava visione
Vidi una grossa pietra tonda nera che girava davanti i
miei occhi, poco distante. Era una pietra che girava ed era piena di lettere
grandi e rosse, tutte a forma di «E» ed «L», scomposte e incomprensibili;
giravano davanti i miei occhi, e io gridavo: «Alleluia, Gesù».
Attenzione, che questa volta le visioni erano tutte
differenti: non più montagne ma visioni tanto incomprensibili che non riesco
neppure a spiegarvele. Vedevo tali visioni che si muovano sul soffitto, dapprima
una grossa griglia rossa, poi si trasformò in mattoni da rivestimento, usati
nelle costruzioni. E nello stesso tempo girai la faccia verso il muro della
stanza da letto e, a occhi aperti, vidi una visione che s’avvicinava verso me:
era il volto di Gesù; e quando fu vicino a me, si posò sopra la testa di mia
moglie. Mentre io, a occhi aperti, lo vedevo là, mia moglie mi parlava, ma io
non gli rispondevo.
La seconda volta la visione arrivò nella stessa maniera
e si avvicinò a me e mosse le labbra, poi se ne andò, e io la seguivo, mentre
girava per tutta la stanza.
La stessa visione avvenne, la terza volta, nello stesso
posto ma in maniera differente. Vidi solo il volto di Gesù sulla croce, le
braccia e la metà del busto. Poi guardai verso il soffitto e vidi muovere un
piccolo carrello che faceva andata e ritorno in posizione verticale per circa
tre volte.
Poi vidi scendere dal soffitto una grossa forma
triangolare e s’avvicinò a me; quando mi fu vicina, vidi chiaramente che era il
volto di Gesù che mi sorrideva.
Poi vidi passare davanti a me una visione, che era come
un lampadario con tante luci rosse accese, e io riuscii ad afferrarlo con la mia
mano destra; allora vidi che si trasformò in una piuma bianchissima. E io
sfregavo con le mani, poiché dappertutto nella stanza c’erano macchie bianche,
davanti all’armadio, sul soffitto, per terra e sopra il letto; e io rimasi
sempre a guardare ed esse erano là ferme. Poi accesi la luce per farmi
accompagnare da mia moglie al gabinetto ed ero tutto impressionato. Le ho detto
di lasciare la luce accesa; poi spensi la luce e tutto tornò normale.
Poi dissi: «Signore, io non ho più la forza per
resistere». Avevo la febbre talmente forte che presi le pillole per la febbre e
mi addormentai.
Aspetti conclusivi
Queste visioni le vidi durante il delirio della febbre.
Certo, io vorrei capire almeno il significato di una di queste visioni. Quella
che più mi impressionò, fu la visione del volto di Gesù che si posò sopra la
testa di mia moglie. Inoltre quella della ruota nera, che girava con delle
lettere rosse.
La risposta ▲
Ho
dovuto fare un profondo lavoro redazionale per comprendere e dare alla
narrazione di Filippo una qualità letteraria. Egli è un italiano che vive in
Belgio da parecchio tempo e ci si può immaginare «l’insalata russa» linguistica
che deve avere in testa. Ma non è di questo che vogliamo parlare, bensì del
contenuto.
Mi sorprende che Filippo parli fin dall’inizio di
«visioni divine», sebbene aggiunga subito dopo di averle viste durante il
«delirio della febbre». La fonte delle visioni sono in genere le seguenti: 1) La
trascendenza divina; 2) La trascendenza diabolica; 3) La mente umana; 4) La
suggestione eterologa (ossia da fuori, da altri).
Dire che durante il «delirio della febbre» si tratti di
«visioni divine» bisogna stare molto attenti, poiché ci si potrebbe sbagliare
alquanto e attribuendo a ciò che si vede, durante tale stato alterato, un
significato trascendentale, si rischia di cercare in ciò un significato, un
messaggio per la propria vita e si finisce per credere che ciò sia una
«profezia», un messaggio dall’alto. Il risultato sarà che tali contenuti
influenzeranno immancabilmente (e fatalmente) la propria comprensione della
rivelazione divina, della vita, della propria esistenza e del proprio rapporto
con Dio. Poi si cercheranno altre esperienze simili, nutrendo così l’attesa di
ricevere altri presunti messaggi divini.
La mente umana si può paragonare a una piramide, al cui
apice c’è «l’Io» personale, che controlla la coscienza e i fenomeni inconsci. A
causa di alcuni fenomeni naturali (forte febbre), artificiali (assunzione di
sostanze psichedeliche) e traumatici, può avvenire uno stato alterato della
coscienza. Allora il subconscio, non più controllato dall’istanza dell’«Io»
(alcuni parlano qui anche di «Super-Io»), riversa nel conscio i suoi contenuti
(ricordi, emozioni, paure, speranze, concezioni religiose, ecc.) e organizza dei
veri e propri «fuochi artificiali», con fenomeni di allucinazioni visive e
auditive.
