Sembra quasi che
l’autore di tale immagine di testo abbia preso una vecchia pubblicità della metà
del 20° secolo, che pubblicizzava un conto in banca, da cui attingere
soldi per esaudire i propri desideri, e l’abbia adattata e applicata a Dio.
Viene suggerito qualcosa del genere: come con un conto bancario ben nutrito,
così anche con Dio puoi esaudire ogni tuo desiderio. Il detto «Tanto paga
Pantalone!» (marito, padre) è diventato «Tanto paga Dio!».
Questa non è l’istruzione biblica, ma è la tipica dottrina del cosiddetto «evangelo
della prosperità». L’Onnipotente viene degradato a «pozzo del desiderio», a
«genio della lampada», sì a bancomat. È la tipica ideologia cristianizzata
occidentale, mentre la maggior parte dei rigenerati nel mondo vive in povertà.
Che tale filosofia cristianizzata non sia in sintonia, ma alquanto in
contrasto con la Parola di Cristo, è evidente. Egli ha sfidato così i suoi
seguaci: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso e prenda
la sua croce e mi segua. [25] Perché chi vorrà salvaguardare la sua vita,
la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. [26] E
che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima
sua? O che darà l’uomo in cambio dell’anima sua?» (Mt 16,24ss). Anche
l’apostolo Paolo fece l’esperienza della fame, della ristrettezza
economica e delle privazioni, a causa di Cristo e del suo ministero (1 Cor
4,11ss; 11,27; Fil 4,12). Similmente vissero tali cose anche altri credenti,
che furono perseguitati (Rm 8,35s).
Solo quando i rigenerati saranno davanti al Signore come resuscitati
si adempirà per loro questa realtà: «Colui che siede sul trono spiegherà su
loro la sua tenda. Non avranno più fame e non avranno più sete, non li
colpirà più il sole né alcuna arsura» (Ap 7,15s; cfr. 21,3s).
Per chi ama oggigiorno la ricchezza e cerca di
renderla appetibile con la filosofia religiosa dei «prosperanti», valga
questo avvertimento: «Quelli però che vogliono arricchire, cadono
nella tentazione, nel laccio e in molte passioni insensate e nocive, che
affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione. [10] Infatti l’amore del
denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono
sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori» (1 Tm 6,9s). In
questo e in modo simili si rinuncia alla fede e alla buona coscienza,
facendo naufragio quanto alla fede (1 Tm 1,19).
Perciò, rifiutiamo tale falsa immagine di Dio, secondo Egli viene
presentato non come il Dio sovrano, ma come chi appaga tutti i desideri umani.
Essa è frutto della cristianizzazione del materialismo, che cerca di rendere
appetibile «Mammona» (la ricchezza personificata), identificandola con Dio. Gesù
insegnò: «Nessuno può servire due padroni;
perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per
l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona»
(Mt 6,24).
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I contributi sul tema
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1. {Ivaldo Indomiti}
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Contributo: Con molta
probabilità Nicola (non so chi sia l’autore) quella frase costruita male, voleva
esprimere il concetto scritto in 1 Timoteo 6,17: «A quelli che son ricchi in
questo mondo ordina che non siano d’animo altero, che non ripongano la loro
speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma in Dio, il quale ci somministra
copiosamente ogni cosa perché ne godiamo». Dunque «ci somministra
copiosamente ogni cosa». Ovviamente non sta parlando di denaro liquido o
di ricchezze mondane, ma di benedizioni celesti, che nulla hanno a che
vedere con quelli effimeri, terreni. Equipaggiati con lo Spirito Santo, non
difettiamo o manchiamo di nulla sotto il punto di vista spirituale; ma come
dici, Gesù ci chiede di seguirlo non senza sacrifici, come prendere la
propria croce. E concordo sul fatto che, solo quando saremo con il
Signore, avverrà la completezza della ricchezza quella con la «R» maiuscola,
perché sarà Dio stesso fonte di infinita ricchezza. {04-08-2016}
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Nicola Martella:
Paolo conosceva i tempi di fame e quelli, in cui aveva da
mangiare. Egli scriveva le sue epistole, a volte, dal carcere. In una di tali
occasioni di necessità, in cui era per di più carcerato, ma aveva ricevuto una
donazione dai Filippesi, scrisse loro tra altre cose: «Io so essere
abbassato e so anche abbondare; in tutto e per tutto sono stato ammaestrato
a essere saziato e ad avere fame; a essere nell’abbondanza e a essere
nella penuria. Io posso ogni cosa in Colui, che mi fortifica» (Fil
4,12s).
