In un articolo ci eravamo chiesti: «
È lecito pregare Gesù?». Nel tema connesso (
È biblicamente lecito pregare Gesù?)
la discussione aveva preso, però, una direzione che, sebbene interessante, si era allontanata,
per certi aspetti, dal soggetto specifico. A suo tempo, Willy Tschopp ci aveva
dato l'occasione per riaprire la discussione con alcune osservazioni
interessanti, che andavano a mettere altri preziosi tasselli nel mosaico del
nostro tema specifico.
Il tema è stato riportato
all'attenzione da una nuova richiesta di un lettore, che mi ha chiesto di
avere luce proprio su questo tema, perché alcuni continuano a insegnare che
non sia lecito pregare Gesù. Per questo ho messo prima il contributo di
Daniele Ortuso e poi, dopo la mia risposta, quello di
Willy Tschopp, sebbene
quest'ultimo sia precedente.
Il termine «invocare» ha
molti sinonimi in italiano, ad esempio: chiamare, pregare, implorare,
scongiurare, supplicare, rivolgersi a qualcuno, appellarsi a qualcuno,
sollecitare, chiamare a sostegno. Nell’AT in campo religioso era
legittimo invocare solo Jahwè e i suoi nomi. Nel NT era un’ovvietà per
gli scrittori biblici e per le persone, che parlano nei loro libri, di invocare
il nome di Gesù. Come stanno veramente le cose? Come mai Dio Padre non arroga a
sé questo privilegio, ma permette che Gesù Cristo sia direttamente invocato?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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I contributi sul tema
▲
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1. {Daniele
Ortuso}
▲
Vorrei soltanto
sapere questo: Pensi che secondo le Scritture sia sbagliato pregare
direttamente a Gesù e che bisogna rivolgersi soltanto al Padre?
Chiedo questo, dato che è stato anche tema di alcune predicazioni, che ho
ascoltato. Personalmente non trovo nessun problema di rivolgermi a Cristo in
preghiera altrimenti mi sentirei come Filippo, che cerca disperatamente
il Padre, mentre in Cristo lo abbiamo conosciuto pienamente.
Secondo
Isaia 9,5 anche il Figlio è chiamato «Padre eterno»; pur essendo pienamente
a conoscenza che comunque il Padre e il Figlio sono due persone distinte,
sicuramente in Cristo abbiamo anche una figura paterna.
Tutte le preghiere rivolte a Cristo nei Vangeli vengono giustificate da
alcuni, soltanto perché quelli che pregavano, vedevano a Gesù!? Tuttavia,
secondo questi, oggi è sbagliato pregare Gesù direttamente. Quindi,
allora si stanno sbagliando anche tanti bimbi in tante scuole domenicali!
Vorrei avere dei chiarimenti da parte tua, se è possibile, anche riguardo a
quando Gesù dice di pregare nel suo Nome, che significa realmente? Grazie
e Dio risplenda col suo volto su di te! {07-12-2010}
2.
{Nicola Martella}
▲
Avendo già risposto
a sufficienza a tali singolari argomentazioni, che ritengo prive di contenuto
teologico, rimando agli scritti sopra elencati e rispondo soltanto ad alcuni
dettagli. Coloro che insegnano nelle chiese che sarebbe sbagliato pregare
Gesù direttamente, consiglio un maggiore approfondimento biblico.
Non metterei qui in conto
Isaia 9,5, in quanto il testo ebraico recita «padre perpetuo» riguardo al
futuro Messia-Re; l’ebraico non conosce il concetto di «eterno» nel senso di
«senza tempo». Bisogna guardarsi dai «solo Gesù» (modalisti), ossia da
coloro, che credono che Dio sia una sola persona, che si trasforma in modi
diversi. Bisogna dissentire da coloro che invocano lo Spirito Santo,
sebbene ciò non avvenga mai esplicitamente nel NT. Bisogna dissentire anche da
coloro che, per evidenziare l'autorità particolare di Dio Padre all'interno
della Deità, negano i diritti di Dio Figlio, ad esempio appunto la
prerogativa, concessagli dal Padre, di essere invocato direttamente.
