Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Escatologia 1

 

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Questa opera contiene senz’altro alcune novità. Leggendo i brani escatologici della Bibbia sorgono vari interrogativi, ad esempio i seguenti:
■ I credenti, quando muoiono, vanno in cielo o in paradiso?
■ I morti nell’aldilà sono solo inattivi o anche incoscienti?
■ I bimbi morti dove vanno?
■ Se nessuno sa il giorno e l’ora dell’avvento del Messia, perché diversi cristiani hanno fatto predizioni circostanziate per il loro futuro imminente?
■ Qual è la differenza fra escatologia e utopia?
■ In che cosa si differenzia la speranza biblica dalla speranza secolarizzata di alcuni marxisti?
■ Il «rapimento» precederà o seguirà la tribolazione finale?
■ Quando risusciteranno i credenti dell’AT?
■ Il regno millenario è concreto o solo spirituale?
■ Durante il suo regno futuro col Messia regnerà sono Israele o anche la chiesa?
■ Nella nuova creazione i credenti abiteranno in cielo o sulla nuova terra?
■ Lo stagno di fuoco esisterà per sempre?
■ I morti si riconoscono nell’aldilà?
■ Non sarà noioso vivere nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il tempo nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il matrimonio nel nuovo mondo?
■ Eccetera...

 

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Escatologia 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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HAMAS: BEATI I COSTRUTTORI DI ODIO?

 

 a cura di Nicola Martella

 

Nella sua «legge del regno», Gesù Messia dichiarava tra altre cose: «Beati quelli che s’adoperano alla pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). Leggendo lo Statuto di Hamas, non si può che chiamare i suoi seguaci «nefasti costruttori di odio». La morte è il loro mestiere, sia che la danno agli altri, sia che la danno a se stessi per raggiungere i piani della loro ideologia: erigere una teocrazia islamica e distruggere tutto ciò che non è integralista abbastanza come loro, sia fuori, sia all’interno della loro stessa compagine.

    amās (leggi Chamas), acronimo in arabo di arakat al-Muqāwama al-Islāmiyya ossia «Movimento di Resistenza Islamico». Tale movimento viene definito un'organizzazione religiosa islamica palestinese di carattere paramilitare e politico. Dopo la vittoria a sorpresa del 2006, attualmente detiene la maggioranza dei seggi dell'Autorità Nazionale Palestinese.

     Qui di seguito vogliamo discuterne nel merito. Ci interessa capire, quanto gli occidentali sappiano che cosa sia Hamas e quali piani abbia. In particolare facciamo riferimento alla trasmissione «Anno Zero» (15 gennaio 2009), il cui tema era «La guerra dei bambini» e il cui conduttore Michele Santoro ha preso delle posizioni, criticate e ritenute da altri del settore poco equilibrate e di parte. Talché la giornalista televisiva Lucia Annunziata, dopo aver affermato le sue perplessità in merito e dopo essere stato malamente avversata da Santoro, ha deciso di abbandonare lo studio. La domanda è la seguente: Di là dalla legittima comprensione per donne, bambini e uomini sotto qualsiasi bombardamento, quanto sa veramente Michele Santoro dello Statuto di Hamas?

 

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Monica Tamagnini

2. Nicola Martella

3. Achmed Assef

4. Nicola Martella

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11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Monica Tamagnini}

 

Nota editoriale: La seguente lettera è stata indirizzata dalla lettrice a Michele Santoro, subito dopo tale trasmissione, mandandola a varie testate giornalistiche. Ne abbiamo concordato la pubblicazione su «Fede controcorrente». Il grassetto è redazionale. Per le citazioni si veda l'integrale Statuto di Hamas in inglese.

 

Sig. Santoro, Hamas definisce se stesso come un «importante movimento palestinese, fedele a Allah e il cui modo di vita è quello islamico» e «uno degli anelli della catena della lotta contro gli invasori sionisti» (art. 6, 7).

     Nell’art. 9 della Carta di Hamas è scritto: «Allah è il suo obiettivo, il profeta il suo modello, il Corano la sua costituzione, la jihad il suo cammino e la morte in nome d’Allah il più dolce dei suoi desideri». Hamas considera gli elementi esterni e le organizzazioni non-islamiche come forze sinistre che cospirano con i sionisti contro l’islam e contro l’umanità» (art. 17, 22, 28). «Il giorno in cui l’islam avrà il controllo della guida delle cose della vita, queste organizzazioni, ostili all’umanità e all’islam, saranno cancellate» (art. 17).

