(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
A me pare che i
144000 di Ap 14 siano sul monte Sion in terra, secondo che vediamo Giovanni che
fu portato al cielo in cap. 4, segue poi le visioni dovunque avvengono. Ed ecco
che nel cap. 14,1-2, mentr’egli guardava i 144000 sul monte Sion, un cantico fu
udito venire dal cielo, come rumore di molte acque e come rumore di gran tuono.
Il cantico fu cantato dinanzi al trono di Dio da una gran moltitudine la cui
voce era come il suono di molte acque e come il rumore di forti tuoni, per le
nozze dell’Agnello (Ap 19,6-7; e questa gran moltitudine sarebbe la stessa che è
dinanzi al trono in Ap 7,9, che sarebbe la Chiesa.
I 144000 potevano imparare il cantico a via d’udirlo venire dal cielo, e quindi
dovrebbero allora essere in terra. {11-12-2007}
2.
{Nicola Martella}
▲
All’inizio di Ap
14, i 144.000 si trovavano effettivamente sul monte Sion insieme all’Agnello (v.
1; 1a scena). Poi seguì la musica dal cielo (v. 2). I coristi si
trovavano davanti al trono e ai personaggi celesti (4 creature, 24 anziani) e
cantavano un «canto nuovo», ossia non ancora usato (v. 3). Affinché Ap 14,3
abbia una coerenza, i 144.000 si devono trovare in quel momento (2a
scena) in cielo, poiché essi sono gli unici coristi che hanno ilo privilegio
di’imparare tale inno. Nel v. 4 è affermato che «essi sono quelli che seguono
l’Agnello dovunque vada». È perciò presumibile che qui l’Agnello sia sceso
sul monte Sion in modo invisibile al mondo, per prendere con sé, da quel momento
in poi i 144.000 e farne i suoi accompagnatori privilegiati, viste le qualità
morali particolari di questi particolari Ebrei (vv. 4s; cfr. 7,1-8). Questa
discesa invisibile del Messia è un’anticipazione del suo avvento in
gloria e potenza per regnare sulla terra (Ap 19s).
Il mio interlocutore, visibilmente incline ai seguaci della Torre di Guardia,
confonde con proposito diverse cose. ▪ 1) Il rumore dei musicisti (14,2
arpisti e arpe) viene confuso con quello dei cantori, ossia solo i 144.000 (vv.
3ss); ▪ 2) Questi 144.000 cantori di specifiche tribù israelitiche (cfr.
Ap 7,1-8) vengono confusi con gli invitati alle nozze di Ap 19,6s, il cui numero
è chiaramente innumerabile. ▪ 3) I 144.000 di Ap 7,1-8 appartenenti a specifiche
tribù israelitiche vengono confusi con la «gran folla» che segue; è
chiaro che non sono le stesse persone, poiché i 144.000 si trovavano ancora
sulla terra (7,3s), mentre la «gran folla», per altro innumerabile, stava
davanti al trono (v. 9); mentre i 144.000 erano solo Ebrei (vv. 5ss), la «gran
folla» proveniva da «tutte le nazioni e tribù e popoli e lingue» (v. 9).
Dire che «i 144000 potevano imparare il cantico a via d’udirlo venire dal cielo»
è
incongruente, visto che tale «nuovo inno» veniva cantato solo davanti al
trono celeste e che gli unici che avevano il privilegio di farlo erano solo i
144.000 (Ap 14,3). Essi, seguendo l’Agnello dovunque Egli andasse (v. 5), si
trasferirono con Lui da Sion (v. 1) al cielo (v. 3); e nel momento che cantavano
tale «nuovo canto», riservato solo a loro, si trovavano perciò nel cielo.
Giovanni Colucci ha lasciato le sue «impronte digitali», che lo
identificano come un seguace della Torre di Guardia.
Per
l’approfondimento dei temi qui discussi si veda la seguente letteratura
dell’autore:
■ Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale,
Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), articoli: «I redenti
in cielo», pp. 234-239 (nozze dell’Agnello); «Chi è la sposa in Apocalisse», pp.
240-245; «La tribolazione», pp. 246-272 (cfr. 144.000).
■ Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso,
Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), articoli:
«Dall’avventismo al geovismo», pp. 108-113; «Testimoni di Geova quali compagni
di via?», pp. 118-122; «Panorama dell’attività predizionale dei Testimoni di
Geova», pp. 123s.
3.
