Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Questa opera contiene senz’altro alcune novità. Leggendo i brani escatologici della Bibbia sorgono vari interrogativi, ad esempio i seguenti:
■ I credenti, quando muoiono, vanno in cielo o in paradiso?
■ I morti nell’aldilà sono solo inattivi o anche incoscienti?
■ I bimbi morti dove vanno?
■ Se nessuno sa il giorno e l’ora dell’avvento del Messia, perché diversi cristiani hanno fatto predizioni circostanziate per il loro futuro imminente?
■ Qual è la differenza fra escatologia e utopia?
■ In che cosa si differenzia la speranza biblica dalla speranza secolarizzata di alcuni marxisti?
■ Il «rapimento» precederà o seguirà la tribolazione finale?
■ Quando risusciteranno i credenti dell’AT?
■ Il regno millenario è concreto o solo spirituale?
■ Durante il suo regno futuro col Messia regnerà sono Israele o anche la chiesa?
■ Nella nuova creazione i credenti abiteranno in cielo o sulla nuova terra?
■ Lo stagno di fuoco esisterà per sempre?
■ I morti si riconoscono nell’aldilà?
■ Non sarà noioso vivere nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il tempo nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il matrimonio nel nuovo mondo?
■ Eccetera...

 

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Escatologia 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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NOMI CANCELLATI DAL LIBRO DELLA VITA?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Mario Pinto

2. Gaetano Santagata

3. Mario Pinto

4. Eleonora Parisi

5. Pietro Calenzo

6. Josefina Rafaschieri

7. Antonio Capasso

8. Gaetano Santagata

9. Alberto Nuzzolo

10. Nunzio Nicastro

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

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Qui di seguito discutiamo l’articolo «Nomi cancellati dal libro della vita?». Tutto nasce da varie domande poste da una lettrice. Anche successivamente mi ha scritto, illustrando la tesi di coloro, che affermano che Dio cancelli i nomi dal suo libro della vita.

 

Le tesi sulla sedicente cancellazione

     «Caro Nicola, […] mi è stato spiegato questo: nel libro della vita sono stati scritti i nomi di tutti gli abitanti della terra, credenti e non, da Adamo e Eva fino ad anche dopo la tribolazione, eccetto i nomi di coloro che si faranno marchiare e, quindi, seguiranno la bestia (Ap 13,8; 17,8); e di conseguenza in Apocalisse 3,5 Gesù afferma che cancella i nomi di chi lo ha rinnegato. Tutto questo ragionamento si rifà al verso, dove Paolo dice che l’imperatore e le donne sono scritti nel libro della vita. Grazie; sperando di non darti troppo fastidio su questo argomento, aspetto una risposta. Dio ti benedica». {Mariana Ruino; 14-03-2011}

 

Le osservazioni e obiezioni

     Sebbene discuteremo tali cose qui di seguito, faccio subito presente che da nessuna parte è scritto che nel «libro della vita dell’Agnello» vi siano scritti tutti i viventi. Proprio in Apocalisse 13,8; 17,8 viene escluso che gli infedeli siano mai stati iscritti, fin dalla creazione del mondo, in tale specifico libro. In Apocalisse 3,5 Gesù non affermò che i nomi possano essere cancellati dal suo libro, ma che, sebbene i credenti perdessero tutti i diritti sulla terra a causa della fede, Egli mai cancellerà i loro nomi dall’«anagrafe» celeste, che permette loro la speciale cittadinanza (cfr. At 22,28 cittadinanza romana; Ef 2,12 cittadinanza d’Israele; Fil 3,20 cittadinanza nei cieli). È singolare come una promessa incoraggiante (aspetto positivo) venga trasformata da alcuni nel contrario, ossia in una minaccia deprimente (aspetto negativo).

     Che «l’imperatore e le donne siano scritti nel libro della vita», come scrive la lettrice, riferendo le parole altrui, è una novità alquanto singolare e sarei curioso di sapere in quale Bibbia l’hanno mai letto!? Gli unici menzionati esplicitamente da Paolo sono al riguardo «Clemente e gli altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita» (Fil 4,3); egli non parlò qui dell’eventualità di una loro cancellazione.

     Si tratta della «assemblea dei primogeniti, che sono scritti nei cieli» (Eb 12,23), i quali sono venuti «alla città del Dio vivente, che è la Gerusalemme celeste» (v. 22). A loro solo vale l’esortazione di Gesù: «Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20). Gli unici che devono temere sono i credenti all’acqua di rose, che hanno abbracciato un evangelo a poco prezzo, senza mai aver vissuto una vera rigenerazione e il suggellamento mediante lo Spirito Santo in vista del giorno della redenzione (Ef 1,13; 4,30). Se loro non si convertono veramente, i loro nomi sono incancellabili dal libro della vita, poiché non vi sono mai stati iscritti. Sebbene il seme è caduto nel terreno del loro cuore e sia germinato, esso non è mai arrivato a maturazione (Mt 13,4-7.18-22). Poiché essi non sono mai nati a vita eterna, ma sono una specie di aborti spirituali, il loro nome non è mai comparso nell’anagrafe celeste. Essi sono degli aggregati nelle chiese, che hanno solo le forme della devozione, ma non le opere della fede (Gd 1,12s; 1 Tm 5,8; 2 Tm 3,5; Tt 1,16; cfr. già Nu 11,4). Sono costoro che, infine, rinnegheranno il Signore e verranno rinnegati da Lui (2 Tm 2,11ss; 2 Pt 2,1).

