Salve, sono un siciliano della provincia di Messina. Molti anni fa m’ero
associato a una chiesa evangelica cristiana, poi l’abbandonai per mia volontà;
fui battezzato, ma credo d’essere rimasto il peccatore di sempre, anche se non
passa giorno che io non legga la Bibbia. E non so perché ma, avendo una discreta
preparazione biblica, incontro i TdG [= Testimoni di Geova, N.d.R.] anche a
casa, ma solo per combatterli; anche se so che perdo tempo, mi piace e mi
diletto a leggere la Bibbia, è più forte di me, anche se molte cose non le
comprendo.
Desideravo chiederti un chiarimento sulle parole di Gesù, quando dice: «Padre,
ti ringrazio, d’aver fatto conoscere loro il tuo nome…». La mia domanda è:
quando gli fece conoscere il nome del Padre? e quale nome? Nell’attesa, porgo i
miei più sentiti saluti. {Rocco Giorgio Piluso; 8 gennaio 2010} |
Rispondo in sintesi e cercando di essere non troppo tecnico. Mi preme cominciare
con una
premessa per il lettore: Non basta leggere la Bibbia, aumentare nella
conoscenza e combattere le false dottrine di un gruppo particolare (sebbene
queste attività siano cose nobili), ma bisogna essere rigenerati dal Signore e
compiere la sua volontà. Ora, andiamo alla questione centrale.
Il problema principale consiste nel fatto che l’ebraico con ha un termine per «persona»,
che proviene dal latino. Tale concetto lo esprime con due termini particolari:
«nome» (šem) e «anima» (nëfëš). Gesù intendeva far conoscere ai
suoi discepoli la persona del Padre, non un nome anagrafico. Bisogna tener
presente, infatti, che da molti secoli gli Ebrei non pronunciavano più il nome
«Jahwè», ma leggevano il cosiddetto tetragramma come «Adonaj» (Signore). Quando
l’AT fu tradotto in greco, non ci furono problemi teologici per tradurlo come
Kyrios
«Signore». Tutti i nomi di Dio furono tradotti in greco; ricordo che
nell’antichità non c’era una differenza fra nomi, titoli e addirittura
soprannomi. Fu perciò che gli scrittori del NT citarono l’AT nella versione
greca della «Settanta». Gesù da buon Giudeo del suo tempo non citava mai il nome
ebraico nei suoi discorsi e nelle sue preghiere, ma usava il termine Adonaj.
In tutti gli Evangeli, che sono in greco, non ricorre mai il nome «Jahwè»
(o simile) per indicare Dio e per rivolgersi a Lui in preghiera, né Dio lo usò
mai per sé. Non si trova mai un brano, in cui Gesù insegnò a usare un certo nome
di Dio; lo stesso vale per il resto del NT. Nella preghiera modello Gesù rivelò
il massimo privilegio dei suoi seguaci: rivolgersi a Dio come «Padre nostro»!
Questa sarebbe stata l’occasione giusta per dare un insegnamento particolare su
un dato nome di Dio, visto che i discepoli chiesero a Gesù il modo giusto di
pregare (Luca 11,1). E il Maestro «disse loro: “Quando pregate, dite:
Padre…”» (v. 2). Anche nell’intima e personale preghiera di Gesù, egli
si rivolse a Dio, chiamandolo «Padre» (Gv 17,1.5.21.24), «Padre santo» (v. 11) e
«Padre giusto» (v. 25). Lo stesso avvenne nella preghiera sofferta durante la
sua ora estrema nel Getsemani, in cui Gesà diceva: «Abbà, Padre!
Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però, non quello
che io voglio, ma quello che tu vuoi» (Mc 14,26).
I seguaci della «Torre di guardia», come tutti gli ideologi e i mistificatori,
gonfiano oltremodo le pulci e inghiottono gli elefanti. Hanno addirittura
mendacemente falsificato i documenti del «nuovo patto», aggiungendo
arbitrariamente «Geova» (un triste fraintendimento medioevale, che non è il vero
nome di Dio dell’AT), dove tutti i manoscritti del NT hanno solo ed
esclusivamente Kyrios
«Signore». Essi cadono perciò sotto la condanna di Apocalisse 22,18s e di brani
simili.
Un paio di decenni or sono, mi incontrai con alcuni «pionieri» dei TdG.
Chiesi loro di portarmi una fotocopia o un testo del NT greco, in cui compare il
nome «Geova» o simile. Mi assicurarono che esiste e che me lo avrebbero
senz’altro portato. Non li ho mai più rivisti, nonostante la mia sollecitazione
periodica. Si vede che stanno ancora cercando un manoscritto del genere e
cercheranno ancora a lungo, visto che non esiste!
Questo è il succo della questione. Per ulteriori approfondimenti della
questione consiglio di leggere in Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), almeno gli articoli: «Nome di Dio [šem]», pp. 239s;
«Nome personale [šem]», pp. 240s; «Persona», pp. 274ss. Si vedano qui inoltre gli
articoli: «Anima [nëfëš]»,
p. 85; «Jahwè [jahewëh; JHWH]», pp. 200ss.
Sui seguaci della «Torre di guardia», la loro origine e la loro storia, si veda
in Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso.
Escatologia 2
(Punto°A°Croce, Roma 2007), gli articoli: «Dall’avventismo
al geovismo», pp. 108-113; «Testimoni di Geova quali compagni di via?»,
pp. 118-122.
■ Per altri articoli sui seguaci della «Torre di
guardia» si veda sotto «Gruppi
di frangia».
■ Per altri articoli su Jahwè e il nome di Dio si veda
nella rubrica «Deità»
sotto «Teologia propria» e nel Dizionario biblico alla voce «Jahwè».
►
URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Conoscere_tuo_nome_EdF.htm
12-01-2010; Aggiornamento: 09-11-2012 |