1. ENTRIAMO IN
TEMA
1.1. I
LUOGHI COMUNI: Uno dei luoghi comuni, che si sentono e leggono in giro,
è proprio quello della sedicente perdita delle dieci tribù del regno del
nord (Efraim o Israele), che furono deportate nella cattività assira intorno al
722 a.C. Si afferma che, dopo la deportazione dei Giudei in Babilonia (586
a.C.), solo questi ultimi sarebbero tornati in Patria. Si sono creati vari «misteri»
intorno alla presunta perdita delle tribù del regno del nord. Tale subdola
convenzione ha alimentato la fantasia di romanzi escatologici e
fantascientifici. Leggendo in giro, gli uni identificano tali Ebrei persi
e dispersi con i Mudjahidin dell'Afganistan, altri con specifiche tribù dai
particolari usi e costumi, come gli Sciti. Alcuni vogliono identificarli
con le popolazioni del nord Europa, particolarmente con gli Scandinavi e
con gli Anglosassoni, specificatamente con gli Inglesi e gli Irlandesi e,
perciò, con le popolazioni europee immigrate negli Stati Uniti, nel
Canada, nell’Australia e nella Nuova Zelanda. Non manca neppure chi identifica
tali Ebrei dispersi addirittura con gli Italiani, eredi degli antichi
Romani. E chi più ne ha, più ne metta.
1.2. LA QUESTIONE:
La storia delle 10 tribù d’Israele, disperse in Assiria, ritorna di frequente
negli scritti dei gruppi giudaico-messianici, e questa è una cosa che
vorrei capire meglio, perché nel sito «imninalu»
è uno dei punti fondamentali, su cui l’autore ritorna ben volentieri a
sottolineare la «purezza dottrinale» della Casa di Giuda rispetto
alla Casa d’Israele, che comunque deve essere ancora tratta dalle nazioni. La
Casa di Giuda, invece, grazie all’assurdo assunto di una sua «continua»
fedeltà alla Legge, sussisterebbe tutt’oggi e sarebbe pronta a riunirsi
alla Casa consorella. In questo intreccio di termini tra Casa, Popolo e Tribù,
che noi mischiamo spesso, tale autore invece ne sottolinea le distinzioni, su
cui poi costruisce la relativa credenza. {Bruno Colucci; 22 gennaio 2009}
2.
LE RISPOSTE
2.1. GIUDA PIÙ FEDELE
DI EFRAIM?:
Non affronto qui in dettaglio la questione della presunta continua fedeltà
della tribù di Giuda alla Legge. Ricordo ciò, che disse Dio tramite il profeta
Ezechiele riguardo alle prostituzioni e agli adulteri (sia
spirituali che morali) di Giuda; i termini ricorrenti sono, ad esempio: cuore
adultero, adulterio con i loro idoli esecrandi, abominazioni, prostituirsi,
prostituta, prostituzioni ad ogni passante, con stranieri e vari popoli
(Egiziani, Assiri, paese di Canaan fino in Caldea), impudicizia, lussuria,
scelleratezza, sacrifici umani, sangue sulle mani, cuore vile (Ez 6,9;
16,15s.20.22.25-41; 20,30; 23,3-19.27ss.35ss.43ss; 43,7.9). Le prostituzioni e
gli adulteri di Giuda superavano quelle di Efraim (Ez 23,11.14).
Addirittura Sodoma venne indicata come «sorella minore» e come meno colpevole di
Giuda (Ez 16,46-49.56; cfr. Is 1,9s; 3,9; 23,14; Lam 4,6); al tempo del NT
Gerusalemme fu chiamata «la gran città, che spiritualmente si chiama Sodoma
ed Egitto» (Ap 11,8). Basta leggere il libro di Malachia, per accorgersi
dello stato di tale «purezza» e «fedeltà» del popolo.
2.2. LE TRIBÙ
D’ISRAELE ERANO VERAMENTE PERSE?:
Sulla presunta perdita delle 10 tribù si costruisce un’intera ideologia
dottrinale. Questo è diventato oramai un tale luogo comune che viene
ripetuto da varie persone in libri, conferenze e in internet, senza che a
nessuno di loro viene in mente di controllare, se le cose storicamente e
biblicamente stanno veramente così.
In effetti, però, non si
dovrebbe parlare di 10 tribù perse e disperse, ma di Israeliti di tutte
le tribù, che non tornarono con Zerubabele in patria, compresa la gran parte
dei figli di Giuda, i quali rimasero nella vasta diaspora per motivi
d’opportunismo. In 1 Cronache 9,2s è scritto chiaramente: «Ora i primi
abitanti che si stabilirono nei loro possessi e nelle loro città, erano
Israeliti, sacerdoti, Leviti e
Nethinei. Gerusalemme si stabilirono dei figli di Giuda, dei figli di Beniamino,
e dei figli di Efraim e di Manasse». Queste due ultime tribù
erano il cuore dell’ex-regno del nord, chiamato anche semplicemente «Efraim». In
Esdra 1,5 furono menzionati, oltre ai capi famiglia delle tribù di Giuda,
Beniamino e Levi, anche «tutti quelli, ai quali Dio aveva destato lo spirito»,
ossia gente delle altre tribù. Sebbene si parlasse di Giuda e di
Beniamino come nucleo principale (Esd 4,1; 10,9), per semplificazione si designò
il tutto come «popolo di Giuda» (4,4), intendendo così gli «abitanti di Giuda e
di Gerusalemme» (4,6) e «tutti quelli della cattività» (10,7).
