1. {Mario Pinto}
▲
■ Contributo:
Gesù può cancellare il nostro nome dal libro della vita, come è scritto in
Apocalisse 3,5. La salvezza si può perdere. {19-03-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Mario Pinto,
come hai fatto a leggere così in fretta l’articolo, per sentenziare così in
fretta su Facebook, come tu fossi Spidy Gonzales, solo dopo pochissimi minuti
che ho messo l’articolo in rete? La saggezza impone di leggere prima l’intero
articolo, per poi di rispondere nel merito e con sano discernimento! Inoltre in
Apocalisse 3,5
Gesù non afferma che cancellerà i nomi di alcuni, ma assicura proprio il
contrario!
▬
Replica 1 (Mario Pinto): L’ho letto
attentamente e ribadisco ciò che dico, e cioè che un cristiano può rinnegare
Cristo e perdere la salvezza. Vedi anche in 2 Timoteo 2,13. {19-03-2011}
▬
Osservazioni (Girolamo Puccio): Romani
8,30: «E quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha
chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure
glorificati».
{19-03-2011}
▬
Replica 2 (Mario Pinto): L’uomo può
diventare figlio di Dio e poi rinnegare Dio. Ovviamente Dio sa già i nomi di
coloro i quali non faranno questo errore. {19-03-2011}
▬
Osservazioni (Salvatore Paone): Romani
8,16s: «Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi
siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi
di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati».
{19-03-2011}
▬ Osservazioni
(Nicola Martella): Attenzione! Qui il tema non è la perdita della salvezza, ma
solo se è esplicitamente scritto nella Bibbia che Dio abbia mai cancellato il
nome di qualcuno dal «libro della vita». Per la «Perdita
della salvezza» rimando a vari altri articoli nella stessa sezione. Per
favore atteniamoci al tema!
2. {Gaetano
Santagata}
▲
■
Contributo: Secondo il mio modesto parere,
in virtù della infinita misericordia, che Dio ha e della sua espressa speranza
di vederci tutti salvi, egli ci ha tutti iscritti nel libro della vita
(eterna); e solo noi, in assenza di fede, determiniamo la cancellazione.
Di conseguenza nel giorno del giudizio chi non sarà trovato iscritto nel libro,
sarà gettato nello stagno di fuoco. {19-03-2011}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): Avere delle
opinioni è legittimo, ma per un cristiano bisogna dimostrarle biblicamente.
Non è mai detto espressamente che Dio abbia iscritto tutti nel suo «libro
della vita» né che abbia mai cancellato qualcuno da esso. Ciò che valgono
sono le chiare prove esegetiche del testo nel contesto. Se è scritto
solo degli increduli che i loro «nomi non sono stati scritti nel libro
della vita fin dalla fondazione del mondo», a differenza dei credenti (Ap
13,8; 17,8 ), che necessità c’è ancora di cancellarli? Ciò significherebbe
essere convinti che il Dio onnisciente si è sbagliato con le sue
previsioni o decisioni! Per me è consolante sapere che, in mezzo alle alterne
vicende della vita, Gesù Cristo mi ha dato la sua parola d’onore: «...io
non cancellerò il suo nome dal libro della vita, e confesserò il suo nome nel
cospetto del Padre mio e nel cospetto dei suoi angeli» (Ap 3,5). Questa è
una buona notizia, che m’incoraggia a continuare con zelo il cammino!
▬
Replica 1 (Gaetano Santagata): «Colui
che ha peccato contro di me, quello cancellerò dal mio libro!» (Es 32,32s).
«Chi vince sarà così vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo
nome dal libro della vita, e confesserò il suo nome nel cospetto del Padre mio e
nel cospetto dei suoi angeli» (Ap 3,5). Il fatto che prima non l’abbia
citati, non esclude che la mia opinione è nata in base a passi biblici; credo,
infatti, che quello, che ho affermato, sia in sintonia con la
parola.{19-03-2011}
▬
Risposta 2
(Nicola Martella): Se hai letto l’intero articolo, avrai visto che esistono
differenti libri. In Esodo 32,32s si trattava del libro dei viventi in
terra, da cui Mosè intendeva essere cancellato con la morte fisica, se Dio
avesse rigettato Israele. Meglio non confondere i libri. {19-03-2011}
▬
Replica 2
(Gaetano Santagata): Scusami, hai ragione Nicola, sono due libri diversi. Ma nel
passo dell’Apocalisse chi vince rappresenta chi ha creduto? {19-03-2011}
▬
Risposta 3
(Nicola Martella): «Chi vince...» è un’espressione stereotipica
nell’Apocalisse (2,7.11.17.26; 3,5.12.21; 21,7). L’apostolo Giovanni stesso
risponde alla tua domanda: «Tutto quello, che è nato da Dio, vince il
mondo; e questa è la vittoria, che ha vinto il mondo: la nostra fede. Chi è
colui che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di
Dio?» (1 Gv 5,4s). Mi sembra chiaro, no?
