Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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RIMBOSCARE ISRAELE

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  LA QUESTIONE: Ho ricevuto una lettera elettronica dalla segreteria della «Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose» dal titolo «Solidarietà a Israele urgente» firmata dalla prof.ssa Edda Fogarollo. Essa conteneva degli allegati: una presentazione PowerPoint fatta in Israele e una sua lettera più estesa. Riporto i testi, formattandoli opportunamente ed evidenziando alcuni concetti in grassetto, che tratterò sotto. Ecco dapprima il testo di base:

     Comunicazione urgente: È triste quanto sta accadendo a Israele, e il terribile incendio del Carmelo, che ha messo a dura prova tutto il popolo, ha fatto nascere in me il desidero di aiutare Israele al rimboschimento del monte di Elia.

     Ho contattato l’associazione ebraica KKL Italia, la quale ha curato da oltre un secolo l’ambiente naturale di Eretz Israel, e mi ha autorizzata a promuovere iniziative di sostegno in Italia.

     Mi piacerebbe portare a conoscenza dei colleghi e degli studenti che per aiutare Israele, basta un piccolo click.

     Allego anche un file di foto dell’incendio. {14-12-2010}

 

In allegato c’era una lettera più nutrita che riporto integralmente:

     Carissimi colleghi e studenti, il devastante incendio divampato in Israele nella zona del Monte Carmelo (Har-ha-Carmel), nel nord d’Israele, oltre ad aver causato la morte di 42 persone e il ferimento di molte altre, ha privato di un tetto più di 17 mila persone. Inoltre ha distrutto terribilmente il polmone verde d’Israele e del Mediterraneo, lasciando solo le ceneri di oltre 5.000 ettari di foresta e carbonizzando circa 5 milioni di alberi. Moltissimi di questi alberi, piantati dalla mano dei primi gruppi di giovani ebrei russi, fuggiti dai Pogrom, avevano messo radici in terra ebraica da più di un secolo. Altre piante, invece, erano il frutto dell’opera di forestazione fatta dalla KKL (Keren Kayement Le Israel), un’organizzazione ecologista, istituita nel mese di dicembre 1901 (e tutt’ora esistente, anche in Italia), durante il quinto congresso sionista con lo scopo di acquistare la terra grazie ai risparmi, che gli Ebrei di tutto il mondo raccoglievano nel famoso Bossolo (salvadanaio).

     Possiamo aiutare il popolo ebraico a rinverdire il Carmelo, manifestando così amore e solidarietà, che sono gli insegnamenti fondamentali della Cristianità, regalandoci un albero in Israele in occasione delle prossime Feste, acquistandolo nel sito www.kklitalia.it al costo di 10 euro soltanto.

     La Parola di Dio dice che «c’è più gioia nel dare che nel ricevere», doniamo generosamente a questo popolo, che sta soffrendo a causa delle accuse continue di molte nazioni, e per le frequenti richieste di spartizione del suo territorio, donato da Dio dopo duemila anni di diaspora.

     Auguro a tutti Voi gioia e felicità per il nuovo anno. {Prof. Edda Fogarollo; 14-12-2010}

 

 

2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: È sempre una cosa bella e positiva, quando qualcuno prende iniziative benefiche per l’umanità e il mondo. Quindi, è da ammirare anche l’iniziativa di Edda Fogarollo. Pur tuttavia mi sono venuti alcuni pensieri, che vorrei esternare per alimentare una proficua discussione in merito.

     ■ Incendi del genere ci sono su tutto il pianeta ogni anno. Ciò non sminuisce certo quello del Carmelo, ma proporzionalmente in quest’anno ha rappresentato uno stuzzicadenti rispetto a un’intera foresta. Non mi sono venuti sotto gli occhi simili appelli per foreste ben più grandi. Quindi, se alcuni hanno un pregiudizio contro Israele, alcuni altri ce l’anno a favore d’Israele: circa 5 milioni di alberi in Israele pesano di più, diciamo, di circa 500 miliardi di alberi nel complesso, che sono andati in fumo o sotto le seghe quest’anno, semmai qualcuno abbia mai potuti contarli!?