Trovo debole l’argomento, secondo cui ai contemporanei di Gesù era legittimo
pregarlo,
perché lo vedevano, ma oggigiorno ciò non sarebbe più permesso, non essendo
Egli più in terra; ciò è poco riflettuto, palesa ignoranza esegetica o, peggio,
è malato di ideologia dogmatica. Come abbiamo mostrato altrove, anche nel
libro degli Atti i credenti invocavano il nome di Gesù, ossia dopo
l'ascensione al cielo (cfr. At 9,14.21; 22,16).
Stefano vide Cristo e si rivolse direttamente a Lui, affidando il proprio
spirito nelle sue mani e intercedendo per i suoi persecutori (At 7,55s.59s).
Inoltre, Paolo, scrivendo «alla
chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù», evidenziò
che essi erano «chiamati a essere santi, con tutti quelli che
in ogni luogo invocano
il nome del Signor nostro Gesù Cristo, Signore loro e nostro» (1 Cor
1,2). L'ultimo libro della Bibbia si conclude con l'invocazione all'Agnello: «E
lo Spirito e la sposa dicono: "Vieni". E chi ode dica: "Vieni"» (Ap 22,17).
Se oggigiorno non è permesso
rivolgersi direttamente al Signore Gesù, come si potrà essere salvati?
Infatti è scritto: «Chiunque avrà invocato
il nome del Signore, sarà salvato. Come dunque
invocheranno colui, nel quale non
hanno creduto?...» (Rm 10,13s); come mostrano i versi 9-10, Paolo intendeva la
fede in Cristo e per «Signore» intendeva Gesù.
Il termine «nome»
nelle lingue della Bibbia intende «persona (= come anche il termine «anima»),
autorità». Per l’approfondimento rimando in Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), agli articoli: «Nome di Dio», pp. 239s; «Nome
personale», pp. 2540s. Pregare nel nome di Cristo, intende che lo si fa
nell’autorità e per i meriti legati alla sua persona.
3. {Willy
Tschopp}
▲
Ho letto attentamente il vostro articolo sul tema
«È
lecito pregare Gesù?». Trovo giusto quello che voi
scrivete. In aggiunta vorrei fare osservare tre altri brani biblici, che non
solo fanno vedere l’argomento nell’esegesi teologica, ma mostrano anche l’uso
pratico, che i primi credenti facevano della preghiera rivolta a Gesù.
Infatti, quando si chiede a un credente come erano
chiamati i primi cristiani, lui — se conosce la Bibbia — risponderà: «cristiani»,
perché nel libro degli Atti è scritto che ad Antiochia i primi credenti furono
chiamati «cristiani». Ma oso dire che questa risposta è, in parte, errata e ne
mostro il motivo qui di seguito. Si legga Atti 9,14.21; 22,16.
Nota redazionale: Riportiamo i brani per esteso, perché si capisca di che
cosa parliamo:
■ «E fu in
Antiochia che per la prima volta i discepoli furono chiamati “cristiani”»
(At 11,26).
■ Anania disse a
Gesù: «E qui [Saulo] ha podestà dai capi sacerdoti d’incatenare tutti coloro,
che invocano il tuo nome»
(Atti 9,14).
■ «[Saulo]
infieriva contro quelli, che
invocano questo nome» (Atti 9,21).
■ Anania disse a
Saulo: «Lèvati, e sii battezzato, e lavato dei tuoi peccati,
invocando il suo nome» (At
22,16). Si
veda anche At 2,21; 19,13 (abuso di un uso legittimo); Rm 10,13; 1 Cor 1,2 (in
ogni luogo).
