1. FALSI FRATELLI, INTRODOTTISI DI SOPPIATTO: Mi ha
sorpreso di ritrovare Andrea Viel, una mia vecchia conoscenza, a
ragionare con cristiani biblici con lo scopo evidente di fare proseliti per la
sua nuova fede giudaizzante. Lui mi palesò anni fa la sua fede cristocentrica,
poi si mise a propagare una fede giudaizzante militante.
Il suo nome col titolo di «pastore» (!?) compare ancora sulle pagine del
sito della «Missione italiana per l’Evangelo» come segue (nell'immagine
compaiono la testata della pagina e parti della stessa):
Avevo scritto di
lui e di Luigi Esposito nell’articolo «Falsi
maestri fra i giudeo-messianici odierni». Vedo però che né i
responsabili della MIE (a cui per altro ho scritto più volte, senza ricevere
risposta!) né vari lettori hanno voluto tener presente i miei avvertimenti.
Ultimamente l’ho trovato a dare lezioni di dottrina a vari cristiani biblici,
miei conoscenti, sul Facebook di alcuni di costoro. Avevo preso posizione per
avvertire tali credenti, che lui è una mia vecchia conoscenza: prima sembrava
cristocentrico, poi si è mostrato giudaizzante. In una delle ultime occasioni,
Andrea Viel era subito intervenuto con il seguente commento, ricevuto anche per
e-mail: «Ma guarda chi si vede! Wow ancora vivo? Ha ragione lui, informatevi
bene... mai negato d’essere stato un “buon cristiano” e lo sono stato con tutto
il cuore, non rinnego nulla. C’è gente che è stata marianocentrica, ed è poi
diventata evangelica, spostandosi da quello che credeva... non mi pare che è mai
stata criticata per questo... Ci s’evolve, si conosce, si fanno scelte
conseguenti; solo gli stupidi rimangono sulle cose che scoprono o ritengono
sbagliate... Comunque ognuno è responsabile di se stesso e io non critico o
demonizzo chi non la pensa come me. Però, se essere cristiani vuol dire essere e
muoversi come il mio amico Punto°A°Croce, preferisco ardentemente non
identificarmi con tale pratica. Dio vi benedica tutti». {22 dicembre 2009}
Ho cercato nuovamente il suo contributo, ma lui si è defilato, cancellando tutte
le sue tracce. Sennonché avevo ricevuto la sua significativa dichiarazione anche
per e-mail. Andrea Viel mi ha ricordato quella categoria di persone
giudaizzanti, di cui parlò Paolo già ai suoi giorni, che s’introducevano di
nascosto nei gruppi cristiani per fare preda a favore della loro ideologia
giudaizzante e legalista: «…e questo a motivo dei falsi fratelli,
introdottisi di soppiatto, i quali s’erano
insinuati fra noi per
spiare la libertà che abbiamo in
Cristo Gesù, col fine di ridurci in
servitù. Alle imposizioni di costoro noi
non cedemmo neppure per un momento,
affinché la verità dell’Evangelo rimanesse ferma tra voi» (Gal 2,4s).
Il gestore di tale pagina di Facebook gli ha scritto: «…ogni volta che si scrive
qualcosa il professor Adrea Viel, viene a “correggere”, “ammonire” ed
“esortare”, senza rendersi conto che sta nella bacheca degli altri…». Poi però
Adrea Viel ha cancellato tutti i suoi contributi. Così fa quando lo trovo
casualmente nelle discussioni, a cui sono invitato, e metto in guardia dal suo
lievito giudaista; in genere poi si defila, cancellando le sue tracce. Così
fanno certi ideologi, quando si vedono scoperti; preferiscono lavorare di
soppiatto. Mi resta il dubbio che un paio di anni fa, quando scrisse contributi
per il mio sito «Fede controcorrente», spacciandosi per credente cristocentrico,
fosse già uno che aveva deviato dalla «sana dottrina» e che stava introducendosi
di soppiatto per spargere il suo lievito giudaizzante, come poi ha cercato anche
di fare.
