Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
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07. Lo Spirito Santo
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09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
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15. Aspetti dell’etica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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VIENI, SPIRITO SANTO? PARLIAMONE 2

 

 a cura di Nicola Martella

 

Poiché questo tema è stato molto partecipato e discusso, lo proseguiamo qui. Per la descrizione rimandiamo all'articolo «Vieni, Spirito Santo?» e alla prima parte del tema di discussione.

    Abbiamo mostrato che l'invocazione «Vieni, Spirito Santo!» (intendendo di solito una sua venuta dal cielo) non è sensata e legittima dal punto di vista biblico, perché a Pentecoste lo Spirito Santo è già venuto storicamente nella chiesa, e non se ne è mai andato via. A ciò si aggiunga che in tutto il NT non si trova nessuna preghiera rivolta allo Spirito Santo. L’unico, che deve ancora venire, è solo Gesù, il Messia! Lo Spirito stesso, la Sposa dell'Agnello e i singoli credenti invocano Cristo a venire! (Ap 22,17.20).

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Katana Bushido, ps.

2. Maurizio Ruffino

3. Pietro Arnese

4. Eliseo Paterniti

5. Nunzio Nicastro

6.

7.

8.

9.

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Katana Bushido, ps.}

 

Contributo: Certo se avessimo ricevuto lo Spirito, non faremmo tutte queste discussioni! Lo Spirito non si ragiona, lo si vive. «Egli vi guiderà in tutta la verità» (non la nostra mente; Giovanni 16,13). «Noi parliamo di ciò che sappiamo» (Giovanni 3,11-13). Chiediamolo e avremo «la mente di Cristo» per comprendere le cose spirituali (1 Corinzi 2,10-16). {16-06-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Che cos’ha a che fare tutta questa «macedonia» eterogenea e indebitamente versettologica col tema in corso, ossia se bisogna o meno invocare lo Spirito Santo a venire, visto che è già venuto? Lo Spirito Santo non bisogna chiederlo più, se si è stati da Lui rigenerati e suggellati per il giorno della redenzione, al momento della conversione.

 

Replica 1 (Katana Bushido, ps.): Lo Spirito è ridiventato disponibile con la morte di Cristo, che ha pagato il nostro debito / peccato, contratto col nostro Padre celeste. Come ben saprai, con la nuova nascita si riceve lo Spirito, ma poi necessita la nuova crescita. «Come bambini pur ora nati appetite il puro latte spirituale, affinché per esso cresciate verso la salvezza» (1 Pietro 2,2-3). Inoltre lo Spirito si può contristare (Efesini 4,30); per cui poi necessita pregare per riconciliarsi con Esso. {17-06-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): «...poi necessita pregare per riconciliarsi con Esso»? Mi è oscuro dove ciò sia scritto nel NT; puoi delucidarmi? In tutta la Bibbia non ho trovato un solo brano che parli di riconciliazione con lo Spirito Santo; c’è qualcosa che non ho visto?

 

Replica 2 (Katana Bushido, ps.): Caro fratello Martella, spero e che il tono della sua ultima risposta non sia sarcastica. Lo Spirito va chiesto in preghiera e anche con importunità e con priorità, essendo la seconda richiesta della preghiera insegnata da Cristo, insieme ad altre necessità menzionate dopo, in ordine d’importanza, come Cristo aggiunge nella spiegazione della preghiera dell’amico che chiede i pani a mezzanotte. Vedi Luca 11,1-13: «Signore insegnaci a pregare... Venga il tuo Regno...»; per cui il regno di Dio non può venire esteriormente, se prima non è venuto interiormente (Luca 17,20). Il Regno di Dio dentro di noi è rappresentato dalla presenza dello Spirito Santo, che ci fa a immagine di Dio. Romani 14,7 dice che il regno di Dio è costituito dallo Spirito Santo e ne menziona alcune sue caratteristiche. Inoltre, Cristo ben sapeva che il Regno di Dio materiale sulla terra non sarebbe venuto in quella generazione; per cui si riferiva anche e soprattutto a quello interiore, che diventa oggetto di richiesta nella preghiera da Lui consigliata. Anche s. Paolo prega, affinché la chiesa riceva lo Spirito, che in questo caso non è specificato come Santo, ma che di sicuro non viene da altre fonti (Efesini 1,16-20). Un abbraccio fraterno... Giulio. {18-06-2011}

 

Risposta 3 (Nicola Martella): I miei punti interrogativi, Giulio, non devono essere caricati con altro significato. Chiedere ha un carattere pedagogico e di stimolo alla ricerca.

     In ogni modo, mi è nuova la tua tesi (altamente speculativa), secondo cui il «regno di Dio» sia lo Spirito Santo, e ammetto che per ogni teologo risuona alquanto singolare, se non bizzarra. Non vale la pena neppure di prendere tale tesi in seria considerazione. Un regno è una collettività di sudditi all’interno di confini certi; lo Spirito Santo è una persona ed è l’Inquilino del tempio del nuovo patto, ossia la chiesa (1 Cor 3,16s; 6,19).

