▼ 1.
Entriamo in tema
▼
2. Analisi terminologica |
Prima parte |
▼
3.
Approfondimenti storico-teologici
▼
4. Aspetti conclusivi |
Seconda parte |
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e indietro
Carissimo fratello,
shalom! Con la presente chiedo una lezione dettagliata su due parole ebraiche,
dato che non conosco la lingua, così come scarsamente il greco. Le parole sono:
▪ 1. Echad; ▪ 2. Jachid.
Le nostre traduzioni bibliche (Riveduta, N. Riveduta, Diodati) traducono [in
Deuteronomio 6,4]: «È l’unico Eterno /
Signore».
Da un commentario ebraico abbiamo rilevato: «שמע ישראכ יחךח אלחים יחךח אחד»,
ossia: «Ascolta Israele, Jahwè è Dio, Jahwè è uno». [N.d.R.: l’ebraico è errato;
vedi sotto]
Come di sua conoscenza, vi è una battaglia ideologica tra coloro che
sostengono una unità composta (echad) e coloro che sostengono una unità assoluta
(jachid). Resta fermo il fatto che la dottrina della Trinità di Dio non va
formulata da un singolo termine (però, è molto importante come valore teologico)
e che non possiamo rifiutare di riconoscere che Dio sia non solo l’Essere
supremo, bensì anche l’Uno e l’Unico. Egli è uno, perché non vi
sono, né vi possono essere altre divinità; Egli è unico, perché le sue
qualità sono esclusive e nessun altro essere le ha, né può le avere.
Quindi, le
chiedo quanto segue:
1. La traduzione letterale corretta è «uno» o «unico»? Esiste in
questo termine una unità composta? Le chiedo informazioni? I nostri
traduttori, succitati, hanno considerato «echad» oppure «jachid» nel tradurre «unico»?
2. Che
differenza vi è tra «echad» e «jachid» rispetto alla natura di Dio?
3. Che relazione c’è tra «l’uno» (echad) e il termine Elohim
(Genesi 1,1.26; 3,22), che indica una pluralità?
4. Se il termine ebraico «jachid» indica una unità assoluta, come mai non
è stato utilizzato dallo scrittore ebraico nel comporre lo «Shema Israel» [Dt
6,4] essendo monoteista?
In attesa di una
sua esauriente risposta, nel più breve tempo possibile, la ringrazio
anticipatamente: Shalom! {Elia Rossi; 17-01-2012} |
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1.
ENTRIAMO IN TEMA: Consiglio di non scrivere cose in ebraico, se non si è capaci di
scriverlo, leggerlo e controllarlo (diverse lettere appaiono simili e,
sbagliandosi, si stravolge tutto); in tali casi è meglio riportare la
traslitterazione in italiano. Ecco la versione corretta dello «Šema`
Jiśerā’el»: שמע
ישךאל יהוה אלהינו יהוה
אחד
[ŠM` JŚR’L JHWH ’LHJNW JHWH ’ḤD].
Ammetto che mi meraviglio di questo speculare
terminologico, come se l’essere di Dio possa essere svelato da un termine o
dall’altro, che moderni speculatori assolutizzano. Inoltre, se la rivelazione è
progressiva, la
Deità in tre persone si trova nel NT ed è rivelata da Cristo e dai suoi
apostoli!
Il termine ebraico ’ëchād non è nulla di particolare o di mistico, ma
corrisponde perlopiù al termine italiano «uno, unico». Inoltre, in ebraico ha
uno spettro ampio di significati molto vasto e, secondo i casi, può significare
«uno (sia numero, sia articolo indeterminativo), solo, unico, qualsiasi,
ciascuno, una volta, insieme».
Il termine
’ëchād è proprio uno dei termini, che l’ideologia dottrinaria usa
arbitrariamente per i suoi scopi. Chi ne abusa, in genere isola soltanto uno dei
tanti significati e lo amplifica fino all’eccesso; oppure, lo svuota dei suoi
significati propri e lo riempie a proprio piacere con ciò, che è più consono
alla sua ideologia dogmatica.
