Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA DOTTRINA APOSTOLICA E LA SUA TRASMISSIONE

 Parádosis, parathḗkē, didaskalía ed éthos

 

 di Nicola Martella

 

Caro Nicola, ho fatto una ricerca e ho constatato che nel NT non sempre il termine «tradizione» viene reso nello stesso modo, e ha più significati, come «deposito della fede», regolamento, prescrizione, insegnamento, tramandato, testimonianza. Puoi cortesemente fare una esegesi più accurata dei corrispondenti in greco: parádosis, parathēkē (1 Tm 6,20; 2 Tm 1,14), e per quanto ho letto, anche ethos (Lc 1,9; 2,42; 22,39; Gv 19,40; At 6,14)? Ritengo che una corretta esegesi sia di rivelante utilità, nel confronto con il romanesimo o culti similari. Il Signore continui a benedire il tuo servizio ai santi. {Pietro Calenzo; 15-10-2013}

 

1. IL TERMINE PARÁDOSIS: Parádosis significa, secondo i casi, «trasmissione (p.es. del regno); consegna (p.es. della città, di beni, di qualcuno alla morte), resa; trasmissione di racconti, dottrine, precetti; tradizione; NT: per metonomasia anche il complesso delle dottrine». Tale sostantivo proviene dal verbo paradídōmi, che intende «consegnare, confidare, dare, nutrire, allevare, istruire; dare in balia (nelle mani, in potere), consegnare, abbandonare, rimettere, cedere (le armi); darsi ai piaceri; tramandare, trasmettere, consegnare (il regno); accordare, permettere, concedere; esporre, arrischiare».

     Nel NT il termine parádosis ricorre soltanto in questi brani, dove s’intende quanto segue:

     ■ La «trasmissione degli antichi» (Mt 15,2s.6; Mc 7,3.5.8s.13; Gal 1,14 «trasmissioni dei miei padri») è la tradizione dei Giudei, ossia ciò che essi avevano insegnato nei secoli e trasmesso ai posteri, aggiungendo dottrina a dottrina. Gesù si mostrò molto polemico contro tale tradizione dei Giudei.

     ■ Le convenzioni umane furono chiamate «trasmissione degli uomini» (Col 2,8; cfr. Mc 7,8 dottrine giudaiche). Tali precetti furono così chiamati in contrasto con la Parola di Dio e l’annuncio dell’Evangelo.

     ■ Fu così chiamato l’insegnamento impartito alle chiese da Paolo e dalla sua squadra missionaria: «Ritenete le trasmissioni come io ve le ho trasmesse» (1 Cor 11,2 con paradídōmi); si tratta delle comunicazioni autorevoli degli insegnamenti scritturali del nuovo patto. «Ritenete le trasmissioni, con cui siate stati istruiti, sia con la parola, sia con una nostra epistola» (2 Ts 2,15); l’apostolo puntualizzò il modo, con cui avvenne tale insegnamento, ossia a voce o per iscritto. «…secondo la trasmissione, che avete ricevuto da noi» (2 Ts 3,6); questo insegnamento di Paolo e della sua squadra doveva essere il criterio, con cui i Tessalonicesi potevano e dovevano discriminare fra legittimità (verità) e illegittimità (menzogna) in campo dottrinale e morale.

 

Questo termine intende, quindi, sia il modo come si è ricevuto qualcosa (trasmissione orale o scritta), sia il contenuto d’essa (insegnamento, dottrina). Per capire la dinamica di questo termine, si veda in italiano «comunicazione», che intende sia l’atto e il processo del comunicare (trasmissione di contenuti), sia il contenuto trasmesso (comunicazione, comunicato). Erano tali insegnamenti apostolici, trasmessi alle chiese, che furono cristallizzati negli scritti del nuovo patto, per formare la «tradizione» (= trasmissione) legittima delle chiese. Nel NT non esiste un altro uso per parádosis. Ad esempio, neppure le decisioni del concilio di Gerusalemme (At 15) furono denominate così.

