1. La singolare
escatologia
Qui di seguito discutiamo l’articolo «Un
falso evangelo escatologico» di Sergio Corona (ps.). Come abbiamo visto, il mio
interlocutore afferma che Satana verrà slegato, dopo il regno messianico,
per avere un’altra possibilità di ravvedimento. Partendo da questo
assunto deficitario e da un’immagine di Dio di parte, basata solo sull’amore,
conclude che Dio darà anche agli uomini un’altra possibilità di
ravvedimento durante il giudizio finale. A tutto ciò abbiamo risposto con
osservazioni e obiezioni, mostrando l’inconsistenza di tali argomenti e di tale
singolare «evangelo escatologico».
2. Il riformatore
dai tratti sincretistici?
In un testo messo in rete da Sergio Corona (ps.), egli si presenta come «riformatore» e, come tale, pretende di aver fondato una denominazione
fuori del comune e che, almeno nelle sue intenzioni, abbraccerà tutte le altre,
anche gruppi di frangia come i Mormoni! Egli parla del «Credo di una Chiesa
non parificabile o paragonabile a nessun’altra Chiesa nel mondo. La Chiesa
in questione è la “Chiesa evangelica universale (Riformata)”». Inoltre, afferma:
«Ritengo sia doveroso significare, che i facenti parte della Chiesa Evangelica
Universale (Riformata) siano persone di diversi culti religiosi. Tra questi,
Cattolici, Laici in generale, Evangelici, Ortodossi, Mormoni, comunque
facenti parte della massa che proclama “Cristo Gesù unico Salvatore e Figlio di
Dio”». {20-12-2014} Tutto si commenta da solo. Certo non si capisce che cosa
siano i «Laici in generale» e se costui sappia veramente che cosa siano i
Mormoni e che cosa credano, tanto da metterli nello stesso calderone
sincretistico con gli altri.
Staremo a osservare la grande «riforma» di chi argomenta spesso col falso
sillogismo, di chi pensa di poter decidere lui che cosa sia la Parola di Dio e
che cosa debba fare Dio e di chi vuol mettere insieme religioni
e denominazionali, per creare la super-denominazione diversa da tutte e
onnicomprensiva. A quando un nuovo «papa» sincretista?
3. Nota di aggiornamento:
Nel mese di novembre 2018, il mio interlocutore mi telefonò chiedendomi di togliere il suo nome dagli scritti, che lo riguardavano, e dicendomi di aver rivisto il suo pensiero, che
affermava a suo tempo. Ecco come si è espresso, tra altre cose, in una lettera: «Mi chiedi giustamente cosa ho capito rispetto alle cose
“errate” che ho avuto modo di affermare nell’anno 2014, e umilmente confermo di aver diffuso opinioni contro dottrina.
Più precisamente, e questo anche grazie a te, ho capito che non è dottrinale insegnare cose che vanno contro le Sacre Scritture, e che tanto ancora meno queste possano essere considerate
“rivelazioni dello Spirito Santo” in quanto Egli (lo Spirito Santo) lavora per Dio e non contro Dio.
Lo Spirito Santo non abroga mai il “Verbo”.
Mi pento, ero pieno di me stesso, ho sbagliato tanto!» (18/11/2018). Per questo,
pur lasciando intatti gli scritti, che lo riguardano, gli ho dato uno pseudonimo
(Sergio Corona); il suo nome e il suo cognome resteranno quindi il nostro comune
segreto.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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1. {Sara
Iadaresta}
▲
■
Contributo:
Quante eresie dovrò ancora imparare in questo mondo?! {15-12-2014}
■
Sergio Corona (ps.):
1.
Conoscerai sicuramente molte eresie, come tutti. Il danno «cristiano»
peggiore è stato quello di chiudere Dio dentro un libro, che l’uomo si è
rilegato da se stesso. Parlare di «eresia», quando si è coscienti di conoscere
«in parte», è errato! {15-12-2014}
2. Un Dio, che chiede ai suoi figli di
perdonare infinitamente, può essere un Dio che espleta il contrario? La
sicura distruzione di Satana e di chi lo avrà seguito, è sicuramente una
profezia veritiera; chi la contesta? Satana verrà distrutto per la sua scelta,
non per l’incapacità di Dio di perdonare! Ho detto e lo ripeto di nuovo con il
presente post: «Dio è amore» (1 Gv 4,8). {15-12-2014}
▬
Nicola Martella:
1. Vedo che un primo problema si basa sulla concezione della
Scrittura di Sergio Corona (ps.): Dio non ci ha detto tutto ciò, che serve; la
Bibbia è un prodotto umano. Questa è una tipica posizione critica e
liberale. E siccome conosciamo in parte (ed è vero), ciò è per lui un
lasciapassare, per speculare a suo arbitrio!
