Siamo partiti dall’articolo «Invocazioni
allo Spirito, che non troverai nella Bibbia». In esso abbiamo mostrato
alcune invocazioni allo Spirito, che continuamente compaiono su immagini
di testo, in scritti vari, in preghiere e in registrazioni audio e video. La
nostra richiesta di mostrarci un solo brano del NT, in cui lo Spirito
Santo venga pregato, invocato e adorato, è rimasta inevasa. Ci si nasconde
dietro alla generalizzazione, secondo cui essendo lo Spirito Santo Dio,
ciò che vale per una persona della Deità, vale anche per l’altra. C’è al
riguardo una grande confusione fra sostanza (natura, ecc.) delle tre
persone della Deità e il loro ruolo storico all’interno dell’economia
della Deità. Come ho spiegato, pur essendo mia moglie e io uguali in natura e
valore, non abbiamo le stesse funzioni (io non ho mai partorito) e gli stessi
ruoli. Tuttavia nelle cose di Dio tutto viene appiattito e omogeneizzato,
confondendo natura e ruoli. Eppure, ad esempio, il Padre non è morto per me in
croce, Gesù non ha insegnato a pregare «Spirito nostro» e lo Spirito Santo non
siede attualmente sul trono di Dio, per ricevere le preghiere.
Dopo una lunga
discussione con vari lettori, qui riporto un interessante confronto
con Michele Granato.
■
Michele Granato:
È verissimo e risaputo che nel NT
non vi sono esplicite invocazioni allo Spirito Santo, ma probabilmente vi
sono accenni nelle INVOCAZIONI della triplice benedizione dell’amore di
Dio Padre, della grazia di Gesù Cristo e della comunione e consolazione dello
Spirito Santo. Sembra che lo Spirito Santo nel NT sia nominato più
nell’ambito della invocazione della sua comunione, consolazione o
equipaggiamento spirituale, mentre una invocazione esplicita diretta
viene fatta al Padre e al Figlio. {20-06-2016}
▬
Nicola Martella:
Una benedizione o un auspicio trinitario per i credenti
(p.es. 2 Cor 13,13) non è un’invocazione. Un’invocazione è una
chiamata diretta e spesso accorata verso qualcuno.
■ Si veda nell’AT, ad esempio: «O Eterno, Dio...» (Gn 24,12); «O
Dio d’Abrahamo mio padre, Dio di mio padre Isacco! O Eterno...» (Gn 32,9); «O
Signore, o Eterno...» (Dt 3,24; 9,26; cfr. Es 15,7); «O Altissimo...»
(Sal 9,2; 92,1).
■ Si veda nel NT: «O Dio...» (Lc 18,11.13; Eb 1,8; 10,7); «[O] Dio
mio...» (Mt 27,46); «O Signore...» (Ap 15,4), «O Signore e Dio nostro...»
(Ap 4,11); «O Signore, Dio onnipotente...» (Ap 11,17; 15,3; 16,17),
«Signor Gesù...» (At 7,9; Ap 22,20); «Signor mio e Dio mio!» (Gv
20,28); cfr. anche «Sì, o Signore» (Mt 9,28; Gv 11,27).
Ci dev’essere, quindi, il «complemento
di vocazione» (cfr.
Treccani: complemento di vocazione. Una cosa del genere non esiste per lo
Spirito Santo in tutto in NT.
■
Michele Granato:
Infatti come ho già detto prima nel NT non esistono esplicite invocazioni
dirette allo Spirito Santo, ma solo al Padre e al Figlio. Quello che invece si
intravede chiaramente sono solo l’invocazioni o richiesta a Dio della
comunione o consolazione o dell’equipaggiamento carismatico dello Spirito Santo.
È interessante e stimolante scoprirne le eventuali motivazioni
storico-teologiche a tale fenomeno.
Va precisato allo stesso tempo
che tale fenomeno neotestamentario non esclude però che lo Spirito Santo
sia realmente Dio e non una semplice forza attiva, né altrettanto è
precluso allo Spirito Santo l’aspetto della omotimia (όμοτιμία), ovvero
la parità d’onore riconosciuta allo Spirito Santo quanto al Padre e al
Figlio. {20-06-2016}
▬
Nicola Martella:
Non esiste nel NT un’invocazione o richiesta
esplicita a Dio riguardo alla comunione dello Spirito Santo, alla consolazione
dello Spirito o all’equipaggiamento con i carismi dello Spirito (formula: «O Dio
[o Signore, ecc.], dà (elargisci, crea, infondi, ecc.)...»). Come detto,
esiste la benedizione (particolare o stereotipata) o l’auspicio che un uomo
di Dio esprime riguardo a un credente o a un gruppo di credenti (formula: «Dio
[il Signore, ecc.], vi dia (elargisca, crei, infondi, ecc.)...»; cfr. Ef 1,17;
3,16). Ad esempio: «La grazia del Signor Gesù
Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo sia[no] con tutti voi»
(2 Cor 13,13).
