Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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TRINITÀ E ANTITRINITARI

 

 a cura di Nicola Martella

 

Questo tema è il diretto sviluppo di un altro, «Antitrinitari mimetizzati?», a cui rimandiamo. Qui lasciamo la diretta questione, legata alle circostanze particolari lì descritte, e allarghiamo l’orizzonte parlando della Trinità in sé quale dottrina cristiana.

   La motivazione di questo nuovo tema è data dal fatto che è arrivato il contributo qualificato di un lettore su questo tema. Jonathan S. Benatti, prendendo posizione, alla fine del tema precedente, si inseriva nella discussione con le seguenti parole: «Caro Nicola, ho inoltrato una risposta a Emile, con il quale ho visto hai avuto un lungo dibattito. Mi sembra giusto sottoporti la e-mail che gli ho scritto e mi farebbe piacere avere da te una risposta. La dottrina della Trinità è un punto troppo importante per essere trascurato nelle nostre teologie, liquidato perché difficile da comprendere e dimenticato nella nostra vita pratica: è fondamentale essere dei cristiani trinitari nel pieno senso della parola [...]».

   Con le sue parole vogliamo dare inizio all'attuale tema di discussione. Dapprima però vogliamo partire nuovamente dal cosiddetto «Credo apostolico» che poniamo alla base della discussione come regola di ortodossia cristiana.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Nicola Martella

2. Jonathan S. Benatti

3. Nicola Martella

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Nicola Martella}

 

  Io credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra.

  E in Gesù Cristo, Suo Figlio unigenito, Signore nostro;
  il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque dalla vergine Maria;
  patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto;
  discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò dai morti;
  ascese al cielo; siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
  da dove verrà per giudicare i vivi ed i morti.

  Io credo nello Spirito Santo;
  la santa chiesa universale, la comunione dei santi;
  la remissione dei peccati;
  la risurrezione della carne;
  la vita eterna. Amen.

 

Il «Simbolo degli apostoli» (Symbolum apostolicum) si sviluppò fra il secondo e il nono secolo, non perché fosse stato scritto dagli apostoli, ma perché era concepito nello spirito della loro dottrina. Si veda al riguardo il Credo interrogatorio di Ippolito (anno 215 circa ), forse versione più antica di un credo. Si veda qui anche il «Credo di Nicea», derivato dal «Simbolo degli apostoli» quale elaborazione successiva (Primo concilio di Nicea, anno 325). Si trova attestato fin dal 4° secolo negli scritti di Ambrogio e di Rufino, e nel 6° secolo è presentato nella sua formula definitiva negli scritti di Cesario di Arles (m. 542 o 543).

   È un credo contro le varie forme dello gnosticismo dell'era post-apostolica (gnostici, manichei, marcioniti, ecc.). Le dottrine centrali di questo «simbolo» sono quelle della Trinità e di Dio quale Creatore. Ciascuna di queste dottrine si trovano in affermazioni correnti nel NT.

 

«Nel cospetto di Dio che vivifica tutte le cose, e di Cristo Gesù che rese testimonianza dinanzi a Ponzio Pilato con quella bella confessione, 14io t’ingiungo d’osservare il comandamento divino da uomo immacolato, irreprensibile, fino all’apparizione del nostro Signor Gesù Cristo, 15la quale sarà a suo tempo manifestata dal beato e unico Sovrano, il Re dei re e Signor dei signori, 16il quale solo possiede l’immortalità e abita una luce inaccessibile; il quale nessun uomo ha veduto né può vedere; al quale siano onore e potenza eterna. Amen» (1 Tm 6,13-16; cfr. Ef 4,9s; Fil 2,5-11; 1 Pt 3,18-22).

 

 

2. {Jonathan S. Benatti}

 

Mi permetto d’introdurmi nel mezzo di questa (infuocata?) discussione sia perché si parla della dottrina della Trinità e sia perché si parla d’etica e morale cristiana.

     Il mio punto di partenza è il seguente: la teologia propriamente detta non è una scienza astratta ma una riflessione che sfocia nella morale e nell’etica (e sopra ogni altra cosa nell’adorazione), tanto è vero che il cristianesimo è stato definito anche come «trinitarismo etico».

     Se da un lato posso capire le preoccupazioni di Emile sulla importanza d’una testimonianza efficacia nel mezzo della società tramite la potenza d’una vita trasformata che mostri il frutto dello Spirito Santo, da un altro lato non posso che simpatizzare con Nicola per le sue preoccupazioni di carattere teologico e dottrinale. In particolare è pienamente vero quello che egli afferma: molte delle parole in uso nel vocabolario cristiano sia teologico sia pratico (cioè concernente la vita cristiana stessa e il linguaggio in uso tra cristiani) sono termini «inventati» (passatemi l’espressione) dai cristiani dei primi secoli dopo Cristo che non troviamo nella Bibbia; questo non significa però che non siano parole profondamente radicate nella rivelazione Biblica. Anche se il termine «Trinità» non è biblico, la realtà che sta dietro a questo termine (coniato da Tertulliano) è quanto mai biblico. È vero anche che molti termini sono spesso tecnici e difficili: pericoresi, sostanza, ipostasi, persona, ecc.. ma essi sono l’ammirevole tentativo di comunicare nel linguaggio umano la realtà, più grande di noi, che sussiste nella profondità dell’essere di Dio, cioè il fatto che Egli esista come Trinità. Accostandoci a Dio inevitabilmente ci si ritrova ad avere a che fare con la Trinità, come ha notato Karl Barth: «Trinità è il nome cristiano di Dio».