     Hamas rifiuta tutte le «iniziative e le cosiddette soluzioni di pace e le conferenze internazionali [...]. Non c’è soluzione alla questione palestinese che non sia attraverso la jihad. Iniziative, proposte e conferenze internazionali sono tutte perdite di tempo e sforzi vani» (art. 13). Ritirarsi da questa lotta è alto tradimento, tradimento dell’islam «e possa essere maledetto chi lo commette» (art. 32, 33).

     Un fondamentalista islamico è solo una persona che come è scritto nella Carta rimane fedele ai principi del Corano.

     Il Corano, essendo il fondamento della Carta di Hamas, è la loro costituzione. Nel Corano si legge: «Combatteteli (gli infedeli, cioè i non-musulmani) finché non vi sia più ribellione, è la religione sia quella d’Allah» (2,193).

     «Non fatevi amici né i cristiani né gli ebrei (essi sono amici fra di loro). Chi di voi li prende come amico vuol dire che è dalla loro parte» (5,51).

     «Abbiamo decretato per voi la morte e non permettiamo che alcuno ci prevenga» (56,60).

     «Sono gente maledetta! Ovunque vengono incontrati saranno presi e assassinati» (33,61).

 

Nel 2006 Israele ha sgomberato la Striscia di Gaza, strappandovi a forza donne e bambini per amor di pace. Questa era stata posta come condizione per la pace. È stata una pazzia, ma per amor di pace Israele l’ha fatto. Hamas non ha usato questa possibilità per la pace, bensì per la guerra. La Striscia è diventata una base terroristica. Ai militanti di Hamas non importa niente, gentile sig. Santoro, dei bambini, che come è stato ricordato nella sua trasmissione, usa come scudi umani. Israele informa dei bombardamenti, Hamas impedisce alle donne, ai bambini e anche agli uomini, di lasciare i luoghi su cui cadranno le bombe. Ecco il perché dell’alto numero di civili uccisi. Hamas vuole il più alto numero di morti tra i civili per esporli in vetrina, come dei pegni, così che l’ONU possa condannare Israele, così che il mondo possa condannare Israele, così che, caro Santoro, si possano fare trasmissioni come la sua, per parlare alla pancia delle persone, come è stato detto, e fomentare ulteriormente rabbia e odio. Le sue parole sono belle, caro Santoro. Dobbiamo fare qualcosa. Ecco, questo tipo di trasmissione non aiuta. Grazie a Dio per una donna come Lucia Annunziata che ha il coraggio d’esporre quel che è palese. Verso la quale il suo comportamento, caro Santoro, è stato deplorevole, decisamente poco professionale e degno d’un mercato ortofrutticolo. La sua reazione isterica, seguita da altre simili, peraltro, non le fa onore. Non fa onore a nessun conduttore o moderatore.

     Per concludere, caro sig. Santoro, se vuole fare qualcosa per aiutare, non parli alla pancia delle persone. Inviti persone come Magdi Allam, che da anni gira sotto scorta, perché Hamas vuole farlo fuori. Inviti giornalisti come Fiamma Nierenstein insieme al suo bel teatrino di pacifisti malinformati. Lasci dire che dietro Hamas c’è l’Iran, dove si formano i kamikaze e dove Achmadinejad è votato allo sterminio d’Israele, come ha pubblicamente dichiarato davanti al mondo innumerevoli volte. Si dica anche alle sue trasmissioni, caro Santoro, quanto questo ricordi le parole d’un altro pazzo fondamentalista di nome Hitler, altrettanto votato allo sterminio del popolo ebraico. Si dica la verità, caro Santoro, che è da pazzi pensare di fare la pace, o anche solo di dialogare, con un tale nemico. Si dica la verità, che Israele difenderà i suoi cittadini e non aspetterà di farsi ammazzare dai pazzi di Hamas o di farsi annientare da Achmadinejad.

     Diciamo la verità, Santoro, dov’era la comunità internazionale negli ultimi anni, mentre i kamikaze si facevano esplodere sugli autobus e nei locali più disparati, dilaniando corpi di donne e bambini, e mentre razzi kassam cadevano dalla Striscia di Gaza sui territori israeliani, mettendo in pericolo scuole e case? E dov’erano trasmissioni come la sua, caro Santoro? La verità è una: Hamas è un’organizzazione terroristica, votata allo sterminio d’Israele, eletta democraticamente dai Palestinesi, che ora pagano le conseguenze della loro scelta. Mi dica, caro Santoro, quali soldati telefonano a casa per avvisare che stanno per bombardare, come è stato ricordato nella sua trasmissione questa sera? E quali pazzi rimarrebbero in tale casa aspettando la morte, a meno che qualcuno impedisse loro d’uscirne? Si documenti bene, Santoro, inviti chi sa come stanno le cose. La verità, caro Santoro, è che la verità ha un prezzo. Nel caso di Magdi Allam la vita stessa. Lei non esporrà mai la sua vita come ha fatto lui, perché manca della solida convinzione che viene da una cultura e da conoscenze storico-politiche e religiose accurate. E il coraggio, quello l’avrebbe? Forse quello che, sì, potrebbe fare caro Santoro, è usare lo strumento che ha a disposizione per dire la verità.