▬
Replica 2
(Gaetano Santagata): Anche a me era ed è chiaro, ma il senso della domanda era
un altro. Anche partendo solo da questo passo, è deducibile che il libro della
vita è quello della vita eterna e che contiene tutti i nomi degli uomini
(perché come affermavo sopra in varie parti della Bibbia è stato palesato che
Dio ci vuole tutti salvi!) e chi avrà creduto, non vedrà il suo nome cancellato,
chi no viceversa... è lineare e biblico. {19-03-2011}
▬
Risposta 4 (Nicola Martella): Ti ho già
risposto sopra. Il «libro della vita (dell’Agnello)» non contiene i nomi di
tutti gli uomini, ma solo quello dei redenti, e cioè fin dalla fondazione
del mondo (Ap 13,8; 17,8). Atteniamoci a ciò che è espressamente scritto. Non
tutto ciò che è «lineare» (per la nostra mente) è altresì «biblico»
(= conforme a una chiara esegesi contestuale). {19-03-2011}
3. {Mario Pinto}
▲
■
Contributo: 2 Timoteo 2,13 è così chiaro.
Chi rinnega Cristo sarà rinnegato dal Signore, e solo i figli di Dio possono
fare questo errore. {19-03-2011}
▬
Osservazioni 1 (Salvatore Paone): Il punto
sai qual è, Mario Pinto? Chi rinnega Cristo in realtà non è stato mai rigenerato
da Cristo! {19-03-2011}
▬
Replica 1 (Mario Pinto): Ti sbagli. Essere
rigenerato non significa essere salvato. Altrimenti Dio non chiederebbe la
santificazione e la perseveranza fino alla fine a ogni discepolo. {19-03-2011}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): Mario Pinto,
vai sempre fuori tema; è proprio un vizio connaturale! A 2 Timoteo 2,13
ho già risposto nell’introduzione a questo tema di discussione. Non si può
costruire un’intera dottrina su un mozzicone di versetto; al riguardo ci
vogliono prove ben più solide.
Tutti i
rigenerati sono salvati? Paolo afferma di sì: «Egli ci ha salvati
non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia,
mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito
Santo, che Egli ha copiosamente sparso su noi per mezzo di Gesù Cristo, nostro
Salvatore, affinché, giustificati per la sua grazia, noi fossimo fatti
eredi secondo la speranza della vita eterna» (Tt 3,5ss). Tutti i
rigenerati sono stati «suggellati per il giorno della
redenzione» mediante lo Spirito Santo di Dio (Ef 4,30; cfr. 1,13). Egli è
capace di conservare i figli di Dio nella fede e nella santificazione. In ogni
modo, lo dico per l’ennesima volta, il tema è un altro rispetto alla
perdita della salvezza, ossia solo: «Nomi cancellati dal libro della vita?».
Bisogna attenersi a esso.
▬
Replica 2 (Mario Pinto): Nicola Martella tu
sostieni eresie, è proprio un vizio connaturale. Per te c’è solo da
pregare visto che sei fermo nella tua ribellione verso il Signore.
{19-03-2011}
▬
Risposta 2 (Nicola Martella): Mario Pinto,
visto che non hai nuovamente ritegno a dire tali cose sulla bacheca di Facebook,
che ti ospita, sono costretto a toglierti nuovamente l’amicizia. Non ho problemi
a sopportare le opinioni differenti, se espresse con rispetto e buona
creanza, e ad esse do normalmente spazio per la discussione, ma tale
atteggiamento è inqualificabile per uno, che si ritiene cristiano. Non dico
che tu debba darmi «doppio onore», lavorando io nell’opera del Signore (1
Tm 5,17), ma almeno dovresti seguire l’ingiunzione apostolica: «Non fate
nulla per interesse proprio o per vanagloria, ma ognuno, con umiltà, stimi
l’altro più di se stesso» (Fil 2,3). Le cose brutte che dici, ogni
qualvolta che compari sulla mia strada, mostrano purtroppo lo stato del tuo
cuore. Ad-Dio per l’ennesima volta...
