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La questione del lettore
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Stavo nuovamente meditando sugli articoli che hai scritto riguardo ai 144.000 [►
La donna dell’Apocalisse e i 144.000]
e leggendo mi è sorta una perplessità cronologica. Se si sostiene che la grande
folla si trova già in cielo, e Gesù si trova in piedi sul monte Sion per
riscattare dalla terra i 144.000, ciò significa che ci sono due rapimenti prima
del ritorno visibile di Gesù? Infatti la grande folla viene dalla gran
tribolazione (Ap 7) e sta davanti al trono. Vediamo però che nel frattempo la
terra subirà l’ira di Dio ma i 144.000 non ne subiranno le conseguenze visto che
sono stati segnati. Giusto? In seguito (Ap 14) verranno presi anch’essi e
portati in cielo insieme alla grande folla. Cosa mi dici? In attesa di nuovi
lumi ti saluto... {Gaio Rannuni, ps.; 11-01-2008}
La risposta ▲
L’Apocalisse è un libro difficile, poiché oltre al racconto cronologico esistono
spesso anticipazioni di ciò che sarà (regno messianico, eternità).
Il
rapimento avviene ai credenti rigenerati della chiesa
all’inizio del «giorno del Signore», designato oggigiorno come
«tribolazione» e che dura sette anni: qui i credenti vengono trasformati (se
vivi) o resuscitati (se già morti). Giovanni non ne parla; è come se il suo
rapimento mistico (Ap 1,10) rappresentasse quello della chiesa stessa. Da
Apocalisse 4 in poi, non si parla mai della chiesa, se non nella conclusione del
libro; quindi il libro si concentra su ciò, che avverrà al mondo e a Israele
durante il «giorno del Signore». Lo schema è simile a quello dell’AT: le
nazioni empie si coalizzano sotto un dittatore spietato e perseguitano il resto
fedele d’Israele.
L’autore vede le cose, allargando sempre più la
visuale: prima vede Dio con il proprio «stato maggiore» (Ap 4), poi
l’Agnello (5,6) e l’esercito celeste (5,11). In questo contesto vengono
menzionate le persone d’ogni tribù e lingua e popolo e nazione (v. 9; cfr. v.
13; 1,5s), ossia i credenti che compongono la chiesa; esse non vengono
particolarmente esplicate, poiché l’Apocalisse si concentra su coloro che vivono
(e muoiono) durante la tribolazione. Successivamente l’obiettivo inquadra i
martiri di tutta la storia (Ap 6,9ss), poi i 144.000 giovani maschi ebrei
(7,1-8) e quindi la «grande folla» (7,9-17); i 144.000 sono una specie di
guardie del corpo dell’Agnello (14,1-5), la «grande folla» è una specie di
sacerdozio nel tempio di Dio (7,15). Qui viene usata l’espressione «vengono
dalla gran tribolazione» (7,15); non si parla qui del «giorno del Signore»,
ma si intende la tribolazione subita dai credenti durante tutta la storia (cfr.
già Eb 11,35ss).
Gli eventi particolari con i 144.000 avvengono
durante il «giorno del Signore» (seconda
fase di 3,5 anni): di loro non si parla di risurrezione, sebbene d’una specie di
rapimento insieme al Messia, visto che l’accompagneranno dappertutto (14,4) e
vengono resi capaci d’esistere quindi anche in cielo sul mare di vetro e di
fuoco (15,2).
Tra i martiri (Ap 6) e la grande folla (Ap 7) potrebbe esserci una differenza?
Se essa ci fosse, riguardrebbe, però, soltanto l’onore particolare elargito ai
martiri di tutta la storia, cosa che anticipa i premi, che riceveranno i
credenti dinanzi al «trono di Cristo». Come abbiamo già menzionato, la locuzione
«gran tribolazione» nell’Apocalisse non è specifica a designare il
periodo escatologico, ma è un termine tecnico della teologia odierna; esso fu
chiamato propriamente «(gran) giorno del Signore (o dell’ira)». Ai martiri
della tribolazione di tutti i tempi viene detto di pazientarsi ancora un po’,
poi vengono rivestiti (6,9-11). I morti non risuscitati non possono stare in
cielo, poiché sono ritenuti impuri, né possono invocare Dio. Tali martiri sono
chiamati «anime», quindi persone, e non «spiriti»; perciò, in quel momento sono
già resuscitati. Tali martiri della storia sono da distinguere da quelli, che
cadranno durante il «giorno del Signore» e che risusciteranno all’inizio del
regno messianico (20,4). I membri della «grande folla» appartengono a
tutte le nazioni e stanno presso il trono di Dio e lo servono nel suo tempio
(7,9.15); essi sono coloro, che «hanno lavato le loro vesti e le hanno
imbiancate nel sangue dell’Agnello» (v. 14).
Da un’ottica pretribolazionista (premillenarismo, dispensazionalismo),
secondo cui il rapimento della chiesa è precedente alla tribolazione, la «grande
folla» è costituita dai redenti di tutti i tempi. Essi comprendono i martiri di
tutti i tempi e fino a quel momento, i responsabili del cui martirio sono «coloro,
che abitano sopra la terra» (6,10); a loro viene loro detto che si dovrà
ancora completare il «numero dei loro conservi e dei loro fratelli, che
dovranno essere uccisi come loro» (v. 11).
Anche da un’ottica medio-tribolazionista (premillenarismo storico),
secondo cui il rapimento della chiesa avviene durante la prima fase della
tribolazione, la «grande folla» sarebbe la chiesa stessa. Quindi la cosa non
cambia. Come abbiamo visto la locuzione «gran tribolazione» non è usata da
Giovanni per designare un momento specifico del tempo della fine, che per lui si
chiama invece «(gran) giorno del Signore» o (gran) giorno dell’ira).
Ricordo che, secondo me, il cosiddetto «rapimento» non riguarderà solo la
chiesa, ma tutti i credenti di tutti i tempi; perciò non bisogna parlare di
«rapimento della chiesa», ma di «rapimento dei credenti» (cfr. nella
bibliografia). Similmente la «sposa dell’Agnello» non sarà né la sola
chiesa né il solo resto fedele d’Israele, ma tutta l’assemblea messianica
composta dai credenti dell’antico e del nuovo patto (cfr. nella bibliografia).
Bisogna considerare che saranno sette anni molto intensi di eventi, e molte cose
di quelle viste e capite da Giovanni vengono solo accennate; altre rimangono un
mistero (cfr. 10,3s i sette tuoni). L’azione divina verso i 14.000 ebrei e verso
la grande folla dalle nazioni non devono essere per forza «rapimenti visibili»
al mondo, sebbene poi si avvertiranno gli effetti, ossia la mancanza di tanta
gente. A essere visibile sarà il glorioso ritorno del Messia-Re (Ap 19).
Per l’approfondimento si veda la seguente letteratura dell’autore:
■ Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale.
Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007): «Il
premillenarismo storico», pp. 29-32; «Il dispensazionalismo», pp. 45-49; «Il
rapimento dei credenti (1 Ts 4,13-18)», pp. 154s; «La risurrezione», pp.
220-223; «Il rapimento dei credenti», pp. 224-233; «La tribolazione», pp.
246-269; cfr. «Chi è la sposa nell’Apocalisse?», pp. 240-245.
■ Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso.
Escatologia 2
(Punto°A°Croce, Roma 2007). |
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Rapimento_folla_Esc.htm
11-01-2008; Aggiornamento: 09-03-2013
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