1. LE TESI: La parola
d’ordine è «sì» e la porta d’accesso sei tu! Dio vuole avere con te una
relazione vivente e dinamica, che non consiste in una visitina settimanale della
domenica mattina. È un’amicizia, che dispensa vita momento per momento, giorno
per giorno e che si sviluppa, quando impari a dimorare nella sua volontà e nella
sua presenza manifesta.
Dicendo che la
porta d’accesso tra la dimensione terrena e la dimensione celeste sei tu,
voglio intendere che tutto ciò che è menzionato sopra e tutto quello è
menzionato nelle Scritture, è già tuo per mezzo di Gesù Cristo; e, per il fatto
che sei in accordo con Dio, consenti a tutto ciò, che è nell’eternità, di
sgorgare attraverso di te e fuoriuscire verso gli altri.
Tutte le promesse di Dio sono «sì» e «amen» in Gesù, ed Egli vive in te (2
Corinzi 1,20). Nel luogo santissimo della presenza di Dio puoi continuamente
godere di ogni cosa, che ha in serbo per te. È veramente il donatore di ogni
dono buono e perfetto (Giacomo 1,17). È il tuo amorevole Padre celeste, che ha
cose grandi e meravigliose pronte per te proprio ora. {Nunzio Lo Nardo;
24-04-2013; adattamento e formattazione redazionali}
2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI:
In questo scritto sono scritte cose buone, ma ci sono alche alcune imprecisioni,
che probabilmente non erano nelle intenzioni dell’autore, ma che si prestano
facilmente a equivoci e cattive interpretazioni. L’autore farebbe, quindi, bene
a spiegare meglio il suo pensiero. Ecco qui di seguito la mia analisi di alcuni
elementi ambigui.
■ Si afferma: «la porta d’accesso tra la dimensione terrena e la dimensione
celeste sei tu». Di là dalle buone intenzioni dell’autore, tale pensiero può
essere fonte d’equivoco nel senso dello spiritualismo esoterico
(gnosticismo, new age, ecc.). L’unica «porta» fra la terra e il cielo
nella sacra Scrittura porta un nome preciso: Gesù Cristo. «Io sono la porta;
se uno entra per me, sarà salvato, ed entrerà e uscirà, e troverà pastura»
(Gv 10,9). Inoltre, il Mediatore fra Dio e l’uomo, è solo uno: Gesù
Cristo, essendo Egli Dio e uomo (1 Tm 2,5).
■ Si afferma: «...per il fatto che sei in accordo con Dio, consenti a tutto
ciò che è nell’eternità di sgorgare attraverso di te e fuoriuscire verso gli
altri». Anche questo è molto equivoco e presta il fianco allo
spiritualismo misticheggiante, se non esoterico. Ciò che è nell’eternità,
rimane lì in attesa che si realizzi alla fine dei tempi, e non sgorga nell’uomo
(altrimenti egli esploderebbe o ne verrebbe consumato), né egli ne diventa
dispensatore per gli altri. Gesù non parlò di «tutto ciò che è nell’eternità»,
ma dello
Spirito Santo: «Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi
d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Ora disse questo dello Spirito, che
dovevano ricevere quelli che crederebbero in lui» (Gv 7,38s). L’unica cosa,
che oggigiorno il credente può dispensare agli altri è la Parola
dell’Evangelo e le opere di bene.
■ È vero «quante sono le promesse di Dio, tutte hanno in lui [=
Cristo] il loro “sì”»
(2 Cor 1,20). Tuttavia, le promesse non sono ancora il pieno adempimento delle
cose. Oggigiorno, attendendo «tutto ciò che è nell’eternità», camminiamo ancora
per fede e non per visione (2 Cor 5,7). Una cosa è avere la «caparra»,
altra cosa è avere il pieno possesso delle cose (cfr. 2 Cor 1,22; 5,5); così
oggi siamo suggellati per il giorno della redenzione finale (Ef 4,30).
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
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24-04-2013; Aggiornamento: |