Uno di questi meccanismi che sprigionano tali fenomeni
allucinogeni, è appunto il «delirio da febbre». La temperatura comincia a
salire, il corpo cerca di reagire, molte funzioni vengono messe in
standby, perché spesso si può trattare di vita o di morte. Le
informazioni a livello celebrale non fluiscono più ordinate e controllate; i
meccanismi che fissano il ricordo non sono più così efficienti. Avviene una
specie di «tempesta celebrale». Frammenti di ricordi, di pensieri, di angosce,
eccetera vengono proiettati sullo schermo della mente come «fuochi d’artificio».
L’autosuggestione, la paura di morire, lo stato allucinatorio concorrono a
creare tale spettacolo. La mente non riesce più a gestire i confini fra realtà e
sogno; essa percepisce come vera la realtà virtuale che essa stessa ha prodotto.
È come se la cinepresa funzioni al contrario come proiettore.
Sono i tipici fenomeni allucinatori. Ciò che Filippo ha
vissuto durante il «delirio da febbre», è possibile indurlo oggigiorno con
sostante allucinogeni e psichedeliche, estratte da piante o prodotte per sintesi
chimica.
Il saggio Salomone ci parla al riguardo anche
dell’effetto deleterio dell’alcool: «Chi ha gli “ahi”, chi gli “ahimè”, chi
le liti, chi i lamenti, chi le ferite senza ragione, chi gli occhi arrossati?
30Per coloro che s’indugiano presso il vino, che rientrano per gustare il
vino drogato.
31Non guardare il vino quando rosseggia, quando scintilla nel calice e va
giù così facilmente! 32Alla fine, esso morde come un serpente e punge
come una vipera. 33I tuoi occhi vedono stranezze, e il tuo cuore
proferisce cose sconnesse. 34E tu sei come chi giace nel cuore del
mare, come chi giace in cima a un albero di nave. 35“Se mi hanno
picchiato... non mi fa male; se m’hanno percosso... non me ne rendo conto.
Quando mi sveglierò? Tornerò a cercarne ancora!”» (Pr 23,29-35). Per il
«profetare», l’insegnare e l’amministrare la giustizia da parte di dignitari
balbuzienti, perché sotto l’effetto di bevande inebrianti, si veda la mirabile
descrizione fatta da Isaia in Is 28,7-13. Come si vede, in momenti di
alterazione psichica la percezione della realtà è diversa dalla normalità. La
mente produce suggestioni che appaiono reali; l’individuo percepisce le
allucinazioni ottiche e auditive come chi è nel deserto e vede apparire e
sparire un’oasi o una città. Come nel sogno, la realtà e l’immaginazione si
confondono; tutto sembra soggettivamente reale, ma è oggettivamente falso.
In molte delle cosiddette «visioni» di Filippo non c’è
nessuna logica, né senso, né significato. Sono solo il prodotto dei «fuochi
d’artificio» generati da un cervello che sta pericolosamente aumentando di
temperatura e che rischia di «fondere». Da una parte, la mente cerca di
distogliere la persona dal problema, cercando di «consolarla»; dall’altra parte,
si aggiungono le paure della persona, che pensa di stare per morire. Nel caso di
un cristiano, egli pensa (spera, teme) di accingersi a incontrare Dio.
Durante tali stati alterati ognuno proietta sullo
schermo della mente le figure religiose di riferimento. Una persona cattolica
«vede» spesso la Madonna, Padre Pio, il santo a cui maggiormente è devota o una
persona cara morta. Così avviene anche per i membri di altre religioni che
durante il delirio vedono i loro protettori trascendentali. Un credente
evangelico è chiaro che veda «Gesù». Ciò ha una doppia ragione. La paura di
morire, porta il credente a invocare Colui che può dargli sicurezza presso Dio,
essendo Gesù il Mediatore e il Garante della salvezza; non a caso Filippo invocò
continuamente il Signore Gesù. In quel momento particolare di delirio, angoscia,
eccetera la mente del credente cerca consolazione.
È interessante che la mente identifica un volto, visto
durante il delirio da febbre, con «Gesù», sebbene nessuno di noi oggi lo abbia
mai visto e sa come sia. Il fatto che Filippo abbia visto tale volto al di sopra
della testa della moglie, interpretandolo come quello di Gesù, mostra la sua
preoccupazione per lei (pensando egli di dover morire) e, di pari tempo, la
consolazione che il Signore sarà con lei, qualsiasi cosa succeda.