 

     ■ Chiaramente sono nobili gli sforzi fatti dai pionieri d’Israele e da organizzazioni israeliti e pro Israele per rimboscare il Paese. Una domanda che mi sorge è questa: i cristiani biblici hanno un dovere verso Israele riguardo a un possibile rimboschimento? L’apostolo Paolo avrebbe cominciato una colletta fra le chiese gentili per rimboscare il suolo della Giudea? Qual è la responsabilità delle chiese cristiane verso gli Ebrei e lo Stato d’Israele?

 

     ■ Gravi critiche si sono alzate proprio in Israele contro l’inefficiente governo, che non è stato capace di attrezzarsi a tempo per governare i propri boschi e gli eventuali incendi. È a lui che bisogna addebitare le morti e i danni subiti dalle popolazioni e il fatto di aver permesso che andasse in fumo il lavoro di molte generazioni e di organizzazioni ecologiste come la «Keren Kayement Le Israel». È singolare che ora si chieda ai cristiani di partecipare a riparare i danni, causati da un governo inefficiente. È come se scrivessimo negli USA ai cristiani per sovvenire economicamente all’inefficienza delle autorità preposte per l’emergenza cronica riguardo all’immondizia di alcune città italiane. Ciò non è né giusto, né pedagogico, né è il compito dei cristiani d’Italia.

 

     ■ Se il Paese d’Israele ho bisogno di rimboschimento, il compito dei cristiani biblici non è certo quello di acquistare un albero «al costo di 10 euro soltanto» presso un’organizzazione ecologista sionista. Israele ha bisogno di essere «rimboschita» di cristiani biblici, che predicano l’Evangelo della grazia! Sembra che i cristiani abbiano perso le proporzioni della realtà e del loro mandato. A volte, come Giona rimpiangono un ricino e dimenticano le persone, che si perdono (Gna 4,6-11).

 

     ■ Dispiace che Israele stia «soffrendo a causa delle accuse continue di molte nazioni, e per le frequenti richieste di spartizione del suo territorio». Tuttavia, ciò non ci deve far perdere di vista il grande mandato e il compito primario dei cristiani: portare l’Evangelo a Gerusalemme, in Giudea, in Samaria e fino alle estremità della terra (At 1,8).

 

     ■ Quando la Parola di Dio afferma che «c’è più gioia nel dare che nel ricevere», esortava a donare generosamente allo Stato d’Israele? La prof. Edda Fogarollo dovrebbe esercitarsi a fare un’esegesi contestuale dei brani, che cita. Tale parte di verso si trova in Atti 20,35 nel discorso di concedo di Paolo ai conduttori di Efeso. Egli affermava nel contesto di non aver bramato i beni altrui, ma di aver lavorato per sé e la sua squadra (vv. 33s), insegnando così con l’esempio che «bisogna venire in aiuto ai deboli» (v. 35). Per rafforzare tale principio, l’apostolo citò una delle parole di Gesù, appunto quella riportata. Mi meraviglio che Edda Fogarollo, trascurando tale contesto, si serva di questa parte di verso decontestualizzato per invogliare i credenti a dare offerte in denaro a un’organizzazione non cristiana per il rimboschimento di una zona.

 

     ■ Nell’unica occasione, in cui nel NT si parla lungamente di una campagna per la raccolta di soldi, in cui Paolo e la sua squadra furono coinvolti, l’organizzazione fu messa sotto il controllo dei conduttori di chiesa (2 Cor 8,19ss.24) e i soldi raccolti furono recapitati direttamente da una rappresentanza. Tali offerte furono consegnate ai conduttori delle chiese della Giudea e furono usate esclusivamente per i poveri fra i credenti cristiani (At 11,29s). Per non ripetermi, per certi aspetti rimando per l’approfondimento all’articolo «Questue via Web», in cui delucido più da vicino tali cose; si veda pure la discussione nel tema «Questue via Web? Parliamone».

     Paolo e la sua squadra non avrebbero mai fatto una cosa del genere per un’organizzazione giudaica, non avrebbero mai invogliato i credenti di partecipare a un progetto di rimboschimento e non avrebbero mai portato soldi al Sinedrio o a un’organizzazione giudaica o sionista.

     I soldi delle chiese e dei singoli credenti erano usati per la missione (Fil 4,15ss; 3 Gv 1,5-8) e per aiutare le persone in difficoltà, specialmente se credenti (Gal 6,10).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Rimboscare_Israele_Sh.htm

15-12-2010; Aggiornamento:

 

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