▬
Osservazioni 2 (Salvatore Paone):
Giusto, Nicola. Quando si siedono per fare da maestri succede che si esce fuori
dal seminato, in tutti i sensi. {19-03-2011}
4. {Eleonora
Parisi}
▲
■ Contributo:
Caro Nicola, io non capisco una cosa: un credente che viene redento,
viene scritto nel libro della vita; ma se quel tale credente si svia, non
vuole più saperne di Dio e, quindi, perde la salvezza, rimarrà scritto lo
stesso nel libro della vita. È vero che la Bibbia non parla di cancellare i
nomi, però io mi chiedo come si possono conciliare le due cose? {19-03-2011}
▬
Risposta (Nicola
Martella): I nomi di tutti i redenti sono scritti nel libro della vita
fin dalla creazione (Ap 13,8; 17,8). Quindi, non c’è nulla da aggiungere
all’opera di Dio. Egli è onnisciente e vi ha scritto solo i nomi dei credenti
rigenerati, che sono stati suggellati mediante lo Spirito Santo per il
giorno della redenzione (Ef 4,30), quindi tutti coloro che, essendo in Cristo,
arriveranno alla risurrezione a salvezza. Dobbiamo pensare con la logica
divina (la «mente di Cristo»), fidandoci delle sue asserzioni e promesse,
non con la sola logica umana, che si basa sulle poche evidenze razionali,
che riesce a capire. {19-03-2011}
▬
Replica (Eleonora
Parisi): Sono d’accordo, il tuo discorso è
convincente; hai ragione al 100%, quando dici che bisogna pensare con la
mente di Cristo, però questo avviene anche a poco a poco. Infatti, la Bibbia
parla della trasformazione della mente. Comunque, è giusto per i credenti porsi
domande; chi non se ne pone, dovrebbe riflettere. Mi è dispiaciuto che Mario
Pinto ti abbia risposto in quel modo. Hai fatto bene a toglierlo dai
contatti; non ha nemmeno il senso civile di stare qui, per non dire quello
cristiano, che dovrebbe superare di gran lunga il civile. Comunque ha avuto
problemi pure con altri; e pure io lo tolto; la mia è stata una questione di
sentire diciamo «a pelle». Pace a tutti. {20-03-2011}
5. {Pietro
Calenzo}
▲
Carissimo Nicola,
ti ringraziamo per la tua solita precisa esegesi della Parola di Dio, su un tema
scritturale non sempre compreso (a loro svantaggio) da tutto il mondo
evangelico. Personalmente ritengo che il tema proposto sia strettamente
correlato al proposito eterno di Dio, ancora prima della fondazione del
mondo (Efesini 1,4). E a me sembra, altresì, che l’impossibilità di essere
cancellati dal libro della vita non possa scindere dalla parallela e
implicita complementarietà della continuità della eterna salvezza, che ci
è stata donata in Cristo. Trovo scritturalmente meravigliosa la tua esegesi e la
differenzazione biblica, da te espressa, tra libro dell’Eterno, libro dei
viventi e libro della vita.
Dio continui a benedire il tuo servizio ai santi, poiché, come sottolineavo
all’inizio di questo mio piccolo intervento, ci sono tanti credenti
evangelici che non godono della piena gioia delle redenzione perfetta ed
eterna del Signore, a causa di insegnamenti non precisamente scritturali,
che sono stati loro impartiti. Benedizioni nel santo nome di Gesù.{20-03-2011}
6. {Josefina
Rafaschieri}
▲
■ Contributo:
Ciao, fratello Nicola, voglio rispondere con questi due versi biblici. «Il
vincitore sarà dunque vestito di bianche vesti, non cancellerò il suo
nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai
suoi angeli» (Ap 3,5). Il nome dei cristiani, che non rientrano a causa
della loro fede nel Signore, verrà cancellato dal libro della vita.