Qui di seguito, trovandoci all’interno della teologia dell’AT, useremo il nome
storico Jahwè. Tuttavia, sconsigliamo l’uso nel linguaggio normale dei cristiani,
poiché tale nome non fu usato dai Giudei fin dalla deportazione in Babilonia (6°
sec. a.C.), i quali lessero il cosiddetto tetragramma come ’adônāj
«Signore». Di corrispondenza, fu tradotto nella Settanta in greco (3° sec. a.C.)
come Kyrios «Signore». Per questo motivo, anche nel NT non vi è traccia
del nome specifico Jahwè. [►
Geova, Geovizzanti e affini; ►
Esiste il nome Geova nei manoscritti greci del Nuovo Testamento?]
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2.
ANALISI TERMINOLOGICA: Di per sé il termine più ricorrente è ’ëchād, mentre
jāchîd è abbastanza raro.
2.1.
’ËCHĀD: Questa analisi minuziosa è necessaria, poiché, in genere, chi
usa ideologicamente ’ëchād per i suoi scopi, si fissa solo su uno dei
tanti significati, tralasciando il resto dello spettro semantico.
■ Il termine
’ëchād può indicare semplicemente il numero uno, ad esempio per
esprimere una proporzione: «un’anima [’ëchād nëfëš] ogni cinquecento» (Nu
31,28). Ciò poteva essere rafforzato con l’articolo per indicare proprio
uno di numero: «un solo agnello
[hakëbëś hā’ëchād]»
(Lv 14,12; Nu 28,4 senza articolo dinanzi a
’ëchād); «uno [solo] dei vostri fratelli [’achîkëm
hā’ëchād]» (Gn 42,33).
■ Il termine
’ëchād può indicare il primo di una serie: un primo giorno (Gn
1,5), il primo giorno di un mese (Gn 8,5.13;
Esd 10,16s) o l’anno primo p.es. del regno (Esd 1,1; Dn 9,1s).
■ Il termine
’ëchād può essere usato in senso avverbiale nell’espressione «fare
una [volta] all’anno» (Lv
16,34); «andò per la casa, una [volta] qua e una
[volta] là» (2 Re 4,35); «e ciò
avvenne non una [volta] né due»
(2 Re 6,10); «Ho parlato una [volta]…
due» (Gb
40,5 [= 39,35]). È usato anche in senso assoluto: «un’unica
volta (o una volta per sempre) ho
giurato sulla mia santità» (Sal
89,35). Si veda Aggeo 2,6: «Ancora una volta, per
un unico istante [= un breve momento]…».
■ Il termine ’ëchād può indicare una
persona o una cosa
qualunque all’interno di un insieme più grande. «E
Davide disse ad Abner: “…uno del popolo è venuto per ammazzare il re tuo
signore”» (1 Sm 26,15). «Un
giorno qualunque [jôm ’ëchād] io perirò
per le mani di Saul» (1 Sm 27,1). «Quando
vi sarà in mezzo a te un povero, uno qualsiasi [me’ëchād]
dei tuoi fratelli in una delle tue città nel tuo paese»
(Dt 15,7). «Quando un’anima avrà peccato per
errore contro uno qualsiasi dei divieti dell’Eterno e fa ciò, che non
bisogna fare…» (Lv 4,2). «E così il
sacerdote faccia per lui l’espiazione del suo peccato, che ha commesso in uno
qualsiasi di questi [casi]» (Lv
5,13).
■ Il termine
’ëchād può essere usato senza particolare accentuazione come fosse
l’articolo indeterminativo; tutt’al più si potrebbe intendere, ad esempio,
«un certo uomo / profeta di ***» (Gdc 13,2; 1 Sm 1,1;
1 Re 13,11; 19,4 una certa ginestra; 2 Re 4,1 una certa donna tra le donne).
■ Il termine
’ëchād può essere usato per formare una sequenza: ’ëchād…
’ëchād… ’ëchād, in italiano nel senso di «uno,
l’altro e l’altro ancora» o «il primo, il secondo e il terzo».
