Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Uniti nella verità

 

Dottrine (generale)

Vai ai contributi sul tema

Norme di fair-play

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I CHERUBINI SULL’ARCA DEL PATTO? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo «I cherubini sull’arca del patto». Mi ha sorpreso leggere la grande confusione che c’è tra i lettori riguardo ai componenti degli «esseri celesti». Per questo motivo è bene affermare qualcosa di chiaro al riguardo, visto che nei contributi, che seguono, la confusione fra «cherubini» e «angeli» è ricorrente.

     Serafini e cherubini sono angeli? Questo è quanto leggo continuamente ed erroneamente in rete. I serafini hanno 6 ali e una sola faccia (Is 6; Ap 4). I cherubini hanno 4 ali e 4 facce (Ez 1,5ss «quattro esseri viventi»; 10,1ss cherubini). Gli «angeli» o «inviati» (ebr. male’akim) sono una terza categoria degli «esseri celesti». Essi non hanno ali e hanno una sola faccia, talché quando appaiono negli episodi biblici, sono spesso confusi con gli uomini o i profeti (cfr. Gdc 13). Ad essi si aggiungono i «ventiquattro anziani», che ricorrono solo nel libro dell’Apocalisse, unitamente ai serafini o indipendentemente da loro, esprimendo l’autorità regale (Ap 4,4; 11,16).

     Affermare che cherubini e serafini sono «angeli», sarebbe come dire, ad esempio, che pipistrelli, farfalle e calabroni sono tutti «uccelli», mentre invece sono «esseri alati»!

     Dopo tale esplicazione doverosa, ricordo che l’oggetto del tema non è tanto la «pneumatologia creaturale», ossia gli esseri celesti creati, ma i cherubini presenti sull’arca del patto. In ambiente cattolico romano (così pure ortodosso, copto e simili) l'argomento dei cherubini viene usato come alibi per tentare di accreditare la cosiddetta iconografia sacra, ossia l’uso delle immagini religiose, e la loro venerazione e culto. Abbiamo visto, però, che i cherubini erano soltanto fregi e ornamenti sull’arca del patto, che era costruita come una cassapanca a forma di trono, di sui i cherubini formavano le due parti laterali col loro corpo, i braccioli con la loro testa quadricefala e lo schienale con le loro ali congiunte insieme. Abbiamo visto che troni del genere erano ricorrenti nel Medio Oriente antico.

     Per l’approfondimento sugli esseri celesti si vedano in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), i seguenti articoli: «Cherubini», pp. 107ss; «Esseri celesti», pp. 157s; «Figli di Dio (esseri celesti)», p. 162; «Inviato di Jahwè», pp. 194s.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Lidia Bellavia

2. Concy Catalano

3. Lorenza Perrotta

4. Michela Libero

5. Luca Matranga

6. Luca Maggiorin

7.

8.

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Lidia Bellavia}

 

Nota redazionale: Avevo letto una nota di questa amica cattolica dal titolo «Mi guideranno i Cherubini» e avevo postato il link dell’articolo, qui discusso, perché ella ne tenesse conto. Alla fine del suo scritto, di per sé molto triste, disilluso e melanconico, ella scriveva: «Un Angelo mi appare fra margherite e giovani querce aprendo le sue ali per proteggermi, insieme a giovani guerrieri per difendere il mio amore! Non cercherò più amore in elemosina da chi non conosce amore, ma guarderò le stelle lasciando l’angusto sentiero, la luna ammiccante coi suoi raggi indicherà guidata da Cherubini la strada della vita...» (grassetto nostro).

 

Contributo: Nicola, nella mia nota c’è un: «Mi guideranno i Cherubini». Mi riferisco agli Angeli, «senza addentrarmi in meandri» troppo complicati per una fede semplice e vera come la mia! Grazie, buona giornata. {06-08-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): I cherubini non sono «angeli», e viceversa, come i cani non sono gatti. Inoltre, i cherubini non possono guidarti, essendo in cielo allo stretto servizio di Dio, e non sulla terra. Fatti guidare da Dio stesso mediante il suo Spirito Santo; altre guide non sono previste per chi teme Dio.

