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1.
Nel libro degli Atti {Argentino Quintavalle}
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2.
Nel resto del NT {Nicola Martella} |
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1.
NEL LIBRO DEGLI ATTI:
L’insegnamento generale della Bibbia riguardo alla preghiera è il
seguente: Gesù ha insegnato di indirizzare le preghiere al Padre (Mt 6,6.9).
Gesù è il Mediatore tra Dio e l’uomo, non il destinatario ultimo delle preghiere
(1 Tm 2,5). Il libro degli Atti ci mostra che i discepoli pregavano il Padre (At
12,5; 16,25; 27,35). La preghiera va fatta al Padre, nel nome di Gesù, per mezzo
dello Spirito Santo (Rm 8,26). Ma questa linea di condotta generale significa che è
proibito rivolgere le preghiere a Gesù? O peggio, si commette peccato di lesa
maestà nei confronti del Padre, se ci rivolgiamo a Gesù in preghiera? Per la
risposta commento alcuni versetti del libro degli Atti.
Stefano disse: «Ecco, io vedo i
cieli aperti, e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio» (At 7,56). «E
lapidavano Stefano, che invocava Gesù, e diceva: “Signore Gesù, ricevi il mio
spirito”» (At 7,59). |
La manifestazione della gloria di Dio che Stefano ebbe in visione, non lo
indusse a credere di non aver più bisogno di pregare, ma addirittura lo spinse a
farlo. Egli invocò Gesù. Si affidò a Gesù, veduto in visione. È un sorprendente
esempio di preghiera rivolta al Figlio, e ciò rende evidente che i primi
cristiani consideravano Gesù di natura divina come il Padre. Se Stefano non
avesse concepito Gesù Cristo in questo modo, come avrebbe potuto rimettere il
suo spirito nelle mani di Gesù? Solo colui che ha dato lo spirito potrebbe riceverlo indietro di
nuovo. Qui ci viene insegnato di rimettere il nostro spirito, che vive
oltre al corpo, nelle mani di Cristo che, come Mediatore, ci raccomanda al
Padre. E questo ci mostra che è lecita la preghiera rivolta a Gesù. È un caso
simile a quello di Gv 20,28 dove Tommaso si rivolse a Gesù come al suo Dio: «Toma
gli rispose e disse: “Signor mio e Dio mio!”».
Dovremmo preoccuparci, mentre siamo in vita, che Cristo
riceva il nostro spirito quando moriremo. Se questa sarà stata la nostra
preoccupazione in vita, saremo consolati al momento della morte. La fine della
vita terrena di Stefano fu esemplare.
«Poi, postosi in ginocchio, gridò
ad alta voce: “Signore, non imputar loro questo peccato”. E detto questo, si
addormentò» (At 7,60). |
Questa parte della preghiera viene innalzata con maggiore solennità di quella
precedente. In primo luogo, Stefano si mise in ginocchio, il che esprimeva
umiltà nel pregare e volontà di morire in atteggiamento di preghiera,
rivolgendosi al Signore Gesù. In secondo luogo, «gridò ad alta voce», il
che esprimeva il suo intenso desiderio che la preghiera fosse ascoltata. È interessante notare che questa preghiera somiglia in
maniera impressionante alla preghiera di Gesù morente riportata in Lc 23,34: «Padre
perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Stefano ha una parola di
amore per i suoi uccisori, ed è proprio questo che distingue il martire di
Cristo dagli eroi delle cause umane.
Ferma restando la linea generale, è dunque lecito
pregare Gesù, specialmente nella prospettiva della morte. Se possiamo guardare a
lui come il nostro Salvatore, possiamo anche affidargli i nostri spiriti e
troveremo in lui l’aiuto nelle nostre preoccupazioni. {Argentino Quintavalle}
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2.
NEL RESTO DEL NT: Avendo affrontato alcune questioni in un altro articolo (►
Legge e salvezza), evidenzio qui di seguito solo alcuni
aspetti. Il termine greco kyrios «signore» venne usato nel NT perlopiù
per indicare Gesù Messia. Paolo, dopo aver parlato delle «rivelazioni del
Signore», ossia della sua esperienza mistica particolare (2 Cor 12,1ss),
evidenziò dapprima l’affronto di Satana (v. 7), per poi affermare: «Tre volte
ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me» (v. 8), aggiungendo il
riferimento a Cristo e alla sua potenza (v. 9). Quindi anche l’apostolo Paolo
pregava direttamente il «Kyrios» Gesù.
Giacomo consigliò all’infermo di chiamare gli «anziani della chiesa» (non
fantomatici guaritori), perché essi possano pregare su di lui, «ungendolo
d’olio nel nome del Kyrios», aggiungendo che «la preghiera della fede
salverà il malato, e il Kyrios lo ristabilirà; e se egli ha commesso dei
peccati, gli saranno rimessi» (Gcm 5,14s). Si noti quindi che anche qui la
preghiera, l’unzione il ristabilimento e il perdono sono connessi al Kyrios!
Per gli aspetti connessi all’adorazione di Gesù,
l’Agnello, nel cielo, si veda Ap 5, di cui riportiamo un brano.
«E quando [l’Agnello] ebbe preso il libro, le
quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti
all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e delle
coppe d’oro piene di profumi, che sono le
preghiere dei santi.
9E cantavano un
nuovo cantico, dicendo: “Tu
sei degno di prendere il libro e d’aprirne i suggelli, perché sei stato
immolato e hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d’ogni tribù e lingua e
popolo e nazione, 10e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei
sacerdoti; e regneranno sulla terra”.
11E vidi, e udii una voce di molti angeli attorno al trono e alle
creature viventi e agli anziani; e il numero loro era di miriadi di miriadi, e
di migliaia di migliaia,12che
dicevano con gran voce: “Degno
è l’Agnello che è stato immolato di ricever la potenza e le ricchezze e
la sapienza e la forza e l’onore e la gloria e la benedizione”.
13E tutte le creature che sono nel cielo e sulla terra e sotto la
terra e sul mare e tutte le cose che sono in essi, le udii che
dicevano: “A Colui che siede sul
trono
e all’Agnello
siano la benedizione e l’onore e la gloria e l’imperio, nei secoli dei secoli”.
14E
le quattro creature viventi
dicevano: “Amen!”. E gli anziani
si prostrarono e adorarono» (Ap
5,8-14). |
L’invocazione a venire, ossia a ritornare in terra per regnare, è rivolta a Gesù
dalla «sposa» (Ap 22,17a: «Vieni!») e da tutti i credenti (vv. 17b.20).
{Nicola Martella}
►
Invocare il nome di Gesù
{Nicola Martella}
►
È biblicamente lecito pregare Gesù?
{Nicola Martella}
02-01-2007;
Aggiornamento:
04-07-2010 |