     Spirito e regno nel NT si trovano solo tre volte insieme, ma non vengono mai considerati identici. Il fatto che Gesù cacciasse i demoni per l’aiuto dello Spirito di Dio, era considerato da Lui un segno che il regno di Dio (= dominio di Dio) era pervenuto fino ai Giudei d’allora (Mt 12,28), ossia tutto era pronto perché il regno politico messianico iniziasse. Gesù disse al rabbino Nicodemo che «se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,5); nascere di Spirito fu spiegato dal Maestro come «nascere dall’Alto», ossia da Dio; anche qui «Spirito» e «regno» sono cose dissimili. Infine, questi due concetti ricorrono per l’ultima volta in Romani 14,17, in cui Paolo affrontò le differenze culturali fra cristiani giudei e gentili; qui evidenziò che il «regno di Dio» (= il dominio di Dio) non si realizza laddove vengono osservate i precetti alimentari della legge mosaica, ma laddove si praticano «giustizia, pace e allegrezza mediante lo Spirito Santo». Si noti che in nessuno di questi tre brani viene insegnato a invocare o pregare lo Spirito Santo; ed è proprio questo il tema che stiamo discutendo qui. Gesù non insegnò, quindi, a pregare: «Padre nostro... venga il tuo Spirito», ma «venga il tuo regno (= il tuo dominio)», che accentuò nel significato, aggiungendo: «Sia fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta nel cielo» (Mt 6,10).

     Ammetto che in Efesini 1,16ss non ho trovato nessun riferimento allo Spirito Santo. E questo per due ragioni: ▪ 1. Paolo non invocò qui «uno spirito di sapienza e di rivelazione» né consigliò ai credenti di farlo. ▪ 2. La locuzione «uno spirito» significa nelle lingue antiche (ma anche in italiano) — si noti l’articolo indefinito! — «un atteggiamento mentale, una disposizione d’animo» riguardo alla sapienza e alla rivelazione; detto in parole povere, ciò significava: «Egli vi renda interiormente disposti a ricevere sapienza e rivelazione per la piena conoscenza di Lui».

 

Replica 3 (Katana Bushido, ps.): Vedo che forse lei ha frainteso alcuni miei concetti per cui avrei fatto meglio a essere più fiscale nei termini espressi. Il Regno di Dio viene in noi attraverso lo Spirito Santo, chiesto in preghiera, e ricrea in noi l’immagine di Dio che avevamo perso. Altrimenti la preghiera, consigliata da Cristo di richiederLo, non avrebbe motivo di sussistere. Il Regno di Dio non è esclusivamente lo Spirito Santo, ma attraverso di Lui si realizza in noi credenti; ma noto che lei dà molta importanza ai termini e forse un po’ meno ai concetti espressi, e questo le fa sembrare che le tesi altrui non siano né serie, né da considerare. A volte la conoscenza gonfia (1 Corinzi 8); non dico che sia il suo caso, ma mi piace ricordarlo. Del resto, i veri discepoli di Cristo saranno riconosciuti dall’amore che avranno tra di loro e non dalla conoscenza, visto che i primi discepoli di Cristo erano dei popolani senza istruzione (Atti 4,13). Per quanto riguarda l’elenco di versetti, da lei citato, sono oggetto di studio ben considerati anche da altri fratelli oltre a lei. {18-06-2011}

 

Risposta 4 (Nicola Martella): Giulio, tu ritorni continuamente sul concetto, che lo Spirito Santo debba essere chiesto in preghiera ma, da Pentecoste in poi, non c’è nessun esempio al riguardo, e tanto meno che ci si debba rivolgere in preghiera allo Spirito.

     Per risponderti, mi costringi a fare un breve excursus. Se non ancoriamo i concetti ai termini biblici, apriamo le porte all’arbitrio soggettivo, mentre Gesù e gli apostoli indicavano a ciò che «sta scritto»; questa è la via della legittimità scritturale. Contrapporre conoscenza e amore è un cattivo servizio per la verità. Quando Paolo scrisse che «la conoscenza gonfia, ma l’amore edifica» (1 Cor 8,1), non intendeva la conoscenza biblica, ma la presunta conoscenza degli gnostici, che andavano a mangiare nei templi pagani, scandalizzando così i semplici credenti (vv. 7-13). Per Gesù «l’amore di me» e «l’amore dell’evangelo» sono da coniugare insieme (Mc 10,29). Paolo stesso evidenziò che bisogna avere soprattutto l’amore per la verità (2 Ts 2,10). Per Pietro solo «l’ubbidienza alla verità» permette di «arrivare a un amore fraterno non finto» (1 Pt 1,22). Non possiamo neppure creare la filosofia della «santa ignoranza», citando Atti 4,13, poiché nella chiesa Dio ha dato dottori della Parola (Ef 4,11), Paolo fu incaricato d’essere «dottore dei Gentili in fede e in verità» (1 Tm 2,7) e Pietro stesso gli riconobbe tale ministero (2 Pt 3,15s).

