(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
■
Contributo: Caro Martella, questione complessa, perché Dio è certo
infinitamente misterioso — su questo insiste l’Islam — e ogni pretesa umana di
comprenderne la struttura interna è vana e arrogante. Se Gesù mai ne
parlò, sarà stato con Nicodemo, nella lunga discussione notturna, ma della quale
nulla ci è pervenuto.
Non sappiamo
nulla sulla struttura reale dell’universo nello spazio e nel tempo
(e cosa sia il tempo nessuno lo sa), dato che le varie teorie come Big
Bang sono solo provvisorie, con il destino di finire presto nella spazzatura
della storia. E già anche Le Scienze, rivista massonica, ha dovuto
riconoscere che la relatività generale (creazione di Hilbert plagiata da
Einstein come suo fare tipico) è morta, incompatibile con la superluminalità, la
cui scoperta è merito dell’italiano Erasmo Recami, pur tuttavia mai vincitore
d’un concorso a ordinario....
Ma sullo Spirito Santo (che in una recente lettera di Ratzinger al
patriarca russo non appare più procedere «anche dal figlio», filioque...),
conviene ricordare il lavoro di Newton, massimo scienziato con Von
Neumann a mia conoscenza, uomo di grandissima religione e carità, visto che alla
sua morte i suoi soldi non si trovarono e il funerale fu seguito da tanti tanti
poveri... Ebbene Newton dedicò al problema più tempo che per lo sviluppo del
calcolo infinitesimale e delle leggi di meccanica e ottica, risultati che gli
presero solo quattro anni. Si lesse l’integrale praticamente della patristica
occidentale e orientale, e oggi i seminaristi italiani nulla leggono di questi
testi, giungendo alla conclusione che il concilio di Nicea, dal quale
proviene il dogma della Trinità, gestito da Atanasio con l’appoggio militare di
Costantino (e il papa assente, se ben ricordo) aveva citato in modo non corretto
le fonti patristiche. Modo falso d’agire certo non primo e non ultimo. Ed il
successivo concilio, dove si sarebbe probabilmente tornati alla teoria ariana,
vide la strana morte d’Ario, quasi certamente per berillatio patris, la
morte di cui pure quasi certamente perì Giovanni XXIII, che unico fra i papi
avrebbe messo ordine a San Giovanni Rotondo.
[N.d.R.: Egli si riferisce alla tesi della berillatio patris che alcuni, specialmente in campo esoterico,
vorrebbero che ne fosse stato vittima Giovanni XXIII. Suppongo che si riferisca
alla berilliosi, ossia all’avvelenamento da berillio, che è all’origine di una malattia polmonare cronica, del danneggiamento di altri organi, come il cuore, e della malattia cronica del berillio, che può essere così seria da causare la morte.]
E ricordino i dottori della legge le parole di Gesù sul fatto che entreranno nel
regno dei cieli dopo... Cordialmente… {1 giugno 2009}
▬
Risposta: Quanto qui scritto dall’amico professore dell’università
di Bergamo, amante di miti e misteri, tra cui quelli ufologici, e seguace di un
monismo gnostico a tratti panteistici, è nel complesso una fotocopia di un suo
precedente contributo sulla deità di Cristo [►
Conduttore antitrinitario nelle chiese
valdesi? Parliamone: 2° contributo]; rimando per mia la
risposta al 3° contributo di quel tema di discussione. Altri brandelli si
trovano nel suo contributo al tema di discussione «Festa
dell’evoluzione? Parliamone» (5° contributo), dove è contenuta
anche la mia risposta. C’è il presentimento che Emilio Spedicato non abbia letto
neanche questa volta l’intero articolo. Visto che si ripete, ho l’impressione
che non abbia letto neppure le mie risposte ai suoi contributi. Così ci parliamo
dottamente fra sordi.
Come può vedere, leggendo veramente l’attuale articolo, a noi interessano qui
specialmente gli aspetti esegetici contestuali della sacra Scrittura. Quindi
al centro non stanno qui le convinzioni dell’islam, della scienza e delle
mutevoli ipotesi scientifiche, di Ratzinger di Newton e della patristica, dei
concili e di quant’altro. Sono tutte cose interessanti, ma fuori tema.
Gesù
non ha parlato dello Spirito rigenerante solo con Nicodemo (Gv 3), ma lo ha
fatto intensamente e dettagliatamente con i suoi apostoli (Gv 14-16). Sappiamo
quindi ciò che disse, poiché il suo discepolo Giovanni ci ha trasmesso
fedelmente l’insegnamento del suo Maestro.
Ci auguriamo che l’amico professore continuerà a onorarci con le sue dotte
notizie, ma sarebbe congeniale e salutare che leggesse prima l’intero
articolo di riferimento (e non solo l’invito alla lettura), rispondesse nel
merito, senza fare digressioni e comodi collage vari, che rendono i contributi
abbastanza uguali. {Nicola Martella}
2.
