Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
14. Le cose future
15. Aspetti dell’etica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CREDERE NELLA FEDE O IN DIO?

 

 a cura di Nicola Martella

 

1. ENTRIAMO IN TEMA: Allimmagine originale de «La Bibbia ogni giorno», ho fatto alcune mie correzioni. La ripetizione di luoghi comuni, come «ciò che la fede può fare», crea un falso con-senso, a cui poi alcuni non badano più. Per questo si fa bene a riportare alla mente la verità biblica.

 

2. DOBBIAMO CELEBRARE LA FEDE?: Ecco un altro esempio. Egidio Annunzia-ta scrive tra altre cose condivisibili: «In queste circo-stanze dobbiamo celebrare la FEDE e dobbiamo com-piere azioni valorose» (qui; 29-08-2015). Gli ho risposto così: Tu scrivi che «dobbiamo celebrare la FEDE». No, noi non crediamo nella fede, ma in Dio; altrimenti creiamo un «altro evangelo». Perciò dobbiamo celebrare non la fede, ma il Signore!

     Sapete che cosa mi ha risposto? «La Fede è Cristo» (31-08-2015). No, la «fede» è la «fiducia» in Cristo, non Cristo stesso. Come può l’espressione del cuore verso qualcuno essere tale qualcuno? Non tornano i conti già per motivi di semplice logica.

     Egli mi ha risposto ancora così: «In Ebrei 12,2 è scritto: “Fissando lo sguardo su Gesù, Colui che crea la fede e la rende perfetta”. Caro fratello, come sai, non mi piacciono le dispute, ma i miei messaggi sono volti a far conoscere e credere in Gesù Cristo, l’autore della nostra Fede» (31-08-2015). Ecco la mia ennesima risposta: Dici bene: Gesù è «l’autore della nostra fede». Come può egli essere la «fede» (= fiducia) stessa? Non ti dice allora la logica, sia umana sia biblica, che «dobbiamo celebrare Cristo» e non la nostra fiducia in Lui? Se i nostri messaggi sono «volti a far conoscere e credere in Gesù Cristo», allora faremmo bene a cominciare a tagliare rettamente la Parola della Verità, affinché siamo approvati da Dio e non siamo degli operai confusi (2 Tm 2,15). Col nostro linguaggio salvaguarderemo gli altri, se è secondo verità, oppure condizioneremo negativamente gli altri, se esponiamo «quasiologie», ossia approssimazioni dottrinali. Ripetendo cose approssimative, esse diventano consenso per noi e altri, e alla fine crediamo che la Scrittura dica proprio così. Quindi, è una grande responsabilità rappresentare la dottrina con veracità, con lealtà e con scrupolo.

     Ammetto che mi ha molto sorpreso, quando ha affermato come risposta: «Infatti affermavo questo! Magari non ti è stato chiaro» (31-08-2015). Perplesso mi sono domandato: Come si fa a dire che capri e cavoli siano la stessa cosa? Come si fa a suggerire che io abbia preso fischi per fiaschi?

 

3. ALCUNE CONSIDERAZIONI: Può sorprendere, ma come abbiamo visto, alcuni cristiani non credono tanto in Dio (o a Cristo) quanto nella «fede». Allora troviamo tutta una serie d’istituzioni, gruppi, riferimenti denominazionali e così via, che si titolano con la «fede»: movimento di fede, chiesa della fede, anno della fede, fede X (pentecostale, riformata, cattolica, ecc.), (chiesa:) La Parola della fede, uniti nella fede, amici nella fede, guardiani della fede, eccetera. Sembra quindi che la fede sia un oggetto, in cui credere.

     Alcuni, addirittura, in stile «pensiero positivo», credono e insegnano che basta recitare una certa cosa con «fede» ed essa accadrà assolutamente. In tal modo, confondono la fede biblica con la magia bianca e confondono il Dio vivente e sovrano con un distributore automatico di segni e miracoli.

 

Non bisogna confondere la fede con Dio. La «fede» è la fiducia nelle promesse di Dio. Se Dio non opera nel suo arbitrio e nella sua sovranità, la «fede» nulla può. Non bisogna rendere la «fede» quasi una potenza metafisica autonoma, che tutto può e tutto opera; questa sarebbe superstizione e fatalismo.