     Anche i nomi dei cristiani veramente rigenerati sono incancellabili dal libro dell’Agnello, poiché sono diventati una stessa cosa con Cristo (1 Cor 6,17) e per loro garantisce il Signore stesso, il quale è capace di portare i «cittadini del cielo» fino a destinazione. Essi non rinnegheranno mai la fede né il nome di Cristo (cfr. Ap 2,13; 3,8).

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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1. {Mario Pinto}

 

Contributo: Gesù può cancellare il nostro nome dal libro della vita, come è scritto in Apocalisse 3,5. La salvezza si può perdere. {19-03-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Mario Pinto, come hai fatto a leggere così in fretta l’articolo, per sentenziare così in fretta su Facebook, come tu fossi Spidy Gonzales, solo dopo pochissimi minuti che ho messo l’articolo in rete? La saggezza impone di leggere prima l’intero articolo, per poi di rispondere nel merito e con sano discernimento! Inoltre in Apocalisse 3,5 Gesù non afferma che cancellerà i nomi di alcuni, ma assicura proprio il contrario!

 

Replica 1 (Mario Pinto): L’ho letto attentamente e ribadisco ciò che dico, e cioè che un cristiano può rinnegare Cristo e perdere la salvezza. Vedi anche in 2 Timoteo 2,13. {19-03-2011}

 

Osservazioni (Girolamo Puccio): Romani 8,30: «E quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati». {19-03-2011}

 

Replica 2 (Mario Pinto): L’uomo può diventare figlio di Dio e poi rinnegare Dio. Ovviamente Dio sa già i nomi di coloro i quali non faranno questo errore. {19-03-2011}

 

Osservazioni (Salvatore Paone): Romani 8,16s: «Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati». {19-03-2011}

 

Osservazioni (Nicola Martella): Attenzione! Qui il tema non è la perdita della salvezza, ma solo se è esplicitamente scritto nella Bibbia che Dio abbia mai cancellato il nome di qualcuno dal «libro della vita». Per la «Perdita della salvezza» rimando a vari altri articoli nella stessa sezione. Per favore atteniamoci al tema!

 

 

2. {Gaetano Santagata}

 

Contributo: Secondo il mio modesto parere, in virtù della infinita misericordia, che Dio ha e della sua espressa speranza di vederci tutti salvi, egli ci ha tutti iscritti nel libro della vita (eterna); e solo noi, in assenza di fede, determiniamo la cancellazione. Di conseguenza nel giorno del giudizio chi non sarà trovato iscritto nel libro, sarà gettato nello stagno di fuoco. {19-03-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Avere delle opinioni è legittimo, ma per un cristiano bisogna dimostrarle biblicamente. Non è mai detto espressamente che Dio abbia iscritto tutti nel suo «libro della vita» né che abbia mai cancellato qualcuno da esso. Ciò che valgono sono le chiare prove esegetiche del testo nel contesto. Se è scritto solo degli increduli che i loro «nomi non sono stati scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo», a differenza dei credenti (Ap 13,8; 17,8 ), che necessità c’è ancora di cancellarli? Ciò significherebbe essere convinti che il Dio onnisciente si è sbagliato con le sue previsioni o decisioni! Per me è consolante sapere che, in mezzo alle alterne vicende della vita, Gesù Cristo mi ha dato la sua parola d’onore: «...io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, e confesserò il suo nome nel cospetto del Padre mio e nel cospetto dei suoi angeli» (Ap 3,5). Questa è una buona notizia, che m’incoraggia a continuare con zelo il cammino!

 

Replica 1 (Gaetano Santagata): «Colui che ha peccato contro di me, quello cancellerò dal mio libro!» (Es 32,32s). «Chi vince sarà così vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, e confesserò il suo nome nel cospetto del Padre mio e nel cospetto dei suoi angeli» (Ap 3,5). Il fatto che prima non l’abbia citati, non esclude che la mia opinione è nata in base a passi biblici; credo, infatti, che quello, che ho affermato, sia in sintonia con la parola.{19-03-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Se hai letto l’intero articolo, avrai visto che esistono differenti libri. In Esodo 32,32s si trattava del libro dei viventi in terra, da cui Mosè intendeva essere cancellato con la morte fisica, se Dio avesse rigettato Israele. Meglio non confondere i libri. {19-03-2011}

 

Replica 2 (Gaetano Santagata): Scusami, hai ragione Nicola, sono due libri diversi. Ma nel passo dell’Apocalisse chi vince rappresenta chi ha creduto? {19-03-2011}

 

Risposta 3 (Nicola Martella): «Chi vince...» è un’espressione stereotipica nell’Apocalisse (2,7.11.17.26; 3,5.12.21; 21,7). L’apostolo Giovanni stesso risponde alla tua domanda: «Tutto quello, che è nato da Dio, vince il mondo; e questa è la vittoria, che ha vinto il mondo: la nostra fede. Chi è colui che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio?» (1 Gv 5,4s). Mi sembra chiaro, no?

