Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

 

Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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BATTESIMO E RIGENERAZIONE? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Un po' di tempo fa, un lettore attivo (Vanni Fogato) mi ha segnalato i punti di fede della «Chiesa di Cristo», una particolare denominazione. Un punto particolare riguarda la dottrina del battesimo. Egli è rimasto sorpreso dal sacramentalismo battesimale di tale chiesa e mi ha scritto: «Sono sacramentalisti, credono che la nuova nascita avviene tramite il battesimo in acqua. Fanno mi sa un pochino di confusione tra il “battesimo di Spirito Santo” e il “battesimo in acqua”» {17-11-2007}. Mi ha chiesto perciò di affrontare e approfondire tale tema.

    Avevo preparato questo articolo, ma ne ho rimandato la pubblicazione, finché non mi sono arrivate altre sollecitazioni, che riporto qui sotto. Dapprima mi è arrivata la seguente lettera: «Nella mia comunità (Chiesa di Cristo - Movimento di Restaurazione) si insegna che il battesimo è “essenziale” alla salvezza. Da un po’ di tempo ho molta confusione sull’argomento. Tu che ne pensi?» {Roberto Pascali; 10-01-2008}.

   Dopo di essa eccone un'altra ancora: «Carissimo Nicola, ti vorrei fare due domande. La prima è cosa ne pensi del battesimo per immersione, per la salvezza delle anime? Secondo te è essenziale, oppure si può essere salvati anche senza battesimo? [...]». Anche questa lettera svela come suo sfondo l'appartenenza alla «Chiesa di Cristo» {Giuseppe Perrone; 13-01-2008}.

    Qui di seguito diamo occasione ai lettori di intervenire su questo tema, chiedendo loro di leggere prima l'intero articolo « «Battesimo e rigenerazione».

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Marco Soranno

2. Francesco Dragotto

3. Nicola Martella

4. Valerio Bernardi

5. Nicola Martella

6. Gianni Siena

7. Guerino De Masi

8. A. Palmieri-Multari

9. Anna Cenamo

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Marco Soranno}

 

Menno Simmons, teologo anabattista e fondatore della chiesa mennonita, affermava che la rigenerazione battesimale è come un vitello d’oro, facendo chiaro riferimento all’infelice scelta degli ebrei dopo l’Esodo. Io sono stato in comunione con le Chiese di Cristo per molto tempo e mi sento di dire le seguenti cose.

     ■ La nuova generazione dei membri di questa chiesa non ha una forte identità teologica rispetto a quella precedente, composta da credenti e biblisti come Fausto Salvoni e Italo Minestroni, ex sacerdoti cattolici che da cristiani lavorarono per la predicazione del Vangelo; vi sono poche conversioni nelle Chiese di Cristo italiane e l’idea sacramentalista del battesimo che salva è meno esplicitata di quanto si pensi, anche perché i «cavalli di battaglia» di certe chiese di Cristo italiane sono altri: ▪ 1) L’ultra congregazionalismo e non denominazionalismo; ▪ 2) Il rifiuto dello strumento musicale nel culto a Dio. Le Chiese di Cristo sono ostili alle confessioni di fede e credo che sul sito di Firenze abbiano scritto con disagio certe affermazioni, poiché rifiutano a priori di passare per chiesa evangelica.

     ■ Condivido il principio protestante riguardo la salvezza, e certo affermare che il battesimo rimette i peccati cozza con la dottrina della giustificazione per fede. Per un tempo credevo come loro nella rigenerazione battesimale ma studiando le Scritture ho compreso che il battesimo è un segno, espressione di qualcosa già avvenuto nel cuore del credente. Una cosa è comunque apprezzabile in loro: l’urgenza battesimale. Considerando gli esempi neotestamentari, chi credeva veniva subito battezzato (pensiamo ai tremila di pentecoste e all’eunuco etiope), dopo aver udito il Vangelo. Personalmente apprezzo questo e credo che se qualcuno chiede, dopo aver ascoltato la Parola, d’essere battezzato, non dovremmo mostrare diffidenza o disagio proprio perché battezzandosi egli non compie un gesto salvifica ma ratifica un patto tra Lui e Cristo, esprimendo la sua conversione e appartenenza al Signore. È la sua coscienza con Dio, non la nostra che rende valido il battesimo. Quando affermiamo che il battesimo non salva, in molti ambienti evangelici ipso facto la celebrazione del rito viene rimandata per molto tempo, dopo periodi di catecumenato che nella chiesa primitiva non risultano menzionati. Credo che dovremmo rendere la predicazione domenicale molto cristocentrica ed evangelistica affinché i cuori siano aperti da Dio alla comprensione e all’accettazione. {20-01-2008}

