Qui di seguito discutiamo
l’articolo «Perdono
e sanzione».
Ho constatato che una delle difficoltà è per alcuni di comprendere che non sia
mai scritto nella Bibbia che Dio dimentica qualcosa e che «non (voler)
ricordare» o «non (voler) riportarsi alla mente» è qualcosa di diverso.
L’altra difficoltà è per alcuni di comprendere che perdono divino e sua sanzione
amministrativa non si escludono a vicenda. In genere la sanzione precede il
perdono divino, specialmente quando si è impenitenti e la punizione divina è
il suo strumento pedagogico per addurre il credente trasgressore al
ravvedimento. Altre volte, dove qualcuno ha disonorato Dio pubblicamente con la
propria condotta, Dio lo perdona, ma non rinuncia di annunziare precisi
giudizi venturi. Questo fu il caso di Davide, la cui vita Dio risparmiò (1
Sm 12,13), a causa delle sue promesse, ma che espose a precisi giudizi (vv.
9-12.14.18).
Inoltre, coloro che pensano che, quando Dio perdona i credenti, rinunci a ogni
sanzione,
citano precisi brani, in cui Dio ha affermato in una particolare
circostanza di cancellare le colpe dei trasgressori e di non voler più ricordare
i loro peccati (cfr. Is 1,18; 43,25; Mi 7,19). Tuttavia, chi adduce tale lista
di versi, manca di leggere i relativi contesti di tali versi, che affermano
proprio il contrario dell’assioma, secondo cui perdonare sarebbe uguale a
dimenticare o a rinunciare alla sanzione! Tali contesti affermano che Dio ha
usato dapprima il giudizio storico, ha ridotto male gli impenitenti e a un
residuo il popolo; e in tale circostanza Dio affermò che solo dopo il loro
ravvedimento, li avrebbe perdonati, non tenendo più conto delle loro passate
trasgressioni. Quindi la pesante sanzione era già avvenuta.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster
(E-mail)
Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli
firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito
può dare uno pseudonimo, se richiesto.
I contributi sul tema ▲
(I
contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I
contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1. {Massimo
Calise}
▲
■
Contributo:
1. «L’Eterno è lento all’ira e grande in forza, ma non lascia affatto
impunito il malvagio...» (Nahum 1,3). Il re Davide, come altri uomini di
Dio, nonostante furono perdonati da Dio, dovette pagare la sanzione, ovvero fu
comunque castigato dall’Eterno. {05-12-2011}
2. Dio perdona soltanto se ci si ravvede, se si smette di commettere il
male. Però, comunque, si portano le conseguenze dei peccati commessi. Per
perdono di Dio intendo la salvezza dell’anima. Se non si smette mai di
farei il male, di commettere peccati, allora non esiste nessun perdono da parte
di Dio, perché Dio è anche giusto, oltre a essere misericordioso. {07-12-2011}
▬
Risposta
(Nicola Martella): Faccio solo presente che il perdono non vale sono per i
non-credenti, che necessitano ancora di salvezza. Anche i credenti,
che già posseggono la salvezza dell'anima loro, necessitano il perdono durante
il processo di santificazione. Qui parliamo specialmente di quest'ultima
categoria.
2. {Maurizio
Marino}
▲
«Ma Zaccheo...
disse al Signore: “Ecco, Signore,... se ho frodato qualcuno di qualcosa gli
rendo il quadruplo”» (Luca 19,8). Un cuore rigenerato ha desiderio di
mettere a posto cose ingiuste, anche se gli costerà molto.
Se può essere utile, ci sarebbe anche l’esempio del re Manasse: «Allora
il Signore fece venire contro di loro i capi dell’esercito del re d’Assiria, che
catturarono Manasse… [12] E [in prigione] quando egli fu angosciato, implorò il
Signore, suo Dio, e si umiliò profondamente davanti al Dio dei suoi padri. [13]
A lui rivolse le sue preghiere, e Dio si arrese a esse, esaudì le sue suppliche,
e lo ricondusse a Gerusalemme nel suo regno. Allora Manasse riconobbe che il
Signore è Dio. [14] Dopo questo, Manasse... [15] Tolse dalla casa del Signore
gli dèi stranieri e l’idolo, abbatté tutti gli altari che aveva costruiti...
[16] Poi ristabilì l’altare del Signore e vi offrì sopra dei sacrifici di
riconoscenza e di ringraziamento, e ordinò a Giuda che servisse il Signore, Dio
d’Israele» [2 Cr 33,11-16].
Il perdono è sempre accompagnato da un ristabilimento della volontà di Dio,
specialmente da chi è in autorità, perché è chiamato a essere un esempio.