{Sagittario, ps.} ▲
«In Rivelazione
14,1 “E vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion, e con lui 144.000 che
avevano il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti”. Come
aveva predetto Dio: “Io, sì, ho insediato il mio re sopra Sion, mio monte santo”
Salmo 2,6. Qui non ci si riferisce più al monte Sion terrestre, il sito
geografico della Gerusalemme terrena, nella quale regnavano i re umani della
dinastia di Davide. No, perché Gesù, dopo la sua morte e risurrezione nel 33
E.V. fu insediato come pietra di fondamento sul monte Sion celeste, il luogo del
cielo in cui Dio ha deciso di porre “La città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme
Celeste”. Quindi il monte Sion rappresenta qui l’elevata posizione di Gesù e dei
suoi coeredi, i quali compongono la Gerusalemme celeste, cioè il Regno. Ebrei
12,22-28; Efesini 3,6. È la gloriosa condizione regale a cui Dio li eleva
durante il giorno del Signore. Nel corso dei secoli i cristiani santi, come
“pietre viventi,” hanno ansiosamente atteso di stare su quel celeste monte Sion,
uniti al glorificato Gesù Cristo nel suo maestoso Regno. Giovanni 14,2.3;
Rivelazione 19,6 “E udii ciò che era come la voce d’una grande folla e come il
suono di molte acque e come il suono di forti tuoni. Dissero: “Alleluia, perché
Dio il nostro Dio, l’Onnipotente, ha cominciato a regnare”. Le miriadi di voci
celesti celebrano il fatto che “Il nostro Dio l’Onnipotente, ha cominciato a
regnare. Questa non è la stessa moltitudine di Riv 7,9, perché “Dopo queste cose
vidi, ed ecco una grande folla che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione
e tribù e popolo e lingua, che stavano in piedi dinanzi all’Agnello, vestiti di
lunghe vesti bianche;e nelle loro mani c’erano rami di palme”. Oltre ai 144000
componenti dell’Israele spirituale, c’è una multilingue grande folla
internazionale. A differenza dell’Israele di Dio, il numero dei suoi componenti
non è predeterminato. Come vediamo la grande folla ha un’origine simile, ma un
destino diverso». Dal libro «Rivelazione» dei TdG. {12-12-2007}
4.
{Nicola Martella} ▲
È singolare che
uno, che si titoli «Sagittario» (astrologia!), citi poi un lungo brano di un
libro della Torre di Guardia! Il testo non è stato probabilmente copiato da lui
alla perfezione; mancano precisi dati bibliografici. Sebbene io abbia messo le
virgolette all’inizio e alla fine, non sono sicuro che tutto il brano provenga
da tale libro; una maggiore precisione sarebbe di grande aiuto. Non si capisce
perché un presunto «Sagittario», usi le saette spuntate di un’organizzazione con
struttura verticistica e, per certi aspetti, dittatoriale, che da un lontano
«vaticano» statunitense domina sulle menti e le coscienze di centinaia di
migliaia di seguaci!
Il metodo di argomentazione di tale scritto è tipicamente la «versettologia»:
brani che provengono da contesti differenti vengono assemblati a proprio
arbitrio per fare dire ai testi ciò che si vuole.
■ Dov’è Sion nell’Apocalisse?: Sal 2,6 si riferisce al regno di Davide
quale modello di quello messianico alla fine dei tempi (Ap 20), quando il Signor
Gesù — il «Logos di Dio» (Ap 19,13), ossia «Dio presso Dio» (Gv 1,1s), e «Re dei
re e Signore dei signori» (Ap 19,16) — regnerà effettivamente sul monte Sion,
nella Gerusalemme terrestre. Non si può citare qui Eb 12,22ss che parla di
tutt’altra cosa, ossia del contrasto fra il giudaismo storico (impersonato da
Sinai e Mosè; vv. 18-21) e il cristianesimo giudaico (impersonato da Sion,
Gerusalemme celeste e Gesù, il mediatore del nuovo patto; vv. 22ss).
Non si arriva alla verità mischiando arbitrariamente versi biblici, tolti dal
loro contesto, ma verificando dapprima la coerenza terminologica all’interno
dello stesso libro e rispettando i diversi contesti. In Apocalisse il termine
«Sion» ricorre solo in 14,1 nell’espressione «monte Sion»; ogni Giudeo sapeva
che tale luogo si trovava nella Gerusalemme terrestre, dove si trovava la «città
di Davide», quindi la residenza reale di tale antico re, modello e antesignano
del Messia. Mai si afferma che nel cielo ci sia un monte, ma si parla sempre e
solo di una distesa, chiamata «mare di vetro» (Ap 4,6; 15,2 e di fuoco). Quando
nell’Apocalisse si parla di monti, Giovanni si riferisce sempre a scene
terrestri (6,15s; 14,1; 16,20; 17,9).
Prima del regno messianico (Ap 20), la Gerusalemme terrestre non viene
mai menzionata per nome, forse per evitare confusioni, ma viene chiamata la
«santa città» (11,2), che è «la gran città, che spiritualmente si chiama
Sodoma ed Egitto, dove anche il Signor loro è stato crocifisso» (v. 8). Solo
dopo i due testimoni salirono in cielo (v. 12). Per tale città si parla di un
tempio con annesso cortile (11,1s); esso è distinto dal «tempio che è nel
cielo» (14,17).
