Abbiamo sempre piacere quando i Giudei mostrano interesse per Gesù quale Messia
e nasca un risveglio fra di loro. Già gli apostoli erano allora preoccupati per
i tanti falsi maestri che sorgevano e si infiltravano tra le chiese. noi
condividiamo la loro preoccupazione anche oggigiorno. Nell'articolo «Falsi
maestri fra i giudeo-messianici odierni» ho espresso il fatto
che già il termine «Giudei messianici» sia molto ambiguo esprimendo nel
giudaismo storico e nel cristianesimo giudaico cose completamente differenti.
Questi ultimo è identificano il Messia con Gesù di Nazareth, i primi ne
attendono uno completamente diverso.
In tale complesso scenario, proliferano gruppi
giudeo-messianici con genesi e obiettivi dottrinali completamente differenti.
Alcuni assomigliano agli antichi Ebioniti (o Nazareni), che vedevano in Gesù
solo un figlio di Davide umano, senza pretese divine. Altri hanno una dottrina
completamente cristiana, sebbene curino un numero di tradizioni giudaiche più o
meno cospicuo. Esiste anche un certo «giudaismo di ritorno» fra i gentili, i
quali infarinati di Talmud arrivano con esso ad affermare che i Giudei sarebbero
già salvati in quanto popolo di Dio e che i non Giudei si salverebbero
osservando i cosiddetti precetti di Noè, che il Talmud considera sette. Per tale
tipo di giudeo-messianismo la vera Parola di Dio è solo la Torà (Legge di Mosè),
mentre il Nuovo testamento non raggiungerebbe mai tale perfezione e autorità.
Gesù Cristo, istituendo il nuovo patto, non avrebbe abrogato il vecchio patto,
ma lo avrebbe semplicemente rinnovato .
La lista potrebbe continuare, ma ricordiamo ancora la sedicente pretesa che i
Giudei odierni, appartenendo al popolo storico di Dio, siano più vicini alla
verità. Viene quindi palesata anche la presunzione che essi, più che altri,
siano in grado di spiegare quale sia il cristianesimo delle origini e l'autentico
messaggio di Gesù e degli apostoli. Perciò essi si propongono (e sono visti da
alcuni) come depositari di un «vero» cristianesimo. Ai cosiddetti «rabbini
cristiani» si dà quasi una delega in bianco, pensando che essi siano esperti del
cristianesimo originario, mentre invece sono esperti tutt'al più di un
cristianesimo intriso di fariseismo medioevale (Talmud) e di altre tradizioni,
come quelle mistiche ed esoteriche (Cabala, Zoar, ecc.). Tra i tanti gruppi
legati al cosiddetto «giudaismo messianico» nascono frange che effettivamente
pensano che il giudaismo (talmudico, cabalistico, zoariano, ecc.) sia in fondo
il cristianesimo
migliore.
Come rispondere a tali presunzioni?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Gianni Siena} ▲
Agli inizi del 20°
secolo, un ebreo di nome Myer Pearlman entrò in una chiesa pentecostale
californiana, perché attratto dal gioioso cantare della comunità radunata. Fu
subito sopraffatto dall’atmosfera e si convertì a Cristo, egli testimoniò che la
sua lunga attesa del Messia era finita: aveva trovato Colui che «attendeva».
Nella riunione successiva, mentre pregava e piangeva di gioia per la comunione
con Dio che stava avendo, sperimentò l’azione rigeneratrice dello Spirito Santo
e ne conobbe la pienezza personale. Pearlman era una persona molto colta
(conosceva diverse lingue compreso il greco del Nuovo Testamento che leggeva
correntemente). Ci ha lasciato un apprezzabile testo di dottrina («Le dottrine
della Bibbia») che, pur nella sua umana limitazione, esprime la sincera
posizione d’un ebreo che ha riconosciuto la divinità del Messia in Gesù di
Nazareth.
Quando uscì il film di Mel Gibson («La Passione di Cristo»), il rabbino
Riccardo Di Segni
(presidente delle comunità ebraiche italiane), anche per rispondere ai commenti
antisemitici di certi spettatori (gli ebrei sono attentissimi a ogni fermento
«cristiano» che potrebbe rivolgersi contro di loro), affermò che la deità di
Cristo è il frutto della credenza dei cristiani di lingua greca posteriori
all’annuncio dei missionari d’origine ebraica. Il rabbino citato (che pure non
centra con i personaggi citati da Martella) è una persona molto colta e, ne sono
certo, sa molto bene che la Deità di Gesù faceva parte integrante dell’annuncio
degli apostoli: nel giudaismo del 1° secolo le concezioni «peculiari» del
cristianesimo erano ben presenti.
Per esempio, nell’Epistola agli Ebrei si legge che Melchisedec è «senza
padre e senza madre, senza genealogia, senza origine e fine di giorni...
simile al Figlio di Dio» (Eb 7). Ciò significa che le
reali radici storiche di Melchisedec si perdevano nella notte dei tempi e non
erano più note, e in ciò era «simile» (= non identico) a Gesù, le cui origini
sono eterne (secondo il Nuovo Testamento l’incarnazione di Gesù avvenne mediante
la nascita da una ragazza fidanzata e vergine).
