Nella sua «legge
del regno», Gesù Messia dichiarava tra altre cose: «Beati quelli che
s’adoperano alla pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9).
Leggendo lo Statuto di Hamas, non si può che chiamare i suoi seguaci «nefasti
costruttori di odio». La morte è il loro mestiere, sia che la danno agli altri,
sia che la danno a se stessi per raggiungere i piani della loro ideologia:
erigere una teocrazia islamica e distruggere tutto ciò che non è integralista
abbastanza come loro, sia fuori, sia all’interno della loro stessa compagine.
Ḥamās (leggi Chamas), acronimo in arabo
di
Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya ossia
«Movimento di Resistenza Islamico». Tale movimento viene definito
un'organizzazione religiosa islamica palestinese di carattere paramilitare e
politico. Dopo la vittoria a sorpresa del 2006, attualmente detiene la
maggioranza dei seggi dell'Autorità Nazionale Palestinese.
Qui di seguito vogliamo discuterne nel merito. Ci interessa capire, quanto gli
occidentali sappiano che cosa sia Hamas e quali piani abbia. In particolare
facciamo riferimento alla trasmissione «Anno Zero» (15 gennaio 2009), il cui
tema era «La guerra dei bambini» e il cui conduttore Michele Santoro ha preso
delle posizioni,
criticate e ritenute da altri del settore poco equilibrate e di parte.
Talché la giornalista televisiva Lucia Annunziata, dopo aver affermato le sue
perplessità in merito e dopo essere stato malamente avversata da Santoro, ha
deciso di abbandonare lo studio. La domanda è la seguente: Di là dalla legittima
comprensione per donne, bambini e uomini sotto qualsiasi bombardamento,
quanto sa veramente Michele Santoro dello Statuto di Hamas?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi
al Webmaster
(E-mail)
Attenzione! Non si
accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e
cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno
pseudonimo, se richiesto.
I contributi sul
tema
▲
(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I contributi attivi hanno uno
sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica
sottostante
1.
{Monica Tamagnini} ▲
Nota editoriale: La seguente
lettera è stata indirizzata dalla lettrice a Michele Santoro, subito dopo tale
trasmissione, mandandola a varie testate giornalistiche. Ne abbiamo concordato
la pubblicazione su «Fede controcorrente». Il grassetto è redazionale. Per le
citazioni si veda l'integrale
Statuto di Hamas in inglese.
Sig.
Santoro, Hamas definisce se stesso come un «importante movimento
palestinese, fedele a Allah e il cui modo di vita è quello islamico» e «uno
degli anelli della catena della lotta contro gli invasori sionisti» (art. 6, 7).
Nell’art. 9 della Carta di Hamas è scritto: «Allah è il suo obiettivo, il
profeta il suo modello, il Corano la sua costituzione, la jihad il suo cammino e
la morte in nome d’Allah il più dolce dei suoi desideri». Hamas considera gli
elementi esterni e le organizzazioni non-islamiche come forze sinistre che
cospirano con i sionisti contro l’islam e contro l’umanità» (art. 17, 22, 28).
«Il giorno in cui l’islam avrà il controllo della guida delle cose della vita,
queste organizzazioni, ostili all’umanità e all’islam, saranno cancellate» (art.
17).
Hamas rifiuta tutte le «iniziative e le cosiddette soluzioni di pace e le
conferenze internazionali [...]. Non c’è soluzione alla questione palestinese
che non sia attraverso la jihad. Iniziative, proposte e conferenze
internazionali sono tutte perdite di tempo e sforzi vani» (art. 13). Ritirarsi
da questa lotta è alto tradimento, tradimento dell’islam «e possa essere
maledetto chi lo commette» (art. 32, 33).
Un fondamentalista islamico è solo una persona che come è scritto nella Carta
rimane fedele ai principi del Corano.
Il Corano, essendo il fondamento della Carta di Hamas, è la loro costituzione.
Nel Corano si legge: «Combatteteli (gli infedeli, cioè i non-musulmani) finché
non vi sia più ribellione, è la religione sia quella d’Allah» (2,193).
«Non fatevi amici né i cristiani né gli ebrei (essi sono amici fra di loro). Chi
di voi li prende come amico vuol dire che è dalla loro parte» (5,51).
«Abbiamo decretato per voi la morte e non permettiamo che alcuno ci prevenga»
(56,60).
«Sono gente maledetta! Ovunque vengono incontrati saranno presi e assassinati»
(33,61).