Solo in riferimento alla capitale della nuova creazione, dopo la fine del regno
messianico, si parla di «nuova Gerusalemme che scende dal cielo» (3,12;
21,2.10).
In Ap 14 si distinguono le scene terrestri (monte Sion) da quelle celesti
(tempio).
■ La coerenza: In Ap 7 Giovanni descrisse come 144.000 Giudei di varie
tribù vennero suggellati sulla terra (vv. 1-8). Poi seguì una scena celeste, in
cui «una gran folla che nessun uomo poteva contare, di
tutte le nazioni e tribù e popoli e lingue,
che stava in piè davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di vesti
bianche e con delle palme in mano» (v. 9). È chiaro che si tratta di due
gruppi completamente diversi (Ebrei - nazioni), di numeri differenti
(calcolabili - innumerevoli) e di luoghi dissimili (terra - cielo). È quindi
logico che tali 144.000, essendo ancora sulla terra, si potranno radunare sul
«monte Sion» (14,1; in cielo non ci sono monti) insieme all’Agnello, per salire
poi con Lui in cielo (v. 3 l’inno nuovo è riservato solo a loro) e per
accompagnarlo dovunque Egli andrà (v. 4).
■ Israele spirituale?: Non esiste nella Bibbia un «Israele spirituale» né
ricorre mai questa espressione. Israele rimane il popolo storico di Dio; la
«teologia della sostituzione» — che stranamente accomuna il romanismo, i
calvinisti e i geovisti — è il prodotto di una sovrastruttura ideologica intesa
a sostituire l’Israele storico interamente con la chiesa (qui con la
verticistica «Società della Torre di Guardia»). Ricorre invece «Israele di Dio»
(Gal 6,16), espressione che designa i cristiani giudei presenti nella chiesa in
contrasto col giudaismo storico, che aveva rifiutato Gesù quale Messia.
■
Contraddizioni: Abbiamo visto che Giovanni Colucci ha identificato i 144.000
con la «grande folla» e con gli invitati alle nozze dell’Agnello. Qui questo
testo della Torre di Guardia li distingue. C’è una palese contraddizione fra di
loro; si vede che qualcuno di loro non ha fatto bene la «guardia» dalla sua
«torre».
5.
{Aphocalipse217} ▲
Nota redazionale:
Mi è arrivata tramite il gruppo «http://it.groups.yahoo.com/group/ilregnodidio/»
il seguente contributo di un certo «Roberto Anonimo», alias aphocalipse217@y....
Ho cercato di aggiustare il testo sgrammaticato.
■
Contributo:
L’Unzione, di cui parlo io, è il battesimo in
spirito degli Eletti; Apocalisse 2,17 parla della Manna nascosta, una classe
Sacerdotale che ha il potere anche Regale (Apocalisse 5,9-10), i 144.000; ed io
sono l’Ultimo che chiude il Numero dei 144.000 (Apocalisse14,1). Aphocalipse
2,17 {18 agosto 2009}
▬
Risposta: Caro «Ultimo» sì, ma degli esaltati, potresti dirmi a
quale delle tribù appartieni, visto che i 144.000 sono tutti ebrei? («Della
tribù di Giuda dodicimila segnati...»; Ap 7,5-8). Ti faremo fare un’analisi
del sangue e del DNA per stabilire quanto sei ebreo; magari scopriamo che sei un
agaghita, un filisteo o un samaritano!
Inoltre i 144.000 sono tutti maschi vergini: «Essi sono quelli che non
si sono contaminati con donne, poiché sono vergini» (Ap 14,4). Ti faremo
fare un’analisi ginecologica ed endocrinologica, per controllare se sei
circonciso e se sei ancora vergine… oppure lo chiederemo a tua moglie.
Si vede che sei «unto» di follia, e l’unico «spirito» che hai, è quello di
patate, se non peggio. A quale loggia esoterica appartieni? O in quale reparto
psichiatrico dovremo mandarti i regali di compleanno? Lo potremo fare solo se
uscirai dall'anonimato; perché da ultimo «unto» eletto ti mantieni
anonimo? Come potremo smentire se qualcuno vorrà indebitamente usurpare
il tuo posto nella loggia, affermando che è lui «l'ultimo Elia» o il «nuovo
Zerubabele» ?
P.S.: Aphocalipse217@y...? Si scrive «Apocalypse»: anche un po’
ignorantello riguardo al greco per essere l’ultimo degli «unti» eletti e
autonominato esperto dell’Apocalisse! {Nicola Martella}
6.
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9.
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10.
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12.
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Donna_144000_Esc.htm
15-12-2007; Aggiornamento: 19-08-2009