1. LA
QUESTIONE: Ho ricevuto una lettera elettronica dalla segreteria della
«Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose» dal titolo «Solidarietà a Israele
urgente» firmata dalla prof.ssa Edda Fogarollo. Essa conteneva degli allegati:
una presentazione PowerPoint fatta in Israele e una sua lettera più estesa.
Riporto i testi, formattandoli opportunamente ed evidenziando alcuni concetti in
grassetto, che tratterò sotto. Ecco dapprima il testo di base:
Comunicazione urgente: È triste quanto sta accadendo a Israele, e il
terribile incendio del Carmelo, che ha messo a dura prova tutto il
popolo, ha fatto nascere in me il desidero di aiutare Israele al
rimboschimento del monte di Elia.
Ho
contattato l’associazione ebraica KKL Italia, la quale ha curato da oltre
un secolo l’ambiente naturale di Eretz Israel, e mi ha autorizzata a promuovere
iniziative di sostegno in Italia.
Mi
piacerebbe portare a conoscenza dei colleghi e degli studenti che per aiutare
Israele, basta un piccolo click.
Allego anche
un file di foto dell’incendio. {14-12-2010}
In allegato
c’era una lettera più nutrita che riporto integralmente:
Carissimi colleghi e studenti, il devastante incendio divampato in
Israele nella zona del Monte Carmelo (Har-ha-Carmel), nel nord d’Israele, oltre
ad aver causato la morte di 42 persone e il ferimento di molte altre, ha privato
di un tetto più di 17 mila persone. Inoltre ha distrutto terribilmente il
polmone verde d’Israele e del Mediterraneo, lasciando solo le ceneri di
oltre 5.000 ettari di foresta e carbonizzando circa 5 milioni di alberi.
Moltissimi di questi alberi, piantati dalla mano dei primi gruppi di
giovani ebrei russi, fuggiti dai Pogrom, avevano messo radici in terra ebraica
da più di un secolo. Altre piante, invece, erano il frutto dell’opera di
forestazione fatta dalla KKL (Keren Kayement Le Israel),
un’organizzazione ecologista, istituita nel mese di dicembre 1901 (e tutt’ora
esistente, anche in Italia), durante il quinto congresso sionista con lo
scopo di acquistare la terra grazie ai risparmi, che gli Ebrei di tutto il mondo
raccoglievano nel famoso
Bossolo (salvadanaio).
Possiamo aiutare il popolo ebraico a rinverdire il Carmelo, manifestando così
amore e solidarietà, che sono gli insegnamenti fondamentali della
Cristianità, regalandoci un albero in Israele in occasione delle prossime Feste,
acquistandolo nel sito
www.kklitalia.it al costo di 10 euro soltanto.
La Parola di Dio dice che «c’è più gioia nel dare che nel ricevere»,
doniamo generosamente a questo popolo, che sta soffrendo a causa delle
accuse continue di molte nazioni, e per le frequenti richieste di spartizione
del suo territorio, donato da Dio dopo duemila anni di diaspora.
Auguro a tutti Voi gioia e felicità per il nuovo anno. {Prof. Edda Fogarollo;
14-12-2010}
2.
OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: È sempre una cosa bella e positiva, quando
qualcuno prende iniziative benefiche per l’umanità e il mondo. Quindi, è da
ammirare anche l’iniziativa di Edda Fogarollo. Pur tuttavia mi sono venuti
alcuni pensieri, che vorrei esternare per alimentare una proficua discussione in
merito.
■ Incendi del genere ci sono su tutto il pianeta ogni anno. Ciò non
sminuisce certo quello del Carmelo, ma proporzionalmente in quest’anno ha
rappresentato uno stuzzicadenti rispetto a un’intera foresta. Non mi sono venuti
sotto gli occhi simili appelli per foreste ben più grandi. Quindi, se alcuni
hanno un pregiudizio contro Israele, alcuni altri ce l’anno a favore d’Israele:
circa 5 milioni di alberi in Israele pesano di più, diciamo, di circa 500
miliardi di alberi nel complesso, che sono andati in fumo o sotto le seghe
quest’anno, semmai qualcuno abbia mai potuti contarli!?