«...E chi toglierà qualche parola da questo libro profetico, Dio lo
priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo
libro» (Ap 22,19).
In spagnolo dice: «Y si alguno quitare de las palabras del
libro de esta profecìa, Dios quitará su parte del libro de la vida, y de
la santa ciudad y de las cosas que están escritas en este libro».
Dice che Dio gli toglierà la sua parte del libro della vita, non dice
«albero della vita», dice «libro della vita».
In base di questi due versi, credo che il cristiano, che non può vincere e
continuare con la loro fede in Cristo, il suo nome può essere cancellato
dal libro della vita. Dio vi benedica, un abbraccio da Venezuela. {20-03-2011}
▬
Osservazioni (Pietro
Calenzo): L’apostolo Giovanni afferma
chiaramente: «Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri,
perché se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi, ma ciò è accaduto
perché fosse palesato a tutti che non tutti sono dei nostri» (1 Gv
2,19). Sono i falsi credenti, che non sono mai stati rigenerati o che non
sono stati mai scritti nel libro della vita, che abbandonano la chiesa di Gesù.
In nessun passo della Bibbia è mai scritto che Gesù cancelli un solo nome
di cristiani autentici o nati di nuovo dal libro della vita. Benedizioni.
{20-03-2011}
▬
Risposta (Nicola
Martella): Josefina Rafaschieri, non importa ciò che c’è scritto in
spagnolo, ma solo ciò che leggiamo in greco, la lingua originale del NT! In
Apocalisse 22,19 leggiamo tò méros autoũ apò toũ zýlou tẽs zōẽs,
ossia «[Dio toglierà] la sua parte dall’albero della vita».
In
Apocalisse 3,5 Gesù attestò l’espressa volontà di non voler cancellare i
nomi dei vincitori, proprio per rassicurarli dinanzi alle perdite dei diritti
sulla terra a causa della fede; non affermò che esiste tale possibilità.
I nomi degli infedeli non si trovano scritti, fin dalla creazione, nel libro
della vita dell’Agnello (Ap 13,8; 17,8); quindi non c’è possibilità né necessità
di cancellare i non-iscritti. Ciò si accorda con Giovanni 3,36: «Chi crede
nel Figlio ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figlio, non vedrà la
vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui»; qui l’azione positiva viene
fatta verso i credenti, mentre gli altri rimangono nello stato, in cui si
trovano.
Nelle chiese si trovano persone di tutti i colori: ci sono «credenti non
rigenerati» (quindi aggregati) e «credenti rigenerati»; i primi credono di
essere salvati, ma il loro cammino mostra di che pasta sono fatti (cfr. la
parabola del seminatore e i diversi terreni). Solo i «credenti rigenerati»
sono immersi nel corpo di Cristo e suggellati dallo Spirito Santo per il giorno
della redenzione. Il NT parla anche di «falsi fratelli» (2 Cor 11,26; Gal
2,4), di «falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono
da apostoli di Cristo» (2 Cor 11,13), eccetera. Paolo non parlò solo dei «lupi
rapaci, i quali non risparmieranno il gregge», ma anche di «uomini, che
insegneranno cose perverse per trarre i discepoli dietro a sé», i
quali sarebbero sorti in mezzo alle chiese. Tali persone sono degli
intrusi, che non sono mai stati rigenerati e non sono mai appartenuti al corpo
di Cristo (1 Gv 2,19). Di tali persone non esiste un nome nel libro della vita.
7. {Antonio
Capasso}
▲
■ Contributo:
Credo che Dio non cancelli nessuno dei nomi, che sono stati scritti nel
libro della vita, perché essi sono stati scritti fin dalla creazione del mondo
(Ap.13,8). Ma questi nomi scritti in questo libro di chi sono? Di tutti
coloro che hanno realizzato la salvezza? O di tutti coloro che, avendo
realizzato la salvezza, hanno perseverato in questa salvezza? {21-03-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Coloro che
hanno realizzato la salvezza, essendo stati rigenerati, immersi nel corpo di
Cristo e suggellati con lo Spirito Santo per il giorno della redenzione, sono
anche coloro che perseverano nella salvezza e sono preservati da Dio fino alla
fine. I loro nomi sono iscritti nel libro della vita fin dalla creazione del
mondo. Il resto, costituito da credenti nominali, la cui fede non ha mai
prodotto la rigenerazione, dai seguaci di un evangelo umanista a poco prezzo, da
religiosi cristianizzati, da aggregati e da increduli, non hanno mai trovato
posto né menzione nel libro dell’Agnello.
