[…] Ti volevo chiedere, se avevi trattato in
qualche libro il discorso della salvezza per quanto riguarda le
differenze tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Mi spiego meglio. Ci sono alcuni
che sostengono che i nati di nuovo sono solamente i credenti in Cristo;
altri invece sostengono che sono tutti nati di nuovo, anche quelli dell’antico
patto. Forse dovrei fare chiarezza anche qui per non cadere nell’errore di
mischiare capre e cavoli, come dicevi tu in un altro tema. […] {Gaetano
Saracino; 22-11-2015} |
1. UNA RISPOSTA DI BASE:
Bisogna distinguere la salvezza dalla rigenerazione (o nascita dall’Alto). Anche
nell’AT si parla di salvezza e Dio fu strettamente connesso alla salvezza
d’Israele (Dt 32,15; 1 Cr 16,35) o del singolo fedele (2 Sm 22,47; Sal 24,5).
Per descrivere un’esperienza di
rigenerazione (o nascita dall’Alto) mancano nell’AT i termini specifici e la
base dottrinale. Fin dalle
origini, Dio ha un solo metro di salvezza: per grazia mediante la fede
(cfr. Sal 57,3). Già nell’antico patto Dio non diede solo la legge, ma anche i
sacrifici; ciò significa che i comandamenti, quantunque buoni, santi
e giusti, per indicare la volontà di Dio e la giustizia, non sono mai
sufficienti a giustificare o salvare l’uomo. Alla fine, essi mostrano una sola
cosa: la peccaminosità dell’uomo e il suo bisogno di salvezza. Come
accennato, nell’antico patto non si parla mai di «nuova nascita» o
«nascita dall’alto», quindi si fa bene a non proiettare tali locuzioni nell’AT.
Quest’ultimo usa immagini diverse, consoni alla lingua, alla cultura e alla
religione d’Israele.
Ci sono immagini nei profeti come Geremia e Ezechiele, secondo cui Dio avrebbe
dato, in futuro, un nuovo patto, un nuovo cuore e un nuovo spirito; ma qui si
tratta di aspetti collettivi, quindi non intimistici e personali, che
riguardano l’Intero Israele. Tutto ciò si è adempiuto poi nel nuovo patto, dove
lo Spirito Santo e, con Lui, la rigenerazione personale hanno una grande
importanza.
Il riscatto o la salvezza dell’AT si basava più sulla giustificazione,
sulla purificazione e sulla sostituzione vicaria (vita per vita), mentre
l’aspetto della rigenerazione (o nuova nascita) non era stata concepita,
espressa nel linguaggio o, comunque, non stava in primo piano. Nel nuovo patto
ha un ruolo più determinante, accanto agli altri aspetti menzionati
(suggellamento con lo Spirito, ecc.). |
|
|
Infine, si tenga presente che nell’AT la salvezza era più collettiva
ed era legata all’entrata nel patto etnico. Nel NT la salvezza è più
personale e dipende dalla relazione personale con l’Istitutore del nuovo
patto.
2. ALCUNI APPROFONDIMENTI:
Nell’AT troviamo varie espressioni, che, se addotte alla logica del NT, possono
falsare l’intendimento d’esse e, quindi, portare a un’errata concezione
dottrinale riguardo all’AT stesso.
2.1.
L’OPERA DI DIO
■ L’opera escatologica e collettiva: «E io darò loro un medesimo
cuore, metterò dentro di loro un nuovo spirito, toglierò via dalla
loro carne il cuore di pietra, e darò loro un cuore di carne, [20]
perché camminino secondo le mie prescrizioni, e osservino le mie leggi e le
mettano in pratica; ed essi saranno il mio popolo, e io sarò il loro Dio»
(Ez 11,19s). Il contesto parla del ritorno in patria degli esuli, i quali erano
andati in cattività a causa delle cose esecrande e delle abominazioni, che
avevano commesse (vv. 16ss). Nella Bibbia un «medesimo cuore» intende un
medesimo senno, uno stesso modo di sentire le cose (cfr. 2 Cr 30,12);
corrisponde anche alle espressioni «un medesimo spirito» (2 Cor 12,18) e «uno
stesso spirito» (2 Cor 4,13 lo stesso atteggiamento di fede; Fil 1,27) e «un
medesimo animo» (Fil 1,27); tutto ciò corrisponde al seguente sunto concettuale:
«...un medesimo sentimento, un medesimo amore, essendo di un animo [solo], di
un unico sentire; [3] non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria...»
(Fil 2,2s).
Un «nuovo spirito» intende un nuovo atteggiamento mentale. Il «cuore
di pietra» intende l’indurimento (cfr. Eb 3,8.15; 4,7), mentre un «cuore
di carne» si riferisce a una mente duttile, tenera, ossia disponibile a
osservare i comandamenti del Signore. Si noti che sono tutte espressioni
collettive e riguardano l’intero popolo. Perciò, è sbagliato rendere interiore e
personale ciò, che era inteso come rinnovamento collettivo. In ogni modo, tale
brano non parla della «nuova nascita».
In modo simile si trova tutto ciò anche in seguito (Ez 36,24-28). Si noti qui
l’espressione «Metterò dentro di voi il mio spirito» (v. 27): essa
esprime la stessa cosa di «cuore nuovo» e «spirito nuovo» (v. 26) e ha come
obiettivo l’ubbidienza ai comandamenti (v. 27). La locuzione «mio spirito»
esprime nell’AT, secondo i casi, la presenza spirituale di Dio in mezzo al suo
popolo (aspetto collettivo!); quella dello Spirito Santo come persona distinta
all’interno della Deità è una dottrina del NT.