 

Replica 1 (Lidia Bellavia): Nella prima gerarchia sono contemplati: i Serafini, i Cherubini ! Sono angeli! {06-08-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Non è semplicemente vero! Gli «angeli» o «inviati» sono una terza categoria degli «esseri celesti». Leggi l’intero articolo, dove spiego tali differenze. I serafini hanno 6 ali e una sola faccia (Is 6; Ap 4). I cherubini hanno 4 ali e 4 facce. E gli «angeli» (ebr. male’ākim) non hanno ali e hanno una sola faccia, talché quando appaiono, sono confusi con gli uomini o i profeti (cfr. Gdc 13). Confonderli, sarebbe come confondere, ad esempio, erbivori, carnivori e onnivori oppure bovini, felini e pesci.

 

Nota redazionale: Ella sostiene di vedere realmente angeli! Meraviglia che faccia tali confusioni tra gli esseri celesti.

     A prescindere dal suo caso, che cosa pensare, quando delle persone affermano di avere delle visioni d'angeli? Chi essi siano realmente, quando appaiono, qualche dubbio è meglio avercelo, visto che «anche Satana si traveste da angelo di luce» (2 Cor 11,14). Si fa, quindi, bene a seguire l'ingiunzione dell'apostolo Giovanni: «Diletti, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo» (1 Gv 4,1). E questo tanto più, come scrive l'apostolo Paolo: «Nessuno a suo talento vi derubi del vostro premio per via d’umiltà e di culto degli angeli, affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di nullità dalla mente della sua carne» (Col 2,18).

 

 

2. {Concy Catalano}

 

Contributo: Dei due cherubini, posti alle due estremità del propiziatorio, non se ne sa la forma, cioè se avevano una forma umana o di cherubino. Ma nessuno di noi ha mai visto un cherubino o un angelo. In Esodo 25,18-19 non è specificato. Sappiamo solo che gli angeli sono delle creature di Dio, sono suoi messaggeri. Spesso Dio ha permesso loro di prendere una forma umana per poter essere resi visibili a Abramo, a Lot, ecc. {06-08-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Ezechiele spende interi capitoli (Ez 1,5ss «quattro esseri viventi»; 10,1-22 cherubini; cfr. 11,22) per descriverci minuziosamente i cherubini; se ne parla in 61 versi nella Bibbia. I cherubini non sono «angeli», e viceversa, ma sono due categorie distinte di «esseri celesti»; così come i gatti non sono cani, e viceversa, ma due distinte specie di fauna. I cherubini non hanno mai preso una forma umana per manifestarsi; in genere, essi non si manifestano mai agli uomini, essendo strettamente legati alla teofania divina.

     I serafini sono solo dentro il santuario celeste (Is 6; Ap 4). Gli «angeli» hanno una forma umanoide già di per sé, senza ali s’intende; solo loro vengono mandati sulla terra per eseguire gli ordini divini.

     Se si legge prima l’intero articolo, così si avrà maggiore chiarezza già prima di intervenire.

 

Replica (Concy Catalano): Sì, ma io parlavo del passo dell’Esodo. È vero Ezechiele che parla tanto dei cherubini, definendoli sempre in modi diversi: anche con facce d’uomo e di animali; comunque non abbiamo una sola definizione degli angeli, ma ce ne sono diverse. Quindi, le cose che Dio ha rivelate, sono per noi, ma le cose occulte appartengono a Dio. Ci sono cose che per ora non sono alla nostra portata, ma un giorno Dio ci spiegherà ogni cosa. {06-08-2011}

 

Risposta2 (Nicola Martella): Il fatto che tu abbia una conoscenza limitata sugli «esseri celesti», non significa che non ne possiamo sapere nulla. Uno studio approfondito debba Bibbia sul tema chiarisce più di quanto pensiamo. Non dobbiamo però credere che la nostra soggettiva «santa ignoranza» su un tema sia una questione oggettiva. Su questo e su altri temi è meglio ammettere con onestà e umiltà: «Non lo so», che dire con disavvedutezza: «Non si sa». Uno studio serio sull’argomento ti smentirebbe.