Nel
2006 Israele ha sgomberato la Striscia di Gaza, strappandovi a forza
donne e bambini per amor di pace. Questa era stata posta come condizione per la
pace. È stata una pazzia, ma per amor di pace Israele l’ha fatto. Hamas non ha
usato questa possibilità per la pace, bensì per la guerra. La Striscia è
diventata una base terroristica. Ai militanti di Hamas non importa
niente, gentile sig. Santoro, dei bambini, che come è stato ricordato nella sua
trasmissione, usa come scudi umani. Israele informa dei bombardamenti, Hamas
impedisce alle donne, ai bambini e anche agli uomini, di lasciare i luoghi su
cui cadranno le bombe. Ecco il perché dell’alto numero di civili uccisi. Hamas
vuole il più alto numero di morti tra i civili per esporli in vetrina, come dei
pegni, così che l’ONU possa condannare Israele, così che il mondo possa
condannare Israele, così che, caro Santoro, si possano fare trasmissioni come la
sua, per parlare alla pancia delle persone, come è stato detto, e fomentare
ulteriormente rabbia e odio. Le sue parole sono belle, caro Santoro. Dobbiamo
fare qualcosa. Ecco, questo tipo di trasmissione non aiuta. Grazie a Dio per una
donna come Lucia Annunziata che ha il coraggio d’esporre quel che è
palese. Verso la quale il suo comportamento, caro Santoro, è stato deplorevole,
decisamente poco professionale e degno d’un mercato ortofrutticolo. La sua
reazione isterica, seguita da altre simili, peraltro, non le fa onore. Non fa
onore a nessun conduttore o moderatore.
Per concludere, caro sig. Santoro, se vuole fare qualcosa per aiutare, non parli
alla pancia delle persone. Inviti persone come Magdi Allam, che da anni
gira sotto scorta, perché Hamas vuole farlo fuori. Inviti giornalisti come
Fiamma Nierenstein insieme al suo bel teatrino di pacifisti malinformati.
Lasci dire che dietro Hamas c’è l’Iran, dove si formano i kamikaze e dove
Achmadinejad è votato allo sterminio d’Israele, come ha pubblicamente dichiarato
davanti al mondo innumerevoli volte. Si dica anche alle sue trasmissioni, caro
Santoro, quanto questo ricordi le parole d’un altro pazzo fondamentalista di
nome Hitler, altrettanto votato allo sterminio del popolo ebraico. Si
dica la verità, caro Santoro, che è da pazzi pensare di fare la pace, o anche
solo di dialogare, con un tale nemico. Si dica la verità, che Israele difenderà
i suoi cittadini e non aspetterà di farsi ammazzare dai pazzi di Hamas o di
farsi annientare da Achmadinejad.
Diciamo la verità, Santoro, dov’era la comunità internazionale negli
ultimi anni, mentre i kamikaze si facevano esplodere sugli autobus e nei locali
più disparati, dilaniando corpi di donne e bambini, e mentre razzi kassam
cadevano dalla Striscia di Gaza sui territori israeliani, mettendo in pericolo
scuole e case? E dov’erano trasmissioni come la sua, caro Santoro? La
verità è una: Hamas è un’organizzazione terroristica, votata allo sterminio
d’Israele, eletta democraticamente dai Palestinesi, che ora pagano le
conseguenze della loro scelta. Mi dica, caro Santoro, quali soldati telefonano a
casa per avvisare che stanno per bombardare, come è stato ricordato nella sua
trasmissione questa sera? E quali pazzi rimarrebbero in tale casa aspettando la
morte, a meno che qualcuno impedisse loro d’uscirne? Si documenti bene, Santoro,
inviti chi sa come stanno le cose. La verità, caro Santoro, è che la verità ha
un prezzo. Nel caso di Magdi Allam la vita stessa. Lei non esporrà mai la sua
vita come ha fatto lui, perché manca della solida convinzione che viene da una
cultura e da conoscenze storico-politiche e religiose accurate. E il coraggio,
quello l’avrebbe? Forse quello che, sì, potrebbe fare caro Santoro, è usare lo
strumento che ha a disposizione per dire la verità.
Una cittadina italiana che paga il canone RAI. {gennaio 2009}
2.
{Nicola Martella} ▲
«Il Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un bene
inalienabile, terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno
della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa.
Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun re o
presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna organizzazione, né
tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il diritto di disporre o
di cedere anche un singolo pezzo di essa, perché la Palestina è terra islamica
affidata alle generazioni dell’islam sino al giorno del giudizio. Chi, dopo
tutto, potrebbe arrogarsi il diritto di agire per conto di tutte le generazioni
dell’islam fino al giorno del giudizio? Questa è la regola nella legge islamica
(shari'a), e la stessa regola si applica a ogni terra che i musulmani abbiano
conquistato con la forza, perché al tempo della conquista i musulmani l'hanno
consacrata per tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio»
(Articolo 11 dello statuto).
