Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

Religioni (generale)

 

 

 

 

«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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UN BUDDISTA PSICOLOGICAMENTE

AFFASCINATO DA GESÙ

 

 di Nicola Corti - Nicola Martella

 

 

1.  PARTENDO DA UN EVANGELO GNOSTICO

 

1.1.  LA RICHIESTA (Nicola Corti): Ciao Nicola, mi hanno consigliato di rivolgermi a te. Vorrei avere notizie storiche al riguardo del Vangelo Copto secondo Tommaso ritrovato anch’esso tra i rotoli del Mar Morto nel 1945 e i motivi storici della sua esclusione dal canone. Se ne avete, vi sarei molto grato. Grazie. {Firenze; 07-07-2011}

 

1.2.  LE RISPOSTE (Nicola Martella): Non so chi sia Nicola Corti, visto che non si è presentato, né so quali siano gli obiettivi, che si è prefissato, facendo tale domanda, visto che non me l’ha comunicata. In ogni modo, sarebbe sorprendente aver ritrovato il Vangelo secondo Tommaso, per altro non in ebraico ma in copto, nelle caverne di Qumran, presso il Mar Morto, visto che lì fu conservata la biblioteca del tempio di Gerusalemme, per proteggerla dalla distruzione del 70 d.C. Il testo completo di tale scritto fu scoperto nel 1945 a Nag Hammadi, in Egitto, e risale al 340 d.C. circa. È una bella differenza, vero?

     Inoltre, se fosse mai stato trovato a Qumran, che cosa avrebbe avuto a che fare uno scritto cristiano tra i manoscritti ebraici e aramaici del giudaismo? Il giudaismo, che perseguitava i cristiani, non conservava certo i loro manoscritti. Inoltre tutti i manoscritti del NT sono in greco.

     Al tempo del NT c’era una grande attività letteraria fra i cristiani, ma questo non li rendeva di per sé adatti a essere tramandati come ispirati da Dio e fonte di dottrina biblica autorevole. Paolo stesso menzionò la pseudepigrafia riguardo agli scritti suoi e della sua squadra missionaria: «Vi preghiamo di non lasciarvi così presto travolgere la mente, né turbare sia da ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche epistola data come nostra, quasi che il giorno del Signore fosse imminente» (2 Tessalonicesi 2,2).

     Per alcuni aspetti rimando al seguente articolo: «Riscoperto l’evangelo di Giuda: fatto sensazionale o strategia di marketing?».

 

 

2.  APPROCCIO BUDDISTA A GESÙ (Nicola Corti): Ho avuto il tuo indirizzo cercando in internet e scrivendo a siti evangelici. Scusa se non mi sono presentato, sono un uomo di 47 anni, musicista, musico-terapista e tra poco spero di laurearmi in psicologia sperimentale. Sono di religione buddista da oltre 25 anni, ma per fortuna la mia religione non m’impedisce di studiare e anche credere all’insegnamento di Gesù. Inoltre per motivi professionali (ho in cura dei vecchi parroci in alcune residenze per anziani) sono spessissimo coinvolto in attività religiose cattoliche, ad esempio ormai suono a messa almeno 2 volte a settimana da almeno 3 anni. Ho anche composto alcuni canti per la messa sui quali il Vescovo di Fiesole (lui sa che non sono Cattolico) ha dato il consenso di essere suonati (almeno nella piccola chiesetta della residenza).

     Comunque non è questo che mi spinge a cercare, ho uno scopo fondamentale su cui farò pure la tesi in psicologia specialistica. M’interessa la relazione tra credenza e stile epistemico (stile di apprendimento e rappresentazione interna della realtà). In sostanza, l’uomo per operare il bene deve sconfiggere l’ignoranza e l’oscurità, che da sempre lo circonda. Quello che un uomo crede, è la premessa del suo destino, per cui conoscere bene la propria forma mentis e confrontarla con quella degli altri, è un esperienza ineludibile e molto importante per fondare un bene comune.