{05-12-2011}
3. {Francesco
Giordano}
▲
■
Contributo:
È vero che Dio non dimentica di punire il peccato, ma quando perdona, Egli lo
cancella e non se ne ricorda più (Isaia 43,25). Se Dio ricordasse per sempre
il nostro peccato, avremmo la perdita della salvezza (non biblica) e il
sacrificio di Cristo non sarebbe valido per nessuno. Ma grazie a Dio non è così!
Dio ti benedica. {06-12-2011}
▬
Risposta 1
(Nicola Martella): Quando Dio perdona una trasgressione, cancella la colpa e non
se la riporta più alla mente (Isaia 43,25), ma ciò non significa che rinunci per
forza alla sanzione. A volte, come mostra proprio il contesto di tale verso, il
Signore perdona, solo dopo avere applicato la sanzione. Chiaramente
vogliamo un Dio clemente, ma è bene
non fare i furbi con un Dio onnisciente e santo. Vero?
▬
Osservazioni 1
(Giuseppe Battaglino): Se dovessi pagare tutte le sanzioni, dovute ai miei
errori o peccati, oggi sarei già spacciato e senza speranza... ma! {07-12-2011}
▬
Replica
(Francesco Giordano): Dio riprende e punisce colui, che ama, ma lo perdona,
poiché Dio è amore. {07-12-2011}
▬
Osservazioni
2
(Giuseppe Battaglino): Grazie Gesù, poiché mi fai vivere nella tua grazia
immensa. {07-12-2011}
▬
Risposta 2
(Nicola Martella): La grazia di Dio, se veramente ricevuta, non conosce facili
alibi per il credente («evangelo a poco prezzo»), ma richiede un santo
impegno e premette, da parte di chi la riceve, un assoggettamento alla
disciplina di Dio in vista della gloria. «Infatti la grazia di Dio, salvifica
per tutti gli uomini, si è manifestata, [12] e c’insegna a rinunciare
all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo
moderatamente, giustamente e in modo santo, [13] aspettando la beata speranza e
l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù»
(Tt 2,11ss).
Chi accetta Gesù come proprio Salvatore, deve necessariamente riceverlo anche
come Signore della propria vita, sottomettendosi al giogo della sua
Signoria. Chi non lo fa, è ancora perduto, poiché ha ancora solo il
desiderio di salvezza, ma non quest’ultima. La
santificazione significa accettare la disciplina salutare e pedagogica di
Dio, quindi anche le sue paterne sanzioni.
Dio non concede il
perdono ai suoi figli sulla base della dichiarazione delle labbra, ma sulla
base di un sincero ravvedimento, il quale implica anche l’accettazione della
riparazione e delle sanzioni divine. Chi non è pronto ad agire così, si
accumula colpe sopra colpe, che non vengono perdonate e che impediscono la
benedizione divina.
4. {Salvatore
Paone}
▲
■
Contributo 1:
Se c’è ravvedimento, c’è anche pentimento, quindi Dio perdona comunque, ma
devono esserci i «frutti degni di ravvedimento», fermo restando che si cerca di
ripristinare l’azione sbagliata. Dio è Dio, che perdona e dimentica, ma
questo non vuol dire che non permetterà le conseguenze e la susseguente
disciplina... {06-12-2011}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): Salvatore
Paone, Dio perdona, ma non dimentica; tutt’al più non se lo riporta alla
mente. Che
Dio onnisciente sarebbe, se dimenticasse?
■
Contributo
2 (Salvatore Paone): Se non lo riporta nella mente, è come se
lo avesse dimenticato, o no? C’è un verso che recita: Dio prenderà i nostri
peccati e li getterà infondo agli abissi... Non si ricorderà più dei vostri
peccati... {06-12-2011}
▬
Risposta 2 (Nicola Martella): Non è così.
Ciò che Dio pone in fondo al mare (è solo un’immagine), Egli è ben capace di
vederlo e riportarlo a galla, se vuole (cfr. Am 9,3). Nel contesto di tale verso
(Mi 7,19), la
sanzione era già avvenuta ed era stata pesante per Israele (vv. 9.13).
Dimenticare è un atto passivo, non voler ricordare o non riportarsi alla
mente è un’azione attiva. Dio ben si ricorda dei nostri peccati (che Dio
onnisciente sarebbe? che Giudice sarebbe?), ma quando li ha perdonati, non ne
fa più uso contro di noi. Inoltre perdono e sanzione sono due cose
differenti; anche il premio si può perdere in tutto o in parte (non la
salvezza).
■
Contributo
3 (Salvatore Paone): Io, invece, credo che a differenza nostra,
proprio perché è onnisciente e onnipotente, abbia il potere di poter
cancellarsi dalla mente i nostri peccati, e anche riportarli a galla, ma se
la Scrittura dice: che Egli se ne dimenticherà, se li dimentica... poi
diamoci l’interpretazione che vogliamo. {06-12-2011}
▬
Risposta 3 (Nicola Martella): Salvatore
Paone, puoi indicarmi un solo brano in cui è scritto letteralmente che Dio si
«dimentica» delle trasgressioni?
