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1.
Entriamo in tema
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2.
L’inferno consiste in un tormento eterno e
cosciente?
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3.
L’inferno è un luogo di fuoco e di punizione
eterna
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4.
I morti sono consci della loro punizione
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5.
Risposte a varie obiezioni
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6.
Dov’è l’Inferno? |
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1.
ENTRIAMO IN TEMA:
L’inferno è uno di quelli argomenti che infastidiscono la gente. È stato
sempre rappresentato come un posto di fuoco, di demoni e di tormenti infiniti.
Molti hanno scritto su di esso nel corso della storia, basti soltanto pensare
all’Inferno di Dante Alighieri. La cultura occidentale ha molta familiarità con
il concetto. L’inferno è sicuramente insegnato nella Bibbia, ma la dottrina che
lo riguarda non è senza controversie. Alcuni dicono che è solo la tomba senza
alcuna coscienza. Gli altri dicono che è un posto di correzione e di punizione
ma che non è eterno. Altri ancora dicono che è una punizione angosciosa e
infinita nel fuoco. Tutti comunque sono d’accordo su un punto: l’inferno è
l’assenza totale del favore di Dio.
Nell’Antico Testamento, la parola associata all’inferno
è gê’-hinnōm che significa «Valle di Hinnom». Era un posto a
sud-ovest di Gerusalemme. Questo posto era stato chiamato «Tofet», cioè
«camino». Era qui che alcuni re fecero dei sacrifici umani con il fuoco (2 Cr
28,3; 33,6; Gr 7,3). Questo è il motivo per cui, nel Nuovo Testamento, la parola
Geenna è stata associata con la distruzione per mezzo del fuoco.
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2.
L’INFERNO CONSISTE IN UN TORMENTO ETERNO E
COSCIENTE?:
Ci sono molti che negano che l’inferno significhi punizione eterna e
cosciente. Alcuni sostengono che la punizione eterna di Dio sia l’annientamento
o la non-esistenza, ma ciò contraddice Gv 5,28s che annuncia la risurrezione dei
malvagi.
Altri dicono che la punizione è temporale e che alla
fine tutti saranno salvati dall’inferno, ma questo contrasta con Gv 3,16 e Gv
3,36 dove viene detto che Gesù è venuto «affinché chiunque crede in lui non
perisca» e «chi rifiuta di credere non vedrà la vita». L’obiezione più comune è che un Dio di amore non
punirebbe mai la gente con un tormento eterno. Concordo che Dio è amore (1 Gv
4,8), ma Egli è anche giusto (Rm 1,18; 2,5), ed eterno (Sal 90,2; 1 Tm 1,17).
Dio punisce il malvagio e questa punizione sarà eterna (Ap 20,10). Ma la domanda
rimane: questa punizione eterna è cosciente o no?
Ci sono versi che possono essere interpretati per
sostenere l’idea che i morti non sono coscienti (Ec 9,5 «i morti non sanno
nulla»; e Sal 146,4 «in quel giorno periscono i suoi piani»; qui la prospettiva
è rispetto a questa terra); altrove sul sito abbiamo già esaurientemente
spiegato questi versi. Altri versi paragonano la morte al sonno: At 13,36; 1 Ts
4,13; ma ciò riguarda lo stato prima della risurrezione. Anche di questo aspetto
della morte ne abbiamo già parlato altrove. Rimandiamo dunque a quell’articolo
per la dimostrazione della coscienza dopo la morte. [►
Stato intermedio e sonno dell’anima]
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3.
L’INFERNO È UN LUOGO DI FUOCO E DI PUNIZIONE
ETERNA
■ Fuoco inestinguibile: «Egli ha il suo
ventilabro in mano, e netterà interamente l’aia sua, e raccoglierà il suo grano
nel granaio, ma arderà la pula con fuoco inestinguibile» (Mt 3,12).
■ Geenna del fuoco: «…sarà condannato alla
geenna del fuoco» (Mt 5,22; cfr. vv. 29s).
■ Fuoco eterno e geenna del fuoco: «…meglio è
per te l’entrar nella vita monco o zoppo, che l’aver due mani e due piedi ed
esser gettato nel fuoco eterno… meglio è per te l’entrar nella vita con un
occhio solo, che l’aver due occhi ed esser gettato nella geenna del fuoco»
(Mt 18,8s).
■ Fuoco eterno: «Allora dirà anche a coloro
dalla sinistra: Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il
diavolo e i suoi angeli» (Mt 25,41).
■ Punizione eterna: «E questi se ne andranno
a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna» (Mt 25,46). La parola
«eterna» è, in entrambe le proposizioni,
aiōnion che significa, 1) senza inizio e senza fine, che sempre è stato e
sempre sarà; 2) senza inizio; 3) senza fine, che non cessa mai, eterno. La
parola «punizione» è
kolasin e significa «punire, con l’implicazione di infliggere gravi
sofferenze».
■ Fuoco eterno: «Sodoma e Gomorra e le città
circonvicine… sono poste come un esempio, portando la pena d’un fuoco eterno»
(Gd 7).
■ Stagno di fuoco: «E se qualcuno non fu
trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco» (Ap
20,15).
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4.
I MORTI SONO CONSCI DELLA LORO PUNIZIONE
■ Pianto e stridore
di denti (nelle tenebre di fuori): «Ma i
figliuoli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Qui sarà il pianto e
lo stridore dei denti» (Mt 8,12).
■ Pianto e stridore
di denti (nella fornace di fuoco): «Il
Figli dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli
scandali e tutti gli operatori d’iniquità, e li getteranno nella fornace del
fuoco. Qui sarà il pianto e lo stridore dei denti» (Mt 13,41s; cfr. Mt
13,50).