     A volte, il Signore dice al credente: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza!» (2 Corinzi 12,9). Quindi, non bisogna confidare in ciò, che la «fede» potrebbe fare, ma in ciò che Dio vuole fare, anche quando ci dice di no!

 

Nota bene: I commenti più vecchi dei lettori si riferiscono soltanto all’immagine e a una didascalia a essa annessa, che è stata messa qui nel box giallo).

 

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I contributi sul tema 

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I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Michele Granato

2. Samuele Maodda

3. Guerino De Masi

4. Claudia Biscotti

5. Michele Granato

6. Gianni De Pasquale

7. Adolfo Monnanni

8.

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Michele Granato}

 

La fonte, dalla quale ci vengono ogni bene e ogni grazia, è unicamente Dio; e la fede in Dio è solo un mezzo per entrare nel rapporto con Dio. Tornando alla didascalia nel box giallo finale, lì si parla di miracoli, che possono manifestarsi direttamente dalla volontà misericordiosa di Dio, senza necessitare di fede alcuna; lì si parla anche di preghiere, le quali possono essere anche esaudite mediante la fede perseverante di un credente; si vedano i tanti insegnamenti biblici a esercitare fede e perseveranza verso Dio, per essere esauditi, e delle altre volte di come il Signore Gesù è stato persuaso e compiaciuto proprio dalla fede fervente di alcuni. Quindi, sì, è vero che non bisogna confondere Dio con la fede, ma questa distinzione non svalorizza necessariamente la realtà scritturale che Dio è stato persuaso a operare, anche laddove non voleva proprio, per la fede di alcuni: «Donna, grande è la tua fede», «…la tua fede ti ha salvato», ecc., ecc.; resta comunque il fato che il merito non è nella fede in se stessa, ma di Dio che, nella sua misericordia divina, accorda grazia e miracoli a una tale fede.

     Inoltre, il motto evangelico resta fermo: Siamo salvati non per i nostri meriti, ma unicamente per grazia di Dio mediante la fede. {20-08-2015}

 

 

2. {Samuele Maodda}

 

L’immagine dice: «È ciò che la fede può fare!». Le parole «la fede» sono state poi tagliate. Nelle Scritture è scritto: «La tua fede ti ha salvato». Pur ammettendo che l’espressione «ciò che la fede può fare» non è sbagliata di per sé, ritengo che il fratello Nicola sia stato conciso e chiaro nell’impedire che questa espressione diventi fuorviante; infatti, non è la fede stessa a essere onnipotente. Reputo cristocentrica questa immagine con annessa didascalia, in senso assoluto, in quanto mette in luce il pericolo di divinizzare la fede. {20-08-2015}

 

 

3. {Guerino De Masi}

 

Una giovane sorella mi confidava ciò, che suo papà in punto di morte le confessava: «Non ho avuto abbastanza fede per guarire». Conoscevo suo padre, era un caro fratello, zelante nelle cose del Signore e mai superficiale. Colpito da una grave forma tumorale, è deceduto oramai anni or sono.

     L’estremizzazione della questione «fede», può portare a questo errore, lasciando credenti perplessi e frustrati nel loro cammino appunto di fede. Efesini 2,8 non c’entra con la fede, di cui si sta discutendo, ma è attinente alla salvezza, che la grazia di Dio ci offre e che diventa nostra, salvandoci solo per questa fede in Lui.

     Tutte le promesse di risposta alla fede, che troviamo nella Scrittura non escludono mai la risposta «NO», che il Signore può dare. Paolo ne è un esempio. Dio gli risponde certamente. Paolo aveva di sicuro la fede necessaria. Ma Dio risponde: «La mia grazia ti basta»!

     Purtroppo, concetti come questo proposto sulla fede se non sono contemplati nell’insieme della rivelazione, fanno danni tra i credenti frustrandoli e deludendoli.