 

Replica 2 (Gaetano Santagata): Anche a me era ed è chiaro, ma il senso della domanda era un altro. Anche partendo solo da questo passo, è deducibile che il libro della vita è quello della vita eterna e che contiene tutti i nomi degli uomini (perché come affermavo sopra in varie parti della Bibbia è stato palesato che Dio ci vuole tutti salvi!) e chi avrà creduto, non vedrà il suo nome cancellato, chi no viceversa... è lineare e biblico. {19-03-2011}

 

Risposta 4 (Nicola Martella): Ti ho già risposto sopra. Il «libro della vita (dell’Agnello)» non contiene i nomi di tutti gli uomini, ma solo quello dei redenti, e cioè fin dalla fondazione del mondo (Ap 13,8; 17,8). Atteniamoci a ciò che è espressamente scritto. Non tutto ciò che è «lineare» (per la nostra mente) è altresì «biblico» (= conforme a una chiara esegesi contestuale). {19-03-2011}

 

 

3. {Mario Pinto}

 

Contributo: 2 Timoteo 2,13 è così chiaro. Chi rinnega Cristo sarà rinnegato dal Signore, e solo i figli di Dio possono fare questo errore. {19-03-2011}

 

Osservazioni 1 (Salvatore Paone): Il punto sai qual è, Mario Pinto? Chi rinnega Cristo in realtà non è stato mai rigenerato da Cristo! {19-03-2011}

 

Replica 1 (Mario Pinto): Ti sbagli. Essere rigenerato non significa essere salvato. Altrimenti Dio non chiederebbe la santificazione e la perseveranza fino alla fine a ogni discepolo. {19-03-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Mario Pinto, vai sempre fuori tema; è proprio un vizio connaturale! A 2 Timoteo 2,13 ho già risposto nell’introduzione a questo tema di discussione. Non si può costruire un’intera dottrina su un mozzicone di versetto; al riguardo ci vogliono prove ben più solide.

     Tutti i rigenerati sono salvati? Paolo afferma di sì: «Egli ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo, che Egli ha copiosamente sparso su noi per mezzo di Gesù Cristo, nostro Salvatore, affinché, giustificati per la sua grazia, noi fossimo fatti eredi secondo la speranza della vita eterna» (Tt 3,5ss). Tutti i rigenerati sono stati «suggellati per il giorno della redenzione» mediante lo Spirito Santo di Dio (Ef 4,30; cfr. 1,13). Egli è capace di conservare i figli di Dio nella fede e nella santificazione. In ogni modo, lo dico per l’ennesima volta, il tema è un altro rispetto alla perdita della salvezza, ossia solo: «Nomi cancellati dal libro della vita?». Bisogna attenersi a esso.

 

Replica 2 (Mario Pinto): Nicola Martella tu sostieni eresie, è proprio un vizio connaturale. Per te c’è solo da pregare visto che sei fermo nella tua ribellione verso il Signore. {19-03-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Mario Pinto, visto che non hai nuovamente ritegno a dire tali cose sulla bacheca di Facebook, che ti ospita, sono costretto a toglierti nuovamente l’amicizia. Non ho problemi a sopportare le opinioni differenti, se espresse con rispetto e buona creanza, e ad esse do normalmente spazio per la discussione, ma tale atteggiamento è inqualificabile per uno, che si ritiene cristiano. Non dico che tu debba darmi «doppio onore», lavorando io nell’opera del Signore (1 Tm 5,17), ma almeno dovresti seguire l’ingiunzione apostolica: «Non fate nulla per interesse proprio o per vanagloria, ma ognuno, con umiltà, stimi l’altro più di se stesso» (Fil 2,3). Le cose brutte che dici, ogni qualvolta che compari sulla mia strada, mostrano purtroppo lo stato del tuo cuore. Ad-Dio per l’ennesima volta...