Nel tentativo di salvare l’uomo dal peccato ci hanno provato diverse persone
durante il corso della storia, ma hanno fallito: l’unico capace di dare speranza
e senso alla vita s’è dimostrato Gesù Cristo, che conosco da 34 anni (ne ho 54),
e la mia vita cominciò in tutti i sensi quando avevo vent’anni compiuti.
Questi «rabbi» pseudo-messianici che vogliono ridurre Gesù a un personaggio alla
loro portata, non hanno nessuna conoscenza del Messia; essi ne hanno indicati
diversi...
Barabba (Gesù morì al suo posto). Bar Kokhbah fu indicato da Rav
Akhivàh come il messia, ma il giudaismo conobbe così la seconda distruzione
definitiva (seconda guerra giudaica). Un sagace rabbino,anteriormente ai fatti,
disse a Akhivàh: «L’erba ti spunterà sulla faccia prima che il Messia sia
tornato!».
Gli ebrei conobbero un altro sedicente messia: Shabbetay Zevi, che
infiammò il cuore degli ebrei dell’Europa orientale e, dopo aver illuso le
attese ebraiche, si convertì all’Islam, assumendo l’identità di Mehmet Effendi.
Ho seguito anch’io il movimento Lubavitch e mi sono persuaso che si
tratta dell’ennesimo «update» messianico.
L’attesa messianica è un nervo scoperto per i Giudei, eppur sempre fonte
di delusione per coloro che s’entusiasmano. La disputa dei farisei con Gesù, che
non lo riconoscevano, rivela l’attesa ebraica sempre attuale d’un messia umano,
dinastico (discendente di Davide) e «politico». Gesù li confutò dicendo che il
Messia è anche Figlio di Dio e Signore di Davide (Sal 110); ma anche per questo
fu crocifisso come blasfemo.
Gli ebrei hanno un indubbio vantaggio su di noi se volessero conoscere
l’identità del Messia, hanno gli Oracoli di Dio (la Scrittura) e li conoscono da
molto tempo, ben prima del sorgere delle chiese formate esclusivamente da non
ebrei. Io mi rivolgo con fiducia ai rabbini quando si tratta di comprendere la
Scrittura e sono testimone del fatto che non esistano sapienti migliori: quel
che conosco, lo devo alle poche ma ricche spiegazioni degli ebrei colti. Ma
sull’identità di Gesù mi fido di più della potenza della Parola che
convince mediante l’azione persuasiva dello Spirito Santo: da quando Pietro
confessò Gesù quale Messia Divino (Mt 16), non è cambiato ancora nulla... sarà
così sino alla fine!
L’ultimo sedicente «messia» comparirà e sarà il peggiore di tutti: gli
ebrei stanno tornando a casa, anche da questo sappiamo che il Ritorno del
Signore è vicino, e il fallimento di coloro che in Israele s’ostinano a
disconoscere Gesù sarà manifesto a tutto il popolo. L’ostilità crescente verso
Israele e l’ebraismo, su scala mondiale e mai vista prima (!), prelude al
tentativo del nemico (satana) di disfarsi di questo popolo. Quando si rievoca la
Shoah, con tutto il dolore e la vergogna che provoca (siamo stati noi europei a
consegnare al carnefice sei milioni d’innocenti), non dobbiamo dimenticare che
questo avviene, malgrado ogni remora, in adempimento delle Parole di Dio che
stende le mani a un popolo che non lo ascolta affatto. Inoltre Gesù mise pure in
guardia i suoi discepoli dai facili entusiasmi: la «contiguità» giudea e
cristiana, che continua malgrado le polemiche e le divergenze, espone ogni
sincero cristiano a essere ingannato dai falsi «unti». È un insegnamento per
chiunque arriva a conoscere la grazia... Stiamo attenti. {15-12-2008}
2.
{Giampaolo Natale} ▲
Caro Nicola ho letto il tuo articolo e concordo
pienamente con le tue osservazioni.
Mi preme di sottolineare che in tale sito (tra le tante cose) viene sostenuto quanto
segue: «Essere ebreo significa appartenere a un popolo più che a una religione.
Secondo il precetto rabbinico, chiunque sia nato da una madre ebrea è considerato ebreo, indipendentemente
dalla sua fede e dalle sue credenze».
Viene inoltre ribadito: «A
parte pochi principi fondamentali che vengono accettati come verità assolute,
nessun ebreo può imporre agli altri cosa credere».
Tali personaggi dimenticano
però che la Legge mosaica lasciava ben poco spazio al libero arbitrio infatti
se
da un lato «le cose occulte
appartengono al Signore», dall’altro «le cose rivelate sono per noi e per i nostri
figli per sempre perché mettiamo in pratica le parole di questa legge» (Dt
29,28). Questo significa che tutto ciò che era rivelato, era dottrina di Dio,
mentre ciò che non era rivelato apparteneva al Signore e alla sua infinita
saggezza. Chi s’allontanava dalla rivelazione scritta, era da considerare
apostata, anche se di puro sangue ebreo.
La tradizione ebraica dei
rabbini (tanto decantata nel sito) ha cercato invece di sostituire costantemente
la Parola di Dio nel corso dei secoli in due modi:
■ Aggiunsero alla rivelazione divina tante speculazioni legalizzanti che, una
volta entrate nella tradizione, finirono per annullare la Parola di Dio (Matteo
15,6).