2. LA PALESE IDEOLOGIA GIUDAIZZANTE: Non so quanti leggono
il loro
sito e scrivono sul loro
Facebook, abbiano letto le dichiarazioni ideologiche di Andrea Viel e di
Luigi Esposito, che tra altre cose affermano quanto segue.
■ Antitrinitarismo: «Noi crediamo infatti che il Creatore dell’universo è
il Dio di Israele, che Egli è uno solo e che non abbia in sé alcuna molteplicità
(Deuteronomio 6,4; Isaia 37,16)».
Per loro Gesù è solo il figlio di Davide, ma non il Logos che fin dal principio
era «Dio presso Dio» e poi si è incarnato (Gv 1,1ss.14). Per loro Gesù è solo
«il Maestro di Nazaret, considerato poi Messia dai suoi discepoli».
■ Vetero-pattisti: «Crediamo anche che la Torah è la Legge perfetta ed
eternamente valida che Dio stesso ha donato al popolo Ebraico quando fu
stipulata l’Alleanza del Sinai (Esodo 19,5; Salmi 19,7)».
Come si vede, sono rimasti all’AT e al vecchio patto, come se il Messia non
abbia stipulato uno nuovo che ha messo in ombra quello vecchio. Se essa fosse
una «Legge perfetta ed eternamente valida», non si potrebbe dire d’essa che «la
legge, avendo un’ombra
dei futuri beni, non la realtà
stessa delle cose» (Eb 10,1). Nell’illustrare tale rapporto, il NT afferma
proprio agli Ebrei «Qui v’è bensì
l’abrogazione del comandamento precedente
a motivo della sua
debolezza e inutilità (poiché la legge non ha condotto
nulla a compimento); ma v’è altresì
l’introduzione d’una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio»
(Eb 7,18s).
■ Squalifica del NT: «Consideriamo gli scritti del Nuovo Testamento
importantissimi per comprendere l’insegnamento di Yeshua (Gesù) e lo sviluppo
della prima comunità Cristiana, ma non li riteniamo Parola di Dio come la Torah,
vincolante ed ispirata in ogni suo punto».
Per sostenere l’antitrinitarismo e la validità del vecchio patto, devono
necessariamente privare il NT della sua autorità. Paolo però affermava: «Ogni
Scrittura ispirata da Dio è utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a
educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per
ogni opera buona» (2 Tm 3,16s). In tal modo si trovano sotto le maledizioni
proprio del nuovo patto: «Io lo dichiaro a ognuno che ode le parole della
profezia di questo libro: Se alcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi
mali le piaghe descritte in questo libro; e
se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia,
Dio gli toglierà la sua parte
dell’albero della vita e della città santa, delle cose scritte in questo libro»
(Ap 22,18-19).
■ Ideologia: Pur screditando ideologicamente il NT, pretendono di voler
far «riscoprire le radici Giudaiche del Vangelo, ricercando così la comprensione
del messaggio originale di Gesù il Nazareno e dei suoi apostoli».
Ciò è, ad esempio, come se un ateo si proponesse di far scoprire le vere radici
del messaggio originale di Gesù e degli apostoli. Visto che la giudaizzazione
era un grande pericolo per la fede (cfr. Gal 1,6-9), Paolo ingiunse a Timoteo di
«ordinare a certuni che non insegnino
dottrina diversa né si occupino di
favole e di
genealogie senza fine, le quali producono questioni, anziché
promuovere la dispensazione di Dio, che è in fede» (1 Tm 1,3s). E vista la
gravità e il pericolo di tale perniciosa ideologia giudaizzante, ingiunse anche
a Tito: «Riprendili perciò severamente, affinché siano sani nella fede, non
dando retta a favole giudaiche né a comandamenti d’uomini che
voltano le spalle alla verità»
(Tt 1,13). Tale verso descrive molto bene gli intenti dei giudaizzanti, tra cui
quelli di Andrea Viel e di Luigi Esposito.