■ Chiaramente sono nobili gli sforzi fatti dai pionieri d’Israele e da
organizzazioni israeliti e pro Israele per rimboscare il Paese. Una domanda che
mi sorge è questa: i cristiani biblici hanno un dovere verso Israele
riguardo a un possibile rimboschimento? L’apostolo Paolo avrebbe cominciato una
colletta fra le chiese gentili per rimboscare il suolo della Giudea? Qual è la
responsabilità delle chiese cristiane verso gli Ebrei e lo Stato d’Israele?
■ Gravi critiche si sono alzate proprio in Israele contro l’inefficiente
governo, che non è stato capace di attrezzarsi a tempo per governare i
propri boschi e gli eventuali incendi. È a lui che bisogna addebitare le morti e
i danni subiti dalle popolazioni e il fatto di aver permesso che andasse in fumo
il lavoro di molte generazioni e di organizzazioni ecologiste come la «Keren
Kayement Le Israel». È singolare che ora si chieda ai cristiani di
partecipare a riparare i danni, causati da un governo inefficiente. È come se
scrivessimo negli USA ai cristiani per sovvenire economicamente all’inefficienza
delle autorità preposte per l’emergenza cronica riguardo all’immondizia di
alcune città italiane. Ciò non è né giusto, né pedagogico, né è il compito dei
cristiani d’Italia.
■ Se il Paese d’Israele ho bisogno di rimboschimento, il compito dei cristiani
biblici non è certo quello di acquistare un albero «al costo di 10 euro
soltanto» presso un’organizzazione ecologista sionista. Israele ha bisogno di
essere
«rimboschita» di cristiani biblici, che predicano l’Evangelo della grazia!
Sembra che i cristiani abbiano perso le proporzioni della realtà e del loro
mandato. A volte, come Giona rimpiangono un ricino e dimenticano le
persone, che si perdono (Gna 4,6-11).
■ Dispiace che Israele stia «soffrendo a causa delle accuse continue di molte
nazioni, e per le frequenti richieste di spartizione del suo territorio».
Tuttavia, ciò non ci deve far perdere di vista il grande mandato e il
compito primario dei cristiani: portare l’Evangelo a Gerusalemme, in Giudea, in
Samaria e fino alle estremità della terra (At 1,8).
■ Quando la Parola di Dio afferma che «c’è più gioia nel dare
che nel ricevere», esortava a donare generosamente allo Stato d’Israele? La
prof. Edda Fogarollo dovrebbe esercitarsi a fare un’esegesi contestuale
dei brani, che cita. Tale parte di verso si trova in Atti 20,35 nel discorso di
concedo di Paolo ai conduttori di Efeso. Egli affermava nel contesto di non aver
bramato i beni altrui, ma di aver lavorato per sé e la sua squadra (vv. 33s),
insegnando così con l’esempio che «bisogna venire in aiuto ai deboli» (v.
35). Per rafforzare tale principio, l’apostolo citò una delle parole di Gesù,
appunto quella riportata. Mi meraviglio che Edda Fogarollo, trascurando tale
contesto, si serva di questa parte di verso decontestualizzato per invogliare
i credenti a dare offerte in denaro a un’organizzazione non cristiana per il
rimboschimento di una zona.
■ Nell’unica occasione, in cui nel NT si parla lungamente di una campagna per la
raccolta di soldi, in cui Paolo e la sua squadra furono coinvolti,
l’organizzazione fu messa sotto il controllo dei conduttori di chiesa (2 Cor
8,19ss.24) e i soldi raccolti furono recapitati direttamente da una
rappresentanza. Tali offerte furono consegnate ai conduttori delle chiese della
Giudea e furono usate esclusivamente per i poveri fra i credenti
cristiani (At 11,29s). Per non ripetermi, per certi aspetti rimando per
l’approfondimento all’articolo «Questue
via Web», in cui delucido più da vicino tali cose; si veda pure la
discussione nel tema «Questue
via Web? Parliamone».
Paolo e la sua squadra non avrebbero mai fatto una cosa del genere per
un’organizzazione giudaica, non avrebbero mai invogliato i credenti di
partecipare a un progetto di rimboschimento e non avrebbero mai portato soldi al
Sinedrio o a un’organizzazione giudaica o sionista.
I soldi delle chiese e dei singoli credenti erano usati per la missione
(Fil 4,15ss; 3 Gv 1,5-8) e per aiutare le persone in difficoltà, specialmente se
credenti (Gal 6,10).
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Rimboscare_Israele_Sh.htm
15-12-2010; Aggiornamento: |