Un lettore ci ha presentato la seguente questione.
Caro Nicola, pace. Questo è il verbo di Corrado Salmé in una sua predica video:
«E Dio chiama Geremia, lo chiama sin dal grembo materno, e quando è arrivato il
momento che lui poteva ascoltare la sua voce, Dio gli parla e gli dice: “Io ti
ho formato nel grembo di tua madre, e prima che io ti formavo, io ti ho
chiamato. Il tuo spirito era con me, Geremia, tu eri con me prima che tu
nascessi, io ti ho formato, ti ho chiamato, ti ho costituito prima che tu
nascessi”. È importante fratello, sorella, che tu sappia che Dio ti ha chiamato
prima che tu nascessi. Il tuo spirito, il tuo spirito, era con Dio prima che tu
nascessi. Il nostro Dio è il Padre degli spiriti, e noi eravamo davanti a Lui e
con Lui prima che noi nascevamo».
Mi dici che cosa ne pensi? {Antonio Capasso;
21-01-2010}
Ad aspetti rilevanti di tale questione rispondiamo qui di seguito. |
In tale questione bisogna distinguere due differenti interpretazioni: ▪ 1. La
procreazione; ▪ 2. L’incarnazione. Partiamo dall’ultima.
1. L’INCARNAZIONE
■ La tesi: Essa intende che esseri preesistenti
si «incorporino», per diventare così uomini. Questo fatto è effettivamente
avvenuto nella storia, quando il Logos preesistente è divenuto carne (Gv
1,1ss.14). Si può dire ciò però per tutti gli uomini?
Tralasciando tale caso specifico della Scrittura, che
cosa afferma tale opinione sul resto dell’umanità? Gli spiriti degli uomini
esisterebbero in un luogo celeste e, nel momento del concepimento, Dio
manderebbe un tale spirito umano nel seno della donna per «incorporarsi»
nell’ovulo fecondato e per nascere poi come uomo.
Tale teoria crede di trovare un appoggio principale
nelle parole rivolte da Dio a Geremia: «Prima
che io ti avessi formato nel ventre di tua madre,
io t’ho conosciuto; e
prima che tu uscissi dal suo grembo,
io t’ho consacrato
e t’ho costituito profeta delle nazioni» (Gr 1,5).
■ Osservazioni e obiezioni: Si noti che qui Dio
non disse al profeta che lo spirito di Geremia fosse esistito prima di essere
stato concepito, ma solo che l’Eterno lo avesse conosciuto prima; infatti Dio è
l’unico a possedere la preveggenza e ad essere onnisciente.
La struttura del verso è quella tipica del
parallelismo sinonimico (qui anche intensificante) della letteratura
ebraica, ossia la prima parte del verso è parallela alla seconda e dice la
stessa cosa con altre parole, sebbene la seconda parte è più sviluppata.
A ciò si aggiunga che qui l’espressione ebraica «io
t’ho conosciuto» significa semplicemente «io t’ho eletto». In Amos 3,2
l’espressione «Voi soli ho conosciuto fra tutte le famiglie della terra»,
significa semplicemente: «Voi soli ho eletto fra tutte le famiglie della terra»;
nel v. 1 menzionò «tutta la famiglia ch’io trassi fuori dal paese d’Egitto».
L’ultima parte del verso di Geremia 1,5 è simile a quella che Dio rivolse a
Ciro, che chiamò suo unto: «…io t’ho chiamato per nome, t’ho designato con
speciale favore, quando non mi conoscevi» (Is 45,4).
Anche nel Nuovo Testamento si parla come segue:
«Egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo il suo
beneplacito, che Egli aveva stabilito in se stesso» (Ef 1,9). In modo
corrispondente a ciò, Dio è capace di pianificare, prevedere e preconoscere
quello che poi avviene nella storia; infatti «quelli che amano Dio,… sono
chiamati secondo il suo proponimento. Perché quelli che Egli ha
preconosciuti, li ha pure
predestinati a esser conformi all’immagine del suo Figlio» (Rm 8,28s). Qui
non si parla né di preesistenza, né di destino irresistibile, ma soltanto del
piano divino nella storia. Anche altrove Paolo afferma: «Dio non ha reietto
il suo popolo, che ha
preconosciuto» (Rm 11,2). Che
Dio abbia la capacità di conoscere i fenomeni e le persone prima che vengano
all’esistenza, non premette la preesistenza di questi, ma solo la capacità
sovrannaturale di precognizione di Dio, ossia di sapere le cose in
anticipo.