Con la menzione doppia
’ëchād
può esprimere una differenza nel confronto fra due
(l’uno… l’altro): «qui uno e lì uno» (Es 17,12); «il nome dell’uno… il
nome dell’uno» (Es 18,3s); «una punta di rupe… e una punta di rupe»
(1 Sm 14,4); «uno a Bethel e un [altro] a Dan» (1 Re 12,29); «un
canestro… e un [altro] canestro» (Gr 24,2); «un santo… un [altro] santo»
(Dn 8,13).
Anche con la menzione tripla ’ëchād può
esprimere una differenza di ciò, che sta insieme (c’è ’ëchād per
ogni gruppo di cose): «T’incontrerai con tre
uomini…, portando uno tre capretti e uno tre pani e uno un otre di vino»
(1 Sm 10,3). «Dall’accampamento
dei Filistei uscì la schiera dei guastatori divisi in tre gruppi: l’uno… e
l’uno… e l’uno» (1 Sm 13,17s; quindi tre
volte ’ëchād).
Esso può esprimere una
specificazione
distributiva: «rispettivamente un uomo [’îš ’ëchād
’îš ’ëchād = un uomo un uomo] per tribù dei
suoi padri» (Nu 13,2; 34,18 nāśî’
’ëchād nāśî’
’ëchād); «una ruota accanto a un
cherubino e una [altra] ruota accanto a un [altro] cherubino» (Ez 10,9;
quindi quattro volte ’ëchād).
■ Il termine
’ëchād può indicare una persona singola all’interno di un insieme
più grande. «Se una singola anima [nëfëš
’achat] del popolo del paese peccherà per errore…»
(Lv 4,27).
■ Il termine ’ëchād può indicare una
persona particolare
in contrasto col resto. «Quest’uno [hā’ëchād]
è venuto per dimorare come straniero, e vuole farla da giudice!?»
(Gn 19,9).
■ Il termine
’ëchād può indicare qualcosa di unico rispetto a una situazione
precedentemente diffusa, ad esempio le acque raccolte
in un unico luogo (Gn 1,9).
■ Il termine
’ëchād può esprime qualcosa di unitario
e comune a tutti. «E tutta la terra parlava con lo stesso labbro [śāfāh
’ëchād] e usava le stesse parole [debārîm
’achādîm]»
(Gn 11,1; v. 7 confusione dei linguaggi). In Ester 4,11 si parla di «una
legge che è una [= la stessa] per tutti»,
anche per la regina.
■ Il termine
’ëchād nel raddoppio può indicare le parti che portano alla
completezza: «esaminando una per una (o
confrontando / combinando l’una con l’altra) [’achat le’achat]»
(Ec 7,27); «raccolti uno per uno (o
aggiunti all’uno l’altro) [le’achad ’ëchād]»
(Is 27,12).
■ Il termine
’ëchād può indicare una unità composita. L’uomo e la sua donna
diventano una «carne unica» (Gn 2,24; v. 23 «carne»
esprimeva la parentela; Gn 29,14; 2 Sm 19,12s), ossia una unità esistenziale,
sociale, economica, eccetera, in grado di formare una famiglia. «Se fai
perire questo popolo come un solo maschio [ke’îš
’ëchād]»
(Nu 14,15; ossia tutti insieme allo stesso tempo: Gdc 20,8 si levò come; 1 Sm
11,7 partirono come).
«E farai cinquanta
fermagli d’oro, e unirai i teli mediante i fermagli, l’uno all’altro,
perché il tabernacolo formi
un tutto» (Es 26,6.11). «Poi
accostali, l’uno all’altro, [che siano] per te un legno solo,
cosicché siano uniti nella tua mano» (Ez 37,17).
Tale «unità composita» può esprimere unità e armonia dei molti: «E
tutto il popolo rispose con una sola voce e disse…» (Es 24,3; ossia
all’unisono). «…tutti invochino il nome dell'Eterno, per servirlo con una
sola spalla [šekëm
’ëchād]»
(Sof 3,9; ossia con pari consentimento).