{Aldo Benincasa}
▲
Mio Caro Nicola, io
non sono mai in accordo con te, nella fattispecie in questo argomento. Non
capisco se sei trinitario o meno, anche se mi mandi 10 mila mail, sei sempre
ambiguo e dici tutto e niente contemporaneamente. Se dunque sei trinitario, io
ti dico è giusto pregare lo Spirito, perché se Egli è il mezzo e quindi
va invocato e di conseguenza pregato. Ma se sei anti-trinitario, io ti dico non
è giusto poiché l’angelo a Giovanni nell’Apocalisse disse «adora solo
Dio», anche se vi è differenza tra il pregare (che può essere una lode,
invocazione o richiesta d’aiuto) coll’adorare (amare sopra ogni cosa). Essendo
io un trinitario (cattolico carismatico), ti dico è più che giusto
pregare lo Spirito, essendo Egli l’amore del Padre e del Figlio rivolto
all’umanità. Ti porto un esempio: Gesù in Giovanni 14,14 dice: «Se mi
chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò», quindi Gesù va pregato.
Ora Gesù chiama lo Spirito Santo in Giovanni 14,16 un «altro Consolatore»
(Gesù è il 1° Consolatore); ha pari dignità di Gesù, quindi fine del
ragionamento, va pregato! Ora Gesù è stato adorato Matteo 2,11, pregato Matteo
8,24. Se Gesù è il 1° Consolatore, al 2° Consolatore va la stessa cosa.
{1 giugno 2009}
3.
{Nicola Martella}
▲
Questo lettore, che
si dichiara cattolico carismatico, avrà letto l’intero articolo? Pare di no,
visto che ha ancora dubbi che io sia trinitario (e questo dopo tanti
articoli che ho scritto contro gli antitrinitari!). Alla fine di tale articolo
si trovano dei link che riportano a scritti, in cui sono contenute le
motivazioni perché non credo che attualmente lo Spirito Santo (quindi durante
l’attuale suo ministero sulla terra e nella chiesa) non debba essere né
invocato, né adorato. Ecco anche qui tali link:
►
Pregare lo Spirito Santo? {Nicola Martella} (A)
►
Spirito Santo e preghiere a Lui rivolte {Nicola Martella} (T)
Magari senza
volerlo o senza accorgersene, usa un’indebita versettologia (mette insieme versi
che non c’entrano l’uno con l’altro) e un falso sillogismo (trae false
conclusioni da semplificazioni arbitrarie). La risposta a tutto ciò è l’esegesi
contestuale, ossia un’analisi biblica che rispetti il testo biblico e le
asserzioni reali degli autori (si veda sotto l’analisi dell’Apocalisse).
Quanto al fatto che Gesù chiamò lo Spirito Santo un «altro Paracleto»
(gr.
parakletos «difensore, rivelatore, sostituto, vicario»), bastava leggere il
mio articolo per vedere che ne parlo. La risposta alla tesi del lettore
cattolico carismatico è abbastanza semplice: mi trovi, in tutto il NT, un solo
esempio chiaro e incontrovertibile, in cui lo Spirito Santo è oggetto di
venerazione, adorazione o altro.
È nella logica dell’essere vicario che quest’ultimo faccia rivolgere
l’attenzione verso chi lo ha mandato e non su se stesso. Durante il suo
ministero in terra, Gesù era il «Vicario del Padre»; per questo disse al
diavolo: «Allora Gesù gli disse: “Va’, Satana, poiché sta scritto: Adora il
Signore Dio tuo, e a lui solo rendi il culto”» (Mt 4,10). Similmente, quando
fu chiamato «maestro buono», Gesù da corretto Vicario gli rispose: «Perché
mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio» (Mc 10,17s).
Attualmente lo
Spirito Santo è l’unico Vicario (o Paracleto) di Gesù in terra. Per
questo Egli non attira l’attenzione su se stesso, ma su Gesù; non cerca la
propria adorazione, ma quella del Padre e del Figlio, essendo stato da loro
mandato (Gv 14,26; 15,26; Gal 4,6).
Questa è
l’economia attuale della Deità, in cui il Padre è l’autorità (in Apocalisse:
«Colui che siede sul trono»), il Figlio è il Mediatore presso Dio (1 Tm
2,5) e lo Spirito Santo è il «Vicario» (o Paracleto) in terra. Chi funge da
strumento o da tramite, non può essere parimenti l’oggetto dell’azione. Se «lo
Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili» e «intercede
per i santi secondo Dio» (Rm 8,26s), non può essere attualmente il
destinatario dell’intercessione (uno lo è sempre rispetto a un altro) né
l’oggetto stesso dell’adorazione. Un giorno però, dopo il regno messianico, in
cui Cristo sarà l’autorità assoluta sulla terra, Egli rimetterà «il regno
nelle mani di Dio Padre» (1 Cor 15,24), e «allora anche il Figlio stesso
sarà sottoposto a Colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché
Dio sia tutto in tutti» (v. 28). Solo alla fine di questa storia e
all’inizio di quella nuova, nella nuova creazione di Dio, ci sarà una nuova
economia della Deità (Ap 21,1-5).
