Trattando il tema
di discussione «Hamas:
beati i costruttori di odio?»,
riflettevo già ieri sul fatto che si afferma che
Ḥamās quale acronimo in arabo
di «Ḥarakat al-Muqāwama
al-Islāmiyya» (Movimento di Resistenza Islamico)
significherebbe di per sé «entusiasmo, zelo».
Oggi mi arriva la provocazione di
Gianni Siena: «So già che non sei d’accordo, ma la mia è una provocazione per
avere una tua riflessione di merito. Nel capitolo 6 della Genesi si legge che “la
terra era piena di violenza...”,
e qui la parola tradotta è appunto “hamas”. Non so quanta affinità vi sia tra
l’acronimo dell’organizzazione religioso-terroristica attuale e l’espressione
biblica, ma la violenza è un tratto caratteristico dell’epoca attuale. Mi chiedo
se i fondatori di Hamas non abbiano scelto di proposito questa parola per
intimorire gli ebrei? In ogni caso, i tempi della fine vanno maturando sotto i
nostri occhi» {28-01-2009}.
Di per sé
ḥamās
viene da una radice araba che significa «essere nei bollori, bollire,
arrostire». Ciò l’avvicina a una radice ebraica
ḥamāṣ
«lievitare, fermentare» (qualcosa di sapore fermentato Es 12,19; pasta Es
12,34.39; Os 7,4), «inacerbire» (cuore Sal 37,21); si veda pure
ḥāmeṣ
«lievitato, fermentato» (Es 23,18),
ḥomëṣ
«aceto» (Nu 6,3), ḥāmîṣ
«salato, acre» (Is 30,24). La radice araba
ḥamās
non ha semanticamente a che fare direttamente con la radice ebraica
ḥamās
«trattare con violenza, opprimere, danneggiare, infrangere» (Gb 21,27; Pr
8,36; Gr 13,22; 22,3; Lam 2,6; Ez 22,26; Sf 3,4). Effettivamente il sostantivo
ḥāmās
«violenza, ingiustizia» si trova nell’episodio precedente al diluvio, per
descrivere lo stato dell’umanità (Gn 6,11.13). Si trova, tra altri brani, nei
seguenti: Gn 16,5; 49,5; Sal 7,16; 18,48; 140,1.4; Pr 3,31; 4,17; Gle 3,19; Am
3,10; Ab 1,10. È tradotto come falsi testimoni in Es 23,1; Sal 35,11 (cfr.
27,12). Si ipotizza però che
ḥamās
abbia influenzato la radice verbale
ḥamāṣ,
poiché nel Sal 71,4 il participio
ḥômeṣ
è tradotto con «violento» e da ciò deriva
ḥāmôṣ
«oppresso» (Is 1,17).
Se questa è la
semantica, altra cosa sono immancabilmente i paralleli concreti. Ossia la
violenza con cui il movimento di
Ḥamās tratta non solo i
nemici, ma gli stessi Palestinesi,
uccidendo
i propri oppositori e bruciando (filmato)
addirittura vivi gli avversari politici all’interno del proprio popolo. Di per
sé Hamas è nella pratica tutto ciò: sia
ḥamās
(arab.) «bollore, ribollimento», sia
ḥāmeṣ
(ebr.) «lievitato», quindi inadatto al culto divino; è come «aceto» (ebr.
ḥomëṣ)
sui denti di tutti (Pr 10,26) o sul nitro (Pr 25,20 reazione chimica); è
ḥômeṣ
«violento» (Sal 71,4) e produce
ḥāmôṣ
«l’oppresso» (Is 1,17).
Il movimento di Hamas non conosce la forza della ragione, ma solo la ragione
della forza, ossia la violenza, come si evince dal proprio
Statuto (inglese).
Per avere ragione nelle loro mire politiche e per adempiere i loro piani, i
militanti di Hamas fanno semplicemente fuori tutti coloro che non assomigliano
del tutto a loro stessi («pulizia» etnica e ideologica). Ciò li accosta a tutti
i movimenti terroristici e dittatoriali (p.es. nazismo), che hanno un profondo
disprezzo per la vita e per gli uomini.
Nel
futuro, quando verrà il Messia, allora varrà questa parola: «Il
violento sarà scomparso, il beffardo non sarà più, e saranno distrutti tutti
quelli che vegliano per commettere iniquità, che condannano un uomo per una
parola, che tendono tranelli a chi difende le cause alla porta, e violano il
diritto del giusto per un nulla» (Is 29,20s). Ciò vale anche per Hamas.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Hamas_violento_Noe_Ori.htm
28-01-2009; Aggiornamento:
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