Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Soteriologia

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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C’ERANO RIGENERATI NELL’AT?

 

 di Nicola Martella

 

[…] Ti volevo chiedere, se avevi trattato in qualche libro il discorso della salvezza per quanto riguarda le differenze tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Mi spiego meglio. Ci sono alcuni che sostengono che i nati di nuovo sono solamente i credenti in Cristo; altri invece sostengono che sono tutti nati di nuovo, anche quelli dell’antico patto. Forse dovrei fare chiarezza anche qui per non cadere nell’errore di mischiare capre e cavoli, come dicevi tu in un altro tema. […] {Gaetano Saracino; 22-11-2015}

 

1.  UNA RISPOSTA DI BASE: Bisogna distinguere la salvezza dalla rigenerazione (o nascita dall’Alto). Anche nell’AT si parla di salvezza e Dio fu strettamente connesso alla salvezza d’Israele (Dt 32,15; 1 Cr 16,35) o del singolo fedele (2 Sm 22,47; Sal 24,5). Per descrivere un’esperienza di rigenerazione (o nascita dall’Alto) mancano nell’AT i termini specifici e la base dottrinale.

     Fin dalle origini, Dio ha un solo metro di salvezza: per grazia mediante la fede (cfr. Sal 57,3). Già nell’antico patto Dio non diede solo la legge, ma anche i sacrifici; ciò significa che i comandamenti, quantunque buoni, santi e giusti, per indicare la volontà di Dio e la giustizia, non sono mai sufficienti a giustificare o salvare l’uomo. Alla fine, essi mostrano una sola cosa: la peccaminosità dell’uomo e il suo bisogno di salvezza.

     Come accennato, nell’antico patto non si parla mai di «nuova nascita» o «nascita dall’alto», quindi si fa bene a non proiettare tali locuzioni nell’AT. Quest’ultimo usa immagini diverse, consoni alla lingua, alla cultura e alla religione d’Israele.

     Ci sono immagini nei profeti come Geremia e Ezechiele, secondo cui Dio avrebbe dato, in futuro, un nuovo patto, un nuovo cuore e un nuovo spirito; ma qui si tratta di aspetti collettivi, quindi non intimistici e personali, che riguardano l’Intero Israele. Tutto ciò si è adempiuto poi nel nuovo patto, dove lo Spirito Santo e, con Lui, la rigenerazione personale hanno una grande importanza.

     Il riscatto o la salvezza dell’AT si basava più sulla giustificazione, sulla purificazione e sulla sostituzione vicaria (vita per vita), mentre l’aspetto della rigenerazione (o nuova nascita) non era stata concepita, espressa nel linguaggio o, comunque, non stava in primo piano. Nel nuovo patto ha un ruolo più determinante, accanto agli altri aspetti menzionati (suggellamento con lo Spirito, ecc.).

 

      Infine, si tenga presente che nell’AT la salvezza era più collettiva ed era legata all’entrata nel patto etnico. Nel NT la salvezza è più personale e dipende dalla relazione personale con l’Istitutore del nuovo patto.

 

2.  ALCUNI APPROFONDIMENTI: Nell’AT troviamo varie espressioni, che, se addotte alla logica del NT, possono falsare l’intendimento d’esse e, quindi, portare a un’errata concezione dottrinale riguardo all’AT stesso.

 

2.1.  L’OPERA DI DIO

     ■ L’opera escatologica e collettiva: «E io darò loro un medesimo cuore, metterò dentro di loro un nuovo spirito, toglierò via dalla loro carne il cuore di pietra, e darò loro un cuore di carne, [20] perché camminino secondo le mie prescrizioni, e osservino le mie leggi e le mettano in pratica; ed essi saranno il mio popolo, e io sarò il loro Dio» (Ez 11,19s). Il contesto parla del ritorno in patria degli esuli, i quali erano andati in cattività a causa delle cose esecrande e delle abominazioni, che avevano commesse (vv. 16ss). Nella Bibbia un «medesimo cuore» intende un medesimo senno, uno stesso modo di sentire le cose (cfr. 2 Cr 30,12); corrisponde anche alle espressioni «un medesimo spirito» (2 Cor 12,18) e «uno stesso spirito» (2 Cor 4,13 lo stesso atteggiamento di fede; Fil 1,27) e «un medesimo animo» (Fil 1,27); tutto ciò corrisponde al seguente sunto concettuale: «...un medesimo sentimento, un medesimo amore, essendo di un animo [solo], di un unico sentire; [3] non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria...» (Fil 2,2s).

     Un «nuovo spirito» intende un nuovo atteggiamento mentale. Il «cuore di pietra» intende l’indurimento (cfr. Eb 3,8.15; 4,7), mentre un «cuore di carne» si riferisce a una mente duttile, tenera, ossia disponibile a osservare i comandamenti del Signore. Si noti che sono tutte espressioni collettive e riguardano l’intero popolo. Perciò, è sbagliato rendere interiore e personale ciò, che era inteso come rinnovamento collettivo. In ogni modo, tale brano non parla della «nuova nascita».

