Nell’articolo «Pregare
lo Spirito Santo?» constatavo che anche tra le chiese evangeliche si
sentono preghiere rivolte allo Spirito Santo e nei loro innari ci sono canti e
inni che hanno la terza persona della Trinità come oggetto.
Nel su detto articolo ponevo una serie di domande che
riprendo in questo tema di discussione. È giusto rivolgere delle preghiere allo
Spirito Santo? Che cosa hanno fatto i cristiani nelle chiese del primo secolo?
Che cosa dice la Bibbia? Chi mi sa indicare dove in tutta la Scrittura
si trova una sola invocazione, un solo canto o una sola preghiera rivolti allo
Spirito Santo? Perché dovremmo allora andare di là da ciò che è scritto con
parole e pratiche? Come fa lo Spirito Santo, Colui che dimora nella vita del
credente e suscita in lui la devozione, a essere in questo tempo parimenti
l’oggetto e il destinatario di parole, preghiere e canti? La Scrittura insegna a
pregare Dio Padre nel nome di Gesù Cristo mediante lo Spirito Santo (cfr.
Rm 15,30; Fil 3,3).
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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sottostante
1. {Rosanna
Testoni} ▲
Rosanna mi ha scritto, sebbene all’inizio in modo un po’ impulsivo e senza
leggere l’intero articolo (come lei stessa ha ammesso), ponendo più il problema
dell’effetto dello Spirito Santo: la misericordia e il perdono. Il tutto si è
sviluppato in una serie di e-mail successivi, a cui rispondo.
Rosanna 1: Atti 2,1-13. E poi lo Spirito
Santo soffia dove vuole e arricchisce chi gli pare. Il resto mi sembrano solo
aride disquisizioni, se non si arriva alla condivisione e alla misericordia in
tutte le sue espressioni, racchiuse nel 5° comandamento. Il perdono. |
Nicola 1: Cara Rosanna, chi ha capito è
bravo. Io purtroppo no. Che centra quello che tu dici col merito dell'articolo
sulla preghiera allo Spirito Santo, presente sul sito? (lo hai letto per
intero?). Mistero. Che c'entra qui il 5° comandamento e il perdono (cfr. il
Decalogo in Es 20: non c’è il perdono)? |
R 2: Appunto, chi ci capisce è bravo. E chi
non ci capisce, pazienza. |
N 2: Invece di spiegarmi il mistero, diventi
ancor più ermetica? Perché? Che ti ho fatto? Se non capisco le tue parole,
perché non spiegarle proprio in nome della misericordia, di cui parli? |
R 3: Perché il mistero vero da vivere
profondamente è lo Spirito di misericordia e di perdono, anche verso chi ci
rifiuta. Perché il dono dello Spirito Santo si manifesta misteriosamente nella
persona che cerca e segue il Signore con cuore sincero. Il profeta Elia è
paradigma di questa ricerca nell'Antico Testamento. E Gesù Crocifisso è
realizzazione della tenerezza di Dio verso ogni uomo. È piena realizzazione
della promessa, con la sua resurrezione. E qui si allaccia il mio discorso sul
perdono. Perdonando si è perdonati, amando si è amati. E quando ci si sente
amati nasce amore. E voi, che andate cercando? Ciao. |
N 3: Cara Rosanna, adesso ho capito un po’ di
più. Quello che dici è vero e giusto. Non ho capito che cosa abbia a che fare
col tema sulla «preghiera allo Spirito Santo»: puoi aiutarmi a capire meglio?
Resta anche la questione di Elia: in che senso è «paradigma di questa ricerca»?