■ Cercarono di scoprire e spiegare ciò che non era rivelato, creando «favole
giudaiche», insegnando «dottrine d’uomini», «genealogie»… (vedi
cabala, gnosi giudaica; Tito 1,14; Matteo 15,9; 1 Timoteo 1,4). È utile
ricordare che Paolo mise in guardia Tito (e non solo) «da quelli della
circoncisione», che erano presenti sull’isola di Creta e seminavano queste false
dottrine dappertutto (Tito 1,10).
È altrettanto errata la dizione secondo cui ebreo
significherebbe una mera discendenza razziale, perché Paolo ricordava ai Romani
che «non tutti i discendenti d’Israele sono Israele» (Romani 9,6),
volendo in tal modo indicare che come non tutti i discendenti fisici d’Abramo
furono eredi della promessa (infatti i figli d’Agar non lo furono), così non
tutti discendenti fisici nella linea d’Isacco sono figli spirituali di Dio.
Certo essere ebreo vuol dire
appartenere a un popolo, alla discendenza d’Abramo «ai quali appartengono
l’adozione la gloria i patti la legislazione, il servizio sacro e le promesse»
(Romani 9,4), ma questo non può essere sufficiente per la salvezza dell’anima.
Ho ascoltato una volta un fratello, il quale disse che gli ebrei non hanno
bisogno di convertirsi, ma solo di tornare all’Eterno con tutto il loro cuore.
Questo è altrettanto errato e segue la stessa ideologia di pensiero del suddetto
sito. È solo in Cristo infatti che abbiamo pace con Dio.
Concludo dicendo che i
rabbini d’Israele sembrano vegliare costantemente sulle eventuali e temute
conversioni d’ebrei al cristianesimo, ma io veglierei (come ribadito da Nicola)
sulle eventuali «conversioni» al legalismo giudaizzante d’alcuni membri della
cristianità odierna. {16-12-2008}
3. {Marco Soranno} ▲
Ho come la
sensazione che l’ebraicità della fede cristiana sia quasi una moda teologica:
molti evangelici non capiscono cosa significhi realmente parlare delle radici
giudaiche della Chiesa, cosa riscoprire e cosa invece non riprendere perché
ombra delle cose che furono.
Si parla molto di Israele, si parla di danze ebraiche, di feste ebraiche, di
chiese ebraiche, ma di portare l’ebreo Gesù nel cuore non ne sento quasi parlare
abbastanza, come mai?
Io parto da due presupposti: leggiamo sì la Bibbia con la percezione dell’uomo
ebraico, senza la lente «gentile» imbevuta di filosofia greca e lassismo
occidentale, che influenza la fede, ma al tempo stesso non giudaizziamo la
nostra fede. {16 dicembre 2008}
4. {Vincenzo Russillo} ▲
Sinceramente sono
molto preoccupato, per la diffusione di queste idee. Più volte ho letto
interventi di questi signori («Romefriend», «mErA», ecc.) sul forum di
evangelici.net. Avvolte mi soffermo a leggere gli interventi e nessuno riesce a
controbattere loro, per trascuranza o per mancanza di conoscenza.
Proprio dalla lettura di questi loro scritti, avevo preso spunto per segnalarti
il loro operato che a dire il vero mi lasciava perplesso. Devo ringraziarti, per
delineato, aver punto per punto, un «identikit» di questo movimento. Adesso ho
appreso qualcosa in più su di loro e mi sono in qualche modo «immunizzato».
Credo che intraprendere un dialogo con loro sia molto arduo. Sono come i seguaci
della «torre di guardia». Molto settari e credono d’essere detentori dell’unica
verità.
Alla contestazione d’una loro falsa dottrina, affermano che gli altri libri al
di fuori della Torà non sono stati ispirati da Dio o che sono stati modificati.
Insistono con tesi poco convincenti e in netto contrasto con gli insegnamenti di
Gesù, come ad esempio: la salvezza s’ottiene convertendosi all’ebraismo,
osservando le pratiche ebraiche e così via. Mosè, invece, disse: «Il Signore
Dio vi susciterà in mezzo ai vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in
tutte le cose che vi dirà»
(Atti 3,22). Lo stesso Cristo si dichiarò superiore a Davide, dicendo: «Davide
dunque lo chiama Signore; come può essere suo figlio?» (Luca 20,44).
È vero quanto affermano che nemmeno uno yod passerà, infatti tutto quello
che Dio aveva previsto si sta compiendo, ma è anche vero che il Messia disse
rivolgendosi al centurione: «Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele,
ho trovato una fede così grande». Chi conosce Lui come Salvatore, potrà
essere salvato, perché, come disse Giovanni, «l’Agnello di Dio, che toglie il
peccato del mondo», è già arrivato per salvarci. {20-12-2008}
5. {Franco Masini} ▲
■
Contributo: Giusto oggi, vigilia della nascita di nostro Signor Gesù
Cristo, mi permetto di commentare quanto avete scritto a proposito del giudaismo
rinascente o quanto meno militante e quindi pericoloso per noi Cristiani di
tiepida fede, per i quali giustamente temete, ma non per me che di Fede ne ho
tanta; ma siccome la potrei anche perdere, ecco che cerco sempre di ragionare,
riflettere, ponderare, purché non si sorpassino i limiti dell’educazione e
rispetto […].