     Ci sono cose del cristianesimo che mi hanno molto appassionato, mentre altre su cui mi sento molto critico e su le quali ho molta avversione perché le ritengo rischiose per l’uomo come ad esempio il credere aprioristicamente e in maniere acritica a una realtà separata tra creato e creatore, tra Divino e umano, tra spirito e materia, tra buoni e cattivi, tra inferno e paradiso, anche perché se esiste una realtà universale, una totalità, un unica sede d’amore universale non può che essere interconnessa e interdistinta e non frammentata o separata. Se si legge il Vangelo Copto di Tommaso (cosi è chiamato almeno in internet dove sono riuscito a trovarlo in siti più o meno attendibili) si nota uno stile molto interconnessionista tra l’altro molto simile a ciò che spiega il Buddismo. Non sono un esperto di archeologia religiosa, ma mi piacerebbe un po’ indagare su questo vangelo che trovo particolare, è anche un mio modo per cercare un aspetto meno ritualistico e temporale per entrare più profondamente nella psiche umana dell’insegnamento di Gesù. Forse questi miei ragionamenti possono sorprenderti, ma io riesco a rispettare e amare molto più Gesù da buddista e psicologo che seguendo la prassi convenzionale che anzi mi pone molte perplessità. Scusa la mia insaziabile sete di sapere ma per mia fortuna o sfortuna non so, ho molte persone con varie perplessità di vita che mi chiedono una mano e anche molti giovani spesso anche stranieri che chiedono e vogliono sapere. Ho il dovere di mantenere viva, vitale, aperta e fresca la mia fede. Grazie della tua attenzione. {09-07-2011; il grassetto è redazionale}

 

 

3.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Nicola Martella): Ho appreso di Nicola Corti quanto da lui detto, specialmente il suo «transumare» ai limiti tra buddismo e cattolicesimo, tra fascino per Gesù e ripulsa per il ritualismo romano. Posso capire alcuni aspetti della sua «irrequietezza» nei confronti della religione dominante, visto che io sono uno studioso evangelico e conduttore di una chiesa cristiana; come tale, non so che farmene di riti religiosi (anche buddisti) e di clericalismo di qualsiasi genere. La fede biblica è soprattutto un rapporto personale col Dio vivente mediante il Signore e Salvatore Gesù Cristo. Chi ha un rapporto vivo e personale con «Cristo, nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti» (Colossesi 2,3), non sa che farsene di fronzoli religiosi di qualsiasi genere.

 

3.1.  MONISMO E PANTEISMO: Nicola Corti afferma: «In sostanza l’uomo per operare il bene deve sconfiggere l’ignoranza e l’oscurità che da sempre lo circonda». Questa era l’idea dei Farisei al tempo di Gesù e degli umanisti d’oggi. Gesù disse al rabbino Nicodemo che per fare il bene, bisogna dapprima «nascere dall’Alto», ossia da Dio, mediante la rigenerazione dello Spirito Santo (Giovanni 3,3ss).

     Poi, Nicola Corti formula a modo suo la tesi ideologica del panteismo e del monismo, tipica delle religioni orientali, quando parla di «realtà universale» di «totalità», di «amore universale» e simili. Per capire Dio, non si può polarizzarlo a una sola qualità, ma bisogna mettere in campo quelle che io chiamo le «qualità antitetiche»: Dio è amore, ma anche verità; è misericordioso, ma anche giustizia.

     Non mi soffermerò a parlare del panteismo, del monismo, delle ideologie legate alle religioni orientali, visto che ho scritto abbastanza in proposito. Si veda al riguardo in Nicola Martella, La salute fra scienza, religioni e ideologie, Malattia e guarigione 1 (Punto°A°Croce, Roma 2003). Si veda pure in Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003).

 

3.2.  L’APPROCCIO BIBLICO: RIVELAZIONE E TIMOR DI DIO: L’approccio di Nicola Corti alla realtà è prettamente umanistico e antropologico. Si illude di poter capire un mosaico infinito, tenendo in mano appena qualche centinaio di tessere, che non sa neppure come incastrare insieme. E l’unico criterio, che ha come assioma, è il monismo delle religioni orientali. La sacra Scrittura giudeo-cristiana ci convince che un tale approccio è sempre fallimentare, pari a un cieco che voglia sondare il mistero della luce e dei colori. Per la Bibbia l’uomo ha bisogno di «rivelazione» e di «timor di Dio».