 

 

2. {Francesco Dragotto}

 

Carissimi, secondo la mia esperienza posso assicurarvi che il battesimo in acqua non rigenera affatto. Mi dispiace per la «chiesa di Cristo» e per quanti altri hanno questi problemi... Intanto, dove mi è possibile, porterò la mia testimonianza pregando il Signore di visitare coloro che hanno di bisogno di fare una esperienza più incisiva.

     Un po’ di tempo fa, quando ho conosciuto la grazia di Dio, poiché non avevo modo di frequentare la chiesa in quanto ero sempre impegnato al lavoro, mi sentivo in difetto perché non ero battezzato in acqua. Tanti pensieri strani mi passavano per la testa ma dentro il mio cuore sentivo tanta pace. Colgo l’opportunità per ringraziare il Signore in quanto pur essendo autodidatta, mi suggerì un paio di testi che mi tranquillizzarono e di cui voglio farvi partecipi.

     ■ Romani 10,8-11: «“La parola è presso di te, nella tua bocca e nel tuo cuore”. Questa è la parola della fede, che noi predichiamo; 9poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato. 10Col cuore infatti si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione, per ottenere salvezza, 11perché la Scrittura dice: “Chiunque crede in lui non sarà svergognato”».

     ■ 1 Pietro 3,21: «La quale è figura del battesimo (non la rimozione di sporcizia della carne ma la richiesta di buona coscienza presso Dio), che ora salva anche noi mediante la risurrezione di Gesù Cristo».

 

Del battesimo nel nome di Gesù, dopo aver creduto in lui, si parla inoltre in Atti 10,44-47, dove lo Spirito Santo scese mentre Pietro parlava di Gesù a Cornelio e alla gente di casa sua, quindi prima del battesimo in acqua. Se ne parla anche in Atti 19,1-6, dove lo Spirito Santo scese sui discepoli di Giovanni Battista, solo dopo il battesimo e mediante limposizione delle mani di Paolo. Con questo concludo il mio intervento con la speranza che questa mia breve testimonianza possa essere utile. {21-01-2008}

 

 

3. {Nicola Martella}

 

Quanto qui segue, vuol essere una spiegazione di alcuni aspetti del contributo precedente (At 19), oltre a essere una approfondimento di alcuni aspetti particolari. La prassi di cura d'anime mostra che quando si esercita la fede sincera in Gesù quale Salvatore e Signore, non sempre ciò coincide con la rigenerazione da parte dello Spirito Santo; ciò è dovuto a certi ostacoli che devono essere prima superati (p.es. mancanza di sottomissione reale a Gesù quale Signore; legami occulti coscienti o meno da rifiutare; questioni particolari ancora irrisolte; peccati in cui si vive e di cui non ci si rende ancora conto o che non si vuole ancora abbandonare; pratiche religiose contrarie all'Evangelo).

    In alcuni ambienti si crede che basta fare una professione di fede in Gesù per essere rigenerati dallo Spirito Santo; in altri si carica il battesimo in acqua di particolari significati. In certi ambienti, poiché tale fede, seppur sincera, non cambia molto la vita di tale «credente» per i motivi sopra esposti, si sente il bisogno di aggiungere a essa in seguito una «seconda esperienza». Inutile dire che quest'ultima, sebbene chiamata diversamente e riempita di altri contenuti, rappresenta effettivamente la «prima esperienza», ossia la vera rigenerazione mediante lo Spirito Santo. Ecco ora qui di seguito due casi biblici che bisogna inquadrare in modo giusto in senso storico e teologico, per capirli correttamente.