 

Osservazioni 2 (Salvatore Paone): Giusto, Nicola. Quando si siedono per fare da maestri succede che si esce fuori dal seminato, in tutti i sensi. {19-03-2011}

 

 

4. {Eleonora Parisi}

 

Contributo: Caro Nicola, io non capisco una cosa: un credente che viene redento, viene scritto nel libro della vita; ma se quel tale credente si svia, non vuole più saperne di Dio e, quindi, perde la salvezza, rimarrà scritto lo stesso nel libro della vita. È vero che la Bibbia non parla di cancellare i nomi, però io mi chiedo come si possono conciliare le due cose? {19-03-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): I nomi di tutti i redenti sono scritti nel libro della vita fin dalla creazione (Ap 13,8; 17,8). Quindi, non c’è nulla da aggiungere all’opera di Dio. Egli è onnisciente e vi ha scritto solo i nomi dei credenti rigenerati, che sono stati suggellati mediante lo Spirito Santo per il giorno della redenzione (Ef 4,30), quindi tutti coloro che, essendo in Cristo, arriveranno alla risurrezione a salvezza. Dobbiamo pensare con la logica divina (la «mente di Cristo»), fidandoci delle sue asserzioni e promesse, non con la sola logica umana, che si basa sulle poche evidenze razionali, che riesce a capire. {19-03-2011}

 

Replica (Eleonora Parisi): Sono d’accordo, il tuo discorso è convincente; hai ragione al 100%, quando dici che bisogna pensare con la mente di Cristo, però questo avviene anche a poco a poco. Infatti, la Bibbia parla della trasformazione della mente. Comunque, è giusto per i credenti porsi domande; chi non se ne pone, dovrebbe riflettere. Mi è dispiaciuto che Mario Pinto ti abbia risposto in quel modo. Hai fatto bene a toglierlo dai contatti; non ha nemmeno il senso civile di stare qui, per non dire quello cristiano, che dovrebbe superare di gran lunga il civile. Comunque ha avuto problemi pure con altri; e pure io lo tolto; la mia è stata una questione di sentire diciamo «a pelle». Pace a tutti. {20-03-2011}

 

 

5. {Pietro Calenzo}

 

Carissimo Nicola, ti ringraziamo per la tua solita precisa esegesi della Parola di Dio, su un tema scritturale non sempre compreso (a loro svantaggio) da tutto il mondo evangelico. Personalmente ritengo che il tema proposto sia strettamente correlato al proposito eterno di Dio, ancora prima della fondazione del mondo (Efesini 1,4). E a me sembra, altresì, che l’impossibilità di essere cancellati dal libro della vita non possa scindere dalla parallela e implicita complementarietà della continuità della eterna salvezza, che ci è stata donata in Cristo. Trovo scritturalmente meravigliosa la tua esegesi e la differenzazione biblica, da te espressa, tra libro dell’Eterno, libro dei viventi e libro della vita.

     Dio continui a benedire il tuo servizio ai santi, poiché, come sottolineavo all’inizio di questo mio piccolo intervento, ci sono tanti credenti evangelici che non godono della piena gioia delle redenzione perfetta ed eterna del Signore, a causa di insegnamenti non precisamente scritturali, che sono stati loro impartiti. Benedizioni nel santo nome di Gesù.{20-03-2011}

 

 

6. {Josefina Rafaschieri}

 

Contributo: Ciao, fratello Nicola, voglio rispondere con questi due versi biblici. «Il vincitore sarà dunque vestito di bianche vesti, non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli» (Ap 3,5). Il nome dei cristiani, che non rientrano a causa della loro fede nel Signore, verrà cancellato dal libro della vita.

     «...E chi toglierà qualche parola da questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro» (Ap 22,19). In spagnolo dice: «Y si alguno quitare de las palabras del libro de esta profecìa, Dios quitará su parte del libro de la vida, y de la santa ciudad y de las cosas que están escritas en este libro». Dice che Dio gli toglierà la sua parte del libro della vita, non dice «albero della vita», dice «libro della vita».

     In base di questi due versi, credo che il cristiano, che non può vincere e continuare con la loro fede in Cristo, il suo nome può essere cancellato dal libro della vita. Dio vi benedica, un abbraccio da Venezuela. {20-03-2011}

 

Osservazioni (Pietro Calenzo): L’apostolo Giovanni afferma chiaramente: «Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri, perché se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi, ma ciò è accaduto perché fosse palesato a tutti che non tutti sono dei nostri» (1 Gv 2,19). Sono i falsi credenti, che non sono mai stati rigenerati o che non sono stati mai scritti nel libro della vita, che abbandonano la chiesa di Gesù. In nessun passo della Bibbia è mai scritto che Gesù cancelli un solo nome di cristiani autentici o nati di nuovo dal libro della vita. Benedizioni. {20-03-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Josefina Rafaschieri, non importa ciò che c’è scritto in spagnolo, ma solo ciò che leggiamo in greco, la lingua originale del NT! In Apocalisse 22,19 leggiamo tò méros autoũ apò toũ zýlou tẽs zōẽs, ossia «[Dio toglierà] la sua parte dall’albero della vita».

     In Apocalisse 3,5 Gesù attestò l’espressa volontà di non voler cancellare i nomi dei vincitori, proprio per rassicurarli dinanzi alle perdite dei diritti sulla terra a causa della fede; non affermò che esiste tale possibilità.