Penso che non bisogna dare molta importanza a «fenomeni
visionari» del genere, visti durante il delirio da febbre. Abbiamo parlato di
tempesta celebrale, di fenomeni allucinatori e di «fuochi d’artificio». Questo è
tutto.
Le visioni d’origine divina devono essere comprensibili
a chi le riceve o comunque devono essere spiegate nella stessa visione (come
avviene ad esempio in Daniele). Devono avere dei contenuti chiari e devono
servire a mutare una situazione oggettiva. Dio non trasmette messaggi banali!
Ogni visione di qualsiasi origine dev’essere assoggettata alla Parola di Dio e
al giudizio di altri credenti maturi, conoscitori della Bibbia e aventi il
carisma del discernimento spirituale; essi devono trovare la convinzione da
parte del Signore quanto a origine e contenuto (1 Cor 14,29).
Ricordiamo comunque che «camminiamo per fede e non
per visione» (2 Cor 5,7). Inoltre Dio avvertiva Giuda: «Si guardano
per te delle nullità, mentre ti divinano la menzogna» (Ez 21,34); qui
alcune traduzioni hanno «visioni vane» e «divinazioni bugiarde». Perciò bisogna
stare attenti alle manipolazioni diaboliche che possono essere prodotte nelle
menti da entità malvagie, durante momenti di alterazione mentale. Chi si dà a
questo «macabro gioco», diverrà vittima di ciò con amare conseguenze: «Lo
Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla
fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demoni 2per
via della ipocrisia di uomini che proferiranno menzogna, segnati di un marchio
nella loro propria coscienza…» (1 Tm 4,1s).
In molte visioni, durante tali stati alterati, sono i
«cari defunti» a prendere la parola, cosa che per la Bibbia è impossibile (cfr.
Lc 16,27ss). Bisogna prendere sul serio la parola del profeta Isaia al riguardo:
«Quando vi dicono: “Interpellate gli spiriti di morti e i medium, che
sussurrano e bisbigliano” — allora dite: “Un popolo non deve Interpellare il suo
Dio? Si rivolgerà ai morti per i vivi?”. 2Orsù, all’insegnamento
[ebr. Torà] e alla testimonianza [= Decalogo]! Se il popolo non parla così, non
vi sarà per lui alcuna aurora!» (Is 8,19s).
Quanto al vedere il «volto di Gesù». Ci sono mistici
che nel loro «delirio mistico» credono di aver visto il «vero volto» di Gesù.
Poi esso è stato raffigurato da qualche artista ed è diventato un oggetto di
odierna idolatria («miracoloso volto»), oltre che di commercio. L’apostolo Paolo
ci ammonisce con le seguenti parole: «Talché, da ora in poi, noi non
conosciamo più alcuno secondo la carne; e se anche abbiamo conosciuto Cristo
secondo la carne, ora però non lo
conosciamo più così.
17Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creazione; le cose
vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove» (2 Cor 5,16s). Anche
l’apostolo Pietro evidenziava: «…Gesù Cristo: il quale, benché
non l’abbiate veduto, voi amate;
nel quale credendo, benché ora non lo
vediate, voi gioite d’una allegrezza ineffabile e gloriosa» [1 Pt
1,7s])
Si fa quindi bene a non dare molta importanza a tale
esperienze estatiche, tanto più che esse sono avvenute durante uno stato
alterato della mente, prodotto dal delirio da febbre. È nella Parola di Dio che
dobbiamo cercare conoscenza e consolazione. Da essa, e non da visioni prodotte
dal delirio, che dobbiamo cercare contenuti per istruire ed edificare il nostro
prossimo. In altri modi si rischia di fare «posto al diavolo» (Ef 4,27) e di
essere affascinati e abbagliati dai meccanismi visionari di colui che si
presenta come «angelo di luce» (2 Cor 11,14). Si fa quindi bene a non farsi
sedurre (Mt 24,4), neppure dalle allucinazioni e dai «fuochi d’artificio» di una
mente fuori fase e in delirio, fosse pure la propria!
Per l’approfondimento di questioni affini consiglio la lettura dei seguenti
articoli:
■ Nicola Martella (a cura di), «Visioni dell’aldilà»,
Escatologia fra legittimità e abuso.
Escatologia 2: (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 313-328; cfr. qui anche
«Esperienze vicine alla morte», pp. 329-332.
■ Nicola Martella, «Medium, estasi, falsi profeti e
Bibbia»,
La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992), pp. 363ss.
■ Nicola Martella, «Estasi, visioni e falsa profezia»,
Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 147-153; cfr. qui anche «Facoltà
extrasensoriali», pp. 154-162. |
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/A1-Delirio_febbre_visioni_EnB.htm
03-09-2007; Aggiornamento: 05-07-2010
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