    La comunicazione dello Spirito Santo rigenerante non avvenne al momento in cui i discepoli di Giovanni esercitarono la fede in Gesù quale Messia e furono battezzati, ma solo mediante l’atto dell’imposizione delle mani (At 19). Ciò fu necessario per motivi storici e teologici. Infatti, c’erano discepoli di Giovanni che non riconoscevano Gesù come Messia e ritenevano il loro maestro una figura messianica. Poiché è il maggiore che trasmette una benedizione, una grazia divina o un carisma al minore, che quest’ultimo accetta con sottomissione, l’imposizione delle mani da parte di Paolo (apostolo di Gesù Messia) sui discepoli di Giovanni doveva significare la superiorità di Gesù rispetto a Giovanni Battista.

     Similmente l’atto dell’imposizione delle mani si rese necessario per motivi storici e teologici anche nella questione giudeo-samaritana (At 8). La fede dei Samaritani in Gesù non coincise con il momento della rigenerazione né lo fu il battesimo. Anche qui bisognava risolvere prima il contenzioso storico-teologico fra Giudei e Samaritani, che perdurava da secoli. I Samaritani, facendosi imporre le mani dagli apostoli della chiesa di Gerusalemme, si sottomettevano a loro e riconoscevano che «la salvezza viene dai Giudei» (Gv 4,22), anzi dal giudeo Gesù, che diventava così anche il loro Messia.

 

 

4. {Valerio Bernardi}

 

Gentile Nicola Martella, ho letto quanto Lei scrive sulla Chiesa di Cristo e la concezione del Battesimo. Penso che la sua documentazione sia un po’ scarsa e Le consiglierei di approfondire adeguatamente l’argomento perché non si può portare avanti un’argomentazione sulla base di quanto affermato su un paio di siti. Alcune affermazioni che Lei fa andrebbero approfondite e spero di poterlo fare. Intanto se vuole consigli di approfondimento, in quanto anche io tra i responsabili in Italia del movimento Stone-Campbell sono disponibile. Nel frattempo mi permetto di segnalarLe l’ultimo numero dell’Appello Cristiano dove potrà trovare un articolo sulle basi di fede del movimento. Lo può scaricare gratuitamente a http://www.appellocristiano.it. Sentitamente… {21-10-2008}

 

 

5. {Nicola Martella}

 

Ringrazio Valerio Bernardi per essere intervenuto. Rispondo a quanto presente in questa missiva.

     ■ Quanto alla «documentazione un po’ scarsa» e a «quanto affermato su un paio di siti», rispondo che ho consultato non ciò che altri dicono sulle Chiese di Cristo, ma siti delle medesime,  ed essi si esprimono perlopiù allo stesso modo. Poi faccio notare che lo stimolo a pubblicare l’articolo è venuto da due membri di tale movimento, che mi hanno fatto domande specifiche sul tema «battesimo e rigenerazione».

     ■ Visto il grande spettro di convinzioni presenti nelle Chiese di Cristo su temi dottrinali, posso immaginarmi che anche su «battesimo e rigenerazione» ci siano molte nuance. Uno dei lettori di «Fede controcorrente» (Marco Soranno), che ha reagito all’articolo, ha affermato che nella sua esperienza ecclesiale in comunione con le Chiese di Cristo il tema «battesimo necessario alla salvezza» era meno preponderante: «l’idea sacramentalista del battesimo che salva è meno esplicitata di quanto si pensi». Al contrario coloro che mi hanno chiesto di intervenire, vivono tale problema diversamente nelle loro comunità.

     ■ Chiaramente Valerio Bernardi avrà altre osservazioni da presentare, magari più concilianti, visto il tono della rivista «l’Appello Cristiano», in cui è coinvolto. Se vuole intervenire in merito a questo aspetto specifico, è chiaramente il benvenuto.