     Inoltre tali riflessioni teologiche, sebbene in epoca successiva siano diventate esercizi accademici (si può pensare ad esempio ad alcuni teologi del periodo scolastico che dibattevano sul perché Cristo non s’era incarnato in un cetriolo), sono state portate avanti da persone che prima di tutto erano credenti e anche cristiani impegnati ad amare Dio non solo con le proprie emozioni, le proprie forze e le proprie energie, ma anche con la testa, cioè con i pensieri e l’intelletto. Come ha notato il professor Darrell Johnson «Quelli che originariamente articolarono la dottrina [della Trinità] erano discepoli ordinari di Gesù — persone come me e te — che stavano cercando di comprendere i concetti concernenti l’auto-rivelazione di Dio fornita in Gesù. Essi volevano con tutto il loro cuore e con tutta la loro mente pregare, adorare, predicare, evangelizzare in modi che fossero fedeli a chi è Dio» (Darrell Johnson, «Experiencing the Trinity», Regent College Publisher).

     Dunque il dibattito non è intellettuale soltanto, ma pratico, perché parte dalla rivelazione che Dio dà di se stesso e dalla esperienza di cui i cristiani erano ben consapevoli: Paolo ad esempio più e più volte presenta l’opera della salvezza come opera trinitaria in cui Padre, Figlio e Spirito Santo sono coinvolti totalmente. Un esempio lampante è il celebre passo di Efesini 1,3-14 dove si parla dell’azione sia del Padre, sia del Figlio, sia dello Spirito. Altri testi ovviamente puntano nella stessa direzione, ma non includo qui una lista (qualora servisse la posso fornire).

     Infine, per sottolineare ancora di più la praticità, e quindi il legame con l’etica e la morale cristiana, della dottrina della Trinità, dobbiamo pensare ancora una volta all’opera di Dio in termini trinitari e in particolare possiamo rifarci a un altro versetto che si trova in chiusura della seconda epistola di Paolo ai Corinzi dove si legge

«La grazia del Signore Gesù Cristo

e l’amore di Dio

e la comunione dello Spirito Santo

siano con tutti voi».

 

Questo versetto, che giustamente è stato definito «uno dei più alti momenti in Paolo», racchiude tutta la vita cristiana, che per definizione ha la sua origine, il suo proseguimento e il suo fine in Dio, cioè nella Trinità. La morale e l’etica cristiana sono fondate sull’opera di Dio nel cuore e nella vita dell’uomo; non soltanto sono amato da Dio in tutta la sua pienezza (cioè nel suo essere trino) ma vivo anche il cosiddetto cammino (o corsa) cristiana, sostenuto dalla potenza e dalla grazia del Dio trino.

     Se ci fosse qualche dubbio a questo riguardo, Paolo ci risponde un’altra volta nella sua meravigliosa preghiera in Efesini 3,14-21: «Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, d’essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell’amore, siate resi capaci d’abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere quest’amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen».

     Si può notare come si parli sia del Padre, sia dello Spirito, sia del Figlio e si può notare come sulla base di questa preghiera e delle realtà in essa espresse si passi poi alle considerazioni concernenti la vita pratica (Efesini 4,1ss). Dunque la Trinità è il fondamento della vita cristiana stessa (sorvolo qui tutte le altre azioni che coinvolgono la Trinità — ad esempio la creazione, ecc..).

     Torniamo allora al punto d’inizio: la teologia non è una scienza astratta, ma una riflessione che da un lato sfocia nella morale e nell’etica, dal momento che il Dio trino agisce nella vita dell’uomo per trasformarlo e renderlo conforme a Cristo, e da un altro lato, nella adorazione, perché una volta che si «scopre» chi Dio sia, non possiamo fare altro che cantare insieme al meraviglioso inno di Reginald Heber:

 

Holy, Holy, Holy! Lord God Almighty!

Early in the morning our song shall rise to Thee;

Holy, Holy, Holy, merciful and mighty!

God in three Persons, blessed Trinity!

          Holy, Holy, Holy! All the saints adore Thee,

Casting down their golden crowns around the glassy sea;

Cherubim and seraphim falling down before Thee,

Who was, and is, and evermore shall be.

 

 

3. {Nicola Martella}

 

Non posso che sottoscrivere integralmente quanto affermato da Jonathan S. Benatti. Aggiungo la traduzione dell'inno, da lui citato, che ho fatto in italiano.

 

Santo, Santo, Santo! Signore Dio Onnipotente!

Presto di mattina la nostra canzone s’innalzerà a Te;

Santo, Santo, Santo, misericordioso e possente!

Dio in tre Persone, benedetta Trinità!

 Santo, Santo, Santo! Tutti i santi Ti adorano,

Gettando giù le loro corone d’oro, intorno al mare di vetro;

Cherubini e serafini si prostrano dinanzi a Te,

Colui che era, ed è, e sempre sarà.

 

(Testo basato su Apocalisse 4,8-11; autore: Reginald Heber, 1826).

 

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Trinita_antitrinitari_MT_AT.htm

25-08-2007; Aggiornamento: 05-07-2010

 

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