     I nomi degli infedeli non si trovano scritti, fin dalla creazione, nel libro della vita dell’Agnello (Ap 13,8; 17,8); quindi non c’è possibilità né necessità di cancellare i non-iscritti. Ciò si accorda con Giovanni 3,36: «Chi crede nel Figlio ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figlio, non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui»; qui l’azione positiva viene fatta verso i credenti, mentre gli altri rimangono nello stato, in cui si trovano.

     Nelle chiese si trovano persone di tutti i colori: ci sono «credenti non rigenerati» (quindi aggregati) e «credenti rigenerati»; i primi credono di essere salvati, ma il loro cammino mostra di che pasta sono fatti (cfr. la parabola del seminatore e i diversi terreni). Solo i «credenti rigenerati» sono immersi nel corpo di Cristo e suggellati dallo Spirito Santo per il giorno della redenzione. Il NT parla anche di «falsi fratelli» (2 Cor 11,26; Gal 2,4), di «falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo» (2 Cor 11,13), eccetera. Paolo non parlò solo dei «lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge», ma anche di «uomini, che insegneranno cose perverse per trarre i discepoli dietro a sé», i quali sarebbero sorti in mezzo alle chiese. Tali persone sono degli intrusi, che non sono mai stati rigenerati e non sono mai appartenuti al corpo di Cristo (1 Gv 2,19). Di tali persone non esiste un nome nel libro della vita.

 

 

7. {Antonio Capasso}

 

Contributo: Credo che Dio non cancelli nessuno dei nomi, che sono stati scritti nel libro della vita, perché essi sono stati scritti fin dalla creazione del mondo (Ap.13,8). Ma questi nomi scritti in questo libro di chi sono? Di tutti coloro che hanno realizzato la salvezza? O di tutti coloro che, avendo realizzato la salvezza, hanno perseverato in questa salvezza? {21-03-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Coloro che hanno realizzato la salvezza, essendo stati rigenerati, immersi nel corpo di Cristo e suggellati con lo Spirito Santo per il giorno della redenzione, sono anche coloro che perseverano nella salvezza e sono preservati da Dio fino alla fine. I loro nomi sono iscritti nel libro della vita fin dalla creazione del mondo. Il resto, costituito da credenti nominali, la cui fede non ha mai prodotto la rigenerazione, dai seguaci di un evangelo umanista a poco prezzo, da religiosi cristianizzati, da aggregati e da increduli, non hanno mai trovato posto né menzione nel libro dell’Agnello.

 

 

8. {Gaetano Santagata}

 

Contributo: «“Nondimeno, perdona ora il loro peccato! Se no, deh, cancellami dal tuo libro, che hai scritto!”. E l’Eterno rispose a Mosè: “Colui che ha peccato contro di me, quello cancellerò dal mio libro!”» (Es 32,32s). Se come dici tu Mosè chiedeva di morire, vuol dire che il peccato causa la morte corporale, e qui avrei i miei dubbi, perché credo che voleva dire che chi pecca muore la seconda volta e non ha diritto a vita eterna. «Chi vince sarà così vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, e confesserò il suo nome nel cospetto del Padre mio e nel cospetto dei suoi angeli». Chi crede in Dio non sarà cancellato, quindi deduco convintamente che siamo tutti iscritti. Quello che tu affermi non è pertinente. «L’Eterno cancellerà il nome di lui di sotto al cielo» (Dt 29,20) significa che non lascerà di lui nessun ricordo? Che significa? Che Dio interverrà sulle memorie di conosceva costui? A me sembra un po’ troppo forzata come interpretazione, ma forse il perché l’ho capito e attiene la tua tesi sulla predestinazione. {22-03-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Sarei curioso di sapere quale sia la mia «tesi sulla predestinazione»! Faccio notare che non sono né calvinista né arminiano.

     L’argomentazione è un po’ confusa e poco lineare e non se ne capisce interamente il nesso e le evidenze, che si intendono accentuare. Ciò è tipico del falso sillogismo. Oltre a quanto ho già risposto sopra, si tenga anche presente quanto segue.

     Nella Bibbia sono menzionati vari libri; confonderli rende confusi. A quel tempo Dio faceva scrivere a Mosè un libro delle cronache di quei giorni, libro che non c’è stato tramandato. Ad esempio è scritto: «E l’Eterno disse a Mosè: “Scrivi questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo, e fa’ sapere a Giosuè che io cancellerò interamente di sotto al cielo la memoria di Amalek”» (Es 17,14). È probabile che esso corrispondesse al «Libro delle guerre dell’Eterno», che fu poi chiamato per nome (Nu 21,14). Da tale cronaca completa Mosè attinse le genealogie d’Israele e vari episodi, che scrisse nei suoi libri (Es-Dt). I censimenti stabilivano i nati, i viventi e i morti (Nu 1s; 3,15-43; 3,23-49; 14,29; 26,4-64), che venivano protocollati nei registri delle tribù e in quelli ufficiali contenuti nelle cronache ufficiali. Quando l’ira dell’Eterno scoppiava nell’accampamento, erano molti a morire (Nu 8,19; 16,46; 31,16).