     Una cittadina italiana che paga il canone RAI. {gennaio 2009}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

«Il Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un bene inalienabile, terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa. Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun re o presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna organizzazione, né tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il diritto di disporre o di cedere anche un singolo pezzo di essa, perché la Palestina è terra islamica affidata alle generazioni dell’islam sino al giorno del giudizio. Chi, dopo tutto, potrebbe arrogarsi il diritto di agire per conto di tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio? Questa è la regola nella legge islamica (shari'a), e la stessa regola si applica a ogni terra che i musulmani abbiano conquistato con la forza, perché al tempo della conquista i musulmani l'hanno consacrata per tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio» (Articolo 11 dello statuto).

 

Come si evince dagli Statuti di Hamas, questo movimento armato vuole chiaramente creare una teocrazia islamica, la cui Costituzione è una legge religiosa basata sul Corano, sullo stile dell’Iran, da cui è foraggiato. Probabilmente non gli interessa tanto i Palestinesi, che sono solo un pretesto per cancellare l’unica democrazia del Medio Oriente.

     Come risulta dai suoi Statuti, Hamas è un’ideologia di morte: la dà a tutti coloro che non sono come loro, la dà addirittura a donne e bambini usati come kamikaze, la dà ai Palestinesi moderati, la dà ai propri membri, suggerendo loro che sia il «più dolce dei suoi desideri».

     I paralleli con fra Hamas e i nazisti sono chiari ed evidenti: ambedue sono ideologie di morte. È appurato che Achmadinejad come Hitler faccia uso del mesmerismo e dell’ipnosi di massa per sedurre le masse. Sia l’attuale presidente iraniano, sia i movimenti neonazisti, sia i revisionisti reazionari negano addirittura che ci siano stati i forni crematori e le distruzioni di massa. [Riguardo a Hitler rimando a Nicola Martella (a cura di), «L’escatologia nazista», Escatologia fra legittimità e abuso. Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 278-284. Si veda pure Nicola Martella, «Hitler sotto ipnosi», Oltre (EPA Media, Aversa giugno 2005), pp. 18-21]

     Anche Hitler si servì di organizzazioni esterne al nazismo per i propri scopi, con l’intenzione di farli fuori, una volta avuto il controllo totale. Solo che allora di tale piano segreto erano al corrente solo i membri stretti dell’ordine occultistico, a cui apparteneva. Hamas lo dichiara chiaramente: una volta che prende il controllo totale di una zona, elimina ogni elemento moderato nel proprio mezzo, fa fuori gli avversari politici, si sbarazza di tutti «gli elementi esterni e le organizzazioni non-islamiche», cancella ogni elemento diverso dall’integralismo islamico. Essendo votati alla «soluzione finale», ossia a distruggere tutto ciò che non è massimalista come loro, le soluzioni di pace sono solo un palliativo. Le parole che conosce Hamas sono, ad esempio: tradimento, maledetto, jihad, distruzione, morte, cancellare, annientare, assassinare.

     Cristiani ed ebrei sono per loro la stessa cosa; si servono dei primi contro i secondi, finché fa loro comodo. E pensare che senza i continui aiuti dell’Occidente, la gente nella Striscia di gaza non potrebbe sopravvivere a lungo.

     Ad Hamas non interessa neppure tanto i Palestinesi, visto che i suoi militanti si nascondevano fra la gente, nelle case, nelle scuole e negli ospedali, quando c’era da combattere. In effetti hanno ragione di coloro che affermano che Hamas si usa di scudi umani, in disprezzo alla vita per fini ideologici. Anzi, come è stato fatto notare, essi vogliono che si crei il «caso» da presentare al mondo, perché esso reagisca con rabbia e odio e condanni Israele.

     Hanno anche ragione coloro che fanno notare che non ci sono state particolari trasmissioni quando kamikaze (anche bambini e donne) si sono fatti esplodere, dopo aver ricevuto il lavaggio del cervello. Neppure ci sono state particolari trasmissioni per le migliaia di razzi Qassam, caduti in Israele. La domanda, che resta, è la seguente: Come possono aiutare invece le trasmissioni televisive, in cui un’organizzazione terroristica come Hamas fa bella figura, sebbene essa si serva dei Palestinesi soltanto per portare avanti il suo malvagio piano di distruggere non solo Israele, ma anche l’Occidente?

