Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Offensiva intorno a Gesù 1

 

Cristologia

 

 

 

 

«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA GLORIA DI CRISTO È ALL’OPERA IN NOI?

 

 di Nicola Martella

 

Pace, caro fratello. Volevo sottoporle il seguente quesito: mi è capitato di leggere l’affermazione di un credente, che dice che ama la moglie per grazia di Dio e che la gloria di Cristo è all’opera nelle loro vite. Ora, se la prima affermazione mi sembra dottrinalmente corretta, in quanto una moglie o un marito credenti sono un dono e quindi segno di un favore immeritato (sbaglio?), la seconda (la gloria di Cristo) mi lascia un po’ perplessa. Cioè, spetta a noi dire, se la gloria di Cristo è presente nelle nostre vite? Non è un’affermazione un poco presuntuosa?

     Grazie per le risposte, che vorrà darmi. Dio la benedica. {Vera Poloni; 21-11-2012}

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: L’asserzione, secondo cui la gloria di Cristo sarebbe all’opera nelle vite di tale coppia, si tratta di un tema un po’ vago. In un tema del genere ci saranno vari punti di vista e sfaccettature, a seconda della base di partenza. Alcuni sono mossi dal sentimento religioso attuale e per «gloria di Cristo» intendono qualcosa di spirituale, probabilmente indefinibile, che condensano in tale termine, sebbene magari la Bibbia chiami la stessa cosa diversamente, ad esempio «presenza del Signore» (At 3,20; 2 Cor 2,17), essere spirituali (2 Cor 2,15 uomo spirituale), essere ferventi di spirito (At 18,25; Rm 12,11; cfr. Ap 3,15s), avere zelo nel servizio (Rm 12,11), cammino nella santificazione (Eb 12,14s; cfr. Rm 6,19.22; 2 Cor 7,1) o simili. È addirittura possibile che intendano la «grazia di Cristo» (Gal 1,6), sebbene la chiamino impropriamente «gloria di Cristo». In chi è affetto dalla teologia dell’esperienza, l’approssimazione dottrinale è spesso di casa.

     Non ci resta altro da fare che mettere alla pubblica discussione tale argomento. Io stesso mi limiterò a un’analisi scritturale, che mi pare coerente con messaggio globale della Scrittura, lasciando ad altri la possibilità di aggiungere aspetti concomitanti, su cui discutere insieme.

 

 

2.  LA GLORIA È FUTURA: La gloria di Cristo è all’opera nella vita dei credenti? Non si può dire proprio così; tutt’al più essa si può manifestare nelle vite dei credenti (Is 44,23), ma ciò è un’altra cosa. Infatti, il termine «gloria» e il verbo «operare» (e suoi derivati) non ricorrono mai insieme in tal senso nella Bibbia. Perciò, nella Bibbia manca il concetto stesso per esprimere una cosa del genere.

     L’opera di Dio appare a favore dei suoi servi e la gloria si manifesta sopra i loro figli (Sal 90,16). La gloria di Dio o di Cristo si può vedere, quando Egli agisce (Es 16,7s; 33,18; Is 66,18; Mt 24,30; Gv 11,40; Eb 2,9), si può contemplare (Gv 1,14; 2 Cor 3,18). In genere, la gloria non è mai posta su singoli uomini in un modo tale che si possa vederla splendere lì in modo particolare e affermare che sia lì presente in modo stabile e duraturo. È scritto a proposito di Stefano che «tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissati gli occhi su di lui, videro il suo viso simile a quello di un angelo» (At 6,15), ossia di un messaggero, che stava per parlare da parte di Dio, come poi avvenne; tuttavia, singolarmente, qui non si parla di gloria.

     La gloria «dei figli di Dio» è futura (Rm 8,21). Dio manifesterà la sua gloria, ad esempio, in Israele (Is 49,3). Gesù è stato certo onorato e glorificato in momenti specifici in terra (2 Pt 1,17), ebbe da Dio la gloria di essere sommo Sacerdote in cielo (Eb 5,5), quando fu glorificato (Gv 7,9), tuttavia Cristo stesso si manifesterà in gloria solo alla fine dei tempi (Mt 16,27; 19,28; 24,30; 25,31).

     Se la gloria di Dio fosse all’opera nella vita dei credenti oggi, essi sarebbero fisicamente trasfigurati come lo fu Gesù (Mt 17,2), apparirebbero col corpo di risurrezione (Fil 3,21), e tutti noterebbero tale cambiamento; ma questo non è il caso. L’unica cosa che possiamo fare oggi, è glorificare noi Dio nel nostro corpo (1 Cor 6,20), come pure Cristo, sia con la vita, sia con la morte (Fil 1,20). Tutt’al più «noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito» (2 Cor 3,18; uno specchio era allora un rame levigato). Questo, però, nel contesto, è un discorso spirituale di conoscenza di Gesù nella Scrittura senza il velo dei Giudei, che lo rifiutano come Messia (vv. 12-17); in pratica si tratta della superiorità del nuovo patto rispetto a quello mosaico (vv. 5-11). Tutt’al più tale verso parla di somiglianza a Cristo nel carattere, non tanto di manifestazione di gloria.