Oltre a tutto ciò, tale opinione porta molti e gravi
problemi con sé. Eccone alcuni.
■ Tale tesi rende Dio un supervisore delle camere da
letto, poiché Egli sarebbe continuamente occupato a stare attento a ciò che
accade in esse, per mandare spiriti preesistenti in grembi femminili, in cui gli
ovuli vengono fecondati. Tralasciamo qui per semplicità tutta la fauna, per non
complicare le cose.
■ Visto che ogni giorno sul globo molti concepimenti
avvengono per via immorale mediante seduzione, fornicazione, adulterio,
pedofilia, incesto, abusi e violenze sessuali, ciò renderebbe Dio anche
complice di tali gravidanze illegittime, poiché sarebbe Lui, secondo tale
tesi, a mandare gli spiriti a «incorporarsi».
■ Tale opinione renderebbe quindi il Dio libero e
sovrano schiavo di una legge naturale, che dipenderebbe dall’arbitrio
umano e dai suoi stimoli sessuali (nel caso normale) o dalle sue perversioni (in
caso d’abuso).
Una tale concezione è semplicemente insostenibile sia teologicamente, sia
razionalmente.
2. LA PROCREAZIONE:
Secondo la Bibbia, Dio ha creato una sola volta nella storia e poi ha
smesso di creare (Gn 2,1ss). Anche la creazione di Adamo e di Eva rientrano in
tale atto sovrano e unico. È scritto: «Poi Dio disse: “Facciamo l’uomo a
nostra immagine e a nostra somiglianza…”. E Dio creò l’uomo a sua immagine, lo
creò a immagine di Dio, li creò maschio e femmina. E Dio li benedisse; e Dio
disse loro: “Siate fecondi e moltiplicate e riempite la terra…”» (Gn
1,26ss). [Per i dettagli rimando a Nicola Martella,
Esegesi delle origini.
Le Origini 2
(Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 73-88.]
Quindi, dopo l’atto sovrano e unico della creazione
divina, sulla terra sarebbe avvenuta la procreazione
degli esseri viventi; e ciò vale tanto per gli animali (v. 22), quanto per gli
uomini (v. 28; 9,1.7). I fatti vengono riassunti anche in seguito e messi in
parallelo.
■ Dio creò l’uomo secondo la propria specie: «Nel
giorno che Dio creò l’uomo, lo fece
a somiglianza di Dio; li creò
maschio e femmina, li benedisse e dette loro il nome di “uomo”, nel giorno che
furono creati» (Gn 5,1s; cfr. 9,6).
■ L’uomo procreò suoi simili secondo la propria
specie: «Adamo visse centotrent’anni, generò un figlio
a sua somiglianza, conforme alla sua immagine… e
generò figli e figlie» (Gn 5,3s).
Dio ha inventato il delicato meccanismo del concepimento e ha dato all’uomo la
capacità e l’energia per procreare la vita in senso totale, quindi persone in
senso globale, che prima non esistevano in modo personale, ma solo in senso
virtuale nei «lombi» del genitore. I due genitori fondono insieme il loro
patrimonio totale (materiale, biologico, genetico, psichico, ecc.) e lo
trasmettono alla prole. Ciò che nasce proviene nel corpo e nello spirito dai
suoi genitori. Tant’è vero che la progenie nelle lingue originali della Bibbia
si chiama semplicemente «seme» di qualcuno.