     Mi sono letto pressoché l'intera trascrizione della già nominata trasmissione. Ecco le parole di due giornalisti, che mi hanno particolarmente colpito.

     Lucia Annunziata, giornalista della RAI, ha affermato su Hamas quanto segue: «[…] Dall’altra parte i palestinesi, vorrei sottolineare questo: i palestinesi stanno soffrendo, quello che si fa contro di loro è sbagliato, bisogna però anche mai dimenticare che Hamas è una forza politica che pur avendo perso le, avendo vinto le elezioni ha fatto fuori qualunque opposizione, la propria stessa opposizione che sono gli uomini di Fatah, facendoli a pezzi. Noi sappiamo di guerre intestine palestinesi che sono violentissime, violentissime. Hamas è uno strumento oggi sulla scacchiera internazionale che non è solo palestinese, è uno strumento legato a una serie di equilibri, che sono appunto il Libano e poi l’Iran. Si deve trattare, sto per finire, sto semplicemente dicendo, come dire, i miei tentativi di estrapolare delle logiche. […] Io personalmente non sono convinta di trattare o non trattare, penso che Hamas non tratterà, e lo spiego perché».

    Lei è vissuta diversi anni in Israele e conosce la situazione di prima mano.

     Rula Jebreal, giornalista e scrittrice palestinese naturalizzata italiana, su Hamas e su tale conflitto ha detto tra altre cose quanto segue: «…i gruppi di Hamas comunque in qualche modo oggi si nascondono, io non ho più sentito né Haniyeh, il presidente, il primo ministro, né…, tutti sono spariti nei sotterranei. […] Quando Hamas ha vinto non ha vinto perché siamo diventati tutti fanatici, e lo dico perché una come me non potrà mai vivere in uno stato dove c’è Hamas, non potrà vivere. Capisce? […] Mai, perché è contro qualsiasi lotta col quale ho lottato, contro qualsiasi principio di vita, proprio qualità di vita, tipo di vita, non potrò mai vivere».

    Non si può che crederle, se lo dice lei come Palestinese.

 

 

3. {Achmed Assef}

 

Nota editoriale: Dopo aver letto la lettera di Achmed Assef, sono rimasto positivamente meravigliato per l'onestà intellettuale di questo giovane Palestinese che vive in Brasile. Mi sono chiesto se il suo scritto fosse vero o fosse una montatura, come suggerivano alcuni commenti in rete. Dopo tanto cercare, ho trovato anche come fonte d’origine il «Centro de midia indipendente» (che ha un proprio clone) con tanto di e-mail dell’autore, che compare solo qui. Ciò garantirebbe la genuinità. Poi è stato ripreso da altri siti brasiliani e portoghesi, ma omettendo l'e-mail; da qui è stato ripreso e diffuso in inglese e, quindi, in altre lingue (p.es. italiano). Gli ho anche scritto. Diamo a lui la parola nella versione che rispecchia l'originale.

 

Notizia di un palestinese che non odia Israele e gli ebrei

 

Per tutti quelli che ancora credono nei media sensazionalisti. La verità [è] in questa lettera.

 

Mi chiamo Achmed Assef, sono palestinese ma vivo attualmente in Brasile. Da quando è iniziato il nuovo conflitto in Medio oriente, non si fa altro che parlare delle vittime d’entrambi i lati.

     Sono nato in Palestina, in un paese che non esiste ufficialmente, quando la situazione fu insostenibile per la mia famiglia, fummo grati di ricevere un invito da un nostro amico a trasferirci in Brasile, vivo in questo paese meraviglioso che mi ha accolto da quando avevo cinque anni.

     Quando affermo che la situazione in Palestina fu insostenibile, non mi riferisco ai numerosi conflitti con l’esercito d’Israele o con i religiosi ebrei che avevano le loro belle case nel territorio palestinese, abitazioni che oggi sono state prese a forza dai terroristi, ma mi riferisco a una situazione insostenibile causata dai «governanti» palestinesi in tutti questi anni.

     Per chi vive in Brasile o in qualsiasi altra parte del mondo non può immaginare cosa significa vivere a Gaza.

Solo a ricordarmi la mia breve infanzia nella città in cui sono nato, mi tocca il cuore e ho tanta voglia di piangere, anche se si ricevono molte informazioni, foto e notizie dell’attuale conflitto, nessuno può immaginare il tradimento di quelli che hanno il titolo di leader palestinesi.

     I leader palestinesi non hanno mai voluto uno Stato. Questo lo posso dire a voce alta, perché è verità.