2. È come se non avessi per nulla
scritto l’articolo! Egli ritorna sulle sue vecchie tesi, polarizzando Dio
nuovamente sull’amore e sul perdono e tralasciando la verità, la
giustizia e il giusto giudizio venturo. Egli crede veramente che Satana avrà
un’altra possibilità! Poi, aggiunge anche una presunta «sicura distruzione
di Satana» e del suo seguito. Anche questa è una falsa dottrina, tipica del
vetero-avventismo, del geovismo e di altri distruzionisti, secondo cui lo Stagno
di fuoco non sarà eterno, ma annienterà quanti verranno gettati in esso (cfr.
però Mt 25,41; Ap 20,10).
2. {Donatella
Nancy Festa}
▲
■
Contributo:
Sergio Corona (ps.) non legge bene la Bibbia e l’Evangelo. Sta scritto che le cose,
che Dio ha ritenuto necessarie, che restassero scritte, lo sono, affinché
noi crediamo nel nome del Signore Gesù Cristo (Gv 21,25; 1 Gv 1,3). Paolo
sottolinea che nessuna Scrittura proviene da «vedute particolari»,
ma che degli uomini hanno parlato, perché sospinti dallo Spirito Santo,
per volontà di Dio. Questo chiude la bocca a tutti quelli, che pensano che la
Bibbia è stata scritta per iniziativa e fantasia dell’uomo. Bisogna tener
presente, inoltre, che ogni tradizione orale, rischia col tempo di
diventare impoverita del suo iniziale significato, proprio perché col tempo e
con i racconti (spesso arricchiti di particolari aggiunti) perde l’originalità
della fonte primaria. Non è così per la forma scritta che, grazie a Dio,
può contare su una forma impressa in maniera statica e definitiva (lo scritto)
in una determinata epoca (partendo dall’origine fino alle forme successive) e
può essere facilmente verificata da tutti coloro, che ne hanno competenza. Se le
persone si allontanano da uno scritto voluto e ispirato da Dio e si affidano
alle proprie visioni carnali, travisando e negando l’autorità di Dio
nelle Scritture, rischiano di essere una falsa copia di Spirito Santo a sé
stessi. Ossia sono profeti delle loro visioni false. {15-12-2014}
Dire che conosciamo in parte, non vuol dire che abbiamo il permesso di
aggiungere a nostro piacimento quello, che ci pare (cfr. Ap 22,18). Anzi!
Piuttosto la responsabilità del buon testimone è quella di riportare
fedelmente le parole del suo Signore, senza aggiungere né togliere, per essere
un operaio che tagli con rettitudine la parola di verità. {15-12-2014}
■
Sergio Corona (ps.):
Donatella Nancy Festa, comincio con il chiederti di «tacere». Secondo le
imposizioni paoline o meglio, di quel Paolo che citi. Tagliare la Parola alla
vostra maniera è semplice. Se tu fossi più preparata al riguardo, sapresti che
neanche l’ordine cronologico della Bibbia è corretto! Vi sono attuali
movimenti «evangelici» non addirittura trinitari; essi parlano addirittura di
testi originali, di cui non hanno mai preso visione e tanto meno sanno dove
siano riposti. Il problema è che il mondo protestante libero ha letteralmente
archiviato il Vangelo, scambiando lo stile di vita cristiana «paolina»
con il Vangelo di Gesù Cristo, il Nazareno. Presto uscirà anche il mio articolo,
che parlerà per l’appunto tanto di come, nel mondo evangelico, il Vangelo è
praticamente «morto». {15-12-2014}
■
Antonio Capasso:
L’ingiunzione alle donne di
tacere (1 Cor 14) riguarda l’assemblea, non Facebook. È meglio che
lasciamo perdere: correggerti biblicamente su questo, dopo le panzane che spari,
mi sembra superfluo! {15-12-2014}
▬
Nicola Martella:
Sergio Corona (ps.), per favore evita frasi come «Comincio con il chiederti di “tacere”».
Tali cose non le tollero sulle piattaforme di Internet, che gestisco io. Io
considero Donatella Nancy Festa molto saggia e piena di discernimento
biblico in tutti i suoi contributi, che ha scritto nel tempo nelle discussioni
aperte per il mio sito. Quindi, astieniti da tali apprezzamenti e ingiunzioni,
che non ti spettano. Inoltre il tuo ultimo post (e non solo quello) è a tratti
incomprensibile, a causa della grammatica e della sintassi
insufficienti. Ad esempio, la locuzione «movimenti “evangelici” non addirittura
trinitari» in italiano non significa nulla. Comprendo che, vivendo all’estero,
puoi aver perso un po’ della sensibilità linguistica; proprio per questo,
dovresti avere maggiore accortezza in ciò che scrivi e come lo scrivi.
Quanto alla valutazione, che fai della sacra Scrittura, sminuendo alcuni
scritti a differenza di altri (questa è critica interna), questa tua opinione
non dobbiamo condividerla per forza, anzi ce ne dissociamo assolutamente.
Contrapporre gli
scritti paolini agli Evangeli, mostra che si segue il metodo critico, che
non ha alcun rispetto della sacra Scrittura quale Parola di Dio. Pietro aveva
una grande stima degli scritti di Paolo e parlò degli «uomini ignoranti e
instabili [che li] travisano a loro perdizione, come anche le altre Scritture»
(2 Pt 3,15s). Fa’ che non debba essere tu uno di quelli.
