Le questioni dei lettori
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Le
seguenti due richieste di approfondimento, sebbene partano da due problematiche
differenti (e due ambiti vitali diversi quanto a chi le pone), sono intrecciate
insieme quanto alla risposta. La prima questione proviene da Gaio Rannuni (ps.)
in discussione con un seguace della Torre di Guardia. L’altra questione proviene
da Nicoletta Vitale e riguarda il cattolicesimo mariano. ■ I 144.000: «Ho una sottigliezza, che non sono
riuscito a risolvere, e riguarda i 144.000 del cap.14 di Apocalisse. Mentre
quelli del capitolo 7 si capisce chiaramente che si trovano in terra quelli del
cap. 14 sembra che siano invece in cielo e che seguono l’Agnello ovunque vada.
Da qui i Testimoni di Geova [da qui in poi TdG, N.d.R.] traggono la dottrina
secondo cui si tratterebbe di quelli che andranno in cielo a regnare con Cristo,
mentre gli altri (l’altra umanità geovista, non nata di nuovo) resterà sulla
terra». {Gaio Rannuni, ps.; 11-10-2007}
■ La donna dell’Apocalisse: «Leggi quanto scrive
il moderatore del forum «Cattolici
romani» (nickname «a_ntv»). Ma è possibile che molti e molti
cattolici non sappiano — ma m’auguro che qualche teologo lo sappia — che la
“donna” nella Bibbia rappresenta la Chiesa di Cristo? Hai qualcosa che me lo
dimostra in modo esauriente per poterlo spiegare ad altri?» {Nicoletta Vitale;
10-10-2007}
La risposta ▲
La questione geovista
Qui di seguito do alcune risposte preliminari alla
questione che approfondirò maggiormente sotto. Si fa sempre bene a chiedere ai
TdG a quale
tribù d’Israele appartengano (!), visto che in Ap 7 saranno tutti Giudei, senza
eccezione. Tali 144.000 Giudei saranno una specie di elite, di accoliti
particolari del Messia, forse le sue «guardie scelte». Essi sono gente del
futuro! Quando i TdG erano quattro gatti e si aspettavano l’avvento messianico
nel giro di pochissimi anni, si potevano permettere tali tesi (differenziazione
fra gli «unti» e la massa geovista), ma oramai è una cosa solo ridicola. Secondo
Ap 1,6; 5,10; 20,4.6 tutti i redenti e risorti regneranno col Messia sulla
terra, senza eccezioni.
Passiamo a rispondere alcune domande più concrete.
Domanda:
La domanda è questa, i 144000 di Ap 7 sono gli stessi del capitolo 14? |
Risposta: Non vi è ombra di
dubbio che sono gli stessi. Nel testo non esiste alcuna differenza nel numero.
In Ap 7 si afferma particolarmente chi saranno, in Ap 14 che cosa faranno. È
gente che vivrà alla fine dei tempi, quindi non sono TdG!
|
D:
La seconda domanda: Cosa significa «non si sono contaminati con donne»? |
R: Non avranno rapporti sessuali
con le donne. I rapporti sessuali fuori del matrimonio erano considerati per la
Legge come una contaminazione (Nu 5,19.27s; Ez 18,6; 36,17; Eb 13,4). Il testo
aggiunge però anche che tali uomini saranno anche «vergini». Ricordiamo che
anche Gesù rinunciò al suo legittimo diritto di avere una moglie, in
sottomissione al Padre e al mandato ricevuto. |
D:
La terza domanda: E se non sono gli stessi, chi sono quelli in Ap 7 e quelli nel
capitolo 14? |
R: Allora avremmo i 288.000? È
testualmente insostenibile e ridicolo. I 144.000 saranno dapprima sulla terra,
poi l’Agnello verrà a prenderli con sé sul monte Sion (rapimento?) ed essi
rimarranno con Lui come una specie di elite. Essi saranno, come lo è
stato Gesù (1 Cor 15,20.23 risurrezione), una «primizia»
rispetto alla raccolta finale (cfr. anche Rm 11,16). Per il concetto di
«primizia» si veda Rm 16,5: «Epeneto… è la primizia dell’Asia per Cristo»;
ossia il primo di una serie (così anche 1 Cor 16,15).
