1. LE QUESTIONI:
Ciao Nicola, cosa ne pensi del post di
Giuseppe Greco, che ha postato su Facebook? Egli ha scritto: «Miei cari vi
rivelò un mistero, come dice l’apostolo Paolo, uno è lo splendore del sole e un
altro quello della luna e un altro quello delle stelle. Come un astro è
differente da un altro astro così saranno i salvati. Ci sono i celesti, i
telesti e i terrestri. Noi saremo destati e tutti cambiati, ognuno nel proprio
ordine. Noi prima di essere materia,
eravamo esseri spirituali. Dio ci chiamava dèi e così ci chiama ancora. È di
sua propria volontà che ci ha generati, siamo i suoi prediletti figli. Perché ci
ha messi su questa terra? Per provarci, per vedere se osserviamo i suoi
insegnamenti. Amen».
Rosa Leanza, moglie di Giuseppe Greco, per confermare il post di suo marito, ha
commentato con i versi di Giobbe
38,4.7.21.
Giobbe 38,21 recita: «Tu lo sai, perché
allora eri già nato, e il numero dei tuoi giorni è grande». Questo verso fa
comprendere come se Giobbe avesse vissuto
prima della creazione. Mi chiedo se questo verso è stato tradotto malamente
oppure ci vuole dire tutt’altra cosa? {Gianni Cascato; 03-09-2017}
Quando, poi, ho chiesto a Gianni Cascato il link preciso di tale scritto, mi ha
scritto che non lo trovava più sulla bacheca di Giuseppe Greco né nei gruppi, in
cui egli lo aveva messo; l’autore l’aveva cancellato.
2. ALCUNE RISPOSTE:
L’idea, secondo cui, gli uomini fossero spiriti preesistenti, è una
concezione gnostica. Essi sarebbero
poi stati imprigionati nella materia, ritenuta cattiva. Idee del genere le hanno
anche certi santoni carismaticisti, che influenzano le masse. Avendo già
affrontato tale tema altrove, rispondo solo in modo succinto.
Giuseppe Greco fa una insalata russa di alcuni biblici, senza mettere neppure i
riferimenti, in cui proietta l’ideologia acquisita da altri riguardo a una
presunta preesistenza degli spiriti degli uomini. Il suo scritto, che ho
corretto, per renderlo leggibile, era pieno di gravi errori di dizione, di
grammatica e di sintassi. Perciò, tale idea non è farina del suo sacco. Ciò è
corroborato dal fatto che non fa nulla per spiegare che cosa siano i «telesti»,
presunta terza categoria accanto ai celesti e ai terrestri.
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1 Corinzi 15: Qui Paolo parlò solo di due categorie:
corpi celesti e terrestri col
riferimento alla risurrezione. Egli non volle parlare di esseri preesistenti.
L’apostolo asserì soltanto che il corpo
di risurrezione sarà differente dall’attuale corpo (vv. 35ss) e cioè più
glorioso, trattandosi di un corpo celeste (vv. 40) o spirituale (vv. 44.46).
Riguardo all’uomo il celeste viene
dopo il terrestre (vv. 46-49), non
viceversa; perciò è fuori luogo parlare qui di spiriti umani preesistenti. Il
mutamento è dato dalla risurrezione soltanto (vv. 53s). In questo brano
Paolo non affermò mai: «Noi prima di
essere materia, eravamo esseri spirituali»; tale attribuzione è colpevole e
ideologica. Si vede che Giuseppe Greco ha lavorato di fantasia, proiettando qui
tale malsana concezione gnostica ed esoterica, importata da altri.
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Spiriti preesistenti quali dèi?: In nessun punto della Bibbia viene
asserita o descritta una vita prenatale degli uomini, in cui essi fossero stati
chiamati «dèi». Il termine ebraico ’ëlohîm
intende «tremendi» ed era usato nell’antichità per designare le autorità,
specialmente re e giudici, dinanzi ai quali il comune popolo aveva timore e
tremore. Il brano a cui si fa riferimento è Salmo 82,6s: «Io ho detto: “Voi
siete dèi, siete tutti figli
dell’Altissimo. [7] Tuttavia voi morrete come gli
altri uomini, e cadrete come
ogni altro potente». Il
contesto parla di persone in autorità (ebr.