Penso che gli ebrei ortodossi o quanto meno messianici o giudaici tout court,
siano persone caparbie e orgogliose che non vogliono ammettere il grande
cambiamento introdotto dal NT e lo combattano più per puntiglio che per
vocazione sebbene possano creare dei problemi alla comunità che già ne ha
abbastanza, non sono almeno da noi così gravi. Quello che penso di loro,
biblicamente o teologicamente parlando, è che il popolo d’Israele (che peraltro
ammiro e anche tanto per la costanza con la quale porta avanti la sopravvivenza
del suo piccolo stato che, circondato com’è da tantissimi nemici, non ha vita
facile!), ebbene biblicamente parlando la mia idea (che per carità, può anche
essere sbagliata!) è che, una volta ultimato il suo compito, storicamente
imposto da Dio, quello cioè di dare i natali, ma anche la morte a Suo Figlio,
nella persona di Gesù Cristo, ebbene potrebbe anche sparire, sennonché rimane a
tutela della legge di base, la Torah, che è pur sempre la nostra legge, quella
cioè sulla quale ci siamo formati ed evoluti nel NT. Insensato è il loro modo
d’agire, di non adeguarsi al cambiamento che ormai da 2000 anni incombe sulla
scena del mondo e che sicuramente porterà alla salvezza. Buon Natale e... grazie
di cuore. {24 dicembre 2008}
▬
Risposta: In effetti, non ho scritto sul «giudaismo rinascente»,
ma sul «giudaismo di ritorno» fra persone che frequentano chiese
cristiane e scrivono su siti cristiani. Essi cercano di indottrinare proprio i
«Cristiani di tiepida fede» con la loro ideologia giudaizzante. Passi che i
Giudei storici «non vogliono ammettere il grande cambiamento introdotto dal NT»,
ma qui si tratta di Gentili che vogliono ritornare alla «schiavitù della legge»
e indurre gli altri cristiani a farlo, come se Paolo non avesse già affrontato
questioni del genere nelle sue lettere, specialmente in quella ai Galati.
Sebbene Cristo ci abbia «sciolti dai legami della legge, essendo morti a
quella che ci teneva soggetti, talché serviamo in novità di spirito, e non in
vecchiezza di lettera» (Rm 7,6), essi vogliono ritornare al giogo del
vecchio patto. La liberazione dalla legge mosaica è chiamata da Paolo così: «La
legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha emancipato dalla legge del
peccato e della morte» (Rm 8,1ss). E tali Gentili giudaizzanti vogliono
ritornare dall’emancipazione alla tutela di precettori!
Il piano di Dio con Israele non è finito, sebbene i Giudei, nel
complesso, rifiutino Gesù quale Messia promesso. Un giorno però, specialmente
durante la tribolazione finale, gli Israeliti «Volgeranno lo sguardo a colui
che hanno trafitto» (Giovanni 19,37; Zaccaria 12,10; Ap 1,7). Allora un
resto fedele invocherà Gesù come suo Messia. E quanti d’Israele usciranno dalla
tribolazione finale, avendo accettato Gesù quale Salvatore, saranno salvati nel
regno messianico (Rm 11,26s).
In effetti, Israele è l’esempio della pazienza di Dio e della sua fedeltà
alle sue promesse. Il suo compito non è terminato, dando i natali e poi la morte
al Messia, che rifiutò. Paolo scrisse: «Dio non ha reietto il suo popolo, che
ha preconosciuto. […] E così anche nel tempo presente, v’è un residuo secondo
l’elezione della grazia. […] E anche quelli [= i Giudei], se non perseverano
nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio è potente da innestarli di
nuovo» (Rm 11,2.5.23). Si parla della loro «pienezza» futura, quando
accetteranno Gesù quale Messia (v. 12) e della loro «riammissione» (v. 15), e
ciò sarà qualcosa di cui gioveranno quanto a benedizioni anche i Gentili e il
mondo intero. Sebbene «alcuni dei rami sono stati troncati… per la loro
incredulità», essi, «che sono dei rami naturali», quando crederanno
in Gesù, «saranno innestati nel loro proprio ulivo» (vv. 17.20.24),
poiché sebbene ostili oggi all’Evangelo, «per quanto concerne l’elezione,
sono amati per via dei loro padri» (vv. 27s).
In effetti, Israele è altresì un miracolo storico, che testimonia della
fedeltà di Dio alle sue promesse. Se si volesse fare un esperimento nella storia
— prendere un qualsiasi popolo, disperderlo fra le nazioni, perseguitarlo per
due millenni e poi pretendere di costituire un loro Stato — una tale impresa
fallirebbe. L’esistenza degli Israeliti per due millenni e il ritorno d’Israele
nella sua terra è una dimostrazione non della bravura di un popolo, ma della
fedeltà di Dio alle sue promesse, sebbene i Giudei si ostinino a non riconoscere
Gesù di Nazareth come il loro proprio e unico Messia! Se Dio fa ciò verso un
popolo oggi ostinato, quanto sarà grande la sua benedizione quando finalmente
farà la volontà di Dio, ossia accettare Gesù come unico Salvatore e Signore!