 

 

2. {Maurizio Ruffino}

 

Contributo: Nel NT si parla spesso di «venuta» dello Spirito Santo e, quindi, secondo me, l’invocazione «vieni» non può essere blasfema, anche perché non indica, in sé, l’origine di questa venuta, se propria o, in modo corretto, quale invio da parte del Padre o/e del Figlio. Non amo i cavilli posti a divisione. I cattolici romani hanno già tante «idolatrie» senza bisogno di questa, che può essere benissimo addebitata a una visione metaforica e simbolica di celebrazione commemorativa e ri-attualizzante. {16-06-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Maurizio Ruffino, avendo tu studiato presso la «Università Pontificia Salesiana», dovresti sapere che di venuta della Spirito Santo si parla solo in vista del suo avvento a Pentecoste soltanto. Poi, non se ne parla più, poiché quando qualcuno (qui lo Spirito) è arrivato nella sua casa (qui la chiesa), perché dovrebbe essere ancora atteso e, addirittura, invocato di venire? Se hai un brano chiaro e incontrovertibile, in cui da Atti 2 in poi lo Spirito viene atteso ancora o addirittura pregato o invocato, mostralo. Qui c’interessa l’esegesi contestuale della Scrittura, non le impressioni metaforiche o psicologizzanti.

 

Osservazioni (Maria Tramuto): Lo Spirito Santo è la gioia viva dell’amore del Padre verso il Figlio. Lo Spirito Santo è luce. È voce. È forza. È pace. È amore. È dono. È l’amico, che c’insegna ad amare sempre di più. Lo Spirito Santo unisce i cuori. Sono d’accordo con il fratello Ruffino, non amo i cavillini, che separano. Intanto ognuno di voi sembra che dite le stesse cose. In fondo, lo Spirito Santo è quello che agisce nei nostri cuori. Dio ci benedica. Amen. {16-06-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Maria Tramuto, è bella la descrizione che fai dello Spirito Santo, ma le tue conclusioni sono affrettate. Se parli di «cavillini, che separano», certo l’esegesi della Scrittura separa fra quelli che la tagliano rettamente, per non essere confusi (2 Tm 2,15) e quelli che non lo fanno, perché vanno oltre a ciò che è scritto (1 Cor 4,6).

     Mi domando come fai a essere d’accordo con le impressioni metaforiche o psicologizzanti del cattolico Maurizio Ruffino. Come facciamo a dire le stesse cose? Probabilmente non hai capito le sostanziali differenze.

 

Replica 1 (Maurizio Ruffino): Intanto, Martella, è vero che ho studiato presso una università cattolica, ma io non sono più cattolico «romano».

     Inoltre lo Spirito Santo, come insegna la Bibbia (se la leggi, a volte), non viene donato solo alla Chiesa, ma scende sui singoli fedeli in diverse occasioni. La richiesta, quindi, «vieni» (mandato dal Padre e/o dal Figlio) è, dunque, perfettamente legittima e inserita in un momento di rievocazione liturgica e storica del dono dello Spirito alla Chiesa nel giorno di Pentecoste. Forse nel tuo modo di vivere il cristianesimo, il calendario e la dimensione storica non hanno senso e ciò è perfettamente legittimo in una logica dell’ottavo giorno, ma estraneo a un tempo presente nel quale dobbiamo ancora, come dice Paolo, combattere con le armi forniteci dal nostro Salvatore. Non avrebbe senso nemmeno allora celebrare la Pasqua o il Giorno del Signore, né fare memoria della sua santa Cena.

     Certo non mi meraviglia che di fronte a messaggi escludenti e faziosi, i fedeli provenienti da ambito cattolico romano siano trattenuti dalla conversione. Certo sono pochi i cristiani, che cercano d’imitare la mitezza e l’umiltà di cuore di colui, che chiamano Maestro. Per ciò che mi riguarda, comunque, ringrazio per la formazione biblica, che ho ricevuto nelle università cattoliche, anche se proprio tale formazione mi ha condotto ad allontanarmi da una dottrina temporale permeata dall’idolatria, e do per presupposto che tu e altri possiate trovare da soli i riferimenti relativi agli accenni biblici, che do in modo discorsivo. {17-06-2011}

 

Risposta 3 (Nicola Martella): Maurizio Ruffino, io dialogo con tutti: romanisti, semi-romanisti, simil-romanisti ed ex-romanisti (oltre a tutte le altre categorie), quindi anche con te. Mi piace farlo sempre a carte scoperte, senza passare per un altro, e mi aspetto ciò anche dagli altri. Dichiarare ciò, che si è, è un segno di trasparenza e lealtà; pur sapendo chi sei, dalle informazioni presenti sul tuo profilo, non ho usato per questo un pregiudizio tale per non voler dialogare con te, tutt’altro. Sono contento che tu abbia riconosciuto alcuni elementi della «dottrina temporale» della chiesa romana, specialmente la sua idolatria; per questo hai le mie simpatie.