Nell’Apocalisse
(19), quando l’angelo disse a Giovanni di non adorare lui, ma solo Dio, è
evidente che si riferisse solo a «Colui che siede sul trono», visto che il libro
è incentrato ad accreditare storicamente Gesù Cristo quale Agnello presso il
trono di Dio, mentre termini come «Spirito Santo» e «Spirito di Dio» in questo
libro non compaiono mai. Solo in Ap 2,7.11.17.29; 3,6.13.22 compare «Spirito»,
ma qui ha la funzione d’Annunciatore alle chiese (per i motivi suddetti), non
d’oggetto d’adorazione. Lo stesso vale in Ap 14,13 dice; 17,3 trasporta
Giovanni; 22,17 dice insieme alla sposa che Gesù torni. In Ap 11,11 compare «uno
spirito di vita procedente da Dio» (intendendo semplicemente vita,
all’ebraica; cfr. Gdc 15,19); Ap 19,10 «spirito della profezia» (= essenza della
proclamazione).
Inoltre in una connessione trinitaria si parla dei «sette Spiriti che sono
davanti al suo trono» (Ap 4,5), oppure che «davanti al trono c’erano
sette lampade ardenti, che sono i sette Spiriti di Dio» (4,5). Gesù afferma
d’avere «i sette Spiriti di Dio» (3,1), e Giovanni vide «un Agnello in
piedi, che pareva essere stato immolato, e aveva sette corna e sette occhi che
sono
i sette Spiriti di Dio, mandati per tutta
la terra» (5,6).
Gli altri brani dell’Apocalisse parlano di spiriti impuri e una volta degli
«spiriti dei profeti» (22,6). In tutti questi brani lo Spirito Santo non è mai
fatto oggetto d’adorazione, poiché — sebbene la sua presenza spirituale è
descritta davanti
al trono (non su di esso) — il suo ministero è sulla terra, essendo il solo
e vero «Vicario di Cristo» nel mondo.
4.
{Salvatore Cosenza}
▲
Premetto che Gesù
insegno di non chiamare nessuno Padre sulla terra, e nessuno maestro. Io non
sono convinto che i due termini siano stati usati come sinonimi nel ruolo che
essi comportano. Fatto ciò, riaffermo che in questi tempi di grande confusione,
la soluzione è che veramente Dio sia Padre e Maestro per ogni credente.
In ciò è la risposta alla domanda dell’articolo sulla trinità.
A parte il fatto che questo termine sia stato inventato da persone che
volevano a ogni costo giustificare la loro mancanza d’intelligenza (che
viene solo da Dio), e non volendo privare il Signore del ruolo che gli compete,
dirò solo quanto segue.
Padre e Figlio vengono menzionati solo in quanto dei ruoli. Lo Spirito
Santo è una definizione con attributo. Che cos’è lo Spirito? È ciò che di
cui non puoi avere una percezione come quella che si ha con la materia e con
tutti quei fenomeni alla portata dello studio scientifico sperimentale. Di cui
già se ne ha una scarsa conoscenza. Pensa poi, cosa si può conoscere dello
Spirito con
quel tipo di mente razionale?!
Quindi ponendo che Dio sia l’essere che ha coscienza di se stesso come avente
vita in sé. Mentre, una persona è piuttosto riferita all’uomo che non ha
cognizione d’essere vivo o morto. Il Signore prendendo spunto dalla relazione
fra padre e figlio (come accade fra gli umani), non è Padre prima che alcuno
potesse attribuirsi d’essergli figlio. Per mostrare a questi il Suo disappunto
della mancata realtà di tale relazione, Egli riveste il ruolo di Figlio,
e lo pone come esempio per togliere qualsiasi giustificazione alle deroghe dal
Suo insegnamento. {1 giugno 2009}
5.
{Nicola Martella}
▲
Il lettore
attribuisce a Dio Padre il fatto di essere Padre e Maestro. Ciò mostra che
confonde chiaramente il Padre col Figlio e di avere perciò una visione non solo
antitrinitaria, ma anche modalista e tipico dei seguaci di Branham o
degli «oneness». [►
Antitrinitari mimetizzati?;
►
Branham, «profeta» modalista, e i suoi
seguaci; ►
La concezione modalista di Dio]
Gesù distinse se stesso dal Padre, rivolgendosi a Lui come a un’altra persona
distinta da sé; si veda al riguardo le preghiere di Gesù. Anche il Padre si
distinse dal Figlio, quando parlò di Lui al momento del battesimo e della
trasfigurazione di Gesù. Gesù intendeva se stesso, quando disse «uno solo è
il vostro maestro» (Mt 23,8) e «uno solo è il vostro insegnante, il
Cristo» (v. 10), mentre affermava che «uno solo è il Padre vostro, quello
che è nei cieli» (v. 9). Quindi Gesù non aveva una visione modalista.
