Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
14. Le cose future
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BRUCIARE IL CORANO?

 

 di Nicola Martella

 

Un lettore ci ha presentato la seguente questione.

 

Caro Nicola, in questi giorni non si fa che parlare della provocazione del reverendo Terry Jones, del sentimento di scandalo nei sui confronti da parte dei cristiani e delle ripercussioni che si stanno vedendo ai telegiornali. M’interesserebbe molto avere un tuo parere. Un cordiale saluto nel Signore. {Stefano Fedrigo; 14-09-2010}

 

Ad aspetti rilevanti di tale questione rispondiamo qui di seguito.

 

Entriamo in tema

     All’inizio del mese di settembre del 2010 fece parlare di sé Terry Jones, il conduttore di una piccola chiesa degli USA, il quale si era proposto di bruciare varie copie del Corano proprio l’11 del mese, nella ricorrenza del disastro delle «Torri gemelle» mediante terroristi islamici. In tal modo ottenne l’attenzione, che probabilmente ricercava. La notizia rimbalzò nei mass-media da un capo all’altro del globo, incendiò gli animi, oltre alla discussione. Negli USA come nella comunità internazionale ci fu una condanna quasi unanime, temendo che tale provocazione destabilizzasse varie arie del mondo, temendo rabbiose e incontrollate manifestazioni popolari nei Paesi a maggioranza musulmana e attentati di estremisti islamici.

     Chiaramente il problema sollevato da tale bizzarro pastore statunitense esiste: l’Occidente si sta islamizzando e nei Paesi a maggioranza islamica i cristiani vengono angariati, perseguitati, torturati e uccisi. Spesso la comunità internazionale e i politici tacciono, poiché ci sono grandi interessi politici ed economici in gioco.

 

La trattazione biblica

     Che dobbiamo pensare noi cristiani biblici di iniziative del genere? Non dobbiamo essere «aceto per i denti» né «pepe negli occhi» per questo mondo, ma «sale della terra» e «luce del mondo» (Mt 5,14s). È vero che a Efeso furono bruciati libri di stregoneria, come si legge: «E buon numero di quelli che avevano esercitato le arti magiche, portarono i loro libri assieme, e li arsero in presenza di tutti; e calcolatone il prezzo, trovarono che ascendeva a cinquantamila dramme d’argento» (At 19,19). Si noti, però, che tale iniziativa venne dalle persone stesse, che si erano convertite. Inoltre, anche i non credenti saranno stati contenti di ciò, visto che temevano molto l’occultismo.

     Altra cosa è il discorso religioso. Nel caso delle religioni, ci vuole poco per incendiare gli animi. Allora vengono usati mezzi leciti e illeciti (falsi testimoni At 6,11; violenza verbale At 13,45; 18,6; violenza fisica fino alla morte At 5,26; 7,58s; 14,5.19; 2 Cor 11,25; complotto At 9,23; 23,12s.21). Chi ha interessi politici o economici (At 19,25ss), si serve delle religione per aizzare le masse (vv. 28s.32.34). Allora si accusano i cristiani di essere sacrileghi e di bestemmiare verso la divinità di riferimento (v. 37). Quando scattano le molle irrazionali nella gente, le masse sono sempre imprevedibili e pericolose.

     Nel nuovo patto non c’è un mandato per i cristiani per bruciare i libri sacri di un’altra religione, ma solo quello di predicare la buona Novella. Chi applica nel nuovo patto (popolo transnazionale) metodi teocratici dell’antico patto (nazione), non ha capito le differenze e le novità, ma è prigioniero di «vecchi otri» (Mt 9,17). Nell’antico patto era comandato di demolire tutto ciò che non aveva a che fare col culto puro di Jahwè (Es 34,13; Dt 12,3). I re di risveglio, però, si preoccuparono di più di purificare il tempio del Signore e il popolo di Dio, che fare spedizioni contro i templi pagani (2 Cr 31,1; 2 Cr 34,4.7). Anche Gesù non andò a scagliarsi contro i numerosi templi pagani, presenti allora nella Palestina, né istigò i suoi seguaci a bruciare i libri sacri di altre religioni, ma si recò al tempio di Gerusalemme e «cacciò fuori tutti quelli che qui vendevano e compravano» (Mt 21,12). Nel nuovo patto è comandato di portare l’Evangelo in tutto il mondo, «insegnando loro d’osservare tutte quante le cose che v’ho comandate» (Mt 28,18ss); nell’insegnamento di Gesù non c’è un mandato a demolire templi e bruciare i libri sacri di altre religioni. Dove la luce entra nelle tenebre, essa porterà da sola i suoi frutti; allora ci penseranno i discepoli stessi a purificarsi da ogni idolatria (1 Gv 5,21) e dai «comandamenti e dottrine degli uomini» (Col 2,21ss).