8. {Gaetano
Santagata}
▲
■
Contributo: «“Nondimeno, perdona ora il
loro peccato! Se no, deh, cancellami dal tuo libro, che hai scritto!”. E
l’Eterno rispose a Mosè: “Colui che ha peccato contro di me, quello cancellerò
dal mio libro!”» (Es 32,32s). Se come dici tu Mosè chiedeva
di morire, vuol dire che il peccato
causa la morte corporale, e qui avrei i miei dubbi, perché credo che voleva dire
che chi pecca muore la seconda volta e non ha diritto a vita eterna. «Chi
vince sarà così vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal
libro della vita, e confesserò il suo nome nel cospetto del Padre mio e nel
cospetto dei suoi angeli». Chi crede in Dio non sarà cancellato, quindi
deduco convintamente che siamo tutti iscritti. Quello che tu affermi non
è pertinente. «L’Eterno cancellerà il nome di lui di sotto al cielo» (Dt
29,20) significa che non lascerà di lui nessun ricordo? Che significa? Che Dio
interverrà sulle memorie di conosceva costui? A me sembra un po’ troppo forzata
come interpretazione, ma forse il perché l’ho capito e attiene la tua tesi
sulla predestinazione. {22-03-2011}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): Sarei curioso
di sapere quale sia la mia «tesi sulla predestinazione»! Faccio notare
che non sono né calvinista né arminiano.
L’argomentazione è un po’ confusa e poco lineare e non se ne capisce interamente
il nesso e le evidenze, che si intendono accentuare. Ciò è tipico del falso
sillogismo. Oltre a quanto ho già risposto sopra, si tenga anche presente
quanto segue.
Nella Bibbia sono menzionati vari libri; confonderli rende confusi. A
quel tempo Dio faceva scrivere a Mosè un libro delle cronache di quei giorni,
libro che non c’è stato tramandato. Ad esempio è scritto: «E l’Eterno disse a
Mosè: “Scrivi
questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo, e fa’ sapere a
Giosuè che io cancellerò interamente di sotto al cielo la memoria di Amalek”»
(Es 17,14). È probabile che esso corrispondesse al «Libro delle guerre
dell’Eterno», che fu poi chiamato per nome (Nu 21,14). Da tale cronaca
completa Mosè attinse le genealogie d’Israele e vari episodi, che scrisse nei
suoi libri (Es-Dt). I censimenti stabilivano i nati, i viventi e i morti
(Nu 1s; 3,15-43; 3,23-49; 14,29; 26,4-64), che venivano protocollati nei
registri delle tribù e in quelli ufficiali contenuti nelle cronache ufficiali.
Quando l’ira dell’Eterno scoppiava nell’accampamento, erano molti a morire (Nu
8,19; 16,46; 31,16).
Quando Israele peccò pesantemente contro Dio, Mosè chiamò i leviti a uccidere
molti dei trasgressori (Es 32,27ss: 3.000 uccisi) col fine di frenare l’ira di
Dio; poi volle intercedere per esso (v. 30) ed era così prostrato, che chiese a
Dio di perdonare il gran peccato del popolo, aggiungendo: «Se no, deh,
cancellami dal tuo libro, che hai scritto!» (v. 32). Su tale libro non
bisogna proiettare le proprie fantasie, non si trattava di un presunto libro
celeste, ma di un libro storico, come abbiamo visto menzionato sia in Esodo, sia
in Numeri. Per comprendere la verità, bisogna rimanere nella storia così com’era
e non retroproiettare il NT e le sue questioni sull’AT, poiché la rivelazione è
progressiva.
Per capire l’importanza dei registri genealogici e varie liste per
Israele, si vedano le offerte dei capi d’Israele listate per nome (Nu 7), le
genealogie di 1 Cronache 1-15, quelli dei reduci da Babilonia (Esd 2; Ne 7;
11s), quelli che si misero a lavorare alle mura (Ne 3), quelli che apposero la
firma per il rinnovamento del patto (Ne 10), eccetera.