Inoltre in questo tema si parla del fatto se lo Spirito Santo sia una Persona,
non della Trinità. Quindi molte delle asserzioni sono fuori tema. [Per
l’approfondimento: ►
Conduttore antitrinitario nelle chiese valdesi;
►
Correlazione fra Padre e Figlio nella Deità;
►
Deità di Gesù e autorità del Nuovo Testamento;
►
Deità, pluralità e unità:
Risposta a un Testimone di Geova;
►
Deità, pluralità e unità? Parliamone;
►
Trinità e antitrinitari]
I termini
vengono creati per spiegare delle realtà esistenti, ad esempio questa: «Ammaestrate
tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre
e
del Figliuolo e dello
Spirito Santo» (Mt 28,19; le congiunzioni mostrano la parità dei soggetti).
La «mancanza d’intelligenza», sopra attribuita ad altri, la coltiva chi
non riconosce qui la sostanza della Deità in tre persone. Ammetto che «quel
tipo di mente» modalista avrà difficoltà a prendere sul serio quanto ha
detto Gesù stesso.
Due persone esistenti e presenti allo stesso tempo non sono dei «ruoli»;
durante la trasfigurazione di Gesù, Dio parlò dalla nuvola (Mt 17,2.5) e i
discepoli rimasero attoniti. A ciò si aggiunga che, durante il battesimo,
Giovanni Battista vide anche lo Spirito Santo scendere su Gesù in forma di
colomba, mentre dal cielo si udì la voce di Dio (Lc 3,21s). Come ho mostrato
nell’articolo, dello Spirito Santo si parla come di una persona concreta e reale
(parla, convince, impedisce, ecc.). Quindi è inutile fare sofismi, se si vuole
essere fedeli alla Scrittura.
Dio non solo ha vita in sé e coscienza di sé, ma è talmente persona, che ha
creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, ossia secondo la sua propria specie,
per potergli essere un interlocutore (Gn 1,26ss; Sal 8). L’uomo è quindi
specchio di ciò che
Dio è: una persona (Gn 2,7; ebr. nefeš chajjah «anima vivente»).
Il resto sono sofismi modalisti. La Scrittura distingue tra Padre e Figlio
non solo dall’incarnazione in poi (fu allora che diventando il Logos carne, Dio
divenne Padre; Gv 1,1ss.14; Lc 1,32.35), ma anche in cielo e nella nuova
creazione, quando «Colui che siede sul trono» e «l’Agnello» vengono distinti
come persone e associati nelle cose che avverranno (Ap 5,13; 6,16; 21,22). Non è
Dio Padre ad aver rivestito il ruolo di Figlio, ma il Logos, Dio presso Dio,
divenne carne
(Gv 1,1ss.14). Dio Padre non prese semplicemente un altro ruolo o maschera, ma «quando
giunse la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figlio,
nato di donna», affinché i riscattati venissero adottati e mediante
lo Spirito Santo potessero dire a Dio: «Abba, Padre» (Gal 4,4ss). Gesù
rimane
Uomo e Dio per sempre per essere mediatore tra Dio e gli uomini: «Uno è
infatti Dio, uno e mediatore di Dio e degli uomini, l’uomo Cristo Gesù» (1
Tm 2,5). Questo è il mistero: il Dio-Uomo è «mediatore di Dio e degli uomini».
Non saranno i sofismi modalisti a modificare questa realtà.
Nota redazionale:
Come c'era da aspettarsi, ecco la tipica reazione: «Desidero essere cancellato
dalla Sua mail list. Shalom! Salvatore Cosenza» {3 giugno 2009}.
6.
{Aldo Benincasa}
▲
Sul questo tema io
davvero non capisco come facciano a entrare correnti d’apostasia nella chiesa.
Anzitutto ti definisco il mio concetto di chiesa: Pur essendo cattolico
carismatico, la chiesa per me (e secondo il concilio vaticano II) sono tutti
i battezzati, che hanno ricevuto tale dono nel nome del Padre Figlio e Spirito,
nel senso trinitario. Ora il fatto che nella chiesa girano quattro correnti di
pensiero, l’una che esclude l’altra, è davvero sconcertante. Origene, nel
2° secolo, sosteneva la «subordinazione delle tre persone divine», cioè il Padre
è il maggiore, poi Figlio sottomesso al Padre, e lo Spirito sottomesso al
Figlio. Beh quest’espressione può essere facilmente confutata da vari passi, è
vero che Gesù disse «il Padre è maggiore di me», ma disse anche «chi
ha visto me ha visto il Padre» o «io e il Padre siamo una sola cosa».
Quindi non si può fare una dottrina, senza aver appurato le Scritture con
attenzione ma sopratutto se lo Spirito Santo non ci guida, facciamo l’errore dei
Testimoni di Geova, infatti la legge senza lo Spirito, come dice Paolo, è
lettera morta, cioè ti porta all’errore.