3. {Rita Fabi}
▲
■
Contributo:
Uno degli aspetti di Dio, oltre all’amore, è la sua ira, e la sua
giustizia. «L’Eterno è un Dio geloso e vendicatore; l’Eterno è
vendicatore e pieno di furore. L’Eterno si vendica dei suoi avversari e conserva
l’ira per i suoi nemici. L’Eterno è lento all’ira e grande in potenza, ma non
lascia affatto impunito il malvagio... Chi può resistere davanti alla sua
indignazione e chi può sopportare l’ardore della sua ira? Il suo furore è
riversato come fuoco, e le rocce sono da lui frantumate. L’eterno è buono, una
fortezza nel giorno dell’avversità; egli conosce quelli che si rifugiano in lui.
Ma... i suoi nemici saranno inseguiti dalle tenebre» (Nahum 1,2-8). Questo è
forse il linguaggio dell’Antico Testamento?
L’attesa di
Paolo è che il Signore Gesù appaia un giorno, «in un fuoco fiammeggiante,
per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non
ubbidiscono all’Evangelo del nostro Signore Gesù. Essi saranno puniti di eterna
rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza,
quando verrà per essere in quel giorno glorificato nei suoi santi» (2 Ts.
1,8ss). Già questo basta da solo a ricordarci che le parole di Nahum non sono
una caratteristica del solo Antico Testamento.
L’uomo moderno non ama pensare a Dio in termini di collera, d’ira e di
giudizio. Gli piace modellarsi un Dio secondo le proprie preferenze e
attribuire a Dio le caratteristiche che vorrebbe fargli avere. Cerca di rifare
un Dio, che si conformi ai suoi profondi desideri e che lo faccia sentire a suo
agio nei propri peccati. Questo «dio» moderno ha gli attributi dell’amore, della
misericordia e del perdono senza quello della giustizia. Ciò significa
l’inesistenza di condanna e di punizione per il peccato. Dio è ricostruito
secondo i principi della tolleranza, dell’amore che abbraccia tutti, e del
benvolere universale.
Se la Bibbia insegna qualcosa, questa è che Dio giudicherà l’uomo.
Gesù ammonì ripetutamente che vi sarebbe stato un giudizio: «Nel giorno
del giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà più tollerabile della vostra»
(Matteo 11,22). «D’ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini
renderanno conto nel
giorno del giudizio» (Matteo 12,36). «Il Figlio dell’uomo manderà i
suoi angeli, che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli
operatori d’iniquità, e li getteranno nella fornace del fuoco. Qui ci
sarà il pianto e lo stridore dei denti» (Matteo 13,41-42). «Ma non v’è
niente di coperto che non abbia a essere scoperto, né di occulto che non abbia a
esser conosciuto» (Luca 12,2). «Il Padre non giudica alcuno, ma ha dato
tutto il giudizio al Figlio» (Giovanni 5,22).
In tutto il Nuovo Testamento gli apostoli insegnavano che sarebbe venuto
un tempo di giudizio: «Ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il
mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo ch’Egli ha stabilito» (Atti 17,31).
«Tu invece, seguendo la tua durezza e il tuo cuore impenitente, t’accumuli un
tesoro d’ira, per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio
di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere» (Romani 2,5-6). «A
voi che siete afflitti, requie con noi, quando il Signor Gesù apparirà dal cielo
con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta
di coloro, che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono all’Evangelo
del nostro Signor Gesù» (2 Tessalonicesi 1,7-8). «È stabilito che gli
uomini muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio» (Ebrei
9,27). «Una terribile attesa del giudizio e l’ardore d’un fuoco, che
divorerà gli avversari» (Ebrei 10,27). «Essi renderanno ragione a colui,
ch’è pronto a giudicare i vivi e i morti» (1 Pietro 4,5). «E i re della
terra e i grandi e i capitani e i ricchi e i potenti e ogni servo e ogni libero
si nascosero nelle spelonche e nelle rocce dei monti; e dicevano ai monti e alle
rocce: “Cadeteci addosso e nascondeteci dal cospetto di Colui, che siede sul
trono e dall’ira dell’Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua
ira e chi può reggere in piedi?» (Apocalisse 6,15-17).
Questi sono solo alcuni delle centinaia di passi che si potrebbero citare, a
indicare che
vi sarà un giudizio e che allora ciascun uomo vissuto su questa terra sarà
chiamato, e che nessuno sfuggirà! La Scrittura contiene numerosi ammonimenti
circa quel gran giorno a venire, quel giorno di giudizio. Questo sarà il giorno
profetizzato in Proverbi 1,24-31: «Ma poiché, quand’ho chiamato avete
rifiutato d’ascoltare, quando ho steso la mano nessun vi ha badato, anzi avete
respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere,
anch’io mi riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi
piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta,
quando la sventura v’investirà come un uragano, e vi cadranno addosso la
distretta e l’angoscia. Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi
cercheranno con premura ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la conoscenza
e non hanno scelto il timor dell’Eterno e non hanno voluto sapere dei miei
consigli e hanno disdegnato ogni mia riprensione, si pasceranno del frutto della
loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli».