Un piccolo
excursus: Anche confondere le culture durante la storia (p.es.
Israele e la chiesa) non aiuta la verità. Nell’AT abbiamo a che fare con un
popolo storico, con un orientamento specialmente all’oggi e con una cultura
particolare, in cui il ricordo e la buona fama erano un bene particolare
(fama 28 volte nell’AT: Nu 14,15; Dt 2,15; Gs 6,27; 9,9; 2 Sm 23,18.22; 1 Re
4,31; 10,1.7; 2 Cr 26,8.15; Est 9,4...). Nelle epistole del NT la «fama» ricorre
solo due volte (Fil 4,8; 1 Ts 1,8; 4 volte in Mt, ma Gesù non cercava la fama).
Un Ebreo poteva consigliare: «Una buona reputazione vale meglio
dell’olio odorifero» (Ec 7,1). Nel NT vale questo concetto: «Le cose che
m’erano guadagni, io le ho reputate danno a motivo di Cristo» (Fil 3,7s).
▬
Replica 1 (Gaetano Santagata): «Se no,
deh, cancellami dal tuo libro, che hai scritto!» (Es 32,32); qui è
evidente che chi ha scritto, è Dio. L’Eterno disse a Mosè: «Scrivi questo
fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo, e fa’ sapere a Giosuè
che io cancellerò interamente di sotto al cielo la memoria di Amalek”» (Es
17,14); in quest’ultimo è evidente che chi ha scritto, è Mosè su indicazione di
Dio. Possono essere lo stesso libro? {22-03-2011}
▬
Risposta 2 (Nicola Martella): Vedo che ci
stiamo continuamente muovendo in cerchio; farò un ultimo tentativo. Ho già
parlato del «Libro delle guerre dell’Eterno» (Nu 21,14), che
evidentemente fu scritto da uomini. Isaia parlò del «libro dell’Eterno» (Is
34,16) riferendosi alla Torà, sebbene l’avesse scritta Mosè. Si veda pure il
«libro del patto» (Es 24,7), il libro della legge (Dt 17,19s; 28,58.61;
29,20s.27; 30,10; 31,26; Gs 8,31), il libro scritto da Samuele quale diritto
regale (1 Sm 10,25), il libro menzionato da Malachia (Mal 3,16), eccetera. Si
veda il parallelo fra Es 17,14; 32,32 e Dt 29,20: «tutte le maledizioni
scritte in questo libro si poseranno su lui, e l’Eterno cancellerà il nome
di lui di sotto al cielo».
Si veda come il «libro della legge di Mosè» (Gs 8,31; 2 Re 14,6;
22,8.13.16) o «libro di Mosè» (2 Cr 34,14s.21s; 35,12) fosse chiamato anche «libro
della legge di Dio» (Gs 24,26; 2 Cr 17,9) o «libro della legge dell’Eterno,
del loro Dio» (Ne 9,3), oltre che «libro del patto» (2 Re 23,2s.21.24; 2 Cr
34,30). Esso è chiamato anche «quello ch’è scritto nella legge, nel libro
di Mosè, dove l’Eterno ha dato questo comandamento» (2 Cr 25,4); e gli
Israeliti «non hanno osservata la parola dell’Eterno, e non hanno
messo in pratica tutto quello ch’è scritto in questo libro» (2 Cr
34,21). Si trattata del «libro della legge di Mosè, che l’Eterno aveva data a
Israele» (Ne 8,1).
Data l’intima identificazione della Torà come libro di Dio, non cercherei
un altro libro particolare o celeste al tempo di Mosè, che si potesse
identificare come «tuo libro» (Mosè) o «mio libro» (Es 32,32s); infatti egli non
ne parlò. Infatti l’unico libro scritto da Dio stesso, ossia col suo dito, e
menzionato nella Torà, era costituito dalle sole tavole della legge (Es 31,18;
Dt 9,10).
Da Mosè a Giovanni nell’Apocalisse trascorsero circa 1.500 anni, in cui
Dio si rivelò, diede il nuovo patto e svelò altri contenuti prima nascosti.
Proiettare i contenuti rivelatori del nuovo patto su quello vecchio non è una
buona cosa.