Se avessero voluto creare uno Stato prima del 1948, prima anche dell’esistenza dello Stato israeliano, l’avrebbero fatto quando l’ONU decise nel 1948 appunto di creare due Stati, ma i nostri grandi Leader hanno preferito incitare il popolo alla violenza e a lottare contro gli ebrei locali per ottenere uno Stato palestinese autonomo.

     I nostri leader non hanno voluto neanche creare uno Stato palestinese quando attualmente i territori chiamati «occupati da Israele» sono per la maggior parte nelle nostre mani.

     Che dire poi della recente scalata di violenza della seconda intifada, causata dal gran leader Arafat che rifiutò nel 2000 il migliore accordo di pace di tutti i tempi offerto dal premier israeliano Ehud Barak, ancora una volta il popolo palestinese fu incitato alla violenza e alla brutalità dagli uomini bomba, intanto la famiglia del Signor Arafat viveva con agiatezza e ricchezza a Parigi, frutto delle donazioni delle nazioni per il popolo palestinese, ricchezze che non sono mai arrivate al sofferente popolo della Palestina..

     Invece di provvedere al cibo, acqua, medicine e offrire una vita degna al popolo palestinese, i nostri leader hanno preferito un cammino fatto di violenza, brutalità, odio e discriminazione contro il popolo ebreo, che è vero non sono angeli ma neanche demoni, come predicano i nostri leader. Gli stessi bambini che oggi muoiono tra le braccia delle mamme, sono gli stessi che hanno ricevuto un’educazione militare, fin da fanciulli sono stati educati a odiare Israele e il popolo ebreo, hanno imparato a sparare con armi pesanti con meno di cinque anni d’età, hanno ricevuto il lavaggio del cervello a diventare martiri, a farsi esplodere per provocare vittime israeliane.

     I leader palestinesi non hanno nessun sentimento umanitario e non si curano d’una popolazione stanca e segnata dalle sofferenze. Perché se l’avessero non comanderebbero il suicidio di genitori e figli o usare la stessa popolazione come scudo umano come succede oggi nella Striscia di Gaza.

     Hamas promuove da molto tempo barbarie dentro e fuori Gaza, fin da quando con una mossa intelligente è riuscito a trasformarsi in un partito politico, con il fine ultimo di legittimare il terrorismo quotidianamente nelle strade di Gaza, ammazzando e torturando tutti i nemici Fatah, quest’ultimo rappresentato dall’incapace Mahmoud Abbas.

     Signori come può un gruppo terroristico ammazzare i nostri fratelli palestinesi e dichiararsi leader del popolo palestinese? Come si può capire che stanno difendendo il nostro popolo mentre stanno inseguendo i propri ideali che non riflettono l’opinione della maggior parte del popolo palestinese?

     Ammazzare palestinesi solo perché non concordano con gli atti e ideali arcaici e soprattutto terroristici. La Cisgiordania (West Bank) o Fatah se non prestano attenzione serviranno Hamas come base per ulteriori atti di violenza.

     Tutti voi potete rispondere che i terroristi di Hamas praticano opere sociali e di solidarietà, ma non credete a tutto quello che si vede nei media, e tutto inferiore a quello che si sente. Per farvi capire se è legittimo o no uso un’analogia di quello che fa Hamas con quello che succede con i trafficanti di Rio De Janeiro. I trafficanti di Rio trafficano droga, usando bambini innocenti, insegnando loro a usare armi. I trafficanti nei «loro quartieri «detti morros, fanno opere sociali e di solidarietà pur continuando a disprezzare il diritto dei bambini a crescere con una sana educazione e non per la guerra, cosi fanno i terroristi di Hamas oggi.

     Amici brasiliani (italiani) che tanto rispetto e amo, faccio un appello come palestinese e musulmano, soprattutto com’essere umano, che non sopporta più di vedere tanta ignoranza e mancanza di conoscenza da parte di molte persone che vivono in questo bellissimo paese, Brasile (Italia).

     Smettiamola d’attaccare Israele, smettiamola d’attaccare gli ebrei, smettiamola d’attaccare il popolo palestinese affermando che sono terroristi. Ci sono molte persone buone che non desiderano entrare in conflitto, che non odiano né gli israeliani e né gli americani.

     Molta gente inclusa la famiglia è stanca di vedere tante sofferenze, dobbiamo avere una convivenza pacifica con Israele, perché alla fine da Israele arriva la nostra acqua, il nostro cibo, il nostro lavoro e il nostro denaro.

     Sapete che Israele ci offre aiuto militare? Quando c’è stato l’accordo con l’Autorità Palestinese durante il governo d’Arafat, la polizia israeliana ha istruito molti dei nostri uomini, che non volevano nessun coinvolgimento con un eventuale conflitto ma volevano imparare a lavorare per tenere in ordine le nostre città. Israele ha offerto d’istruire i suoi supposti nemici, armandoli anche affinché noi avessimo sicurezza.

