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IO ERO BUDDISTA

La storia di Martin e di Elke Kamphuis

 

 a cura di Nicola Martella

 

Di loro m’era stato parlato anni fa da un comune amico, Alexander Seibel, presso cui abitavano. Da quest’ultimo ricevetti anche il loro libro «Io ero buddista». Poi ebbi con Martin un contatto telefonico. In accordo con lui, oltre a quanto scritto nel libro, ho reperito dal loro sito internet varie informazioni (http://www.gateway-ev.de/), che ho redatto e adattato nel seguente articolo. Le citazioni sono tratte da: Martin Kamphuis, Ich war Buddhist (Brunnen Verlag).

 

 

1.  DUE STORIE UMANE E UNA META

Un viaggio alla ricerca di se stesso

     Da quando Hermann Hesse accese l’entusiasmo per l’India con «Siddharta», incamminarsi nel buddismo fa tendenza. Anche l’olandese Martin Kamphuis si addentrò per otto anni, con spirito, corpo, anima e tutti i sensi nel buddismo tibetano. In India e nel Nepal si sottomise nei monasteri alla severa dottrina di monaci e guru. In Europa, assaggiò i frutti dell’incrocio tra buddismo e il pensiero iridescente della New Age e dell’esoterismo.

 

Il risveglio dopo l’estasi

     «Quando Elke e io stavamo davanti al Dalai Lama, mi guardò gentilmente negli occhi. Mi sentii in uno stato di consapevolezza più alto, proprio come lo sperimentavo di frequente durante le mie meditazioni. La sua irradiazione mi innalzò al disopra di ogni realtà cosciente. Questo sublime sentimento continuò dopo ciò ancora per un po’. Poi sembrò dissolversi, parimenti in modo improvviso come era arrivato, in quel novembre freddo e bagnato».

     In modo sempre più crescente, Kamphuis si accorse che l’agognata illuminazione si faceva attendere. A ciò si aggiungeva che pur tentando di esercitare finalmente l’ideale buddista della misericordia, falliva in modo umiliante dinanzi alle situazioni quotidiane e a se stesso.

 

In giro per il mondo

     Martin ed Elke, che intanto erano legati da una stretta amicizia, in Australia frequentarono inaspettatamente un culto in una chiesa cristiana. Qui infine sperimentarono entrambi, in modo assolutamente inatteso, che le loro nostalgie più profonde potevano essere appagate, che essi erano conosciuti e amati; realizzarono che la luce era arrivata su di loro da fuori e non da dentro se stessi come afferma invece il buddismo.

 

Il libro

     «Io ero buddista» è l’affascinante storia di un uomo alla ricerca del significato della vita e dell’illuminamento. Quando Martin ed Elke Kamphuis giunsero alla loro meta, ciò non fu comunque il risultato di tecniche della New Age o del loro amato buddismo. L’autore descrive il loro avventuroso viaggio nel mondo di dèi e semidei, in cui si inserisce una storia d’amore tra due persone — o a dir meglio: tra Dio e due persone che l’hanno cercato con tutto il cuore. Ciò rappresentò anche la fine della ricerca di Dio nei loro confronti, quando furono confrontati con Gesù Cristo.

 

 

2.  ALCUNI DETTAGLI DEL «VIAGGIO»

 

La via verso l’India

     Da giovane Martin visitò il Sud America e lo girò da solo, ma presto comprese che nella vita ci doveva essere qualcosa di più che «l’amore». Egli non si considerava appagato dalla vita di suo padre come contadino. Su suggerimento di un vicino di casa, si recò in India e frequentò un corso di meditazione. Le sue impressioni furono piuttosto ambivalenti: «Inizialmente pensai che nessuno in Olanda avrebbe ascoltato sciocchezze così incoerenti neppure per un’ora. Comunque, coloro che erano interessati all’insegnamento buddista per un certo tempo, consideravano fantastiche le conferenze su di esso e ne erano completamente entusiasti. Dopo un po’, anch’io trovai le sue parole estremamente attrattive. Imparammo che l’insegnamento buddista non può essere afferrato con l’intelletto, ma che avremmo dovuto rinunciare alla nostra ragione e far posto alla conoscenza trascendentale, intuitiva».

     Alla fine del corso Martin divenne buddista. Il suo desiderio di giungere all’illuminamento lo portò a partecipare a iniziazioni, meditazione e a molti rituali, alcuni dei quali piuttosto estremi e faticosi.