Facciamo notare che i brani non sono in contraddizione. Infatti, mentre altrove
i seguaci di Gesù erano chiamati dagli altri (ossia dai Giudei che vedevano nei
cristiani giudei degli eretici) qualcosa come «invocatori del nome [di Gesù]»,
in Antiochia fu coniato il termine tecnico di «cristiano». |
Da quei tre versetti si capisce chiaramente che i primi credenti erano chiamati:
«Quelli che invocano il nome». La gente d’allora, come tanti oggi,
non voleva o non riusciva a pronunciare il nome di «Gesù» [N.d.R.: ebr. Jehošua`
«Jahwè salva»], perché Egli fu chiamato così: «Colui che salverà il suo
popolo dai loro peccati» (Matteo 1,21). Per non dover dire il nome di Gesù,
la gente scelse quella forma, che indica chiaramente che i primi cristiani — a
differenza di tutti gli altri — invocavano il nome di Gesù! Invocare non
significa solo chiamare e poi pregare qualcun altro! Invocare significa
rivolgersi alla persona, alla quale si vuole pregare. Perché i primi credenti pregavano Gesù (oltre che il
Padre)? Perché Gesù è il primo interlocutore per i credenti. Gesù disse
in Giovanni 6,44: «Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre».
Questo significa che il Padre è il primo interlocutore per i non-credenti
(perché è il Padre che porta le anime al Figlio); e Gesù è il primo
interlocutore per quelli, che il Padre ha portato (o attratto) a Lui. Perciò, è
più che logico che noi credenti ci rivolgiamo a Gesù (perché siamo stati
donati a Gesù dal Padre, secondo Giovanni 17, dove ripetutamente Gesù parla
di «quelli che tu mi hai dato»). C’è tra i credenti un certo timore che se diamo
troppo onore a Gesù; si pensa che il Padre, l’eterna fonte della
creazione e della nostra salvezza, potrebbe essere messo in seconda linea.
Niente è più sbagliato di questo timore: il Padre ama il Figlio; e se noi diamo
onore e gloria al Figlio, diamo altrettanto onore e gloria al Padre, non solo
perché i due sono una sola cosa, ma anche perché il Padre ha voluto che in
Cristo abitasse tutta la pienezza di Dio (Colossesi 1,19). Non c’è assolutamente
rivalità tra il Padre e il Figlio, al contrario!
Sono convinto che voi tutte queste cose le sapete e
penso che avete i vostri motivi perché avete redatto l’articolo in questione in
quel modo. Ma ho pensato che potrebbe essere lo stesso utile dare una conferma a
quello che scrivete anche con altre affermazioni delle Sacre Scritture. {2007}
4. {Tore Reale}
▲
■
Contributo:
Gli entusiastici usano il nome di Gesù come un mantra scaramantico. Me ne
sono accorto tante volte. Il famoso tele-truffatore Benny Hinn ha trovato
soccorso e vittoria, usando il nome di Gesù nella sua causa di divorzio... Altri
usano il nome di Gesù come lasciapassare per incrementare ricchezze e
fatturato. Sconcertante. {07-12-2010}
▬
Risposta 1
(Nicola Martella): Certo, alcuni entusiastici usano il nome di Gesù come un
mantra carismaticista. Altri ancora, al contrario, vorrebbero del tutto
rimuovere le invocazioni a Gesù. Come abbiamo mostrato altrove e sopra, la
via biblica, accertata mediante un’esegesi contestuale, c’insegna che le
invocazioni a Gesù ricorrono da Atti 7 a Apocalisse 22. I primi cristiani
furono chiamati «quelli che invocano il nome di Gesù».
▬
Replica
(Tore Reale): Da un punto di vista trinitario, le tre persone hanno pari
dignità. Tuttavia il Padre non può escludere il Figlio che, in quanto
generato da Dio stesso, procede da Lui. Quindi si prega il Padre, usando
il nome del Figlio come nostro unico intercessore. Discorso diverso per
lo Spirito Santo, che procede dal Figlio, ed è Cristo che bisogna,
pregare affinché lo Spirito Santo sia inviato in soccorso dei credenti. Il primo
errore degli entusiasti è quello di porre un’enfasi esclusiva sullo Spirito
Santo. {07-12-2010}
▬
Risposta 2
(Nicola Martella): Infatti, mentre il Signore Gesù Cristo è invocato
anche dopo la sua ascensione, non vi è un solo caso nel NT, in cui lo Spirito
Santo è stato invocato. Lo Spirito, infatti, è presso i credenti, suscita in
loro la preghiera e intercede Egli stesso per loro (Rm 8,26s); addirittura lo
Spirito si associa alla «Sposa» per invocare Cristo, perché venga! (Ap 22, 17).