In quel gran giorno gli uomini si rivolgeranno a Dio chiedendogli misericordia,
ma sarà
troppo tardi. In quel giorno gli uomini cercheranno Dio, ma non potranno
trovarlo. Sarà troppo tardi. È questo il giorno di cui parlava Gesù nel «Sermone
sul monte», quando diceva: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà
nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti
mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi
profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo
molte opere potenti?”. E allora dichiarerò loro: “Io non vi conobbi mai;
dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità”» (Matteo 7,21-23).
{15-12-2014}
▬ Nicola
Martella: Chiaramente sono d’accordo sul
succo del discorso. L’AT e il NT, i profeti, Gesù e gli apostoli, tutti loro
concordano che vi sarà un giorno del giudizio e che esso sarà secondo le
opere effettive praticate dagli uomini, quando erano in vita. Questa è l’armonia
della Scrittura. Non esiste solo amore e misericordia, ma anche verità e
giustizia; e viceversa. Non c’è solo la chiamata a salvezza, ma anche la
condanna eterna di coloro, che in vita hanno rifiutato l’atto di grazia. È vero,
il modernismo preferisce costruirsi un «Dio innocuo», fatto secondo i
propri sentimenti.
Facendo un discorso del
genere, perché i lettori seguano e non si perdano per il potpourri
di brani citati, si fa bene a non scrivere un contributo troppo lungo;
basta citare per esteso solo i brani chiave, mettendo il riferimento degli altri
tra parentesi. Oppure in un discorso organico, si possono citare soltanto parti
di versi centrali.
Altra cosa è affermare: «Questo
sarà il giorno profetizzato in Proverbi 1,24-31». Solo i profeti
proclamano; i sapienti insegnano, ma non profetizzano. In tale brano non parla
Dio, ma la sapienza personificata. Essa non parla del giudizio escatologico, ma
dei giudizi nella vita degli stolti su questa terra. Quindi meglio non
confondere pere con mele.
Con tali premesse, il tutto risulta un discorso
scritturalmente condivisibile.
4. {Mario
Russo}
▲
■
Contributo:
Sergio Corona (ps.) ha bisogno di conoscere Gesù. Scrive un sacco di eresie.
{15-12-2014}
■
Roberta Sbodio: Caro Sergio
(ps.),
supplica Dio di rivelarsi a te, di rivelarti la Bibbia... finché sei in tempo.
{15-12-2014}
■
Davide Marazzita: Io non
sono sorpreso di un atteggiamento tipico da santa inquisizione, che si
sta esprimendo nei confronti di Sergio Corona (ps.). Chiaramente posso
dissentire da lui, se veramente sono quelle le sue conclusioni, come
dissento da chi professa la dottrina della prosperità, o chi afferma che Dio non
è trino, o chi asserisce che bisogna tornare all’osservanza dello shabbat. Il
mondo evangelico è pieno d’idee anche assurde. Ma
mai mi permetterò
di esortare, supplicare dio, affinché gli riveli la bibbia, o che ha bisogno di
conoscere Gesù. Chi siete, per fare simili affermazioni? Di quale
autorità siete investiti per giudicare il tale modo?
Nicola Martella ha lanciato un tema, da cui chiaramente lui prende le
distanze; ma vorrebbe che ci fosse la capacità intellettuale, oltre che
spirituale, per discutere le proprie convinzioni e non semplicemente fare
monologhi lunghi metri e metri di parole con prefissi e suffissi biblici,
molte volte estrapolate dai loro contesti, solo per fare dire alla Bibbia,
quello che si pensa sia giusto. Ripeto, non concordo con la linea di
Sergio Corona (ps.), ma ancor di più con chi fa inquisizione! {15-12-2014}
▬ Nicola Martella:
Pressoché per ogni articolo apro un tema di discussione, per permettere un sano
e pacato dibattito; tuttavia, non sempre trovo interlocutori disposti a
ciò, poiché alcuni si limitano ai «mi piace» o a esprimere luoghi comuni.
Certo neppure io amo i
monologhi, ma il confronto delle idee; non amo le lunghe liste di versi
biblici, ma un ragionamento organico. Tuttavia, meglio colui, che fa almeno lo
sforzo di analizzare la Bibbia su un certo tema, invece di coloro, che si
dilettano a sparare sentenze. In ogni modo, se si afferma che qualcuno abbia
citato brani fuori contesto, bisogna indicare quali e perché, per evitare
accuse gratuite, come quella di affermare che qualcuno abbia fatto dire alla
Bibbia ciò, che ha voluto. Anche affermare cose del genere, potrebbe essere
un’ingiustizia, se non si prova nel merito ciò, che si afferma! Si veda sopra la
mia risposta a Rita Fabi: quando si ritiene che qualcuno ha sbagliato in
qualcosa, bisogna indicare per filo e per segno dove e in che cosa.