■ Il termine
’ëchād può indicare qualcosa di unico nel suo genere: un’unica
benedizione (Gn 27,38 irripetibile);
un’unica legge per tutti (Lv 24,22; Nu 15,16
«una legge» senza ’ëchād).
■ Il termine
’ëchād può evidenziare qualcuno in particolare dinanzi a una massa,
a cui è contrapposto: un unico Jahwè (Jahwè ’ëchād; Dt 6,4) contrapposto
alla moltitudine di dèi.
■ Il termine
’ëchād può indicare due cose con lo stesso significato. Il faraone
aveva fatto due sogni diversi, ma Giuseppe gli disse: «Il
sogno del faraone è uno [solo]», ossia nel
significato (Gn 41,25).
■ Il termine
’ëchād può indicare con la negazione (lo’ ’ëchād o ’ëchād lo’)
semplicemente nessuno, neppure uno
(Es 8,27 [= v. 31] mosche; 9,6 bestiame; Sal
106,11 avversari), assolutamente nessuno
(lo’ `ad ’ëchād; Es 14,28; Gdc 4,16; ’ejn gam ’ëchād Sal 14,3).
■ Il termine
’ëchād può essere usato in senso distributivo: «un
uomo per tribù» (Dt 1,23); «ognuno di
essi» (Gdc 8,18);
«i viveri di Salomone per ogni giorno [lejôm
’ëchād]»
(1 Re 4,22 [= 5,2]); «cinquanta sicli
d’argento per ogni uomo [le’îš ’ëchād]»
(2 Re 15,20); «tu renderai a ciascuno secondo le
sue opere» (Sal 62,12)..
■ Sopra abbiamo già visto diversi casi, il cui il termine ’ëchād è unito
a un prefisso. Qui ci limitiamo solo a ke’ëchād, che
può indicare: «costoro, come uno», ossia «tutti
insieme» (Gr 10,8); «l’assemblea, come
una», ossia «tutta insieme» (Esd 2,64); «come
un sol uomo» (Esd 3,9); «purificati come un
sol uomo» (Esd 6,20); «il lupo e l'agnello
pasceranno come uno», ossia in compagnia (Is 65,25);
šenajchëm ke’ëchād «due come uno solo», ossia ambedue
(Ec 11,6).
2.2.
JĀCHÎD: Il termine jāchîd è qui abbastanza trascurabile,
ricorrendo poche volte nell’AT e non avendo un particolare significato
teologico. Il raro verbo
jāchad significa «unirsi, collegare, unificare». Più frequenti sono il
sostantivo jàchad «unione, insieme (uso avverbiale)» e l’avverbio jachedāw
«insieme, congiuntamente, presso». Il termine jāchîd ricorre nei seguenti
brani e con i seguenti significati.
■ Unico, solo: Designa un figlio unico, probabilmente non solo in
senso biologico, ma dell’eredità (Gn 22,2,12.16 Isacco); in senso assoluto
(senza figlio) designa l’unigenito (Ger 6,26; Am 8,10; Zc 12,10; cfr. Pr
4,3). Similmente designa un’unica figlia (Gdc 11,34). È usato per descrivere
l’unicità di qualcosa (anima, vita; Sal 22,20 [21]; 35,17).
■
Solitario, abbandonato: Con tale significato ricorre solo qui: Sal 25,16;
68,6 [7].
Questi sono tutti i casi ricorrenti nell’AT. Non capisco come ci possa essere
una «battaglia ideologica tra coloro che sostengono una unità composta
(echad) e coloro che sostengono una unità assoluta (jachid), visto che
jāchîd non ricorre mai in connessione diretta con Jahwè.
►
Nell’Antico Testamento Dio è uno o unico? 2: Aspetti teologici {Nicola Martella} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Dio_uno_unic1_MT_AT.htm
23-02-2012; Aggiornamento: 08-03-2012 |