Un lettore, dopo
aver letto l'articolo «Israele
odierno fra ammirazione e biasimo», ha
voluto farmi domande specifiche su Israele, a cui in parte avevamo già risposto
in esso e specialmente nel tema di discussione collegato: «Israele
odierno fra ammirazione e biasimo? Parliamone». Se
questo ulteriore chiarimento può aiutare nella comprensione, ne saremo felici.
Siano i lettori ad approfondire ulteriormente le questioni, a intervenire con la
loro personale esperienza e a tracciare eventuali conclusioni. |
La questione del lettore
▲
Caro Nicola, sono Alfonso. Apprezzo molto il tuo intervento su Israele, vorrei
sapere alcune cose da te. Ma prima debbo premettere che è vero che i politici
Israeliani d’adesso possono commettere errori. Dimmi:
■ 1) Cosa ne pensi dell’attacco Israeliano a Gaza?
■ 2) Dovrebbe Israele dare altri territori?
■ 3) Cosa faresti tu se ti tirerebbero le pietre nel
portone di casa tua?
■ 4) Cosa significa benedetti saranno quelli che ti
benedicono?
Grazie, senza polemica voglio solo capire. Se mi rispondi, ti faccio altre
domande. {Alfonso Marchetta; 20 gennaio 2009}
Nota editoriale:
Alfonso Marchetta è
pastore evangelico della Chiesa Elim in Sicilia (Palma
di Montechiaro).
Egli ha anche la
Direzione Amministrativa della PUBLIELIM.
È anche
titolare di un'agenzia di viaggi per Israele,
la «Marchetta Viaggi». Al riguardo
si
legge: «Fondata nel 1980 "con lo scopo di benedire e consolare Israele", l'Ambasciata
Cristiana Internazionale di Gerusalemme ha ora una rappresentanza anche in
Italia, per l'esattezza in Sicilia, condotta dal direttore nazionale, pastore
Alfonso Marchetta, noto tour operator e da anni organizzatore di frequenti
viaggi cultural-spirituali in Israele».
La risposta ▲
A diverse di queste domande abbiamo già risposto nel tema di discussione; sono
perciò costretto in parte a ripetermi. Leggendo le seguenti risposte, prego il
lettore di leggere i contributi in tale tema per capire meglio. Chiaramente ci
sarebbe interessata a monte l'opinione del lettore su tali questioni
scottanti.
■ 1) Cosa ne pensi dell’attacco Israeliano a Gaza?:
Qui il lettore si riferisce all’attacco avvenuto all’inizio del 2009. È
comprensibile per certi aspetti; nessuno Stato al mondo potrebbe tollerare alla
lunga di essere colpito dai razzi. Il risultato di tale guerra è però
disastroso, non solo per i morti palestinesi (ca. 1.300), ma anche per i
risultati: l’odio richiama odio, ingiustizia alimenta ingiustizia, rappresaglia
spinge alla rappresaglia. Agli occhi del mondo Israele appare come il cattivo e
i Palestinesi come i poveri inermi, sebbene la cosa non stia così. Ciò alimenta
purtroppo uno spirito anti-israeliano e l’antisemitismo, e Israele non ci
guadagna. Ciò rafforza gli estremisti fra gli islamisti (Hamas, Hezbollah), ma
anche i falchi in Israele che vorrebbero farsi magari un nome sul campo… o
almeno vincere le prossime elezioni.
■ 2) Dovrebbe Israele dare altri territori?:
Come abbiamo detto sopra, ci sono risoluzioni dell’ONU e ci sono accordi
bilaterali fra il governo israeliano e la dirigenza palestinese. Tali accordi
sono falliti a causa dei falchi in ambedue gli schieramenti. I Palestinesi della
Cisgiordania, ad esempio, per fare pochi chilometri, devono passare diversi
check-point israeliani e subire spesso varie umiliazioni; ciò non alimenta la
pace, ma il risentimento. Tale spirale di odio e violenza si può fermare solo
mettendo in pratica la giustizia, di cui la pace è figlia. In attesa
dell’avvento del Messia, bisogna che ambedue i popoli (non da soli, ma con
l’aiuto della comunità internazionale) trovino una soluzione soddisfacente. Solo
quando le «colombe» di due schieramenti avversi trovano un accordo onorevole, ai
«falchi» vengono tagliate le ali.
■ 3) Cosa faresti tu se ti tirerebbero le pietre nel
portone di casa tua?: A ciò abbiamo risposto sia nell’articolo, sia nel tema
di discussione. Si potrebbe ricordare la legge del taglione, che insegnava a
Israele la
giusta rappresaglia, mettendo fine alla faida (Es 21,24s; Lv 24,19s; Dt
19,21). Vorrei aggiungere però la «legge del regno» del Messia, ma essa è valida
solo per i discepoli del Signore: rinunciare al proprio diritto e alla
rappresaglia per mettere fine alla spirale di odio e violenza, per amore del
Signore, per mostrare di essergli figli e per essere credenti maturi
(«perfetti»; Mt 5,38-48). Siccome Israele non pratica tale «legge del regno»,
non riconoscendo nel complesso Gesù come suo Messia, deve cercare una risposta a
livello della comunità internazionale, visto che da solo non riesce a trovarla,
se non a reagire con rappresaglie spropositate che la danneggiano soltanto a
lungo andare e agli occhi del mondo.