     ■ Per il resto, ho avuto una buona comunione con i fratelli della Chiesa di Cristo di Frascati. Spesso le persone sono migliori di alcune dottrine particolari, a cui aderiscono.

 

*°*°*°*°*°

 

Seguendo l’invito di Valerio Bernardi, ho scaricato la rivista edita dalla Chiesa di Cristo di Ciampino. Egli stesso introduce come segue la frastagliata situazione storica e dottrinale del suo movimento: «Se sulla storia vi è una forte tradizione e più o meno tutti sono concordi sullo stabilire le origini del movimento, molto più controversi sono i dati sulla dottrina. Cosa significa essere membri di una Chiesa di Cristo? Esiste una dottrina ufficiale? Abbiamo delle caratteristiche che ci distinguono da altri evangelici o siamo praticamente identici in ogni cosa? Il breve saggio dell’opuscolo, intitolato significativamente “Chi siamo?”, cerca di dare una risposta a queste domande e ci sembra uno dei migliori sunti della dottrina del nostro movimento, delle sue caratteristiche peculiari nel campo della dottrina. Lo scritto dimostra anche quanto sono profonde le divisioni ma comune l’intento presente negli appartenenti al movimento» [Valerio Bernardi in Lorraine e Lyndsay Jacobs, «Chi siamo?», l’Appello Cristiano 3-4 (Ciampino, luglio-ottobre 2007), p. 8].

     Nell’articolo Lorraine e Lyndsay Jacobs, tenendo un tono conciliante fra le diverse anime che compongono le Chiese di Cristo, scrivono quanto segue: «Quali sono, pertanto, le caratteristiche attuali delle Chiese di Cristo? È possibile sceglierne dieci:

     ■ Una preoccupazione per l’unità dei Cristiani;

     ■ Un impegno nei confronti della missione e dell’evangelizzazione;

     ■ Un’enfasi sull’essere una chiesa che è proprio quella del Nuovo

Testamento;

     ■ L’uso di una semplice confessione di fede;

     ■ La pratica del battesimo dei credenti;

     ■ La celebrazione settimanale della comunione;

     ■ Un desiderio di essere conosciuti con nomi biblici;

     ■ Un’enfasi sull’autonomia delle comunità;

     ■ Comprendere che ogni membro è coinvolto nel ministero;

     ■ L’accettazione della necessità della diversità» [Ibid.].

 

Molte delle chiese libere potrebbero riconoscersi in questi punti, così espressi. Per semplicità riporto il quinto punto, che c’interessa in questa discussione, e che riguarda la pratica del battesimo dei credenti. «Sono battezzate solo le persone che hanno raggiunto un’età in cui possono fare la propria confessione di fede. Il modo del battesimo è l’immersione. Molte comunità ora accettano come membri — per trasferimento — coloro che sono divenuti membri attraverso altre tradizioni; altre comunità sono ferme nel ritenere che il battesimo dei credenti è essenziale. I battisteri — per l’immersione — sono tra gli oggetti presenti nei locali di culto» [op. cit., p. 9]. L’articolo affronta purtroppo (e solo brevemente) soltanto aspetti «tecnici» e non va alla comprensione dottrinale del battesimo in connessione alla salvezza. Non è quindi una fonte qualificata al riguardo né può essere considerato «uno dei migliori sunti della dottrina» del movimento delle Chiese di Cristo.

 

 

6. {Gianni Siena}

 

Caro Nicola un rito, anche «biblicamente» ortodosso, non produce nulla e non ha niente d’intrinseco. Una sorella della mia comunità, battezzata in gioventù nel modo più biblico, chiese d’essere ribattezzata dal nuovo pastore. Ella motivò la sua richiesta con la seguente giustificazione: «M’aveva spinto mia madre a fare questo passo... non capivo». Ella s’era poi realmente convertita al Signore ma non aveva più riesaminato la sua posizione relativa; avuta luce e istruzione sull’argomento, avvertì l’esigenza di confessare la sua fede, come è scritto. Fu una sorpresa per molti sapere di questa «novità» e vi fu anche qualche contestazione, ma capii il suo gesto.