Non essendo qui questo il tema e per non deviare la discussione, rimando
all’articolo «Pregare
lo Spirito Santo?» e al tema connesso «Spirito
Santo e preghiere a Lui rivolte».
Cristo è invece sul trono di Dio Padre; le preghiere arrivano al Padre sia
se preghiamo direttamente Dio nel nome di Cristo per mezzo dello Spirito
Santo, sia se ci rivolgiamo a Cristo. Come abbiamo visto sopra, coloro
che negano quest’ultima via, sbagliano, visto che la Scrittura ne parla
esplicitamente.
5. {Vito Gallo}
▲
■
Contributo:
Gesù insegnò ai suoi discepoli dicendo: «Voi dunque pregate così: “Padre
nostro…”» (Matteo 6,9-13). Questo comunque, è un privilegio che
spetta solo a coloro, che hanno creduto nel Signore, perché Gesù «ha dato il
diritto di diventare figli di Dio» (Giovanni 1,12). Se non si diventa figli,
non si può pregare «Padre nostro». Però, come me, molti crediamo in un unico
Dio, ma formato da tre Persone uguali e distinte tra loro (la Trinità):
Padre, Figlio, e Spirito Santo. Quindi, non è sbagliato se una preghiera
sia rivolta a Dio Padre, a Dio Figlio, Gesù, o a Dio Spirito Santo. Questo è il
mio parere. {07-12-2010}
▬
Risposta
(Nicola Martella): È positivo aver evidenziato il diritto dei figli di Dio
nel pregare il Padre. Il tema è qui comunque se sia legittimo pregare p meno
direttamente Gesù.
Sulle Persone della Deità, faccio osservare che c’è una differenza fra
sostanza e funzione. Tutte e tre le Persone hanno la stessa essenza e
natura, ma attualmente non hanno la stessa posizione e lo stesso ufficio.
Come già detto sopra, attualmente lo Spirito Santo non è destinatario delle
preghiere, essendo Lui a suscitarle e a intercedere personalmente per i
credenti (Rm 8,26s). Al riguardo si vedano gli scritti sopra menzionati; non
approfondiamo ulteriormente questi aspetti.
6. {Paolo
Brancè}
▲
Per quanto riguarda
la liceità biblica se le preghiere possono essere rivolta al Signore Gesù, non
c’è alcun impedimento scritturale che possa vietarlo. Se Gesù è Dio, i primi
cristiani si rivolgevano a Lui come un Dio e gli tributavano un culto di
lode come un Dio. È biblicamente fondato che le preghiere possono essere rivolte
indistintamente al Padre e a Gesù. Il battesimo dei primi cristiani
veniva amministrato nel nome di Gesù. È Gesù che è chiamato Signore, che
corrisponde all’ebraico Adonai.
Faccio presente che Atti 1,23ss mette in risalto l’invocazione diretta di
Gesù come Signore in riferimento alla scelta del dodicesimo apostolo, che doveva
sostituire Giuda Iscariota. Ma ripeto i primi cristiani invocavano direttamente
Gesù come Dio, e questo è corretto. Questo è un esempio, dove gli apostoli si
rivolsero direttamente a Gesù. E questo è quanto basta che la preghiera può
essere rivolta indistintamente al Padre e a Gesù. Aggiungo Atti 7,60; 8,24.
{08-12-2010}
Nota editoriale:
Poiché questo lettore si è molto dilungato in vari contributi su altri temi e
questioni non riconducibili all'attuale argomento, ho estratto da essi solo le
parti significative e non polemiche.
7. {Pietro
Calenzo}
▲
Gesù è il nostro Signore, Salvatore e mediatore.