Non ho capito neppure l’ultima frase: «E voi, che andate cercando?». Forse vuoi
aiutarmi... |
R 4: Caro amico, devo ammettere di non aver
letto per intero la tua lettera quando ho dato quella risposta lapidaria, ma se
è servita a rompere il ghiaccio e magari a rompere le scatole, ne sono contenta
e me ne dispiace allo stesso tempo. Il fatto è che rimane comunque il tema del
perdono, che è centralissimo e fondamentale nel cammino del cristiano. Perché
per esperienza diretta ho valutato che se la persona non vive il perdono e
l'amicizia di Dio, hai voglia a scrutare nelle Scritture, si rimane comunque
scribi, scribacchini e macchiaioli, anche nei gruppi dove a iosa il Santo
Spirito viene invocato, pur rimanendo nel pieno rispetto della Parola. Per
grazia di Dio, quando con buone guide si guarisce attraverso il perdono
quotidiano di sé stessi, delle proprie esperienze di non amore e dei propri
limiti, si riesce a percepire come vivere nella grazia del Signore e nella
libertà che ci concede. E non è facile camminare nella libertà, considerato che
la libertà di Dio va oltre l'immaginabile. Perché il Signore le indica le vie,
ma magari sono quelle che non ci piacciono. Sono una sempliciotta, che vuoi, io
guardo dritta al Crocifisso. {11-2006} |
N 4: Hai ragione, il tema del perdono è
centrale e fondamentale nella prassi cristiana, e in ciò abbiamo tutti da
imparare. D’antro conto, proprio chi vive il perdono e l’amicizia di Dio — come
tu dici — ha molto piacere di investigare le Scritture, per conoscere la verità
e per sapere come poter piacere al Signore: chi crede di avere l’amicizia di
Dio, non vuole ferirla. Infatti, Giovanni ha scritto: «Perché questo è l’amor
per Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono
gravosi» (1 Gv 5,3). Un verso prima congiunge tutto questo e mostra pure che
non è possibile amare i figli di Dio senza ubbidire ai comandi di Dio: «Da
questo conosciamo che amiamo i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i
suoi comandamenti» (v. 2). Per ubbidire a Dio, bisogna conoscere quanto Egli
afferma nella sua Parola. Lo Spirito non può agire contro la Parola di Dio.
Ubbidendo al Signore e sperimentando la sua misericordia e il suo perdono,
otteniamo un «cuor puro», una «buona coscienza» e una «fede non finta», cose che
ci permettono di portare avanti con amore l’incarico datoci da Dio (1 Tm 1,5).
Non basta voler perdonare se stessi, se non realizziamo tutto ciò da parte di
Dio. La libertà che Dio ci concede non deve condurci a farne «un’occasione alla
carne» (Gal 5,13), magari in nome di una misericordia divina mal capita. La
libertà che lo Spirito Santo realizza nei figli di Dio è quella di aderire
sempre più ai propositi del Signore! Se guardare dritto al Cristo crocifisso fa
diventare «sempliciotti», mi ascrivo anch’io a quel «partito», poiché Cristo
crocifisso è sapienza di Dio (1 Cor 1,23s; 2,2). |
2.
{Davide Marazzita} ▲
Caro Nicola, sono perfettamente d’accordo con te per l’esaltazione dello Spirito
Santo in diversi ambienti cristiani. Credo che oltre a una ignoranza biblica e a
una mal interpretazione della stessa ci sia anche una questione culturale a essa
aggiunta. Ormai si fa solo perché è sempre stato fatto e rimuovere certe
tradizioni diventa arduo e difficile. Lo vediamo nei nostri ambienti riguardo
alla questione del calice unico o dei calicini, il velo per le donne, l’uso
dell’innario classico o di altre raccolte, la liturgia del culto, eccetera…
Accolgo il tuo invito alla ricerca, senza però che certi animi si esasperino
oltre misura. […]. {11-2006}
3. {Lillo Lo Presti} ▲
■
Contributo:
Ti pregherei di non mandarmi più le tue
e-mail. Le persone che bestemmiano contro lo Spirito Santo non possono andare
d’accordo con i veri figliuoli di Dio. Stai molto attento che per tali persone
non vi è perdono. {pastore; 7 novembre 2008}
▬
Osservazioni:
Caro Lillo, è sorprendente che tu debba usare la solita minaccia della «bestemmia
contro lo Spirito Santo» contro qualcuno che non conosci. Da un conduttore
di chiesa mi sarei aspettato che leggesse dapprima l’articolo e che rispondesse
nel merito.
Inoltre, è chiaro che tu ascrivi te stesso fra i «veri
figliuoli di Dio», mentre presumi che io non lo sia; questo è un grave
giudizio che spetta solo a Dio. Quali sono le prove? Grazie al Signore, è
scritto: «Ma pure il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo
sigillo: “Il Signore conosce quelli che son suoi”, e: “Si ritragga dall’iniquità
chiunque nomina il nome del Signore”» (2 Tm 2,19). Non bisogna quindi
tagliare rettamente la Parola di verità perché non si rimanga confusi? (2 Tm
2,15).