Dio disse letteralmente a Giacobbe: «Io sono Dio,
l’Onnipotente. Sii fecondo e moltiplica. Una nazione e una moltitudine di
nazioni sorgerà da te, e dei re
usciranno dai tuoi lombi! E il
paese, che detti ad Abrahamo e a Isacco, lo voglio dare a te; e al
tuo seme, dopo di te, voglio dare
il paese» (Gn 35,11s). Anche nel NT viene ribadito: i figli di Levi
prendevano le decime dai loro fratelli nello stesso popolo, benché essi «siano
usciti dai lombi
d’Abramo» come loro (Eb 7,5). Il paradosso è il seguente: «E,
per così dire,
nella persona d’Abramo, Levi stesso, che prende le decime, fu sottoposto
alla decima; perché egli era
ancora nei lombi
di suo padre, quando Melchisedek incontrò Abramo» (vv. 9s). Levi non era
personalmente preesistente come spirito da qualche parte nel mondo metafisico,
ma era solo virtualmente presente nel patrimonio genetico di Abramo; poi divenne
persona globale, quando fu procreato da Giacobbe.
Dio rimane il Creatore d’ognuno per il fatto che
ha creato tutti i meccanismi deputati al concepimento, allo sviluppo e alla
nascita della nuova vita.
3. ASPETTI CONCLUSIVI:
Abbiamo visto che tale concezione è insostenibile per criteri sia teologici, sia
razionali. Inoltre porta con sé
altri gravi problemi; eccone alcuni.
■ Il corpo sarebbe semplicemente una specie di
prigione dello spirito, un limite alla libertà. Era così che pensavano
Platone e gli gnostici. Tale pensiero non è però scritturale. Se gli esseri
esistessero già come spiriti personali, avrebbero nella preesistenza molte
possibilità e libertà, a cui sarebbero posti grandi limiti con la presunta
incarnazione. Chi vorrebbe mai andare dalle stelle alle stalle?
■ Se gli spiriti umani fossero preesistiti alla
nascita, avrebbero una grande preconoscenza, dovuta a molti millenni di
esistenza celeste. Ciò è in contraddizione col fatto che ogni neonato è
praticamente una «tabula rasa». Bisognerebbe spiegare come avvenga tale «eclissi
mentale» e come mai i nuovi nati non ricordino nulla della loro precedente
esistenza celeste.
■ Se gli spiriti umani fossero preesistiti alla nascita
e possedessero così la preconoscenza celeste, saprebbero la
verità sulle cose basilari, oltre che sulla realtà (scienza),
specialmente sulla dottrina biblica: su Dio, sulla salvezza e sulla perdizione.
Le conseguenze di ciò sarebbero,ad esempio, le seguenti: gli uomini
crederebbero alla verità per natura, sarebbero tutti esseri morali,
accetterebbero Cristo come Salvatore e Signore come la cosa più naturale
di questo mondo. Non ci sarebbe quindi neppure bisogno di evangelizzare o di
predicare la Parola. Il paganesimo non esisterebbe per natura, come pure
l’agnosticismo e l’ateismo. La terra sarebbe da millenni già il regno di Dio.
Eppure fin dall’inizio leggiamo «Lo spirito mio non contenderà per sempre con
l’uomo, poiché, nel suo traviamento,
egli non è che carne… E l’Eterno vide che la malvagità degli uomini era
grande sulla terra, e che tutti i
disegni dei pensieri del loro cuore
non erano altro che male in ogni tempo» (Gn 6,3.5).
Per tali motivi, la dottrina degli spiriti umani preesistenti è semplicemente
una concezione ideologica, nata da menti lievitate dalla spiritualità
gnostica. Tale concezione è tipica dell’esoterismo ed è la dottrina di base
dello spiritismo. Lo gnosticismo l’ha semplicemente cristianizzata. Si
veda anche la concezione della reincarnazione, tipica delle religioni orientali
e dell’esoterismo. [Per i dettagli si vedano in Nicola Martella,
La lieve danza delle tenebre
(Veritas, Roma 1992), gli articoli: «Lo spiritismo», pp. 155-170; «Spiritismo e
Bibbia», pp. 347-353. Nicola Martella,
Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2
(Punto°A°Croce, Roma 2003), «Spiritismo
e paramedicina», pp. 506s, «Spirito e paramedicina», pp. 507s.]
►
Gli spiriti umani sono preesistenti? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
►
Eravamo spiriti
preesistenti prima della procreazione?
{Nicola Martella} (D)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Spiriti_umani_preesist_EnB.htm
26-01-2010; Aggiornamento: 11-09-2017 |