Scritturalmente non c’è alcun divieto di pregare o invocare direttamente
il Signore Gesù il Cristo. È anche vero, che nel suo ufficio di mediazione Egli
è l’unico tramite tra i credenti e l’Eterno Padre, ma la Bibbia dimostra
chiaramente che Gesù veniva anche invocato in maniera diretta da tutti i
suoi discepoli, poiché il Padre è glorificato nel Figlio, e viceversa. Tutto il
Nuovo Testamento lo dimostra in numerosi passi, che non ripeto poiché già
ampliamente riportati nell’articolo d’introduzione dal fr. Martella. Piuttosto,
non vorrei, che coloro che affermano che non si possa invocare il nome di Gesù
in modo diretto, celassero il recondito pensiero di una subordinazione di
divinità del Figlio al Padre, poiché in tal modo si rischierebbe di ricadere
nell’eresia ariana; essa, a differenza di ciò che molti pensano, era
molto diffusa nel cristianesimo dei primi secoli. Tale nefasta dottrina è ancor
oggi praticata dalla setta dei Testimoni di Geova e altri piccoli gruppi pseudo
cristiani. Benedizioni in Gesù. {08-12-2010}
8. {Francesca
Scatozza}
▲
■
Contributo:
Io penso che nella preghiera sono sempre presenti le tre Persone,
e cioè Padre, Figlio e Spirito Santo. È vero anche che sono la medesima cosa.
Credo che Dio accoglie le nostre suppliche solo nel nome di Gesù, perché
attraverso di Lui siamo stati riconciliati con Dio
ed è solo per mezzo di Lui che possiamo avere comunione con Dio; la premessa a
ciò è che andiamo a Lui, riconoscendo di non essere meritevoli, ma per grazia
del nostro Signore Gesù e per lo Spirito Santo, che convince di peccato. Io
penso che biblicamente sia così. {08-12-2010}
▬
Risposta (Nicola Martella): Per capire
quanto segue, bisogna distinguere fra natura divina comune e funzioni
differenti delle tre persone della Deità. È vero che tutte e tre le Persone
della Deità sono sempre presenti, quando i credenti pregano, ma con ruoli
differenti. Oltre alla figura di riferimento della Deità, ossia Dio Padre,
abbiamo due intercessori: uno preso il trono di Dio (Gesù; Rm 8,34) e uno
presso di noi (lo Spirito Santo; Rm 8,26ss), e cioè in funzione di Cristo. In
tal modo, Cristo agisce presso il cuore di Dio Padre e lo Spirito Santo presso
il nostro cuore. Per questa funzione particolare di emissario, rappresentante e
strumento di Gesù presso i credenti, lo Spirito Santo fu chiamato anche «Spirito
di Gesù» (At 16,7; Fil 1,19) e «Spirito di Cristo» (Rm 8,9; 1 Pt 1,11). Per
questo motivo ambedue vengono chiamati in greco parakletos «sovvenitore,
sostenitore, avvocato» (Spirito Gv 14,16.26; 15,26; 16,7; Gesù 1 Gv 2,1; cfr.
Logos in Gv 1). In ogni modo, mentre sono conosciute varie invocazioni fatte
direttamente a Cristo, il NT non riporta neppure una preghiera rivolta allo
Spirito Santo; il motivo è che lo Spirito suscita le preghiere nel credente,
mentre solo
Cristo è il Mediatore tra Dio e gli uomini presso il trono celeste (1 Tm
2,5; cfr. Eb 8,6; 9,15; 12,24).
9. {Giuseppe
Sottile}
▲
■
Contributo:
Per me è corretto e biblico pregare o «invocare» Gesù.
Riporto questa frase citata sopra: «Chiedo questo, dato che è stato anche tema
di alcune predicazioni, che ho ascoltato».
Mi dispiace sentire ancora queste affermazioni!
Dobbiamo stare attenti a ciò, che
ascoltiamo, a ciò che leggiamo ed ai video che circolano in rete. Dio è un Dio
di ordine non di «confusione». L’avversario cerca di manipolare le menti
creando, appunto creando «confusione».
Poi, questa persona non ha una comunità, non ha un
pastore, a cui chiedere consiglio spirituale — nulla togliendo a Nicola e
alla pagina che gestisce — ma…! Comunque, non era questo il tema.
Dio vi benedica. {08-12-2010}
▬
Osservazioni
(Pietro Calenzo): Per essere precisi, la problematica sollevata dal fratello
lettore non era soltanto una sua domanda, poiché frutto di più predicazioni
da lui ascoltate; cito: «Secondo questi è sbagliato pregare direttamente Gesù».