Come si evince dagli Statuti di
Hamas, questo movimento armato vuole chiaramente creare una teocrazia
islamica, la cui Costituzione è una legge religiosa basata sul Corano, sullo
stile dell’Iran, da cui è foraggiato. Probabilmente non gli interessa tanto i
Palestinesi, che sono solo un pretesto per cancellare l’unica democrazia del
Medio Oriente.
Come risulta
dai suoi Statuti, Hamas è un’ideologia di morte: la dà a tutti coloro che
non sono come loro, la dà addirittura a donne e bambini usati come kamikaze, la
dà ai Palestinesi moderati, la dà ai propri membri, suggerendo loro che sia il
«più
dolce dei suoi desideri».
I paralleli
con fra Hamas e i
nazisti sono chiari ed evidenti: ambedue sono ideologie di morte. È appurato
che Achmadinejad come Hitler faccia uso del mesmerismo e dell’ipnosi di
massa per sedurre le masse. Sia l’attuale presidente iraniano, sia i movimenti
neonazisti, sia i revisionisti reazionari negano addirittura che ci siano stati
i forni crematori e le distruzioni di massa. [Riguardo a Hitler rimando a Nicola
Martella (a cura di), «L’escatologia nazista», Escatologia fra legittimità e
abuso.
Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 278-284. Si veda pure Nicola
Martella, «Hitler sotto ipnosi», Oltre (EPA Media, Aversa giugno 2005), pp.
18-21]
Anche Hitler si servì di organizzazioni esterne al nazismo per i propri scopi,
con l’intenzione di farli fuori, una volta avuto il controllo totale. Solo che
allora di tale piano segreto erano al corrente solo i membri stretti dell’ordine
occultistico, a cui apparteneva. Hamas lo dichiara chiaramente: una volta che
prende il controllo totale di una zona, elimina ogni elemento moderato nel
proprio mezzo, fa fuori gli avversari politici, si sbarazza di tutti «gli
elementi esterni e le organizzazioni non-islamiche», cancella ogni elemento
diverso dall’integralismo islamico. Essendo votati alla «soluzione finale»,
ossia a distruggere tutto ciò che non è massimalista come loro, le soluzioni di
pace sono solo un palliativo. Le parole che conosce Hamas sono, ad esempio:
tradimento, maledetto, jihad, distruzione, morte, cancellare, annientare,
assassinare.
Cristiani ed ebrei sono per loro la stessa cosa; si servono dei primi
contro i secondi, finché fa loro comodo. E pensare che senza i continui aiuti
dell’Occidente, la gente nella Striscia di gaza non potrebbe sopravvivere a
lungo.
Ad Hamas non interessa neppure tanto i Palestinesi, visto che i suoi militanti
si nascondevano fra la gente, nelle case, nelle scuole e negli ospedali, quando
c’era da combattere. In effetti hanno ragione di coloro che affermano che Hamas
si usa di scudi umani, in disprezzo alla vita per fini ideologici. Anzi,
come è stato fatto notare, essi vogliono che si crei il «caso» da presentare al
mondo, perché esso reagisca con rabbia e odio e condanni Israele.
Hanno anche ragione coloro che fanno notare che non ci sono state particolari
trasmissioni quando kamikaze (anche bambini e donne) si sono fatti
esplodere, dopo aver ricevuto il lavaggio del cervello. Neppure ci sono state
particolari trasmissioni per le migliaia di razzi Qassam, caduti in Israele. La
domanda, che resta, è la seguente: Come possono aiutare invece le trasmissioni
televisive, in cui un’organizzazione terroristica come Hamas fa bella figura,
sebbene essa si serva dei Palestinesi soltanto per portare avanti il suo
malvagio piano di distruggere non solo Israele, ma anche l’Occidente?
Mi sono
letto pressoché l'intera trascrizione della già nominata trasmissione. Ecco le
parole di due giornalisti, che mi hanno particolarmente colpito.
Lucia Annunziata, giornalista della RAI, ha affermato su Hamas quanto segue:
«[…] Dall’altra parte i palestinesi, vorrei sottolineare questo: i palestinesi
stanno soffrendo, quello che si fa contro di loro è sbagliato, bisogna però
anche mai dimenticare che Hamas è una forza politica che pur avendo perso le,
avendo vinto le elezioni ha fatto fuori qualunque opposizione, la propria stessa
opposizione che sono gli uomini di Fatah, facendoli a pezzi. Noi sappiamo di
guerre intestine palestinesi che sono violentissime, violentissime. Hamas è uno
strumento oggi sulla scacchiera internazionale che non è solo palestinese, è uno
strumento legato a una serie di equilibri, che sono appunto il Libano e poi
l’Iran. Si deve trattare, sto per finire, sto semplicemente dicendo, come dire,
i miei tentativi di estrapolare delle logiche. […] Io personalmente non sono
convinta di trattare o non trattare, penso che Hamas non tratterà, e lo spiego
perché».