 

2. DEPOSITO E SANA DOTTRINA: Per dirla con un altri termini tecnici tanto cari a Paolo, si trattava del «buon deposito» della fede, che bisognava custodire (1 Tm 6,20 contrasto gnosticismo; 2 Tm 1,14); qui ricorre il termine parath «deposito (anche per ostaggi)» (da paratíthēmi «presentare, offrire, deporre, proporre, esporre, consegnare, ecc.»). Si trattava, quindi, della «sana dottrina», il cui contenuto maggiore era l’Evangelo (1 Tm 1,10s; contrasto vv. 9s; 2 Tm 4,3ss contrasto falsi maestri e miti religiosi; Tt 1,9 contrasto contraddittori; 2,1).

     Paolo espresse tale concetto anche senza il termine parádosis: «[Il conduttore sia] attaccato, secondo l’insegnamento, alla fedele Parola, affinché sia capace tanto di esortare con la sana dottrina, quanto di convincere anche i contraddittori» (Tt 1,9). Qui al posto di didaskalía «insegnamento, istruzione» poteva starci, con lo stesso significato, anche parádosis. E ancora: «Le cose, che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, i quali siano capaci d’insegnarle anche ad altri» (2 Tm 2,2). Come si vede, non si trattava di decisioni di concili né della prassi religiosa accreditata fra il popolo, ma della trasmissione della «sana dottrina», che Paolo insegnava nella sua squadra missionaria e mediante essa alle chiese, che aveva fondato.

 

3. IL TERMINE ÉTHOS: Éthos significa «uso, abitudine, consuetudine, usanza, costume». È connesso ai verbi ethízō «abituare, avvezzare, assuefare» ed éthō «solere, avere il costume, essere solito o abituato». Si veda anche ethikós «abituale, consueto, abitudinario» ed éthisma «uso, costume, abitudine, consuetudine» (= ethismós). Il termine éthos ricorre nelle seguenti connessioni:

     ■ Usanza nel giudaismo (Lc 1,9 del sacerdozio; 2,42 della festa; Gv 19,40 seppellire; At 6,14 usanze, che Mosè ci ha tramandate; 15,1 di Mosè; 21,21; 26,3 + questioni, che ci sono tra i Giudei; 28,17 dei padri);

     ■ Abitudine personale (Lc 22,39 Gesù; Eb 10,25 com’è abitudine presso alcuni);

     ■ Usanza dei popoli (At 16,21 dei Romani; 25,16).

 

Tale termine, esprimendo una consuetudine personale, etnica o religiosa, non costituisce nulla di ingiuntivo. Esprime per massima parte il consenso religioso dei Giudei, che non fu imposto ai cristiani gentili (cfr. At 15,10.19ss) e contro il quale, anzi, Paolo si trovò spesso a combattere (Gal 2,4s.14 giudaizzare; cfr. 5,6s), dichiarando la giudaizzazione dei cristiani gentili come un falso evangelo degno di anatema (Gal 1,8s).

     Tale termine non fu mai usato per designare la dottrina cristiana né le abitudini, le usanze o i riti delle chiese al tempo degli apostoli.

 

4. ASPETTI CONCLUSIVI: È sempre un pessimo servizio prendere i termine greci e usarli in modo arbitrario, cercando di cementare le proprie ideologie religiose. Si fa sempre male alla verità, quando si tolgono parole, locuzioni e brani dal loro contesto naturale e li si riempiono con contenuti religiosi odierni, con l’intento di legare le persone alle usanze, ai costumi, ai riti e alle tradizioni della propria denominazione. In tal modo si ingannano le anime, suggerendo che, praticando le tradizioni e consuetudini religiose attuali delle denominazioni cristiane, si stanno attuando proprio le direttive apostoliche o si sta imitando proprio la consuetudine delle prime chiese. Questo è un uso strumentale, ingannevole e colpevole, di cui si dovrà rendere conto dinanzi al trono di Dio (Ap 22,18s).

     Lascio ai lettori di trarre le ulteriori conclusioni.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Dottrina_trasmis_UnV.htm

18-10-2013; Aggiornamento:

 

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