■ Occhi velati: È singolare che coloro che si sono messi volontariamente
un velo sugli occhi, pretendono di «indicare che la nostra fede nel Messia, il
liberatore di Israele, è basata sull’interpretazione Ebraica delle Scritture, e
non sulla dottrina Cristiana tradizionale». Paolo affermò quanto segue degli
Ebrei che hanno rifiutato Gesù quale Messia: «Fino al dì d’oggi, quando
[figli d’Israele] fanno la lettura dell’antico patto, lo stesso velo rimane,
senz’essere rimosso, perché è in Cristo ch’esso è abolito. Ma fino ad oggi,
quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul cuor loro; quando però si saranno
convertiti al Signore, il velo sarà rimosso» (2 Cor 3,14ss). È singolare
che, dopo aver assaporato la luce della grazia, alcuni vogliano tornare a
mettere sul proprio cuore il velo della legge, che li rende ciechi quanto a Gesù
Messia.
3. RITORNO DALLA LUCE ALLE TENEBRE: Quando Gesù chiamò
Saulo da Tarso, questi gli chiese: «Chi sei tu, Signore?». «E il
Signore rispose: “Io sono Gesù, che tu perseguiti”» (At 26,15). Poi Gesù gli
presentò il seguente programma: «Ma lèvati, e sta’ in piè; perché per questo
ti sono apparso: per stabilirti ministro e testimone delle cose che tu hai
vedute, e di quelle per le quali ti apparirò ancora, liberandoti da
questo popolo e dai Gentili, ai
quali io ti mando, per aprire loro gli occhi, affinché si convertano dalle
tenebre alla luce e dalla
potestà di Satana a Dio, e
ricevano, per la fede in me, la
remissione dei peccati e la loro parte d’eredità fra i santificati» (vv.
16ss).
Parlando con un fratello su questo brano, mi fatto notare i seguenti aspetti
particolari della chiamata di Gesù a Paolo:
■ Gesù intendeva liberare
Paolo «da questo popolo [=
gli Israeliti] e dai Gentili, ai quali io ti mando» (v. 26).
■ Il compito di Paolo era «aprire loro gli occhi», ossia a Giudei e
Gentili (v. 17).
■ Giudei e Gentili avevano necessità di convertirsi
«dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio»
(v. 17). Quindi, secondo Gesù, anche i Giudei si trovavano nelle tenebre e nella
potestà di Santana.
■ Giudei e Gentili non avevano ancora «la remissione dei peccati e la loro
parte d’eredità fra i santificati», ma potevano ricevere ciò solo «per la
fede in me» (v. 17).
■ Paolo, predicò quindi a Giudei e Gentili. Egli, essendo stato stabilito
da Gesù come «ministro e testimone» (v. 16), affermò quanto segue dinanzi
al re Agrippa (vv. 1s.19) e riguardo ai Giudei che lo volevano uccidere (v. 21):
«Io non sono stato disubbidiente alla celeste visione; ma, prima a quelli di
Damasco, poi a Gerusalemme e
per tutto il paese della Giudea
e ai Gentili, ho annunziato che si ravvedano e si convertano a Dio, facendo
opere degne del ravvedimento» (vv. 19s).
Come abbiamo già
detto, anche i Giudei si trovavano nelle «tenebre» e sotto la «potestà
di Satana» e dovevano convertirsi (v. 17). Ciò era quanto aveva asserito
Gesù stesso
ai Giudei del suo tempo: «V’ho detto che morrete nei vostri peccati; perché
se non credete che sono io (il Cristo), morrete nei vostri peccati. […] Voi
siete progenie del diavolo, che è
vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro…» (Gv 8,24.44).