Sì, si fa bene a risalire alle motivazioni storico-teologiche di
questo fenomeno. Una di queste è la seguente. Quando Gesù era in terra,
perché mandato dal Padre, era sottomesso a Lui e lo glorificava; per questo
indicava sempre verso il Padre come autorità (Gv 10,36; 12,49; 14,24) e come
sommo bene (Mt 19,17). Lo Spirito Santo fu mandato in terra da Dio Padre
e da Gesù, con lo scopo principale di ricordare agli apostoli l’insegnamento di
Gesù (Gv 14,26), di glorificare il Signore Gesù (Gv 15,26), di convincere il
mondo (Gv 16,7ss), di guidare i pionieri (At 13,4), eccetera. Per questo
ministero dello Spirito verso Cristo, Egli viene chiamato «Spirito
di Cristo» (Rm 8,9; 1 Pt 1,11) e «Spirito del
Figlio suo» (Gal 4,6).
Quando alla
Deità dello Spirito insieme al Padre e al Figlio, basta tener presente tutte
le formulazioni bibliche, in cui compaiono tutte e tre le Persone della Deità,
contemporaneamente e distinte. Al riguardo rimando all’articolo «Lo
Spirito Santo è un’individualità personale?».
Sebbene le tre Persone della Deità abbiano la stessa sostanza e la «parità
d’onore», attualmente nell’economia della Deità al Padre è riservata la «preminenza
economica»
(funzionale, ministeriale, ecc.; cfr. similmente l’uomo come capo della moglie;
1 Cor 11,3; 1 Cor 15,28).
■
Michele Granato:
È probabile che
l’esclusiva invocazione al Padre e in particolare al Figlio fosse prioritaria
nel primo tempo neotestamentario, appunto perché a quel tempo era ancora
necessario e prioritario invocare Gesù e non tanto lo Spirito Santo; e
questo avveniva solo per la priorità e necessità di accreditare Gesù
quale vero Figlio di Dio procedente da Dio Padre. E questo accreditamento
avveniva appunto attraverso la manifestazione visibile e miracolosa dei segni
visibili dello Spirito Santo; e questo appunto era necessario proprio perché si
era in un tempo, dove era storicamente ancora in grande discussione
l’appartenenza o la provenienza divina di Gesù da parte di Dio di fronte agli
increduli. {20-06-2016}
▬
Nicola Martella:
Il cuore del
NT è Gesù quale «Unto [a re]». La sua persona e la sua opera sono la
massima dottrina, l’annuncio. Questo era l’incarico dello Spirito Santo
allora e lo è anche oggi. Un’auto-referenzialità dello Spirito nel NT non
esiste.
■
Michele Granato:
È in questa dinamica della difficoltà di accreditamento divino del
Figlio mediante i segni visibili dello Spirito Santo che probabilmente si
innesta anche l’avvertimento di Gesù quando parafrasando disse: «chi bestemmia
contro il Figlio di Dio sarà perdonato, ma a chi bestemmia contro lo Spirito
Santo non lo sarà mai né in questo tempo né in quello futuro». {20-06-2016}
Lo Spirito Santo era
indiscutibilmente il garante che accreditava e accredita ancora
oggi con i suoi segni Gesù Cristo quale vero Figlio venuto da parte di
Dio Padre davanti agli increduli. {20-06-2016}
▬
Nicola Martella:
Chi nega ciò,
di cui lo Spirito Santo vuole convincere, ossia che Gesù è il Messia,
quindi il Signore e Salvatore, rimane un incredulo. L’incredulità è
l’unico peccato, che non può essere perdonato; ed è un affronto allo Spirito,
una bestemmia o ingiuria contro di Lui.
■
Michele Granato:
Leggo quest’affermazione di Nicola: «Non esiste nel NT un’invocazione o
richiesta esplicita a Dio riguardo alla comunione dello Spirito Santo, alla
consolazione dello Spirito o all’equipaggiamento con i carismi dello
Spirito...».
Luca 11,13: «Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni
ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a
coloro che glielo chiedono!».
Gv 4,10: «Gesù rispose e le disse: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi
è che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli
t’avrebbe dato dell’acqua viva».