Un abbraccio in Cristo.{08-12-2010}
▬
Risposta
(Nicola Martella): Tale lettore non me l’ha detto, ma in determinati ambienti
sono, a volte, proprio i conduttori
della propria chiesa, che insegnano cose del genere! Alcuni di loro si credono
padri-padroni delle comunità e «unti del Signore», tanto da credere che ciò, che
insegnano, sia assolutamente «sana dottrina» e, perciò, da non tollerare
dissenso. Se a tale atteggiamento mentale e comportamentale si aggiungono
anche gravi carenze intellettive e lacune di conoscenza, la miscela diventa
micidiale. Altre volte, i confusi e fonte di confusione sono persone di fuori,
che spesso vengono invitate dai conduttori a insegnare nella loro chiesa; in tal
caso sono tali conduttori a mancare di discernimento.
10. {Daniele
Regalbuto}
▲
■
Contributo:
Innanzitutto, pace a te, fratello Nicola, e grazie per aver chiesto un mio
parere. Riguardo a questo tema, per mia esperienza personale, credo che non ci
sia una regola vera e propria riguardo al fare delle richieste di
preghiera. Infatti, vediamo nell’Antico Testamento
che i patriarchi e profeti e lo stesso popolo d’Israele elevava richieste a
Dio Padre e ricevevano segni, miracoli e prodigi. Poi leggiamo che ai tempi
di Gesù le persone andavano direttamente al Dio Figlio
e ricevevano molti miracoli e liberazioni. Poi leggiamo negli Atti degli
apostoli che molti miracoli e prodigi erano operanti tra gli apostoli per mezzo
di Dio Spirito Santo.
Quello che ci viene
insegnato esplicitamente è che Gesù è la via, la verità e la via e
nessuno può andare al Padre se non per mezzo di lui; e questo significa che
ogni richiesta viene esposta nel nome di Gesù e sarà ritenuta degna di
essere ascoltata per mezzo di quel sacrificio eccellente, fatto dal nostro
maestro e Signore Gesù Cristo, sapendo logicamente che Padre, Figlio e Spirito
Santo sono una sola cosa. Dio ti benedica!
{09-12-2010}
▬
Risposta
(Nicola Martella): Mi è saltato all’occhio che il rapporto di preghiera dei
credenti nell’AT e nel NT viene, in qualche modo, appiattito dal lettore a «segni,
miracoli e prodigi»; probabilmente
ciò non era intenzionale. È evidente, infatti, che la relazione con Dio,
espressa nella comunione di preghiera, conosce un vasto spettro di interazioni
(p.es. ravvedimento, perdono, consolazione, protezione, certezze…) e, come tale,
non è mai ridotta solo eventi straordinari.
Faccio inoltre notare che all’interno del nuovo patto una regola vera e
propria c’è ed è ripetuta continuamente. Ecco qui di seguito alcuni
elementi.
■ Ringraziamento: Esso va specialmente a Dio, ossia al Padre; in
alcuni brani è sottinteso che ciò accade per mezzo di Gesù Cristo (Rm
6,17; 10,1; 14,6; 1 Cor 1,4.14; 14,18; 15,57; 2 Cor 2,14; 8,16; 9,11s.15; Fil
1,4; Col 1,3.12; 3,17; 4,3; 1 Ts 1,2; 2,13; 3,8; 5,18; 2 Ts 2,13; 2 Tm 1,3; Flm
1,4; Ap 11,17), in altri è chiaramente esplicato. «Io rendo grazie al
Dio mio per mezzo di
Gesù Cristo...» (Rm 1,8; cfr. 1 Cor 1,4). «Grazie siano rese a Dio
per mezzo di Gesù Cristo, nostro
Signore» (Rm 7,25). «…rendendo del continuo grazie d’ogni cosa a Dio e
Padre, nel nome del Signor nostro
Gesù Cristo» (Ef 5,20).
■ Esortazione: «Vi supplichiamo nel
nome di Cristo: “Siate riconciliati
con Dio”» (2 Cor 2,5; 1 Ts 4,1 a vie più progredire).