 

 

3. {Lorenza Perrotta}

 

Contributo: L’arca del patto, nel luogo santissimo del santuario celeste, conteneva i dieci comandamenti scritti da Dio stesso, la manna e la verga d’Aaronne. Era tutta di legno rivestita d’oro. Il suo coperchio o propiziatorio faceva da base per i due cherubini d’oro. Essi non erano oggetto di adorazione, ma erano una rappresentazione della realtà celeste, dove i veri cherubini stanno davanti al trono di Dio lodandolo del continuo. Al lato dell’arca stessa si trovava il libro di Mosè contenente tutto il cerimoniale. Nel luogo santissimo poteva entrarci solo il sommo sacerdote, una volta all’anno, nel giorno dell’espiazione, non prima di aver sparso l’incenso con il turibolo d’oro. E sull’arca si rivelava la scekinah, ossia la luce della presenza di Dio.

     Nel Nuovo Testamento Giovanni, profeticamente in visione, vide aprirsi il tempio reale di Dio (Apocalisse 11,19) e vide in esso l’arca del patto originale. E in essa si trovano i dieci comandamenti altresì originali, ossia la legge di Dio. Quest’ultima è l’espressione del suo carattere e la base del suo governo o giustizia. Qui è la costanza dei santi, che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù [N.d.R.: Ap 14,12]. {06-08-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Dico brava a Lorenza Perrotta. Faccio solo qualche osservazione. Il termine šekinah non ricorre mai nell’ebraico dell’AT; quindi, è meglio non proiettarla lì. Si parlava della gloria nel santuario, quando Dio appariva là (1 Re 8,11; 2 Cr 5,14; 7,1ss; Sal 26,8; 29,9; 63,2; Is 60,7; Ez 44,4; Ag 2,7), specialmente sul suo trono o arca del patto (Gr 14,21; 17,12; cfr. Is 6,1ss; Zc 6,13).

     Capisco la sua appartenenza all’avventismo o sabatismo, ma esso non deve far proiettare ciò, che nell’arca celeste non c’è. In Apocalisse 11,19 si parla del «tempio di Dio, che è nel cielo» e della «arca del suo patto», ma non si afferma altro. Quindi, non si afferma che in essa ci fossero oggetti storici terrestri quali le tavole della legge. Il santuario terrestre fu fatto secondo il modello celeste (At 7,44; Eb 8,5), questo è vero; tuttavia, il contenuto dell’arca non faceva parte dell’originale, altrimenti sarebbe stato messo dentro fin dall’inizio, mentre le due tavole, la manna e la verga d’Aaronne furono aggiunte dopo, a mano a mano, nella storia, in seguito a eventi specifici.

     Le due tavole della legge erano chiamate con un termine, che è stato tradotto come «Testimonianza» e intende molto più «ciò che si può sapere»; esso intendeva la Costituzione dello Stato d’Israele, la «magna carta», da cui derivavano tutte le altre leggi del patto. Si tratta, quindi, di leggi terrestri, che nulla hanno a che vedere col cielo. Infatti, il primo comandamento contiene il riferimento all’Egitto, che in cielo non c’è. Poi si vieta l’idolatria in ogni senso, cosa che non è un problema celeste. Si vieta di appropriarsi della proprietà altrui, ma non è questo un problema dei redenti. Si vieta d’uccidere, ma in cielo non c’è la morte. Si vieta di desiderare tutto ciò che appartiene al prossimo, compresa la sua moglie, ma in cielo non ci si sposa (Mt 22,30). E così via.

     Quindi, nell’arca del patto celeste non ci sono le tavole della legge. Esse furono scritte dal dito di Dio sulla terra (Es 31,18; 32,15s; Dt 9,10; cfr. Dt 5,22), che Mosè ruppe (Es 32,19; Dt 9,17), che Mosè rifece, che Dio riscrisse (Es 34,1.4.29s; Dt 10,1-4) e che Mosè ripose nell’arca (Dt 10,5; cfr. 1 Re 8,9; 2 Cr 5,10; Eb 9,4).

 

 

4. {Michela Libero}

 

Contributo: I cherubini sono comunque esseri al servizio di Dio. Sono loro, che Dio mise davanti al giardino dell’Eden come guardiani. Se non sono angeli, cosa sono? Come pure i serafini, gli arconti e l’arcangelo. [Poi segue un contributo con una lista delle attività degli angeli, che già altri mi avevano inviato e che è stata copiata, quindi, da altre fonti, senza citarle. La ometto, poiché non c'entra nulla qui. Si vedano, ad esempio, il 4° contributo in «Mitologie angeliche nel cristianesimo? Parliamone» e le mie risposte.]