’ëlohîm),
che vivevano in terra e avevano la mansione di giudici (vv. 1s). Il loro obbligo
era quello di amministrare la giustizia fra il popolo (vv. 3s), ma essi non lo
ottemperarono (v. 5). Sebbene essi avevano una particolare autorità e posizione
nel mondo, tali re e giudici erano mortali come tutti gli altri (vv. 6s) e
sarebbero stati assoggettati al giudizio del Dio vivente (v. 8). Qui non vi è
traccia di una vita antecedente al concepimento né al fatto che i sedicenti
spiriti preesistenti fossero chiamati «dèi».
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Dio ha creato solo in Adamo, non prima: Quella assimilata e
propagata da Giuseppe Greco è una concezione biblicamente errata; essa ha radici
nell’esoterismo ed è presente nella letteratura gnostica e occulta. Secondo la
Bibbia Dio ha creato una sola volta l’umanità, e cioè in terra, in
Adamo (1 Tm 2,13), e in lui tutta la
sua discendenza ha peccato (Rm 5,12.15ss) e in lui è condannata a morire (1 Cor
15,22); non si potrebbe dire questo, se si incarnassero spiriti preesistenti.
Dio non ha creato gli spiriti umani in cielo né essi esistono prima del
concepimento. Col concepimento i genitori trasmettono l’intero essere (spirito e
corpo) ai loro discendenti. Alcune donne rimangono incinte per abuso, per
stupro, per atti di fornicazione, di prostituzione e di adulterio; sarebbe
proprio singolare pensare a Dio che si fa
complice in tali atti, creando lì per lì uno spirito nuovo o mandando uno
spirito precedentemente creato, quando i gameti umani si uniscono in tali
circostanze!
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Giobbe 38,4.7.21: Questo brano non fa riferimento a un’esistenza
prima del concepimento in terra. Si tratta dello stile retorico dell’ironia:
si dice una cosa, per intenderne il contrario o l’impossibilità. È chiaro che
nessuno era con Dio, quando fondò la terra (v. 4); infatti, è scritto: «Io sono l’Eterno,
che ha fatto tutte le cose; io
solo ho spiegato i cieli, ho distesa la terra,
senza che vi fosse alcuno con
me» (Is 44,24). Nel v. 7 i «figli
di Dio» non erano spiriti umani preesistenti, ma esseri celesti, come già in
altre parti di Giobbe (1,6; 2,1) e della Scrittura (cfr. Sal 89,6s; cfr. Gn
6,2.4).
Inoltre, nel v. 21 l’Eterno parla non di preesistenza ma di «nascita», un procedimento fisiologico, che avviene soltanto in
terra. A ciò si aggiunga l’asserzione «il
numero dei tuoi giorni è grande»;
il «numero dei giorni» cominciano con
una nascita in terra e terminano con la morte (cfr. Es 23,26). Giobbe stesso,
rivolgendosi a Dio, e descrivendo la vita umana sulla terra, disse quanto segue
dell’esistenza umana: «I suoi giorni sono
fissati, il numero dei suoi mesi
dipende da te, e tu gli hai posto dei limiti che non può oltrepassare»
(Gb 14,5). Anche Salomone spiegò che si tratta di ciò, che gli uomini
fanno «sotto il cielo, durante il numero
dei giorni della loro vita» (Ec 2,3). Altrove Dio parlò di un «bimbo nato per pochi giorni» e di un vecchio che «compie
il numero dei suoi anni»
(Is 65,20); il riferimento è terrestre (vv. 19.21 Gerusalemme, case).
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Aspetti conclusivi:
Abbiamo visto che nella Bibbia non si parla mai di una presunta
esistenza prima del concepimento. Questa è
un’idea esoterica e gnostica,
presente anche nelle religioni orientali (cfr. reincarnazione).
Secondo la Bibbia l’unico
preesistente, che si è incarnato, è solo uno:
il Logos (Gv 1,1s.14), il Figlio di Dio, Gesù Messia.
Per l’approfondimento si vedano i seguenti scritti:
►
Gli
spiriti umani sono preesistenti?:
Dal verbo secondo Corrado Salmé {Nicola Martella} (D). Rimando a esso per i
dettagli.
►
Gli spiriti umani sono preesistenti?
Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Preesistent_Ori.htm
11-09-2017; Aggiornamento: |