{Nicola Martella}
6. {Ivan Basana} ▲
Nota editoriale: Ho chiesto a Ivan Basana una dichiarazione della sua posizione e di
Edipi circa il gruppo che fa capo a Viel e Esposito (giudaicomessianici.it). Tale
necessità è dovuta al fatto che non si faccia di tutta l'erba un fascio riguardo
alle iniziative di cristiani biblici a favore d'Israele e perché non si confonda
chi vuole giudaizzare la chiesa da chi vuole invece incoraggiare la conversione
di Giudei all'Evangelo e iniziative in loro favore. Ecco la su risposta
ufficiale quale direttore di «Evangelici d'Italia per Israele», di cui sono
grato.
Riguardo alla posizione d’EDIPI o mia personale relativamente al gruppo di
Viel-Esposito è di stupore e curiosità in quanto ho conosciuto Andrea Viel più
per motivi tecnico-professionali che non spirituali. Lui è o era un operatore
che s’interessava di video-riproduzioni e nel momento in cui abbiamo (con la mia
azienda) rilevato «Fede-Film» per trasformarla in «Cinema
Verità», c’è stato un iniziale e maldestro contatto con lui. M’aveva
incuriosito la sua affermazione relativamente al suo nome che poteva esser
l’anagramma di Levi e quindi un camuffamento di Ebrei-marrani veneti (il
toponimo Viel è frequente nelle province di Belluno, Treviso e Venezia). Il
pericolo reale del loro gruppo è la propensione a un atteggiamento incline a
giudaizzare la chiesa. Per quanto riguarda EDIPI penso che il nostro sito sia
più che chiaro riguardo a chi siamo e cosa ci proponiamo. Non siamo e non
vogliamo essere una denominazione, piuttosto un movimento di fratelli evangelici
(alcuni di loro sono anziani e pastori di chiesa) con una particolare
sensibilità al ruolo che riveste Israele ai nostri giorni. Nessuno di noi vuol
fare assemblee messianiche, in quanto operiamo e viviamo nelle rispettive
comunità evangeliche d’appartenenza; e c’è una fattiva collaborazione con il
fratello Rinaldo Diprose (consigliere teologico di EDIPI) che conosco da molti
anni, in quanto io sona nato spiritualmente nella iniziale assemblea, allora dei
fratelli, di Padova curata da Pietro Bolognesi.
Ti ho scritto questo, perché tu possa conoscermi meglio
e da questa mia missiva puoi estrapolare e pubblicare le parti più adatte alla
tua domanda. {29 dicembre 2008}
7. {Bruno Colucci} ▲
Buon giorno, mi
sono registrato sul vecchio sito dei giudaico-messianici e dopo un breve
diverbio con gli autori ne sono uscito veramente rattristato e sconcertato (vedi
sotto il tema: «Quale Bibbia» e con Nick Bruggol).
È la seconda volta che faccio un’esperienza del genere. La prima volta ho
contattato l’autore del sito «imninalu» (cfr. la serie sul NT:
Romani), che con grande interesse per quello che scriveva sul V.T., ho intrattenuto con lui (giudeo-messianico
rom) una ricca e lunga corrispondenza per due anni circa intorno al 2005. Le
divergenze sono affiorate quando ha cominciato a scrivere la propria esegesi sul
N.T. culminate con la sua spiegazione della lettera ai Romani (di cui sopra
riporto il link della sezione). La lunga esperienza epistolare non ha più avuto
seguito per la mia «mancanza di condi(visione)» relativa alla sua
interpretazione.
Leggendo il tuo articolo in merito su «Fede controcorrente», ho capito che
quello che sembrava una rondine fuori stagione, è invece una corrente di
pensiero e anche pericolosa! […] Un saluto nel Signore Gesù. {20 gennaio 2009}
8. {Gianni Siena} ▲
Caro Nicola, pace
del Signore a te e al sito. Noi non abbiamo nulla (!) da spartire con questi
«giudeo- messianici», sappiamo che gli ebrei aspettano ancora il messia, ma Egli
già venne in casa sua e non fu ben accolto (Gv 1,11). Sappiamo anche che Gesù fu
dato in pasto ai carnefici romani per coprire qualcosa che i capi giudei
stavano tramando nel momento stesso dell’arresto del Signore. Erano timorosi
di perdere l’appoggio del popolo, avevano timore che i romani distruggessero
capitale e nazione (Gv 11,47-48). Qualche tempo dopo il «fantasma» dell’abbietta
esecuzione preoccupava ancora i maggiorenti ebrei (At 5,28).
Vorrei sapere che cosa significasse per un ebreo, in quel periodo, l’attesa d’un
messia davidico ma solamente umano? Concezione peculiare ma insufficiente
dei farisei, che Gesù denunciò. Egli citò le Scritture che sottolineano le
origini (umana e divina) del Figlio dell’Uomo (Mc 12,35-37).