Lei è vissuta
diversi anni in Israele e conosce la situazione di prima mano.
Rula Jebreal, giornalista e scrittrice palestinese naturalizzata
italiana, su Hamas e su tale conflitto ha detto tra altre cose quanto segue: «…i
gruppi di Hamas comunque in qualche modo oggi si nascondono, io non ho più
sentito né Haniyeh, il presidente, il primo ministro, né…, tutti sono spariti
nei sotterranei. […] Quando Hamas ha vinto non ha vinto perché siamo diventati
tutti fanatici, e lo dico perché una come me non potrà mai vivere in uno stato
dove c’è Hamas, non potrà vivere. Capisce? […] Mai, perché è contro qualsiasi
lotta col quale ho lottato, contro qualsiasi principio di vita, proprio qualità
di vita, tipo di vita, non potrò mai vivere».
Non si può che
crederle, se lo dice lei come Palestinese.
3. {Achmed Assef} ▲
Nota editoriale:
Dopo aver letto la lettera di Achmed Assef, sono rimasto positivamente
meravigliato per l'onestà intellettuale di questo giovane Palestinese che vive
in Brasile. Mi sono chiesto se il suo scritto fosse vero o fosse una montatura,
come suggerivano alcuni commenti in rete. Dopo tanto cercare, ho trovato anche
come fonte d’origine il «Centro
de midia indipendente» (che ha un proprio
clone) con tanto di
e-mail dell’autore, che compare
solo qui. Ciò garantirebbe la genuinità. Poi è stato ripreso da altri siti
brasiliani e
portoghesi, ma omettendo l'e-mail; da qui è stato ripreso e diffuso in
inglese e, quindi, in altre lingue (p.es.
italiano). Gli ho anche scritto. Diamo a lui la parola nella versione che
rispecchia l'originale.
Notizia di un palestinese che non odia
Israele e gli ebrei
Per tutti quelli che ancora credono nei media
sensazionalisti. La verità [è] in questa lettera.
Mi chiamo Achmed Assef, sono palestinese ma
vivo attualmente in Brasile. Da quando è iniziato il nuovo conflitto in Medio
oriente, non si fa altro che parlare delle vittime d’entrambi i lati.
Sono nato in
Palestina, in un paese che non esiste ufficialmente, quando la situazione fu
insostenibile per la mia famiglia, fummo grati di ricevere un invito da un
nostro amico a trasferirci in Brasile, vivo in questo paese meraviglioso che mi
ha accolto da quando avevo cinque anni.
Quando affermo che la
situazione in Palestina fu insostenibile, non mi riferisco ai numerosi conflitti
con l’esercito d’Israele o con i religiosi ebrei che avevano le loro belle case
nel territorio palestinese, abitazioni che oggi sono state prese a forza dai
terroristi, ma mi riferisco a una situazione insostenibile causata dai
«governanti» palestinesi in tutti questi anni.
Per chi vive in
Brasile o in qualsiasi altra parte del mondo non può immaginare cosa significa
vivere a Gaza.
Solo a ricordarmi la mia breve infanzia nella
città in cui sono nato, mi tocca il cuore e ho tanta voglia di piangere, anche
se si ricevono molte informazioni, foto e notizie dell’attuale conflitto,
nessuno può immaginare il tradimento di quelli che hanno il titolo di leader
palestinesi.
I leader palestinesi
non hanno mai voluto uno Stato. Questo lo posso dire a voce alta, perché è
verità.
Se avessero voluto creare uno Stato prima del
1948, prima anche dell’esistenza dello Stato israeliano, l’avrebbero fatto
quando l’ONU decise nel 1948 appunto di creare due Stati, ma i nostri grandi
Leader hanno preferito incitare il popolo alla violenza e a lottare contro gli
ebrei locali per ottenere uno Stato palestinese autonomo.
I nostri leader non
hanno voluto neanche creare uno Stato palestinese quando attualmente i territori
chiamati «occupati da Israele» sono per la maggior parte nelle nostre mani.