■ Supplica: «Io v’esorto per il Signor nostro Gesù Cristo e per la
carità dello Spirito, a combattere con me nelle
vostre preghiere a Dio per me»
(Rm 15,30; implicito cfr. 2 Cor 13,7; Fil 4,6s; 1 Ts 1,3; 2 Ts 1,11; 1 Gv 5,16;
Ap 8,4).
■ Benedizione: «Al Dio nostro la benedizione e la gloria e la sapienza
e le azioni di grazie e l’onore e la potenza e la forza, nei secoli dei secoli!
Amen» (Ap 7,12).
Giustamente è stato
evidenziato che
ogni richiesta viene esposta nel nome di Gesù.
Nel NT esistono chiaramente anche preghiere dirette a Gesù: Qui è
presente l’invocazione assoluta al «Signore» (At 1,24; 2,21; 7,60; 8,22.24;
14,23; Rm 10,12s; 2 Cor 12,8; 2 Tm 2,22; cfr. Gcm 5,14s; Ap 22,17) o è
menzionato il suo nome (At 7,59; 1 Cor 1,2; cfr. At 19,13.17). Bisogna, però,
ammettere che esse statisticamente sono inferiori a quelle rivolte a Dio
in genere. Ciò significa che rivolgerci direttamente a Gesù è un privilegio
dei cristiani biblici. Da ciò consegue, in un modo o nell’altro, le preghiere
arrivano poi a Dio Padre per mezzo di Cristo.
Faccio
un’annotazione finale. È vero che «Padre, Figlio e
Spirito Santo sono una sola cosa», se per ciò s’intende la natura divina
e gli obiettivi; chiaramente non sono la stessa cosa come persona, essendo tre
personalità ben distinte e attualmente con tre compiti ben delineati.
11. {Tommaso
Failla}
▲
Ho provato ad
andare in fondo all’articolo proposto e ritengo che l’argomento sia stato
trattato già da diverse angolazioni in diversi interventi, anche se
indirettamente legati all’argomento. Mi pare che il pericolo ravvisato da Pietro
Calenzo sia degno di essere preso in considerazione. Sono convintissimo che la
stragrande maggioranza dei «testimoni di Geova» sono estremamente
ignoranti sul Cristo e sulla sua missione. Se fosse permesso loro di consultare
la fonte illuminata della Bibbia, la cosa andrebbe molto diversamente. Resta il
grande rischio di ritrovarci nella più strepitosa eresia dell’arianesimo.
Tutti i primi cristiani si sono battuti fino alla morte per portare a galla la
completa
umanità del Cristo. Se il Cristo, infatti, fosse venuto non nella carne come
te e me, sarebbe stato un imbroglio e vana sarebbe la nostra presunta salvezza.
«Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso
sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto
in tutti» (1 Corinzi 15,28). Questo testo, comunque, viene incontro molto a
chi dovesse ancora avere dei dubbi. In esso, infatti, è mostrato che il Cristo,
avendo riportato al suo originale progetto divino l’intero universo, compiendo
così il mandato, al quale si era offerto avanti la formazione dell’uomo, adesso
si siede alla destra del Padre, portando su di sé le cicatrici, che
testimonieranno per l’eternità il costo della salvezza umana e dell’ordine
universale. Non credere quindi a Cristo che, per sua libera scelta, rinunzia
alla maestà per vivere e morire da uomo, non trova quindi alcun posto nella
redenzione umana. «Poiché molti seduttori sono usciti per il mondo, i quali
non riconoscono pubblicamente che Gesù Cristo è venuto in carne. Quello è
il seduttore e l’anticristo» (2 Giovanni 1,7). «Da questo conoscete lo
Spirito di Dio: ogni spirito, il quale riconosce pubblicamente che
Gesù Cristo è venuto nella carne, è
da Dio» (1 Giovanni 4,2). «Ora, l’animo mio è turbato; e che dirò? Padre,
salvami da quest’ora? Ma è per questo che sono venuto incontro a quest’ora»
(Giovanni 12,27). Che il Signore, nostro Dio, illumini il cammino di quanti lo
cercano onestamente e senza pregiudizi. {09-12-2010}
12. {Autori
vari}
▲
■
Daniele Sambasile: Quando un
uomo prega, si trova alla presenza di Dio, ma tutto ciò avviene grazie a Gesù,
perche Dio lo ha sacrificato, affinché che tramite Gesù possiamo andare al Padre
ed essere suoi figliuoli. Infatti, il nostro Dio è meraviglioso e la sua
misericordia non finisce mai; e questa riappacificazione fra Dio e l’uomo e
stato pagato a caro prezzo col sangue di Gesù. Grazie a Gesù, possiamo
andare al Padre; quindi, ogni richiesta, ogni supplica al Padre si fa nel nome
di Gesù, che e benedetto in eterno. {07-12-2010}
■
Daniele Guadagnino:
Pace a tutti. Tommaso chiamò Gesù «Signor mio e Dio mio». Stefano, prima di
morire lapidato, disse: «Signore Gesù nelle tue mani rimetto il mio spirito».
