Un lettore ci
ha presentato la seguente questione.
Caro fratello Nicola, pace. […] Sto
leggendo i tuoi due libri sull’escatologia. Come vedi pur non condividendo a
pieno tutte le tue idee sulla pneumatologia, non disdegno di leggere i tuoi
libri (sto scherzando), che anzi apprezzo molto. Leggendo il tuo libro, nel
capitolo che riguarda i nuovi cieli e la nuova terra, vedo che non prendi in
esame il testo di Romani 8,19-23, mi dici perché? Sembra che questo testo,
convalidi la tesi del rinnovo dei cieli e della terra. […] Pace. {Antonio
Capasso; 23-03-2009}
Ad aspetti rilevanti di tale questione rispondiamo qui di seguito. |
Romani 8,19-23 non
sta in un contesto specificamente escatologico, ma in esso l’autore mira ad
alimentare la speranza della gloria in un presente spesso caratterizzato da
sofferenze a motivo di Cristo (v. 17) o, comunque, dalla lotta contro il peccato
che dimora nelle viscere (vv. 11ss). Tale brano parla di che cosa avverrà, ma
non specificamente come ciò avverrà né quando. Nella mia opera «Escatologia
biblica essenziale» (Escatologia
1) ne parlo (pp. 102, 105, 188 n. 4, 341, 357), ma non in modo
particolare, poiché esso non è abbastanza specifico. Ho avuto modo di
accennare soltanto a tale brano sul sito in questi articoli:
►
Contingenza e responsabilità;
►
Sindrome di Down e guarigione divina;
►
Maledizioni generazionali e genetica.
Qui mostravo che non stiamo vivendo in un mondo perfetto, ma che anzi affetto da
varie imperfezioni, degenerazioni, patologie e danni. Citavo appunto Romani
8,19-23 come prospettiva positiva di un cambiamento futuro di tali paradigmi
dapprima proprio su questa terra.
Romani 8,19 parla della «manifestazione dei figli di Dio» e il verso 21
recita: «Anche la creazione stessa sarà liberata dalla servitù della
corruzione per la libertà della gloria dei figli di Dio». Tutto ciò viene
visto realizzato con «l’adozione, la redenzione del nostro corpo» (v.
23). Tutto ciò parla quindi della risurrezione e dell’inizio del regno
messianico, in cui — come affermano i profeti — «il lupo abiterà con
l’agnello, e il leopardo giacerà col capretto, il vitello, il giovane leone e il
bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà. La vacca
pascolerà con l’orsa, i loro piccini giaceranno assieme, e il leone mangerà lo
strame come il bue. Il lattante si trastullerà sul buco dell’aspide, e il
divezzato stenderà la mano sul covo del basilisco. Non si farà
né male né guasto su tutto il mio
monte santo, poiché la terra sarà ripiena della conoscenza dell’Eterno,
come il fondo del mare dall’acque che lo coprono. In quel giorno, verso la
radice d’Isai, issata come il vessillo dei popoli, si
volgeranno premurose le nazioni, e il luogo del suo riposo sarà glorioso»
(Is 11,6-10; 65,25).
Questo è chiaramente un tempo messianico su questa terra; termini come
monte santo (= Sion), mare, popoli e nazioni, Isai (padre di Davide) e così via
parlano della storia di questo mondo; bambino, lattante e divezzato parlano di
un tempo, in cui c'è ancora la riproduzione, cosa che non ci sarà nel nuovo
mondo di Dio. L'epoca messianica sarà, poi, a sua volta, una caparra per quello
che accadrà sulla nuova terra; ma allora non ci sarà più nulla da
liberare dalla schiavitù della corruzione, visto che sarà una creazione del
tutto nuova, pari alla risurrezione della carne.
Per
l’approfondimento si vedano in Nicola Martella (a cura di), Escatologia
biblica essenziale.
Escatologia 1 (Punto°A°Croce,
Roma 2007), i seguenti articoli: «La
dimensione terrena del regno», pp. 95-100; «Le due fasi del regno di
Dio», pp. 160-169; «Il regno messianico», pp. 273-283; «La storicità del regno
messianico», pp. 284-296; «Regno messianico e regno dell’Onnipotente», pp.
322-328; «Nuovi cieli e nuova terra», pp. 329-338; «Una terra nuova o
rinnovata?», pp. 339-344; «Il cielo è diverso»,
pp. 350-372.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Romani8_19-23_escatol_Esc.htm
26-03-2009; Aggiornamento:
|