Che dire poi della
recente scalata di violenza della seconda intifada, causata dal gran leader
Arafat che rifiutò nel 2000 il migliore accordo di pace di tutti i tempi offerto
dal premier israeliano Ehud Barak, ancora una volta il popolo palestinese fu
incitato alla violenza e alla brutalità dagli uomini bomba, intanto la famiglia
del Signor Arafat viveva con agiatezza e ricchezza a Parigi, frutto delle
donazioni delle nazioni per il popolo palestinese, ricchezze che non sono mai
arrivate al sofferente popolo della Palestina..
Invece di provvedere
al cibo, acqua, medicine e offrire una vita degna al popolo palestinese, i
nostri leader hanno preferito un cammino fatto di violenza, brutalità, odio e
discriminazione contro il popolo ebreo, che è vero non sono angeli ma neanche
demoni, come predicano i nostri leader. Gli stessi bambini che oggi muoiono tra
le braccia delle mamme, sono gli stessi che hanno ricevuto un’educazione
militare, fin da fanciulli sono stati educati a odiare Israele e il popolo
ebreo, hanno imparato a sparare con armi pesanti con meno di cinque anni d’età,
hanno ricevuto il lavaggio del cervello a diventare martiri, a farsi esplodere
per provocare vittime israeliane.
I leader palestinesi
non hanno nessun sentimento umanitario e non si curano d’una popolazione stanca
e segnata dalle sofferenze. Perché se l’avessero non comanderebbero il suicidio
di genitori e figli o usare la stessa popolazione come scudo umano come succede
oggi nella Striscia di Gaza.
Hamas promuove da
molto tempo barbarie dentro e fuori Gaza, fin da quando con una mossa
intelligente è riuscito a trasformarsi in un partito politico, con il fine
ultimo di legittimare il terrorismo quotidianamente nelle strade di Gaza,
ammazzando e torturando tutti i nemici Fatah, quest’ultimo rappresentato
dall’incapace Mahmoud Abbas.
Signori come può un
gruppo terroristico ammazzare i nostri fratelli palestinesi e dichiararsi leader
del popolo palestinese? Come si può capire che stanno difendendo il nostro
popolo mentre stanno inseguendo i propri ideali che non riflettono l’opinione
della maggior parte del popolo palestinese?
Ammazzare palestinesi
solo perché non concordano con gli atti e ideali arcaici e soprattutto
terroristici. La Cisgiordania (West Bank) o Fatah se non prestano attenzione
serviranno Hamas come base per ulteriori atti di violenza.
Tutti voi potete
rispondere che i terroristi di Hamas praticano opere sociali e di solidarietà,
ma non credete a tutto quello che si vede nei media, e tutto inferiore a quello
che si sente. Per farvi capire se è legittimo o no uso un’analogia di quello che
fa Hamas con quello che succede con i trafficanti di Rio De Janeiro. I
trafficanti di Rio trafficano droga, usando bambini innocenti, insegnando loro a
usare armi. I trafficanti nei «loro quartieri «detti morros, fanno opere sociali
e di solidarietà pur continuando a disprezzare il diritto dei bambini a crescere
con una sana educazione e non per la guerra, cosi fanno i terroristi di Hamas
oggi.
Amici brasiliani
(italiani) che tanto rispetto e amo, faccio un appello come palestinese e
musulmano, soprattutto com’essere umano, che non sopporta più di vedere tanta
ignoranza e mancanza di conoscenza da parte di molte persone che vivono in
questo bellissimo paese, Brasile (Italia).
Smettiamola
d’attaccare Israele, smettiamola d’attaccare gli ebrei, smettiamola d’attaccare
il popolo palestinese affermando che sono terroristi. Ci sono molte persone
buone che non desiderano entrare in conflitto, che non odiano né gli israeliani
e né gli americani.
Molta gente inclusa la
famiglia è stanca di vedere tante sofferenze, dobbiamo avere una convivenza
pacifica con Israele, perché alla fine da Israele arriva la nostra acqua, il
nostro cibo, il nostro lavoro e il nostro denaro.
Sapete che Israele ci
offre aiuto militare? Quando c’è stato l’accordo con l’Autorità Palestinese
durante il governo d’Arafat, la polizia israeliana ha istruito molti dei nostri
uomini, che non volevano nessun coinvolgimento con un eventuale conflitto ma
volevano imparare a lavorare per tenere in ordine le nostre città. Israele ha
offerto d’istruire i suoi supposti nemici, armandoli anche affinché noi avessimo
sicurezza.
Terroristi che
tentarono di farsi esplodere nelle città israeliane, hanno ricevuto cure mediche
negli ospedali israeliani. Molte scuole in Israele promuovono parità
d’istruzione sia per i palestinesi sia per gli ebrei, condividendo una perfetta
armonia, ricevendo educazione a rispettare il prossimo. Questo non succede a
Gaza per esempio.
