Qui
di seguito discutiamo l’articolo «Le
sedicenti tribù disperse d’Israele». L’opinione, secondo cui le cosiddette «dieci tribù
disperse» d’Israele siano il popolo degli
Sciti e, quindi, gli Scandinavi, gli Anglosassoni e tutte le nazioni da essi
derivate, non è una questione marginale per alcuni gruppi particolari, ma è,
anzi, abbastanza diffusa in certi settori del cristianesimo, sia gentile sia
giudaico. Esemplarmente cito dal sito di un gruppo, che si chiama «Christian
Assemblies International», il quale pensa che l’eredità culturale degli
Inglesi (e del loro impero britannico) sia il retaggio della loro
provenienza genetica dal popolo d’Israele.
«L’Associazione del Popolo Patto [The Association of the Covenant People]
nutre la convinzione che i popoli anglo-sassoni, celtici, scandinavi e affini
sono gli Israeliti della Bibbia. A causa della loro derivazione israelitica,
essi sono gli eredi sia delle benedizioni sia degli obblighi, che Dio ha dato ad
Abramo, a Isacco e a Giacobbe».
Nel 1919 fu addirittura fondata una «British Israel World Federation (BIWF)»
(Federazione mondiale dell’Israele britannico), con l’obiettivo di
diffondere il cristianesimo tra il cosiddetto «popolo dell’alleanza», ossia tra
gli Anglosassoni, che sono considerati un «Israele nazionale» e che hanno
colonizzato intere aree del mondo (USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda, ecc.).
Di tale organizzazione esistono quindi anche rami nazionali, come ad esempio
quello canadese.
Come si vede, non è una questione marginale. Nel 19° secolo tali idee trovarono
una certa diffusione in vari settori del cristianesimo. Tali idee si sono
mantenute fino ad oggi negli scritti di vari fondatori di movimenti e nelle
opere di escatologia speculativa di vari autori.
Va da sé che tale concezione abbia anche tratti razziali, poiché
identifica «l’Israele nazionale» con i popoli nord-europei, quindi con i
bianchi, e con l’impero britannico. Non meraviglia che in tale
strumentalizzazione d’Israele e della benedizione di Dio ad Abramo venga vista
una giustificazione per la colonizzazione degli Inglesi di vaste aree del
mondo mediante l’impero britannico. Non meraviglia neppure che tale concezione
possa dare man forte a gruppi razzisti simili al «Ku Klux Klan», che fa della
differenza razziale e della superiorità della razza bianca il suo punto di forza
(il KKK strumentalizza Gn 9,24-27 e ne abusa); tengo a precisare che l’ideologia
dell’«Israele nazionale» e quella del KKK non sono coincidenti.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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1. {Maurizio
Ruffino}
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Contributo:
Per quanto ne so, anche il
libro di Mormon viene fatto risalire dai Mormoni alle tribù disperse,
emigrate in America; e in esso vengono veicolati, con la scusa di tale origine
«ortodossa», errori come la preesistenza delle anime (che girano intorno
al mondo aspettando d’incarnarsi) e l’assenza di anima nelle donne (che si
salvano solo come «uteri» usati dalle anime stesse). {18-10-2012}
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Nicola Martella:
Sì, era un’idea molto diffusa nei secoli scorsi. Anche gruppi di frangia
(Armstrong con la sua «chiesa di Dio internazionale» e gruppi derivati) e
santoni particolari (p.es. Lorber) fanno riferimento agli Anglosassoni,
quindi agli Inglesi e alle popolazioni europee degli USA e del Canada come
provenienti da tali sedicenti tribù disperse d’Israele. Tali gruppi fanno
derivare corona inglese e l’impero britannico appunto da Efraim, mentre
gli USA deriverebbe da
Manasse! Essi parlano al riguardo di «Israele nazionale», ossia presenti
nelle nazioni di derivazione nord-europea. Chiaramente devono fare salti
mortali dialettici, pieni d’indebita versettologia, spiritualizzazioni
arbitrarie, falso sillogismo, allegorie varie e assunti storici indimostrati
(p.es. gli Sciti sarebbero le dieci tribù disperse), per far tornare i conti
ideologici. Non spiegano però come le cosiddette «dieci tribù disperse» si
siano, in poco tempo, trasformate da adoratori del Dio unico in un popolo
completamente pagato, quali erano gli Sciti.
2. {Rita Fabi}
▲
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Contributo:
Beh, che ci siano davvero delle tribù, che al momento non sono ancora riunite,
si evince comunque dalla stessa Parola di Dio; e che le due case, come dici te
Nicola, si riuniranno, lo possiamo anche trovare in diversi passi.