     Terroristi che tentarono di farsi esplodere nelle città israeliane, hanno ricevuto cure mediche negli ospedali israeliani. Molte scuole in Israele promuovono parità d’istruzione sia per i palestinesi sia per gli ebrei, condividendo una perfetta armonia, ricevendo educazione a rispettare il prossimo. Questo non succede a Gaza per esempio.

     Se i nostri leader non fossero cosi stupidi, il nostro popolo non avrebbe niente da reclamare, perché in Israele esistono le maggiori possibilità per un palestinese invece di vivere a Gaza o West Bank. Chi ha un minimo d’intelligenza sa che non riuscirà mai a cancellare lo Stato d’Israele o il popolo ebreo come alcuni leader minacciano.

     Quanto guadagneremmo se stiamo dalla parte degli ebrei e d’Israele? Qui in brasile vedo che la convivenza tra due popoli è motivo d’orgoglio e d’avanzamento per la società.

     Mio zio ebbe un visto per lavorare in Israele. Tutti i giorni s’alzava presto per andare a lavorare in Israele e di notte tornava a casa a Gaza. Quando Hamas ha preso il potere a forza, iniziando i suoi attacchi quotidiani contro gli israeliani, mio zio perse il lavoro perché le frontiere furono chiuse. La colpa è d’Israele? Di mio zio che non aveva mai odiato gli ebrei? No! È colpa dei terroristi di Hamas. Mio zio ancora oggi non odia gli israeliani o gli ebrei. Vive in Siria dove la situazione non è delle migliori, ma lì non ci sono gruppi terroristici come Hamas o Hezballah, che vogliono solamente far finire la vita dei bravi cittadini.

     Il popolo palestinese è stato espulso da parecchi Paesi che si chiamano «amici dei palestinesi» inclusi Giordania, Libano, Libia. L’Egitto chiude la frontiera con Gaza, perché non vogliono che entriamo nel loro paese, in più durante il trattato di pace con Israele, quest’ultimo oltre al Sinai offri anche Gaza, ma gli egiziani non accettarono perché chiamarono Gaza come terra senza legge e il peggior luogo del mondo dove vivere.

     Perché paesi forti e grandi come Arabia Saudita, Giordania, Iran e altri grandi paesi, paesi più ricchi come Kuwait, Emirati Arabi o Katar non hanno aperto le braccia per riceverci? Perché preferiscono finanziare terroristi e mandare i loro soldi per i leader palestinesi terroristi, che non pensano al bene della popolazione palestinese ma solamente a incentivare odio e intolleranza?

     Per questi amici miei scrivo questo messaggio. So che questa lettera non serve a molto per terminare il conflitto e molto meno a cambiare il parere dei leader che oggi determinano il corso del mio popolo palestinese, ma so che serve affinché il popolo brasiliano (italiano) possa meditare e capire che non c’è bisogno d’importare un conflitto, ma capire chi sono i principali e veri responsabili delle morti di Gaza.

     Israele non ha colpe, si sta difendendo dagli irresponsabili leader palestinesi che quotidianamente attaccano il nostro vicino, le loro case con i razzi e poi corrono a nascondersi dietro le donne e bambini, così danno tutta la colpa agli israeliani, questi territori che infelicemente sono palestinesi e dove i vigliacchi terroristi si nascondono in aree abitate dalla popolazione, provocando così morte sicura e foto sensazionali sui giornali di tutto il mondo.

     Neanche il popolo palestinese ha colpe d’avere questa piccola minoranza di terroristi, chiedono la pace, e di convivere pacificamente con Israele e con gli ebrei. Vogliono una vita degna, vivere in un territorio proprio e di chiamarlo casa, senza avere il bisogno di fuggire in un altro paese meraviglioso come il Brasile; io sono felice qui, ma penso che la Palestina sia il miglior paese dove un palestinese deve vivere. Meditate su quanto scritto prima di schierarvi in questo conflitto, schieratevi dal lato della pace, della tolleranza e del rispetto per chiunque. Con gratitudine. {18 gennaio 2009)

 

 

4. {Nicola Martella}

 

Oltre alla mia ricerca in rete, i seguenti estratti provengono dalla rassegna stampa, le cui fonti mi sono state suggerite da alcuni lettori, specialmente da Monica Tamagnini.

