1. LE
TESI: Tempo fa, sono stato invitato da
Maurizio Ruffino
a discutere il seguente suo articolo. Eccolo qui di seguito.
Qualche giorno fa
ho fatto una considerazione che mi sembra essere al limite tra fede, filosofia e
psicologia. È una considerazione, che però non so quanto sia obiettiva e sulla
quale vorrei sentire, quindi, qualche
parere.
Dio, dando per
scontata la sua esistenza, così come è delineata dalla fede cristiana,
ha creato anche il male?
Se è vero che il
male è assenza di bene e che Dio è l’unico Essere (anzi, secondo Agostino e
Tommaso, l’Essere in Sé) pensabile come eterno e perfetto, già nell’atto di
creare, avrebbe dovuto sapere, e, certamente, sapeva che, creando qualcosa di
diverso da Sé (perché il solo fatto di essere stato creato presuppone un inizio
e, quindi, un limite), avrebbe creato
qualcosa di imperfetto e, quindi, avrebbe
creato il male.
Dio, perciò,
creando, ha creato, seppur in modo indiretto, anche il male, ed Egli
doveva saperlo, senz’altro, anche
prima di creare. Se ciò è vero, allora perché Dio ha creato degli esseri
esposti, necessariamente, alla
sofferenza e al male, derivati dalla loro stessa imperfezione?
Perché li ha
creati, nonostante il male insito in
loro stessi?
Perché ha creato
noi e l’universo?
La risposta che mi
sono dato è che, essendo Dio, Egli ha previsto e ha accettato la
necessaria quantità di male, perché,
vedendo le cose da una prospettiva ultra sistemica (e qui entra la psicologia),
ha considerato che la qualità del bene fosse, comunque,
superiore alla quantità di male
presente e che, comunque, perciò, per Lui,
NE VALESSE LA PENA!!!
La stessa
considerazione applicata alla nostra vita può tradursi nel fatto che «pesando»,
in qualche modo, momenti belli e brutti, per quanto i momenti brutti possano
turbarci o durare a lungo, ci sono e ci sono stati, comunque, dei momenti di
bene, la cui qualità rende la vita degna
d’essere vissuta.
Cosa ne pensate?
{17-09-2017; formattazione redazionale}
2.
OSSERVAZIONI E OBIEZIONI:
La logica è questa: siccome il
male esiste nel mondo, deve averlo creato Dio. Questo si chiama falso
sillogismo. Poi, si cerca di trovare una qualche
spiegazione consolatoria, secondo il
motto: «Il gioco vale la candela». Oppure, per dirla con un detto tedesco: «La
vita è come un formaggio svizzero: puzza, però piace». E non ci si accorge che,
così facendo, si storce la realtà della cose e si presenta una
falsa immagine di Dio, ben distante
da quella data dalla rivelazione biblica.
Tale falso sillogismo mi ricorda la becera logica dei cosiddetti
«amici» di Giobbe. Essi, pur partendo
da basi alquanto differenti (esperienza mistica, tradizione dei padri, consenso
dottrinale, ecc.), arrivano tutti a questa
conclusione di comodo: «Tu sei stato
pesantemente toccato dalla sofferenza. L’Onnipotente non fa nulla di ingiusto.
Quindi, tu porti le conseguenze della tua ribellione. E la cosa grave è che
nascondevi la tua vera corruzione dietro a una facciata di devozione. Ravvediti
e Dio ti restituirà ogni cosa». Tale falsa logica di costoro, avendo già la loro
deduzione, non cercano un’altra possibilità né la elencano. Così ha fatto anche
Maurizio Ruffino, magari senza neppure rendersene conto.
Questo modo di procedere deriva dal fatto che
si parte da un paradigma, una tesi o
una dottrina estranea al pensiero biblico, e si cerca di pressare i contenuti
biblici in tale schema o scatola ideologica, per confermare la tesi di partenza,
magari usando un po’ di logica filosofica, un po’ di saccenteria, un po’ di
versettologia, un po’ di arbitrio alla «secondo me», un po’ di allegoria o
spiritualizzazione. È vero che poi si possa dire: «Che ne pensate?», ma intanto
si è già introdotto il verme pseudo dottrinario nelle menti dei semplici, creando
un’occasione di seduzione e uno
sviamento «dalla
semplicità e dalla purità rispetto a Cristo» (2 Cor 13,3s).