▬
Replica 1 (Gaetano Santagata): Nicola tu
sai quanto ti stimo. Hai fatto una bella carrellata di passi biblici, ma la
risposta non me l’hai data. Voglio sapere se per te, nonostante cambi il
soggetto scrivente, possono essere lo stesso libro. {22-03-2011}
▬
Risposta 3 (Nicola Martella): Sì, come ho
mostrato, il «libro di Mosè» era il «libro dell’Eterno», e viceversa. Mosè non
ci ha rivelato altri libri allora esistenti, ad esempio in cielo. Egli non
parlava di libri celesti, ma terrestri.
Esiste il soggetto del mandante e quello dell’esecutore. Anche dei
re è detto, ad esempio, che costruivano città (1 Re 22,39; 2 Cr 11,5s),
case (1 Cr 15,1), il tempio (1 Re 6,2.5; 6,36; 7,1), una flotta (1 Re 9,26;
22,49), sebbene non facessero i muratori né i carpentieri. Lo stesso accadeva
per i libri e le lettere (2 Cr 32,17; Est 9,20; Dn 6,25), per i quali i
re e principi avevano amanuensi. Si veda la figura del segretario (1 Cr
24,6 il segretario li iscrisse in presenza del re, ecc.; Esd 4,8; Gr
36,4.6.18.27.32; 45,1 Baruk scrisse, a dettatura di Geremia) e dello scriba
(o scrivano; scribi 1 Cr 2,55; Ger 8,8; Esdra Esd 7,6.11s.21; Ne 8,1.4.9; Zadok
Ne 13,13; Gionathan Ger 37,20). Gli esecutori non comparivano come veri autori
di tali opere, ma solo i mandanti. Dire che il re costruì o scrisse
significava
dire che il re fece costruire o scrivere.
Sebbene Mosè avesse scritto praticamente i comandamenti della legge (cfr. Es
24,4; Dt 31,9; Mc 10,5 «egli scrisse per voi»), si legge: «Abbiate
cura di metter sempre in pratica i precetti, le regole, la legge e i
comandamenti, che egli scrisse per voi» (2 Re 17,37); qui il pronome
«egli» è riferito a Dio
(nel contesto Mosè non viene menzionato).
Penso che possiamo concludere qui questa discussione, perché è un
continuo muoversi in cerchio, oltre a richiedere un dispendio enorme di energie
per un dettaglio (Es 32,32s), che anacronisticamente si vuole a tutti i costi
intrecciare con Apocalisse 3,5.
9. {Alberto
Nuzzolo}
▲
■
Contributo: Ciao, carissimo Nicola, tempo
fa ho predicato proprio sul «libro della vita», con l’intento di dimostrare che
su quel libro ci sono solo i nomi dei credenti di tutti i tempi e per
rassicurare che nessun credente verrà mai cancellato da esso, e mi
rallegro nel vedere che sono arrivato alle tue stesse conclusioni.
Se crediamo che Dio sia onnisciente, non facciamo fatica a credere che
Lui abbia saputo fin dalla fondazione del mondo (Apocalisse 13,8 e 17,8) chi
avrebbe accettato la sua salvezza e chi l’avrebbe rifiutata, chi sarebbe stato
dalla sua parte e chi avrebbe scelto la via della ribellione.
È vero, alcuni prendono il versetto di Apocalisse 3,5 e lo ribaltano,
travisandone il significato. A mio parere, un altro problema è dato dal fatto
che ci sono altri versetti che sembrano appoggiare la teoria della
cancellazione. Credo anch’io che Mosè (Esodo 32,31-33), dicendo «Se
no, ti prego, cancellami dal tuo libro che hai scritto!», non volesse essere
cancellato dal libro della vita, ma solo dal libro dell’anagrafe (Numeri
capp. 1-4, Neemia 7,5). Avrebbe forse rinunciato alla sua eternità con Dio per
trascorrerla con gli impenitenti? Voleva semplicemente separarsi dal peccato del
popolo.
Anche in Deuteronomio 29,19, anche l’espressione «il Signore cancellerà il
suo nome sotto il cielo»
intende la cancellazione del libro del censimento, poiché «sotto il cielo»
fa pensare alla vita terrena, mentre «nei cieli» fa pensare alla vita eterna.