     Anni fa circolava il libro «Nessuna malattia». Con la stessa disastrosa conseguenza di frustrazione, quando ci si ammalava. «Non ho avuto abbastanza fede per guarire»? No. Il Signore ha altri progetti, che ancora non conosco, ma che sono il meglio per me. {20-08-2015}

 

 

4. {Claudia Biscotti}

 

Concordo! «Aver fede», vuol dire poco e niente; è importante, e fa la differenza, in chi è posta la fede. Quando la fede è posta in idoli, ideali e filosofie orientali, credenze indù, ecc., si parla di fede vana, inutile, tempo perso. La fede posta in Dio, permette a Dio di realizzare meraviglie nella vita dei suoi figli. Gesù è Capo e Compitore della fede (o fiducia), che abbiamo in Lui.

     Grazie Nicola, che ci esorti a «vegliare» e a «discernere» le parole, in questo nostro tempo, caratterizzato da «parole inutili e vuote». {20-08-2015}

 

 

5. {Michele Granato}

 

Contributo: Questo modo di pensare alla fede è un atteggiamento tipicamente cattolico. {20-08-2015}

 

Mario Lombardo: Sono giuste considerazioni. Voglio solo precisare che questo modo di pensare è di derivazione pentecostale e non cattolica, anche se si è radicato molto negli ambienti «carismaticisti» cattolici (parlo per esperienza), con influssi di filosofie orientali. Alla base c’è, come al solito, il mettere l’io (quindi il potere del mio carisma) al posto di Dio, che è il donatore. La fede è il giusto atteggiamento di umiltà di fronte a Dio, che permette a Lui di operare (p.es. Atti 14,8-10). {21-08-2015}

 

Michele Granato: Mario Lombardo, questa tua considerazione è la classica risultanza di coloro, che criticano ingiustamente il movimento pentecostale! Il movimento pentecostale considera la fede, dottrinalmente parlando, alla stessa maniera della dottrina della riforma protestante, ed enfatizza in particolar modo proprio il cardine della verità della riforma, ovvero: «Siamo salvi non per le nostre opere meritorie, ma per sola grazia mediante la fede».

     Quindi, tutto questo va a maggior sostegno del famoso motto evangelico «soli deo gloria» («a Dio solo la gloria»); in questo contesto, la fede non è assolutamente sovrapposta a Dio, altrimenti come avremmo potuto ribadire che tutto ciò concorre all’unico vero fine, quello di dare «a Dio solo la gloria»?

     Le distorsioni o enfasi sulla fede di alcuni credenti, presenti in ogni movimento e non solo tra i pentecostali, non annulla affatto che il concetto teologico dei pentecostali, come di tutti i movimenti che si rifanno ai principi alla riforma protestante, è proprio per combattere distorsioni e sbilanciamenti dottrinali di questo genere e molto più gravi ancora, i quali si sono prodotti purtroppo proprio nel cattolicesimo con il sacramentalismo rituale e della stessa chiesa romana quale unica e sola fonte strumentale della grazia salvifica, sfociando nell’esclusivismo salvifico, culti alle creature, idolatria ecc., ecc.

     Quindi, per favore, rimaniamo in tema e lasciamo stare i pentecostali veri, distinguendoli giustamente dai soliti «quattro fanatici» o disinformati presenti in ogni movimento. {21-08-2015}

 

Stefano Scavitto: È corretto, Michele. Ovvio che i pentecostali enfatizzino maggiormente l’aspetto della fede, perché credono nell’attualità di opere dello Spirito Santo, come miracoli, battesimi e relativi carismi, visioni e sogni. E quindi rispetto ad altri movimenti vi è più enfasi nel ricercare con fede l’opera di Dio nella chiesa. Ma questo non significa che si idolatra la fede. {21-08-2015}

 

Mario Lombardo: La mia non voleva essere una critica al movimento pentecostale, ma agli abusi che si sono avuti; infatti ho detto «carismaticista», come li chiama Nicola. Conosco l’autentico movimento Pentecostale, e pur non condividendo alcuni aspetti della dottrina, ne ammiro la fede. {21-08-2015}

 

 

6. {Gianni De Pasquale}

 

Contributo: «Ora senza fede è impossibile piacergli; poiché chi s’accosta a Dio, deve credere che Egli è, e che è il rimuneratore di quelli che lo cercano» (Eb 11,6). «...tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede» (Ebr 12,2). Bisogna essere grati di questo. {21-08-2015}

 

Claudio Pastorello: Infatti, è la fede, che Dio mette in noi, quella che agisce con successo. Anche Gesù faceva le cose, che «aveva visto fare al Padre», e diceva solo ciò, che aveva sentito dal Padre.