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Per
l’approfondimento rimando in «Escatologia
2»
ai seguenti articoli: «Dall’avventismo al geovismo», pp. 108-113; «Testimoni di
Geova quali compagni di via?», pp. 118-122; «Panorama dell’attività predizionale
dei Testimoni di Geova», pp. 123ss.
La questione mariologica
Sono stato sul forum da indicato dalla lettrice: è pura
mitologia polisantista e mariologica. Si insiste, come al solito, sulla
differenza fra «adorazione» (latria) e «venerazione» (dulia).
In tutta la Scrittura, però, non esistono i termini «venerazione» e «venerare»
in senso cultuale! (solo in Is 58,13 si parla di «venerabile» riferito al sabato
ebraico). Ogni attività rivolta cultualmente a una creatura (p.es.
genuflessione, prostrazione, invocazione, preghiera) è biblicamente adorazione e
basta (Es 20,5; Lv 26,1; Gs 23,7; Mi 5,12). Ben lo sapeva l’angelo che
rimproverò seriamente l’apostolo Giovanni, quando questi gli si prostrò dinanzi,
ubriacato dalle visioni celesti del futuro (Ap 19,10; 22, 8s). Solo la
dialettica della dogmatica scolastica ha potuto creare, passo dopo passo, tale
differenza che la Scrittura non conosce. (Nota la proporzione nel «rosario» fra
gli «Ave Maria» e i «Padre Nostro»!)
Con i seguaci di mitologie cristianizzate non è facile
parlare e discutere seriamente, poiché non riconoscono nella Bibbia l’unica
autorità per la fede. In tale forum, nel tema di discussione «Maria,
la Santa Madre di Dio», il moderatore, dopo la citazione di
Apocalisse 12,13-17, scrive in modo approssimativo e poco credibile: «Qui la
donna è evidentemente Maria, che ha partorito il figlio maschio, ed è evidente
la lotta tra lei e il demonio. Da che parte noi dobbiamo stare? Possiamo
dimenticarci di quello che ha fatto la Donna per noi? No di certo. Dobbiamo
sempre stare uniti con la Donna contro il maligno». Poi segue tutto un
incitamento ad associarsi contro il demonio alla «Maria» cattolica — quella
costruita dai dogmi, non certo «Maria di Nazaret» degli Evangeli — a invocarla e
a pregarla «perché per sua intercessione salvi tutti, compresi i protestanti»
(sic!).
L’analisi dei brani apocalittici
Un’analisi del NT mostra che dopo Atti 1,14 Maria di
Nazaret non viene più menzionata per nome. Poi il «gesucentrismo» (o
cristocentrismo) del NT mette all’ombra tutti gli altri personaggi. In 2 Corinzi
5,16s Paolo spiegò il mutamento dalla realtà «carnale» a quella «spirituale»: «Da
ora in poi, noi non conosciamo più alcuno secondo la carne; e se anche abbiamo
conosciuto Cristo secondo la carne, ora però non lo conosciamo più così. 17Perciò,
se qualcuno è in Cristo, egli è una nuova creazione; il vecchio è passato, ecco
è diventato nuovo». Questo vale per qualunque altra persona contemporanea a
Gesù. Perciò Paolo, per evitare che si onorasse la creatura, parlò semplicemente
così in modo neutrale: «Quando giunse la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo
Figlio, nato di donna, nato sotto
la legge» (Gal 4,4). In Apocalisse 12 non si tratta di Maria, ma
d’Israele (12 stelle = 12 tribù). Tale «donna» si rifugerà nel deserto per il
tempo detto
«giorno del Signore» (vv. 6.16). Si noti che il «figlio», che lei
partorirà, verrà rapito in cielo senza passare per la morte (v. 5); poiché
nell’Apocalisse si parla però di Gesù come d’un Agnello scannato (Ap 5,6), non
si tratta qui delle stesse persone. In Ap 12,17 si parla della «donna» (Israele)
e del «resto della sua discendenza», che viene caratterizzato come «quelli
che osservano i comandamenti di Dio e conservano la testimonianza di Gesù»;
essi corrispondono rispettivamente alla «donna» e al «figlio maschio» del v. 13.