     Quando Israele peccò pesantemente contro Dio, Mosè chiamò i leviti a uccidere molti dei trasgressori (Es 32,27ss: 3.000 uccisi) col fine di frenare l’ira di Dio; poi volle intercedere per esso (v. 30) ed era così prostrato, che chiese a Dio di perdonare il gran peccato del popolo, aggiungendo: «Se no, deh, cancellami dal tuo libro, che hai scritto!» (v. 32). Su tale libro non bisogna proiettare le proprie fantasie, non si trattava di un presunto libro celeste, ma di un libro storico, come abbiamo visto menzionato sia in Esodo, sia in Numeri. Per comprendere la verità, bisogna rimanere nella storia così com’era e non retroproiettare il NT e le sue questioni sull’AT, poiché la rivelazione è progressiva.

     Per capire l’importanza dei registri genealogici e varie liste per Israele, si vedano le offerte dei capi d’Israele listate per nome (Nu 7), le genealogie di 1 Cronache 1-15, quelli dei reduci da Babilonia (Esd 2; Ne 7; 11s), quelli che si misero a lavorare alle mura (Ne 3), quelli che apposero la firma per il rinnovamento del patto (Ne 10), eccetera.

 

Un piccolo excursus: Anche confondere le culture durante la storia (p.es. Israele e la chiesa) non aiuta la verità. Nell’AT abbiamo a che fare con un popolo storico, con un orientamento specialmente all’oggi e con una cultura particolare, in cui il ricordo e la buona fama erano un bene particolare (fama 28 volte nell’AT: Nu 14,15; Dt 2,15; Gs 6,27; 9,9; 2 Sm 23,18.22; 1 Re 4,31; 10,1.7; 2 Cr 26,8.15; Est 9,4...). Nelle epistole del NT la «fama» ricorre solo due volte (Fil 4,8; 1 Ts 1,8; 4 volte in Mt, ma Gesù non cercava la fama). Un Ebreo poteva consigliare: «Una buona reputazione vale meglio dell’olio odorifero» (Ec 7,1). Nel NT vale questo concetto: «Le cose che m’erano guadagni, io le ho reputate danno a motivo di Cristo» (Fil 3,7s).

 

Replica 1 (Gaetano Santagata): «Se no, deh, cancellami dal tuo libro, che hai scritto!» (Es 32,32); qui è evidente che chi ha scritto, è Dio. L’Eterno disse a Mosè: «Scrivi questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo, e fa’ sapere a Giosuè che io cancellerò interamente di sotto al cielo la memoria di Amalek”» (Es 17,14); in quest’ultimo è evidente che chi ha scritto, è Mosè su indicazione di Dio. Possono essere lo stesso libro? {22-03-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Vedo che ci stiamo continuamente muovendo in cerchio; farò un ultimo tentativo. Ho già parlato del «Libro delle guerre dell’Eterno» (Nu 21,14), che evidentemente fu scritto da uomini. Isaia parlò del «libro dell’Eterno» (Is 34,16) riferendosi alla Torà, sebbene l’avesse scritta Mosè. Si veda pure il «libro del patto» (Es 24,7), il libro della legge (Dt 17,19s; 28,58.61; 29,20s.27; 30,10; 31,26; Gs 8,31), il libro scritto da Samuele quale diritto regale (1 Sm 10,25), il libro menzionato da Malachia (Mal 3,16), eccetera. Si veda il parallelo fra Es 17,14; 32,32 e Dt 29,20: «tutte le maledizioni scritte in questo libro si poseranno su lui, e l’Eterno cancellerà il nome di lui di sotto al cielo».

     Si veda come il «libro della legge di Mosè» (Gs 8,31; 2 Re 14,6; 22,8.13.16) o «libro di Mosè» (2 Cr 34,14s.21s; 35,12) fosse chiamato anche «libro della legge di Dio» (Gs 24,26; 2 Cr 17,9) o «libro della legge dell’Eterno, del loro Dio» (Ne 9,3), oltre che «libro del patto» (2 Re 23,2s.21.24; 2 Cr 34,30). Esso è chiamato anche «quello ch’è scritto nella legge, nel libro di Mosè, dove l’Eterno ha dato questo comandamento» (2 Cr 25,4); e gli Israeliti «non hanno osservata la parola dell’Eterno, e non hanno messo in pratica tutto quello ch’è scritto in questo libro» (2 Cr 34,21). Si trattata del «libro della legge di Mosè, che l’Eterno aveva data a Israele» (Ne 8,1).

     Data l’intima identificazione della Torà come libro di Dio, non cercherei un altro libro particolare o celeste al tempo di Mosè, che si potesse identificare come «tuo libro» (Mosè) o «mio libro» (Es 32,32s); infatti egli non ne parlò. Infatti l’unico libro scritto da Dio stesso, ossia col suo dito, e menzionato nella Torà, era costituito dalle sole tavole della legge (Es 31,18; Dt 9,10).