     Per il resto, il tuo discorso non è attinente al tema in corso e neppure tanto convincente. A me interessano persone capaci di ragionare nel merito e in modo scritturale. Inoltre, vedo che il tuo approccio al cristianesimo è specialmente di natura liturgica; a me personalmente non interessano i giorni da osservare (senza esclusioni), ma il Signore da celebrare sempre e comunque in spirito e verità.

     La richiesta «Vieni, Spirito Santo» è illegittima, sia a livello globale, sia a livello personale. Egli è venuto storicamente (e come se m’interessa la storia!) a Pentecoste soltanto; egli rigenera e suggella i credenti per il giorno della redenzione. Colui, che è entrato nel suo tempio, non necessita di venire nuovamente, né serve invitarlo a venire, visto che c’è.

     La mitezza e l’umiltà di Gesù Messia stava nell’evidenziare ciò che «sta scritto» dinanzi alle convenzioni umane che, come egli affermava, soffocano la Scrittura.

     No, così non si ragiona, quando si dà agli altri l’onere di dimostrare con la Scrittura ciò, che personalmente si afferma; ciò mostra incapacità esegetica e/o pigrizia mentale. Altrimenti perdiamo solo tempo...

 

Replica 2 (Maurizio Ruffino): Faccio notare che lo Spirito è «venuto» su Maria per la nascita di Gesù, altre volte su Gesù stesso, viene dato da Gesù, secondo il Vangelo di Giovanni, dalla croce, e ha riempito i convertiti di ogni tempo dall’epoca apostolica.

     In Cornelio discende lo Spirito (Atti 10,44-48), agli apostoli parla lo Spirito (Atti 13,2-4) e Saulo (che non era presente alla Pentecoste) è colmato dallo Spirito (Atti 13,9) e costretto dallo Spirito (Atti 20,22).

     I sette spiriti davanti al trono di Dio (7 a indicare la perfezione dello Spirito Santo accompagnano gli eventi dell’Apocalisse. I Tessalonicesi accolgono la Parola «nella gioia dello Spirito Santo» (1,6).

     Insomma non ha nessun fondamento scritturale la tua opinione che lo Spirito sia disceso solo a Pentecoste.

     Poi, rispetto alla pigrizia mentale, ti faccio notare che io non ho, come qualcuno, solo da preoccuparmi di ricercare brani a fondamento delle mie tesi. La Bibbia fa parte di me e della mia ottica nel vedere il mondo, ma devo occuparmi di ragazzi disabili e con problemi psicologici, o che commettono reati, oltre che di cause di separazione; e spesso ho la responsabilità di togliere o ridare i figli ai genitori naturali. Ho, quindi, il dovere di esplorare altri campi della scienza umana senza potermi limitare, come vorrei, allo studio della Bibbia. {17-06-2011}

 

Risposta 4 (Nicola Martella): Maurizio Ruffino, a parte il fatto che Gesù non ha dato lo Spirito dalla croce, neppure nell’Evangelo di Giovanni, in tutti i brani, che hai introdotto, non si parla mai d’invocare lo Spirito Santo; ma questo è il tema, che discutiamo qui. Inoltre, tutti i brani prima di Pentecoste non hanno senso. Infatti, noi parliamo se i cristiani del nuovo patto debbano o meno invocare lo Spirito, perché venga ancora, o se è legittimo rivolgere preghiere a Lui.

     Inoltre, i brani da te introdotti da Pentecoste in poi, parlano del fatto che lo Spirito, che già è presente nella chiesa, riempie i credenti, quando essi fanno la volontà di Dio, rendendoli zelanti e operosi. Anche la rigenerazione di chi si ravvede avviene di per sé, senza che lo Spirito Santo debba essere invocato; nel NT non c’è un solo caso di un’invocazione del genere.

     Quanto ai tuoi nobili impegni, ti faccio presente che anche noi ne abbiamo parecchi in questo mondo; ognuno ha i suoi. Quando però si argomenta riguardo alla verità biblica, è bene farlo con ogni scrupolo, poiché verremo giudicati secondo ciò che diciamo (Rm 3,4) e perché ciò che insegniamo, influenzerà gli altri. Il pressapochismo teologico ha fatto da sempre danni; e chi ama Dio e la sua Parola, deve tagliare rettamente la Parola della verità.

     Buon lavoro e buon discernimento!

 

Replica 3 (Maurizio Ruffino): Comunque gli Atti ci parlano di una venuta dello Spirito per i pagani, simile, ma posteriore alla Pentecoste e, se si parla sempre di preghiera «nello» Spirito (Giuda 20), ciò non toglie che il termine stesso Paraclito voglia dire av-vocato, dove il termine «vocare = chiamare» è sicuramente centrale. Lo Spirito invoca con gemiti inesprimibili e, insieme alla Sposa, chiede la venuta di nostro Signore; e credo che invocare la presenza dello Spirito in noi, sia solo un atto di unione alla Chiesa e alla volontà del Padre, tenendo conto che ci è stato chiesto di aspirare ai carismi più alti che, insieme agli altri, da Lui derivano. Comunque, purtroppo, non ho tempo di continuare questa discussione e di trovarti i riferimenti. Forse hai ragione tu, ma io non la vedo, l’invocazione «vieni» così lontana dallo spirito del Nuovo Testamento, anche se forse sbaglio. Ciao. {17-06-2011}

 

Risposta 5 (Nicola Martella): Maurizio Ruffino, apprezzo il tuo tentativo di argomentare, sebbene non ho ancora visto elementi veramente probanti nelle tue tesi.