■
Contributo 4
(Salvatore Paone): ● «Egli avrà nuovamente compassione di noi, calpesterà le
nostre iniquità. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati»
(Michea 7,19).
● «Io, sono io che cancella le vostre trasgressioni per il mio bene, e non mi
ricordo i tuoi peccati» (Isaia 43,25).
● «Quanto è lontano il levante dal ponente, tanto ha egli allontanato da noi
le nostre colpe» (Salmi 103,12).
● «Ecco, la mia infermità si è cambiata in salute! Tu hai preservato la mia vita
dalla fossa della distruzione, perché ti sei gettato dietro le spalle tutti i
miei peccati» (Isaia 38,17).
● «Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù»
(Romani 8,1).
Benedizioni. {06-12-2011}
▬
Risposta 4 (Nicola Martella): Bella
versettologia senza contesto! Non trovo in questa lista i verbi
«dimenticare» e «cancellarsi dalla mente». Tale lista non tiene presente il
contesto proprio d’ogni verso citato; poi l’ultimo verso non c’entra col nostro
tema, ossia il perdono e le sanzioni del credente durante il processo di
santificazione. Tornando a tale lista, bisogna tener presente he Dio ha
sanzionato Israele nella storia (invasioni, punizioni, deportazioni, ecc.);
poi, quando, la sanzione è bastata (gli impenitenti distrutti e gli altri
ravveduti), lo ha perdonato e ripristinato.
Anche nel NT la musica non cambia. Una cosa è entrare nel patto di grazia (qui
Dio toglie la condanna eterna), altra cosa è vivere in modo degno del patto
(santificazione). Qui Dio non rinuncia alla sanzione, già per motivi di
disciplina e pedagogia verso il credente (Eb 12,4-11), al fine di creare nel
credente il «pacifico frutto della giustizia».
Comunque, chi voglia crearsi un «mondo rosa», dottrinalmente parlando, lo
faccia; ma sarà un cristiano debole, che insegnerà un cristianesimo
altrettanto debole. La bontà e la severità di Dio vanno insieme. Certo che
abbiamo bisogno di un Dio clemente, che ci perdona e non si riporta più
alla mente le nostre trasgressioni; Dio però non rinuncerà alla sua giustizia
e alla sua santità, né alla sua
disciplina paterna, per creare in noi quella santificazione, senza la quale
nessuno vedrà Dio (Eb 12,14). Inoltre, Dio non accorderà mai il perdono,
senza ravvedimento, riparazione e restituzione. Che alcuni saranno salvati come
attraverso il fuoco, è evidente (1 Cor 3).
■
Contributo
5
(Salvatore Paone):
Ciò che penso e credo, che Dio nella sua onnipotenza e onniscienza ha il
potere di dimenticare le trasgressioni degli uomini pentiti e ravveduti.
Inoltre, credo che proprio a differenza nostra, che non sappiamo dimenticare
realmente, quando riceviamo una cattiva azione, anche quando perdoniamo, spesso
non dimentichiamo le ferite subite, — Dio, poiché è Dio, ha la capacità di non
riportare più i peccati alla sua mente poiché Egli è l’Eterno. Tuttavia, sempre
perché Egli è Onnipotente, per le giuste cause può riportarle alla mente come e
quando vuole, e con chi vuole. Questo è il mio pensiero. {07-12-2011}
▬
Risposta 5
(Nicola Martella): Evito di commentare le contraddizioni logiche e teologiche di
quest'ultimo contributo. Per non ripetermi, rimando sopra alla mia risposta
conclusiva nel terzo contributo. [►
3.]
5. {Antonio
Capasso}
▲
■
Contributo:
«Egli non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci castiga in proporzione
alle nostre colpe» (Sal 103,10). {06-12-2011}
▬
Osservazioni
(Stefano Frascaro): Sì, Antonio, ma ciò, che tu giustamente citi, è per la
nostra speranza. Concordo con Nicola, quando sottolinea la differenza
tra atto passivo e azione attiva. In effetti, anche tu, citando il Salmo 103,10
evidenzi una azione attiva di Dio. {06-12-2011}
▬
Risposta
(Nicola Martella): Antonio Capasso, anch’io ho citato nel mio articolo il Salmo
103,10, spiegandolo nel contesto. La Luzzi (Riveduta) traduce giustamente al
passato (come la Diodati e la Elbelferder tedesca; «non ci ha trattato...
né ci ha retribuiti...»), ossia come esperienza di Davide, che guardando
indietro alla storia sua personale e alla storia d’Israele, constata che Dio si
è mostrato clemente; e ciò è accaduto sia per la natura clemente di Dio, sia per
la sua considerazione della nostra debolezza e caducità. Tale testo positivo
non dev’essere però isolato da altri Salmi dello stesso Davide, in cui
evidenzia il fatto che Dio sanziona le trasgressioni (si veda la sua esperienza
con Batsheba; Sal 32; 51). Anche in questo Salmo 103 Dio non viene meno
all’esercizio della sua giustizia liberatoria verso gli oppressi e punitiva
verso gli oppressori (v. 6). La menzione di Mosè, da cui è derivata la legge, è
chiara (v. 7).