Gv 7,37ss: «Or
nell’ultimo giorno, il gran giorno della festa, Gesù stando in piè, esclamò: Se
alcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura,
fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno. or disse questo dello
Spirito, che dovevano ricevere quelli che crederebbero in lui; poiché lo
Spirito non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato».
{20-06-2016}
▬
Nicola Martella:
Michele Granato, bravo a te, che ti sei messo alla
ricerca; apprezzo le persone, che vanno nel merito, invece di quelle che
fanno solo polemica sul niente o su dettagli inutili.
Ora, hai mancato la parte finale della mia citazione, che recita:
«...(formula: «O Dio [o Signore, ecc.], dà (elargisci, crea, infondi,
ecc.)...»)». A ciò si aggiunga che nei brani da te citati non trovo
alcuna diretta invocazione o richiesta esplicita a Dio.
■ Devo ammettere che nel primo brano (Lc 11,13) Gesù prospettò ai
suoi contemporanei che Dio potesse donare lo Spirito a quelli, che glielo
chiedevano. Tuttavia, qui ci troviamo ancora nel periodo di transizione
fra l’antico e il nuovo patto; è difficile sapere che cosa intendessero Gesù e i
Giudei al riguardo, visto che la dottrina dello Spirito Santo (persona, opera,
ecc.), come la conosciamo ora, è specialmente legata al nuovo patto, e fu Gesù
che istruì su di essa i suoi intimi discepoli. Nell’AT con la locuzione «Spirito
dell’Eterno» e simili si intendeva la teofania spirituale, ossia senza
che ci fosse una manifestazione visibile di alcun genere; si trattava della
presenza spirituale dell’Eterno, senza altre spiegazioni. Inoltre, non c’è alcun
brano esplicito negli Evangeli né nel resto del NT, dove un’invocazione
del genere a Dio con annessa richiesta dello Spirito sia mai avvenuto. Gesù fu
il primo che elargì lo Spirito Santo, ma soltanto ai suoi apostoli (Gv
20,22), sebbene che non leggiamo di una loro richiesta esplicita. Non leggiamo
mai, come detto sopra, di una particolare formula del tipo: «O Dio [o
Signore, ecc.], dammi (elargiscimi, infondi in me, ecc.) lo Spirito Santo»).
■ In Giovanni 4,10 l’acqua viva non è associata allo Spirito, ma alla
vita eterna (v. 14).
■ In Giovanni 7,37 si parla della promessa messianica, secondo cui al
credente in Lui sarebbe stato dato lo Spirito, illustrato come fiumi
d’acqua corrente; tuttavia non leggo al riguardo di alcuna premessa per ricevere
lo Spirito, se non la fede in Cristo, né si legge di una particolare
invocazione.
In ogni modo,
qui il tema principale è la diretta invocazione allo Spirito, al cui
riguardo abbiamo concordato della sua assenza nel NT.
■
Michele Granato:
In Giovanni 4,10 leggiamo: «Gesù rispose e le disse: Se tu
conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: “Dammi da bere”, tu
stessa gliene avresti chiesto». L’enfasi è sul verbo «chiesto»;
che cosa la Samaritana avrebbe chiesto al Cristo, e Cristo glielo avrebbe
donato? Risposta: «fiumi d’acqua viva» ossia la Samaritana, come ogni
credente, avrebbe potuto e dovuto chiedere lo Spirito Santo
prefigurato dall’acqua viva (cfr. Gv 7,37). «Ed egli t’avrebbe dato
dell’acqua viva».
In Giovanni
Gv 7,37ss leggiamo: «Or nell’ultimo giorno, il gran giorno della festa, Gesù
stando in piè, esclamò: Se alcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me,
come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno.
or disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che
crederebbero in lui; poiché lo Spirito non era ancora stato dato, perché
Gesù non era ancora glorificato». {21-06-2016}
▬
Nicola Martella:
Non si fa bene a mischiare brani solo sulla base di
similitudini. La stessa immagine indica qui una cosa e qui un’altra (vedi p.es.
«rugiada» nello stesso libro; fugacità Os 6,4; 13,3; benedizione Os 14,5; cfr.
il cavallo bianco in Ap 6,1 [primo dei quattro cavalieri distruttori] e in Ap 19,11
[Messia]). E
questo tanto più se di un’immagine viene data l’interpretazione nello stesso
brano.