«In quel giorno avverrà che il Signore stenderà la sua mano una seconda volta
per riscattare il residuo del suo popolo superstite dall’Assiria e dall’Egitto,
da Pathros e dall’Etiopia, da Elam, da Scinar e da Hamath e dalle isole del mare»
(Is 11,11).
Inoltre penso che anche in Isaia 49 ci sia una chiara descrizione di
questo, e forse anche in Ezechiele 16.
Quello che è certo
però, è che tutto quanto, se può essere utile al popolo ebraico, di certo
per noi cristiani non cambia nessuno degli aspetti della nostra salvezza,
che è l’unica cosa, che conti per noi; per cui forse se può essere interessante
studiare, per amore di conoscenza, cosa è accaduto a tali tribù, per noi tutto
questo deve rimanere solo tale e non portarci al culto del popolo ebraico.
{19-10-2012}
▬
Nicola Martella:
La questione di base è che tali gruppi di frangia (Mormoni, Lorber,
Armstrong e tanti altri, anche fra gli evangelici) affermano che le tribù
(dis)perse, siano in effetti gli Sciti, che poi popolarono la
Scandinavia,
l’Inghilterra e l’Irlanda, e da qui formarono l’impero britannico e
popolarono gli USA, Canada, L’Australia, la Nuova Zelanda, ecc. Questa
ideologia pan-inglese (anglosassone) sta alla base di tali speculazioni, di
cui pubblicazioni e internet sono pieni.
I brani citati
non parlano di tribù cadute nell’oblio storico e che avrebbero perso la
loro identità, ma della riunificazione delle due entità statali (Giuda e
Efraim = regno del nord) in una sola nazione. Come ho mostrato nell’articolo,
Giacomo scrisse alle dodici tribù presenti nella diaspora (Gcm 1,1) e
chiaramente identificabili, visto che frequentavano le sinagoghe. Anche Paolo
parlò delle «nostre dodici tribù, che servono con fervore a Dio notte
e giorno, sperano di vedere il compimento» (At 26,7). Quindi, non erano
«perse» nel senso di aver perso la loro natura di Ebrei, per diventare
pagani (Sciti). Spero che si sia capito ora il punto principale della questione.
■
Rita Fabi: Bene caro Nicola,
a tal proposito e in base al tuo commento, potresti gentilmente spiegarmi, anche
se non entrasse in merito all’articolo da te messo, questo versetto: «Questi
sono i dodici che Gesù mandò, dando loro queste istruzioni: “Non andate tra i
pagani e non entrate in nessuna città dei Samaritani, ma andate piuttosto verso
le pecore perdute della casa d’Israele”» (Mt 10,5s).
Ed eventualmente potresti spiegarmi anche Ezechiele 37, in cui si fa
chiaramente riferimento alle tribù disperse, che verranno ricongiunte a Giuda.
{19-10-2012}
▬
Nicola Martella:
●
Le «pecore perdute della casa d’Israele» (Mt 10,6) erano
gli Ebrei, che abitavano nell’antico territorio d’Israele (qui tranne la
Samaria), ossia nella Giudea, nella Galilea e in zone limitrofe.
Infatti, in tale esperienza storica i dodici discepoli non si allontanarono dai
confini dell’antica Canaan. Ed essi tornarono pure presto da Gesù, dopo tale
breve tirocinio (cfr. Mc 6,7.30).
Anche Gesù era «stato mandato che alle pecore perdute della
casa d’Israele» (Mt 15,24), ma più in là di Tiro e di Sidone
(v. 21) e della
Decapoli (Transgiordania; Mc 7,31) non arrivò.
L’Evangelo arrivò solo dopo l’uccisione di Stefano e la conseguente persecuzione
della chiesa di Gerusalemme ai Giudei nella diaspora (At 11,19); essi non
furono però chiamati con tale locuzione di «pecore perdute». Dovunque i
missionari cristiani arrivavano, trovavano sinagoghe giudaiche, dove si
recavano dapprima per annunziare l’Evangelo; quando i Giudei rifiutavano, essi
si rivolgevano poi ai Gentili (At 13,46). Giacomo ricordò che «Mosè [= ciò
che egli scrisse nella Torà] fin dalle antiche generazioni ha in ogni città
chi lo predica nelle sinagoghe, dove viene letto ogni sabato» (At
15,21).
Non si trattava quindi d’Israeliti, che avevano perso la loro identità, ma di
Ebrei, che avevano bisogno di credere in Gesù quale Messia per essere
salvati. «E vedendo le turbe, n’ebbe compassione, perché erano stanche e
sfinite, come
pecore, che non hanno pastore» (Mt 9,36).