■ Tormento eterno
senza requie: «Se qualcuno adora la bestia
e la sua immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, berrà
anch’egli del vino dell’ira di Dio mesciuto puro nel calice della sua ira: e
sarà tormentato con fuoco e zolfo nel cospetto dei santi angeli e nel cospetto
dell’Agnello. E il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli; e non
hanno requie né giorno né notte…» (Ap 14,9-11).
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5.
RISPOSTE A VARIE OBIEZIONI:
Spesso vengono addotte varie obiezioni da parte dei «distruzionisti».
Eccone alcune qui di seguito. ■ Isaia 26:14: «Quelli son morti, e non
rivivranno più; sono ombre e non risorgeranno più; tu li hai così puniti, li hai
distrutti, ne hai fatto perire ogni ricordo». È chiaro dal contesto che si sta parlando dei nemici
escatologici d’Israele. Questi non vivranno di nuovo in questo mondo e non
risorgeranno dalle tombe per tornare nel loro precedente stato di potenza e
autorità per opprime e perseguitare il popolo di Dio. Naturalmente essi
risorgeranno per ricevere la loro giusta punizione: «L’ora viene in cui tutti
quelli che sono nei sepolcri, udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli
che hanno operato bene, in risurrezione di vita; e quelli che hanno operato
male, in risurrezione di giudizio» (Gv 5,28s; cfr. Ap 20,13ss). È soltanto
con la risurrezione di giudizio che il loro ricordo sarà distrutto.
■ L’inferno è ingiusto?: Si afferma che gli
uomini non sono tutti peccatori alla stessa maniera e le colpe non sono tutte
uguali; quindi è ingiusto punirli allo stesso modo. Adolf Hitler, che fu
responsabile dell’assassinio di milioni di Giudei, subirà lo stesso tormento di
un tedesco non credente che ha cercato di risparmiare qualche giudeo dalla
morte?
Per quanto ne sappiamo noi non possiamo affatto dire
che nell’inferno tutti gli uomini soffrono ugualmente. La sacra Scrittura ci
informa: «Essi che divorano le case delle vedove, e fanno per apparenza
lunghe orazioni. Costoro riceveranno una maggior condanna» (Mc
12,40). I morti saranno giudicati ciascuno secondo le sue opere (Ap 20,13). Il
grado di tormento subito sarà proporzionato alla rivelazione ricevuta e dai
peccati commessi (cfr. Rm 2,14ss). Dio è giusto!
■ Conclusione:
L’inferno è un posto reale. Non è una mera incoscienza. Non è temporale. È
tormento eterno. Forse è per questo che gli Evangeli parlano più dell’inferno
che del cielo: la gente deve essere avvertita di non andare là. Se per il
malvagio dovesse finire tutto con la morte, dove sarebbe la giustizia? Finirebbe
tutto a «tarallucci e vino»; oppure secondo questa logica: «Chi ha avuto, ha
avuto e chi ha dato, ha dato; abbracciamoci e vogliamoci tutti bene», il
violentatore di bambini, coloro che commettono stragi, ecc., potrebbero dormire
sonni tranquilli. Se l’inferno fosse temporale, prima o poi uscirebbero,
ma se è eterno e cosciente, allora è veramente necessario il forte avvertimento
che troviamo nel Nuovo Testamento: «Ora, se l’occhio tuo destro ti fa cadere
in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché val meglio per te che uno dei
tuoi membri perisca, e non sia gettato l’intero tuo corpo nella geenna. E se la
tua man destra ti fa cadere in peccato, mozzala e gettala via da te; perché val
meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, e non vada l’intero tuo corpo
nella geenna» (Mt 5,29s).
Dobbiamo concludere che la dottrina della dannazione
eterna è ampiamente insegnata nella Bibbia. Questo dovrebbe essere per i
cristiani un incentivo a lodare il Signore. La grandezza della nostra salvezza è
misurata dalla grandezza del giudizio da cui siamo stati liberati. La dottrina
della dannazione eterna deve insegnarci a considerare il peccato molto
seriamente. Purtroppo anche molti cristiani minimizzano il peccato, ma il nostro
Signore è morto proprio a causa del peccato. La dottrina del giudizio eterno
dovrebbe motivarci a prendere l’evangelizzazione seriamente. Se siamo convinti
che gli uomini passeranno l’eternità nel tormento, è necessario avvertirli del
pericolo cui vanno incontro.
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6.
DOV’È L’INFERNO?:
Non posso qui essere dogmatico e né posso rispondere esaurientemente.
L’inferno non può essere situato geograficamente. C’è una vecchia teoria, a cui
molti credono, che dice che si trova nel centro della terra, ma mi sembra chiaro
che l’inferno non si trova in questa terra poiché l’apostolo Pietro dice: «La
terra e le opere che sono in essa saranno arse. Poiché dunque tutte queste cose
hanno da dissolversi…» (2 Pt 3,10-13).
Quindi è bene non insistere riguardo la posizione
geografica dell’inferno. La Bibbia non ci dice dove si trova l’oscurità eterna e
dove si trova il fuoco eterno. Non sappiamo dove si trova l’inferno, né dobbiamo
saperlo. È sufficiente sapere che è un posto preparato che accoglierà i
peccatori non salvati.
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Per l’approfondimento rimando a questo articolo: Nicola Martella (a cura di),
«L’Inferno», Escatologia biblica essenziale,
Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 315-321; cfr. qui anche «Il mondo
dei morti», pp. 190ss; «Lo stato personale dopo la morte», pp. 193ss.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A2-Inferno_MT_AT.htm
2007; Aggiornamento: 09-11-2008 |