Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Giudaismo

 

 

 

 

Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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EBREI SIONISTI E ANTISIONISTI

 

 di Argentino Quintavalle

 

La questione del lettore

La risposta

 

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La questione del lettore  

 

Cari fratelli, ho appreso con stupore che esistono degli ebrei ultra-ortodossi che sono antisionisti. Tutto ciò mi ha sorpreso parecchio perché trovo le due cose inconciliabili. Ho visto, quando alcuni mesi fa il presidente iraniano aveva organizzato un incontro in Iran, per dimostrare che lo Stato d’Israele non aveva diritto d’esistere; a quell’incontro erano presenti alcuni ebrei dall’inconfondibile abito e look ortodosso che si stringevano la mano in maniera davvero calorosa con il presidente Ahmedineijad. Sapete dirmi qualcosa al riguardo? Fraterni saluti. {Gaetano Nunnari; 10-05-2008}

 

 

La risposta ▲

 

Si racconta nell’ebraismo il seguente detto: «La Torà, c’è chi la tira di qua e chi la tira di là». Come nel cristianesimo, anche nel giudaismo ci sono molti modi di vivere la propria convinzione religiosa. Credo che la stessa cosa valga per il sionismo; ognuno dice la sua su cos’è.

     Oggi abbiamo un giudaismo riformato che si concentra sull’etica, tralasciando la Torà e Israele. Abbiamo il nazionalismo ebraico secolare, che ha fatto del popolo d’Israele il suo interesse principale, trascurando Dio e la Torà. Abbiamo l’ortodossia, con la sua intenzione di difendere l’osservanza religiosa e la tendenza a sottolineare la supremazia della Torà, senza tenere in alcun conto Dio e Israele, e portando spesso al legalismo religioso.

     «Il sionismo è il ritorno al giudaismo ancora prima del ritorno alla terra degli ebrei», disse Herzl nel suo discorso inaugurale al primo congresso. Cosa significa? Che il giudaismo senza regole (della Torà) è come un albero senza radici. Per più di 1800 anni gli ebrei sono stati un popolo senza terra. Ora hanno la terra (ma a che prezzo!), ma rischiano di perdere il popolo per la diversità d’idee.

     Eppure l’idea sionista non è derivata dalla Torà: è nata dall’amore per Israele. Il sionismo moderno è nato come un’intuizione, dapprima come un sogno e poi come una visione e, infine, come azione. Per quasi duemila anni il popolo ebraico ardeva di desiderio, d’attesa, poi ha tradotto duemila anni di preghiera in azioni. È stata la misteriosa volontà di Dio a far sì che gli ebrei non osservanti dovessero essere i leader carismatici per svegliare il popolo, creando le condizioni per condurlo nella terra dei loro padri.

     La rifondazione dello Stato d’Israele è un evento incredibile e senza precedenti nella storia. La sua esistenza s’eleva al di sopra del caos della storia. Questo è un momento importante della storia ebraica. La prima generazione se n’è andata, i giovani sono in attesa, chiedono e stanno cercando il significato spirituale della vita. Purtroppo i leader non sono in grado di rispondere, guidare, illuminare.

     Fatta questa doverosa premessa, veniamo al problema. Ci sono dei rabbini antisionisti, i quali operano un distinguo tra giudaismo e Stato d’Israele. Fanno parte dell’ebraismo ultra-ortodosso e non nascondono certe amicizie con il mondo islamico. Il gruppo degli ebrei etichettato come antisionisti si chiama Neturei Karta (una setta di qualche migliaio d’aderenti).

     Qualcuno di loro andò a Teheran a trovare Ahmadinejad. Fu ben accolto. Entrambi, anche se per motivi diversi, vogliono vedere la fine dello Stato d’Israele. Questi sono i casi più eclatanti, ma ci sono anche degli antisionisti più moderati. Ciò che li accomuna è la convinzione che il popolo ebraico, dopo la distruzione del tempio, è condannato a vivere nella diaspora. Solo con la venuta del Messia, essi potranno tornare a governare su Israele. Dal loro punto di vista, il sionismo è un’eresia, perché presuppone l’esistenza d’uno Stato ebraico senza il Messia. Infatti, il laico e socialista Theodor Herzel diede fastidio a molti ebrei religiosi europei.

     Oggi, c’è molta differenza tra i religiosi ortodossi e quelli ultra-ortodossi. Quest’ultimi mantengono un certo scetticismo nei confronti dello Stato ebraico, mantenendosi ai margini, pur accettandone l’esistenza. Naturalmente c’è una notevole differenza, tra loro e quelli che ne invocano la distruzione e vanno a trovare Ahmadinejad. Ma hanno ben poco seguito e vengono trattati come matti.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A2-Ebrei_sion_antisionisti_Sh.htm

09-06-2008; Aggiornamento:

 

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