     I Gentili, al pari dei Giudei, nel libro degli Atti non fecero alcuna invocazione dello Spirito per riceverlo. Accettando Gesù quale Messia, ottennero da Dio automaticamente il dono dello Spirito. Ai Giudei fu solo richiesto di ravvedersi (At 2,38). A casa di Cornelio, mentre Pietro predicava solo l’Evangelo, coloro che credettero, ricevettero lo Spirito automaticamente (At 10,44); infatti, i cristiani giudei presenti «rimasero stupiti che il dono dello Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili» (v. 45).

     Giuda non esortò a invocare lo Spirito, ma a pregare «mediante lo Spirito Santo» (Gd 1,20); mi sembra una differenza sostanziale.

     Se usiamo l’etimologia, significa che siamo arrivati alla frutta con gli argomenti. Ebbene, non esiste nessun brano, in cui viene insegnata o praticata l’invocazione dello Spirito o preghiere rivolte a Lui. È lo Spirito che intercede per i credenti presso Dio (Rm 8,27); ed è lui, unitamente alla Sposa, a invocare l’Agnello di venire (Ap 22,17). Ora, se nel lavoro che fai, non tieni presente la differenza fra soggetto e oggetto, si arriva alla catastrofe esistenziale e giudiziaria.

     Concludendo, prendiamo atto che nella Bibbia lo Spirito è colui che invoca, non colui che è invocato; mi sembra una differenza molto sostanziale.

 

Replica 4 (Maurizio Ruffino):Mi sa che questa volta hai ragione e non posso obiettare niente, resta però il problema dell’adorazione «in Spirito e verità» e di come non sottovalutare questo fondamentale contatto per la nostra vita interiore. {18-06-2011}

 

Risposta 6 (Nicola Martella): Le affermazioni devono essere ricondotte al contesto storico e letterario per essere intese. L’adorazione «in Spirito e verità» fu ribadita da Gesù alla Samaritana, la quale chiedeva quale fosse il luogo preposto all’adorazione legittima (Gv 4,20). Al luogo di culto Gesù contrappose appunto il modo di adorare (vv. 21.23s). S’intende da sé che l’adorazione «in Spirito e verità» non riguarda il culto allo Spirito e alla verità, ma il modo come adorare Dio. Essa deve avvenire «in Spirito», ossia in modo spirituale, quindi non legato alla materialità della religione («Dio è spirito», v. 24), che spesso sfocia in idolatria; e dev’essere un’adorazione «in verità», ossia secondo la rivelazione scritturale, poiché bisogna conoscere Chi si adora e come farlo in modo legittimo (v. 22).

 

 

3. {Pietro Arnese}

 

Contributo: Certamente questo soggetto è «carico». Avendo letto quasi tutti i vari contributi, devo ammettere, da pentecostale, che il fr. Martella (un non-pentecostale, per quanto ne sappia) ha dato l’esegesi corretta su questo soggetto.

     Mi dispiace tanto che noi pentecostali pecchiamo spesso di leggerezza nelle cose spirituali, un male che in questi ultimi decenni ha portato a dei veri disastri spirituali nella Chiesa (leggi Neo-Pentecostalismo, Emerging Church e Dio solo sa quale altro movimento è in arrivo). Quando non si osserva la Parola, si cade inevitabilmente in errore, e l’errore non è la Verità.

     Se Dio si è tanto prodigato per farci avere la sua Parola e di farla arrivare fino ai nostri giorni, un motivo ci sarà di certo.

     Ora, certamente Dio guarda il cuore (e meno male!), ma allo stesso tempo guarda pure la pigrizia spirituale dei suoi figliuoli; pertanto, se Egli non è un Dio di confusione e ci dà delle regole, Egli si aspetta pure che prima o poi, queste regole siano osservate. Gesù ha chiaramente detto di rivolgersi in preghiera, chiedendo al Padre nel suo nome. Questo è il modo che Dio ha stabilito, e questo è il modo corretto di rivolgersi a Lui. Non si tratta di amare meno lo Spirito Santo o di amare Gesù più del Padre. Il cristiano ama il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo allo stesso modo e livello. Ciascuno di Essi ha una parte nella nostra salvezza e non si può essere salvati, se manca uno di Loro. Perciò...

     Ora, capisco che in questo ambito tanti fanno un po’ di confusione, e occorre procedere con saggezza e sana dottrina. La Trinità è una verità biblica che non possiamo ignorare solo perché non riusciamo a concepirla con la nostra mente limitata. Un giorno vedremo e capiremo appieno, per il momento, restiamo sicuri in ciò, che Dio ci ha già rivelato. È più che sufficiente. Il nostro Pastore non ci fa mancare nulla! Shalom. {www.apocalypsesoon.org; 17-06-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Avevo scritto in passato che la migliore medicina alle deviazioni neo-pentecostali, carismaticiste e misticheggianti sono pentecostali, che si attengono strettamente a ciò che «sta scritto».

