Ciao, Nicola. Non
so se hai già affrontato la questione, volevo chiederti la gentilezza di darmi
una mano sul testo di Giovanni 1,14. Alcuni studiosi di greco (materia in
cui sono ignorante purtroppo) mi dicono che l’espressione «il logos divenne
carne» potrebbe anche tradursi «il logos scese nella carne». In
questo modo, in pratica, si cerca di legare questa discesa a quanto anticamente
avveniva nell’Antico Testamento con i
profeti. L’unica differenza rispetto a loro sarebbe che il Logos scese
in Cristo
per tutta la durata della sua vita, mentre invece nei profeti scendeva
temporaneamente. Volevo chiederti se potevi aiutarmi a smontare questo concetto
dal punto di vista linguistico. {Stefano Scavitto; 03-09-2015} |
1.
RISPONDIAMO ALLE QUESTIONI: La locuzione greca recita «Καὶ ὁ λόγος σὰρξ
ἐγένετο» [Kaì ho lógos sàrx eghéneto]. Il termine
lógos intendeva nel greco popolare (Koiné), «il dotto,
l’avvocato» nel senso di «l’esperto della parola, l’eloquente, il retore», che
si chiamava in giudizio a propria difesa (cfr. At 24,1 rhḗtōr «parlatore»
come «oratore forense o avvocato»). Si veda in nel linguaggio popolare italiano
l’uso di «dottore» per «medico». Apollo fu chiamato anḕr lóghion «uomo
eloquente», oltre a essere definito come ben ferrato nelle Scritture (At 18,24),
capace di parlare e insegnare accuratamente (v. 25).
Il verbo in questione è ghínomai, che significa basilarmente
«diventare, divenire», specialmente nel suo uso transitivo (ossia con
annesso complemento oggetto). Lo schema di base è qui il seguente: «A divenne
B». Perciò nel nostro brano è impossibile che si traduca «Il Logos scese
nella carne»
Inoltre, in Giovanni 1,14 la forma verbale eghéneto «divenne» è
aoristo (ind. med. 3a sg.), che indica un evento unico e conclusivo avvenuto
nel passato. Si tratta dell’evento dell’incarnazione.
Altrove si parla di Gesù Cristo come «hòs efanerṓthē en sarkì», ossia «colui,
che fu
manifestato in carne» (1 Tm 3,16; aor. ind. pass. 3a sg.).
Anche qui il Figlio di Dio non scese nella carne, ma fu manifestato in essa.
Come e quando? All’incarnazione! «Quando giunse la pienezza dei tempi, Dio
mandò suo Figlio, nato da una donna, nato sotto la legge» (Gal 4,4).
Gesù non divenne «Figlio di Dio» al momento del battesimo, come suggerisce lo
gnosticismo e la dottrina esoterica, ma lo era fin dalla nascita da una donna. |
|
|
2. ALCUNI APPROFONDIMENTI:
Tale schema «A divenne B» si trova in molti brani biblici, dove mai si
intende che «A scese in B». La stessa struttura sintattica con lo stesso
tempo verbale si trova qui: «Giuda Iscariot,
che divenne [suo] traditore» (Lc 6,16). Rm 7,13 «Il buono dunque
divenne per me morte?»; «Il sole divenne nero come un sacco di crine»
(Ap 6,12). «La terza parte del mare
divenne...» (Ap 8,8 sangue;
v. 11 assenzio). Il «mare...
divenne sangue simile a quello di un morto» (Ap 16,3). «Il
regno d’essa [= della bestia] divenne tenebroso» (Ap 16,10). «Babilonia
la grande... divenne ricettacolo di demoni, ecc.» (Ap 18,2). Riguardo
a Cristo è scritto che il Figlio «divenne...
autore di una salvezza eterna» (Eb 5,9s
Riguardo a
Cristo si vedano anche i seguenti brani con la stessa struttura sintattica, ma
con il tempo verbale passivo: «Infatti, dico che Cristo è fatto diventare
servitore dei circoncisi» (Rm 15,8;
pf. inf. pass.). «La pietra,
che i costruttori rifiutarono, fu fatta diventare come pietra angolare» (1
Pt 2,7; aor. ind.
pass. 3a
sg.). La sostanza non cambia «A fu fatto
diventare B». Nella
Settanta, la traduzione greca dell’AT, si veda lo schema «A divenne B»
nei seguenti brani: Gn 19,26 «la moglie di
Lot... diventò una statua di sale»; 24,67 rispetto a Isacco Rebecca «divenne
sua moglie»; Es 4,3 il
bastone «diventò un serpente» (= 7,10); Dt 26,5 «Mio
padre... diventò una nazione grande, ecc.»; Gdc 8,27 «un
efod... diventò un’insidia»; Sal 114,2 [ebr. 113,2] «Giuda
divenne il santuario dell’Eterno»; Ez 17,6
un germoglio diventò una vite (x2);
19,3.6 «egli divenne un leoncello». Nella
Settanta si veda anche lo schema «A fu fatto diventare come B» (gr.
eis B, intende la funzione o il risultato) nei seguenti brani: Gn 2,7;
20,12; Rt 4,13; 1 Sm 25,42; 2 Sm 11,27; 2 Cr 13,9; Gr 6,10; Sf 2,15. C’è da
menzionare 1 Re 12,30: «Questa cosa [= lógos] divenne [causa di] peccato».
