Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Dottrina

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA LEGGE E L’EVANGELO

 

 di Argentino Quintavalle - Nicola Martella

 

La Legge riguarda il comportamento morale. Dio ha dato la sua Legge in modo che il popolo d’Israele potesse avere una guida per vivere a un livello tale di poter riconoscere sia la purezza di Dio che la loro colpevolezza. Ci sono 613 comandamenti nell’Antico Testamento che soprintendono al comportamento morale, giudiziario e religioso degli Israeliti sotto la teocrazia.

     La Legge riflette il carattere di Dio perché viene dal cuore di Dio. La Bibbia dice che la bocca parla dall’abbondanza del cuore (Mt 12,34). Quando Dio ha dato la Legge all’interno del patto mosaico, Egli parlava dall’abbondanza del suo cuore e mirava al bene del suo popolo. Egli parlava di quello che era in Lui. Oggigiorno, nel nuovo patto, sebbene la legge non sia più ingiuntiva, rimane un importante riferimento morale. Infatti, la Legge è buona, pura, giusta e santa. È sbagliato mentire, perché mentire è contro la natura di Dio. È sbagliato rubare perché rubare è contro la natura di Dio.

     Questa Legge, dunque, era proceduta dal cuore di Dio, ed essendo stata data agli Israeliti, doveva essere lo standard della loro condotta, un perfetto standard di vita all’interno di una società teocratica qual era Israele. Allora come oggi, siccome la Legge è perfetta e gli uomini no, è impossibile per i peccatori riuscire sempre a osservarla. È per questa ragione che la Legge è diventata un ostacolo per l’uomo. La Legge, quindi, fa vedere nell’uomo anche il contrario di ciò che essa è. La Legge dice di essere perfetta, ma mostra che noi non lo siamo. Dice di essere santa, ma ci condanna in quanto noi non lo siamo. Siccome non è possibile osservare completamente la Legge e quindi giustificare la nostra posizione davanti a Dio, abbiamo bisogno della giustizia e della santità dataci da Dio — perché non c’è alcun modo per poter arrivare al livello di vita che Dio richiede. Così, «la legge è stata nostro precettore per portarci a Cristo, affinché fossimo giustificati per mezzo della fede» (Gal 3,24); cioè, la Legge ci mostra che non possiamo arrivare a Dio tramite quello che facciamo. Abbiamo bisogno della grazia di Dio in Cristo Gesù manifestata nel suo sacrificio.

 

1. La Legge rivela la nostra colpevolezza

     ■ «Perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato» (Rm 3,20).

     ■ «Che diremo dunque? Che la legge è peccato? Così non sia; anzi io non avrei conosciuto il peccato, se non mediante la legge; infatti io non avrei conosciuta la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non concupire» (Rm 7,7).

 

2. La Legge parla a coloro che non sono sotto la grazia: La Legge si rivolge a coloro che sono soggetta a essa, ossia che si trovano sotto il patto mosaico. I credenti del nuovo patto non si trovano più sotto la legge dell’antico patto.

     ■ «Or noi sappiamo che tutto quello che la legge dice, lo dice per coloro che sono sotto la legge, affinché ogni bocca sia messa a tacere e tutto il mondo sia sottoposto al giudizio di Dio» (Rm 3,19).

     ■ «Infatti il peccato non avrà più potere su di voi, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia» (Rm 6,14)

 

3. La Legge non giustifica nessuno: Non essendo possibile ubbidire alla Legge sostanzialmente e costantemente, essa può essere un metro di condotta ma non può assicurare la giustizia che Dio richiede. «Perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge» (Rm 3,20).

 

4. La Legge non fa alcuna concessione, fa richieste: «Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle» (Gal 3,10). È quindi impossibile poter essere mai sicuri di raggiungere e mantenere lo standard di morale e di giustizia che Dio richiede.

 

5. La Legge è spirituale, ma l’uomo è carnale: «Infatti noi sappiamo che la legge è spirituale, ma io sono carnale» (Rm 7,14). Quindi l’uomo non potrà mai riuscire ad adempierla e a soddisfarla. Infatti, di là dai buoni propositi dell’uomo, la sua carne è debole. «Infatti quel che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva debole, Dio l’ha fatto, mandando il suo proprio Figlio in carne…» (Rm 8,3).

 

6. Siamo giustificati agli occhi di Dio per mezzo della grazia senza le opere della Legge

     ■ «Noi dunque riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge» (Rm 3,28).

     ■ «Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore» (Rm 5,1).

     ■ «Sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù, affinché fossimo giustificati mediante la fede di Cristo e non mediante le opere della legge, poiché nessuna carne sarà giustificata per mezzo della legge» (Gal 2,16).

 

7. La Legge porta il giudizio: La Legge richiedendo un alto standard di giustizia, vanifica di fatto di poter mai essere soddisfatta completamente e per sempre. Perciò, come conseguenza, «la legge produce ira...» (Rm 4,15).