     Le chiese «sacramentaliste» adducono una spiegazione che, seguendo il loro ragionamento, si può capire quanto fanno. Nella prima età della chiesa chi chiedeva d’essere battezzato, il suo «battesimo» interiore e la fede in Cristo erano freschi del momento.

     Nella mia infanzia studiai la dottrina cattolica ed essa prescrive alcune condizioni precise per dare efficacia all’atto del rito: ▪ 1) La retta intenzione o volontà; ▪ 2) La fede consapevole; ▪ 3) Altre che non ricordo.

 

In ogni caso, il cattolicesimo riconosce che qualunque rito senza queste condizioni è privo d’efficacia, benché ne sottolinei la validità a prescindere dalle disposizioni dell’individuo. «Senza la fede è impossibile piacere a Dio...» Io mi ricordo spesso di queste parole e mi meraviglio di quanti «evangelici» s’arenano in pratiche e dottrine non ortodosse. {21-01-2008}

 

Nota redazionale: Faccio notare che le condizioni della chiesa romana non sono rispettate per il pedobattesimo o battesimo dei bambini. Infatti, i neonati non posseggono ancora un’intenzione, una volontà e una fede consapevole. {Nicola Martella}

 

 

7. {Guerino De Masi}

 

Non mi meraviglio oramai di niente, neanche delle stranezze che mi tocca riscontrare negli ambienti storicamente evangelici e dunque normalmente legati alla Parola di Dio, la sua lettura, sottomissione a essa e applicazione nei vari incontri di chiesa o di cellule, gruppi e case.

     È vero, spesso le persone sono migliori delle dottrine che professano... ma può bastare?

     Se il battesimo conferisce la salvezza e dà lo Spirito Santo, allora io sarei un professionista di tale dottrina e l’autore di molti salvati.

     Mi spiego. Diversi anni fa, dovendo organizzare dei battesimi nella chiesa evangelica che frequentavo allora in Lombardia, ci siamo posti la domanda se il battistero che utilizzavamo non poteva essere migliorato. Non avendo spazio nel locale, in occasione di battesimi veniva utilizzata una comunissima «vasca da bagno» portatile, con tutti gli inconvenienti di peso, ingombro e soprattutto di misure, perché i battezzati, in fondo, non venivano che immersi al torace rimanendo a gambe all’aria ogni volta che le s’immergeva. Da buon artigiano, ho pensato a una vasca smontabile, leggera e soprattutto abbastanza grande da immergere il neo convertito. Mi sono rivolto a un amico artigiano che fabbrica teloni in PVC saldati per camion. Gli ho chiesto di farmi una vasca da 2 metri per 70 centimetri di larghezza, profonda 50 centimetri. Un telaio con tubi idraulici zincati da 1/2 pollice e dei raccordi angolari tipo Dalmine. La realizzazione fu di nostro gradimento e oramai, queste vasche sono un po’ dappertutto in Italia, fino in Albania! Ne approfitto per consigliarlo a tutti coloro che hanno questo problema. È una applicazione semplice ed efficace.

     Voglio dire che in questo modo, avrei partecipato a livello «industriale» alla salvezza delle anime e al ricevimento dello Spirito Santo!!!

     Mi accorgo quanto del cattolicesimo romano ci è rimasto ancora incollato addosso. Sia per il battesimo che per la santa cena o la stessa partecipazione al culto.

     Quanto c’è bisogno di tornare alla semplicità del messaggio evangelico, anche senza conoscere il greco e le lingue antiche, la teologia l’ermeneutica e l’esegesi. Purtroppo, alcuni s’atteggiano a tecnici di queste materie senza averne le caratteristiche, ed è pericoloso, a mio modesto parere.

     Il principio che la Parola si spiega con la Parola e che le parti difficili da comprendere vanno viste e comprese con quei testi chiari ed espliciti della Bibbia, dovrebbe essere sempre tenuto a mente. Questo è il mio atteggiamento, io che non ho scuole bibliche alle spalle, ma che con semplicità m’avvicino alla Parola di Dio.