     In modo simile si trova tutto ciò anche in seguito (Ez 36,24-28). Si noti qui l’espressione «Metterò dentro di voi il mio spirito» (v. 27): essa esprime la stessa cosa di «cuore nuovo» e «spirito nuovo» (v. 26) e ha come obiettivo l’ubbidienza ai comandamenti (v. 27). La locuzione «mio spirito» esprime nell’AT, secondo i casi, la presenza spirituale di Dio in mezzo al suo popolo (aspetto collettivo!); quella dello Spirito Santo come persona distinta all’interno della Deità è una dottrina del NT.

 

     ■ La richiesta personale: Da quanto detto sopra, consegue che, quando Davide chiedeva che l’Eterno non togliesse da lui lo spirito suo santo (Sal 51,11), non esprimeva una dottrina neotestamentaria, che non conosceva, ma che Dio non lo privasse della sua presenza spirituale, rigettandolo dal suo cospetto (cfr. v. 12 «spirito volonteroso» = un atteggiamento di disponibilità verso il Signore). Infatti, Davide chiedeva a Dio che creasse in lui «cuore puro» (= senno puro) e «spirito ben saldo» (= un’attitudine ferma; v. 10).

 

2.2.  L’OPERA DELL’UOMO: Che tali locuzioni non intendessero espressioni dottrinali tipiche del NT, è evidente in questo brano: «Gettate lontano da voi tutte le vostre trasgressioni, con le quali avete peccato, e fatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo; e perché morreste, o casa d’Israele? [32] Poiché io non ho alcun piacere nella morte di colui, che muore, dice il Signore, l’Eterno. Convertitevi dunque, e vivete!» (Ez 18,31s). Come si vede, farsi un «cuore nuovo» (= nuovo senno) e uno «spirito nuovo» (= nuovo atteggiamento mentale) erano parti della conversione (= ritorno a Dio). Altrove la stessa cosa fu espressa così da Geremia «Circoncidetevi per l’Eterno, circoncidete i vostri cuori, o uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme» (Gr 4,4). Ciò corrisponde alla metánoia «mutamento di senno», termine reso nelle nostre Bibbie con «ravvedimento» (cfr. At 13,24; 19,4; 26,20).

 

2.3.  LA RIGENERAZIONE NEL NT: Si noti che il NT non conosce espressioni come «cuore nuovo» e «spirito nuovo». Abbiamo visto che l’AT non conosce la dottrina della rigenerazione personale o «nuova nascita» (o nascita dall’Alto), ma solo quelle della giustificazione (Gn 15,6), dell’espiazione (Lv 16,16.30; Sal 65,3; cfr. Eb 2,17), della purificazione (Gr 33,8; Ez 37,23) e del perdono (2 Cr 7,14; Gr 31,34; 36,3; 50,20).

 

     ■ Acqua e Spirito: Ancora Giovanni Battista predicava un ravvedimento (= mutamento di senno) in vista del perdono (metánoia eis áfesin; Mc 1,4), che avrebbe accordato il Messia (cfr. Lc 24,47; At 2,38; 5,31). Il Battista era consapevole che immergeva in acqua in vista del ravvedimento (eis metánoian), mentre l’opera interiore, che avrebbe operata il Messia era un immergere nello Spirito Santo e nel fuoco (Mt 3,11; Gv 1,33; At 1,5; 11,16), ossia contemplava la rigenerazione degli uni e la distruzione col fuoco degli altri (Mt 3,12). La novità del nuovo patto non era solo essere immersi nel nome di Gesù Cristo, in vista del perdono dei peccati, ma appunto ricevere il «dono dello Spirito Santo» (At 2,38; cfr. 10,47; 1 Cor 12,13).

 

     ■ Nascere dall’Alto: La differenza fra l’antico patto e il nuovo fu ben illustrato dall’incontro fra fariseo Nicodemo e Gesù; al primo che seguiva la tradizione dei padri, Gesù contrappose la necessità di «nascere dall’Alto» (ghennáō ánōthen), ossia da Dio, per entrare nel regno di Dio (Gv 3,3.7). Tale esperienza fu chiamata da Gesù anche «nascere dallo Spirito» (ghennáō ex pneúmatos; vv. 5s.8). È evidente che Nicodemo quale studioso della legge non conosceva ancora tale dottrina ed esperienza, essendo che l’AT non ne parlava.

 

     ■ Nascere da Dio: Giovanni ne parlò fin dai suo prologo, affermando: «[Il Logos] È venuto in casa sua e i suoi non l’hanno ricevuto; [12] ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, [13] i quali non [sono nati] da sangue, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio» (Gv 1,11ss; cfr. 1 Gv 3,9; 4,7; 5,1.4.18).

 

3.  ALCUNE CONCLUSIONI: Da tutto ciò consegue che i credenti del nuovo patto hanno un grande privilegio rispetto a quelli dell’antico patto.

     La dottrina della rigenerazione (con annesso suggellamento con lo Spirito Santo) ci permette di distinguere fra «credenti» e «rigenerati» (nati dal’Alto o da Dio).

     A ragione si può dire: una volta rigenerati (nati dal’Alto o da Dio), si è sempre rigenerati! Come non si può far sì che uno non sia biologicamente nato, una volta che ha visto la luce, lo stesso vale per la nascita da Dio.

 

Salvezza nell’Antico Testamento {Nicola Martella} (D)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-RigenerAT_MT_AT.htm

15-12-2015; Aggiornamento:

 

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