 

8. La Legge ci prepara all’Evangelo: La Legge ci mostra che il libero dono dell’Evangelo è l’unico modo per ottenere la giustizia. «Così la legge è stata nostro precettore per portarci a Cristo, affinché fossimo giustificati per mezzo della fede» (Gal 3,24) La salvezza per grazia mediante la fede (Ef 2,8) si trova solo nel cristianesimo biblico. Solo l’Evangelo ha questo messaggio di liberazione, non guadagnato, cioè la grazia.

 

9. La Legge mira a dare il contraccambio: Essa, giudicando quindi i comportamenti, viene ad avere uno scopo punitivo. La Legge quale livella morale mira a mostrare la differenza fra giustizia ed empietà, alfine di premiare l’una e punire l’altra nella pratica. «Or noi sappiamo che la legge è buona, se uno la usa legittimamente; sapendo questo, che la legge non è stata istituita per il giusto, ma per gli empi e i ribelli, per i malvagi e i peccatori, per gli scellerati e i profani, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per gli omosessuali, per i rapitori, per i falsi, per gli spergiuri, e per qualsiasi altra cosa contraria alla sana dottrina, secondo l’Evangelo della gloria del beato Dio, che mi è stato affidato» (1 Tm 1,8-11). La Legge aveva a che fare con la regolazione dei rapporti all’interno della teocrazia d’Israele, non con la salvezza eterna. Permetteva di capire nel caso concreto chi meritava la sanzione e la punizione. L’ubbidienza ai comandamenti mostra certamente la differenza dei credenti rispetto agli empi, ossia fra quelli che hanno accettato la grazia e quelli che l’hanno rifiutata, ma l’ubbidienza è solo l’efflusso della salvezza e da sola non crea la giustizia che vale dinanzi a Dio per i fini della salvezza.

 

10. Compendio

     ■ La Legge dice quello che la gente deve fare (proprie opere). Fa delle richieste (Dt 27,26).

     ■ L’Evangelo rivela quello che Dio ha fatto (opera di Dio). Quindi, non fa alcuna richiesta essendo un dono, eccetto la fede (Rm 6,23).

     ■ La Legge è un elenco di cose da fare e di cose da non fare (Es 20).

     ■ L’Evangelo è la morte, la sepoltura, e la risurrezione di Gesù per i peccati (1 Cor 15,1-4).

     ■ Dio ha un solo metodo per salvare, sia nell’AT sia nel NT: per grazia mediante la fede. L’ubbidienza alla Legge permetteva di vivere in comunione con Dio, dopo aver accettato il suo patto salvifico; ma non poteva garantire una salvezza una volta per sempre (Ez 3,20; 18,24.26). L’Evangelo promette la vita eterna, che è garantita dai meriti di Cristo. La Legge metteva in prospettiva la vita (riuscita, prosperità, felicità, ecc.) in caso d’ubbidienza completa a tutti i comandamenti (Lv 18,5; Lc 10,26ss), ma proprio tale alto standard richiesto vanificava ogni possibilità di salvarsi ubbidendo alla Legge. L’Evangelo garantisce la salvezza per mezzo della grazia, che per noi è gratuita perché ha pagato Cristo Gesù (Rm 3,22ss; Ef 2,8s).

 

11. Senza fraintendimenti: Il presente articolo deve essere considerato in rapporto alla salvezza, non all’ubbidienza. La legge non è un mezzo di salvezza (e questo non lo si può mai evidenziare abbastanza), perché vuol essere ubbidita. Se oggi un cristiano decide, come atto di ubbidienza personale, di non mangiare i cibi impuri o di celebrare le feste bibliche, è nella sua libertà di coscienza (Rm 14) e troverà magari tutta la simpatia di alcuni, ad esempio di Argentino. Ma ciò non lo salverà. In Atti 15 venne presa una decisione storica per la chiesa: i credenti delle nazioni furono esonerati dall’ubbidienza alla Legge mosaica (At 15,28s; 21,25). I cristiani del nuovo patto sono sotto la «legge di Cristo» o «legge dello Spirito» (Rm 8,2; 1 Cor 9,21; Gal 6,2).

 

«Infatti qui v’è bensì l’abrogazione del comandamento precedente a motivo della sua debolezza e inutilità 19(infatti la legge non ha condotto nulla a compimento); ma v’è altresì l’introduzione d’una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio. […] 22È di tanto più eccellente del primo il patto del quale Gesù è divenuto garante. […] 25Cosicché egli può anche salvar appieno quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro» (Eb 7,18s.22.25).

 

(Questo articolo è stato impostato da Argentino Quintavalle

ed è stato poi adattato e integrato da Nicola Martella.)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A2-Legge_Evangelo_MT_AT.htm

05-12-2006; Aggiornamento: 04-07-2010

 

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