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Prima d’intervenire, bisogna leggere dapprima l’intero articolo sul sito, altrimenti si pongono questioni, a cui è stata già data una risposta.

     I termini ebraici kerûbîm (italianizzato a cherubini), śerāfîm (italianizzato a serafini) e male’ākim (ebr. = gr. angheloi «inviati, messaggeri», italianizzato a «angeli») intendono tre classi di «esseri celesti», che non bisogna confondere. Similmente Cani, gatti e aquile sono «animali». A nessuno verrebbe in mente di chiamare i gatti aquile. Chiamare i cherubini «angeli» mostra solo una «teologia casareccia» molto diffusa, ma falsa.

 

Replica (Michela Libero): Nicola, il cuore della legge è giustizia, misericordia e fedeltà. La Bibbia dichiara, che queste creature sono al servizio di Dio e sinceramente a me basta sapere questo. {12-08-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Visto che uno parla di «fischi» e l’altra risponde con «fiaschi», conviene dare a Michela Libero l’ultima parola.

 

 

5. {Luca Matranga}

 

Contributo: È sempre la solita storia: quando dimostri alle persone con una logica rigorosa che si stanno sbagliando, pur di non cedere e riconoscere con umiltà il proprio errore, svicolano, facendo affermazioni completamente diverse da quello, che stavano discutendo prima. Ma come fai ad avere tutta questa pazienza? {10-09-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Quando un interlocutore si rifugia in luoghi comuni o depista dal tema, non si riuscirà a cavarne un ragno dal buco; allora conviene dargli l’ultima parola, sperando che così si acquieti. In tali casi non mi resta che fare la preghiera dell’impaziente: «Signore, dammi tanta pazienza… ma subito!». A voglia di ripeterla, paziente ci sono diventato per forza di cose, anche per non commettere incresciosi delitti… ai danni della discussione vera. Uccidere una discussione mediante inutili ping-pong è controproducente, oltre a essere un'ingiustizia verso gli interlocutori seri.

 

 

6. {Luca Maggiorin}

 

Contributo: Dicesi «Idolo» simulacro (immagine, scultura, icona) di una divinità e quindi riguardata come tale. Nelle nostre Chiese non vi sono, quindi, idoli. Perciò non barate.

Risposta (Nicola Martella): Gli unici che barano con un po’ di dialettica sono proprio gli idolatri. Biblicamente un «idolo» è qualunque figura usata in un culto. Nel Decalogo è scritto: «Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro, perché io, l’Eterno, il Dio tuo, sono un Dio geloso» (Es 20,4s).

     Un «idolo» è semplicemente una statua o un’immagine, a cui viene tributata adorazione, venerazione, un culto o qualsiasi forma di devozione.

     Una «divinità» (ebraico ’el «potenza»; `eloach «autorità») diventa tutto ciò, che è rappresentato da un’immagine di culto e a cui s’indirizza la propria devozione.

 

 

7. {}

 

 

8. {}

 

 

9. {}

 

 

10. {}

 

 

11. {}

 

 

12. {Autori vari}

 

Giuseppe Lo Porto: Caro Nicola, ho letto tutto quello che potevo leggere, commenti compresi. Ritengo di doverti grandemente ringraziare per quanto tu mi stai dando; credo che riconoscere i propri limiti mi permetta di apprezzare chi ha più conoscenza e saggezza di me. Dio benedica questo tuo dono nel nome di Gesù. Grazie, Nicola. {06-08-2011}

 

Pietro Calenzo: Studio esegetico perfetto, fratello Nicola, che dovrebbero scolpirsi (tanto per stare in tema) nelle menti ottenebrate o confuse di ortodossi, cattolici latini, copti, maroniti e di tutti coloro, che praticano l’idolatria. Shalom..{06-08-2011}

 

Claudia Biscotti: Grazie di cuore, ora è tutto chiaro. Dio ti benedica Nicola. {06-08-2011}

 

Giancarlo Marzucchi: Non era idolatria; a differenza del vitello d’oro, i cherubini erano solo ornamenti. {06-08-2011}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Cherub_arca_Avv.htm

16-08-2011; Aggiornamento: 20-09-2011

 

Punto°A°Croce ▲ Vai a inizio pagina ▲
Proprietà letteraria riservata
© Punto°A°Croce