Tali «giudaisti di ritorno» chiamano ora luce ciò che è tenebre,
adempiendo a loro condanna le parole dei profeti (Is 5,20). Gli Israeliti di
nascita, che rifiutano Gesù quale Messia, «sono
nemici per quanto concerne
l’Evangelo, per via di voi» (Rm 11,28). Quelli di loro che hanno appetito la
grazia in Cristo e sono tornati al giudaismo, sono paragonati al
cane e alla troia: «Se dopo esser fuggiti dalle contaminazioni
del mondo mediante la conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, si
lasciano di nuovo avviluppare in
quelle e vincere, la loro condizione ultima diventa peggiore della prima. Perché
meglio sarebbe stato per loro non aver conosciuta la via della giustizia, che,
dopo averla conosciuta,
voltare le spalle al santo
comandamento che era loro stato dato. È avvenuto di loro quel che dice con
verità il proverbio: “Il cane è
tornato al suo vomito”, e: “La troia
lavata è tornata a voltolarsi nel fango”» (2 Pt 2,20ss).
Ciò descrive anche tali giudaisti di ritorno. Anch’essi usano «discorsi
pomposi e vacui» per adescare persone con la loro ideologia giudaizzante (v.
18). Anch’essi promettono agli altri la libertà, che non hanno (v. 19). Lo
stesso Giudeo cristiano Pietro
disse, durante il Concilio di Gerusalemme, dinanzi ad altri Giudei cristiani e
rivolgendosi a ex-farisei giudaizzanti (cfr. At 15,1.5): «Perché dunque
tentate adesso Dio mettendo sul
collo dei discepoli [= Gentili] un
giogo che né i padri nostri né noi abbiamo potuto portare? Anzi, noi
crediamo d’esser salvati per la grazia del Signor Gesù, nello stesso modo che
loro» (vv. 10s).
I giudaizzanti di ritorno quali Andrea Viel e Luigi Esposito vogliono convincere
chi ha trovato in Gesù Messia il «tesoro
nascosto nel campo» e la «perla di gran prezzo» e ha venduto tutto per
averla (Mt 13,44ss), a ritornare indietro sui suoi passi. Essi vorrebbero
spacciare come ricchezza i «deboli e poveri elementi» della legge
e l’osservanza di precetti transitori (Gal 4,9ss). Vorrebbero far passare le
ombre (vecchio patto), che preannunciano la luce (nuovo patto) come la
stessa luce (Col 2,16s; Eb 8,5; 10,1).
Riguardo a Gesù, Paolo affermò che in «Cristo… sono nascosti
tutti i tesori
della sapienza e della conoscenza. Questo io dico affinché nessuno v’inganni con
parole seducenti» (Col 2,3). Questi giudaisti di ritorno sono come il
conduttore della chiesa di Laodicea, che diceva: «Io sono ricco, e mi
sono arricchito, e non ho bisogno di nulla» (Ap 3,17). Il Signore Gesù gli
fece questa diagnosi: «Tu non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile
e povero e cieco e nudo». Poi Gesù gli consigliò di «comprare
da me dell’oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti
bianche, affinché tu ti vesta e non apparisca la vergogna della tua nudità; e
del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu veda» (v. 18; cfr. 19ss).
È il consiglio che diamo anche a tali giudaisti di ritorno. Il primo passo è di
ritornare a Gesù quale unico e solo Messia, affinché il loro velo venga rimosso.
«Io mi
meraviglio che così presto voi passiate da Colui che vi ha chiamati mediante la
grazia di Cristo, a un
altro evangelo. Il quale poi non è
un altro evangelo; ma ci sono alcuni che vi
turbano e vogliono
sovvertire l’Evangelo di Cristo. Ma
quand’anche noi, quand’anche un angelo dal cielo vi annunziasse un
evangelo diverso da quello che v’abbiamo annunziato, sia egli
anatema. Come l’abbiamo detto prima d’ora, torno a ripeterlo anche
adesso: se alcuno vi annunzia un
evangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia
anatema» (Gal 1,6-9).
►
Andrea Viel ha rigettato Gesù quale Messia
{Nicola Martella} (A)
►
Dalla luce di Cristo alle tenebre del giudaismo? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
►
I Giudaico-Messianici non sono cristiani giudei
{Luigi Esposito - Nicola Martella} (T/A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Lux_tenebre-giudais_OiG.htm
28-01-2010; Aggiornamento: 19-02-2010 |