Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ISRAELE FRA PREDIZIONI E ATTUALITÀ

 

 di Nicola Martella

 

La questione del lettore

La risposta

 

Un lettore, dopo aver letto l'articolo «Israele odierno fra ammirazione e biasimo», ha voluto farmi domande specifiche su Israele, a cui in parte avevamo già risposto in esso e specialmente nel tema di discussione collegato: «Israele odierno fra ammirazione e biasimo? Parliamone». Se questo ulteriore chiarimento può aiutare nella comprensione, ne saremo felici. Siano i lettori ad approfondire ulteriormente le questioni, a intervenire con la loro personale esperienza e a tracciare eventuali conclusioni.

 

 

La questione del lettore  

 

Caro Nicola, sono Alfonso. Apprezzo molto il tuo intervento su Israele, vorrei sapere alcune cose da te. Ma prima debbo premettere che è vero che i politici Israeliani d’adesso possono commettere errori. Dimmi:

     ■ 1) Cosa ne pensi dell’attacco Israeliano a Gaza?

     ■ 2) Dovrebbe Israele dare altri territori?

     ■ 3) Cosa faresti tu se ti tirerebbero le pietre nel portone di casa tua?

     ■ 4) Cosa significa benedetti saranno quelli che ti benedicono?

 

Grazie, senza polemica voglio solo capire. Se mi rispondi, ti faccio altre domande. {Alfonso Marchetta; 20 gennaio 2009}

 

Nota editoriale: Alfonso Marchetta è pastore evangelico della Chiesa Elim in Sicilia (Palma di Montechiaro). Egli ha anche la Direzione Amministrativa della PUBLIELIM. È anche titolare di un'agenzia di viaggi per Israele, la «Marchetta Viaggi». Al riguardo si legge: «Fondata nel 1980 "con lo scopo di benedire e consolare Israele", l'Ambasciata Cristiana Internazionale di Gerusalemme ha ora una rappresentanza anche in Italia, per l'esattezza in Sicilia, condotta dal direttore nazionale, pastore Alfonso Marchetta, noto tour operator e da anni organizzatore di frequenti viaggi cultural-spirituali in Israele».

 

 

La risposta ▲

 

A diverse di queste domande abbiamo già risposto nel tema di discussione; sono perciò costretto in parte a ripetermi. Leggendo le seguenti risposte, prego il lettore di leggere i contributi in tale tema per capire meglio. Chiaramente ci sarebbe interessata a monte l'opinione del lettore su tali questioni scottanti.

 

     ■ 1) Cosa ne pensi dell’attacco Israeliano a Gaza?: Qui il lettore si riferisce all’attacco avvenuto all’inizio del 2009. È comprensibile per certi aspetti; nessuno Stato al mondo potrebbe tollerare alla lunga di essere colpito dai razzi. Il risultato di tale guerra è però disastroso, non solo per i morti palestinesi (ca. 1.300), ma anche per i risultati: l’odio richiama odio, ingiustizia alimenta ingiustizia, rappresaglia spinge alla rappresaglia. Agli occhi del mondo Israele appare come il cattivo e i Palestinesi come i poveri inermi, sebbene la cosa non stia così. Ciò alimenta purtroppo uno spirito anti-israeliano e l’antisemitismo, e Israele non ci guadagna. Ciò rafforza gli estremisti fra gli islamisti (Hamas, Hezbollah), ma anche i falchi in Israele che vorrebbero farsi magari un nome sul campo… o almeno vincere le prossime elezioni.

 

     ■ 2) Dovrebbe Israele dare altri territori?: Come abbiamo detto sopra, ci sono risoluzioni dell’ONU e ci sono accordi bilaterali fra il governo israeliano e la dirigenza palestinese. Tali accordi sono falliti a causa dei falchi in ambedue gli schieramenti. I Palestinesi della Cisgiordania, ad esempio, per fare pochi chilometri, devono passare diversi check-point israeliani e subire spesso varie umiliazioni; ciò non alimenta la pace, ma il risentimento. Tale spirale di odio e violenza si può fermare solo mettendo in pratica la giustizia, di cui la pace è figlia. In attesa dell’avvento del Messia, bisogna che ambedue i popoli (non da soli, ma con l’aiuto della comunità internazionale) trovino una soluzione soddisfacente. Solo quando le «colombe» di due schieramenti avversi trovano un accordo onorevole, ai «falchi» vengono tagliate le ali.