     Se i cristiani usano gli stessi metodi degli altri, dove sta la differenza? Nella legge messianica del nuovo patto leggiamo questa ingiunzione: «Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli. Infatti, Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno anche i pubblicani lo stesso? E se fate accoglienza soltanto ai vostri fratelli, che fate di singolare? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,44-48). Paolo, ricalcando un antico proverbio d’Israele (Pr 25,21s), ricordò che Dio vuole che i suoi seguaci diano da mangiare ai propri nemici affamati (Rm 12,20); l’apostolo ingiunse di non fare le proprie vendette, ma di cedere il posto all’ira di Dio (v. 19), e comandò quanto segue: «Non rendete ad alcuno male per male. Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini… Non esser vinto dal male, ma vinci il male col bene» (vv. 17s.22).

     Abbiamo detto che gli apostoli non demolirono mai templi né bruciarono libri sacri di altre religioni, non essendo questi i metodi insegnati da Gesù Messia. Paolo rimproverava di ciò i Giudei: «Tu che hai in abominio gli idoli, saccheggi i templi?» (Rm 2,22).

     L’azione degli apostoli non avveniva sul piano della forza fisica, ma sul piano dialettico, ossia annunciando la verità e demolendo le menzogne. «Sebbene camminiamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti nel cospetto di Dio a distruggere le fortezze; così distruggiamo i ragionamenti e ogni altezza, che si eleva contro alla conoscenza di Dio, e facciamo prigioniero ogni pensiero sotto all’ubbidienza di Cristo» (2 Cor 10,3ss).

 

Aspetti conclusivi

     L’unica cosa che Terry Jones ha ottenuto è la visibilità per il suo narcisismo, che lo porta ad appellarsi falsamente a una rivelazione dello Spirito di Dio, invece di tagliare rettamente la Parola della Verità (2 Tm 2,15); perciò è un operaio confuso, che crea confusione. Le conseguenze dei suoi atti, lungi dall’aver portato del bene alla causa dell’Evangelo, ha inacerbito gli animi nei paesi islamici e ha causato già la morte di varie persone, tra cui anche cristiani. Tale pastore è un uomo settario, a capo di un gruppuscolo di poche anime. Su di lui ci sono anche lunghe ombre morali di infedeltà finanziarie riguardo alle offerte dei fedeli. È meglio evitare che gente del genere rappresenti i cristiani biblici. Paolo insegnava: «L’uomo fazioso, dopo una prima e una seconda ammonizione, schivalo, poiché tu sai che un tale è pervertito e pecca ed è condannato da se stesso» (Tt 3,10s). Tale singolare pastore non mi rappresenta né come cristiano, né come rappresentante di Dio. Io non vorrei vedere la Bibbia bruciata nei Paesi islamici, dopo che ancora negli anni Venti del 20° secolo fu bruciata in Italia da alcuni chierici.[1]

     Quando un mussulmano si sarà convertito a Gesù Messia, riconoscendo in Lui il suo unico e personale Salvatore e Signore, non avrà più bisogno di orientarsi al Corano, ma trarrà la sua ispirazione, conoscenza e forza spirituale dalla sacra Scrittura, la Bibbia, ossia «Il Libro» di Dio. Il Corano sarà allora per lui soltanto un’opera letteraria e niente più.

     Quando i diritti civili di un vero cristiano sono calpestati, le vie, che deve seguire, sono, oltre al buon senso, quelle che permettono la legge dello Stato, in cui ci si trova. Tuttavia, ciò dev’essere fatto col buon senso, valutando se ciò porta bene o male alla testimonianza, oltre che a lui stesso. Paolo si avvalse del suo diritto di cittadino romano, quando fu comandato che fosse flagellato (At 22,24s). Poi, per essere sottratto dalle mani dei Giudei, che lo volevano uccidere, chiese, come nel suo diritto, di essere rimandato a Cesare (At 25,11; 28,19). Egli protestò, quando fu ordinato dall’autorità religiosa che fosse percosso, senza essere stato prima condannato (At 23,2s; cfr. Gesù in Gv 18,22s).

     I cristiani sono impegnati in movimenti per i diritti civili e per la libertà d’opinione anche in Paesi, in cui la religione dominante non è il cristianesimo. Essi fanno bene a rendere pubblici soprusi e angherie, denunciando quando i diritti costituzionali di un Paese sono calpestati. Bisogna inoltre fare pressioni internazionali perché in certi Paesi ci sia libertà d’espressione e di culto.



[1]. «La Bibbia entrò per la prima volta nelle loro case dei sonninesi. Don Giuseppe Cosimi, venuto a conoscenza “dell’imbarazzante presenza” della Bibbia, riportata dagli emigranti o inviata dagli stessi ai loro familiari, con la scusa di verificarne il contenuto, ne raccolse una canestra piena, e davanti al sagrato di S. Pietro le diede fuoco; il gesto era forte e simbolico. La comunità cattolica sonninese non doveva avere niente a che fare con quel libro, né con quelli che lo possedevano». [Claudio Zappalà, Libertà religiosa in Italia nel XX Secolo: Il caso Sonnino (Sonnino, LT), p. 191]

 

Bruciare il Corano? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-Bruciare_Corano_EdF.htm

15-09-2010; Aggiornamento: 17-09-2010

 

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