Degli stessi Giudei veri e
propri tornarono una parte relativamente piccola, poiché in tutto erano
50.000 Israeliti, fra Giudei e altre tribù. Poiché il territorio del regno
del nord era occupato dai Samaritani, tutti si stanziarono in Giuda e,
semplificando, col tempo furono identificati come Giudei e giudaismo.
Perciò, i popoli circonvicini parlavano di loro come «Giudei» (Ne 4,1s),
costituendo essi il nucleo portante e abitando essi nell’antico territorio di
Giuda, ossia il territorio intorno a Gerusalemme (Esd 1,2s; Ne 1,2; 2,7). Perciò
per semplificazione si parlava di «quelli di Giuda» (Ne 4,10) e di «tutta
la casa di Giuda» (v. 16), o semplicemente di Giuda (Ne 6,17s; 13,12.15ss).
Come già prima fu Zerubabele (Ag 1,1.14; 2,1.21), Nehemia stesso era «governatore
nel paese di Giuda» (Ne 5,14), che i nemici denunziarono come fosse un «re
in Giuda» (Ne 6,7). Dopo la distribuzione delle terre, in provincia si
stabilirono «Israeliti, sacerdoti, Leviti, Nethinei e figli dei
servi di Salomone» (Ne 11,3.20), mentre a Gerusalemme specialmente Giudei e
Beniaminiti (v. 4). Anche i Nethinei e i figli dei servi di Salomone non
erano Giudei, ma addirittura Gentili.
In Esdra 3,1 si parlò del
fatto che i «figli d’Israele» s’erano stabiliti nelle loro città; anche in
seguito si parla non dei Giudei soltanto, ma dei «figli d’Israele» e della
«progenie d’Israele» (Ne 9,1s). Si parlò delle seguenti categorie: «I
figli d’Israele, i sacerdoti, i Leviti e gli altri reduci
dalla cattività» (Esd 6,16.21; 7,7; Ne 10,38), oppure generalmente dei
«figli d’Israele» (Ne 1,6; 2,10; 8,1; 9,1). A Gerusalemme c’era la «porta di
Efraim» (Ne 8,16; 12,39), che non cambiò nome.
Per semplificazione fu
scritto che Aggeo e Zaccaria «profetarono nel nome del Dio d’Israele ai
Giudei che erano in Giuda e a Gerusalemme» (Esd 5,1). Nel regno persiano
Giuda e Gerusalemme (Esd 7,14; 9,9; 10,7) erano chiamati nel complesso
«provincia di Giuda» (Esd 5,8). Zaccaria parlò, in effetti, alla «casa di
Giuda» e alla «casa d’Israele» come entità presenti (Zc 8,13)
e riassunte nel «rimanente di questo popolo» (v. 11). Data la minoranza
dei rimpatriati rispetto alla massa rimasta nella diaspora, essa venne riassunta
in «Gerusalemme e casa di Guida» (vv. 15.19), poiché a quel tempo il
tempio non era stato ancora edificato, Gerusalemme non era stata ancora
ricostruita (lo fu poi con Nehemia) e gli Israeliti non avevano ancora occupato
le terre loro destinate per sorteggio. Anche in seguito Zaccaria parlò al
presente di Gerusalemme e di Efraim (Zc 9,10) o di Giuda e d’Efraim (Zc
9,13), oltre che al futuro (10,6s).
Anche Malachia parlò al
presente d’un Giuda perfido e profanatore e d’un Israele e d’una
Gerusalemme abominevoli (Mal 2,11). Quindi, altro che purità morale e
dottrinale!
2.3. LA SITUAZIONE AL
TEMPO DEL NT:
Fra la Giudea e la diaspora c'era un’osmosi continua durante il corso della
storia. Al tempo di Gesù troviamo varie persone, di cui fu detto che non
erano Giudei di nascita, ad esempio Anna (tribù di Ascer; Lc 2,36). Gesù
stesso parlò delle «dodici
tribù d’Israele» (Mt 19,28), senza menzionare che al momento fossero
disperse. Anche Paolo parlò nel suo presente delle «nostre dodici
tribù, che
servono
con fervore a Dio
notte e giorno, sperano di vedere il compimento» (At 26,7);
quindi, non sapeva nulla di tribù perse e disperse. Egli stesso apparteneva alla
tribù di Beniamino (Rm 11,1; Fil 3,5). Giacomo scrisse alle «dodici
tribù, che sono nella dispersione» (Gcm 1,1). L’unica tribù, che si è
veramente persa per sempre, è la minuscola Dan, che non ricorre
nell’elenco (Ap 7,4-8); essa fu sostituita nell'elenco. Anche in seguito,
Giovanni parlò delle «dodici
tribù dei figli d’Israele» (Ap 21,12), senza aggiungere che erano
disperse o perdute al momento.
3. ASPETTI
CONCLUSIVI:
Quella delle tribù perse e disperse d’Israele, riferendosi al regno del nord
soltanto, è quindi una delle tante «favole giudaiche» (Tt 1,14). Tutte le
tribù furono disperse, anche Giuda, e di tutti loro tornò solo una minima
parte nella Terra Promessa. In tutto il mondo d’oggi esistono Israeliti di tutte
le tribù, che ben sanno di appartenere al popolo storico di Dio e non di rado
occupano importanti posizioni nella società. Altri Israeliti di tutte le tribù
si sono assimilati alle nazioni e hanno dimenticato le loro radici. Ad altri
ancora non importa nulla delle proprie radici etniche, anzi sono atei,
libertini, esoteristi, massoni e quant’altro.
►
Le sedicenti tribù disperse d’Israele? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Tribu_disperse_Israele_R56.htm
29-01-2009; Aggiornamento: 21-10-2012
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