Ora ti porto alcuni esempi dai testi greci. Gesù dice al diavolo: «Vattene,
satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo
e a lui solo rendi culto»
(Matteo 4,10). Ora il termine utilizzato per adorazione
proskyneo cioè «venerare con profondo amore,
adorare». In Matteo 2,11 quando i magi andarono da Gesù e lo adorarono, è
utilizzata la stessa parola greca. Ora, se al Padre e al Figlio va dato, o
almeno gli hanno attribuito, lo stesso culto, allo Spirito Santo, il
quale, e lo ricordo sempre, è «l’altro Consolatore» (quindi ha la stessa dignità
del Cristo) va attribuito lo stesso culto, poiché è l’essenza del Padre.
Ovviamente ci sono altri passi dove Gesù è adorato, come in Ebrei 1,6 dove il
Padre dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».
Poi sulla domanda se lo Spirito è un’individualità, beh io rispondo
che è una persona. Gesù in Marco 3,6 dice che la bestemmia contro lo Spirito
Santo non verrà perdonata, ora se fosse solo una forza, come mai tale
bestemmia è così pesante? Infatti il Luca 12,10 Gesù dice che la bestemmia
contro di lui sarà perdonata ma contro lo Spirito no; quindi la tesi d’Origene
sopracitata è stata confutata. Spero d’essere stato abbastanza chiaro. Dio ti
benedica! {2 giugno 2009}
7.
{Nicola Martella}
▲
Apprezzo lo sforzo
di questo lettore cattolico-carismatico di argomentare con la sacra Scrittura.
Partiamo dalla cosa comune: lo Spirito Santo è una individualità personale,
quindi una persona autonoma, sebbene strettamente connessa alle altre persone
della Deità. Il mio uso di «individualità personale» è voluto, per evitare
fraintendimenti, poiché alcuni giocano a proprio arbitrio sul termine «persona»,
intendendo a torto in senso modalista solo una «maschera». Egli ha ragione pure
riguardo alla cosiddetta «bestemmia contro lo Spirito Santo»: se essa non
verrà perdonata, ma quella contro Gesù sì, quanto più lo Spirito Santo è
persona!
Quanto alla
relazione all’interno della Trinità, bisogna distinguere fra la pari
dignità (stessa essenza, deità, ecc.) e l’economia operativa all’interno della
storia della salvezza. Effettivamente, il Logos (Dio presso Dio, diventando
carne (Gv 1,1ss.14; Fil 2,5ss), fu mandato dal Padre, si subordinò a Lui e
divenne servo di Dio (Fil 2,8). Come detto, questo non ha a che fare con
l’essenza, ma col compito nella storia della salvezza; Gesù fece di tutto per
onorare il Padre, essendone il vicario in terra. Parimenti, nel tempo attuale
della grazia, lo Spirito Santo è stato mandato dal Padre e dal Figlio (Gv 14,26;
15,26) ed, essendo attualmente il «Vicario di Cristo» (e l’unico) in terra, fa
di tutto per mettere il Signore Gesù al centro e per onorarlo. Al resto ho già
risposto sopra.
È giusto che il verbo greco proskyneo
«prostrarsi [in adorazione], adorare» sia usato per Dio Padre e per Gesù Cristo.
Nel NT il verbo «adorare» ricorre in circa 60 versi, ma non è mai riferito allo
Spirito Santo per l’attuale periodo della storia della salvezza. «Adorare» e
«spirito» compaiono in solo tre versi, ma non sono riferiti allo Spirito Santo:
Gv 4,24 atteggiamento nell’adorare Dio; Ap 13,15 «spirito all’immagine della
bestia»; 19,10 «la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia»
(«Adora Dio!»). Per Gesù Cristo e l’adorazione si vedano invece i
seguenti brani: Mt 2,11; 28,9; c’è anche l’atto di prostrarsi dinanzi a lui, sia
in vita (Mt 8,2; 14,33 Veramente tu sei Figlio di Dio!; 15,25; 20,20; Mc 5,6
Gesù, Figlio del Dio altissimo; Gv 9,35-38 Credi tu nel Figlio di Dio?), sia
in cielo (Ap 5,8ss.12ss).
Per essere
fedele alla Bibbia e all’insegnamento degli apostoli e della prima chiesa,
io m’attengo strettamente a ciò; infatti per essere ritenuto fedele, non bisogna
andare oltre a ciò che è scritto (1 Cor 4,6), non bisogna aggiungere né togliere
(Ap 22,18s), ma bisogna tagliare rettamente la «Parola della Verità», l’unica
cura contro la confusione e l’unico modo per essere approvati da Dio (2 Tm
2,15). All’interno dell’economia attuale della salvezza, la Scrittura mi
insegna a pregare Dio Padre (l’autorità) nel nome di Gesù Cristo (mediatore) e
mediante lo Spirito Santo (sovvenitore). Chiaramente, come già detto, ci si può
rivolgere anche all’unico Mediatore; ma non è mai insegnato di rivolgersi al
Sovvenitore, che è presso di noi per suscitare preghiere in modo confacente a
Dio e intercede per noi (Rm 8,26s).