Quando scriveva che «Dio... ci somministra copiosamente
ogni cosa perché ne godiamo», non intendeva «l’evangelo della prosperità»
(secondo cui Dio ci vuole fare tutti ricchi), ma che Dio si prende cura di
noi, dandoci ciò che abbiamo di bisogno (Mt 6,8.32s). Paolo parlò della «incertezza
delle ricchezze», ma tale filosofia cristianizzata, detta «l’evangelo della
prosperità», insegna che sull’agenda di Dio sta, tra le sue prime priorità,
quella di renderci tutti ricchi; perciò, il motto carismaticista è
questo: «Più diamo a Dio (= ossia al santone di riferimento, che chiede soldi,
tanti soldi) e più Dio ci darà, almeno 100 volte tanto». Benny Hinn e associati
hanno questo motto: «Prima ti ungo e poi mungo»! Ci sono santoni che
vendono «acqua benedetta», «olio benedetto» e simili, tutto potenziato da
presunte «unzioni» (tale terminologia è stata importata dall’esoterismo, dove si
parla di «fluido», «magnetismo», «energia«, ecc.).
Qui si tratta dell’immagine di
Dio, che abbiamo. Un Dio, che «ha dato tutto, perché io possa realizzare i
miei desideri», non è il Dio sovrano della Bibbia, ma un Dio al
servizio dei desideri umani.
■
Ivaldo Indomiti:
Proprio così. Poi, è
la prosperità del guru di turno, come ben sappiamo.{04-08-2016}
2. {Liliane Hoffer Vitanza}
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Contributo: Perché mi
preoccupo dei miei bisogni, quando Dio mi promette che provvederà
splendidamente a ogni mio bisogno secondo le sue ricchezze, in Cristo Gesù
(Filippesi 4,19)? Perché credo alle menzogne della mia carne e del mio
nemico e cerco di soddisfare i miei bisogni? Con quale diritto mi pongo
davanti a Dio — io la creatura e Lui il Creatore? Popolo di Dio svegliati — sei
stato manipolato dai media, dalla pubblicità! {04-08-2016}
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Nicola Martella:
Qui si tratta soprattutto di una immagine distorta di Dio. Un «Dio bancomat»
deluderà quei credenti, che non ricevono da Lui quello, che si aspettano. Quando
il Signore dirà loro: «La mia grazia ti basta!» (2 Cor 12,9),
rimarranno delusi che non abbia detto: «Il mio copioso assegno per ora ti
basta». E rimarranno sconcertati, che Dio possa permettere cose del genere:
«...nella gloria e nell’umiliazione, nella buona e nella cattiva
fama; considerati come impostori, eppure veritieri; [9] come
sconosciuti, eppure ben conosciuti; come moribondi, eppure eccoci
viventi; come puniti, eppure non messi a morte; [10] come afflitti,
eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo molti; come non
avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!» (2 Cor 6,8ss). Non è questo
cristianesimo reale, che i «prosperanti» vorrebbero avere, una fede che procacci
loro solo benessere.
3. {Alessio Rando}
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L’eterno Figlio di Dio, uno col Padre da sempre, adorato da tutti gli
angeli dei cieli, è diventato povero, facendosi uomo e ricevendo lo
sprezzo dei suoi connazionali (2 Cor 8,9). Non mi sembra che Gesù insegnava che
Dio debba esaudire ogni nostro desiderio; egli stesso nel Getsemani
non fu esaudito da Dio. Ora, se il Padre non esaudì nemmeno suo Figlio, cosa
ci fa pensare che il Signore esaudisca ogni nostro desiderio? Una delle
condizioni più importanti, affinché la preghiera sia «esaudita», è che essa sia
conforme alla volontà del Signore: «Questa è la fiducia che abbiamo
davanti a lui: se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci
esaudisce» (1 Gv 5,14). E non è scritto da nessuna parte che Dio voglia
esaudire ogni nostro desiderio.
{04-08-2016}
4. {}
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9. {}
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10. {}
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11. {Vari e medi}
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12. {Vari e brevi}
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Dio_bancomat_EdF.htm
03-08-2016; Aggiornamento: 04-08-2016 |