Non amo neppure i sinedri,
che sentenziano, ma una franca e rispettosa discussione. Tuttavia, non si può
neppure mettere la museruola ai lettori, che esprimono irritazione,
scandalo, protesta, esortazione e quant’altro. Ognuno ha il suo modo per
filtrare le cose e per reagire.
Perciò, invece di questa
controreazione
agli atteggiamenti e alle reazioni altrui, avrei preferito che Davide
Marazzita andasse oltre e che prendesse direttamente posizione sulla
questione, che si sta dibattendo. So che egli stesso è passato per personali
sinedri e inquisizioni (come per altro io stesso), e forse per questo reagisce
qui in modo così veemente. In ogni modo, meglio vederlo partecipe,
sebbene reattivo, che non vederlo per nulla… come
per gli altri.
5. {Michele
Granato}
▲
■
Contributo:
Mi limito solo a sottolineare che chi pensa, crede e insegna che alla fine
tutti, pentiti e non pentiti, verranno salvati, sta affermando
esplicitamente come sia assolutamente assurdo pensare che la Bibbia, quando
rivela la fine orrenda
del diavolo e dei suoi angeli nello stagno di fuoco tormentati in eterno, non
stia affatto affermando la verità, ma stia dicendo solo delle fandonie.
{15-12-2014}
■
Sergio Corona (ps.): Michele,
io non intendo questo. Io non ho mai detto che il diavolo non sarà
distrutto per sempre, non sarebbe biblico! La Bibbia afferma la sua
distruzione. {15-12-2014}
■
Michele Granato: Sergio
Corona (ps.), mi fa piacere il fatto che tu non credi in questo. Probabilmente la
questione verte invece sul fatto, che tu credi che Dio possa offrire la
possibilità di
ravvedimento salvifico anche dopo la morte fisica? Sì o no?
{15-12-2014}
■
Sergio Corona (ps.):
Nessuno
sa concretamente come si comporterebbe Dio, se il diavolo gli si
prostrasse dinanzi e pentendosi riconoscesse Gesù. Nessuno conosce o può
ammaestrare Dio. La Parola dice
che sicuramente ciò non accadrà, o ancor meglio, dice che il diavolo e
coloro che lo hanno seguito saranno sterminati per sempre. Io dico solo
che, con questo strano esempio, evidenzio che nessun credente può dar limiti
alla bontà di Dio. Non ho mai detto che accadranno cose contrarie alla
Parola. {15-12-2014}
■
Davide Marazzita: Questo è
diverso, è un po’ azzardato, forse facilmente male interpretato, ma ci si può
ragionare. È vero che a Dio non gli si può dar limiti quanto alla
bontà, alla misericordia e all’amore (se ha salvato uno come me, potrà
salvare davvero chiunque), ma è altresì vero che non si può porre limiti alla
sua giustizia
e alla sua santità. {15-12-2014}
■
Sergio Corona (ps.):
Chiaramente no! Io non discuto il percorso della santità. Per veder Dio
la santità occorre, ma lo ritengo un percorso individuale. Non posso pensare
minimamente che il
ladrone portato da Gesù subito in paradiso, possa aver condotto una vita
«santa». Fu il vero episodio, in cui Dio non ebbe limiti ad amare. La regola
dimenticata ormai è ancora la seguente: Atti 16,31. {15-12-2014}
■
Michele Granato: Beh, allora
hai «semplicemente» utilizzato un esempio in modo biblicamente inappropriato.
Non c’è bisogno di evidenziare l’evidente, cioè che la grazia salvifica
di Dio è disponibile per chiunque, che pentendosi chiede perdono a Dio. Non puoi
usare ciò per un esempio biblicamente errato, cioè per una cosa che per profezia
non potrà mai avvenire, cioè il pentimento di Satana. Né tantomeno sarà
possibile salvarsi, pur pentendosi, dopo la morte fisica. {15-12-2014}
■
Davide Marazzita: Se sono
esempi, rimangono esempi. Domenica scorsa, predicando, ho affermato che, se
Gesù venisse oggi, sarebbe cacciato proprio dalle nostre chiese; ma Gesù potrà
mai venire oggi come duemila anni fa? No di certo! Era solo un esempio,
un’iperbole. Paolo affermava che anche se avesse, o conoscesse, ma mai e poi mai
avrebbe potuto avere e conoscere tutto. Era un esempio, un iperbole. Una
mente intelligente deve saper distinguere. Io non ho letto tutto il pensiero di
Sergio (ps.) e nemmeno lo conosco, ma si deve imparare, come spesso esorta Nicola, a
leggere prima, riflettere e forse poi parlare. {15-12-2014}
■
Sergio Corona (ps.): Continui a
insistere che, dopo la morte terrena, Dio non abbia mai dato
altre chance. {15-12-2014}
■
Davide Marazzita: Sergio
(ps.), il
post mortem
è un tema delicato, su cui nella Bibbia non c’è chiarezza. È importante quello,
che si decide ora secondo la propria volontà, piuttosto che chiedersi
cosa mai potrà accadere dopo. Resto convinto che i giochi si fanno
fintantoché c’è vita, dopo c’è l’eternità che aspetta... e il giudizio.