Se i nostri leader non
fossero cosi stupidi, il nostro popolo non avrebbe niente da reclamare, perché
in Israele esistono le maggiori possibilità per un palestinese invece di vivere
a Gaza o West Bank. Chi ha un minimo d’intelligenza sa che non riuscirà mai a
cancellare lo Stato d’Israele o il popolo ebreo come alcuni leader minacciano.
Quanto guadagneremmo
se stiamo dalla parte degli ebrei e d’Israele? Qui in brasile vedo che la
convivenza tra due popoli è motivo d’orgoglio e d’avanzamento per la società.
Mio zio ebbe un visto
per lavorare in Israele. Tutti i giorni s’alzava presto per andare a lavorare in
Israele e di notte tornava a casa a Gaza. Quando Hamas ha preso il potere a
forza, iniziando i suoi attacchi quotidiani contro gli israeliani, mio zio perse
il lavoro perché le frontiere furono chiuse. La colpa è d’Israele? Di mio zio
che non aveva mai odiato gli ebrei? No! È colpa dei terroristi di Hamas. Mio zio
ancora oggi non odia gli israeliani o gli ebrei. Vive in Siria dove la
situazione non è delle migliori, ma lì non ci sono gruppi terroristici come
Hamas o Hezballah, che vogliono solamente far finire la vita dei bravi
cittadini.
Il popolo palestinese
è stato espulso da parecchi Paesi che si chiamano «amici dei palestinesi»
inclusi Giordania, Libano, Libia. L’Egitto chiude la frontiera con Gaza, perché
non vogliono che entriamo nel loro paese, in più durante il trattato di pace con
Israele, quest’ultimo oltre al Sinai offri anche Gaza, ma gli egiziani non
accettarono perché chiamarono Gaza come terra senza legge e il peggior luogo del
mondo dove vivere.
Perché paesi forti e
grandi come Arabia Saudita, Giordania, Iran e altri grandi paesi, paesi più
ricchi come Kuwait, Emirati Arabi o Katar non hanno aperto le braccia per
riceverci? Perché preferiscono finanziare terroristi e mandare i loro soldi per
i leader palestinesi terroristi, che non pensano al bene della popolazione
palestinese ma solamente a incentivare odio e intolleranza?
Per questi amici miei
scrivo questo messaggio. So che questa lettera non serve a molto per terminare
il conflitto e molto meno a cambiare il parere dei leader che oggi determinano
il corso del mio popolo palestinese, ma so che serve affinché il popolo
brasiliano (italiano) possa meditare e capire che non c’è bisogno d’importare un
conflitto, ma capire chi sono i principali e veri responsabili delle morti di
Gaza.
Israele non ha colpe,
si sta difendendo dagli irresponsabili leader palestinesi che quotidianamente
attaccano il nostro vicino, le loro case con i razzi e poi corrono a nascondersi
dietro le donne e bambini, così danno tutta la colpa agli israeliani, questi
territori che infelicemente sono palestinesi e dove i vigliacchi terroristi si
nascondono in aree abitate dalla popolazione, provocando così morte sicura e
foto sensazionali sui giornali di tutto il mondo.
Neanche il popolo
palestinese ha colpe d’avere questa piccola minoranza di terroristi, chiedono la
pace, e di convivere pacificamente con Israele e con gli ebrei. Vogliono una
vita degna, vivere in un territorio proprio e di chiamarlo casa, senza avere il
bisogno di fuggire in un altro paese meraviglioso come il Brasile; io sono
felice qui, ma penso che la Palestina sia il miglior paese dove un palestinese
deve vivere. Meditate su quanto scritto prima di schierarvi in questo conflitto,
schieratevi dal lato della pace, della tolleranza e del rispetto per chiunque.
Con gratitudine. {18 gennaio 2009)
4. {Nicola Martella} ▲
Oltre alla mia ricerca in rete, i seguenti estratti provengono dalla rassegna
stampa, le cui fonti mi sono state suggerite da alcuni lettori, specialmente
da Monica Tamagnini.
■ In un video su
YouTube
si può vedere, quanto a lungo negato: Un
«fuori onda» da Gaza conferma che Hamas sparava razzi dall’edificio della TV.