Ti avevo indicato tale risposta (Gv 4,14), ma tu ci sei passato sopra: «Chi
beve dell’acqua, che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua
che io gli darò, diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita
eterna». Nel contesto la diatriba è chi avesse ragione fra
Samaritani e Giudei riguardo alla conoscenza di Dio e al (luogo di) culto;
ambedue i gruppi aspettavano il Messia: ora era qui. All’acqua materiale
(disseta la sete fisica) Gesù contrappose l’acqua spirituale, ossia il
suo insegnamento messianico (o Parola di Dio), che avrebbe dissetato tale anima
perduta e portata dalla «acqua viva» (corrente, sorgiva) alla «vita eterna».
Il verbo «chiedere» (v. 10) nel contesto è dato dal fatto che Gesù
le chiese da bere (v. 7) e lei contrappose: «Come mai tu che sei Giudeo
chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» (v. 9). Nel
contesto non si parla mai di Spirito Santo. Inoltre, l’affermazione «la
Samaritana, come ogni credente...» è fuori luogo, visto che ella era al
momento ancora un’incredula, oltre che adultera e pagana.
In Giovanni 7 il contesto è completamente differente
(inter-giudaico). Qui si parlò di dare (Dio) e ricevere (credenti) lo Spirito;
il tempo prospettato era futuro (in Gv 4 era attuale), e cioè dopo che
Gesù fosse stato glorificato. Anche in Luca 11,13 il verbo era al futuro: «Il
vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro, che glielo
domandano». Proprio sulla base di Luca 7,37s, prima della risurrezione di
Gesù nessuno aveva ricevuto lo Spirito Santo, secondo l’insegnamento e la
promessa di Gesù e secondo i dettami del nuovo patto; i pochi casi antecedenti,
descritti negli Evangeli, rientrano ancora nella logica dell’antico patto.
Meglio non mischiare pere con mele. Bisogna avere l’onestà
intellettuale di verificare e ammettere la verità, poiché è questa che
ricerchiamo ed è solo quella che ci rende liberi.
Ora, abbiamo fatto un lungo excursus; penso che dovremmo fermarci e tornare
al tema maestro: «Invocazioni allo Spirito, che non troverai nella
Bibbia».
■
Michele Granato:
Non sono d’accordo, dal testo e dal contesto non si può
escludere affatto che l’acqua, che la Samaritana e ogni credente avrebbe
dovuto e potuto chiedere a Gesù, fosse riferito allo Spirito Santo come è
anche prefigurato da Giovanni 7,37-39.
Quindi
escludere per forza che si possa trattare dello Spirito Santo,
sarebbe una palese forzatura preconcetta. {21-06-2016}
▬
Nicola Martella:
Il contesto immediato regna. Dove si parla dello
Spirito in tale contesto? Della vita eterna Gesù ne parla in connessione
diretta con l’acqua. Se si vuole, tutto si trova, proiettandocelo dentro; ma non
sarebbe esegesi, ma eisegesi. L’esempio lampante di una proiezione
strumentale nel testo (o madornale svista?) è accostare già qui «la
Samaritana» a «ogni credente», rendendola tale. Ripetendo tale asserzione, alla
fine ci si convince che sia stato così; ma non era la verità.
Archiviato
questo aspetto, hai ancora qualcosa da dire sul tema principale?
■
Michele Granato:
Nicola non vorrei replicare su tale aspetto, per evitare di
sembrare polemico.
Sul tema principale ho già espresso il mio parere. ritengo però se mi è
consentito e senza alcun intento polemico, che le motivazioni, forse
involontarie, di tale argomento iniziale (invocazione allo Spirito Santo) siano
mosse a scopo, se non prettamente polemico, almeno con intento apologetico
confessionale; ovvero, lo Spirito Santo non veniva invocato nel NT quindi i
pentecostali sono fuori dalla verità biblica.
Almeno ne ho
avuto parvenza. Mi sarò forse impressionato? Sì? No? {21-06-2016}
▬
Nicola Martella:
Personalmente non ho menzionato alcuna denominazione
per nome. Il tutto è nato dalla risposta a tale immagine, che non porta
una targa denominazionale. Ad esso si sono aggiunti, strada facendo, i
quattro esempi riportati, a cui ho dato una risposta. Si tratta di uno
studio come un altro, per accertare la verità biblica; niente di più. È
rivolto a tutti, visto che convinzioni del genere si trovano pressoché in
ogni denominazione.
Qualunque
tema io affronti, visto che sono continuamente variegati, si troverà
sempre qualcuno che rimarrà impressionato o personalmente toccato e avrà
singolari parvenze di polemica verso la sua parte, che pensa di
rappresentare. Così è la vita. Bisogna proseguire lo stesso.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Invoc-Spir_no-BB2_OiG.htm
27-06-2016; Aggiornamento: 28-03-2017 |