E non ci si rende conto che tale concezione di Dio, che crea il male, si trova
nello gnosticismo (conoscenza
esoterica), secondo cui Dio avrebbe creato in origine sia le forze del bene, sia
quelle del male, essendo esse assolutamente necessarie, affinché l’uomo si
potesse emancipare. Nella dottrina
occulta, derivata dallo spiritismo, il cosiddetto «Lucifero» è presentato
come l’altra parte della medaglia di Cristo, anzi il suo alter ego. Nella
conoscenza occulta tutto viene ribaltato nella narrazione delle origini: Il dio buono
(Satana) avrebbe creato spiriti liberi; il Dio della Bibbia, considerato solo un
demiurgo, essendo geloso, li avrebbe imprigionati nella materia (considerata
prigione e malvagia). [►
Gli spiriti umani sono preesistenti?:
Dal verbo secondo Corrado Salmé;
►
Eravamo spiriti
preesistenti prima della procreazione?] Il dio buono (Satana), per
portare l’uomo all’emancipazione (ossia ricordarsi di essere stati
precedentemente spiriti liberi in cielo, quindi dèi), si sarebbe manifestato
come «Lucifero» (= portatore di luce) nelle sembianze del serpente, per portare
all’uomo conoscenza (cfr. serpente come immagine di guarigione e conoscenza) e
liberazione. Questa è la dottrina gnostica ed esoterica, che anima ogni dottrina
occulta e che proviene dalla filosofia spiritistica. Queste sono le «profondità di Satana» (Ap 2,24), propagate dai Giudei ellenistici,
che avevano mischiato l’AT con i filosofi greci e le dottrine delle «religioni
dei misteri». Per questo il Signore chiamò tale corrente esoterica del giudaismo
una «sinagoga di Satana» (Ap 2,9). Dal giudaismo esoterico tale falsa dottrina
pagana entrò poi nelle menti di gnostici cristianizzati.
Paolo sperimentò che cosa avevano
combinato tali «super-apostoli»
giudaici di stampo gnostico, che erano entrati nella chiesa di Corinto,
cristianizzando le loro facoltà medianiche e le loro deleterie dottrine e
accreditando un altro cristo, un altro evangelo e un altro spirito (2 Cor
11,3s.13ss). Egli denunciò la conoscenza esoterica, quando scrisse: «O
Timoteo, custodisci il deposito, schivando le profane vacuità di parole e le
opposizioni di quella, che falsamente si
chiama “conoscenza” (gr.
gnósi [occulta]), [21] della quale alcuni facendo professione, si sono sviati
dalla fede» (1 Tm 6,20s).
Giovanni spese forze ed energie per
scrivere specialmente la sua prima epistola, proprio per contrastare la dottrina
esoterica, che era stata assimilata dal giudaismo ed era entrata nelle chiese,
con l’intento di accreditarsi, mediante una sorta di cristianizzazione. Come ho
già ricordato sopra, Gesù denunciò in
Tiatiri quei Giudei, che attingevano le loro presunte conoscenze e divinazioni
dalle cosiddette «profondità di Satana» (Ap 2,24).
Per l’approfondimento rimando in
Nicola Martella,
La lieve
danza delle tenebre (Veritas, Roma
1992), ai seguenti articoli: «Dalla conoscenza alla gnosi», pp. 245-284;
«La dottrina occulta e la Bibbia», pp.
389-420.
Persone come Maurizio Ruffino, pur non conoscendo queste cose e attingendo
inconsapevolmente a contenuti esoterici, cercano di trovare
un’altra logica rispetto a quella
rivelata. Il prossimo passo, che fa
lo gnosticismo, è il seguente: chi fa o crea il male, è malvagio (cfr. Pr 2,14s;
Lc 6,45); poiché Dio avrebbe creato il male, sarebbe malvagio! Ecco dove arriva
il falso sillogismo, se si prosegue coerentemente in tale falsa logica! (cfr.
però Sal 24,3s; Hb 1,13; 3 Gv 1,11).
3.
ULTERIORI APPROFONDIMENTI BIBLICI: Ecco alcuni altri
punti fermi, rivelati dalla sacra
Scrittura.
■ «E Dio vide tutto quello, che
aveva fatto, ed ecco, era molto buono» (Gn 1,31). Come si può
dichiarare così la creazione, se già era stato creato il male assoluto?