     C’è anche l’aspetto opposto all’insegnamento che il battesimo «dia» sacramentalmente la salvezza. Qualcuno invece non ravvisa di battezzare il neocredente, se tale persona non si trova in condizione d’abbandonare il suo peccato. Mi spiego. Se un divorziato, risposato con una divorziata e con una famiglia formata di nuovi figli... dopo anni si converte, gli si rifiuta il battesimo!!! Per tale posizione vi s’adduce: tanto, la sua salvezza non è vincolata al battesimo. Credo che sia altrettanto errato poiché non si considera l’unica negazione al battesimo che trovo nella Bibbia: se non ha creduto.

     Penso che dovremmo spendere tempo e risorse, nonché energia, per proclamare il Vangelo che chiama alla conversione e al ravvedimento, in questo mondo che giace nelle tenebre e necessita della luce della Parola di Dio perché sia salvato.

     E poi... siate battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (e qua forse si ripresenta la questione della formula battesimale). {22-01-2008}

 

 

8. {Angela Palmieri-Multari}

 

Carissimo Nicola, Sono pienamente d’accordo sulla tesi da te affrontata in risposta al quesito sul «battesimo e rigenerazione». Il battesimo in acqua non ha nessun potere di rigenerare uno spirito che ancora non è tale!

     Non cerchiamo di «mettere il carro davanti ai buoi» e scusami per questo paragone, ma in passato ho conosciuto una credente che si sottopose al battesimo in acqua dopo diversi anni dalla sua conversione soltanto quando, frequentando la Chiesa Battista le venne «necessariamente» richiesto per poter partecipare alla Santa Cena. In passato aveva fatto parte della comunità cristiana dell’Esercito della Salvezza, dove il battesimo in acqua non è contemplato.

     Ti posso comunque assicurare che era veramente una figlia di Dio, perché in lei si vedevano i frutti dello Spirito, cosa che a volte non si vedono in persone già battezzate in acqua ma non realmente convertite!

     È pur vero che solo Dio conosce i cuori e solo Lui sa chi desidera e coopera con lo Spirito Santo per far divenire Gesù il Signore della propria vita. Non basta quindi soltanto riconoscerlo come Salvatore per appropriarsi delle promesse da Lui fatte!

     Il vero credente si sottopone continuamente all’autorità di Gesù per amore di Colui che ha pagato con la Sua morte il prezzo del riscatto. È un esercizio che dura per tutta la nostra esistenza sulla terra.

     Non esiste una formula magica o dell’acqua battesimale per divenire figli di Dio e neanche appartenere a una chiesa che si vanta di conoscere la Verità, ma come disse Giovanni Battista quando il popolo gli chiedeva se lui fosse il Cristo: «Ben vi battezzo io con acqua ma viene colui che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco».

     Grazie Nicola per l’opportunità che ci dai di poterci confrontare e amorevolmente riprenderci in modo da essere quel popolo che Dio si è acquistato e che vuole essere «saldo e incrollabile sapendo che la propria fatica non è vana nel Signore».

     Quando il Signore tornerà (come è scritto in Apocalisse 3,16) non dovrà trovarci tiepidi come la chiesa di Laodicea per non essere «vomitati dalla Sua bocca»!

     Non ci stancheremo mai d’essere riconoscenti verso un Dio così misericordioso che ha provveduto nella persona di Gesù Cristo a risolvere il peccato dell’umanità e ha provveduto attraverso la Sua Grazia a essere riconciliati con Lui tramite una vera conversione, cioè una rigenerazione autentica che precederà e non seguirà il comando del battesimo in acqua. {22-01-2008}

 

 

9. {Anna Cenamo}

 

Per capire se il battesimo sia essenziale per la salvezza, basterebbe ricordarsi del ladrone sulla croce che Gesù salvò lì per lì. Egli non aveva più la possibilità di lasciarsi battezzare, anzi: Gesù gli assicurò che sarebbe andato con Lui in paradiso il giorno stesso. {26-01-2008}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Batt_rigener_parla_UnV.htm

20-02-2008; Aggiornamento: 28-01-2008

 

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