     Certo si può citare 1 Pietro 4,14: «Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi». Tuttavia, non bisogna dimenticare che lo Spirito c’è dato come caparra (1 Cor 1,22; 2 Cor 5,5), in vista del pieno saldo alla fine dei tempi (cfr. Ef 1,13s; 4,30). Lo Spirito di Dio è chiamato «Spirito di gloria», poiché anticipa e ci porta alla gloria finale; non è la gloria all’opera, ma lo Spirito, del quale è detto per altro che riposa sui credenti.

 

 

3.  LA GRAZIA È ATTUALE: La grazia, quella sì che è all’opera. Essa è il favore immeritato di Dio ed opera nel credente per la salvezza, la santificazione, il ministero, la crescita e in tutte le difficoltà della vita.

     ■ La grazia può fare quanto segue: Rende abile al servizio (1 Pt 4,10; cfr. At 6,8; 14,3), è connessa alla sapienza (At 7,9s).

 

     ■ La grazia può essere quanto segue: È gloriosa (Ef 1,6), è maggiore in misura (Gcm 4,6s), è ricca (Ef 1,7; 2,7), è abbondante (2 Cor 9,8), è sovrabbondante (1 Tm 1,14), è nella misura del dono ricevuto (Ef 4,7), è consolante (2 Ts 2,16s), è soccorritrice (Eb 4,16), concerne la vita (1 Pt 3,7), si può vedere manifestata (At 11,23).

 

     ■ Nella grazia si può fare quanto segue: In essa si può perseverare (At 13,43), rinsaldare i cuori (Eb 13,9), stare saldi (Rm 5,1s), fortificarsi (2 Tm 2,1), crescere (2 Pt 3,17s).

 

 

4.  ASPETTI CONCLUSIVI: Di tutto ciò, che abbiamo detto della grazia, difficilmente possiamo dirlo al momento della gloria, visto che essa è nel suo adempimento ancora futura. Ora, è il tempo della grazia (Is 49,8; 61,8; Lc 4,19), non della gloria. Oggi possiamo dire all’incirca che per fede (anzi, secondo la grazia) siamo glorificati in Cristo e specialmente Egli in noi (2 Ts 1,12; cfr. 1 Pt 4,11), ma la glorificazione storica con Lui è ancora futura (Rm 8,17); parimenti la manifestazione della gloria di Dio o di Cristo nella nostra vita avverrà dopo la risurrezione (cfr. Rm 8,18s; Col 3,4; 1 Pt 5,1). Allora Dio manifesterà la sua gloria sui suoi figli.

     Al presente è la «grazia di Cristo» (cfr. Gal 1,6) a essere all’opera nella vita dei credenti, non tanto la gloria di Cristo. Tutt’al più la «gloria di Cristo» si manifesta con la «luce dell’Evangelo» (2 Cor 4,4), che mediante la predicazione di «Cristo Gesù quale Signore» Dio fa brillare nei nostri cuori, «per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Cristo» (vv. 5s). È come se, mediante la predicazione dell’Evangelo, la gloria del Sole (Dio) proiettasse la sua luce sulla faccia della Luna (Cristo), che poi riverbera sulla Terra (i credenti). Subito dopo, Paolo spiegò: «Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non a da noi» (v. 7). Infatti, subito dopo parlò delle difficoltà della vita a causa della fede e del ministero, in cui il Signore protegge dagli estremi (vv. 8s); ma qui, nel nostro corpo, la «morte di Gesù» e la «vita di Gesù» si manifestano contemporaneamente (vv. 10s). Tutto ciò fa sì che «quantunque il nostro uomo esterno si disfaccia, pure il nostro uomo interno si rinnova di giorno in giorno» (v. 16). E, guardando alle cose, che non si vedono, e soppesando le afflizioni attuali con l’attesa della «quantità smisurata, eterna di gloria», di cui già sentiamo il «peso», esse ci appaiono leggere (vv. 17s).

     Inoltre, possiamo considerare i nostri fratelli quale «gloria di Cristo» (2 Cor 8,23), ossia ciò che porta onore a Gesù (cfr. Flm 1,6).

     Che la gloria di Cristo sia all’opera nella vita dei credenti, abbiamo visto che nella Bibbia manca del tutto il concetto stesso. Accontentiamoci dell’opera attuale della grazia, puntando gli occhi sulla gloria futura, il cui riverbero già ora, in qualche modo ci colpisce, rifulgendo, spiritualmente parlando, dal volto di Cristo, quando meditiamo la sua Parola e ci consoliamo reciprocamente con essa.

     Fatto sta che viviamo in un tempo, in cui parecchi vogliono «potenza», «gloria» e varie altre cose spettacolari, che il Signore ha riservato per il secolo venturo. Alcuni non vogliono saperne di una porta stretta e di una via angusta, né tanto meno di seguire Cristo portando la propria croce. Vorrebbero qui una chiesa trionfante, mentre in gran parte del mondo essa è sofferente e angariata.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Gloria_opera_OiG.htm

04-12-2012; Aggiornamento: 05-12-2012

 

Bild-Pac ▲ Vai a inizio pagina ▲
Proprietà letteraria riservata
© Punto°A°Croce