Che cos'è «centrale»
nella dottrina biblica? Che cos'è «periferico»? Qual è la massima
dottrina nel nuovo patto? Che cos'è solo «contorno»? Che cosa sono solo fenomeni
accompagnatori?
«Centrale»
è ciò che sarà decisivo nel giudizio di tutti gli uomini. «Centrale» è ciò che
deciderà fra biasimo e plauso, fra danno e premio nel giudizio di Cristo per i
credenti. Il resto è «contorno». Perché, quindi, molti cristiani danno
più importanza ai fenomeni di riverbero che alla sostanza stessa?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul
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sottostante
1.
{Miraldi Daniela} ▲
Buongiorno Nicola Martella, leggo sempre con molto
interesse (anche se velocemente causa lavoro) le sue mail su temi molto profondi
e dottrinali.
Leggo sempre la Parola e,
nonostante ricordi molti versetti chiave per affrontare certe tematiche, a
volte, brancolo ancora nel buio o quantomeno vivo ancora dei dubbi.
Veda, io vengo dalla Chiesa
di Via Britannia, a Roma, ma dopo qualche anno di fede e fedeltà alla comunità,
il Signore mi ha chiamato inequivocabilmente in Via Galvani a Roma,
confermandomi nel tempo doni e chiamata personale. Quindi, io credo ora a
tutti e nove i doni dello Spirito Santo, pur avendone solo alcuni.
Non ho dimenticato, però, il
nome che s’era data Via Britannia: «Berea». Prego Dio di poter avere sempre
molto equilibrio, saggezza e attenzione nelle mie scelte. Buon lavoro. {16
novembre 2007}
2.
{Nicola Martella} ▲
Cara Daniela, sono contento se i miei «pungoli»
teologici t’aiutano a riflettere e a essere una «Bereana». Come ai tempi
apostolici, così oggi bisogna far conto che il misticismo esoterista s’accrediti
nelle chiese come spiritualismo particolare e porti molto danno
all’Evangelo. Così si fa bene a vegliare. Poi il confronto, che propongo su
«Fede controcorrente», non può che fare del bene a noi tutti.
Di là da ciò che si possa
credere o meno sui carismi dello Spirito, il premio del Signore
s’orienterà comunque all’esercizio pratico del «frutto dello Spirito»! (Gal
5,22s). È inoltre scritto: «Ora, se uno edifica su questo fondamento oro,
argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, 13l’opera
d’ognuno sarà manifestata, perché il giorno di Cristo la paleserà; poiché quel
giorno ha da apparire qual fuoco; e il fuoco farà la prova di quel che sia
l’opera di ciascuno. 14Se l’opera
che uno ha edificata sul fondamento sussiste, egli ne riceverà ricompensa;
15se l’opera sua sarà arsa, egli ne
avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo, però come attraverso il fuoco»
(1 Cor 3,12-15). È evidente che quel che si è come cristiani è più
importante di ciò che si ha o si pretende d’avere (privilegi, carismi,
ecc.).
Mt 7,15-23 rimane
comunque un grande monito di come ci si possa sbagliare d’appartenere a Cristo
solo perché si ritiene di essere detentore di particolari facoltà e di compiere
opere potenti! Sentirsi dire: «Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me voi,
operatori d’iniquità» (v. 23), è cosa grave e terribile.
La massima dottrina
del nuovo patto è, e rimane, l’Evangelo: ossia l’annuncio d’una persona, Gesù
quale Messia-Re. Al confronto con questa centrale dottrina, tutto il resto
diventa «contorno», secondario!
Bisogna stare attenti a non
essere attaccati ai «giocattoli», tipici dell’infanzia della fede,
subendo così come bambini «ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini,
per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore» (Ef 4,14), mentre
invece ci si può emancipare alla statura perfetta di Cristo (v. 13). Alcuni sono
attaccati a fenomeni appariscenti e sensibili, dimenticando che sono solo
«contorno» rispetto alla centralità dell’Evangelo e solo «fenomeni
accompagnatori» rispetto all’eccellenza della Parola!
I carismi da soli non danno
certezze. Come tu stessa affermi, «a volte, brancolo ancora nel buio o
quantomeno vivo ancora dei dubbi»; poi aggiungi: «…io credo ora a tutti e
nove i doni dello Spirito Santo, pur avendone solo alcuni». Se ci si basa sui
propri carismi, un momento si sarà alle stelle, pensando di toccare il cielo, un
momento dopo alle stalle, ossia depresso e nel dubbio.
Paolo, dopo aver elencato le
«funzioni» che ogni servitore può possedere in miscela diversa nel suo
«ministero» (1 Cor 12,28ss), aggiunse: «Ma desiderate ardentemente i
doni maggiori. E ora vi
mostrerò una via, che è la via per
eccellenza» (v. 31). Le «funzioni», che si svolgono, corrispondono ai
carismi che si posseggono, e abilitano a un ministero efficace. Ma ciò non è
tutto. Paolo mise l'enfasi sui «carismi maggiori», i quali si trovano pure in
Efesini 4,1ss, dove è espresso che essi da soli bastano «per equipaggiamento
dei santi riguardo all’opera del servizio, per la costruzione del corpo di
Cristo». Poi mostrò la «via per eccellenza» (fede, speranza, agape)
né parlò in 1 Cor 13.
3. {Miraldi Daniela} ▲
Pace Nicola. Grazie per aver ribadito la centralità
del messaggio evangelico. Concordo con Lei e Paolo: «Se parlassi le lingue
degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno
squillante cembalo» (1 Corinzi 13,1). Io devo crescere ancora molto in
quest’area. Buon proseguimento… {16
novembre 2007}
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Centralita_contorno_UnV.htm
16-11-2007; Aggiornamento: 19-10-2011
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