Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

 

Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CENTRALITÀ DOTTRINALE E CONTORNO

 

 a cura di Nicola Martella

 

Che cos'è «centrale» nella dottrina biblica? Che cos'è «periferico»? Qual è la massima dottrina nel nuovo patto? Che cos'è solo «contorno»? Che cosa sono solo fenomeni accompagnatori?

   «Centrale» è ciò che sarà decisivo nel giudizio di tutti gli uomini. «Centrale» è ciò che deciderà fra biasimo e plauso, fra danno e premio nel giudizio di Cristo per i credenti. Il resto è «contorno». Perché, quindi, molti cristiani danno più importanza ai fenomeni di riverbero che alla sostanza stessa?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

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1. Miraldi Daniela

2. Nicola Martella

3. Miraldi Daniela

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1. {Miraldi Daniela}

 

Buongiorno Nicola Martella, leggo sempre con molto interesse (anche se velocemente causa lavoro) le sue mail su temi molto profondi e dottrinali.

     Leggo sempre la Parola e, nonostante ricordi molti versetti chiave per affrontare certe tematiche, a volte, brancolo ancora nel buio o quantomeno vivo ancora dei dubbi.

     Veda, io vengo dalla Chiesa di Via Britannia, a Roma, ma dopo qualche anno di fede e fedeltà alla comunità, il Signore mi ha chiamato inequivocabilmente in Via Galvani a Roma, confermandomi nel tempo doni e chiamata personale. Quindi, io credo ora a tutti e nove i doni dello Spirito Santo, pur avendone solo alcuni.

     Non ho dimenticato, però, il nome che s’era data Via Britannia: «Berea». Prego Dio di poter avere sempre molto equilibrio, saggezza e attenzione nelle mie scelte. Buon lavoro. {16 novembre 2007}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Cara Daniela, sono contento se i miei «pungoli» teologici t’aiutano a riflettere e a essere una «Bereana». Come ai tempi apostolici, così oggi bisogna far conto che il misticismo esoterista s’accrediti nelle chiese come spiritualismo particolare e porti molto danno all’Evangelo. Così si fa bene a vegliare. Poi il confronto, che propongo su «Fede controcorrente», non può che fare del bene a noi tutti.

     Di là da ciò che si possa credere o meno sui carismi dello Spirito, il premio del Signore s’orienterà comunque all’esercizio pratico del «frutto dello Spirito»! (Gal 5,22s). È inoltre scritto: «Ora, se uno edifica su questo fondamento oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, 13l’opera d’ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la paleserà; poiché quel giorno ha da apparire qual fuoco; e il fuoco farà la prova di quel che sia l’opera di ciascuno. 14Se l’opera che uno ha edificata sul fondamento sussiste, egli ne riceverà ricompensa; 15se l’opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo, però come attraverso il fuoco» (1 Cor 3,12-15). È evidente che quel che si è come cristiani è più importante di ciò che si ha o si pretende d’avere (privilegi, carismi, ecc.).

     Mt 7,15-23 rimane comunque un grande monito di come ci si possa sbagliare d’appartenere a Cristo solo perché si ritiene di essere detentore di particolari facoltà e di compiere opere potenti! Sentirsi dire: «Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me voi, operatori d’iniquità» (v. 23), è cosa grave e terribile.

     La massima dottrina del nuovo patto è, e rimane, l’Evangelo: ossia l’annuncio d’una persona, Gesù quale Messia-Re. Al confronto con questa centrale dottrina, tutto il resto diventa «contorno», secondario!

     Bisogna stare attenti a non essere attaccati ai «giocattoli», tipici dell’infanzia della fede, subendo così come bambini «ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore» (Ef 4,14), mentre invece ci si può emancipare alla statura perfetta di Cristo (v. 13). Alcuni sono attaccati a fenomeni appariscenti e sensibili, dimenticando che sono solo «contorno» rispetto alla centralità dell’Evangelo e solo «fenomeni accompagnatori» rispetto all’eccellenza della Parola!

     I carismi da soli non danno certezze. Come tu stessa affermi, «a volte, brancolo ancora nel buio o quantomeno vivo ancora dei dubbi»; poi aggiungi: «…io credo ora a tutti e nove i doni dello Spirito Santo, pur avendone solo alcuni». Se ci si basa sui propri carismi, un momento si sarà alle stelle, pensando di toccare il cielo, un momento dopo alle stalle, ossia depresso e nel dubbio.

     Paolo, dopo aver elencato le «funzioni» che ogni servitore può possedere in miscela diversa nel suo «ministero» (1 Cor 12,28ss), aggiunse: «Ma desiderate ardentemente i doni maggiori. E ora vi mostrerò una via, che è la via per eccellenza» (v. 31). Le «funzioni», che si svolgono, corrispondono ai carismi che si posseggono, e abilitano a un ministero efficace. Ma ciò non è tutto. Paolo mise l'enfasi sui «carismi maggiori», i quali si trovano pure in Efesini 4,1ss, dove è espresso che essi da soli bastano «per equipaggiamento dei santi riguardo all’opera del servizio, per la costruzione del corpo di Cristo». Poi mostrò la «via per eccellenza»  (fede, speranza, agape) né parlò in 1 Cor 13.

 

 

3. {Miraldi Daniela}

 

Pace Nicola. Grazie per aver ribadito la centralità del messaggio evangelico. Concordo con Lei e Paolo: «Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo» (1 Corinzi 13,1). Io devo crescere ancora molto in quest’area. Buon proseguimento… {16 novembre 2007}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Centralita_contorno_UnV.htm

16-11-2007; Aggiornamento: 19-10-2011

 

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