 

La ricerca dell’illuminamento con Iris

     Egli tornò in Olanda con l’intenzione di ritornare in India, dove sperava di trovare il suo guru personale, ma rimase solo un desiderio. In Inghilterra incontrò una buddista olandese di nome Iris, che affermava di avere un contatto telepatico con molti guru buddisti, uno dei quali sarebbe diventato in seguito il guru di Martin. La relazione con Iris era intesa come aiuto vicendevole sulla via dell’illuminamento spirituale, ed era piuttosto importante per lui.

     Martin studiò psicologia, ma imparò anche molti metodi terapeutici della New Age, i quali, qualora fossero compatibili con il buddismo tantrico, erano permessi, essendo considerati utili per raggiungere l’illuminamento. La relazione con Iris fu comunque una fatica continua. Martin era oppresso dalla colpa perché mancava verso di lei dell’empatia necessaria per il raggiungimento dell’illuminamento. Anche se lui era determinato a mettere fine alla relazione, non era un passo facile da fare visto che lei gli serviva da medium per mantenere il contatto con il suo guru.

 

Elke e il viaggio intorno al mondo alla ricerca di se stessi

     In fine Martin incontrò una donna tedesca, che stava cercando anch’ella l’illuminamento, e che venne a vivere con lui sulla sua imbarcazione. Questo fatto lo indusse a rompere con Iris. Elke era una terapeuta alternativa che, accecata dall’ideale dell’auto-realizzazione, stava cercando la sua anima; facendo ciò, aveva messo a repentaglio la sua propria famiglia. Anche se ambedue sentivano che la loro ricerca fosse finita, erano ancora irrequieti e inappagati nel loro lavoro come terapeuti. «Io sentivo una profonda avversione verso la mia imbarcazione e il nostro lavoro terapeutico. Inaspettatamente dissi a Elke: “Non voglio più lavorare qui! Non me la sento più!”».

     Partirono per un viaggio intorno al mondo e finirono per decidere di visitare due destinazioni, l’India (perché Martin potesse adempiere a un rituale lungo un intero mese) e l’Indonesia. Essi non avevano una chiara direzione riguardo ai loro viaggi, ma Elke fu guidata in un modo insolito: «Quella notte ebbi un sogno strano. Vidi il continente australiano e una voce mi disse: “Tu arriverai qui al tuo cuore!”».

 

Un inaspettato arrivo alla meta

     A mano a mano che avanzano attraverso l’India e l’Indonesia, cresceva altresì il loro senso di mancanza di significato e di frustrazione. In Australia si resero conto che erano stati vittime d’un commerciante indiano disonesto e avevano perso molti soldi. Costretti da tali circostanze, lavorarono in una fattoria che produceva frutta; e in seguito visitarono una loro conoscenza che viveva nella foresta pluviale australiana.

     Un sabato, facendo l’autostop, la coppia incontrò un giovane pieno di gioia. Elke e Martin pensavano di sapere da dove proveniva tale gioia: dalle droghe. Per loro sorpresa, l’uomo spiegò comunque che la sua gioia proveniva dalla sua relazione con Gesù Cristo. Egli li invitò a sperimentare qualcosa di veramente alternativo; li invitò nella sua chiesa. Aperti a pressoché qualsiasi cosa e piuttosto curiosi, essi furono d’accordo.

     Alla fine del culto domenicale, Mary chiede a Elke se poteva pregare con lei; anche Martin ci andò. Martin ed Elke erano esercitati a sentire potenze invisibili, ma in quel momento sentirono che c’era là Qualcuno che era più grande e più forte di tutte le altre potenze con le quali erano entrati in contatto. Essi incontrarono Gesù Cristo e sperimentarono come la Luce penetrasse nei loro cuori. Fino a quel momento erano stati convinti che sarebbero giunti all’illuminamento dall’interno, attraverso i metodi della New Age e del buddismo. Ora riconobbero che la Luce era venuta da fuori, e che questa Luce li stava cercando da lungo tempo.