Si tratta di un ebraismo. In fondo, non ha un significato diverso dallo
schema «A divenne B», tant’è che viene tradotto così; infatti, «divenne sua
moglie» (Gn 24,67) o «divenne come moglie» (cfr. Gn 20,12; Rt 4,13) indicano
la stessa cosa.
Concludendo, prendiamo atto che la stessa struttura sintattica e lo stesso
verbo, nello stesso tempo verbale o in un altro, si trovano sia nella Settanta,
sia nel NT. In tutti i casi riportati non si trova mai lo schema «A scese in B»,
ma sempre e solo «A diventò B», ossia ciò, che «A» non era prima
di quel momento. Come «la moglie di Lot... diventò una
statua di sale» (Gn 19,26), così «il Logos diventò carne»
(Gv 1,14), ossia un essere umano al cento per cento. Paolo espresse la
stessa sostanza in modo più forbito: «Cristo Gesù..., esistendo in forma
di Dio, non reputò un’ingiusta prerogativa essere uguale a Dio, tuttavia
annullò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo a somiglianza
degli uomini; e trovato esteriormente come un uomo, abbassò se stesso, divenendo
ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce» (Fil 2,5-8).
3. ATTENZIONE ALLE FALSE
DOTTRINE! ■
Attenzione allo gnosticismo!: Per altro, tale concezione, secondo cui lo
«spirito di Cristo» sarebbe sceso nell’«uomo Gesù» è tipicamente
gnostica. Secondo lo gnosticismo, lo spirito di Cristo sarebbe sceso
nell’uomo Gesù nel momento del suo battesimo, per abbandonarlo nel momento, in
cui «l’uomo Gesù» fu crocifisso; infatti secondo tale esoterismo cristianizzato,
lo «spirito di Cristo» non poteva morire. Ciò rende «l’uomo Gesù» una specie di
posseduto da parte dello «spirito di Cristo». È una falsa e pericolosa dottrina,
che la Scrittura condanna assolutamente. Sono specialmente tutte le epistole di
Giovanni, che la combattono con veemenza. Essa fu concepita da esoteristi, che
entrarono nel cristianesimo del primo secolo (cfr. Simone il mago in At 8), dove
cristianizzarono le loro ideologie, per poi uscirne e diventare un grave
pericolo per le chiese stesse (1 Gv 2,19). Giovanni inventò per loro il titolo
di «contro-unti» (gr.
antíchristos;
v. 18), ossia ideologi che si spacciavano per cristiani o, addirittura, per
Cristo (= Unto), sebbene propagassero insegnamenti contrarie alla «sana
dottrina».
■
Attenzione ai moderni Ebioniti!: Questi erano Giudei, che credevano sì che
Gesù fosse il Messia promesso, ma solamente nel senso di «Figlio di Davide».
Perciò, riferivano l’espressione «Figlio di Dio» solo all’adozione
del «Figlio di Davide» a proprio Figlio. Essi negavano quindi che Gesù
Messia fosse Dio insieme al Padre. Ciò è
smentito proprio da prologo di Giovanni, in cui scrisse che «ho lógos
ẽn pròs tòn Theón», ossia «il Logos era presso
Dio» fin dall’inizio (vv. 1s; pròs tòn = (rivolto) verso Dio, per
evidenziarne la particolare relazione = v. 18 «il Dio unigenito, che è nel
seno del Padre», ossia a tu per tu col Padre). A ciò aggiungeva «kaì
Theós ẽn ho lógos», ossia «e Dio era il Logos» (v. 1; Theós
è determinato per posizione). [►
E Dio era il Logos;
►
Il Logos era un Dio? (Giovanni 1,1s)]
Il Logos è
altresì il Creatore universale, senza eccezioni (v. 3), il Detentore
della vita e, quindi il dispensatore d’essa (v. 4). A ciò si aggiunga che,
essendo l’unico a stare a tu per tu con il Padre, è l’unico a poterlo
spiegare in modo autentico (1,18; exēghéomai). Quindi, il
prologo di Giovanni era indirizzato proprio contro gli antichi e moderni
Ebioniti. Nelle sue epistole, dichiarando tutto ciò come
falsa dottrina, aggiunse che chi non ha il Figlio, non ha neppure il
Padre, e viceversa; chi nega che Gesù è il Cristo (quindi Dio insieme al
Padre) non ha neppure il Padre come Dio (1 Gv 2,22s). Chi non ha il Figlio di
Dio, poiché lo riduce a solo Figlio di Davide, non può avere la vita eterna
(1 Gv 5,11s). Solo rimanendo nella dottrina, secondo cui Gesù è il
Messia, quindi Dio insieme al Padre, ha l’Uno e l’Altro (2 Gv 1,9). Chi in
questo punto erra, compie opere malvagie (v. 11), e si fa bene a
prenderne le debite le distanze (v. 10).
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Logos_carne_OiG.htm
03-09-2015;
Aggiornamento: 08-09-2015 |