Le immagini d’una reporter della TV araba Al-Arabiya confermano che Hamas ha
sparato razzi dalle strette vicinanze d’un edificio usato dai giornalisti come
sede della stampa durante i 22 giorni della controffensiva israeliana anti-Hamas
nella striscia di Gaza. Quando le Forze di Difesa israeliane spararono alcuni
colpi verso l’edificio, spiegando che avevano risposto al fuoco dei terroristi,
vi fu un’ondata di condanne a livello internazionale, e molti network televisivi
i cui uffici si trovano nello stesso edificio sostennero che nessun colpo era
stato mai sparato verso gli israeliani da quella zona. Ora invece un «fuori
onda» diffuso martedì scorso dal ministero degli esteri israeliano mostra Hanan
Al-Masri, una reporter di Al-Arabiya, mentre - ignara d’essere ripresa - dice
che un razzo Grad (a lunga gittata) è stato sparato da una postazione adiacente
gli studi del palazzo Al-Shuruk, nel cuore della città di Gaza. Al-Masri,
residente a Gaza, da tre anni è corrispondente per la TV Al-Arabiya. Nel filmato
la si vede mentre parla d’altro quando viene interrotta dal rumore del lancio.
Dice: «Cosa? Un razzo è stato lanciato da questo posto? Da qui?», e si volta a
guardare verso la finestra. Poi continua: «È stato lanciato da qui! No! Da sotto
il nostro edificio». Si sente la troupe che dice alla Al-Masri che un razzo è
stato lanciato da una postazione vicina e lei a quel punto telefona a qualcuno e
dice: «Quanti? Il razzo che è appena stato lanciato da qui era un Grad? Il
missile lanciato appena adesso. Sembrava lanciato da sotto il nostro ufficio. Ha
fatto un gran rumore. Ho pensato che fosse un attacco aereo, invece era il
lancio d’un razzo, L’hanno lanciato da sotto il nostro ufficio!».. Secondo il
ministero degli esteri israeliano, il filmato dimostra che Hamas lanciava
effettivamente i suoi razzi a partire dalla zona degli studi televisivi,
esattamente come avevano spiegato le forze israeliane impegnate nell’area.
Sebbene il video sia stato filmato durante i primi giorni della controffensiva
israeliana, il ministero ritiene che costituisca una prova evidente del fatto
che Hamas non esitava a sparare da dove operavano i giornalisti per sfruttarli
come «scudo umano» o forse addirittura col preciso scopo d’attirare contro
d’essi il fuoco di risposta israeliano. (Haartez, 20 gennaio 2009; da
israele.net;
LiberaliPerIsraele)
■ Hamas ha messo a rischio la vita dei Palestinesi:
«Così i ragazzini di Hamas ci hanno
utilizzato come bersagli»:
Abitanti di Gaza accusano i militanti islamici: «Ci impedivano di lasciare le
case e da lì sparavano».
GAZA - «Andatevene, andatevene via di qui! Volete che
gli israeliani ci uccidano tutti? Volete veder morire sotto le bombe i nostri
bambini? Portate via le vostre armi e i missili», gridavano in tanti tra gli
abitanti della striscia di Gaza ai miliziani di Hamas e ai loro alleati della
Jihad islamica. I più coraggiosi s’erano organizzati e avevano sbarrato le porte
d’accesso ai loro cortili, inchiodato assi a quelle dei palazzi, bloccato in
fretta e furia le scale per i tetti più alti. Ma per lo più la guerriglia non
dava ascolto a nessuno. «Traditori. Collaborazionisti d’Israele. Spie di Fatah,
codardi. I soldati della guerra santa vi puniranno. E in ogni caso morirete
tutti, come noi. Combattendo gli ebrei sionisti siamo tutti destinati al
paradiso, non siete contenti di morire assieme?». E così, urlando furiosi,
abbattevano porte e finestre, si nascondevano ai piani alti, negli orti, usavano
le ambulanze, si barricavano vicino a ospedali, scuole, edifici dell’Onu.
In casi estremi sparavano contro chi cercava di bloccare loro la strada
per salvare le proprie famiglie, oppure picchiavano selvaggiamente. «I miliziani
di Hamas cercavano a bella posta di provocare gli israeliani. Erano spesso
ragazzini, 16 o 17 anni, armati di mitra. Non potevano fare nulla contro tank e
jet. Sapevano d’essere molto più deboli. Ma volevano che sparassero sulle nostre
case per accusarli poi di crimini di guerra», sostiene Abu Issa, 42 anni,
abitante nel quartiere di Tel Awa. «Praticamente tutti i palazzi più alti di
Gaza che sono stato colpiti dalle bombe israeliane, come lo Dogmoush, Andalous,
Jawarah, Siussi e tanti altri avevano sul tetto le rampe lanciarazzi, oppure
punti d’osservazione di Hamas. Li avevano messi anche vicino al grande deposito
Onu poi andato in fiamme E lo stesso vale per i villaggi lungo la linea di
frontiera poi più devastati dalla furia folle e punitiva dei sionisti», le fa
eco la cugina, Um Abdallah, 48 anni. Usano i soprannomi di famiglia. Ma
forniscono dettagli ben circostanziati. È stato difficile raccogliere queste
testimonianze. In generale qui trionfa la paura di Hamas e imperano i tabù
ideologici alimentati da un secolo di guerre con il «nemico sionista». [...]