■ «Questo soltanto ho trovato:
che Dio ha fatto l’uomo retto, ma gli uomini hanno cercato molti
sotterfugi» (Ec 7,29).
■ «L’Eterno è giusto in mezzo a
lei; egli non commette iniquità; ogni mattina egli mette in luce i suoi
giudizi, e non manca mai; ma il perverso non conosce vergogna» (Sf 3,5).
■ «...per
mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del
peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti
hanno peccato» (Rm 5,12).
■ «Nessuno,
quando è tentato, dica: “Sono tentato da Dio”; perché Dio non può essere
tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno» (Gcm 1,3). In
tale contesto mostrò l’origine della tentazione (vv. 14s concupiscenza interna
all’uomo). E aggiunse: «Ogni donazione buona e
ogni dono perfetto vengono dall’alto, discendendo dal Padre degli astri luminosi
presso il quale non c’è variazione né ombra
prodotta da rivolgimento» (v. 17).
■ Gesù chiamò Dio «Padre
santo» e «Padre giusto» (Gv 17,11.25).
Ciò è inconciliabile con un creatore del male assoluto.
■ Paolo affermò che Dio «ci
ha eletti in lui [= Cristo], prima della fondazione del mondo, affinché fossimo
santi e irreprensibili dinanzi a lui nell’amore» (Ef 1,4).
Come potrebbe avere tale obiettivo con noi, se Egli avesse in sé il male e
avesse creato il male?
■ Di Gesù Messia Pietro affermò che
Dio ci ha riscattati «col prezioso sangue di Cristo, come di
agnello senza difetto né macchia, ben preordinato prima della
fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi» (1
Pt 1,19s). «E voi sapete che egli [=
Cristo] è stato manifestato per togliere i peccati; e
in lui non c’è peccato» (1 Gv
3,5). Questo è inconciliabile con una dottrina gnostica.
4.
ASPETTI CONCLUSIVI/span>: Partendo magari da un intento di
teodicea (spiegazione del
comportamento di Dio e difesa del suo onore) nei confronti di vari detrattori
(gnostici, agnostici, ecc.), si finisce a voler spiegare Dio secondo la
filosofia e l’ideologia degli altri. Così facendo, come ho letto nei contributi
altrui posti sotto tale scritto in Internet, si dà proprio ai diffamatori della
fede biblica l’occasione per fiaccare, disprezzare e denigrare la rivelazione
scritturale. Si cerca di spiegare «le cose dello Spirito» a quello, che Paolo
chiamò letteralmente «l’uomo psichico»,
usando le sue argomentazioni e dimenticando che «l’uomo psichico
non riceve le cose dello
Spirito di Dio, perché gli sono pazzia» (1 Cor 2,14). Ho letto che Maurizio Ruffino, cercando di
spiegare le cose, che «si giudicano spiritualmente», ai suoi detrattori, ha in
pratica ingarbugliato ancor più la matassa, dando loro occasione per denigrare
la fede biblica, per negare l’esistenza del Dio vivente e per prendere in giro i
cristiani.
È singolare come
certi credenti, invece di predicare l’Evangelo e di testimoniare della verità
rivelata, pensano di dover ricondurre le cose spirituali alla logica della «sapienza
di questo mondo», per renderla più appetibile, dimenticando che essa è
«pazzia davanti a Dio» (1 Cor 3,19). Perciò, viene dato il seguente consiglio
rispetto alla logica e al paradigma di pensiero di questo secolo: «Nessuno
s’inganni. Se qualcuno tra di voi presume di essere un sapiente in questo
secolo, diventi pazzo per diventare sapiente» (v. 18), ossia secondo Dio.
Gesù non insegnò a
trattare con i diffamatori della verità! Al contrario diede questo
severo avvertimento: «Non date
ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché
non le pestino con le zampe e rivolti contro di voi non vi sbranino» (Mt
7,6).
Le tesi di
Maurizio Ruffino sono, come abbiamo visto, il risultato del falso sillogismo.
Alla fine non si discute della verità biblica, ma delle molteplici filosofie e
ideologie gnostiche, agnostiche ecc., prestando il fianco ai denigratori della
rivelazione biblica e dando loro tribuna.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Dio_male_Ori.htm
03/10/2017; Aggiornamento: |