 

     ■ 3) Cosa faresti tu se ti tirerebbero le pietre nel portone di casa tua?: A ciò abbiamo risposto sia nell’articolo, sia nel tema di discussione. Si potrebbe ricordare la legge del taglione, che insegnava a Israele la giusta rappresaglia, mettendo fine alla faida (Es 21,24s; Lv 24,19s; Dt 19,21). Vorrei aggiungere però la «legge del regno» del Messia, ma essa è valida solo per i discepoli del Signore: rinunciare al proprio diritto e alla rappresaglia per mettere fine alla spirale di odio e violenza, per amore del Signore, per mostrare di essergli figli e per essere credenti maturi («perfetti»; Mt 5,38-48). Siccome Israele non pratica tale «legge del regno», non riconoscendo nel complesso Gesù come suo Messia, deve cercare una risposta a livello della comunità internazionale, visto che da solo non riesce a trovarla, se non a reagire con rappresaglie spropositate che la danneggiano soltanto a lungo andare e agli occhi del mondo.

 

     ■ 4) Cosa significa benedetti saranno quelli che ti benedicono?: Dio disse ciò ad Abramo in quanto persona, premettendo la fedeltà e l’ubbidienza personale per poter realizzare il suo patto per la progenie (Gn 26,5). Non era quindi una delega in bianco; dopo la chiamata (Gn 12) e il patto di grazia, Dio aggiunse infatti: «Cammina alla mia presenza e sii integro» (Gn 17,1). Inoltre prevedeva che Abramo fosse fonte di benedizione per tutte le famiglie della terra (Gn 12,3). Chiaramente si può applicare ciò anche alla progenie di Abramo (cfr. Gn 27,29 Giacobbe; Nu 24,9 Israele; 1 Cr 17,29 Davide), ma allora vale la stessa cosa. Guardando la storia d’Israele, Dio minacciò che il Paese avrebbe vomitato gli Israeliti così come ha fatto con i Cananei, cosa che poi si realizzò diverse volte nel corso della storia (p.es. 722 a.C., 586 a.C., 70 d.C.; 2° sec. d.C.).

     Dio arrivò a chiamare Israele, colui che doveva essere benedetto e fonte di benedizione, ad esempio con le seguenti locuzioni: «Ahi, nazione peccatrice, popolo carico d’iniquità, razza di malvagi, figli corrotti!... capi di Sodoma… popolo di Gomorra» (Is 1,4.10). Gesù avvertì i giudei del suo tempo, dicendo: «Se non credete che sono io (il Cristo), morrete nei vostri peccati» (Gv 8,24). Dopo il suo rifiuto come re da parte dei giudei, decretò loro che «il Regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato ad una gente che ne faccia i frutti» (Mt 21,43). Quando Pietro a Pentecoste chiamò i Giudei sensibili al suo messaggio al ravvedimento in Cristo, «li scongiurava e li esortava dicendo: “Salvatevi da questa perversa generazione”» (At 2,40); è evidente che parlava dell’allora società giudaica. Anche Giovanni parlò della Gerusalemme dei suoi tempi come «la gran città, che spiritualmente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il Signore loro è stato crocifisso» (Ap 11,8). Come si vede, se non si è nella volontà di Dio, facendola (Gv 6,40), da fonte di benedizione si diventa abominevole e nemico dell’Evangelo, pur essendo destinatario dell’elezione e delle promesse divine (Rm 11,28s).

     Inoltre, di là da ciò che Dio alla fine dei tempi farà per Israele, in Cristo la benedizione vale per tutti, Giudei e non, poiché per la fede in Gesù tutti i credenti diventano figli d’Abramo e suoi eredi (Gal 3). Nel nuovo patto è in Gesù Messia che gli Ebrei credenti possono essere benedetti, trovando pace e misericordia come «Israele di Dio» (Gal 6,16). Perciò è scritto, benedicendo il Dio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, che Egli «ci ha benedetti d’ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo» (Ef 1,3). Per tale motivo è addirittura scritto che, quando Egiziani e Assiri si convertiranno al Signore, «l’Eterno degli eserciti li benedirà, dicendo: “Benedetti siano l’Egitto, mio popolo, l’Assiria, opera delle mie mani, e Israele, mia eredità!”» (Is 19,21-25). Quando il velo verrà tolto dal cuore degli Ebrei ed essi riconosceranno Gesù come loro Messia, il Signore potrà tornare e realizzare tale promessa per Israele e per i suoi avversari, riconciliati in Cristo. Allora Israele sarà fonte di benedizione per tutte le famiglie della terra.

     Le promesse di Dio sono garantite da Dio, ma esse si colgono solo con l’ubbidienza a Lui. Ciò vale per Israele, ciò vale per noi. Di là da ciò che Dio fa nel suo arbitrio e nella sua sovranità, nella Scrittura riconosciamo che Egli non dà deleghe in bianco a nessuno.

     Sul piano spirituale del nuovo patto bisogna riconoscere che chiunque nega che Gesù è il Cristo, è mendace e anticristo (1 Gv 2,22) e che «chiunque nega il Figlio, non ha neppure il Padre» (v. 23). Questo lo ha detto l’Ebreo Giovanni e vale anche per gli Ebrei.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Israele_predizioni_attualita_Sh.htm

21-01-2009; Aggiornamento:

 

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