La concezione farisaica aveva dei risvolti politici molto marcati tratti
dalla Bibbia, dunque, non saremo noi ad annullare il diritto politico del Messia
a regnare su ogni uomo… «chiunque» Egli sia! Ma se crediamo che si tratti di
Gesù, è che sappiamo anche con quanta sincera chiarezza Egli mise in guardia i
suoi seguaci dal pensare a un «regno a breve». Lo fece anticipando in modo
«brutale» la prossima distruzione del tempio e della città santa, e della
dispersione dolorosa del popolo… contro ogni «previsione» inculcata (Mt 24; Lu
21; Mc 13). Tutto ciò è storia e se gli ebrei piangono (spesso soli) le vittime
della bi-millenaria shoah (in questi giorni ricordiamo le vittime del nazismo),
ciò avvenne per non aver ascoltato il Nazareno.
L’attesa «imminente» del Regno di Dio era forte tra i discepoli di Gesù e
solo la parola del Maestro risorto valse a distoglierli da quell’idea, che è
dimostrabile come pericolosa (At 1,8-9). Essi erano dunque dei buoni giudei e
non desideravano altro che il bene del loro popolo, ma fecero bene ad ascoltare
Gesù.
Nella concezione suddetta (farisea) il manifestarsi del messia avrebbe
rovesciato l’impero romano e dato preeminenza all’impero davidico. In quel
rovesciamento vi sarebbe stato un fatto che Gesù non avrebbe mai accettato: i
popoli schiavi d’Israele.
Il timore che le nazioni hanno del popolo ebraico è ben espresso nell’infame
libro dei «Protocolli dei Savi di Sion». L’ho letto e, certamente, non è opera
d’un ebreo; ma tutti devono sapere che dal popolo ebraico uscirà l’anticristo.
Non sarà altrimenti, quel «mistero d’empietà» era già operante nel 1° secolo,
dietro le quinte della storia, esso ha continuato a operare ma ostacolato dai
piani di Dio (2 Ts 2,6-7). A suo tempo, costui sarà rimosso dal Signore stesso,
al suo riapparire in gloria (2 Ts 2,7).
Oggi i segnali di questo mistero sono evidenti, nel tentativo di cancellare
l’influenza che il cristianesimo esercita sul mondo intero. Nel tentativo
d’introdurre dosi massicce di «evoluzionismo» nella testa di miliardi
d’esseri umani. Anticamente s’insegnava che v’erano uomini «nati dalla terra» e
al servizio degli «dei» (uomini anch’essi ma d’origini «superiori»). Oggi si
vuol far credere che siamo i discendenti di brute scimmie preistoriche. Dietro
questa propaganda v’è a mio avviso la stessa mano d’empietà, essa contamina
anche gli ebrei: in certi scritti rabbinici v’è una sottolineata superiorità
del popolo ebraico rispetto agli altri (goyim).
L’apostolo Paolo dibatté questa questione e sottolineò il vantaggio indubbio
dei giudei: a essi furono affidate le rivelazioni di Dio (Ro 3,1-2).
L’apostolo ricordò anche, però, che per l’incredulità d’una parte d’essi è
avvenuta una parziale apostasia in Israele. Ma che questa non annulla la fedeltà
amorevole di Dio (Ro 3,3).
Le mie parole non convinceranno i «giudeo-messianici» suddetti (= che
negano la deità del Messia) a recedere da posizioni che la storia ha già
dimostrato false, né mi spaventa l’impossibilità di «dialogo» con essi. I primi
cristiani non riuscirono a «dialogare» con i loro consimili ebrei, essi erano
addolorati ma consapevoli della tragica fine prossima del giudaismo (1 Ts 2,16)
Il sistema «mosaico» (= quel che ne restava nel legalistico sistema religioso
ebraico d’allora) era prossimo al collasso (Eb 8,13).
Gli autentici eredi ebrei attuali dei primi ebrei cristiani sono dolorosamente
consapevoli del fallimento d’Israele e dell’origine dei guai del loro popolo a partire
dalla morte di Gesù. Nel libro di Michea (5,1-2) v’è scritto che quei guai sono
da collegare a quell’Uomo ingiustamente dato in mano agli iniqui. L’Unto ucciso
ingiustamente e con il consenso di tutti (Dan 9,26) è la riprova che Gesù solo è
il Messia (= Cristo): «Da quando uscì l’ordine di riedificare Gerusalemme»
(Dan 9,25), le 62 settimane d’anni finiscono esattamente nell’anno della
crocifissione del Figlio di Dio; con il calendario ebraico alla mano è facile
fare questi conteggi cronologici. [Per l’approfondimento si veda Nicola
Martella, «Daniele»,
Radici 5-6 (Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 83ss. Nicola Martella
(a cura di), «Le settanta
settimane di Daniele», Escatologia biblica essenziale.
Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 380-386.] Quello che mi
dispiace è che negli scritti e nelle dichiarazioni degli ebrei su Gesù, le
Scritture profetiche citate non sono mai prese in considerazione. I nostri
predecessori e primi discepoli di Gesù furono perseguitati e maltrattati per
aver osato proclamare queste verità amare, ma che la storia può testificare.