 

Il cammino nella Luce

     Dopo molti giorni di pace e gioia interiori, Elke e Martin cominciano a sentire una lotta dentro di loro. Cristiani ben intenzionati, che tentarono di aiutarli e incoraggiarli solamente con le sacre Scritture, peggiorarono la situazione, poiché Elke e Martin non consideravano allora la Bibbia un’autorità. Essi erano disposti a mettere Gesù tra gli altri guru e le altre idee, forse potevano anche dargli un posto speciale, ma non vedevano il Suo significato unico. La loro ricerca per Dio proseguì, questa volta in Sydney, dove la loro nuova fede crebbe, e dove Dio afferrò le loro vite. Divenne chiaro: «No, Gesù non fece più parte delle serie dei miei altri guru. Io finalmente seppi che Egli è il Dio Vivente in persona».

     La storia di Dio con Elke e Martin non si fermò qui. Essi ritornarono in Germania, dalla figlia di Elke. Nel corso di tempo, Dio rese possibile la riconciliazione fra madre e figlia e cominciò a guarire le ferite presenti nella loro relazione (Elke aveva piantato in asso la sua famiglia alla ricerca dell’auto-realizzazione e dell’illuminamento buddista). Dio portò Elke e Martin a sposarsi, a frequentare una scuola biblica, in Tanzania, e poi a svolgere il ministero di pastore. Egli diede loro anche l’opportunità di condividere la loro storia con altri. Egli scrive: «Durante conferenze e discussioni che avevano avuto luogo quel giorno, i partecipanti erano sembrati spesso stanchi e incapaci di concentrarsi, ma ora erano completamente assorbiti.

     Ogni frase aveva un profondo significato. Il significato esistenziale del nostro incontro con Dio fuoriuscì in modo così chiaro che spesso il gruppo non poté trattenersi dal ridere riguardo ai nostri precedenti sforzi futili. Sì, era stata una ricerca inefficace, così estremamente umana. Noi avevamo cercato accettazione e unità spirituale; volemmo amore, una casa e tutto ciò che ognuno nel mondo sta perseguendo. Nel bel mezzo della nostra ricerca qualcosa d’inaspettato era comunque accaduta. Discretamente si fece percettibile. Noi ne fummo condotti, senza però conoscerlo, ma poi Egli rivelò Se Stesso in tutto il Suo potere e amore, nella Sua personale esistenza. Egli ci incontrò in Gesù Cristo, Dio in persona!».

 

Martin Kamphuis è laureato in psicologia e in teologia. In passato era un psicoterapista alternativo e buddista in India e in Nepal. Dopo che pervenne alla fede personale in Gesù Cristo, studiò teologia. Poi è stato pastore di una chiesa evangelica libera. Oggigiorno è attivo come conferenziere e autore di libri.

 

Elke Kamphuis è laureata in pedagogia sociale ed è terapeuta secondo la tecnica Gestalt. In passato era un’esoterista ed esercitava diversi metodi alternativi di guarigione. In Australia sperimentò una svolta esistenziale decisiva. Oggigiorno è conferenziere da sola o insieme a suo marito, col quale si dedica anche a scrivere libri.

 

Per l’approfondimento di alcuni concetti ricorrenti nell’articolo cfr. in Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003), tra altri, i seguenti articoli.
   ■ Esoterismo (e Bibbia; e guarigione; natura e sviluppi), pp. 148-164
   ■ Medicina esoterica (olistica, ecc.), pp. 317-327
   ■ New Age e medicina, p. 345
   ■ Psicoterapie alternative, pp. 442-446
   ■ Soprannaturale ed esoterismo, p. 506
   ■ Sull’India e la sua molteplice religiosità: Antropologia e paramedicina, pp. 49-53; Ayurveda, pp. 77ss; Energia cosmica o vitale, pp. 139s; Energie e la loro attivazione, pp. 140ss; Esoterismo e guarigione: concezione evoluzionistica, pp. 156s; Induismo e buddismo, p. 250; Karma, p. 272; Prana, pp. 435s; Yoga, pp. 556-563.

 

Una prima versione di questo articolo è apparso nel 2007 sulla rivista «Oltre» (EPA Media, Aversa) col titolo «Incamminarsi nel buddismo fa tendenza».

 

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Si veda inoltre il seguente filmato: «Io ero buddista» (di Luca Toldo; 03-04-2013):

 

 

 

È l’affascinante testimonianza di un uomo alla ricerca del significato della vita e dell’illuminamento.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Buddismo_Kamphuis_MeG.htm

27-05-2007; Aggiornamento: 16-04-2013

 

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