Questa è l’attuale economia della salvezza. Il lettore mi mostri un solo
verso
chiaro e incontrovertibile, in cui il verbo greco
proskyneo è riferito espressamente allo Spirito Santo, e io cambierò
opinione. Nella futura economia della salvezza le cose cambieranno; per ora
conviene attenersi scrupolosamente a ciò che è scritto.
8.
{Calogero Fanara}
▲
Emilio Spedicato ha
scritto che «ogni
pretesa umana di comprenderne la struttura interna è vana e arrogante». A ciò
rispondo quanto segue.
Se adoriamo e serviamo un Dio d’amore che si manifesta a noi e che si rivela
nella Scrittura, non capisco come si possa arrivare alla conclusione che sia
arrogante cercare di capire le cose. Se la fede in Cristo non emerge da una
profonda riflessione e dal rimettere in questione tutto quello che crediamo,
allora non possiamo più parlare di fede in un Dio che ama e comunica con la sua
creatura, ma si tratta allora di religione ritualistica, alla quale s’aderisce
senza capire il perché... religione per ignoranti, alla quale non ho mai
aderito. Dio ci ha creati con l’abilità di pensare e comprendere il mondo nel
quale viviamo! A maggior ragione quando si tratta di credere in Lui e credere
alla Sua Parola!
Siccome il Dio della Bibbia non ha niente a che fare con il misticismo di massa,
siccome il Dio al quale credo ha sempre comunicato e si è sempre manifestato
prima al popolo d’Israele e poi alla sua Chiesa, a Lui è piaciuto di rivelarsi
all’umanità tramite la rivelazione delle Sacre Scritture, nelle quali possiamo
imparare a capire, comprendere, conoscere gli attributi, la personalità, e la
volontà di Dio; e in tutto ciò non solo possiamo sapere chi è Dio, ma anche
quale sia la sua volontà per la nostra vita, cosa ci lega a Lui! Altro che
arroganza e bigottismo popolare!
Ciò non vuol dire che si possa capire e comprendere tutta la grandezza, la
larghezza, la profondità e l’altezza della gloria di Dio! Ci sono dei misteri
che verranno rivelati soltanto quando saremo giunti nel cielo. Ma se è piaciuto
a Dio di fare conoscere alcuni aspetti della sua persona e di come agisce nel
nostro mezzo, perché non tenere cara questa sua rivelazione? Tutta la Scrittura
converge nel monoteismo trinitario. Negarlo è un assurdità, o soltanto frutto
dell’ignoranza riguardo alla conoscenza biblica. {2 giugno 2009}
9.
{Tommaso Failla}
▲
Caro fratello
Nicola di tanto in tanto partecipo alle riflessioni sui temi della vita che
mettono a dura prova gli uomini, e sopratutto, coloro i quali amano Dio, ma
hanno diversi modi di vedere e interpretare le Scritture. Intanto
desidero lodare Dio e ringraziarlo per aver fatto i fiori diversi uno dall’altro
in tutto, forma, colore, profumo, ecc.; così pure le voci dei cori, così uno è
tenore, l’altro basso o baritono o soprano, ecc. Credo che in cielo sia
meraviglioso vedere, sentire e ascoltare le esperienze di persone di tutti i
ceti sociali e di tutte le culture. Detto ciò, Lo ringrazio per avermi creato e
fatto così come sono.
Relativamente allo Spirito Santo che sia una persona, con capacità di
amare, guidare, correggere, soffrire, non m’offre nessun dubbio. Questo poi va
detto, come lo dice anche Paolo (Ebrei 1,1-3). Dio stesso, ricorda Gesù alla
Samaritana, è Spirito (Giovanni 4,24). Andrebbe chiarito che non c’è cosa che
Dio non fa e non farebbe per l’uomo, anche il sabato è stato un dono di Dio per
l’uomo, perché serva di ristoro e non l’uomo per servire il sabato. La
conseguenza di tutto la troviamo chiara (almeno per me) al battesimo di Gesù,
quando abbiamo la manifestazione delle tre persone, come sul monte della
trasfigurazione. Gesù esce dall’acqua, lo Spirito è sotto forma di colomba su di
Lui e la voce divina proviene dal cielo.
Giovanni, nel principio del suo Vangelo dichiara Cristo Gesù «Parola» [N.d.R.
Logos (=
Parakletos; cfr. Gv 14,6; 1 Gv 2,1)], senza la quale niente è stato
creato. Nello stesso Vangelo vediamo Gesù promettere la persona dello Spirito
Santo (Gv 16). Come si può dire che non sia ben chiaro nella Bibbia? Atti
11,12 la guida dello Spirito Santo; Atti 2,33 la realizzazione della promessa
dello Spirito Santo; Atti 2,38-39 chiarisce i ruoli e la presenza delle tre
persone divine.