Si dice che gli ebrei vogliano ricostruire il Tempio, e avverrà prima o poi, ma
questo non sarà foriero di pace e requie per le pecore d’Israele: le Profezie
sono ancora pronte ad adempiersi nuovamente come nel 70 e nel 135 d.C. La Parola
di Dio assicura però che alla fine Israele si convertirà; al momento, è
ancora presto per entusiasmarsi dietro i successi di questo popolo nel
ricostruirsi una patria e un’identità. La rinascita dello stato ebraico è, a mio
avviso, strumentalizzata a fini che inguaieranno gli ebrei. Gioisco per le
«doglie» suddette, perché anche questo è stato preannunciato da Dio ed è una
tappa dolorosa ma inevitabile per la rinascita finale del Popolo di Dio. Tutto
ciò mi fa gioire, ma questo mi dice pure che l’ora di fare festa non è ancora
giunta, qualcosa mi spinge a «aspettare» ancora un po’… Lo Spirito ha agito
e la Nazione s’è ricomposta, ma lo Spirito del Signore sarà ancora più incisivo:
Israele dovrà risuscitare spiritualmente! (Ez 37,1-14). Questo auspico a Israele
e a quei «giudeo-messianici» suggerirei di rileggersi la Bibbia ebraica da cima
a fondo… Io so che lo Spirito Santo guida le persone sincere e desiderose di
conoscere la Verità, anche quando non hanno ancora una piena comprensione.
Io amo Israele, non ho nessuna remora ad affermarlo, ma aspetto
di poter riabbracciare i miei Fratelli ebrei… non posso fare altro e pregare per
la loro salvezza. Per il resto aspetto il ritorno del mio Signore e Maestro, che
dette la sua vita per me, un giorno di circa duemila anni fa. Lo aspetto dal
cielo (= ed è il Figlio di Dio), mentre il «messia» sponsorizzato dagli uomini è
dalla terra e avrà l’animo alle cose della terra. {24-01-2009}
9. {Bruno Colucci} ▲
■
Contributo:
Ciao Nicola, […]. I rappresentanti del sito giudaico-mesianici non li
conosco e solo da voi (rimbalzato dalla loro risposta sul loro sito) ho capito
chi fossero. Attraverso una lettura dei loro articoli ho comunque notato che
sono impegnati con maldestra capacità a lucidare la ruggine della loro
tradizione o a mistificare la verità del Vangelo. Quello che non capisco è cosa ci fanno due gentili (io
pensavo che fossero ebrei) a schierarsi dottrinalmente su un fronte che per loro
è comunque precluso. O forse hanno scoperto d’avere nel dna qualcosa della casa
d’Israele dispersa? {22 gennaio 2009}
▬
Risposta:
Luigi
Esposito è, come lui stesso dice, un Gentile. Andrea Viel potrebbe essere
discendente di «ebrei marrani», ossia i suoi avi mutarono il loro nome (Levi),
facendone un anagramma, per sopravvivere alla persecuzione cattolica. Lui faceva
parte d’una chiesa carismaticista fino a poco tempo fa, visto che era in tale
veste che mi scriveva; la sua scoperta del giudaismo talmudico dovrebbe essere
una cosa relativamente recente, in cui lentamente è scivolato, probabilmente
sotto l’influenza di altri.
Ambedue comunque, rispetto al giudaismo classico (2 Cor 3,13-16), hanno scelto
di mettersi di proposito il «velo» in faccia, quando leggono l’AT, quindi dopo
aver conosciuto l’Evangelo. Come i Galati, chiamati da Paolo «insensati», hanno
cominciato con la grazia e lo Spirito e vogliono raggiungere la perfezione con
la carne e con le opere (Gal 3,1ss), rinnegando così Gesù quale Messia, quindi
come Salvatore e Signore. Essi vogliono ora seguire il Talmud, ossia gli scritti
di quei rabbini farisei, che Giovanni Battista e Gesù chiamarono «razza di
vipere» (Mt 3,7 + Sadducei; 12,34) e che Gesù apostrofò in modo altrettanto
pesante in Matteo 23 (ipocriti, guide cieche, ecc.) e in altri brani, in cui li
accusa di aver abolito la Parola di Dio mediante le loro tradizioni (Mt 15,6; Mc
7,13).
Se non si ravvedono in fretta, penso che le loro menti diventeranno sempre più
ottuse rispetto all’Evangelo (2 Cor 3,14). Allora Gesù Cristo dovrebbe essere di
nuovo posto a infamia ed essere crocifisso, cosa che chiaramente è impossibile:
«Quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e
sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola
di Dio e le potenze del mondo a venire, se cadono, è
impossibile
rinnovarli da capo a ravvedimento,
poiché
crocifiggono di nuovo
per conto loro il Figlio di Dio, e
lo espongono a
infamia»
(Eb 6,4ss). Non si può che pregare che Dio abbia pietà di loro.
10. {Nicola Martella} ▲
Andrea Viel ha scritto sul suo
sito a mio riguardo. Qui segue la mia risposta a lui. Si veda il suo profilo
su
Facebook.