Sono sicuro che pregare Gesù è come pregare il Padre. Dio vi benedica.
{08-12-2010}
■
Salvatore Paone: Gli
apostoli avevano nella loro mente ben distinte le tre Persone della
Deità, inoltre avevano capito che ognuna di Loro aveva un ruolo diverso,
pur essendo lo stesso Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo). Ad ogni modo, credo
che Dio non rifiuta assolutamente una preghiera rivolta direttamente a Gesù
con un cuore sincero. Ricordo che, all’inizio della mia conversione, prima che
capissi bene come pregare, mi rivolgevo direttamente a Gesù; anche da piccolo
era la stessa cosa. {08-12-2010}
■
Antonio Capasso: Invocare il
nome di Gesù, il suo aiuto e la sua assistenza, è del tutto
legittimo. Pregare «Gesù ascolta questa preghiera che rivolgo a te nel nome
di Gesù», mi sembra un po’ strano. Le richieste sono rivolte a Dio Padre,
così come insegna anche il «Padre nostro», nel nome di Gesù, per mezzo
dello Spirito Santo.
{08-12-2010}
■
Michele Attruia: A chi più
ha ricevuto, più sarà richiesto; sarà richiesto poco a chi ha ricevuto poco. Qui
sta la pazzia e la straordinarietà del Vangelo e il segreto del rapporto
personale ed esclusivo con Dio. Grazie, Signore (Dio, Padre), per averci
amato e dato il tuo amato e unigenito Figlio, il nostro Signore Gesù Cristo,
il Messia, l’Unto, il Salvatore. Grazie! {08-12-2010}
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Samuele Maodda: Il tema qui
è, se è corretto invocare il nome di Gesù. Pertanto mi permetto di dire che è
perfettamente corretto, in quanto nella stessa Parola di Dio ci sono chiari
esempi d’invocazioni al nome di Gesù.
Per quanto riguarda lo Spirito Santo c’è
una discussione ad hoc. Se qualcuno vuole discutere quella, si sposti in quella
e manteniamo ordine. [►Pregare
lo Spirito Santo?; ►
Spirito Santo e preghiere a Lui rivolte]
[...] {09-12-2010}
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Francesco Lauretta: Scusate
la mia ignoranza, ma Gesù non disse: «In verità, in verità vi dico
che quel che
chiederete al Padre, Egli ve lo darà nel nome mio»? (Gv
16,23). Personalmente mi rivolgo in preghiera sempre al Padre Celeste e
concludo: «Tutto ti chiedo nel nome di Gesù». {Luisa;
10-12-2010}
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Daniela Cianni:
Dio ha dato suo Figlio
per noi e gli è piaciuto far dimorare in Lui tutta la pienezza della sua Deità e
di riconciliare a sé ogni cosa per mezzo di Gesù. Dio ama chi ama suo Figlio e
chi lo invoca. Oggi io chiedo molto al Padre nel nome di Gesù, perché ho
scoperto l’amore del Padre, ma per tanti anni ho invocato solo Gesù e
sono stata ascoltata e molte volte esaudita. Il Padre, il Figlio e lo Spirito
Santo hanno ruoli diversi, ma sono uniti, perché l’amore unisce, mentre
la divisione è nel mondo. {18-12-2010}
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Invocare_Gesu_OiG.htm
07-04-2007;
Aggiornamento: 19-12-2010
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