     Da Mosè a Giovanni nell’Apocalisse trascorsero circa 1.500 anni, in cui Dio si rivelò, diede il nuovo patto e svelò altri contenuti prima nascosti. Proiettare i contenuti rivelatori del nuovo patto su quello vecchio non è una buona cosa.

 

Replica 1 (Gaetano Santagata): Nicola tu sai quanto ti stimo. Hai fatto una bella carrellata di passi biblici, ma la risposta non me l’hai data. Voglio sapere se per te, nonostante cambi il soggetto scrivente, possono essere lo stesso libro. {22-03-2011}

 

Risposta 3 (Nicola Martella): Sì, come ho mostrato, il «libro di Mosè» era il «libro dell’Eterno», e viceversa. Mosè non ci ha rivelato altri libri allora esistenti, ad esempio in cielo. Egli non parlava di libri celesti, ma terrestri.

     Esiste il soggetto del mandante e quello dell’esecutore. Anche dei re è detto, ad esempio, che costruivano città (1 Re 22,39; 2 Cr 11,5s), case (1 Cr 15,1), il tempio (1 Re 6,2.5; 6,36; 7,1), una flotta (1 Re 9,26; 22,49), sebbene non facessero i muratori né i carpentieri. Lo stesso accadeva per i libri e le lettere (2 Cr 32,17; Est 9,20; Dn 6,25), per i quali i re e principi avevano amanuensi. Si veda la figura del segretario (1 Cr 24,6 il segretario li iscrisse in presenza del re, ecc.; Esd 4,8; Gr 36,4.6.18.27.32; 45,1 Baruk scrisse, a dettatura di Geremia) e dello scriba (o scrivano; scribi 1 Cr 2,55; Ger 8,8; Esdra Esd 7,6.11s.21; Ne 8,1.4.9; Zadok Ne 13,13; Gionathan Ger 37,20). Gli esecutori non comparivano come veri autori di tali opere, ma solo i mandanti. Dire che il re costruì o scrisse significava dire che il re fece costruire o scrivere.

     Sebbene Mosè avesse scritto praticamente i comandamenti della legge (cfr. Es 24,4; Dt 31,9; Mc 10,5 «egli scrisse per voi»), si legge: «Abbiate cura di metter sempre in pratica i precetti, le regole, la legge e i comandamenti, che egli scrisse per voi» (2 Re 17,37); qui il pronome «egli» è riferito a Dio (nel contesto Mosè non viene menzionato).

     Penso che possiamo concludere qui questa discussione, perché è un continuo muoversi in cerchio, oltre a richiedere un dispendio enorme di energie per un dettaglio (Es 32,32s), che anacronisticamente si vuole a tutti i costi intrecciare con Apocalisse 3,5.

 

 

9. {Alberto Nuzzolo}

 

Contributo: Ciao, carissimo Nicola, tempo fa ho predicato proprio sul «libro della vita», con l’intento di dimostrare che su quel libro ci sono solo i nomi dei credenti di tutti i tempi e per rassicurare che nessun credente verrà mai cancellato da esso, e mi rallegro nel vedere che sono arrivato alle tue stesse conclusioni.

     Se crediamo che Dio sia onnisciente, non facciamo fatica a credere che Lui abbia saputo fin dalla fondazione del mondo (Apocalisse 13,8 e 17,8) chi avrebbe accettato la sua salvezza e chi l’avrebbe rifiutata, chi sarebbe stato dalla sua parte e chi avrebbe scelto la via della ribellione.

     È vero, alcuni prendono il versetto di Apocalisse 3,5 e lo ribaltano, travisandone il significato. A mio parere, un altro problema è dato dal fatto che ci sono altri versetti che sembrano appoggiare la teoria della cancellazione. Credo anch’io che Mosè (Esodo 32,31-33), dicendo «Se no, ti prego, cancellami dal tuo libro che hai scritto!», non volesse essere cancellato dal libro della vita, ma solo dal libro dell’anagrafe (Numeri capp. 1-4, Neemia 7,5). Avrebbe forse rinunciato alla sua eternità con Dio per trascorrerla con gli impenitenti? Voleva semplicemente separarsi dal peccato del popolo.

     Anche in Deuteronomio 29,19, anche l’espressione «il Signore cancellerà il suo nome sotto il cielo» intende la cancellazione del libro del censimento, poiché «sotto il cielo» fa pensare alla vita terrena, mentre «nei cieli» fa pensare alla vita eterna.

     Per finire, in Salmo 69,28 Davide dice: «Siano cancellati dal libro della vita e non siano iscritti fra i giusti». Davide, che visse per lungo tempo in pericolo di vita, ha usato spesso espressioni forti verso i suoi nemici: «Siano gettati nel fuoco, in fosse profonde, da cui non possano risorgere». Oppure: «Distruggili nel tuo furore, distruggili e non siano più». E ancora: «Siano come lumaca che si scioglie strisciando; come aborto di donna, non vedano il sole». E possiamo immaginare che la sua preghiera a Dio si riferisse alla liberazione terrena dai suoi nemici, quindi semplicemente alla richiesta della loro morte, come infatti hai già scritto tu (cancellare = far morire). Anche perché, poi, non troviamo scritto che Dio cancellò il loro nome dal libro della vita.