     Su questo soggetto ha mostrato molta sobrietà già Antonio Capasso, che è pentecostale. Pietro Arnese ha sintetizzato bene tutta la questione mostrando le cause e gli effetti di un allontanamento dalla semplice esegesi della Parola. Tornare alla sana dottrina della Scrittura e a tagliare rettamente la Parola della verità, è il migliore rimedio alla confusione (2 Tm 2,15).

 

 

4. {Eliseo Paterniti}

 

Contributo: Con tutto il rispetto che provo verso di voi credo che si stia creando una disputa molto accesa a motivo di qualche incomprensione nel spiegare alcuni fatti. Riguardo al titolo di Nicola «Vieni, Spirito Santo», non si tratta ne di fare richieste né d’invitarlo a venire, perché tutti possiamo concordare che esso è stato mandato da Gesù, dopo la sua ascesa al cielo. Se avvolte viene cantato un canto oppure se invito viene fatto è per esprimere il desiderio e la volontà che lo Spirito Santo continui a fluire nella nostra vita come il primo giorno che l’abbiamo ricevuto o che si è manifestato in noi (vedete voi quale oggettivo volete esprimere).

     Quando gli apostoli dissero: «Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all’infuori di queste cose, che sono necessarie» (Atti 15,28). Credo per la mia modesta riflessione che gli apostoli si rivolgevano allo Spirito Santo, chiedendo sapienza e guida per le decisioni che dovevano fare. Quindi, sembra che la loro preghiera potevano rivolgerla pure allo Spirito Santo.

     Certo sappiamo tutti che Gesù insegnò di chiedere al Padre qualunque cosa nel nome suo per riceverla (Giovanni 15,16). Credo che se chiedessimo a Dio Padre di consigliarci, di riempirci di nuova unzione e guida, il Padre stesso ci direbbe: «Io vi ho mandato lo spirito santo, affinché queste cose li possiate chiedere direttamente a lui».

     Credo che ci sono cose, per cui possiamo chiedere allo Spirito Santo, per ricevere risposte e consigli; ci sono altre cose che dobbiamo chiedere a Dio Padre. Se io devo ministrare la Parola di Dio in comunità, in una conferenza, o qualsiasi altro luogo è naturale che chiedo la guida allo Spirito Santo affinché mi rammemora, mi guida come devo ministrare la parola di Dio e tante altre cose, perché (ripeto) lo Spirito Santo ci è stato dato per questo.

     Da Atti degli Apostoli in poi troviamo spesso che Pietro sospinto o ripieno di Spirito Santo oppure lo Spirito Santo parlò tramite….. questo perché? Perché loro erano in continua comunione con lo Spirito Santo, certamente chiedendo la guida adatta e una manifestazione particolare per il luogo e la circostanza dove dovevano. […] {18-06-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Secondo Eliseo Paterniti, non si tratterebbe di fare richieste né d’invitarlo a venire? La grammatica non è un’opinione. «Vieni!» è imperativo, quindi esprime un comando.

     Sarebbe solo il desiderio che lo Spirito Santo continui a fluire nella nostra vita? Faccio notare che il titolo «Vieni, Spirito Santo!» è l’inizio di vari inni in ambito del cristianesimo, sia cattolico, sia protestante, sia evangelico. In molti di loro s’intende esplicitamente il senso: «Vieni… dal cielo». Tale invocazione si trova all’interno delle «Preghiere allo Spirito Santo», dove leggiamo senza fraintendimenti che lo Spirito è collegato attualmente in cielo: «Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce»; sebbene questo sia un sito cattolico (cfr. «Immacolata dello Spirito Santo»), tale preghiera viene citata e usata anche da evangelici. Tale «pneumolatria» non ha precedenti nella sacra Scrittura, poiché in tutta la Bibbia lo Spirito Santo non viene mai e poi mai invocato, adorato o pregato a sé stante. È superfluo ricordare che nel NT lo Spirito Santo è collegato da Pentecoste in poi alla terra e alla chiesa, che è il suo tempio.

     Quanto a Atti 15,28, vedo che Eliseo proietta direttamente i suoi desideri o attese nel testo. Questa è eisegesi (proiezione), non esegesi (spiegazione testuale). Egli passa dal convincimento interiore degli apostoli («è parso bene allo Spirito Santo e a noi») alla tesi che essi pregassero lo Spirito Santo; ma di ciò non c’è nulla di probante in Atti 15. Questo è tipico del falso sillogismo, che parte da una tesi e conclusione («quindi»), che prima dovrebbe dimostrare («la loro preghiera potevano rivolgerla pure allo Spirito Santo»).

