Alcuni lettori ci ha presentato le seguenti questioni.
■ Caro fratello
Nicola, pace. […] Ti faccio i complimenti per i due libri sull’escatologia. Pur
avendo letto tanto su questo argomento, trovo che siano fra i migliori che ho
letto. Ora, secondo te, la chiesa passerà per la grande tribolazione? {Antonio
Capasso;
06-04-2009}
■ Nicola, ho una domanda: La chiesa passerà la grande
tribolazione? Grazie per il tuo tempo. {Chiara Cataldo; 26-02-2012}
Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito. |
Entriamo in tema
Qui di seguito parliamo per convenzione di
«grande tribolazione», termine coniato dalla dogmatica quale suo termine
tecnico, ma che non corrisponde propriamente al linguaggio di Giovanni
nell'Apocalisse. Esegeticamente parlando, tale locuzione non si riferisce agli
ultimi sette anni della storia, prima del regno messianico. La Bibbia stessa e
in particolare l'Apocalisse usano propriamente le espressioni «giorno del
Signore» (Ap 1,10) e «gran giorno della sua ira» (Ap 6,17) o «gran
giorno del Dio onnipotente» (Ap 16,14). Per concessione si potrebbe parlare di
«tribolazione finale».
Non sto a ripetere qui le diverse posizioni dottrinali riguardo alla
tribolazione finale (pre-, infra- e post-), avendole presentate, descritte e
commentate nel libro «Escatologia biblica essenziale» (Escatologia
1). Qui mi è stata chiesta la mia personale opinione, ed è questa che
presento. La chiesa, secondo me, vedrà i primi fuochi del
«giorno del Signore» (inizio della prima fase), ma non la fase acuta
(seconda fase).
Premetto che, pur non essendo dispensazionalista, trovo il premillenarismo
(specialmente quello storico) la concezione più conforme a spiegare
l’escatologia, senza dover fare salti mortali ideologici come nel caso
dell’amillenarismo e del derivato postmillenarismo.
Posso immaginarmi che non pochi abbiano difficoltà a capire tali termini
tecnici. Essi significano se il rapimento della chiesa avverrà prima del
Millennio storico o regno politico del Messia (premillenarismo), senza il
Millennio (amillenarismo; chiesa = regno) o dopo il Millennio inteso come era
della chiesa (postmillenarismo). Al riguardo, per non appesantire questa
semplice trattazione, rimando a «Escatologia
1»).
Gli antichi teologi cristiani, ossia quelli prima dell’avvento di
Costantino, erano perlopiù premillenaristi; l’amillenarismo si rese necessario
con l’avvento di un imperatore cristianizzato. Al riguardo rimando all’analisi
storica e teologica di due millenni, presente nel secondo volume della mia opera
escatologica: «Escatologia fra legittimità e abuso». Per chi voglia
approfondire la differenza fra dispensazionalismo, teologia del patto unico
(calvinismo) e la teologia dei patti (a cui io aderisco), rimando nel mio libro
Manuale Teologico dell’Antico Testamento all’articolo «I patti e
gli altri approcci», pp. 31-53.
Il
«giorno del Signore»
e la chiesa
La
fase acuta del
«giorno del Signore» (la dogmatica parla qui di «gran tribolazione») è la
seconda parte dei sette anni di tribolazione e dura 3 anni e mezzo (42 mesi,
1260 giorni). Leggendo il libro dell’Apocalisse, non ho l’impressione che la
chiesa (composta di Giudei e Gentili) passi per il
«giorno del Signore», forse ne assaggerà i primi segni. Nell’Apocalisse è
descritta la tipica situazione come nei libri di Esdra e Nehemia: c’è un
resto fedele d’Israele (teme e serve Dio) e ci sono le nazioni pagane e
cattive, che vogliono distruggerlo. Il
«giorno del Signore» serve sia per punire le nazioni impenitenti, sia
specialmente per affinare nel crogiolo il residuo fedele, togliendo da esso le
scorie dei falsi Ebrei.
Nell’Apocalisse, dopo i primi tre capitoli, in cui l’autore del libro e il
Signore Gesù parlarono dell’allora presente e quindi delle chiese, Giovanni
fu rapito in cielo nel momento, in cui nel futuro non si parlerà più della
chiesa (Ap 4,1s), ma solo dell’Israele escatologico, all’inizio del
«giorno del Signore». In un certo senso, il rapimento di Giovanni avvenne
proprio nel momento escatologico, in cui la chiesa verrà rapita nel futuro. Poi,
non ricorre più il termine ekklesia, sino alla fine del libro.
Aspetti conclusivi
Anche se si vuole identificare la «sposa dell’Agnello» con la sola
chiesa, bisogna ammettere che il
«giorno del Signore» è oramai passato (Ap 19,7; 22,17). Nel mio
summenzionato libro di escatologia ho mostrato gli argomenti, che corroborano la
mia convinzione, secondo cui la «sposa, la moglie dell'Agnello» (Ap 19,7;
21,2.9) sarà composta da tutti i credenti dell’AT e del NT, che nelle «nozze
dell’Agnello» (Ap 19,7.9) rinnovano il suo patto con tutti i credenti
della storia, perché siano un
solo popolo di Dio, unito, sebbene non mischiato (cfr. i fondamenti
apostolici e nomi tribali sulle porte della nuova città di Dio; Ap 21,12ss).
Come
Giovanni fu rapito in spirito nel momento, in cui scoppiò la persecuzione
contro la chiesa d’allora e fu esiliato (Ap 1,9s; 4,1s), così la chiesa
della fine verrà rapita fisicamente nel momento, in cui il dittatore
escatologico si accingerà a metterle le mani addosso, con l'intento di
distruggerla per sempre.
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La donna dell’Apocalisse e i 144.000 {Nicola Martella} (D)
►
Rapimento, 144.000 e grande folla {Nicola Martella} (D)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Chiesa_gran-tribolazione_Esc.htm
12-04-2009; Aggiornamento: 23-05-2012
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