{15-12-2014}
■
Michele Granato: Sergio
(ps.) io
non ti attacco. Se discuto con tutti voi e con te, lo faccio per amore di
argomento. Comunque, l’esempio del ladrone penitente, che pur non avendo
condotto una lunga vita pratica di santità, non annulla il fatto che egli si sia
salvato giusto in tempo, cioè solo perché si è pentito e ha confessato prima
della sua morte
fisica. Resta inoltre il fatto che l’atto pratico di un comportamento santo
era proprio quell’atto interiore di pentimento ed esteriore di confessare e
chiedere a Gesù di ricordarsi di lui, quando sarebbe venuto nel suo regno.
Magnifica sintesi di vera santità pratica. {15-12-2014}
■
Sergio Corona (ps.): Hai
ragione Davide, ma io non sopporto come molti agiscono, come se debbano giudicar
loro al posto di Dio. Io ho posto il diavolo in questione, per toccare proprio
il vertice del caso, sempre relativamente all’imprevedibilità di Dio.
Molti chiudono Dio dentro un cassetto mentale, che si costruiscono da soli. Sia
fatto loro secondo la loro fede. Attribuiscono inconsapevolmente debolezza a
Gesù, privandosi di tanti miracoli. {15-12-2014}
■
Michele Granato: Sergio
(ps.),
Gesù dopo la sua morte fisica è andato in spirito a proclamare l’Evangelo
come annuncio della sua vittoria sopra la morte, e probabilmente un
cambiamento qualitativo del luogo di dimora dei morti già salvatisi in vita.
Resta comunque che quell’annuncio, fatto da Gesù nel soggiorno dei morti, non
era un annuncio per dare salvezza a degli
impenitenti, qualora si fossero pentiti dopo la morte fisica; ma era solo un
annuncio di vittoria sopra la morte fisica quale buona notizia e primizia in
Cristo verso coloro che, pur morti, ma già credenti e salvatisi in vita,
avrebbero esperimentato concretamente alla resurrezione finale.
{15-12-2014}
6. {Nicola
Martella}
▲
Come si vede nel punto precedente (ma nessuno se ne è accorto?!), Sergio
Corona (ps.) insiste nuovamente sul fatto che il diavolo sarà distrutto per
sempre, sì sterminato insieme a quanti lo seguono, creando un pieno
contrasto con l’escatologia biblica; rimando a quanto già detto da me sopra.
Si comincia a dire che nessuno sa ciò, che Dio
fa o farebbe,
nessuno conosce Dio fino in fondo né può dare limiti
limiti alla bontà di Dio. Poi, però si specula su ciò che Dio potrebbe
e dovrebbe fare; e lo si ripete tante volte, che ci si convince che Dio darà
occasione di ravvedimento, oltre che a Satana, anche agli empi durante il
giudizio universale. Questa argomentazione speculativa si chiama «falso
sillogismo».
Si cita l’episodio del ladrone in croce, ma si
dimentica che egli era ancora in vita su questa terra, quando si ravvide.
Darebbe Dio anche all’altro ladrone di ravvedersi ancora durante il
giudizio universale? Secondo la logica e l’ipotesi di Sergio Corona (ps.) , sì.
Inoltre, non si capisce proprio che c’entri Atti 16,31 («Credi nel Signor
Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua») e perché essa dovrebbe essere una
regola! Se fosse tale, starebbe in contrasto con le parole di Gesù riguardo
ai convertiti: «I nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua» (Mt
10,24-38). Come si vede, si salta di palo in frasca. Poi si passa alla
«corona», a «Gesù dopo la morte», «all’imprevedibilità di Dio», ai
«miracoli» e così via; sembra che tutto faccia brodo, per rendere
appetibile una tesi, di cui nella Scrittura non c’è la pur minima ombra.
7. {Italo
Strani}
▲
■
Contributo:
«Quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato»
(Giovanni 16,11). {16-12-2014}
▬
Nicola Martella:
Grazie di averci ricordato questo brano. Il verbo, che qui ricorre, è
krìno nel pf. ind. pass. 3a sing. (kékritai). Il passivo
intende che è Dio ad aver giudicato il «principe di questo mondo»; il
perfetto intende che tale azione è già avvenuta nel passato e ha un valore
anche nel presente, non essendo cambiato nulla al riguardo in tale verdetto.
Quindi, non c’è alcuna possibilità di mutare tale editto divino, essendo esso
già definitivo e irrevocabile. Ciò avvalora ancora di più la convinzione
biblica, secondo cui per Satana e i suoi angeli non c’è alcuna altra
possibilità, perché si pentano e si salvino. Quindi, contrariamente alle
affermazioni di Sergio Corona (ps.), Satana (= «avversario» [di Dio]) non verrà
sciolto, alla fine dei tempi, per avere un’altra occasione di ravvedimento,
ma solo perché «il seduttore di tutto il mondo» (Ap 12,9) seduca le
nazioni (Ap 20,7s; cfr. v. 3). Poi, il diavolo, che le aveva sedotte, fu
gettato nello Stagno di fuoco e di zolfo (v. 10). Non bisogna andare
oltre a ciò, che è scritto (1 Cor 4,6), né aggiungere o togliere
dalla Scrittura, per evitare le sanzioni pesanti divine (Ap 22,18s).
