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«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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REGOLE MORALI NELLE RELIGIONI

E NEL CRISTIANESIMO BIBLICO

 

 di Nicola Martella

 

Sento dire spesso ed è facile constatare che in ogni religione c’è un fondo di «verità» ovvero delle giuste regole morali. Credo sia scontato dire che anche un ateo possa comportarsi bene, ma anche un musulmano o un buddista. Ognuno sostiene dell’altro che solo la propria religione è portatrice d’una verità assoluta. La mia domanda è questa: in cosa il cristiano di potrebbe dire che si differenzia dagli altri?

     Faccio un esempio prendendo una situazione stereotipata. Si dice che una donna non credente possa tradire con maggiore facilità il proprio partner, mentre una donna timorata di Dio avrebbe più remore nel farlo.

     Anche se tale situazione non è sempre regola, si potrebbe ampliare tale discorso soffermandoci sul fatto che sul comportamento d’una persona incide quanto segue: l’educazione, l’ambiente e l’indole. Quindi ritornando alla questione principale: quale è il tratto distintivo d’un credente o meglio d’un rigenerato? {Vincenzo Russillo; 06-11-2009}

 

Nella maggior parte delle religioni le regole morali e l’ubbidienza a esse sono la via per ascendere a livelli più alti della consapevolezza (di sé, del divino), della devozione, per auto-innalzarsi, per ricevere una illuminazione mistica, per ascendere al divino (o per scoprirlo in sé, come nelle religioni dell’Estremo Oriente o nella spiritualità mistica e gnostica dell’Occidente) e unirsi a Lui o a Esso (secondo la diversa concezione). In pratica l’ubbidienza alle regole morali esprime nella maggior parte delle religioni un eroismo antropologico, che rende parimenti eroi religiosi venerabili (guru, maestri, yogi, unti, santoni, ecc.), distinti dalla massa. Idee del genere sono state importate anche nella religione popolare dell’Occidente, dove hanno sperimentato una cristianizzazione.

     Nel cristianesimo biblico le regole morali non sono un obiettivo in sé, ma una conseguenza logica di una trasformazione mediante lo Spirito di Dio, chiamata «nascita dall’alto» o «nuova nascita», «rigenerazione», eccetera. L’uomo non può arrivare a Dio né piacergli seguendo regole morali, né esse permettono di per sé di raggiungere un livello di eroismo religioso. Come il nuovo innesto in un albero selvatico permette la produzione di buoni frutti, così è con l’uomo: quando una persona diventa credente, accettando Gesù quale personale Salvatore e Signore, Cristo lo trasforma mediante lo Spirito Santo e produce in lui frutti positivi (buone opere, ubbidienza a Dio) in corrispondenza della nuova vita e della vocazione divina.

     L’anti-eroismo, mostrato dalla morale biblica, è dato dal fatto che la Scrittura afferma che, oltre alla presenza della nuova natura (uomo nuovo) nel credente, in lui resta sempre la vecchia natura (vecchio uomo), che può prendere il sopravvento e produrre le «opere della carne». Sebbene la santificazione sia progressiva, fino alla risurrezione dei corpi, non esiste un punto, in cui un cristiano non pecchi più su questa terra; né le buone intenzioni né le regole morali potranno impedirlo, poiché la mala concupiscenza abita nelle viscere e non si può eliminarla se non con la morte e la risurrezione. L’unica possibilità, che il credente rigenerato ha, è di vivere secondo lo Spirito e non secondo la «carne», svestendo il «vecchio uomo» e rivestendo quello nuovo, dando spazio allo Spirito Santo nella propria vita e mettendo fuori uso il paradigma della «carne».

     Le regole morali in sé (legge divina, precetti umani) non potranno mai produrre un vero, sostanziale e durevole miglioramento dell’uomo, né si potrà con esse da sole piacere a Dio. Anzi, esse mostreranno sempre la debolezza dell’uomo (Rm 8,3) e del comandamento in sé (Eb 7,18s) e accentueranno la tendenza umana alla trasgressione (Rm 7,11ss). Nella dottrina biblica ciò, che fa la differenza è lo Spirito Santo, il quale illumina, rigenera, esorta, trasforma a immagine di Cristo. Il cristiano biblico, vivendo nel timore di Dio, nella fede in Cristo e nella comunione con lo Spirito Santo, veglierà sulla sua condotta e imparerà a dire di no al peccato, per piacere a Dio che gli ha già fatto grazia e lo ha già salvato. A differenza di ciò che accade nelle religioni, nella Bibbia le regole morali non sono mai una via di salvezza. L’ubbidienza a Dio è un efflusso del rapporto personale con Lui e si nutre all’interno di una devozione personale col Signore.

 

Ecco qui di seguito alcuni brani che si possono tener presente per l’approfondimento.

     ■ «Non v’è dunque ora alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù; perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha affrancato dalla legge del peccato e della morte. Poiché ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva debole, Dio l’ha fatto, mandando il suo proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito» (Rm 8,1-4).

     ■ «Io vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; il che è il vostro culto razionale. E non siate conformi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento del senno, affinché siate in grado di provare quale sia la volontà di Dio: quella buona e gradita e perfetta» (Rm 12,1s).

     ■ «Perché, se siamo divenuti una stessa cosa con lui per una morte somigliante alla sua, lo saremo anche per una risurrezione simile alla sua, sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, affinché il corpo del peccato fosse annullato, affinché noi non serviamo più al peccato; poiché colui che è morto, è affrancato dal peccato» (Rm 6,5ss).

     ■ «Se pur l’avete udito e in lui siete stati ammaestrati secondo la verità che è in Gesù, avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente, e a rivestire l’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità» (Ef 4,21ss; Col 3,10).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Regole-religioni_cristian_EnB.htm

11-11-2009; Aggiornamento: 16-09-2013

 

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