● Ezechiele 37 afferma che nel futuro ci sarà nuovamente la nazione
d’Israele, ossia quando il Messia ritornerà per regnare. Non parla però del
fatto che dieci tribù fossero state perdute e che tali Israeliti si
fossero snaturati e fossero diventati pagani (p.es. Sciti) e,
quindi, avessero fondato Stati (p.es. Scandinavia, la Gran Bretagna,
ecc.). Tale testo afferma con una metafora che «non saranno più due nazioni,
e non saranno più divisi in due regni» (v. 22) e che «Davide» (= il Messia)
«sarà re sopra loro» (v. 24).
■
Rita Fabi: Grazie, Nicola,
veramente, apprezzo molto le tue risposte anche perché penso siano utili al fine
del tuo articolo. Infatti, spesso i siti, di cui parlavi, usano molto questi
versetti, per dirigere l’attenzione delle persone sul fatto che delle dieci
tribù se erano perse le tracce e dovrebbero essere ovunque; e da lì nasce la
teoria, secondo cui da Giuseppe si dirami Manasse ed Efraim, che
rappresenterebbero gli odierni Stati Uniti e Gran Bretagna. {19-10-2012}
3. {Vincenzo
Ragusa}
▲
Nota redazionale:
Vincenzo Ragusa è un seguace del defunto
W.M. Branham, il quale si credeva essere «l’Elia escatologico» o
l’ultimo profeta della storia. Egli nutriva concezioni del genere sulla
sedicenti «dieci tribù perdute d’Israele».
■
Contributo:
Le tribù di Dan ed Efraim,
maledette e separate dalle dieci tribù, furono ricongiunte al numero
delle tribù originali? {21-10-2012}
▬
Nicola Martella: Il NT parla di 12 tribù
senza distinzione. Giuda aveva fatto peggio di Efraim e anche peggio di
Sodoma.
«La tua sorella maggiore, che ti sta a sinistra, è Samaria, con le sue
figlie; e la tua sorella minore, che ti sta a destra, è Sodoma, con le sue
figlie. [47] E tu, non soltanto hai camminato nelle loro vie e commesso le
stesse loro abominazioni; era troppo poco; ma in tutte le tue vie ti sei
corrotta più di loro. [48] Com'è vero ch'io vivo, dice il Signore, l'Eterno,
Sodoma, la tua sorella, e le sue figlie, non hanno fatto quello, che avete
fatto tu e le figlie tue... [51] E Samaria non ha commesso la
metà dei tuoi peccati; tu hai moltiplicato le tue abominazioni più che
l'una e l'altra, e hai giustificato le tue sorelle, con tutte le
abominazioni che hai commesse. [52] Anche tu porta il vituperio che hai inflitto
alle tue sorelle! Coi tuoi peccati tu ti sei resa più abominevole di loro,
ed esse sono più giuste di te; tu pure dunque, vergognati e porta il tuo
vituperio, poiché tu hai giustificato le tue sorelle!» (Ez 16,46-51).
Giuda è stato più
corrotto e abominevole di Efraim! Quindi?
■
Vincenzo
Ragusa: Stando a quanto fecero Dan e Efraim, Dio volle che quelle
due tribù venissero cancellate dal novero delle tribù, finché il tempo
perdura sotto a questo cielo. Difatti, in
Apocalisse 7,5-8, vengono nominate le tribù nel loro assetto tribale
d’origine, e mancano le due tribù di Dan e Efraim. Dio non dimenticò
quanto detto dal profeta Isaia 7,8 e Osea 4,17. Ma nel Millennio, esse
ritorneranno a essere nuovamente tribù. Ezechiele 48. Dio li riammette dandogli
la spartizione tribale del territorio, che ebbero fin dalla prima assegnazione
da parte di Giosuè. {23-10-2012}
▬
Nicola Martella: ● Giuda aveva peccato
più di Efraim, eppure non scomparve. Perché avrebbe dovuto farlo Efraim?
Perché non rispondi a questo?
● In Apocalisse 7,8 Efraim è chiamato direttamente col nome del padre «Giuseppe»,
come titolo onorifico. L’eredità di Giuseppe era divisa in due: Efraim e Manasse
(Gn 46,20; 48,1ss.13ss.17ss; 50,23; Gs 14,4); qui troviamo Manasse (Ap 7,6) e
Giuseppe (v. 8 ). Anche Israele in genere e Giuda in speciale vennero chiamati
spesso semplicemente Giacobbe.
Ecco come vennero chiamati i Giudei in senso onorifico: «Ascoltate
questo, o casa di Giacobbe, voi che siete chiamati del nome d’Israele, e
che siete usciti dalla sorgente di Giuda» (Is 48,1). Giacobbe e Giuda
erano semplicemente sinonimi (Is 65,9; Gr 5,20; Lm 2,2). Si parla anche del
giudizio: «L’Eterno è anche in lite con Giuda, e punirà Giacobbe
per la sua condotta, gli renderà secondo le sue opere» (Os 12,3). Anche
Efraim fu qui menzionato in connessione con Giacobbe insieme a Giuda (Os 10,11).