Probabilmente non hai compreso che cosa sia la
«bestemmia contro lo Spirito Santo» nel suo
contesto naturale, oppure usi la solita mania carismaticista che abusa di
tale argomentazione come arma indebita, quando si è a corto d’argomenti!? Ti
consiglio di vedere l’articolo «Peccato
imperdonabile», che chiarisce che cosa esso sia veramente.
Io credo che lo Spirito di Dio sia una delle tre
persone della Deità e che abbia attualmente, da Pentecoste in poi, un compito
importante nella chiesa. La Scrittura ci insegna a rivolgerci a Dio Padre nel
nome di Gesù mediante lo Spirito Santo. È evidente che lo Spirito di Dio non può
essere di pari tempo lo strumento e il destinatario delle preghiere; infatti le
preghiere salgono al Padre, mentre lo Spirito Santo è presso di noi per
suscitare in noi la fede e le sue espressioni.
Da un conduttore di chiesa ci si aspetta che sia capace
di argomentare biblicamente senza andare oltre a ciò che è scritto (1 Cor
4,6). Mostrami quindi un solo brano chiaro e incontrovertibile in tutta la
Bibbia, in cui lo Spirito Santo venga invocato, supplicato, pregato o adorato.
Pur studiando la Bibbia fin dalla mia infanzia e pur avendola insegnata da
decenni, io non l’ho trovato. Come detto, lo Spirito di Dio è attualmente presso
di noi per elevare il nostro sguardo al trono della grazia e per rendere grande
il Signore Gesù Cristo. Egli non vuole essere pregato, ma vuole che supplichiamo
il Padre celeste nel nome di Gesù Cristo e vuole sostenerci in ciò (Rm 8,26).
{Nicola Martella}
Nota editoriale: Letterio (Lillo) Lo Presti è, come risulta dal suo sito,
nello stesso
network ecclesiale della comunità «Giubileo» di
Corrado Salmé. Questo chiarisce molte cose.
4.
{Lorenzo Montanaro} ▲
Io credo che il modello biblico di preghiera, che il Signore ci dà, sia quello
di chiedere al Padre, nel nome di Gesù, attraverso la guida dello S. Santo. Così
dovremmo pregare. Ma tu stesso affermi che lo S. Santo è una persona, e che Gesù
è una persona. La Bibbia poi ci dice che sia Gesù che lo S. Santo vivono in noi.
Quindi come «persone» che vivono in noi, io non trovo niente di antibiblico nel
parlarci. E che cos’è la preghiera?... parlare con Dio!! Questo tutto dando per
scontato che tu creda che lo S. Santo è Dio. Non facciamo come i testimoni di
Geova. Se definisci lo S. Santo Dio, trattalo anche come tale. {18 novembre
2008}
5.
{Nicola Martella} ▲
Se il modello biblico è pregare il Padre nel nome di Gesù mediante lo
Spirito Santo, allora pratichiamo quello! Nell’attuale economia, se lo Spirito
Santo è lo strumento perché la preghiera arrivi a Dio Padre (Rm 8,26s), non può
essere altresì il destinatario.
Quanto a Gesù, anche dopo la sua morte e resurrezione
furono rivolte preghiere a Lui. Stefano, mentre lo lapidavano, «invocava
Gesù e diceva: “Signor Gesù, ricevi il mio spirito”» (At 7,59). Poi subito dopo,
appena prima di morire, gli chiese: «Signore, non imputare loro questo
peccato» (v. 60). Questo accade perché Gesù è il Mediatore presso il trono
di Dio (1 Tm 2,5). Egli è fisicamente in cielo, non sulla terra; la sua presenza
spirituale nel mondo avviene perlopiù mediante lo Spirito Santo; per questo
quest’ultimo è chiamato anche lo «Spirito di Gesù» ed è affermato: «Perché
siete figli, Dio ha mandato lo
Spirito del suo Figlio nei nostri
cuori, che grida: “Abba, Padre”» (Gal 4,6).