     La rivelazione è la Bibbia stessa e quanto essa afferma di Cristo: «Dio, dopo aver in molte volte e in molte maniere parlato anticamente ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi mediante il suo Figlio, che Egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale pure ha creato i mondi; il quale, essendo lo splendore della sua gloria e l’impronta della sua essenza e sostenendo tutte le cose con la parola della sua potenza, quand’ebbe fatta la purificazione dei peccati, si pose a sedere alla destra della Maestà nei luoghi altissimi…» (Eb 1,1ss).

     Solo chi ha la rivelazione, può conoscere Dio e avere il «timor di Dio», espressione che intende la giusta religione, la fede biblica, la sottomissione al Dio santo. Perciò, è scritto: «Il timor dell’Eterno è l’inizio della sapienza; buon senno hanno tutti quelli che mettono in pratica la sua istruzione» (Salmo 111,10). Il termine «sapienza» in ebraico è chokmāh, che di per sé significa «ordine» e intende oggettivamente l’ordine messo da Dio nel creato e soggettivamente la capacità di riconoscere tale ordine e di corrispondervi. Tale capacità si acquisisce, mettendo il Dio vivente al primo posto nella propria vita, sottomettendosi a Lui e cercando un rapporto personale con Lui; tutto ciò viene descritto con la locuzione «timor dell’Eterno», che permette di accedere alla conoscenza della verità rivelata, mentre gli «stolti» disprezzano sapienza e disciplina del Signore (Proverbi 1,7). Conoscere il «Santo», ossia il Dio vivente rivelato dalla Bibbia, significa avere discernimento (Proverbi 9,10). Addirittura è detto che «il timor dell’Eterno è scuola di sapienza» (Proverbi 15,33). Non è un caso che del futuro Messia fu detto: «Lo spirito dell’Eterno riposerà su lui: spirito di sapienza e di discernimento, spirito di consiglio e di forza, spirito di conoscenza e di timor dell’Eterno» (Isaia 11,2).

 

3.3.  LA PROSPETTIVA BIBLICA: CRISTO È CARDINE E RICONCILIATORE DELLA REALTÀ: Come si vede, il Dio unico e vero non si può conoscere senza il «timor dell’Eterno» e senza la sua rivelazione. Solo allora, avendo le coordinate minime necessarie della realtà, si potrà riconoscere l’ordine sapiente, che Lui ha messo nel creato e nella legge morale, per così corrispondervi e conoscere Dio ancora di più. Nel NT ci è rivelato che il principio d’ordine di tutta la realtà, da cui cernere e discernere l’operato di Dio nella creazione e nella storia, è Gesù quale Messia (cfr. sopra Colossesi 2,3). In Lui Dio ha riconciliato ciò che era diviso: «In lui si compiacque il Padre di far abitare tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della croce di lui; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli» (Colossesi 1,19s). Tale riconciliazione non ha soltanto a che fare con la comprensione, ma anche con la salvezza di chi crede in Gesù quale suo personale Salvatore e Signore: «Se mentre eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del suo Figlio, tanto più ora, essendo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita» (Romani 5,10; Colossesi 1,21ss). L’annuncio dell’Evangelo è chiamato «ministero della riconciliazione», che fa annunciare: «Vi supplichiamo nel nome di Cristo: Siate riconciliati con Dio!» (2 Corinzi 5,17-21).

     Non basta, quindi, «entrare più profondamente nella psiche umana dell’insegnamento di Gesù», né «rispettare e amare molto più Gesù da buddista e psicologo», come afferma Nicola Corti.

 

Per l’approfondimento rimando alla lunga esperienza di un occidentale nel buddismo e di come egli ne sia, poi, uscito, trovando in Gesù Cristo tutto ciò che aveva cercato nelle religioni orientali: Io ero buddista.

     Si vedano pure gli articoli: «Non avrò altro dio all’infuori di Me»; «Reincarnazione o risurrezione?».

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Buddista_affasc_Gesu_OiG.htm

16-08-2011; Aggiornamento: 12-09-2011

 

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