 

    ■ In un video su YouTube si può vedere, quanto a lungo negato: Un «fuori onda» da Gaza conferma che Hamas sparava razzi dall’edificio della TV. Le immagini d’una reporter della TV araba Al-Arabiya confermano che Hamas ha sparato razzi dalle strette vicinanze d’un edificio usato dai giornalisti come sede della stampa durante i 22 giorni della controffensiva israeliana anti-Hamas nella striscia di Gaza. Quando le Forze di Difesa israeliane spararono alcuni colpi verso l’edificio, spiegando che avevano risposto al fuoco dei terroristi, vi fu un’ondata di condanne a livello internazionale, e molti network televisivi i cui uffici si trovano nello stesso edificio sostennero che nessun colpo era stato mai sparato verso gli israeliani da quella zona. Ora invece un «fuori onda» diffuso martedì scorso dal ministero degli esteri israeliano mostra Hanan Al-Masri, una reporter di Al-Arabiya, mentre - ignara d’essere ripresa - dice che un razzo Grad (a lunga gittata) è stato sparato da una postazione adiacente gli studi del palazzo Al-Shuruk, nel cuore della città di Gaza. Al-Masri, residente a Gaza, da tre anni è corrispondente per la TV Al-Arabiya. Nel filmato la si vede mentre parla d’altro quando viene interrotta dal rumore del lancio. Dice: «Cosa? Un razzo è stato lanciato da questo posto? Da qui?», e si volta a guardare verso la finestra. Poi continua: «È stato lanciato da qui! No! Da sotto il nostro edificio». Si sente la troupe che dice alla Al-Masri che un razzo è stato lanciato da una postazione vicina e lei a quel punto telefona a qualcuno e dice: «Quanti? Il razzo che è appena stato lanciato da qui era un Grad? Il missile lanciato appena adesso. Sembrava lanciato da sotto il nostro ufficio. Ha fatto un gran rumore. Ho pensato che fosse un attacco aereo, invece era il lancio d’un razzo, L’hanno lanciato da sotto il nostro ufficio!».. Secondo il ministero degli esteri israeliano, il filmato dimostra che Hamas lanciava effettivamente i suoi razzi a partire dalla zona degli studi televisivi, esattamente come avevano spiegato le forze israeliane impegnate nell’area. Sebbene il video sia stato filmato durante i primi giorni della controffensiva israeliana, il ministero ritiene che costituisca una prova evidente del fatto che Hamas non esitava a sparare da dove operavano i giornalisti per sfruttarli come «scudo umano» o forse addirittura col preciso scopo d’attirare contro d’essi il fuoco di risposta israeliano. (Haartez, 20 gennaio 2009; da israele.net; LiberaliPerIsraele)

 

    ■ Hamas ha messo a rischio la vita dei Palestinesi: «Così i ragazzini di Hamas ci hanno utilizzato come bersagli»: Abitanti di Gaza accusano i militanti islamici: «Ci impedivano di lasciare le case e da lì sparavano».

    GAZA - «Andatevene, andatevene via di qui! Volete che gli israeliani ci uccidano tutti? Volete veder morire sotto le bombe i nostri bambini? Portate via le vostre armi e i missili», gridavano in tanti tra gli abitanti della striscia di Gaza ai miliziani di Hamas e ai loro alleati della Jihad islamica. I più coraggiosi s’erano organizzati e avevano sbarrato le porte d’accesso ai loro cortili, inchiodato assi a quelle dei palazzi, bloccato in fretta e furia le scale per i tetti più alti. Ma per lo più la guerriglia non dava ascolto a nessuno. «Traditori. Collaborazionisti d’Israele. Spie di Fatah, codardi. I soldati della guerra santa vi puniranno. E in ogni caso morirete tutti, come noi. Combattendo gli ebrei sionisti siamo tutti destinati al paradiso, non siete contenti di morire assieme?». E così, urlando furiosi, abbattevano porte e finestre, si nascondevano ai piani alti, negli orti, usavano le ambulanze, si barricavano vicino a ospedali, scuole, edifici dell’Onu.

 

In casi estremi sparavano contro chi cercava di bloccare loro la strada per salvare le proprie famiglie, oppure picchiavano selvaggiamente. «I miliziani di Hamas cercavano a bella posta di provocare gli israeliani. Erano spesso ragazzini, 16 o 17 anni, armati di mitra. Non potevano fare nulla contro tank e jet. Sapevano d’essere molto più deboli. Ma volevano che sparassero sulle nostre case per accusarli poi di crimini di guerra», sostiene Abu Issa, 42 anni, abitante nel quartiere di Tel Awa. «Praticamente tutti i palazzi più alti di Gaza che sono stato colpiti dalle bombe israeliane, come lo Dogmoush, Andalous, Jawarah, Siussi e tanti altri avevano sul tetto le rampe lanciarazzi, oppure punti d’osservazione di Hamas. Li avevano messi anche vicino al grande deposito Onu poi andato in fiamme E lo stesso vale per i villaggi lungo la linea di frontiera poi più devastati dalla furia folle e punitiva dei sionisti», le fa eco la cugina, Um Abdallah, 48 anni. Usano i soprannomi di famiglia. Ma forniscono dettagli ben circostanziati. È stato difficile raccogliere queste testimonianze. In generale qui trionfa la paura di Hamas e imperano i tabù ideologici alimentati da un secolo di guerre con il «nemico sionista». [...] (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera, 22 gennaio 2009)