Quanto allo Spirito Santo stesso, Egli è menzionato
nelle formule trinitarie (Mt 28,19) ed è una delle Persone della Deità. Come già
detto, Egli essendo lo «Spirito di Dio», lo manifesta nel mondo; essendo lo
«Spirito di Gesù» (At 16,7; Fil 1,19) o «di Cristo» (Rm 8,9; 1 Pt 1,11), rende
possibile la sua presenza spirituale nel credente, sebbene il Messia sia
fisicamente presso il trono di Dio (cfr. l’Apocalisse). Nell’attuale economia il
suo compito non è quello di essere al centro dell’attenzione e di ricevere le
preghiere, ma di rendere grande Gesù e di suscitare la devozione verso il
Cristo. Lo Spirito di Dio è attivo nei figli di Dio, creando convinzioni
bibliche in loro in conformità con la Parola (cfr. Rm 8,14ss). Ad esempio, Egli
è lo «Spirito della grazia» (Eb 10,29), comunicando quest’ultima a chi crede nel
Figlio di Dio (Eb 10,29). La giustificazione avviene presso Dio «nel
nome del Signor Gesù Cristo e
mediante
lo Spirito del nostro Dio» (1 Cor 6,11). Mediante lo Spirito vengono
comunicati i carismi ai credenti (1 Cor 12,8). Il Padre dà ai credenti «d’essere
potentemente fortificati
mediante
lo Spirito suo, nell’uomo interiore» e fa sì che «Cristo abiti per mezzo
della fede nei vostri cuori» (Ef 3,16s); lo Spirito Santo è, per così dire,
«l’interfaccia» di Cristo nei credenti e, come tale, rende possibile che Cristo
abiti spiritualmente parlando («per la fede») nei credenti. I cristiani
pregano «mediante
lo Spirito Santo» (Gd 1,20), non Lui stesso che suscita e permette
strumentalmente che le preghiere arrivino a destinazione.
Per questi motivi, in tutto il NT (e in tutta la
Bibbia) non c’è un solo esempio, in cui lo Spirito Santo sia il destinatario di
preghiere, suppliche, intercessioni, ringraziamenti, adorazioni, culto,
invocazioni, eccetera. Per questo motivo è meglio non andare oltre a ciò che è
scritto (1 Cor 4,6) ed è stato praticato dagli apostoli e dalla chiesa
primitiva.
Nell’attuale economia della Deità, il Padre è
l’autorità in cielo e sulla terra, il Figlio è il Mediatore e il Garante presso
Dio (nel «nome di Gesù» e lo Spirito Santo è lo strumento operativo nel mondo e
specialmente nella vita dei credenti. Come abbiamo detto, lo Spirito Santo
rappresenta «l’interfaccia» di Dio e di Cristo nella vita del credente: «Ora
voi non siete nella carne ma nello spirito, se pur lo Spirito
di Dio
abita in voi; ma se uno non ha lo Spirito
di Cristo, egli non è di lui»
(Rm 8,9). Lo Spirito Santo rappresenta altresì «l’interfaccia» di Cristo nel
mondo: egli fu visto da Giovanni come un Agnello che aveva «sette occhi che
sono i sette Spiriti di Dio, mandati per tutta la terra» (Ap 5,6; cfr. 1,4;
3,1; 4,5).
Come già detto, il desiderio dello Spirito Santo è di
rendere grande Gesù e la sua opera e di portare gli uomini a Cristo. Egli, per
essere genuinamente lo Spirito Santo (e non uno spirito diverso), non porta a
pregare se stesso, ma Dio Padre nel nome di Cristo e il Signore Gesù nella sua
funzione di Mediatore.
Lo Spirito Santo è quindi una delle persone della
Deità. Come trattare lo Spirito di Dio? Io lo tratto così come Egli stesso ha
rivelato nella sacra Scrittura, senza deviazioni materialistiche (p.es. seguaci
della Torre di guardia: riduzione dello Spirito a una «cosa / energia
impersonale») o sviamenti misticheggianti (p.es. carismaticisti:
pneumo-centrismo). Si fa bene quindi ad attenersi con scrupolo a ciò che è
scritto; infatti, dalla sana dottrina dipende poi la purezza dottrinale della
chiesa e il benessere personale dei credenti.
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Lo Spirito Santo in Ezechiele 37? {Nicola Martella} (T/A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Spirito_preghiere_EnB.htm
22-11-2006; Aggiornamento: 06-12-2010
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