■
Italo Strani:
Ho messo tale brano, solo perché Gesù ne ha già parlato; per cui chiunque dice
il
contrario, è un falso e contro di Lui. [...]
Io so una
cosa sola, che è certa su qualunque interpretazione umana, ed è che Gesù solo
dice la verità, in quanto lui stesso è la verità. E Gesù ha asserito ai suoi
tempi che: «Quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato
giudicato» (Giovanni 16,11). Ciò significa che satana è già stato
giudicato, e per cui, non vi è nessun’altra possibilità, che possa mai
più avere il perdono. E per quanto riguarda il fatto che dopo mille anni
viene sciolto, è perché serve a Dio, per poter vagliare altri, affinché si
sappia e si riconosca chi è con Lui e chi è contro di Lui. Satana
s’immaginava che con la crocifissione del Signor Gesù potesse mettere
fine per sempre all’opera di Lui, e disperdere i suoi seguaci, confermando così
più che mai il proprio suo potere sui corpi e sulle anime dei mortali. Ma per
l’appunto dalla morte di Cristo in poi ebbero inizio la sconfitta e il giudizio
di Satana; e dalla Pentecoste in poi lo Spirito ne rende convinti gli uomini,
sia che questo convincimento giovi alla loro salute, sia che serva a indurire
maggiormente i loro cuori.
Le parole «il principe di questo mondo è stato giudicato», o condannato,
hanno senza dubbio lo stesso senso che quelle di Giovanni 12,31: «Ora avviene
il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di
questo mondo». Gesù stava parlando della sua prossima morte, quando
pronunciò tali parole. In entrambi i passi, il senso chiaramente è: con la morte
di Cristo, il principe di questo mondo è giudizialmente rovesciato e
condannato a perdere il suo potere. In quel modo, egli si può dir cacciato dal
dominio, che aveva usurpato su coloro, i quali, credendo nel Figlio di Dio, sono
fatti «giustizia di Dio in Lui», e perciò più non temono il potere di
Satana. Quella invisibile rivoluzione, di cui la croce è il principio, ed i cui
effetti si estendono all’universo intero, è rivelata su tutta la terra mediante
la venuta dello Spirito; e ogni peccatore, che è strappato a Satana e rigenerato
dallo Spirito, è il monumento della condanna oramai pronunziata su colui,
che in altri tempi si chiamava il principe di questo mondo. La consumazione di
questo giudizio, lo Spirito stesso la ricorda con le seguenti parole: «E il
diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo,
dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno
e notte, nei secoli dei secoli» (Apocalisse 20,10). {16-12-2014}
8. {Sergio
Corona (ps.)}
▲
■
Contributo:
Buon giorno Dott. Nicola Martella. Ci tengo a ringraziarla pubblicamente, poiché
ritengo i suoi articoli un grande strumento di divulgazione del credo della
«Chiesa Evangelica Universale (riformata)». {20-12-2014}
■
Rosanna Scanzano: Caro
Sergio (ps.), il tuo linguaggio strafottente m’irrita, non è parlare di pastore di
anime ma, col rispetto parlando, da porcaro. Chi sei tu per riformare la chiesa?
Solo perché porti il colletto bianco? Non entrate voi nel regno dei cieli e non
fate entrare neanche coloro, che vorrebbero entrare. {20-12-2014}
■
Luigi Avella: Beh, se come
dice sopra Sergio Corona (ps.), ritenere gli articoli depositati nel sito di «Fede
controcorrente», un grande strumento di divulgazione del Credo, ai suoi seguaci
potrebbero aprirsi gli occhi di colpo; spero possano leggere tutto, ma proprio
tutto. Mi sembra un altro
pifferaio magico, penso che la mania sia sempre quella di avere l’ultima
parola su Dio e sui suoi «disegni», proprio alla maniera
mormone. {21-12-2014}
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {Vari e
medi}
▲
■
Gianni Cascato: «Poi il
quarto angelo versò la sua coppa sul sole; e gli fu dato di bruciare gli uomini
col fuoco. E gli uomini furono bruciati dal grande calore e bestemmiarono
il nome di Dio, che ha potestà su queste piaghe, e non si ravvidero per
dargli gloria. Poi il quinto angelo versò la sua coppa sul trono della bestia e
il suo regno fu coperto di tenebre, e gli uomini si mordevano la lingua per il
dolore, e bestemmiarono il Dio del cielo, a causa delle loro sofferenze e
delle loro ulcere, ma non si ravvidero dalle loro opere» (Apocalisse
16,8-11). {15-12-2014}
▬
Nicola Martella:
Hai ragione, ma alcuni possono farti notare che qui si tratta di un giudizio
storico sulla terra,
quindi mentre le persone erano ancora vive. Sergio Corona (ps.) parla oltre del
ravvedimento di Satana, di quello degli uomini dinanzi al giudizio finale,
quindi post mortem. È un’altra cosa. Tuttavia, si può vedere che
gli uomini neppure in mezzo al giudizio storico si ravvidero dalle loro opere,
per dare gloria a Dio, ma bestemmiarono il nome del Dio del cielo a causa
delle loro sofferenze. Tali uomini, che hanno bestemmiato il nome di Dio in
vita, perché dovrebbero ravvedersi dopo la morte, trovandosi nelle sofferenze
dell’Ades? Tuttavia, essi
non avranno altra occasione, poiché il giudizio avviene subito dopo la
morte (Lc 16,19ss; Eb 9,27), mentre al giudizio finale si stabilisce solo
l’entità della sanzione e della pena.