 

    ■ Hamas ha ucciso i militanti di Fatah: Gaza / Hamas ammette di aver ucciso collaborazionisti di Fatah: Ministro Anp: giustiziati 19 membri del partito di Abu Mazen.

    Roma, 22 gen. (Apcom) - Hamas conferma di aver arrestato e giustiziato nei giorni scorsi diversi membri del partito rivale al Fatah, accusati di «collaborazionismo» con Israele. Lo riporta il Jerusalem Post.

    Il ministro per gli Affari sociali dell'Autorità Palestinese, Mahmoud Habbash, ha accusato Hamas di aver ucciso a sangue freddo 19 membri di al Fatah, e di averne gambizzati oltre 60. Habbash ha anche accusato i miliziani di Hamas di aver confiscato nella Striscia di Gaza 63 camion carichi di aiuti umanitari, destinati all'Unrwa (l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi).

    Il portavoce del ministero dell'Interno di Hamas a Gaza, Ihab Ghissin, ha ammesso che sono stati arrestati diversi "collaboratori" di Israele durante e dopo le tre settimane di guerra. Ghissin si è però rifiutato di dire se gli arrestati siano membri di Al Fatah, e ha negato che questi siano stati torturati. Ma Musa Abu Marzouk, un alto dirigente di Hamas in Siria, ha confermato che il suo gruppo ha giustiziato diversi «collaborazionisti»durante la guerra. (Virgilio Notizie, 22 gennaio 2009)

 

    ■ Le sei violazioni della legge internazionale compiute da Hamas: L’ideologia di Hamas e le sue tattiche militari sono esemplari casi di studio delle violazioni della legge internazionale. Si possono notare almeno sei violazioni della legge.

            ● 1. Avere come obiettivo deliberato dei civili è un crimine di guerra.

            ● 2. Lanciare missili o sparare proiettili a partire da zone civili (alloggi, scuole, ospedali...) è un crimine di guerra.

            ● 3. Usare simboli umanitari per ingannare il nemico (utilizzare ambulanze per trasportare armi o miliziani, travestirsi da medico in un ospedale, usare una bandiera o un logo dell’Onu o della Croce Rossa...) è un crimine di guerra.

            ● 4. Incitare pubblicamente al genocidio (cfr. lo statuto di Hamas e i sermoni degli ulema...) è un crimine di guerra.

            ● 5. Reclutare, addestrare dei bambini alla guerra, usare dei bambini come scudi umani è un crimine di guerra.

            ● 6. Attaccare sistematicamente dei civili per più d’otto anni è un crimine contro l’umanità. (Irwin Cotter, ex ministro di giustizia del Canada, professore di diritto all’Università Mac Gill a Montréal; nuitdorient.com, 21 gennaio 2009 - trad. www.ilvangelo-israele.it)

 

    ■ Si veda inoltre:

            ● Hamas burning their own brothers to death (Hamas brucia vivi i propri fratelli; filmato; 12 gennaio 2009)

            ● Anp accusa Hamas di appropriarsi degli aiuti per Gaza: L'Autorità nazionale palestinese del presidente Mahmoud Abbas accusa Hamas di appropriarsi degli aiuti internazionali inviati a Gaza in soccorso alla popolazione civile... (Adnkronos; 22 gennaio 2009)

           ●  Assistente Abbas, Hamas non trasformi Gaza in entità separatista: L'Autorità Palestinese non permetterà ad Hamas di trasformare la Striscia di Gaza in un'«entità separatista» sulla scia dell'offensiva israeliana nell'enclave... (ASCA-AFP; 22 gennaio 2009)

           ●  Vietato criticare il movimento islamico, mostrare le «divisioni interne». Hamas, censure e minacce nella Striscia. I reporter: «Come sotto Saddam». Gli intellettuali non allineati: «Dittatura»... (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera, 28 gennaio 2009).

 

 

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Hamas era già violento ai tempi di Noè? {Nicola Martella} (A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/T1-Hamas_beati_odio_Esc.htm

26-01-2009; Aggiornamento: 28-01-2009

 

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