     Per quanto riguarda invece i versetti di Salmo 56,8 e Salmo 139,16, trattando di ciò che abbiamo fatto nella vita (giorni, passi, lacrime…), penso che possano riferirsi alle opere registrate nei libri di Apocalisse 20,12, che per chi non è scritto nel libro della vita restano la prova della giusta condanna.

     Tempo fa ho letto un commentario su Apocalisse dove al versetto 3,5 si affermava la realtà della cancellazione dal libro della vita, ma andando agli inconfutabili versetti 13,8 e 17,8, ho riscontrato che l’argomento era totalmente omesso; questa è la maniera migliore per costruire teorie sbagliate e condividerle con altri.

Non c’è dubbio, alla luce degli elementi che abbiamo a disposizione i versetti evidenti fanno chiarezza anche su quelli presunti dubbi o contrari. Grazie ancora per il tuo contributo sull’argomento e per il tuo costante impegno. Dio ti benedica grandemente in ogni cosa. Maranatha! {24-03-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Apprezzo il contributo e mi limito a qualche osservazione. Nel Salmo 56,8 — «Tu conti i passi della mia vita errante; raccogli le mie lacrime negli otri tuoi; non sono esse nel tuo registro?» — Davide espresse in modo poetico il fatto che Dio sa ogni cosa delle sofferenze e delle angherie patite dai suoi devoti. Qui non bisogna cavare sangue dalle rape. Come immaginarci un Dio che è un «conta-passi», che immagazzina lacrime e che le annoti in un registro?! Davide esprimeva semplicemente il fatto che l’Eterno conosceva intimamente e personalmente le vicissitudini di un uomo perseguitato. Altrove espresse le stesse cose così: «Tu conosci il mio vituperio, la mia onta e la mia ignominia; i miei nemici son tutti davanti a te» (Sal 69,19; cfr. 142,3; 139,1ss).

     Nel Salmo 139,16 Davide espresse il miracolo della gestazione e nient’altro. Tale verso dev’essere tradotto correttamente così: «I tuoi occhi videro la [massa] informe; e nel tuo libro erano tutti iscritti i giorni, che furono formati, quando nessuno d’essi era sorto ancora». Per «[massa] informe» intendeva l’embrione. L’espressione «e nel tuo libro erano tutti iscritti i giorni, che furono formati» intendeva: «e tu hai stabilito a priori i giorni destinati alla formazione dell’embrione».

 

 

10. {Nunzio Nicastro}

 

Ho letto i vari commenti favorevoli e sfavorevoli riguardante i nomi cancellati dal libro della vita. La cosa ovvia è certa che i veri figli di Dio non verranno cancellati, ma resteranno scritti nel libro della vita. «E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco» (Ap 20,15). I falsi «figli di Dio» non verranno trovati scritti nel libro della vita. Qualcuno faceva notare che è scritto: «Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20).

     Resta la domanda, che è stata posta, riguardo a Giuda Iscariota: Era scritto nel libro dei cieli si o no? È stato scritto e poi cancellato? Giuda era nella missione dei settanta? Possiamo porre diverse domande, ma la cosa ovvia è che Giuda Iscariota viene chiamato ladro, traditore, diavolo. ecc.; era un falso credente, considerato come è scritto in Mt 7,22-23. Ovviamente Giuda Iscariota non sarà trovato scritto nel libro della vita. {05-04-2011}

 

 

11. {Vari e medi}

 

Giuseppe Sottile: Riflettevo, dopo aver letto tutto l’articolo, ponendomi delle domande! Di solito chi cancella qualcosa lo fa, perché in certo senso cerca di fare delle correzioni; come dire, ho sbagliato a scrivere oppure non mi sarei mai aspettato che sarebbe successo questo, quindi rimedio e cancello. Credo che ciò, che Dio ha scritto, è ciò che resterà scritto per l’eternità, senza aver bisogno di cancellature. Dio nella sua infinita perfezione e sapienza ha visto già tutto compiuto, quindi ha scritto ciò che sarà, senza aver bisogno di cancellature. Dio non sbaglia in ciò, che fa. {19-03-2011}

 

Antonio Strigari: «Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese» (Ap 3,5-6). Credo che la Scrittura esprima chiaramente il concetto, al credente «che vince», che supera le prove e rimane fedele fino alla fine, non sarà cancellato il suo nome dal «libro della vita». Questo scrivere e cancellare è posizionabile nel «tempo» solo per noi esseri umani e per questo la Parola così si esprime. Certo Dio, nella sua prescienza non ha bisogno di fare per poi disfare, di scrivere per poi cancellare. {24-03-2011}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Michele Attruia: «Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli»; grazie Signore! {19-03-2011}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Nomi_libro-vita_Esc.htm

21-03-2011; Aggiornamento:  07-04-2011

 

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