Caro Amico Andrea Viel, shalom. Non so perché tu non riceva le mie comunicazioni. In ogni modo, ti
scrivo al tuo nuovo indirizzo (presente sul tuo sito). Sul fatto che nella tua
comunità c’era una pastora ti rimando a quanto da te affermato in «Il
pastorato femminile? Parliamone 1» (12-2007) e a comunicazioni personali, di cui dovrei avere da qualche parte una
copia. Non eri felice di questo, ma la comunità carismatica da te frequentata,
era condotta da una pastora, visto che, come tu dicevi, fra i credenti filippini
(come tua moglie), ciò è normale. Ti ricordo pure le tue simpatie per la
controversa esoterista Kathrin Kuhlmann (oltre per altre donne pastore che hanno
influenzato positivamente la tua vita, come tu dicevi) e la tua ammirazione per
la pastora Roselen Boerner Faccio del Ministero Sabaoth
di Milano; se vuoi ti mando tale parte.
Tutto questo mi pare ora secondario rispetto alle tue scelte attuali. Se uno ha
delle convinzioni, non deve vergognarsi d’esporle e d’esporsi. Sarei curioso di
sapere che cosa ne pensa tua moglie, oltre alla tua ex (?) comunità.
Ricordo quello che mi scrivevi nel nostro confronto «Contingenza
e responsabilità» non tanto tempo fa (11-2007), indicando all’Evangelo di Gesù: «Se Gesù ci ha
dato un comandamento di proclamare il vangelo a tutti, perché solo
l’essere salvati, una reale nuova nascita può non solo farci evitare le fiamme
eterne, ma produrre un tale cambiamento — cose vecchie passate, ogni cosa nuova
— che il rapportarci l’uno con l’altro diventa occasione di crescita e sviluppo,
e non di distruzione e odio; come mai il nostro messaggio non ha forza?» E
ancora: «Il logo dei miei programmi televisivi è
GC3Veuropa. Che vuol dire, Gesù Cristo Via Verità Vita per l’Europa.
Questo, e solo questo, m’interessa nel mio messaggio in televisione».
Dove stanno ora tali cose in te? In poco più di un anno hai rinnegato Gesù quale
Messia e sei tornato alla logica di «precetto sopra precetto»? Sei passato
dall’Evangelo (grazia mediante il sacrificio di Gesù, il Cristo) a che cosa
(legge, opere, auto-giustificazione)? Chi o che cosa ti ha ammaliato? I Galati e
i Corinzi, sobillati da ideologi giudaisti, insegnano. Possibile che tu da
seguace convinto di Gesù, il Messia promesso e adempimento del Tenak (AT), sia
passato a uno che vuole giustificarsi con le opere della legge mosaica? Dopo
aver abbandonato il Figlio di Dio, pensi di avere ancora il Padre? (1 Gv 2,23; 2
Gv 1,9). Stento a crederci. Valga per Andrea Viel e i suoi accoliti quanto Gesù
disse ai Giudei d'allora: «V’ho detto che morrete nei vostri peccati; perché
se non credete che sono io (il Cristo), morrete nei vostri peccati» (Gv
8,24).
Saluti in Gesù Messia, unico Mediatore fra Dio e gli uomini... Nicola Martella
Faccio seguire
alcuni versi sulla «sana dottrina» del nuovo patto e su ciò che mette fuori
dottrina:
■ «Io vi ho scritto non perché non conoscete
la verità, ma perché la conoscete, e perché tutto quel ch’è menzogna non ha a
che fare con la verità. Chi è il mendace se non colui che
nega che Gesù è il Cristo?
Esso è l’anticristo, che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega
il Figlio, non ha neppure il Padre;
chi confessa il Figlio ha anche il
Padre» (1 Gv 2,21ss).
■ «Chi passa oltre e non dimora
nella dottrina di Cristo, non ha Dio.
Chi dimora nella dottrina ha il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e
non reca questa dottrina, non lo
ricevete in casa, e non lo salutate; perché chi lo saluta partecipa alle
opere malvagie di lui» (2 Gv 1,9ss).
■ «Predica la Parola, insisti a tempo e fuor
di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo.
Perché verrà il tempo che non sopporteranno la
sana dottrina; ma per prurito
d’udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie e
distoglieranno le orecchie dalla
verità e si rivolgeranno alle favole» (2 Tm 4,2ss), ossia «a
favole giudaiche e a comandamenti d’uomini che voltano le spalle
alla verità» (Tt 1,14).
■ «Ogni
Scrittura ispirata da Dio è utile a insegnare, a riprendere, a
correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto,
appieno fornito per ogni opera buona» (2 Tm 3,16s).
■ «Io lo dichiaro a ognuno che ode le parole
della profezia di questo libro: Se qualcuno vi aggiunge qualcosa,
Dio aggiungerà ai suoi mali le
piaghe descritte in questo libro; e se qualcuno toglie qualcosa dalle
parole del libro di questa profezia, Dio
gli toglierà la sua parte dell’albero della vita e della città santa,
delle cose scritte in questo libro» (Ap 22,18s).
11. {} ▲
12. {} ▲
►
Dalla luce di Cristo alle tenebre del giudaismo {Nicola Martella} (A)
►
Giudaico-messianici ed etero-cristiani {Giampaolo Natale - Nicola Martella} (A)
►
Costumi dei cristiani giudaici e questioni connesse {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/T1-Falsi_maestri_messianici_oggi_Sh.htm
15-12-2008; Aggiornamento: 06-03-2012 |