     Tralascio la locuzione «nuova unzione», che mai si trova nel NT. Dove però Dio ha mai detto di chiedere qualcosa direttamente allo Spirito Santo? Se partiamo dai nostri desideri e li proiettiamo nella Scrittura, dove arriveremo con tale arbitrio soggettivo? Non possiamo partire da ciò che immaginiamo che «il Padre stesso ci direbbe», ma ciò che ci dice realmente nella Scrittura (esegesi invece di desideri!).

     Dove possiamo constatare esegeticamente che ci sono cose competenze differenti a seconda delle cose, che possiamo chiedere o allo Spirito o al Padre? Io non ho mai trovato cose che «possiamo chiedere allo Spirito Santo». Se devo ministrare la Parola di Dio, la Scrittura mi autorizza solo di chiedere a Dio Padre nel nome di Gesù mediante lo Spirito Santo; altre scorciatoie pneumatologiche non sono mostrate nel NT. Chi ministra la Parola, dovrebbe conoscerla al riguardo, tagliandola rettamente.

     Da un’analisi esegetica del NT risulta, sì, che lo Spirito Santo agisca in vari modi: sospinge (At 21,4; 2 Pt 1,21), riempie (At 4,8, 13,9; Ef 5,18), sovviene (Rm 8,26), parla (At 8,29; 10,19; 11,12; 13,2; 28,25), insegna (1 Cor 2,13), e così via. Che gli apostoli e i credenti al tempo del NT si siano certamente rivolti allo Spirito in preghiera, è pura supposizione, a cui non si fornisce una chiara e incontrovertibile prova esegetica.

     Per il resto, rinnovo la mia stima a Eliseo Paterniti. Sebbene non ci troviamo in sintonia su questo tema, ne abbiamo condivisi altri.

 

Replica (Eliseo Paterniti): Certamente, quando ho scritto «credo», è perché ho fatto una mia interpretazione personale; con questo non è nella mia intenzione di convincere nessuno riguardo la mia interpretazione.

     Riguardo a chiedere, solitamente quando adoro o prego, le mie espressioni sono dall’inizio alla fine più o meno queste: «Grazie, Signore, per…». Oppure: «Spirito Santo, ti chiedo che tu possa guidarci o rivestirci di nuova e fresca unzione, oppure fai sentire ancora di più la tua presenza, ecc.». Quindi, non è mia abitudine dire: «Vieni!», ma, se alcuni lo chiedono, credo che sia solo una questione grammaticale e non come chiedere di venire a chi è presente.

     Comunque credo che è buono poterci confrontare con il reciproco rispetto umano e cristiano per cercare di avere, fin dove è possibile, un buon feeling. D.C.B. {18-06-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Eliseo Paterniti, con tutto rispetto, non è solo una questione grammaticale (nI riguarda solo il «Vieni!»), ma sostanziale, come mostra la preghiera, che hai abbozzato allo Spirito. Personalmente non la condivido, perché non trovo nel NT nessun caso chiaro e specifico in merito. Da esegeta preferisco non andare oltre a ciò che è scritto (1 Cor 4,6) e, per non essere un operaio confuso e confondente, mi faccio scrupolo di tagliare rettamente la Parola della verità (2 Tm 2,15).

     Io, in stretta conformità con la Scrittura e per non sentirmi colpevole verso di essa (cfr. Rm 14,23 «tutto quello che non vien da convinzione è peccato»), formulerei così la tua preghiera: «Padre celeste, ti chiedo che tu possa guidarci col tuo Spirito, rivestirci di nuovo zelo e farci sentire ancora di più la tua presenza».

     Ribadisco ancora una volta che la locuzione «nuova (fresca, ecc.) unzione» non si trova nel linguaggio biblico, ma è un neologismo carismaticista, che io evito, usando i termini propri della Scrittura: zelo, rinnovamento, ecc.

 

 

5. {Nunzio Nicastro}

 

Il Signore ci ha ordinato di ubbidire a ciò, che è scritto sulla Parola profetica più salda, e di non andare oltre (1 Cor 4,6). Ciò, che va oltre la Parola profetica più salda, non è Parola di Dio, ma è parola di uomini, sedotti dal nemico. «Le cose occulte appartengono al Signore nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e i nostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge» (Dt 29,28). «Ma voi carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell’amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna» (Giuda 20). «Pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica» (Ef 6,18).

     Sono d’accordo con ciò, che Nicola Martella ha esposto, perché ha parlato esclusivamente mediante la Parola profetica.

     Riguardo a Enzo D’avanzo [ qui], lo esorto nel nome del Signore a ravvedersi e a tornare a ciò, che è scritto. Maranatha. {22-06-2011}

 

 

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11. {Vari e medi}

 

Cetty Brancato: Se la gente leggesse bene la Parola di Dio, tutte queste esortazioni non ci sarebbero. Io non sono una studiosa, ma quello che ha scritto Martella, io già lo sapevo; come? Leggendo la Scrittura; sono così chiare le parole di Dio. Dopo circa 2.000 anni o più, si parla sempre delle stesse cose, di evangelizzazione niente, ormai non serve, si parla solo tra cristiani a chi ha più ragione o a chi ne sa di più. E ai non cristiani chi ci pensa? Noi siamo stati chiamati a evangelizzare, a portare la Buona Novella... ma lo facciamo veramente? Veniamo distratti dai tanti discorsi dei credenti e dimentichiamo facilmente qual è il nostro compito, cioè annunciare al mondo l’Evangelo. {12-06-2011}

Risposta (Nicola Martella): L’evangelizzazione è importantissima, ma anche l’insegnamento e l’apologetica (difesa della verità), come pure gli altri ministeri (p.es. consulenza). Se così non fosse, non ci sarebbero differenti carismi e ministeri. È bene che ognuno serva secondo i doni spirituali ricevuti.

