Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Deità

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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MACEDONIE ARBITRARIE CON I NOMI DI DIO

 

 di Nicola Martella

 

1. ENTRIAMO IN TEMA: Voler spiegare il significato dei nomi di Dio, è sempre una cosa buona. Tuttavia, bisogna avere la competenza linguistica per farlo. Altrimenti, pur volendo accreditarsi come «dottore della legge», si verrà contraddetti da chi la competenza linguistica ce l’ha. Perciò, chi va di là dal campo di sua competenza, non solo confonde gli altri, ma si dimostra la propria incompetenza e, prima o poi, farà una magra figura.

     Questo è il caso di un’immagine, trovata casualmente in rete, in cui qualcuno (che lascio anonimo) si cimenta a interpretare i significati dei nomi ebraici di Dio (e di Gesù).

 

 

2. IL SIGNIFICATO DEI NOMI MENZIONATI: Qual è il significato comune e reale dei nomi menzionati? Faccio notare che se mëlëk è senza articolo, significa semplicemente «re»; al contrario, haššem, avendo l’articolo (ha + šem), significa «il nome».

 

     ■ Jahwè: Su tale immagine si afferma che «Yahweh» significherebbe «io sono colui, che sono». Ora, però, essendo jahewëh la 3a persona singolare del verbo hāwāh «essere, divenire», non può significare «io sono» (ebr. ’ëhejëh qal impf. 1a sg. di hājāh), né tanto meno «io sono colui, che sono». Inoltre, nel modo verbale che compare, se attivo (qal impf., jahewëh), intende «egli interviene»; se è causativo (hifil impf.), significa «egli suscita, fa avvenire». La forma attiva si accorda meglio in Es 3,7s.16s. Il testo masoretico impone la lettura adônāj «Signore»; perciò la Settanta (AT greco) traduce con Kyrios «Signore». [Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, «Jahwè», Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 200ss.]

 

     ■ El: Su tale immagine si afferma che «El» significherebbe «divino sovrano». Ora, però, il termine ebraico ’el significa «forza, potente, potere, potenza» ed è usato così anche nel linguaggio normale. Si veda, ad esempio la locuzione «Ora è nel potere della mia mano [ebr. jëš le’el jadî] farvi del male» (Gn 31,29). Quindi «El» non significa né «divino» né «sovrano». [Per l’approfondimento cfr. op. cit., «Potente [’el]», pp. 277s.]

 

     ■ Adonaj: Su tale immagine si afferma che «Adonai» significherebbe «Signore l’Eterno». Ora, però, adônāj è un’estensione di ’ādôn «signore»; ad esempio, Dio viene chiamato adôn kol-hā’ārë «signore di tutta la terra» (Gs 3,11.13). In sintesi, adônāj è un plurale dell’eccellenza e intende «il Signore» per eccellenza. [Per l’approfondimento cfr. op. cit., «Signore [’adônāj], pp. 329s.]

 

     ■ Eloach: Su tale immagine si afferma che «Elah» significherebbe «il grande Dio». Ora, però, ëa significa «tremendo», termine usato per chi era in autorità; quindi, in senso estensivo, significa «autorità». Ad esempio: «C’è sicurezza… per colui che porta autorità [ëa:] nella sua mano» (Gb 12,6). Tale termine è raro per Dio e ricorre prevalentemente in testi poetici, cedendo il campo al plurale ëlohîm che, come il singolare, designa Dio quale autorità per eccellenza. [Per l’approfondimento cfr. op. cit., «Tremendo [ëlohîm; sg. ëa]», pp. 365ss.]

 

     ■ Elohim: Su tale immagine si afferma che «Elohim» significherebbe «Dio il creatore». Ora, però, ëlohîm è semplicemente il plurale di ëa «tremendo» e intende l’autorità per eccellenza. Si veda al punto precedente.

 

     ■ Je[hô]šùa`: Su tale immagine si afferma che «Yeshua» significherebbe «Yehovah salva». Ora, però, in ebraico non esiste un termine «Yehovah», che è un fraintendimento medioevale (cfr. op. cit., «Jahwè»: 2. I manoscritti, pp. 200s), ma solo Jahwè. Quindi, Jehôšùa` (o la sua forma contratta Ješùa`) significa «Jahwè salva» (il testo masoretico legge adônāj [= il Signore] salva), come nella locuzione Jahwè hôšî`āh (Sal 20,10 T.M. impone la lettura adônāj hôšî`āh; it. Sal 20,9); poiché la Settanta (AT greco) traduce Jahwè con Kyrios, tale locuzione viene tradotta in italiano con il «Signore salva» (cfr. it. Sal 118,25; cfr. imp. hôša` Jahwè «salva, Jahwè» in Ger 31,7).

 

3. ASPETTI CONCLUSIVI: Mi sembra adatto al riguardo ciò, che Paolo disse in altro contesto: «Noi non odiamo classificarci o confrontarci con certuni, che si raccomandano da sé; essi, però, misurandosi con se stessi e paragonandosi con se stessi, sono senza intendimento. Noi, invece, non ci vanteremo oltre misura, ma entro la misura del campo di attività, di cui Dio ci ha assegnato la misura … non ci estendiamo oltre il dovuto…» (2 Cor 10,12ss).

     Dio ha dato vari carismi (= azioni della grazia) e variegati talenti. Ognuno fa bene ad agire nei limiti di ciò, che ha veramente ricevuto dal Signore. Solo così si manterrà sano e sarà di aiuto agli altri. In caso contrario, sarà un operaio confuso, che non avrà l’approvazione di Dio, essendo che non sarà capace di tagliare rettamente la Parola della verità (2 Tm 2,15). Chi nutre falsi convincimenti, insegnerà altresì cose sbagliate. Magari si accrediterà come «maestro» agli occhi di chi non è in grado di verificare le sue asserzioni, ma insegnerà cose non proprio vere e creerà solo confusione. Prima o poi, qualcuno lo smentirà in modo probante; allora, il suo «mito» di «dottore della legge» crollerà, portandone la vergogna.

     Termino con uno dei comandamenti del Decalogo: «Non innalzerai il nome del Signore, Dio tuo, invano; perché il Signore non riterrà innocente chi innalza il suo nome invano» (Es 20,7; nāśāh «innalzare» qui con la voce o con le labbra, quindi «pronunciare, enunciare, declamare»). Un modo per usare il nome di Dio invano, è dare ai nomi ebraici di Dio significati, che essi non hanno.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Nomi_di-Dio_MT_AT.htm

06-05-2014; Aggiornamento:

 

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