Il termine «resto (o residuo, rimanente)» è nella Bibbia un termine tecnico,
teologicamente ben definito, per il «resto fedele d’Israele» rispetto alla massa
incredula e apostata: il primo scampa al giudizio storico e viene raccolto alla
fine dei tempi (Is 10,20.22; 11,16; 41,14; 46,3; Gr 31,7; 50,20; Mi 2,12; Sf
2,9; per l’immagine si veda Gr 6,9). In Ap 12 non si tratta quindi di Maria e
Gesù, ma di «Israele» e del «resto fedele». È vero che tale «figlio maschio» dovrà «reggere
tutte le nazioni con la
verga di ferro» (Ap 12,5), come farà anche il Messia (Ap 19,15), ma
qui si tratta del «resto fedele d’Israele» che scamperà al
«giorno del Signore». Infatti, si noti che Gesù fece tale promessa ai
credenti, scrivendo al conduttore della chiesa di Tiatiri: «E a chi vince e
persevera nelle mie opere sino alla fine io darò potestà sulle nazioni, 27ed
egli le
reggerà con una verga di ferro
frantumandole come dei vasi d’argilla; come anch’io ho ricevuto potestà dal
Padre mio» (Ap 2,26s). È verosimile che tale «figlio maschio» sia un’allegoria
dei 144.000 Ebrei vergini (Ap 14,4) e irreprensibili (v. 5). Essi saranno
suggellati in fronte (Ap 7,1ss). Come «riscattati dalla terra» e «di
fra gli uomini» (Ap 14,3s) e come «primizie di Dio e dell’Agnello»
(v. 4) saranno rapiti in cielo insieme a Gesù, che li sarà venuti a prendere
durante il
«giorno del Signore», appunto come primizia della grande raccolta. Si
noti che Giovanni li vide dapprima con Gesù sul monte Sion (Ap 14,1), poi
davanti al trono di Dio (v. 3). Essi seguiranno l’Agnello dovunque Egli andrà
(v. 4) e
saranno
perciò dei privilegiati, una elite, come una specie di
guardie del corpo. Questa è la realtà esegetica dei fatti. Il resto è
mitologia polisantista e mariologica.
Per l’approfondimento
Per questi e altri soggetti apocalittici, si veda nella
mia opera «Escatologia
1-2». Qui si potrà approfondire anche una trattazione su chi sia
veramente la «sposa» nell’Apocalisse. Si noti che da Ap 4,1 in poi la
chiesa non è più menzionata. I cristiani giudaici affermano che la sposa sia
«Israele», i cristiani gentili affermano in genere che essa sia la «chiesa»;
l’analisi testuale mi convince però che la sposa sia l’intera «assemblea
messianica», composta dai credenti di tutti i tempi. Per la dimostrazione
rimando all’articolo «Chi è la sposa in Apocalisse?», pp. 240-245 in «Escatologia
1».
Sui 144.000 si
legga in «Escatologia
1» alle pp. 229.247s.254.305s;
inoltre li menziono
en passant anche alle pp. 178.217. In «Escatologia
2» tratto in 2 millenni di storia
chi parla a sproposito dell’escatologia; sui 144.000 si vedano in particolare le
pp. 76 (anabattisti), 111.113 (geovisti).
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La donna dell’Apocalisse e i 144.000? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Donna_144000_OiG.htm
12-10-2007; Aggiornamento: 23-05-2012
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