Per finire, in
Salmo 69,28 Davide dice: «Siano cancellati dal libro della vita e non
siano iscritti fra i giusti». Davide, che visse per lungo tempo in pericolo
di vita, ha usato spesso espressioni forti verso i suoi nemici: «Siano
gettati nel fuoco, in fosse profonde, da cui non possano risorgere». Oppure:
«Distruggili nel tuo furore, distruggili e non siano più». E ancora: «Siano
come lumaca che si scioglie strisciando; come aborto di donna, non vedano il
sole». E possiamo immaginare che la sua preghiera a Dio si riferisse alla
liberazione terrena dai suoi nemici, quindi semplicemente alla richiesta
della loro morte, come infatti hai già scritto tu (cancellare = far morire).
Anche perché, poi, non troviamo scritto che Dio cancellò il loro nome dal libro
della vita.
Per quanto riguarda invece i versetti di Salmo 56,8 e Salmo 139,16,
trattando di ciò che abbiamo fatto nella vita (giorni, passi, lacrime…), penso
che possano riferirsi alle opere registrate nei libri di Apocalisse 20,12, che
per chi non è scritto nel libro della vita restano la prova della giusta
condanna.
Tempo fa ho letto un commentario su Apocalisse dove al versetto 3,5 si affermava
la realtà della cancellazione dal libro della vita, ma andando agli
inconfutabili versetti 13,8 e 17,8, ho riscontrato che l’argomento era
totalmente omesso; questa è la maniera migliore per costruire teorie sbagliate e
condividerle con altri.
Non c’è dubbio,
alla luce degli elementi che abbiamo a disposizione i versetti evidenti fanno
chiarezza anche su quelli presunti dubbi o contrari. Grazie ancora per il tuo
contributo sull’argomento e per il tuo costante impegno. Dio ti benedica
grandemente in ogni cosa. Maranatha! {24-03-2011}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Apprezzo il contributo e mi limito a qualche
osservazione. Nel Salmo 56,8 — «Tu conti i passi della mia vita
errante; raccogli le mie lacrime negli otri tuoi; non sono esse nel tuo
registro?» — Davide espresse in modo poetico il fatto che Dio sa ogni cosa
delle sofferenze e delle angherie patite dai suoi devoti. Qui non bisogna cavare
sangue dalle rape. Come immaginarci un Dio che è un «conta-passi», che
immagazzina lacrime e che le annoti in un registro?! Davide esprimeva
semplicemente il fatto che l’Eterno conosceva intimamente e personalmente le
vicissitudini di un uomo perseguitato. Altrove espresse le stesse cose così: «Tu
conosci il mio vituperio, la mia onta e la mia ignominia; i miei nemici son
tutti davanti a te» (Sal 69,19; cfr. 142,3; 139,1ss).
Nel Salmo 139,16 Davide espresse il miracolo della gestazione e
nient’altro. Tale verso dev’essere tradotto correttamente così: «I tuoi occhi
videro la [massa] informe; e nel tuo libro erano tutti iscritti i giorni, che
furono formati, quando nessuno d’essi era sorto ancora». Per «[massa]
informe»
intendeva l’embrione. L’espressione «e nel tuo libro erano tutti iscritti i
giorni, che furono formati» intendeva: «e tu hai stabilito a priori i giorni
destinati alla formazione dell’embrione».
10. {Nunzio
Nicastro}
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Ho letto i vari commenti favorevoli e sfavorevoli riguardante i nomi cancellati
dal libro della vita. La cosa ovvia è certa che i veri figli di Dio non
verranno cancellati, ma resteranno scritti nel libro della vita. «E se
qualcuno non fu trovato scritto nel libro della
vita, fu gettato nello stagno di fuoco»
(Ap 20,15). I falsi «figli di Dio»
non verranno trovati scritti nel libro della vita. Qualcuno faceva notare che è
scritto: «Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti,
ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20).
Resta la domanda, che
è stata posta, riguardo a Giuda Iscariota: Era scritto nel libro dei
cieli si o no? È stato scritto e poi cancellato? Giuda era nella missione dei
settanta? Possiamo porre diverse domande, ma la cosa ovvia è che Giuda Iscariota
viene chiamato ladro, traditore, diavolo. ecc.; era un falso credente,
considerato come è scritto in Mt 7,22-23. Ovviamente Giuda Iscariota non sarà
trovato scritto nel libro della vita.
{05-04-2011}