■ La richiesta personale:
Da quanto detto sopra, consegue che, quando Davide
chiedeva che l’Eterno non togliesse da lui lo spirito suo santo (Sal
51,11), non esprimeva una dottrina neotestamentaria, che non conosceva, ma che
Dio non lo privasse della sua presenza spirituale, rigettandolo dal suo cospetto
(cfr. v. 12 «spirito volonteroso» = un atteggiamento di disponibilità verso il
Signore). Infatti, Davide chiedeva a Dio che creasse in lui «cuore puro» (=
senno puro) e «spirito ben saldo» (= un’attitudine ferma; v. 10).
2.2.
L’OPERA DELL’UOMO: Che tali locuzioni non intendessero espressioni
dottrinali tipiche del NT, è evidente in questo brano: «Gettate lontano da
voi tutte le vostre trasgressioni, con le quali avete peccato, e fatevi
un cuore nuovo e uno spirito nuovo; e perché morreste, o casa
d’Israele? [32] Poiché io non ho alcun piacere nella morte di colui, che muore,
dice il Signore, l’Eterno. Convertitevi
dunque, e vivete!» (Ez 18,31s). Come si vede, farsi un «cuore nuovo» (=
nuovo senno) e uno «spirito nuovo» (= nuovo atteggiamento mentale) erano parti
della conversione (= ritorno a Dio). Altrove la stessa cosa fu espressa così da
Geremia «Circoncidetevi per l’Eterno,
circoncidete i vostri cuori, o uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme»
(Gr 4,4). Ciò corrisponde alla metánoia «mutamento di
senno», termine reso nelle nostre Bibbie con «ravvedimento» (cfr. At 13,24;
19,4; 26,20).
2.3. LA
RIGENERAZIONE NEL NT: Si noti che il NT non conosce espressioni come
«cuore nuovo» e «spirito nuovo». Abbiamo visto che l’AT non conosce la
dottrina della rigenerazione personale o «nuova nascita» (o nascita dall’Alto),
ma solo quelle della giustificazione (Gn 15,6), dell’espiazione (Lv
16,16.30; Sal 65,3; cfr. Eb 2,17), della purificazione (Gr 33,8; Ez 37,23) e del
perdono (2 Cr 7,14;
Gr 31,34; 36,3; 50,20).
■ Acqua e Spirito: Ancora Giovanni Battista predicava un ravvedimento (=
mutamento di senno) in vista del perdono (metánoia
eis áfesin; Mc 1,4), che avrebbe
accordato il Messia (cfr. Lc 24,47; At 2,38; 5,31).
Il Battista era consapevole che immergeva in acqua in vista del ravvedimento (eis
metánoian), mentre l’opera interiore, che avrebbe operata il Messia
era un immergere nello Spirito Santo e nel fuoco (Mt
3,11; Gv 1,33; At 1,5; 11,16), ossia contemplava la rigenerazione degli
uni e la distruzione col fuoco degli altri (Mt 3,12).
La novità del nuovo patto non era solo essere immersi
nel nome di Gesù Cristo, in vista del perdono dei peccati, ma appunto
ricevere il «dono dello Spirito Santo»
(At 2,38; cfr. 10,47; 1 Cor 12,13).
■ Nascere dall’Alto:
La differenza fra l’antico patto e il nuovo fu ben illustrato dall’incontro fra
fariseo Nicodemo e Gesù; al primo che seguiva la tradizione dei padri, Gesù
contrappose la necessità di «nascere dall’Alto» (ghennáō ánōthen),
ossia da Dio, per entrare nel regno di Dio (Gv 3,3.7). Tale esperienza fu
chiamata da Gesù anche «nascere dallo Spirito» (ghennáō ex pneúmatos;
vv. 5s.8). È evidente che Nicodemo quale studioso della legge non conosceva
ancora tale dottrina ed esperienza, essendo che l’AT non ne parlava.
■ Nascere da Dio:
Giovanni ne parlò fin dai suo prologo, affermando: «[Il Logos] È venuto in
casa sua e i suoi non l’hanno ricevuto; [12] ma a tutti quelli che l’hanno
ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio, a quelli
cioè che credono nel suo nome, [13] i quali non [sono nati] da sangue, né da
volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio» (Gv
1,11ss; cfr. 1 Gv 3,9; 4,7; 5,1.4.18).
3.
ALCUNE CONCLUSIONI: Da tutto ciò consegue che i credenti del nuovo patto
hanno un grande privilegio rispetto a quelli dell’antico patto.
La dottrina della rigenerazione (con annesso suggellamento con lo Spirito Santo)
ci permette di distinguere fra «credenti» e «rigenerati» (nati dal’Alto o
da Dio).
A ragione si può dire: una volta rigenerati (nati dal’Alto o da Dio), si è
sempre rigenerati! Come non si può far sì che uno non sia biologicamente
nato, una volta che ha visto la luce, lo stesso vale per la nascita da Dio.
►
Salvezza nell’Antico Testamento
{Nicola Martella} (D)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-RigenerAT_MT_AT.htm
15-12-2015;
Aggiornamento: |