In 1 Corinzi 1,9 c’è l’invito alla comunione fatto da Dio e relativo all’umanità
con Gesù Cristo. Concludo con tale versetto e ringrazio te, per la tua
consacrazione al suo servizio, e tutti i tuoi lettori che ci permettono
di «crescere nella conoscenza e nella grazia di Dio» con i loro dubbi o le loro
«presunte» certezze.
«Quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì sé
stesso puro d’ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere
morte per servire il Dio vivente»! (Ebrei 9,14).
«La bontà e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si sono
baciate» (Salmi 85,10). {3 giugno 2009}
10.
{Paolo Elia}
▲
■ Nota redazionale: Questo
lettore concludeva una sua lettera con «una vicendevole preghiera al Padre al
Figlio e allo Spirito Santo». Gli risposi quanto segue. Sebbene le tue buone
intenzioni, ti faccio presente che la Bibbia mi convince di pregare il Padre nel
nome di Gesù Cristo (Ef 5,20; Col 3,17) e mediante lo Spirito Santo
(Rm 8,26s). Chiaramente mediante lo Spirito di
Dio (l’unico «Vicario di Cristo» in terra; Gv 14,16;
15,16) posso rivolgermi anche all’unico Mediatore fra Dio e gli uomini
(1 Tm 2,5), perché Egli interceda presso il
Padre, l’autorità di riferimento nell’attuale economia della Deità.
Egregio Nicola,
come ben anche tu dici, ricordando opportunamente l’insegnamento della
Scrittura, lo Spirito Santo abita nel nostro cuore e ciò proprio per
essere preghiera, invocazione, lode e ringraziamento a Dio.
Infatti il credente, nella sua opera di divinizzazione è mosso ed è
ripieno dallo Spirito che lo fa figlio nel Figlio.
È vero che
mancano formule di preghiera allo Spirito Santo nel NT. Per questo sono rare
le preghiere allo Spirito Santo nei primi secoli della Chiesa che preferiscono
indirizzarsi a Gesù, trovando formule di preghiera rivolte a Gesù appunto nel
NT.
Ma non mancano del tutto. Per esempio Origene (morto nel 153), pur non
ponendo il problema se rivolgere o no preghiera allo Spirito Santo, tuttavia poi
testimonia d’invocazioni allo Spirito Santo (per esempio all’inizio delle sue
omelie sul Levitico I,1).
Ma è pur vero che la preghiera cristiana è al Padre, per Cristo, nello
Spirito Santo.
Ma anche se la preghiera allo Spirito Santo s’evolve con lentezza,
tuttavia con il passare dei secoli vi sono esempi in tal senso.
A parte le preghiere di Origene, per esempio nella liturgia ispano-mozarabica,
in qualche inno di Ambrogio di Milano, e poi anche nella liturgia
siriaca, in quell’armena e poi in quella bizantina.
Nella
liturgia romana vengono introdotte brevi invocazioni allo Spirito Santo ma
sempre tenendo presente il principio sopra ricordato: al Padre, per Cristo,
nello Spirito Santo.
E dopo poi vi è un diluvio d’invocazioni soprattutto per la lettura della pagina
sacra, anche dopo la Riforma, sia nelle chiese evangeliche che cattolica.
L’Oriente si ferma un po’, preferendo invocazioni più legate alle forme
eucaristiche tradizionali.
Tra l’altro gli antichi ci ricordano che se per esempio nel Credo
costantinopolitano, lo Spirito Santo con il Padre «simul adoratur et
conglorificatur», e quindi anch’egli può essere invocato.
Tuttavia per tutti i motivi ricordati, forse per ovviare a equivoci e a visibili
esagerazioni, forse è meglio tenere nel più ristretto spazio della devozione
privata personale, la preghiera rivolta a Colui che abita nel più intimo del
nostro cuore di credenti cristiani.
Ma qui potrebbe iniziare allora un altro discorso sul rapporto fra Spirito
Santo, Cristo, chiesa corpo di Cristo, ecc.
P.S. 1: Sarebbe bello dire qualcosa anche a quelli che dicono che la Trinità, la
figura personale dello Spirito Santo sono «invenzioni» del concilio di Nicea.
Forse basterebbe leggere un po’ di più gli scritti di Tertulliano, di Giustino,
di Agostino e di altri.
P.S. 2: Io sono d’accordo su quanto diceva il Newman nel secolo scorso: che il
vicario di Cristo in terra è la nostra coscienza. Ciao {3 giugno 2009}
11.