Davide menzionò solo la metà della dichiarazione della natura di Dio,
fermandosi agli aspetti positivi (v. 9; Es 34,6), ma non citò l’altra parte
della medaglia: «...ma non terrà il
colpevole per innocente» (v.7b). Anche nei vv. 17ss Davide menzionò la
clemenza di Dio verso i figli dei figli (Es 34, 7a), ma omise anche qui l’altra
parte della medaglia: «...e che punisce l’iniquità dei padri sopra i
figli e sopra i figli dei figli, fino alla terza e alla quarta generazione»
(v. 7c). Ciò era dovuto al fatto che Davide voleva lodare qui Dio solo per gli
aspetti positivi. Quindi, si fa bene a non isolare tale Salmo dal resto
dei salmi di Davide e dalla teologia dell’AT.
Chiaramente, vorremmo
che Dio fosse così verso di noi: misericordioso, clemente, comprensivo,
perdonatore, ecc. — ma ciò non può essere un alibi per furbi, instabili,
ingiusti, trasgressori e ribelli. In altri testi Davide stesso sentiva tutto il
peso e il tormento della sua iniquità sotto la mano pesante di Dio, che
egli sentiva irritato verso di sé (Sal 6,1ss; 38,1ss; cfr. un salmista anonimo
in Sal 102,10 [vv. 2-11]; cfr. Anche Mosè nel Sal 90,7ss.11).
6. {Antonio
Capasso}
▲
■
Contributo:
Nicola, il re Davide, per il peccato commesso, meritava la morte. Davanti
al pentimento di Davide, Dio, nella sua misericordia, sanzionò Davide, ma
non in proporzione del suo peccato. La legge prevedeva che per l’adulterio e
l’omicidio il trasgressore dovesse essere messo a morte, ma Davide non fu
ucciso da Dio. Infatti Natan disse: «Il Signore ha perdonato il tuo
peccato tu non morirai». Tutto ciò, però, non vuole essere una scusa per
trasgredire i comandamenti di Dio. La Bibbia afferma: «È terribile cadere
nelle mani dell’Iddio vivente» [Eb 10,31]. {06-12-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Antonio Capasso,
hai colto nel segno. Dio risparmiò la vita a Davide a causa delle sue
precedenti promesse, che Egli s’era impegnato a mantenere, affinché la
grazia rimanesse tale. Se studi il contesto, però, prenderai atto che Dio
comminò a Davide e alla sua famiglia pesanti sanzioni. Quindi, il perdono
divino non eliminò le sanzioni, ma Dio (a causa del suo patto con Davide)
trasformò la sanzione capitale in altre sanzioni amministrative molto
pesanti (morte del figlio, spada in famiglia e nella nazione, ecc.).
Quindi, come abbiamo convenuto: niente alibi dinanzi a un Dio giusto e
santo. La nostra bella pratica devozionale non potrà mai colmare la
nostra eventuale ingiustizia morale dinanzi all’Onnipotente. L’Eterno non
ama chi predica (prega, ecc.) bene e razzola male. Egli ci sia clemente
nell’aprirci gli occhi e nel darci vigore e zelo, perché pratichiamo la
sua giustizia e proseguiamo nel cammino della santificazione.
▬
Osservazioni
(Massimo Calise): Giustissimo Nicola, Dio ti benedica per l’intelligenza, che tu
utilizzi per la sua gloria.
L’intelligenza, che tu dimostri di avere, è per grazia di Dio che c’è l’hai, tu
lo sai molto bene. Ci sono alcuni, che hanno delle straordinarie abilità, ma non
le sfruttano per la gloria di Dio e quindi non vengono da Dio. Anche il diavolo
è capace di dare dei doni di abilità. E io so che tutto ciò, che è
straordinario, ma non glorifica Dio, non può venire da Dio. Il diavolo e i
demoni sono capaci di dare dei doni straordinari. Dunque è meglio avere doni da
Dio, per sfruttarli per la sua gloria, per il suo onore. {07-12-2011}
7.
{}
▲
8. {}
▲
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {}
▲
12. {}
▲
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Perdono_sanzione_Lv.htm
08-12-2011; Aggiornamento: 09-12-2011 |