     Un errore grave che si commette in certe chiese pentecostali, è quello di dire a chi non ottiene: «Hai poca fede, per questo Dio non ti risponde». {24-08-2015}

 

Michele Granato: Claudio, questo grave errore non si commette tra i pentecostali in quanto tali, ma semmai dai soliti poco informati, che non hanno capito bene la sana dottrina biblica. Quindi, tali distorsioni le commettono anche i tanti credenti disinformati, che si trovano in ambienti non pentecostali. {24-08-2015}

 

Mario Lombardo: La fede è necessaria, ma quello, che opera, è il Signore. Se consideriamo la fede come opera sua (= dono), si sposta l’accento sul donatore, e noi non c’inorgogliamo. {24-08-2015}

 

Nicola Martella: Ciò, che fa Dio, si chiama grazia. La risposta alla grazia si chiama fede ( = fiducia nelle promesse di Dio). Non bisogna confondere la grazia con la fede. È grave, quando la «fede» diventa «oggetto della fede». Basta spostare gli accenti, per snaturare l’insegnamento biblico.

 

 

7. {Adolfo Monnanni}

 

Contributo: È verissimo, se fosse per la nostra fede, non vedremmo grandi cose. {20-08-2015}

 

Alessio Rando: Purtroppo, sto notando che questa nuova visone della «fede» proviene dal mondo pentecostale-carismatico. È infatti in tali comunità che la fede ha una connotazione magica; è quasi come se con la nostra fede potessimo influire sulla volontà di Dio. Infatti, quando i tanto desiderati «miracoli» non avvengono, non ci si pone il problema del fatto che, magari, il Signore non voglia operare tal miracolo, ma il tutto viene ricondotto a una «mancanza di fede». {20-08-2015}

 

Adolfo Monnanni: Sì, Alessio, i sensi di colpa sono altri pesi che dalla grazia di Dio; si scade e si vive di nuovo nella lettera, che uccide. Gesù ha detto: «Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi». Liberi dai vincoli religiosi di chiara marca malefica. Bisogna sapere aspettare i tempi di Dio. Dio non è un jukebox, dove mettendo la moneta, faccio suonare il brano che voglio! Dio è il sovrano per eccellenza. Ubbidienza, sottomissione e sofferenza sono tra le tre fondamentali caratteristiche del cristiano, che ama Dio. {20-08-2015}

 

Alessio Rando: Anche perché sulla smodata ricerca del «soprannaturale» Satana ci marcia sopra. A proposito, mi viene in mente ciò, che il Signore Gesù disse al funzionario regio, che gli chiese la guarigione di suo figlio: «Possibile che se non faccio miracoli, nessuno mi crede?» (Gv 4,48 BdG). {20-08-2015}

 

 

8. {}

 

 

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12. {Autori vari}

 

Santina Rallo: A volte, non si medita! Se non otteniamo, pensiamo di non avere fede abbastanza! È vero dobbiamo meditare e dire: «Se Dio vuole!». {20-08-2015}

 

Damaris Lerici: Sì, io confido in Te, Signore, in ciò che Tu puoi fare! {20-08-2015}

 

Michela De Rose: Ho ricevuto tanti «no» da Dio, ma la fede nelle sue promesse è stata la mia forza, senza mai arrendermi. Sì, la sua grazia mi basta. {20-08-2015}

 

Antonio Capasso: Con questo modo di esprimersi, si finisce con l’avere più fede nella fede, che fede in Dio. {20-08-2015}

 

Alessandro Casà: È un concetto tanto semplice quanto fondamentale. Grazie caro fratello, è un altro tesoro da parte del Signore! {20-08-2015}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Cred_fede_EdF.htm

01-09-2015; Aggiornamento: 12-10-2015

 

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