■ 4) Cosa significa benedetti saranno quelli che ti
benedicono?: Dio disse ciò ad Abramo in quanto persona, premettendo la
fedeltà e l’ubbidienza personale per poter realizzare il suo patto per la
progenie (Gn 26,5). Non era quindi una delega in bianco; dopo la chiamata
(Gn 12) e il patto di grazia, Dio aggiunse infatti: «Cammina alla mia
presenza e sii integro» (Gn 17,1). Inoltre prevedeva che Abramo fosse fonte
di benedizione per tutte le famiglie della terra (Gn 12,3). Chiaramente si può
applicare ciò anche alla progenie di Abramo (cfr. Gn 27,29 Giacobbe; Nu 24,9
Israele; 1 Cr 17,29 Davide), ma allora vale la stessa cosa. Guardando la storia
d’Israele, Dio minacciò che il Paese avrebbe vomitato gli Israeliti così come ha
fatto con i Cananei, cosa che poi si realizzò diverse volte nel corso della
storia (p.es. 722 a.C., 586 a.C., 70 d.C.; 2° sec. d.C.). Dio arrivò a chiamare Israele, colui che doveva essere
benedetto e fonte di benedizione, ad esempio con le seguenti locuzioni: «Ahi,
nazione peccatrice, popolo carico d’iniquità, razza di malvagi, figli
corrotti!... capi di Sodoma… popolo di Gomorra» (Is 1,4.10). Gesù avvertì i
giudei del suo tempo, dicendo: «Se non credete che sono io (il Cristo),
morrete nei vostri peccati» (Gv 8,24). Dopo il suo rifiuto come re da parte
dei giudei, decretò loro che «il Regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato ad
una gente che ne faccia i frutti» (Mt 21,43). Quando Pietro a Pentecoste
chiamò i Giudei sensibili al suo messaggio al ravvedimento in Cristo, «li
scongiurava e li esortava dicendo: “Salvatevi da questa perversa generazione”»
(At 2,40); è evidente che parlava dell’allora società giudaica. Anche Giovanni
parlò della Gerusalemme dei suoi tempi come «la gran città, che
spiritualmente si chiama Sodoma ed Egitto, dove anche il Signore loro è stato
crocifisso» (Ap 11,8). Come si vede, se non si è nella volontà di Dio,
facendola (Gv 6,40), da fonte di benedizione si diventa abominevole e nemico
dell’Evangelo, pur essendo destinatario dell’elezione e delle promesse divine
(Rm 11,28s). Inoltre, di là da ciò che Dio alla fine dei tempi farà
per Israele, in Cristo la benedizione vale per tutti, Giudei e non, poiché per
la fede in Gesù tutti i credenti diventano figli d’Abramo e suoi eredi (Gal 3).
Nel nuovo patto è in Gesù Messia che gli Ebrei credenti possono essere
benedetti, trovando pace e misericordia come «Israele di Dio» (Gal 6,16). Perciò
è scritto, benedicendo il Dio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, che Egli «ci
ha benedetti d’ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo» (Ef
1,3). Per tale motivo è addirittura scritto che, quando Egiziani e Assiri si
convertiranno al Signore, «l’Eterno degli eserciti li benedirà, dicendo:
“Benedetti siano l’Egitto, mio popolo, l’Assiria, opera delle mie mani, e
Israele, mia eredità!”» (Is 19,21-25). Quando il velo verrà tolto dal cuore
degli Ebrei ed essi riconosceranno Gesù come loro Messia, il Signore potrà
tornare e realizzare tale promessa per Israele e per i suoi avversari,
riconciliati in Cristo. Allora Israele sarà fonte di benedizione per tutte le
famiglie della terra. Le promesse di Dio sono garantite da Dio, ma esse si
colgono solo con l’ubbidienza a Lui. Ciò vale per Israele, ciò vale per noi. Di
là da ciò che Dio fa nel suo arbitrio e nella sua sovranità, nella Scrittura
riconosciamo che
Egli non dà deleghe in bianco a nessuno. Sul piano spirituale del nuovo patto bisogna
riconoscere che chiunque
nega che Gesù è il Cristo, è mendace e anticristo (1 Gv 2,22) e che «chiunque
nega il Figlio, non ha neppure il Padre» (v. 23). Questo lo ha detto l’Ebreo
Giovanni e vale anche per gli Ebrei.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Israele_predizioni_attualita_Sh.htm
21-01-2009; Aggiornamento:
|