In Michea 1,5 solo Samaria (= Efraim) fu connesso a Giacobbe: «E tutto
questo, per via della trasgressione di Giacobbe, e per via dei peccati
della casa d’Israele. Qual è la trasgressione di Giacobbe? Non è
Samaria? Quali sono gli alti luoghi di Giuda? Non sono Gerusalemme?».
Allo stesso modo Giuseppe venne usato in modo onorifico per Efraim.
Efraim e Manasse insieme occupavano quasi la metà del territorio tribale (cfr.
Gs 17,17). L’eredità di Giuseppe era una sola, divisa in due (Efraim e Manasse),
e tale rimase, di là da come venisse chiamata. Riguardo alla scelta della
capitale, della tribù del comando e del luogo del santuario fu scritto: «Ma
ripudiò la tenda di Giuseppe, e non elesse la tribù di Efraim; ma
elesse la tribù di Giuda, il monte di Sion ch’egli amava» (Sal 78,67s). Come
si vede Giuseppe sta in senso onorifico per Efraim. Giuseppe fu chiamato «bastone
d’Efraim e di tutta la casa d’Israele, che gli è associata» (Ez 37,16) e si
parlò di «legno di Giuseppe che è in mano d’Efraim» (v. 19 qui si parlò
della riunificazione di tutte le tribù). Quindi, Giuseppe sta per Efraim fin da
antica data. Perciò non era nulla di nuovo o eccezionale che in Apocalisse
7,8 comparisse Giuseppe per Efraim.
● Per la questione riguardante la tribù di Dan, rimando a questo articolo
nel «Dizionario biblico»:
►
Dan (Tribù di ~). In Apocalisse 7,5-8 al posto dei Daniti
troviamo i Leviti, che nell’antico Israele non avevano un territorio tribale (Gs
14,4). Quindi, le dodici tribù rimasero tali anche senza Dan. Inoltre, e
questa è una cosa importante, in Apocalisse 7 (cfr. Ap 14) non si tratta tanto
dell'esistenza delle tribù, ma del fatto che esse erano in grado di fornire
ognuna 12.000 maschi vergini e irreprensibili per un compito particolare.
Dan, essendo troppo piccola o per altri motivi, non era evidentemente in grado
di adempiere a tale richiesta.
● Per tali motivi, le dodici tribù erano ritenute conosciute e
presenti al tempo degli apostoli. Nessuna di loro, menzionate in Apocalisse
7,5-8, si era persa o era caduta nell’oblio; infatti, come abbiamo visto, la
loro somma totale rimaneva dodici. Gesù, promettendo ai suoi apostoli
che, un giorno, si sarebbero seduti su dodici troni per giudicare le dodici
tribù d’Israele (Mt 19,28), non menzionò il fatto che esse al momento si fossero
perdute. Al tempo di Paolo, le «nostre dodici tribù... servono con
fervore a Dio notte e giorno, sperano di vedere il compimento» (At 26,7).
Giacomo ben le conosceva, tanto che scrisse «alle dodici tribù che sono
nella dispersione» e le salutò (Gcm 1,1). Anche per
Giovanni erano così presenti, da scrivere che sulle porte della città
celeste, che descrisse, «erano scritti dei nomi, che sono quelli delle dodici
tribù dei figliuoli d’Israele» (Ap 21,12). Egli non disse, che tali tribù al
momento si erano perse.
Perciò, la dottrina delle sedicenti dieci tribù perse d’Israele, è soltanto una
costruzione ideologica senza fondamento.
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9. {}
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10. {}
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11.
{Vari e medi}
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Robert Daniel Cimpianu: Un
popolo sparisce come nazione, quando viene distrutta la lingua, la cultura, la
religione. La storia del mondo nasconde sparizione di tanti popoli e nazioni.
Con il popolo d’Israele le cose sono diverse. Durante la loro deportazione gli
israeliani hanno continuato a invocare Dio, a mantenere certi tradizioni, il
sabato, ecc. Qualche decina di anni fa, si sono radunati di nuovo, dopo 2000
anni, con la stessa religione, tradizioni, lingua. Come la Bibbia ci comunica,
fino a quando ci sarà esistenza sulla terra, questo popolo non sparirà.
{20-10-2012}
12. {Vari e
brevi}
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Luca Sini: Giuda
più fedele di Efraim? Mamma mia, che affermazione ricca di povertà
conoscitiva. Grazie per l’articolo! {18-10-2012}
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/T1-Tribu_disperse_Israele_MT_AT.htm
20-10-2012; Aggiornamento: 28-10-2012 |