 

Salvatore Paone: Giusto, Nicola, ottima analisi contestuale. Invocare lo Spirito Santo, non è biblico. Per quanto Egli sia la terza persona della Trinità, ha un ruolo ben noto, quello di ammaestrare, di convincere di peccato, di ammonire, di esortare, di edificare il corpo di Cristo, cioè la chiesa. I credenti nati dallo Spirito, hanno come caparra il sigillo dello Spirito Santo. Egli vive nei cuori dei rigenerati e non esce, come alcuni sostengono. Anche se in qualche modo per mezzo della carne possiamo rattristarlo, contristarlo, anche spegnerlo, non è scritto in nessuna parte che vada via. Lo Spirito Santo non va invocato, nessuno degli apostoli ha mai detto: «Vieni Spirito Santo». Non è corretto perché Egli vive già nei credenti, ora mi chiedo da dove deve venire? {14-06-2011}

 

Antonio Capasso: Non condivido la spiegazione dei versi di Gioele, specialmente che si dica che essi riguardino i soli Giudei durante la tribolazione. Comunque non è questo il tema e mi fermo qui. Per quel che riguarda l’invocare lo Spirito Santo, lo dico da pentecostale, non è biblico. Nella Bibbia non c’è nessuna invocazione allo Spirito Santo, né tanto meno preghiere rivolte allo Spirito, né adorazione rivolta allo Spirito. Si prega il Padre per ricevere il dono dello Spirito (Lc 11,13; At 8,15; 19,6), e non si prega lo Spirito Santo, ne tanto meno lo s’invoca. Si adora Dio per lo Spirito Santo (Fil 3,3), e non si adora lo Spirito Santo (Gv 16,14). {14-06-2011}

 

Pietro Cruccas: C’è molta confusione sullo Spirito Santo. Ha ragione Nicola, lo Spirito Santo è già venuto ed è la guida «spirituale» della Chiesa. È lo Spirito che trasforma i cuori e le menti di coloro, che si affidano a Dio. Io ho creduto in Cristo e sono stato salvato. Da allora lo Spirito Santo è presente e ci guida anche in quei momenti, in cui la fede è barcollante e non riusciamo ad avere una visione chiara. {16-06-2011}

 

Luisa Lauretta: Caro Nicola, leggendo il tuo articolo, hai sciolto finalmente un dubbio che avevo. Infatti, leggendo il Nuovo Testamento, non ho mai trovato un’invocazione fatta allo Spirito Santo, da parte degli apostoli. Ora, con santa pazienza, rileggerò con più cura i Vangeli, per vedere se mi sia sfuggita una cosa così importante, e poi ti farò sapere. Dio ti benedica sempre! {17-06-2011}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Fortuna Fico: Concordo! Anch’io dissento, quando leggo: «Vieni Spirito Santo»; e penso: Poverini, non l’hanno ancora ricevuto... Allora cos’è che li ha convinti di peccato? Con che sono stati suggellati, quando hanno creduto? Mistero! {12-06-2011}

 

Luisa Piana: Grazie per questa spiegazione. Purtroppo in tanti invocano lo Spirito Santo, mentre è per mezzo dello Spirito Santo che noi possiamo pregare il Signore. Questo ho compreso e spero di aver compreso bene. {12-06-2011}

 

Marco Ciavarella: Ciò che scrivi è vero. Molto spesso, però, questo è dettato dalla scarsa conoscenza della Parola di Dio, dall’ingenuità e dagli insegnamenti dei falsi profeti. Quando preghiamo, non rivolgiamoci a santi e madonne, ma rivolgiamoci a Dio, mediante Gesù, Figlio suo. {12-06-2011}

 

Gaetano Nunnari: Sottoscrivo la «Dichiarazione di Berlino» del 1909: «Noi non attendiamo una nuova Pentecoste; ma attendiamo il ritorno del Signore». {13-06-2011}

 

Maria Tramuto: «L’unico, che deve venire ancora, è solo Gesù Messia». Amen. {12-06-2011}

 

Cetty Brancato: Grazie, caro Nicola, per avermi fatta partecipe di questo tuo articolo, che condivido appieno. Che Dio ti benedica sempre. Dio ti usi, come già ti sta usando... senza bisogno d’invocare lo Spirito Santo; che tu possa essere per tutti un esempio.{16-06-2011}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Vieni_SpiritoS2_EdF.htm

17-06-2011; Aggiornamento: 19-06-2011

 

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