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domanda del lettore. |
La questione del lettore
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Pace a te, eccomi
dopo un certo tempo a proporti un’altra domanda che sta suscitando un po’ di
confusione in qualche persona. Un nostro fratello sostiene che non è buono avere
angioletti esposti e che si dovrebbero togliere. Sono diversi i passi nella
Bibbia, dove vengono riconosciuti come
creature celesti al servizio di Dio.
Allora che male c’è, se uno ha un quadretto che riporta degli angeli, non
vengono certo adorati, piuttosto richiamano alla mente qualcosa di
celestialmente bello che potrebbe far pensare a un futuro paradisiaco.
Io credo che s’entra nel fanatismo, e si voglia fare d’un proprio pensiero una
dottrina. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu a proposito e se hai già
pubblicato qualcosa sugli angeli. Ti ringrazio. {Pino Destratis; 28 aprile 2008}
La risposta ▲
Sì, ho scritto al
riguardo. Perciò introduco subito il riferimento bibliografico per
l’approfondimento: Nicola Martella, «Esseri celesti»,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 157s; si vedano qui anche gli articoli
«Cherubini», pp. 107s; «Pneumatologia», pp. 276; inoltre per evitare confusioni
con la manifestazione sensibile di Dio, si vedano pure i seguenti articoli:
«Inviato di Jahwè», pp. 194s; «Manifestazioni di Dio», pp. 224-227; «Teofania»,
pp. 351s.
Di che parliamo?
Si tenga presente che nella Bibbia cherubini e serafini non sono «angeli» (ebr.
/ gr. «inviati». Per capire come stanno biblicamente le cose, all’interno della
«pneumatologia creaturale» bisogna distinguere tre distinte categorie di «esseri
celesti»: cherubini, serafini e inviati (ebr. kerubim,
serafim e male'akim).
■ Cherubini: Sono solo quattro, hanno quattro ali e quattro facce e
accompagnano Dio nei suoi spostamenti e nelle sue teofanie.
■ Serafini: Sono quattro, hanno una sola faccia (sebbene diversa per
ognuno di loro), hanno sei ali e sono strettamente connessi al santuario
celeste.
■ Inviati (o messaggeri): Essi sono chiamati con approssimazione
«angeli», sebbene il termine greco, da cui deriva, significa «inviato,
messaggero». Sono miriadi di miriadi, non hanno ali e quando si manifestano non
si distinguono in genere da un uomo maturo. A differenza del paganesimo (anche
quello cristianizzato), non esistono angioletti (putti, amorini) né angeli
femmine (sebbene compaiano su tanti dipinti).
Ciò significa che tutte le rappresentazioni tradizionali degli «angeli» (con le
ali, angioletti e angeli con attributi femminili) sono semplicemente false,
provengono dal paganesimo e sono state semplicemente cristianizzate.
Sentimentalismi
o esegesi?
Ammesso e non concesso che si possa distinguere fra arte (sta nei musei) e
immagini sacre (stanno nelle chiese di alcune denominazioni), chi ha mai visto
un angelo per poterlo raffigurare? La madre di Sansone scambiò l’inviato celeste
per «uomo di Dio», un profeta (Gdc 13,6.8; cfr. 1 Sm 2,27; 9,6ss). È possibile
avere un’immagine sacra (Dio, Cristo, angeli, ecc.) e non sviluppare —
consciamente o inconsciamente — un rapporto di venerazione o di dipendenza
psicologica di tipo religioso, specialmente se si è spiritualmente immaturi o
bambini? La mia risposta è no; per questo Dio ha proibito di farsi
raffigurazioni sacre di ogni genere. Il sentimento religioso sviluppato dai
fanciulli, rimane spesso anche da adulti.
Infatti Dio ha proibito a Israele ogni rappresentazione di potenze spirituali
presenti in cielo, sulla terra e sotto la terra, e ha proibito la ricerca da
parte dell’uomo di ogni contatto con tali potenze. Nel NT le cose stanno allo
stesso modo. Per brevità rimando all’articolo «Idolatria».
Certo che gli «inviati» sono creature celesti al servizio di Dio, ma esse non
sono omesse dal comandamento divino: «Non
ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle
cose che sono lassù nei cieli»
(Es 20,3ss; Dt 5,7ss; 27,15 maledetto). Dio può inviare i suoi messaggeri
celesti per i suoi scopi e in genere rimangono invisibili; e anche quando
appaiono, non sempre vengono percepiti come tali (cfr. Eb 13,2). All’uomo però
non è dato di invocarli, di pregarli, di venerarli o adorarli, poiché ciò
sarebbe idolatria e spiritismo (cfr. Col 2,18; Ap 19,10; 22,8s).
Deviare è spesso
impercettibile, ma pericoloso
Lutero diceva la che la ragione umana si comporta come una «prostituta» e seduce
l’uomo. Perciò è meglio ubbidire senza compromessi alla Parola che cercare
sotterfugi. La storia della chiesa mostra che scivolando, scivolando, si
introducono lentamente abitudini, convenzioni e tradizioni che sono nettamente
in contrasto con la Parola di Dio. Alla fine ci si può trovare, senza neppure
rendersene conto fra coloro, a cui il Signore dovette dire: «Avete annullata
la parola di Dio a motivo della vostra tradizione» (Mt 15,6; Mc 7,13).
È meglio ubbidire alla Parola di Dio con semplicità di cuore, che fare salti
mortali per rendere biblicamente appetibili le proprie tendenze, convenzioni,
opinioni e tradizioni! (cfr. 1 Sm 15,22). Il salmista disse: «Prima che io
fossi afflitto, andavo errando; ma ora osservo la tua parola» (Sal 119,67;
cfr. vv. 101.158). Riguardo ai suoi discepoli, Gesù disse al Padre celeste: «Io
ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu m’hai dati dal mondo; erano tuoi,
e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola» (Gv 17,6). Possa
essere questo anche il nostro sentimento in ogni cosa (2 Tm 2,15).
►
Immagini di angeli in casa? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Immagini_di_angeli_MT_AT.htm
01-05-2008; Aggiornamento:
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