(Lorenzo Cremonesi,
Corriere della Sera, 22 gennaio 2009)
■ Hamas ha ucciso i militanti di Fatah:
Gaza / Hamas ammette di aver ucciso collaborazionisti di Fatah:
Ministro Anp: giustiziati 19 membri del partito di Abu Mazen. Roma, 22 gen.
(Apcom) - Hamas conferma di aver arrestato e giustiziato nei giorni scorsi
diversi membri del partito rivale al Fatah, accusati di «collaborazionismo» con
Israele. Lo riporta il Jerusalem Post.
Il ministro per
gli Affari sociali dell'Autorità Palestinese, Mahmoud Habbash, ha accusato Hamas
di aver ucciso a sangue freddo 19 membri di al Fatah, e di averne gambizzati
oltre 60. Habbash ha anche accusato i miliziani di Hamas di aver confiscato
nella Striscia di Gaza 63 camion carichi di aiuti umanitari, destinati all'Unrwa
(l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi).
Il portavoce del
ministero dell'Interno di Hamas a Gaza, Ihab Ghissin, ha ammesso che sono stati
arrestati diversi "collaboratori" di Israele durante e dopo le tre settimane di
guerra. Ghissin si è però rifiutato di dire se gli arrestati siano membri di Al
Fatah, e ha negato che questi siano stati torturati. Ma Musa Abu Marzouk, un
alto dirigente di Hamas in Siria, ha confermato che il suo gruppo ha giustiziato
diversi «collaborazionisti»durante la guerra. (Virgilio
Notizie, 22 gennaio 2009)
■ Le sei violazioni della
legge internazionale compiute da Hamas:
L’ideologia di Hamas e le sue tattiche militari
sono esemplari casi di studio delle violazioni della legge internazionale. Si
possono notare almeno sei violazioni della legge.
● 1. Avere
come obiettivo deliberato dei civili è
un crimine di guerra.
● 2. Lanciare
missili o sparare proiettili a partire da zone civili (alloggi, scuole,
ospedali...) è un crimine di guerra.
● 3. Usare
simboli umanitari per ingannare il nemico (utilizzare ambulanze per trasportare
armi o miliziani, travestirsi da medico in un ospedale, usare una bandiera o un
logo dell’Onu o della Croce Rossa...) è
un crimine di guerra.
● 4. Incitare
pubblicamente al genocidio (cfr. lo statuto di Hamas e i sermoni degli ulema...)
è un crimine di guerra.
● 5.
Reclutare, addestrare dei bambini alla guerra, usare dei bambini come scudi
umani è un crimine di guerra.
● 6.
Attaccare sistematicamente dei civili per più d’otto anni è
un crimine contro l’umanità. (Irwin
Cotter, ex ministro di giustizia del Canada, professore di diritto
all’Università Mac Gill a Montréal;
nuitdorient.com, 21 gennaio 2009
- trad.
www.ilvangelo-israele.it)
■ Si veda inoltre:
●
Hamas burning their own brothers to death
(Hamas brucia vivi i propri fratelli; filmato; 12 gennaio 2009)
●
Anp accusa Hamas di appropriarsi degli aiuti
per Gaza: L'Autorità nazionale palestinese del presidente
Mahmoud Abbas accusa Hamas di appropriarsi degli aiuti internazionali inviati a
Gaza in soccorso alla popolazione civile... (Adnkronos; 22 gennaio 2009)
●
Assistente
Abbas, Hamas non trasformi Gaza in entità separatista:
L'Autorità Palestinese non permetterà ad Hamas di trasformare la Striscia
di Gaza in un'«entità separatista» sulla scia dell'offensiva israeliana
nell'enclave... (ASCA-AFP; 22 gennaio 2009)
●
Vietato
criticare il movimento islamico, mostrare le «divisioni interne».
Hamas, censure e minacce
nella Striscia. I
reporter: «Come sotto Saddam». Gli intellettuali non allineati: «Dittatura»...
(Lorenzo Cremonesi,
Corriere della Sera, 28 gennaio
2009).
5. {} ▲
6. {} ▲
7. {} ▲
8. {} ▲
9. {} ▲
10. {} ▲
11. {} ▲
12. {} ▲
►
Hamas era già violento ai tempi di Noè? {Nicola Martella} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/T1-Hamas_beati_odio_Esc.htm
26-01-2009; Aggiornamento: 28-01-2009
|