{Nicola Martella}
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Qui rispondo al
contributo precedente. È vero che la Scrittura insegna che lo «Spirito Santo
abita nel nostro cuore». Infatti l’idea che Dio, Gesù o lo Spirito abiti nel
cuore dei credenti, ricorre nel NT. Ciò è però qualcosa di diverso dall’idea
bizzarra, dovuta all’individualismo occidentale, che crede di aver affittato
la Deità e di possederla. Se si analizza la Scrittura, nessuno ha mai detto in
essa: «Lo Spirito abita (o dimora) in me o nel mio cuore», ma si parla sempre di
un «noi / voi» collettivo. Quando Gesù parlò e gli apostoli scrissero, non
sarebbe mai venuto loro in mente un tale esasperato individualismo, avendo essi
una mentalità collettiva. Il «tempio del Signore» sono la collettività dei
credenti (corpo di Cristo), i quali sono le singole pietre dell’edificio
spirituale: «…anche voi, come
pietre viventi, siete edificati quale casa spirituale» (1 Pt 2,4s). Gli
aspetti personali sono veri e reali sono all’interno di tale prospettiva
globale: se lo Spirito di Dio riempie il tempio, tutti ne hanno parte.
Lo Spirito è
nei cuori preghiera, ecc. a Dio? Espresso così, quantunque romantico,
direi di no. Lo Spirito Santo non è Egli stesso preghiera, ma colui che la
suscita nei credenti e intercede per loro (Rm 8,26s).
Il sospetto che il mio interlocutore si nutra di una spiritualità mistica, è
confermato dalla presunta «opera di divinizzazione» del credente. Da
nessuna parte della Scrittura si parla del fatto che l’uomo sia chiamato a
divinizzare se stesso (o che lo faccia Dio per lui). Questo ragionamento è
tipico dello gnosticismo, non della Bibbia. Nei 14 versi in cui «divino» e
affini ricorre nel NT, non si parla di ciò. L’unico riferimento è 2 Pt 1,4, in
cui un Ebreo cristiano, scrivendo ad altri ebrei cristiani, affermò che Dio «ci
ha largito le sue preziose e grandissime promesse, affinché per loro mezzo
voi foste fatti partecipi della natura
divina, dopo esser fuggiti dalla corruzione che è nel mondo per via della
concupiscenza». Si noti il linguaggio al passato e del fatto che tale
momento coincideva con la conversione. Inoltre «fatti partecipi della natura
divina» parla della «nascita dall’alto (da Dio)»(Gv 1,12s; 3,3) o
rigenerazione (Tt 3,5) e non ha nulla a che vedere con una presunta «opera di
divinizzazione».
Se «è vero che
mancano formule di preghiera allo Spirito Santo nel NT» e se è vero che
«per questo sono rare le preghiere allo Spirito Santo nei primi secoli della
Chiesa», per la concentrazione sull’evento cristologico, come insegna il NT —
allora questo è il dato di fatto. Il resto è interessante, ma non è coercitivo
per un cristiano biblico; anzi, egli può vedere in ciò un processo degenerativo,
legato alla penetrazione di una spiritualità gnostica e mistica e allo
spostamento arbitrario del fulcro della fede dall’oggetto primario (Gesù
Cristo), sullo strumento della fede (lo Spirito Santo).
Se «è pur vero che la preghiera cristiana è al Padre, per Cristo, nello Spirito
Santo», allora atteniamoci a essa e basta. Ciò che fanno le varie liturgie o
insegnano i vari credi, non è ingiuntivo per un cristiano biblico, per il quale
l’originale (la pratica al tempo del NT) è più importante delle imitazioni
confessionali.
È singolare distinguere tra devozione pubblica e privata, affermando che «forse
è meglio tenere nel più ristretto spazio della devozione privata personale,
la preghiera rivolta a Colui che abita nel più intimo del nostro cuore di
credenti cristiani». Questa convinzione mistica non è condivisibile per i motivi
sopra esposti. Una tale preghiera si trasforma facilmente in idolatria di se
stessi, confondendo il proprio spirito con quello di Dio. Non ci sono eccezioni
nel NT: nell’attuale economia della salvezza, lo Spirito Santo non è
destinatario delle preghiere, ma solo il loro strumento e suscitatore (Rm
8,26s). Il pericolo di seduzione da parte di altri spiriti è molto alto nella
spiritualità mistica.
Che il
vicario di Cristo in terra sia la coscienza umana, è come camminare su una
lastra sottile di un fiume ghiacciato. La sacra Scrittura non le dà questa
importanza né questo ruolo. Essa è troppo soggetta alle influenze di cultura e
tradizione, all’inganno, alla suggestione e alla seduzione, per essere «vicario
di Cristo» in terra. Basta e avanza lo Spirito Santo, che usa la sacra Scrittura
«per insegnare, riprendere, correggere, educare alla giustizia, affinché
l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona» (2 Tm
3,16). Solo una coscienza sottomessa alla Parola di Dio, sarà illuminata dallo
Spirito Santo. Tuttavia il vicario di Cristo in terra è e rimane lo Spirito di
Dio.
{Nicola Martella}