■
Antonina Princi: Qualcuno
dice che, quando la
chiesa verrà rapita, alcuni non vedendo più le persone, poi crederanno,
perché di certo la televisione parlerà del fatto che mancano delle persone.
Essi, pensando all’Evangelo, che gli era stato annunciato riguardo al rapimento,
si convertiranno e alla fine dei tempi andranno pure loro nel cielo.
{15-12-2014}
▬
Nicola Martella:
Le cose, che affermi, non c’entrano col tema in corso. Infatti, fintantoché
si è sulla terra e dura la grazia, gli uomini possono ravvedersi. Tale
autore parla della possibilità che gli empi si convertano durante il giudizio
finale, quindi dopo la risurrezione. Ciò è contrario al messaggio del NT.
■
Alessio Rando:
L’apocatastasi, ossia la dottrina
secondo cui alla fine dei tempi tutti saranno salvati (anche satana e i demoni)
fu sostenuta da Origène d’Alessandria (185-254). Essa è chiaramente una
dottrina fuorviante, che annulla ciò, che dice il NT sulla salvezza.
Incoraggia a vivere in modo licenzioso, perché Dio alla fine non terrebbe
conto di nulla e salverebbe tutti. Questa è un’idea romantica e molto lontana
dalla verità dell’Evangelo, secondo cui solo coloro che hanno fede nel
sacrificio del Messia saranno salvati. Il «Dio» dipinto da questa dottrina, è un
mostro e molto lontano dal Dio della Bibbia! {17-12-2014}
12. {Vari
e brevi}
▲
■
Raffaele Di Martino:
Personalmente
non concordo affatto con quanto asserito da Sergio Corona (ps.), in quanto
destituito di ogni fondamento biblico. {15-12-2014; pastore}
■
Giuseppe Mascari: Questo non
sa cosa dice. Ha praticamente
tolto un pilastro alla dottrina fondamentale (Eb 6,1-2), la dottrina del
giudizio. Ciò è
pericoloso. {15-12-2014; pastore}
■
Luca Sini: Sergio Corona
(ps.),
meglio essere
ripreso da Nicola e da altri fratelli in terra che da Dio in futuro. Non
dico che hai torto per forza, ma meglio
discutere di queste cose ora e rendersi conto, se sono o meno volontà di
Dio, che scoprirlo quando è
troppo tardi. {15-12-2014}
■
Giuseppe Gatto: Mah, quante
ne inventano. {15-12-2014}
■
Michele Savino: Se riusciamo
a far dire alla Bibbia cose, che mai ha affermato, siamo dei
prestigiatori! In molti dovrebbero fermarsi e chiedersi se non vanno oltre
quello che la Parola del Signore insegna, contribuendo ad aumentare la
confusione fra i credenti. {16-12-2014}
■
Adolfo Monnanni: Spero che
di certe guide
nella chiesa non ne vengano fuori altre, e che i credenti si rafforzino
in Cristo Gesù, per non cadere in simili assurdità. {16-12-2014}
■
Aldo Benincasa: Ma sì,
direbbe il vescovo di Roma, «vogliamoci tutti bene». Che tristezza. {17-12-2014}
■
Andrea Angeloni: La
Scrittura è chiara
e inequivocabile sul giudizio e la condanna a Satana e ai suoi seguaci. Le
promesse dell’Eterno sono irrevocabili. L’umanesimo, con il quale viene
dipinto Dio, non rispecchia la sua vera natura, dunque queste tesi sono false
e ingannevoli. {17-12-2014}
■
Andrew C. Diprose: Le
eresie, anche gravi, non finiscono mai! Non credo ci sia molto da dire, se non
pregare che quest’uomo si ravveda prima che sia troppo tardi! {17-12-2014}
■
Antonio Fazio: Ho avuto un
accesa discussione col «pastore» Sergio (ps.) (per poi cancellarlo dalle mie
amicizie). Egli riteneva che a violenza è giusto
rispondere con la violenza; e nel caso specifico difendeva un prete
cattolico, che aveva preso a pugni un marito, che era manesco con la moglie. Se
questo è l’Evangelo, che predica... {17-12-2014}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Escat_falsa_EdF.htm
20-12-2014; Aggiornamento: 20/11/2018
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